Milano. Settore Statistica e S.I.T. Scuole Secondarie di II grado. Anno scolastico Comune di Milano. - Dati di sintesi -
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1 Milano Settore Statistica e S.I.T. Scuole Secondarie di II grado Anno scolastico Comune di Milano - Dati di sintesi - A cura di: Vittoria Carminati Elaborazione dati: Ugo Rosario Maria David
2 Scuole secondarie di secondo grado Nell anno scolastico 2009/2010 gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie aperte sul territorio comunale, formano una popolazione di unità, che si mantiene stabile nell ultimo quinquennio (erano nell a.s. 2005/2006). La corrispondente popolazione residente in età scolare (14-18 anni), che esprime la domanda teorica di istruzione, è di molto inferiore e pari a ; la distanza fra utenza potenziale e quella effettiva conferma il carattere di offerta sovraccomunale che ha sempre qualificato il sistema locale di istruzione secondaria superiore. Se l andamento complessivo degli alunni rimane costante, le scelte di studio si modificano in maniera progressiva, con ritmi diversi e seguendo tendenze contrastanti nei vari indirizzi di insegnamento. Negli istituti professionali si sono esauriti gli effetti delle disposizioni normative di innalzamento dell obbligo di permanenza nei percorsi di apprendimento (legge 9/1999; legge 144/1999 art. 68; legge 53/2003), che avevano determinato crescite sostenute nei primi anni del nuovo millennio (+12,5 nell a.s rispetto al ). Negli anni più recenti la consistenza degli studenti si conserva quasi inalterata e oggi rappresenta il 20% circa del totale generale. Negli istituti tecnici non si arresta la lunga tendenza al decremento, che ha avuto inizio nell ultimo decennio del Novecento e che ha causato una perdita complessiva di allievi pari al 16% negli ultimi dieci anni (dall a.s al ). Attualmente i ragazzi inseriti nell istruzione tecnica costituiscono il 28,6% della popolazione studentesca. Il settore in salita è quello degli studi liceali, soprattutto grazie alla forza attrattiva dei licei scientifici, che ogni anno registrano variazioni positive, che hanno comportato una crescita complessiva del 17% nell ultimo decennio (gli iscritti erano nell a.s ; sono nell a.s ). Nell anno in oggetto i frequentanti formano una quota pari al 24,2% del totale generale e si rafforza il ruolo del liceo scientifico considerato dalle famiglie quale segmento formativo di preparazione a ogni tipo di istruzione accademica. Il numero degli adolescenti che intraprendono gli studi classici è costante nel tempo, attestandosi attorno alle unità, corrispondenti all 11% della popolazione dell istruzione superiore. La popolazione dei rinnovati istituti magistrali e di istruzione artistica segue un andamento particolare; nei primi anni del nuovo millennio conosce un ampliamento marcato come effetto dei nuovi ordinamenti di studio, che sono stati ridefiniti in modo sostanziale, prima in forma sperimentale e poi per disposizione di legge. Negli anni più recenti il numero delle iscrizioni resta pressoché invariato e adesso gli studenti magistrali rappresentano il 7,2% e gli allievi delle discipline artistiche il 5,5% del totale complessivo di iscritti. Fig. 1 Trend della popolazione iscritta per indirizzo di studi Professionali Tecnici Licei ex Magistrali Artistici Per cogliere in maniera più puntale le modifiche nelle scelte di studio, al netto degli effetti delle ripetenze, dei passaggi da un ordine di insegnamento a un altro e dei diversi tempi dei programmi di studio (che possono essere di 3 anni per gli istituti professionali), può essere utile prendere in esame le iscrizioni al primo anno di corso. 1
3 Nell anno scolastico 2009/10 l ordine delle preferenze, definito sulla base della popolazione iscritta per tipologia di studio, vede al primo posto il liceo scientifico con il 22,7% del totale neo iscritti; seguono quasi a parità l istituto tecnico industriale con una quota del 13,6%, frequentato in modo prevalente dai maschi, e gli istituti professionali per i servizi amministrativi, commerciali e sociali con il 12,2%, dove le ragazze sono più numerose dei compagni. Al quarto posto appare il liceo classico con il 10,1% dei nuovi ingressi, nel quale la componente femminile è predominante, forse in ragione del rendimento più alto delle ragazze rispetto ai coetanei maschi. Le altre tipologie accolgono numeri più esigui, con la sola eccezione, ma solo per la popolazione femminile, dei riformati istituti magistrati che attirano il 10,9% dei nuovi accessi da parte delle ragazze. In ogni caso, nella lettura dei dati va tenuto presente che sulla ripartizione delle preferenze gioca un ruolo importante