Prefazione pag. 7. Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia pag. 9

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3 Indice Prefazione pag. 7 Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia pag. 9 Area Operativa Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata S. Maurizio Canavese (TO) pag. 17 Area Operativa di Venezia pag. 21 Area Operativa di Roma Isola Tiberina pag. 25 Progetti finanziati dall AFaR pag. 39 Progetti finalizzati pag. 57 Progetti Europei pag. 63 Progetti finanziati da privati pag. 71 Pubblicazioni Centri afferenti all AFaR pag. 79 SeSMIT Servizio Statistica Medica e Information Technology pag. 97 Il sito web AFaR pag. 99 Struttura delle Unità di ricerca AFaR 2011 pag. 103 Linee guida per le attività di ricerca AFaR pag. 105 I Comitati Etici dei Centri AFaR pag. 107 Meeting Europeo AFaR - Venezia pag. 113 Lo statuto AFaR pag. 115 Attività dell Ufficio Stampa AFaR pag. 121 Ideazione e progettazione a cura dell Ufficio Stampa e Comunicazione Fatebenefratelli - Isola Tiberina - Roma Editing: Laura Mariotti Realizzazione: Filmafir srl Stampa: Arti Grafiche Agostini srl Finito di stampare: agosto

4 Prefazione Carissimi, nello scrivere questa stessa prefazione per il volume dello scorso anno, avevo iniziato dalla brevità della stagione del riposo estivo e dall incertezza che con essa l autunno stava portando sulle ali di una crisi europea e mondiale senza precedenti non solo per gli aspetti connessi alla finanza, ma soprattutto per la carenza di disegni politico-culturali di ampio respiro, in grado di ridare ai giovani ed ai meno giovani, speranze e prospettive. Un anno è passato, ma la precarietà dello scenario internazionale non sembra scemare. Anche l Ordine di S. Giovanni di Dio e tutte le strutture ad esso connesse inclusa l AFaR ovviamente risentano di questa precarietà, con l aggiunta di un passaggio aziendale molto delicato che ogni sei anni si rinnova con l espletamento del Capitolo Generale nel corso del quale si rinnoveranno a cascata da subito e nei mesi successivi tutti i vertici della Curia Generale, delle Province e delle Case gestite dai nostri Religiosi. Vedremo quindi solo a partire dai mesi di novembre e di dicembre 2012 quali nuovi eventuali orientamenti il nuovo assetto dell Ordine comporterà per l AFaR e per il suo futuro. Stiamo per terminare l anno in corso con un importante iniziativa che si terrà presso il Centro AFaR dell IRCCS di Brescia nei giorni 10, 11 e 12 di settembre, con l XI edizione del Congresso nel corso della quale questo volume annuale verrà presentato. Il tema conduttore per tutta l attività congressuale si concentrerà sull Invecchiamento attivo Active ageing e si articolerà sulle problematiche connesse con la Psichiatria, l Alzheimer, l Organizzazione Sanitaria e la Medicina dell Anziano. Nel corso del 2011 molta acqua è passata sotto il nostro mulino, ma alcuni eventi hanno avuto inizio nel 2011 e si sono completati nel 2012 e credo che debbano essere ricordati. Essi sembrano non avere un legame diretto tra di loro, come pure tra il loro avvenimento e la storia della nostra Associazione, ma a ben pensarci il filo conduttore c è ed è forte. A Brescia il 1 luglio del 2012 si sono celebrati i 50 anni di vocazione di Fra Marco Fabello, uno dei promotori instancabili e più fedeli all idea originale che oramai quasi vent anni orsono ha dato vita all AFaR. A lui gli auguri più sentiti di tutti noi per tanti e tanti anni ancora di piena e fruttuosa attività. Nel mese di maggio, il Dr. Manfellotto è risultato vincitore del concorso per dirigente di II livello responsabile della Medicina dell ospedale dell Isola Tiberina. Dario Manfellotto è noto a tutti e non ha bisogno di ulteriori presentazioni, ma credo che tutti (anche lui) concorderanno che l AFaR abbia svolto un ruolo di grande importanza nella sua crescita professionale e nelle sue capacità organizzative, al punto da svolgere un ruolo di supporto per il raggiungimento di questo importante traguardo. Il sito web dell AFaR ( è oramai diventato un faro ed un punto di contatto di portata impressionante per i numeri crescenti mese dopo mese di nuovi contatti. Uno strumento che oramai si rivolge a fasce sempre più ampie della popolazione generale (Ricercatori, Pazienti, Famigliari, Caregivers etc.) che di recente ha varcato anche i confini nazionali con la sua versione in inglese da cui ci attendiamo una definitiva esplosione. Sempre nel corso del 2012 l Ordine ha aperto un ufficio a Bruxelles coordinato dall Avvocato Carlo Galasso. Una scelta che prefigura una strategia aziendale sempre più rivolta all Europa e che guarda con fiducia al futuro; per il settore della ricerca scientifica, questa scelta è cronologicamente quasi coincidente con il lancio di Horizon 2020, il grande programma che dal 2014 al 2020 guiderà la ricerca europea. La nostra produzione scientifica 2011 è aumentata notevolmente, come sempre concentrata sui Centri dell IRCCS di Brescia e dell Ospedale S. Giovanni Calibita all Isola Tiberina e prevalentemente nel settore delle neuroscienze cliniche (psichiatria, neurologia generale, Alzheimer e riabilitazione neuropsichiatrica). 6 7

5 Prefazione Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Anche l attività di recupero fondi tenendo presenti tutti i problemi connessi alla crisi è stata coronata da un interessante successo che ci permette sin da ora di prevedere che riusciremo a superare abbondantemente quanto messo in budget lo scorso anno e di coprire anche i costi di nuove iniziative. In particolare l AFaR ha visto un progetto di Ricerca Finalizzata finanziato nella figura del Dr. Patrizio Pasqualetti. Un grosso progetto PRIN ha superato la prima fase di selezione ed è ora al vaglio del MIUR per la fase definitiva. È inoltre in corso un importante trattativa per il finanziamento di un brevetto connesso al filone di ricerca della Dott.ssa Rosanna Squitti da cui speriamo di recuperare risorse per il prossimo quinquennio in grado di garantire l autofinanziamento di questo importante settore. Analoga situazione è in itinere per il settore della ricerca sull amiloidosi. Ci siamo quindi presentati a molti bandi nazionale ed internazionali, con un buon livello di successo. Nella Provincia Lombardo-Veneta, i progetti PERDOVE psichiatria e PERDOVE anziani, coordinati dal dott. Giovanni De Girolamo, Direttore Scientifico dell IRCCS, hanno raccolto dati preziosi e permetteranno di mappare le realtà cliniche della Provincia come mai prima d ora. I progetti AFaR di proteomica e stimolazione corticale all IRCCS, sui grandi vecchi a San Maurizio Canavese (TO), e sull ipomimia nel Parkinson a Venezia procedono con successo, come pure l armonizzazione della volumetria ippocampale in risonanza, finanziato con fondi americani dall Alzheimer s Association. Entro il 2012, primo in Italia, sarà lanciato un progetto di imaging di amiloide con PET in pazienti con disturbi cognitivi, finanziato da un azienda produttrice del ligando. Mi piace sottolineare che di fatto anche quest anno la rete che è stata costruita nel tempo attorno all AFaR con decine di convenzioni con altri gruppi e centri di ricerca scientifica, ha permesso di moltiplicare per almeno 5 volte il budget associativo sfruttando al meglio sinergie e collaborazioni articolate. Questo meccanismo ha rappresentato per anni il segreto e la forza della nostra associazione che come spesso accade - è più compreso, ben valutato, ammirato e talvolta invidiato fuori di essa che al suo interno. Nel chiudere questa prefazione un saluto ed un ringraziamento particolari vanno rivolti ai Religiosi che hanno la più alta responsabilità associativa (il Presidente Fra Rudolf Knopp ed il Vice-Presidente Fra Marco Fabello, delegato del Provinciale Fra Giampietro Luzzato a seguire l attività dell AFaR e Fra Kristijan Sinkovic) per l attenzione e la fiducia accordati all AFaR in questi ultimi anni. Nutro la profonda speranza di avere risposto con il nostro impegno ed il nostro lavoro alle loro aspettative. Corre l obbligo di ringraziare gli Operatori della segreteria di Roma e di Brescia, veri pilastri e polmoni dell AFaR, e di segnalare la costante crescita dell ufficio di bio-statistica, del gruppo di Information Technology e della Segreteria Generale (Rag. Antonio Franco Maccallini) che in modo sempre più