l ampiezza dell offerta e la sua capacità di attrazione oltre i confini comunali, che è diversa nei vari ordini di insegnamento. Fig. 2 I primi cinque indirizzi di studio per incidenza di iscritti alla classe prima 25,5 22,5 9 8,1 L.Scientifico IT Industriale IT Comm. Geom. IP Alberghiero 19,7 16,6 13,5 10,9 7,7 L.Scientifico L.Classico Ex Magistrale IT Comm. Geom. Maschi Femmine La popolazione iscritta alle scuole paritarie raggiunge il 17% del totale frequentanti gli istituti secondari superiori. La quota è stabile negli ultimi anni, così come l andamento complessivo degli studenti del secondo ciclo e risulta nettamente superiore al corrispondente valore medio nazionale, uguale al 5,5%. L incidenza dell insegnamento paritario varia in misura consistente nelle diverse aree disciplinari: è più alta nei licei classici e scientifici (circa il 24%), negli istituti tecnici aeronautici (22%) e in quelli commerciali e per geometri (19,5). Nell indirizzo artistico gli allievi degli istituti non statali formano il 16,3% e nell area degli studi pedagogici e delle scienze umane (ex magistrali) sfiorano l 11%. All ultimo posto appaiono gli istituti professionali, dove il ruolo educativo degli organismi privati è quasi inesistente (1,7% sul totale studenti inseriti nei percorsi professionalizzanti). In media gli istituti paritari hanno dimensioni modeste e accolgono 150 alunni per sede; il valore è abbastanza omogeneo nelle differenti aree educative. In confronto il sistema statale è caratterizzato da una densità elevata, corrispondente a 600 ragazzi per istituto e il rapporto varia in modo sensibile per tipologia di insegnamento. La composizione numerica delle classi assume valori differenti se si prendono in esame i singoli anni di corso nei due sistemi di insegnamento. Negli istituti superiori privati l indice di affollamento delle aule è pari a 18 unità nelle classi prime e a 19 nelle classi quinte; all opposto, nelle scuole statali il rapporto alunni per sezione subisce una forte contrazione, passando da 25 nel primo anno di corso a 20 in quello conclusivo del ciclo di studi. Le ragioni dei due opposti andamenti sono attribuibili al fenomeno della dispersione scolastica, che nel sistema statale si manifesta con l interruzione di frequenza e l abbandono degli studi, mentre in quello paritario si rileva attraverso il passaggio o il rientro in situazione di apprendimento con l iscrizione a classi intermedie o di preparazione all esame di Stato. Negli istituti paritari a indirizzo tecnico, magistrale e artistico il rapporto alunni per classe cresce di qualche unità nelle classi terminali rispetto a quelle del primo anno di corso. 2
4 Fig. 3 Popolazione iscritta per indirizzo di insegnamento Scuola statale Scuola paritaria Classico 23,9 Scientifico 23,6 Artistico 16,3 Tecnico 11,5 Magistrale Professionale 1,7 La popolazione con cittadinanza non italiana iscritta alle scuole secondarie di secondo grado è composta di circa unità e rappresenta il 12,6% del totale studenti. Nell arco dell ultimo quinquennio è cresciuta di un punto percentuale ogni anno (formava l 8,8% nell a.s ), distanziandosi molto dall incidenza nazionale, ferma al 4,8%. Gli studenti stranieri frequentano in modo preminente le scuole statali, dove costituiscono il 14,8% e rispetto all ordine degli studi, sono molto più numerosi nell istruzione professionale, con un allievo ogni tre di origine culturale diversa da quella italiana. L aumento progressivo della loro presenza nel secondo ciclo del sistema scolastico, dove la frequenza non è obbligatoria, è significativo del processo di insediamento stabile delle famiglie di provenienza estera e dell esigenza di integrazione sociale attraverso l istruzione dei figli. Di contro, la quasi totalità delle preferenze per la formazione tecnica o di ordine professionale e il numero esiguo di inserimenti nei percorsi liceali, di preparazione agli studi universitari, mettono in evidenza sia progetti formativi di breve durata, finalizzati all acquisizione di competenze utilizzabili subito nella realtà economico produttiva, sia le difficoltà di riuscita nelle discipline scolastiche che presuppongono una buona padronanza della lingua e della cultura italiana. Le comunità più rappresentante sono quella filippina (17,3% sul totale studenti stranieri), peruviana (14,7%), ecuadoregna (13,1%), cinese (6,7%), egiziana (6,5%), che insieme formano più della metà della popolazione di nazionalità non italiana inserita nel secondo ciclo di istruzione. Il livello di partecipazione femminile è pari al 50% e risulta uguale a quella della popolazione complessiva; tuttavia, se viene analizzato in rapporto alla nazionalità, emerge una certa influenza del gruppo etnico o culturale di appartenenza. I dati raccolti mettono in evidenza che la componente femminile è più alta per gli studenti provenienti dai paesi dell est (Ucraina, Romania, Albania) e più bassa per le comunità originarie del Nord Africa e dell America latina (Egitto, Marocco, Perù). Fig. 4 Trend degli studenti stranieri Fig. 5 Ripartizione percentuale degli studenti stranieri per indirizzo di studio 29 8,8 9,6 11,5 12,6 IT Industriale IT Comm. Geom 16,5 15, IP Industriale L. Scientifico IP Alberghiero IT Turismo Altro 9,7 8,8 5,8 5 9,8 3