professionale hanno operato negli ambiti di rispettiva competenza. Ai due Coordinatori (Dr. Giovanni Battista Frisoni per la Provincia Lombardo-Veneta e Dr. Dario Manfellotto per l ospedale dell Isola Tiberina a Roma) che seguono da vicino le attività dei Centri va un saluto ed un ringraziamento personale per il continuo supporto nelle progettualità e nella quotidianità. Pur avendo la sensazione che ci troviamo di fronte ad un passaggio epocale nel corso del quale tutte le eventualità sono possibili, posso esprimere la serenità di chi come me - sente di avere coordinato una squadra ed un gruppo formato da Persone che hanno partecipato tutti - indistintamente - impegnandosi al meglio per offrire un prodotto professionale al servizio della ricerca scientifica dell Ordine di S. Giovanni di Dio in Italia ed in Europa. Manteniamo quindi la rotta ferma e guardiamo al futuro con fiducia consapevoli che tutti grazie all AFaR - siamo cresciuti sul piano personale e professionale permettendo quindi un innalzamento dei livelli assistenziali che i nostri Malati ricevono presso i Centri aderenti. Attendiamo serenamente le decisioni che il nuovo assetto dell Ordine vorrà prendere nei prossimi mesi consapevoli di avere fatto il nostro dovere. Un cordiale saluto Prof. Paolo M. Rossini Direttore Scientifico AFaR Roma 2 luglio 2012 area operativa irccs Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Attività della Provincia Lombardo Veneta Nella Provincia Lombardo-Veneta, i progetti PERDOVE Psichiatria e PERDOVE Anziani, coordinati dal dott. Giovanni de Girolamo, Direttore Scientifico dell IRCCS, hanno raccolto dati preziosi e permetteranno di mappare le realtà cliniche della Provincia come mai prima d ora. I progetti AFaR di proteomica e stimolazione corticali all IRCCS, sui grandi vecchi a San Maurizio Canavese (TO), e sull ipomimia nel Parkinson a Venezia procedono con successo, come pure l armonizzazione della volumetria ippocampale in risonanza, finanziato con fondi americani dall Alzheimer s Association. Entro il 2012, primo in Italia, sarà lanciato un progetto di imaging di amiloide con PET in pazienti con disturbi cognitivi, finanziato da un azienda produttrice del ligando. Dr. Giovanni Frisoni Coordinatore Scientifico AFaR Provincia Lombardo-Veneta Fatebenefratelli Fra Marco Fabello Direttore Generale IRCCS San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli Fra Alberto Rota Superiore Locale IRCCS San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli Dr. Giovanni De Girolamo Direttore Scientifico IRCCS San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli Dr. Gianfranco Bordonaro Direttore Sanitario IRCCS San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli Ricerca Corrente 2012 Linea di ricerca 1 Preclinica Responsabile: Dr. Massimo Gennarelli Descrizione Studi in modelli animali e cellulari associati a studi biochimici, neuropsicologici, di neuroimaging e genetici nell uomo per il miglioramento diagnostico e la personalizzazione del trattamento dei disturbi mentali e delle demenze. Principale obiettivo di questa linea di ricerca è lo studio delle basi molecolari dei disturbi mentali e delle demenze, come pure i meccanismi d azione dei farmaci psicotropi e dei trattamenti non farmacologici utilizzati nel trattamento di questi disturbi. L approccio sperimentale utilizzato è multidisciplinare, ed è rivolto all identificazione di marcatori biologici utili nella diagnosi e nella personalizzazione dei trattamenti integrando studi condotti in modelli animali e cellulari con studi biochimici, neurofisiologici, di brain imaging strutturale e funzionale e genetici condotti direttamente nell uomo. 8 9

6 Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Obiettivi In particolare, i progetti sono focalizzati su: A. sviluppo di nuovi modelli animali di disturbi mentali e studio dell interazione geniambiente. Gli studi in modelli animali sono stati condotti al fine di identificare i meccanismi di plasticità cellulare, epigenetici e di regolazione dell espressione genica coinvolti nella responsività allo stress e nei meccanismi d azione dei trattamenti farmacologici. In parallelo sono stati condotti studi in vitro, utilizzando fibroblasti e leucociti di pazienti con disturbi mentali e neurodegenerativi e rispettivi controlli, al fine di identificare i meccanismi molecolari associati all eziologia di queste malattie, alla differente risposta allo stress e per caratterizzare gli effetti indotti dai farmaci psicotropi; - caratterizzazione di endofenotipi neurofisiologici attraverso l indagine delle oscillazioni cerebrali, delle funzioni superiori e cognitive, associate anche all invecchiamento fisiologico e patologico, utilizzando tecniche di stimolazione cerebrale; utilizzo di approcci innovativi per il monitoraggio della plasticità corticale nell uomo in condizioni fisiologiche e patologiche. Inoltre sono stati analizzati i potenziali marcatori neurofisiologici associati alle Caratteristiche macro e micro-strutturali del sonno per l identificazione in fase preclinica dei disturbi neurocognitivi; - identificazione di marcatori molecolari di malattia e di risposta ai trattamenti farmacologici e non-farmacologici per la diagnosi differenziale e la personalizzazione dei trattamenti attraverso studi biochimici e di espressione in plasma, siero e modelli cellulari di pazienti e controlli; - identificazione di geni di suscettibilità e di profili genomici associati ai disturbi mentali ed alle forme sporadiche di demenza anche in comorbidità con sintomi psichiatrici. La strategia di indagine è stata quella della dissezione del fenotipo di malattia. In particolare grazie all utilizzo di ampi campioni è stato possibile la stratificazione per endofenotipi derivati dalla dimensione sintomatologica, dalle caratteristiche neurofisiologiche, neuropsicologiche e di brain imaging e per la risposta a specifici trattamenti farmacologici (farmacogenomica) e non-farmacologici; - studio degli aspetti etico-giuridici correlati alla gestione di biobanche locali e delle questioni etiche legate all utilizzo della stimolazione magnetica cerebrale nei disturbi mentali e nelle demenze. Linea di ricerca 2 Riabilitazione delle malattie dementigene Responsabile: Dr. Giuliano Binetti Descrizione L invecchiamento del sistema nervoso è spesso associato a malattie croniche tipiche dell età avanzata, che possono offrire nei loro meccanismi patogenetici e nella loro suscettibilità a particolari terapie, la chiave per la comprensione dei determinanti della senescenza. Nell invecchiamento normale e patologico i disturbi cognitivi e comportamentali costituiscono un aspetto fondamentale visto che tali deficit sono la causa di disabilità che complica notevolmente la vita dell anziano. In particolare tali disturbi raggiungono il loro estremo nelle varie forme di demenza come per la demenza di Alzheimer (AD), la demenza Frontotemporale e altre che rappresentano per gravità e costi sociali relativi alla perdita della autosufficienza una problematicità significativa. L AD è una patologia neurodegenerativa che comporta un lento e progressivo declino delle funzioni cognitive, comportamentali e funzionali nella popolazione anziana. Gli sforzi della comunità scientifica operante nel settore delle demenze sono sempre più volti ad identificare gli stadi iniziali della malattia, al fine di poter intraprendere precocemente strategie terapeutiche/riabilitative preventive e rallentare la progressione del deterioramento cognitivo. Questo ha portato alla definizione di una entità nosografica ben precisa: il Mild Cognitive Impairment (MCI). La condizione di MCI è caratterizzata da disturbo cognitivo lieve, senza impatto funzionale sulle attività della vita quotidiana, ad alto rischio eventi di avversi quali la progressione in demenza ed elevata mortalità. La MCI è una entità spesso non adeguatamente riconosciuta nelle fasi iniziali. Al contrario, una diagnosi precoce ed accurata permetterebbe di intervenire tempestivamente sulle cause, avviare specifiche terapie ed organizzare al meglio la vita del malato e dei suoi familiari. In questo scenario, caratterizzato da una richiesta in forte aumento che per certi aspetti avanza istanze nuove perché provenienti da soggetti relativamente giovani e molto spesso ancora attivamente inseriti nel sociale, è di estrema importanza raffinare gli strumenti diagnostici avvalendosi del supporto fornito da tecnologie innovative al fine di effettuare una diagnosi precoce e mirata. La Linea 2 ha affrontato in modo multidimensionale questo tema mediante: A. sviluppo di protocolli e strumenti per la diagnosi precoce e differenziale delle varie forme di demenza, validazione di nuovi criteri diagnostici, definizione di protocolli riabilitativi innovativi e realizzazione di studi di valutazione dell efficacia del trattamento dei deficit cognitivi B. identificazione dei correlati genetici, molecolari, di neuroimmagine e neurofisiologici associati all invecchiamento normale e patologico attraverso l utilizzo di tecnologie innovative (proteomica mediante SELDI-TOF MS, genomica funzionale, elettroencefalografia ad altadefinizione, neuroimaging mediante FDG-PET, risonanza magnetica funzionale) C. Analisi degli aspetti etici e psicosociali correlati a tali disturbi riguardanti sia il paziente che i familiari o i caregivers: rispetto dell autonomia del paziente, consapevolezza di malattia, comunicazione della diagnosi, consulenza genetica. Grande significato riveste la presenza di una banca di materiale biologico e genetico, la Biobanca Fatebenefratelli, che raccoglie campioni di materiale biologico (plasma, siero, fibroblasti primari) e genetico (DNA, RNA) provenienti da più di 9000 pazienti affetti da malattie neuropsichiatriche (tra cui demenza di Alzheimer, demenza frontotemporale, decadimento cognitivo lieve, schizofrenia, depressione maggiore e disturbo bipolare) e controlli sani, cognitivamente integri. L alta numerosità raggiunta ha consentito di condurre studi robusti volti all identificazione di fattori di rischio genetico e marcatori molecolari di malattia. La Biobanca anche nel 2012 opererà all interno del progetto Europeo BBMRI (Biobanking BioMolecular Resources research Infrastructure) che si adopera a creare una infrastruttura per le Biobanche europee al fine di poter offrire un continuo miglioramento di accesso sicuro, sostenibile a materiale biologico proveniente dalle numerose Biobanche europee. La Linea 2 ha sviluppato le aree tematiche sopraelencate stabilendo rapporti collaborativi con qualificati centri italiani, europei e statunitensi, dimostrando la capacità di operare in rete e raggiungendo soddisfacenti risultati in termini sia di impact factor sia di prodotti trasferibili o trasferiti nella pratica clinica. L aumentata integrazione pratica clinica-attività di ricerca rappresenta pertanto un risultato importante. Obiettivi 1) Ampliamento della Banca di materiale biologico ed integrazione della Biobanca nella infra- struttura BBMRI europea. 2) Sviluppo di protocolli e strumenti per la diagnosi precoce e differenziale delle varie forme di demenza; validazione di nuovi criteri clinici per la diagnosi di malattia di Alzheimer e loro traslazione alla pratica clinica. Fattori predittivi di mortalità nella demenza. 3) Studio delle componenti neuropsicologiche e neurofisiologiche dei processi di memoria, apprendimento e linguaggio nell invecchiamento fisiologico e patologico. 4) Caratterizzazione delle alterazioni funzionali e molecolari nel decadimento cognitivo utilizzando le moderne tecniche di imaging strutturale, funzionale e molecolare. 5) Validazione degli indici di elettroencefalografia ad alta definizione nella diagnosi precoce e differenziale delle varie forme di demenza, non solo a livello di gruppo ma anche sul singolo individuo. 6) Identificazione di marcatori molecolari e genetici in grado di predire lo sviluppo di demenza e loro traslazione nella pratica clinica. 7) Valutazione dell efficacia del trattamento farmacologico e non farmacologico dei deficit cognitivi. 8) Definizione e sperimentazione di protocolli riabilitativi innovativi. Programma per la ricerca corrente degli IRCCS ) Aspetti etici e psicosociali: rispetto dell autonomia del paziente nelle decisioni di partecipazione trials clinici, comunicazione della diagnosi, decisione di fine vita; supporto ai famigliari ed ai caregivers; corsi di formazione e consulenza genetica integrata. Linea di ricerca 3 Responsabile: Dr.ssa Rosaria Pioli Descrizione I disturbi mentali rappresentano un importante problema di salute pubblica, e rappresentano, come testimoniato dal Global Burden of Disease Project, tra le prime cause di disabilità nei paesi ad alto reddito. Essi presentano aspetti sanitari, sociali ed economici addirittura più rilevanti di altre patologie mediche gravi, quali i tumori, le malattie infettive e quelle gastrointestinali; hanno anche un rilevante impatto sulla qualità della vita sia dei pazienti che dei familiari di questi ultimi, che devono sopportare spesso un rilevante carico assistenziale informale, e sono all origine di un elevato utilizzo delle strutture sanitarie, con conseguente assorbimento di risorse del 10 11

7 Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia SSN. A tale proposito la letteratura scientifica, coerentemente all identificazione dei bisogni di cura dei pazienti psichiatrici, sta indirizzando una crescente attenzione all individuazione di strategie diagnostiche e terapeutiche che favoriscano esiti migliori (a breve e a lungo termine) nell ambito dei disturbi mentali. L attività della linea 3 può essere suddivisa in 3 aree tematiche: (A) lo studio dei fattori neurobiologici associati ai disturbi mentali; (B) l individuazione di strategie diagnostiche e terapeutiche appropriate; e (C) l implementazione e la valutazione di interventi terapeutici e riabilitativi individuali e di gruppo. Lo scopo principale di questa linea di ricerca è la diffusione di modelli di intervento che possono essere facilmente applicati nei servizi di salute mentale. Obiettivi Obiettivo generale: favorire la messa a punto di percorsi clinici e terapeutici in grado di promuovere la traslazionalità della ricerca nella pratica clinica nel campo della salute mentale. I progetti portati avanti in questa linea di ricerca sono volti ai seguenti obiettivi: A. studiare i fattori di rischio biopsico-sociali correlati ai principali disturbi mentali; B. individuare le strategie diagnostiche e terapeutiche appropriate per i pazienti affetti da tali disturbi; C. favorire lo sviluppo di interventi terapeutici e riabilitativi appropriati per pazienti che presentano disturbi mentali gravi. Unità Operativa di Bioetica Responsabile: Dr.ssa Corinna Porteri L unità di bioetica è impegnata in due principali attività: una di collaborazione al lavoro di ricerca dell istituto per quanto riguarda gli aspetti etici della ricerca, l altra di sviluppo di protocolli di specifico interesse bioetico. L attività di collaborazione al generale lavoro di ricerca dell istituto ha l obiettivo principale di raggiungere un ethos condiviso da ricercatori con diversi background che possa guidare la formulazione di protocolli medico/scientifici e l elaborazione di linee guida per la protezione del benessere delle persone incluse in sperimentazioni cliniche. L attività di sviluppo di specifici protocolli di ricerca in ambito bioetico ha come tema centrale, in linea con le tematiche di riconoscimento dell istituto, la ricerca e la cura con persone che soffrono di demenza e di disturbo psichiatrico L unità di bioetica lavora come supporto al Comitato Etico CEIOC, che è il comitato etico di riferimento dell IRCCS e di altre otto strutture ospedaliere e di riabilitazione del nord Italia. Unità Operativa di Neuroimaging Responsabile: Dr. Giovanni Battista Frisoni Ricercatori dell U.O.: C. Bagnoli, C. Barattieri, M. Boccardi, M. Bocchetta, L. V. Cavaliere, A. Caroli, E. Cavedo, G. Corbetta, S. Galluzzi, M. Lorenzi, M. Marizzoni, M. Mauri, C. Muscio, M. Parapini, D. Paternicò, M. Pievani, A.P. Prestia, A. Redolfi, M. Romano, D. Tolomeo Tirocinanti dell U.O.: E. Carbone, F. Franzoni L attività scientifica del Laboratorio copre lo studio dei fattori che portano allo sviluppo dei disturbi di memoria, cognitivi e comportamentali e dei fattori che ne determinano la progressione nel tempo. Inoltre, viene studiato lo sviluppo di metodiche basate su TAC, risonanza magnetica e scintigrafia cerebrale in grado di riconoscere la malattia di Alzheimer in fase precoce e preclinica (Mild cognitive impairment). La possibilità di utilizzare nuovi strumenti diagnostici può