5 L indicatore del ritardo sui tempi di svolgimento del ciclo di studi è utile per misurare il fenomeno della dispersione scolastica e per valutare il rischio di uscita precoce dal sistema di istruzione. Nell anno scolastico gli studenti che hanno un anno d età in più rispetto a quello corrispondente alla classe di frequenza sono il 20,6%; la quota sale di un punto nelle scuole statali (21,4%), scende di due punti (18,4%) in quelle paritarie. A questo gruppo di ragazzi che hanno conosciuto l insuccesso alla fine di un anno scolastico, si aggiungono i pluriripetenti e coloro che, per ragioni diverse, hanno accumulato più anni di ritardo. In genere questi giovani hanno vissuti formativi accidentati, segnati da passaggi da un indirizzo a un altro, da un tipo di scuola a una diversa, da uscite anticipate seguite da rientri in situazione di apprendimento; essi definiscono una realtà tutt altro che trascurabile, uguale all 11,8% della popolazione iscritta al secondo ciclo di istruzione. La distinzione fra sistema statale e non statale si fa più importante: la percentuale dei ritardi di più anni si eleva a 13,2 nelle sedi statali, si contrae a 5,4 in quelle paritarie. La variabile genere condiziona in maniera sensibile il rendimento scolastico a ogni livello di insegnamento, favorendo la componente femminile rispetto a quella maschile, ma nel gruppo degli studenti con percorsi formativi tortuosi sembra diminuire la sua influenza. Nella popolazione regolare per età le ragazze sono il 72% e i maschi il 63% sui rispettivi totali, con una differenza di dieci punti. Fra coloro che hanno ripetuto una classe durante il percorso scolastico la distanza si riduce a quattro punti, attestandosi le percentuali a 18,5 per le donne e a 22,7 per i compagni maschi. Nel gruppo degli studenti che hanno subito più volte valutazioni finali negative, la differenza per genere diventa meno evidente e lo scostamento fra i due insiemi è inferiore ai precedenti, riducendosi a due punti percentuali; le studentesse maggiori di tre anni rispetto all età scolare solo il 4%; i giovani nelle stesse condizioni formano il 6%. Il fattore che più di ogni altro, fra quelli delineati dalle statistiche raccolte, gioca un ruolo importante sul successo scolastico è l indirizzo di istruzione intrapreso, la cui scelta è strettamente intrecciata alla motivazione all apprendimento, all abitudine allo studio, all ambiente familiare e all estrazione sociale. Gli adolescenti con modesti livelli di preparazione e gli studenti che hanno tentato con insuccesso percorsi più impegnativi in genere si inseriscono nel settore delle discipline professionalizzanti o di ordine tecnico, per abbracciare progetti formativi brevi e per conseguire un titolo di specializzazione utile per la ricerca immediata di un impiego. Nell area professionale e a seguire in quella tecnica, i ritardi sono più numerosi che nelle altre tipologie di studi, ma con alcune particolarità. Riguardo ai frequentanti con un anno in più rispetto all età normale le incidenze sono più alte, ma le differenze con le altre tipologie di insegnamento sono meno marcate, a testimonianza di un problema diffuso di riuscita scolastica nei vari canali dell istruzione secondaria di secondo grado. Le percentuali dei ritardi di un anno sono pari al 28,2% negli istituti professionali, al 26,1 in quelli tecnici, al 21,6% nell indirizzo artistico, al 19,6% negli istituti magistrali, al 14,3 nei licei scientifici e, infine, all 8,7% negli studi classici. Diversamente, gli alunni pluriripetenti o che si sono immessi di nuovo nell area formativa dopo aver abbandonato la frequenza sono concentrati soprattutto in alcune tipologie quali quelle a indirizzo industriale e relative ai servizi (sono uno su 3 negli istituti professionali; uno ogni 5 negli istituti tecnici industriali), mentre sono molto meno numerosi negli altri tipi di scuola. Fig. 6 Studenti in ritardo rispetto all età scolare 30 1 anno 2 anni più anni IP Industr. Albergh. IT Comm. IT Industr. IT Turismo Artistico Magistrali Scientifico Classico 4
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