essere di grande utilità nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente con decadimento cognitivo. L istanza ispiratrice di questo sforzo è rappresentata dalla crescente necessità di fondare l atto medico su procedure basate sull evidenza, formalizzate, e condivise. Fra gli strumenti diagnostici, particolare enfasi è stata data a quelli per rilevare le alterazioni cerebrali più tipiche e frequenti delle demenze, ovvero le lesioni cerebrovascolari (caratteristica della demenza vascolare) e l atrofia temporale mesiale (caratteristica della malattia di Alzheimer). Laboratorio di Genetica Responsabile: Dr. Massimo Gennarelli Ricercatori del laboratorio: C. Bonvicini, C. Scassellati Tecnico di laboratorio: S. Longo L attività di ricerca del Laboratorio di Genetica si focalizza principalmente sulla caratterizzazione delle basi genetiche e molecolari delle principali patologie neuropsichiatriche per l implementazione di trattamenti farmacologici personalizzati. Questi studi porteranno all identificazione di profili genetici di rischio per le malattie neuropsichiatriche e predittivi dell efficacia terapeutica. Gli obiettivi specifici di ricerca del Laboratorio sono rivolti: 1) all identificazione di geni di suscettibilità per specifici endofenotipi associati alle patologie psichiatriche ed alle demenze non familiari; 2) all identificazione di profili genici predittivi della risposta/resistenza ai trattamenti o dell insorgenza di effetti collaterali nelle psicosi maggiori; 3) all identificazione dei geni di suscettibilità associati ad endofenotipi clinici e biologici in soggetti non affetti; 4) all implementazione di test genetici su piattaforme tecnologiche ad alta produttività per lo screening della variabilità genetica associata alle principali malattie neuropsichiatriche; 5) alla validazione di modelli cellulari (fibroblasti, leucociti) per lo studio dei meccanismi d azione e dell efficacia dei farmaci psicotropi. Laboratorio di Neurobiologia Responsabile: Dr. Giuliano Binetti Ricercatori del laboratorio: L. Benussi (biologa), M. Glionna (biologa), C. Scalvini (psicologa), S. Fostinelli (psicologa) L argomento principale di ricerca del Laboratorio di Neurobiologia è lo studio dei correlati clinici, molecolari e genetici dei disturbi cognitivi e del movimento, con un attenzione particolare alla diagnosi precoce e alle strategie innovative di riabilitazione. L attività scientifica svolta in questi anni ha permesso di raccogliere un ampio spettro di famiglie con tratto autosomico dominante per demenza/disturbi del movimento e di campioni biologici (DNA, fibroblasti, siero, plasma) provenienti sia da pazienti che da soggetti asintomatici a rischio genetico (portatori e non di mutazioni patogenetiche); sono stati raccolti inoltre numerosi campioni biologici donati da soggetti controllo, cognitivamente integri. Il Laboratorio di Neurobiologia sta inoltre coordinando uno studio pilota per la creazione di un servizio di consulenza genetica per le famiglie affette da forme ereditarie di demenza/disturbi del movimento. Nell ambito di tale progetto è stato strutturato un percorso pilota di consulenza genetica ad integrazione dell attività clinica del quale hanno beneficiato un centinaio di famiglie e che viene offerto ai pazienti e famigliari che ne facciano richiesta (Coordinatrice Consulenza Genetica: Dott.ssa Luisa Benussi, lbenussi@fatebenefratelli.it). I principali risultati ottenuti dall Unità operativa negli scorsi anni sono: 1) identificazione di determinanti genetici per la degenerazione frontotemporale lobare, demenza di Alzheimer ed altre malattie neurodegenerative correlate: sono state identificate mutazioni nei geni MAPT e di numerosi fattori genetici di rischio/protettivi 2) identificazione di una delle mutazioni più comuni al mondo nel gene che codifica progranulina 3) studio delle conoscenze ed attitudini legate al test genetico ed alla consulenza genetica in famigliari a rischio genetico di demenza 4) identificazione di fattori in grado di predire la risposta alla riabilitazione cognitiva e motoria. Unità Operativa di Neurofisiologia, sezione di Neuroscienze Cognitive Responsabile: Dr. Carlo Miniussi Ricercatori dell U.O.: D. Brignani, M. C. Pellicciari, M. Bortoletto, A. Fertonani, C. Pirulli Borsisti e assistenti alla ricerca dell U.O.: P. Mauri, C. Fracassi L obiettivo generale delle attività svolte presso la nostra Unità di ricerca consiste nella comprensione dei meccanismi cerebrali che sono alla base dei processi percettivi e cognitivi in condizioni normali e patologiche. Negli ultimi anni l attività di ricerca è focalizzata sullo studio della plasticità corticale, proprietà intrinseca del cervello fondamentale per il miglioramento delle abilità cognitive e per il recupero di funzioni compromesse in seguito a danno cerebrale. L obiettivo è capire se la plasticità corticale possa essere indotta e manipolata attraverso protocolli di apprendimento e di stimolazione cerebrale non invasiva, sia su volontari sani che su pazienti affetti da patologia dementigena e psichiatrica. A tale scopo vengono eseguiti protocolli di ricerca clinica e di base che prevedono l uso di metodiche neurofisiologiche e di neuroimmagine, sia per la modulazione (stimolazione magnetica transcranica: TMS, rtms, e stimolazione elettrica transcranica: tdcs, tacs 12 13

8 Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia e trns) che per il monitoraggio dell attività del sistema nervoso (elettroencefalografia - EEG; potenziali evento correlati - ERP; potenziali evocati motori - MEP; co-registrazione EEG- TMS). Infine, la Sezione studia il ruolo che le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva possono rivestire nella riabilitazione delle funzioni cognitive in pazienti con disturbi del sistema nervoso centrale. Unità Operativa di Neuropsicofarmacologia Responsabile: Dr.ssa Luisella Bocchio Chiavetto Ricercatori dell U.O.: R. Zanardini L identificazione di marcatori molecolari associati alle malattie psichiatriche e alle demenze, oltre a fornire utili indicazioni sui meccanismi patogenetici e quindi portare allo sviluppo di nuovi target terapeutici, potrebbe avere una immediata applicazione nel processo di diagnosi differenziale di queste malattie, spesso complicata da un quadro sintomatologico sovrapponibile. Inoltre la caratterizzazione di biomarkers predittivi della risposta/resistenza ai trattamenti farmacologici e non farmacologici e dell insorgenza di eventi avversi ed effetti collaterali potrebbe fornire le basi per l implementazione di test molecolari per la personalizzazione dei trattamenti. Sulla base di questo razione gli obiettivi specifici di ricerca del Laboratorio sono rivolti a: - Identificare biomarcatori per malattie psichiatriche e dementigene in tessuti periferici (plasma, siero, fibroblasti, leucociti, CSF); - Chiarire i correlati biologici e meccanismi d azione delle terapie farmacologiche e non farmacologiche nelle malattie psichiatriche - Individuare nuovi bersagli molecolari per lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative nelle malattie mentali. Unità Operativa di Neuropsicologia Responsabile: Dr.ssa Maria Cotelli Ricercatori dell U.O.: R. Manenti, M. Brambilla, M. Petesi, S. Rosini Tirocinanti dell U.O.: Il laboratorio di neuropsicologia è, inoltre, sede di tirocinio e tesi in ambito neuropsicologico degli studenti di psicologia (laurea magistrale) e di master di neuropsicologia (formazione post laurea) delle principali Facoltà di Psicologia. Le attività di ricerca del Laboratorio di Neuropsicologica vertono su due filoni principali: 1) Prospettive terapeutico-riabilitative nelle malattie neurodegenerative: applicazione di tecniche innovative; 2) Studio delle principali funzioni cognitive e della loro modificazione nei soggetti normali e nell invecchiamento fisiologico e patologico. Potenziali applicazioni della stimolazione transcranica nella riabilitazione PI: Maria Cotelli Ricercatori coinvolti: Rosa Manenti, Sandra Rosini, Michela Brambilla e Michela Petesi Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di nuove tecniche non invasive di stimolazione cerebrale, come la rtms e la tdcs (stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, rtms e stimolazione transcranica a corrente continua, tdcs). Numerosi lavori indicano come, interagendo con l attività neurale attraverso la stimolazione corticale, si possano modificare positivamente le prestazioni di pazienti affetti da varie patologie neurologiche. L obiettivo del presente progetto di ricerca è lo studio delle potenziali applicazioni di tecniche di stimolazione transcranica finalizzate al miglioramento di processi cognitivi coinvolti nella riabilitazione. Tale approccio potrebbe rappresentare il punto di partenza per lo sviluppo di protocolli innovativi di riabilitazione delle funzioni cognitive nei pazienti con patologie neurologiche. La ricerca è tuttora in una fase sperimentale, ma questi dati appaiono interessanti e promettenti e aprono la strada a nuovi studi sugli effetti terapeutico-riabilitativi della stimolazione magnetica transcranica nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer. Cognitività e invecchiamento fisiologico e patologico PI: Maria Cotelli Ricercatori coinvolti: Rosa Manenti, Sandra Rosini, Michela Brambilla e Michela Petesi Recenti studi hanno evidenziato come il sistema nervoso centrale adulto, grazie ai meccani- smi di plasticità, sia in grado di modificare la propria microstruttura. I pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD) presentano prevalentemente difficoltà nell acquisizione di nuove informazioni con un risparmio della memoria implicita. L indagine neuropsicologica dei pazienti affetti da patologie neurodegenerative ha permesso la descrizione di specifici profili cognitivi associabili alle differenti presentazioni cliniche della demenza. A tale riguardo appare molto interessante lo studio dei profili cognitivi che caratterizzano e differenziano la malattia di Alzheimer da altre patologie neurodegenerative. L obiettivo del presente progetto di ricerca è l individuazione di un profilo di indicatori neuropsicologici, rappresentativi dei deficit comportamentali correlati al processo di invecchiamento, sia nella sua normale espressione fisiologica che in quella patologica. Unità Operativa di Proteomica Responsabile: Dr.ssa Roberta Ghidoni Ricercatori dell U.O.: V. Albertini, A. Paterlini Il Laboratorio di Proteomica studia la complessa relazione mente-proteine. Il patrimonio proteico di ogni individuo si modifica nel tempo ed alcune di queste modificazioni determinano l invecchiamento e l insorgere di malattie. Le informazioni offerte dalla proteomica sono essenziali per tracciare un identikit molecolare delle malattie neuropsichiatriche ovvero per descrivere in modo puntuale tutte le proteine che contraddistinguono lo stato di malattia, alcune delle quali potranno in seguito divenire bersaglio di nuove terapie. Sono stati effettuati studi riguardanti i marcatori molecolari di malattia ed il metabolismo di proteine coinvolte nella demenza di Alzheimer ed in altre malattie neurodegenerative quale la demenza frontotemporale e studi riguardanti le correlazioni genotipo-fenotipo. Principali risultati raggiunti: - Definizione di cutoff plasmatico per la rilevazione di mutazioni in progranulina. - Messa a punto saggio di immunoproteomica per la rilevazione delle isoforme di abeta nel CSF umano ed in altri campioni biologici. - Identificazione di marcatori molecolari associati a declino cognitivo. - Studi dei meccanismi molecolari sottesi alla patogenesi delle demenze. - Correlazioni genotipo-fenotipo clinico/molecolare. Unità Operativa di Psichiatria Responsabile: Dr. Giuseppe Rossi Ricercatori dell U.O.: M. Lanfredi, L. R. Magni, M. G. Nielsen, L. Pedrini, R. Rossi, G. Savio, G.Signorini, M. V. Yepes Martinez L attività di ricerca dell Unità di Psichiatria può essere suddivisa in tre aree tematiche. La prima riguarda lo studio dei fattori bio-psico-sociali correlati ai principali disturbi mentali, in particolare lo studio delle alterazioni cerebrali presenti in alcuni disturbi mentali rilevate con tecniche di Neuroimaging avanzate. La seconda area riguarda l individuazione di strategie diagnostiche e terapeutiche per pazienti psichiatrici, in particolare lo sviluppo di protocolli di diagnosi per alcune malattie mentali, come per esempio la depressione e la doppia diagnosi. Infine, l unità è da lungo tempo impegnata nello sviluppo di interventi riabilitativi personalizzati per pazienti con disturbi mentali gravi. Particolare enfasi viene data alla riabilitazione psicosociale e agli interventi mirati alla riduzione dello stigma legato alla malattia mentale, per la quale l unità è coinvolta in una rete Europea. I progetti di ricerca vengono sviluppati con particolare attenzione alla ricaduta clinica sul paziente, in linea con la mission dell Istituto. Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa Responsabile: Dr. Giovanni de Girolamo Ricercatori dell U.O.: V. Candini, J. Dagani, L. Iozzino Unità Operativa di Ricerca clinica Alzheimer Responsabile: Dr. Orazio Zanetti Ricercatori dell U.O.: E. Rosa, C. Bonomini, S. Sartori, F.Lombardi, M. Almici, D. Moretti, G. Kuffenschin. Tirocinanti dell U.O.: B. K. Vacchini Giampaoli, P. Carozza 14 15

9 Area Operativa IRCCS - Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia Area Operativa di San Maurizio Canavese (TO) Questa unità operativa si occupa della presa in carica del paziente e del familiare secondo un modello multidisciplinare, che si avvale della presenza in equipe di geriatri, neurologi, psicologi, infermieri, educatori, riabilitatori. L approccio al paziente è diacronico, in grado cioè di offrire, dall inizio della malattia alle fasi più avanzate, una prospettiva dinamica dell assistenza in relazione all evolversi dei bisogni del malato e di chi lo assiste. Questo è possibile grazie ad un altra caratteristica del nostro Istituto: lo stretto dialogo fra clinica e ricerca. Grazie ai numerosi laboratori (neuroimaging, neurobiologia, genetica, neuropsicologia) e all ambulatorio multidisciplinare ad alta specificità (MAC) è possibile associare al servizio clinico degli strumenti innovativi per arrivare a una diagnosi precoce dell Alzheimer, quando ancora è possibile mettere in atto interventi per rallentarne la progressione. Inoltre, attraverso la creazione di un data-base e di un servizio di monitoraggio quotidiano del flusso dei pazienti che accedono al nostro ospedale, siamo in grado di offrire a tutti coloro che possiedono le caratteristiche cliniche la possibilità di partecipare ad una sperimentazione. Presso il nostro istituto sono infatti attivi trial clinici, sia farmacologici che non, i quali consentono di offrire agli utenti interventi innovativi altrimenti non fruibili. area operativa S. Maurizio Canavese (TO) Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata Fatebenefratelli Il centro A.Fa.R. di San Maurizio C.se è molto piccolo; il personale che da tempo si occupa di ricerca è costituito da un gruppo di psicologhe strutturate (Paola Vizzuso, Vanda Braida, Maria Elena Boero), un medico geriatra (Stefania Dessì), una psicologa ricercatrice (Anna Lucia Melegari) e, occasionalmente, da coloro che si avvicinano all A.Fa.R. per coltivare e approfondire temi legati all interesse personale o alle necessità di tipo clinico o riabilitativo. Il centro è nato e tuttora sopravvive grazie al sostegno di Fra Marco Fabello: nel periodo in cui è stato priore a San Maurizio ( ) Fra Marco ha dato impulso in modo sostanziale alla ricerca A.Fa.R.. In seguito, nel corso degli anni ed ogniqualvolta era possibile, ha reso possibile la collaborazione ad alcuni progetti di ricerca condotti a Brescia. Tra i punti di forza del centro, si può individuare innanzitutto l ottima collaborazione all interno del gruppo; ciò consente di lavorare in buona sintonia e condivisione dei percorsi e delle difficoltà. Il fatto poi che ci siano persone interessate alla ricerca in varie U.O. permette di coltivare interessi diversi e trattare argomenti di tipo trasversale, come la ricerca sul dolore cronico o le varie ricerche PERDOVE che si sono susseguite nel corso degli ultimi tre anni. Fra Pierangelo Panzerini Superiore Locale Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata S. Maurizio Canavese Dr.ssa Stefania Zamburlini Direttore Sanitario Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata S. Maurizio Canavese Ricerche finanziate dall IRCCS, Brescia in collaborazione con IRCCS S. Giovanni di Dio - FBF Brescia, e altri centri della Provincia Lombardo Veneta coordinate dal dott. Giovanni De Girolamo PERDOVE PSICHIATRIA Giovanni de Girolamo*, Rossella Beneduce*, Maria Elena Boero**, Vanda Braida**, Chiara Buizza*, Valentina Candini*, Fabio Dedominicis**, Gian Marco Giobbio***, Nicoletta Goldschmidt#, Stefania Greppo#, Alessandro Jaretti Sodano**, Eleonora Lo Presti#, Paolo Maggi***, Anna Melegari**, Rosaria Pioli*, Maria Rapolla#, Carlotta Ricci#, Luciana Rillosi*, Giuseppe Rossi*, Stefania Zamburlini**, Laura Zorzella** *IRCCS Fatebenefratelli, Brescia **Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata di San Maurizio C.se (TO) ***Sacro Cuore di Gesù di San Colombano al Lambro (MI) #Villa Sant Ambrogio di Cernusco sul Naviglio (MI) Il progetto, che ha visto arruolati 53 pazienti a San Maurizio nel periodo , si è propo

10 Area Operativa di San Maurizio Canavese (TO) Area Operativa di San Maurizio Canavese (TO) sto di analizzare le strutture FBF che accolgono pazienti sofferenti di disturbi mentali, studiando in maniera approfondita le variabili che favoriscono o ostacolano la dimissibilità dei pazienti ospitati e la loro evoluzione verso livelli più elevati di autonomia residenziale. Particolare attenzione è stata riservata al profilo sociodemografico, clinico ed assistenziale dei pazienti sofferenti di disturbi mentali assistiti nelle quattro strutture del FBF. PERDOVE GERIATRIA Giovanni de Girolamo*, Rossella Beneduce*, Maria Elena Boero**, Chiara Buizza*, Valentina Candini*, Gian Marco Giobbio***, Nicoletta Goldschmidt#, Stefania Greppo#, Eleonora Lo Presti#, Paolo Maggi***, Anna Melegari**, Maria Rapolla#, Carlotta Ricci#, Luciana Rillosi*, Giuseppe Rossi*, Piero Secreto**, Alessandra Lamilia**, Tamara Naldi**, Maria Cavallaro**, Alberto Mattioda**, Stefania Dessì**, Stefania Zamburlini**. *IRCCS Fatebenefratelli, Brescia **Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata di San Maurizio C.se (TO) ***Sacro Cuore di Gesù di San Colombano al Lambro (MI) #Villa Sant Ambrogio di Cernusco sul Naviglio (MI) Uno studio multicentrico i cui obiettivi prevedono l identificazione delle variabili sia nel periodo pre-ricovero sia relative al ricovero (fattori familiari, sociali, clinici, di rischio, eventi avversi) predittive di esito clinico e riabilitativo (ritorno a casa vs. istituzionalizzazione). Nel nostro presidio sono stati arruolati 136 pazienti nel PERDOVE AUREA Responsabile scientifico: Giovanni de Girolamo* Maria Elena Boero**, Vanda Braida**, Anna Melegari**, Alessandro Jaretti Sodano**, Stefania Zamburlini S.**, et al *IRCCS Fatebenefratelli, Brescia **Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata di San Maurizio C.se (TO) In preparazione per l anno 2012 Una ricerca multicentrica su pazienti autori di reato in collaborazione con gli altri centri FBF della Provincia Lombardo Veneta Ricerche finanziate dall A.Fa.R STUDIO OSSERVAZIONALE PROSPETTICO SU PAZIENTI GRANDI VECCHI IN SITUAZIONE DI RICOVERO TEMPORANEO PRESSO UN PRESIDIO OSPEDALIERO RIABILITATIVO Dessì S, Boero ME, Melegari AL, Vizzuso P, Secreto P. Ricerca in corso dal 2009 Nato da un idea della dott.ssa Dessì, medico geriatra in Lungodegenza Post Acuzie, il progetto si propone di verificare, come i dati fin qui raccolti tendono a dimostrare, la presenza di caratteristiche particolari nei pazienti molto anziani e ben conservati dal punto di vista cognitivo. Dal 2009 ad oggi sono stati reclutati 25 pz >90 cognitivamente conservati, a fronte di 30 pz deteriorati dal punto di vista cognitivo e 44 controlli di età inferiore. DEFINIZIONE DI QUESITI DI RICERCA PRIORITARI CONDIVISI DA PAZIENTI, CAREGIVER, CLINICI E MMG IN AMBITO DI DEMENZA NEL PAZIENTE ANZIANO. Boero ME, Melegari AL, Dessì S, Vizzuso P, Secreto P, Zamburlini S, Colombo C, Satolli R Nuova ricerca per il 2012 È uno studio che si sta svolgendo in collaborazione con l Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e Zadig srl - partner del Progetto Partecipasalute; esso nasce dal comune interesse per la centralità del malato e dei suoi bisogni anche nella ricerca. L obiettivo primario è quello di definire quesiti di ricerca prioritari e condivisi, siano essi di tipo terapeutico, riabilitativo o assistenziale, che possano essere oggetto di studi futuri nell ambito della demenza nel paziente anziano, sulla base delle competenze legate all esperienza diretta di pazienti, loro familiari, MMG. Si tratta di uno studio osservazionale che coinvolgerà almeno 200 outpatients e i loro familiari afferenti all Ambulatorio UVA del Presidio Ospedaliero Beata Vergine Consolata Fatebenefratelli. Ricerche non finanziate STUDIO PER LA CREAZIONE DI LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEL DOLORE CRONICO IN AMBITO OSPEDALIERO RIABILITATIVO per la validazione del questionario WHOQOL, sulla qualità di vita nel paziente con dolore cronico, in collaborazione con l O.M.S. Boero ME, Braida V, Melegari AL, Vizzuso P, Mason V, Skevington S. Ricerca attiva dal 2009 È uno studio per la creazione di linee guida per la valutazione del dolore cronico in ambito ospedaliero riabilitativo. Nata dalla considerazione che il sintomo dolore in un ospedale riabilitativo non è mai abbastanza considerato e grazie anche al supporto scientifico e personale del dott. Luigi Fiori, oggi purtroppo scomparso, la ricerca è attiva dal 2009 ed ha un duplice obiettivo: da un lato individuare delle linee guida per la valutazione del dolore cronico in ambito riabilitativo, dall altro la validazione in Italia del questionario WHOQOL PDM, che valuta la qualità di vita dei pazienti sofferenti di dolore cronico. Allo scopo è stata attivata una collaborazione con il WHOQOL Group dell O.M.S. (dott.ssa Victoria Mason e prof.ssa Suzanne Skevington). Questo progetto, che ha la caratteristica di essere trasversale, al momento ha coinvolto 200 pazienti sofferenti di dolore cronico reclutati in tutte le UO. LA MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO IN ALCOLOGIA: STUDIO DI FOLLOW UP P. Vizzuso, M. Brero, F. Pantone, A. Melegari, M.E. Boero, A. Jaretti Sodano Lo scopo del lavoro è quello di valutare e verificare l efficacia del percorso riabilitativo affrontato dai pazienti accolti dall U.O. Alcoolfarmaco Dipendenze, unica realtà ospedaliera in Piemonte destinata ad accogliere pazienti con problematiche di dipendenza da alcol e farmaci e con eventuali altre diagnosi psichiatriche. Dal gennaio 2010 è stato avviato uno studio multidimensionale di tipo descrittivo per monitorare il processo riabilitativo del paziente e verificarne la sua efficacia. Si è effettuata una valutazione in ingresso su 298 pazienti, che sono stati monitorati e valutati a 6 e a 12 mesi dalle dimissioni. RESEARCH PROJECT ON MENTAL HEALTH AND INTELLECTUAL DISABILITY (MH-PID). Fra Calixto Plumed Contributo inviato a dicembre 2011 Pubblicazioni Melegari AL, Boero ME, Jaretti Sodano A, Braida V. Valutazione dell esito clinico e sociale di un intervento riabilitativo con pazienti gravi affetti da disturbi psichiatrici e/o abuso di sostanze, autori di reato e in posizione di arresti domiciliari. Psicologia & Giustizia, La Rivista Italiana online di Psicologia Giuridica, Luglio-Dicembre 2010 Anno XI, Numero 2. Melegari AL, Boero ME, Panetta V, Jaretti Sodano, Braida V. Assessment of the Clinical And Social Outcomes of a Rehabilitation Intervention with Patients Suffering from Severe Psychiatric Disorders and/or Abuse and Authors of Crimes under House Arrest in a Forensic Unit, JAAPL. IN PRESS Vizzuso P., Brero M., Pantone F., Jaretti Sodano A. Efficacia dell intervento riabilitativo in un reparto di alcol-farmaco dipendenze: studio di follow up. Alcologia, IN PRESS 18 19

11 Area Operativa di Venezia area operativa VENEZIA Ospedale San Raffaele Arcangelo Fatebenefratelli Fra Eliseo Paraboni Superiore Locale Ospedale San Raffaele Arcangelo Venezia Dr. Guido Sattin Direttore Sanitario Ospedale San Raffaele Arcangelo Venezia Dr. Daniele Volpe Referente Scientifico Ospedale San Raffaele Arcangelo Venezia Linea di ricerca 1 Neuropsicologia Responsabile Dr. M. Signorini Borsista AFaR: Dr.ssa A. Marchetto PROGETTO 1 Studio del periodo silente corticale dei muscoli facciali in soggetti prima e dopo trattamento estetico con tossina botulinica (Studio TMS-EMG). In tempi recenti l utilizzo della tossina botulinica a scopo estetico ha suggerito un nuovo metodo di studio del meccanismo di risposta mimica automatica, operando una denervazione selettiva di alcuni muscoli facciali fondamemtali nell espressione delle emozioni. Una importante evidenza è stata fornita recentemente da Hennenlotter (2008) con uno studio fmri che descrive una inibizione della attivazione dell amigdala in soggetti che avevano subito trattamento con tossina botulinica. Una ulteriore prova è stata fornita da uno studio recente (Signorini 2011) che per la prima volta mette in evidenza che la paralisi temporanea dei muscoli facciali operata dalla tossina botulinica ridurrebbe la capacità di discriminare alcune emozioni facciali. Un dato importante emerso da questo studio è stato anche il riscontro che alcune emozioni che coinvolgevano il distretto muscolare invalidato dalla tossina venivano fraintese attraverso una abnorme valorizzazione dei segnali provenienti dai distretti muscolari non bloccati dalla tossina. Questo fenomeno mette in evidenza non solo la difficoltà di riconoscere le emozioni in soggetti trattati con tossina botulinica, ma anche che la necessità di interpretare le emozioni porterebbe ad un riconoscimento errato delle espressioni facciali sulla base di una eccessiva quantità di segnale inviato dai distretti muscolari non coinvolti dal trattamento con tossina. L uso della tossina botulinica in medicina estetica ha determinato la necessità di interpretare alcuni effetti clinici non attribuibili all azione diretta del farmaco nei distretti di iniezione. Obiettivi: L obiettivo di questo studio è di verificare se l iniezione di Tossina botulinica in muscoli coinvolti nell espressione di emozioni fondamentali, possa modificare l estrinsecazione dei pattern muscolari specifici, variando in maniera indiretta anche l eccitabilità di muscoli non trattati, che partecipano all espres

12 Area Operativa di Venezia Area Operativa di Venezia sione della stessa emozione. In particolare viene considerata l espressione di rabbia, che normalmente prevede l attivazione di muscoli appartenenti al distretto facciale superiore ed inferiore. RISULTATI: lo studio fin ora è stato condotto su 12 soggetti volontari, sottoposti a trattamento con tossina botulinica di tipo A di muscoli del distretto facciale superiore; in particolare venivano iniettati il corrugatore del sopracciglio (40 U speywood totali) ed il frontale (36 U speywood totali) con dosaggi paragonabili a quelli utilizzati in medicina estetica. Tutti i soggetti venivano sottoposti a registrazione del periodo silente corticale, secondo la metodica sottoriportata, prima del trattamento e dopo un mese dal trattamento. La stimolazione magnetica transcorticale effettuata con stimolatore Novametrics-Magstim connesso a coil a farfalla. La registrazione delle risposte viene effettuata con elettrodi di superficie posizionati sui muscoli periorali di destra e sinistra (Cruccu 1990). I risultati dello studio in corso (Bizzarini et al. 2011) mostrano dal confronto tra valori (T-Test per campioni appaiati) registrati in baseline (t0) e in re-test (ad 1 mese dal trattamento) una differenza statisticamente significativa (p.<.01). Tale risultato dimostra una significativa tendenza alla riduzione di durata del Perido Silente corticale, coerente con l osservazione clinica di iperattività della muscolatura del distretto facciale inferiore dopo il trattamento. PROGETTO 2 Valori di compromissione cognitiva corticosottocorticale come indicatori per la riabilitazione neuromotoria nella malattia di Parkinson. Il concetto di Demenza Motoria. Studio di 116 casi. Le capacità di mettere in atto strategie di movimento che compensino i deficit provocati dalla Malattia di Parkinson sono state oggetto di studi con controversi risultati. La maggior parte delle ricerche evidenzia l incapacità del malato di Parkinson di apprendere e consolidare nuove sequenze motorie. Tuttavia recentemente sono stati proposti modelli cognitivi e neuro-funzionali che mettono in luce la presenza di circuiti neurali corticali (area premotoria-inferolaterale e parietale) maggiormente attivi nella malattia di Parkinson come probabile compensazione alla disfunzione dei circuiti fronto-striatali (frontale mesiale e prefrontale ventrale). Tali circuiti potrebbero supportare la capacità di mantenere e gestire nuove strategie motorie. Obiettivi: lo studio ha osservato le capacità di apprendimento motorio in 116 pazienti con differente grado di compromissione cognitiva (sottocorticale lieve, sottocorticale medio-grave; cortico-sottocorticale) coinvolti in un ciclo di training intensivo di apprendimento motorio sequenziale affiancato da una valutazione neuropsicologica che permette di isolare variabili cognitive a carico di una disfunzione delle regioni sottocorticali o delle regioni corticali. RISULTATI: indipendentemente dalla compromissione motoria, i pazienti con deficit maggiormente a carico delle regioni sottocorticali erano capaci, in differente grado, di apprendere una sequenza motoria, mentre i pazienti con compromissione cortico-sottocorticale apprendevano significativamente meno. Una interessante differenza è stata rilevata a livello di capacità di consolidamento della traccia mnestica messa a confronto con la capacità di apprendimento legata al momento del training. I risultati, oltre che fornire indicazioni utili alla previsione di outcome riabilitativi, confermano i recenti modelli cognitivi sul consolidamento della traccia motoria. I dati qui presentati, inoltre, possono essere letti considerando l ipotesi che possa esistere un livello di compromissione corticale (vicina, ma non coincidente, al concetto di Parkinson più Demenza) che possa provocare e rappresentare il fallimento dei circuiti corticali di compensazione nell esecuzione e mantenimento di nuove strategie motorie. In tal senso si potrebbe considerare la possibile introduzione di un concetto di stadio intermedio identificabile come demenza motoria. Lo studio sta cercando di identificare dei marker cognitivi che permettano di fare inferenze sul grado di successo di una riabilitazione neuromotoria nella Malattia di Parkinson e di sviluppare strategie adeguate al livello di compromissione cognitiva. Linea di ricerca 2 Neuro-riabilitazione Responsabile Dr. Daniele Volpe PROGETTO 1 I disturbi urinari nella malattia di Parkinson proposta di un intervento riabilitativo Lo studio ha lo scopo di proporre un intervento riabilitativo innovativo per i disturbi urinari nei pazienti con Malattia di Parkinson (MdP), i quali a tutt oggi non hanno una risposta soddisfacente con la terapia farmacologica e neurochirurgica, attraverso un approccio solitamente utilizzato nei pazienti non neurologici basato sulla presa di coscienza del pavimento pelvico e sull utilizzo di esercizi e determinate tecniche riabilitative. La nostra ipotesi è supportata dal fatto che i pazienti con MdP hanno una scarsa percezione dell attività muscolare del pavimento pelvico, dovuta sia alla degenerazione patologica di aree e network cerebrali sia ad una disintegrazione delle informazioni propriocettive. Inoltre studi recenti hanno evidenziato la possibilità di attivare o rinforzare alcuni circuiti cerebrali compensatori in grado di bypassare i circuiti neuronali compromessi in tale patologia. Questi circuiti sono coinvolti nei processi di integrazione ed elaborazione delle informazioni afferenti: questo pone nuovamente in evidenza la possibilità di guidare il paziente attraverso la costruzione di strategie compensatorie con cue che possono essere visivi, uditivi e propriocettivi. I soggetti inclusi nello studio appartengono a due gruppi: uno di controllo composto da pazienti non neurologici e l altro da pazienti con MdP, entrambi con disturbi urinari, quali urgenza minzionale e incontinenza urinaria. Attraverso l utilizzo di questionari, schede di valutazione oggettive e soggettive e dati elettromiografici si sono osservati risultati significativi in termini di efficacia. In particolare nei pazienti con MdP è stato riscontrato un importante miglioramento in tutti gli indicatori somministrati con riverbero positivo sulla qualità di vita. Dal punto di vista statistico solo questo ultimo gruppo ha raggiunto la significatività, supportando il nostro presupposto teoricoscientifico secondo il quale i pazienti abbiano imparato ad utilizzare strategie riabilitative compensatorie. I risultati ottenuti ci fanno riflettere su come questi disturbi dovrebbero essere realmente presi in considerazione nell approccio di tipo multidisciplinare a questa patologia, rappresentando un importante punto di partenza per aprire nuovi orizzonti e prospettive in ambito riabilitativo. PROGETTO 2 Recentemente è stata evidenziato che la danza può essere una valida strategia riabilitativa per migliorare la mobilità nelle persone adulte. In particolare il tango ha dimostrato essere efficace sulla mobilità funzionale nelle persone con M. di Parkinson. La danza irlandese è una danza con un alto valore sociale e il suo caratteristico ritmo con i suoi particolari passi può rappresentare una interessante strategia riabilitativa nella M. di Parkinson. Lo scopo di questo studio è quello di verificare l efficacia di un programma di danza irlandese sulla mobilità, equilibrio e qualità della vita. Per tale motive sono stati inclusi nello studio 24 pazienti con M. di Parkinson e sono stati randomizzati in due gruppi (un gruppo di danza irlandese e un gruppo di fisioterapia convenzionale). Tutti i pazienti sono stati sottoposti tre settimane prima e tre settimane dopo alle seguenti valutazione: UPDRS III, BBS, Diario cadute, gait analysis, FOQ -Q, TUG, PDQ-39 e CBI. Tutti i pazienti hanno rispettivamente svolto un programma di irish dance e di fisioterapia tradizionale per 6 mesi con una lezione di 2 ore alla settimana. I risultati hanno evidenziato un miglioramento significativo in entrambi i gruppi ma maggiore nel gruppo di danza irlandese in UPDRS III, BBS, Diario cadute, nei parametric cinematici e S/T del passo e nella qualità della vita dei pazienti e dei loro caregiver. Inoltre solo il gruppo di danza irlandese ha evidenziato un miglioramento significativo nel FOG-Q e TUG. Questo studio preliminare ha evidenziato che la danza irlandese può essere un efficace intervento riabilitativo nella M. di Parkinson che coinvolge il paziente con il suo caregiver grazie al suo alto impatto sociale. Ulteriori studi sono necessari per confermare i nostri risultati

13 Area Operativa di Roma Fra Rudolf Knopp Rappresentante Legale Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina, Presidente AFaR area operativa DI ROMA Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Fra Benigno Ramos Superiore Locale Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina, Presidente AFaR Dr. Carlo Maria Cellucci Direttore Generale Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina, Presidente AFaR Dr. Maurizio Ferrante Direttore Sanitario Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina, Presidente AFaR RELAZIONE SUL CENTRO AFaR OSPEDALE S. GIOVANNI CALIBITA ISOLA TIBERINA ROMA Prof. Dario Manfellotto Coordinatore scientifico Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma Il 2011 è stato un anno molto importante per la produzione scientifica dell AFaR e del Centro dell Ospedale S. Giovanni Calibita all Isola Tiberina. Si è registrata infatti una importante impennata della pubblicazione di lavori, con un marcato aumento dell impact factor prodotto. È un segno indiscutibile della maturità dell AFaR e della continua progressione di gruppi di ricerca e di progetti che si stanno sviluppando nel tempo, dando importanti risultati. Il dato è peraltro ancora più importante se si considera la grave crisi economica che il Paese sta attraversando, con le note difficoltà di finanziamenti e di raccolta delle risorse necessarie. Ma nonostante tutto, il lavoro è proseguito nel migliore dei modi. Nel nostro ospedale, eccellente come sempre la produzione scientifica nel campo delle neuroscienze, del settore materno-infantile, della patologia ostetrica, della patologia neonatale. Buona la produzione nel campo medico da sempre impegnato nei settori del rischio cardiovascolare, della ipertensione arteriosa e in particolare dell ipertensione gestazionale, del diabete mellito, delle epatopatie croniche virus-relate, delle nefropatie croniche e della malnutrizione nelle malattie croniche. Prosegue la ricerca sull amiloidosi, che vede il nostro ospedale come centro di riferimento regionale per questa malattia e che ha portato alcuni contributi sulla rivista di settore. Il settore genetico ha un buon numero di pubblicazioni, come quelle sui geni detossificanti GST studiati in alcune malattie complesse a interazione con l ambiente che si aggiunge alla vasta esperienza sui geni correlati con la malattia di Alzheimer. Anche nel settore della Cardiologia, molta della produzione scientifica si sta affermando con il particolare impegno nelle aritmie, nella terapia ablativa e nella elettrostimolazione, e nei rapporti fra le malattie cardiovascolari e il sistema nervoso autonomo

14 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma tere insieme le forze, e condividere in parte le strutture, può aprire la strada ad una notevole produzione scientifica, sicuramente superiore a quella attuale. Insieme al Comitato di Etica sono state affrontate, tutte le implicazioni etiche in questo campo, per arrivare a definire linee guida e norme di riferimento per la realizzazione di protocolli che possano offrire alla ricerca in biologia molecolare tutte le garanzie bioetiche necessarie. Proprio nel campo dell etica, si stanno però affermando altre iniziative. Il Comitato di Etica, insieme al servizio di Statistica Medica dell AFaR (SeSMIT), ha realizzato dei corsi di formazione sui temi dell etica e della metodologia della ricerca, accreditandosi come centro di valutazione e di riflessione e centro di promozione di una moderna cultura della ricerca scientifica. In questo, le indicazioni del Padre Priore Fra Benigno Ramos, direttore del Dipartimento di Bioetica dell Ospedale, fungono da stimolo e indirizzo. sola, Dipartimento che ha al suo interno il Comitato e il Servizio di Bioetica nella direzione di Fra Benigno Ramos. Tra le nuove attività sono stati illustrati il progetto BAS (Business Administration Simulator) del gruppo IT dell AFaR, il nuovo servizio di Biblioteca Virtuale della Fondazione Fatebenefratelli, le attività congiunte tra AFaR/SeSMIT e Comitato di Etica, il Polo Didattico e le attività di Ricerca in Ospedale. Ma, come sempre, il punto centrale della riunione è la presentazione dei nuovi borsisti AFaR Ognuno dei giovani ricercatori, presentato dal rispettivo tutor, ha potuto descrivere brevemente il proprio progetto, dimostrando il buon livello della ricerca realizzata in ospedale. Questo l elenco dei vincitori delle Borse AFaR Isola Tiberina 2011 bosità in una popolazione di neonati con Età Gestazionale <32 settimane: influenza sull outcome a breve e a lungo termine Dr. Nicola Cotugno - Verifica della soddisfazione e dell efficacia nell assistenza al parto in donne sottoposte ad analgesia epidurale Dr.ssa Simona Sacchi Linea di ricerca 1 Neurosensoriale Prosegue l attività di ricerca sulla Medicina Telematica, sotto la spinta organizzativa del Direttore Sanitario Maurizio Ferrante, allo scopo di applicare le più moderne tecnologie informatiche alla gestione dei servizi sanitari ed alla realizzazione di reti tecnologiche per migliorare l assistenza ai pazienti anche se lontani, e comunque anche fuori dall ospedale. Sono in fase avanzata esperienze assistenziali che permettono all ospedale di studiare e allargare la propria attività nel territorio, grazie agli strumenti telematici, in pazienti con insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa, diabete mellito con tele monitoraggio dei principali parametri clinici. La struttura del nostro centro di ricerca è stata confermata nella sua organizzazione in linee di ricerca secondo questo schema: 1) NEUROSENSORIALE 2) FISIOPATOLOGIA DELLA VISIONE 3) APPARATI SENSORIALI TESTA/COLLO 4) TECNICHE E TECNOLOGIE INNOVATIVE Si è ormai affermata come realtà strutturale la collaborazione fra tutti i gruppi di lavoro che, sia all interno dell ospedale, sia in collaborazione con altre istituzioni, si occupano di genetica e biologia molecolare. Si tratta di un campo di grande importanza e con implicazioni di straordinario interesse, già molto produttivo dal punto di vista scientifico. La costituzione di una rete che in modo integrato possa met- Un settore veramente strategico riguarda infine i rapporti con la Fondazione Internazionale Fatebenefratelli, con la quale sempre più stretti sono diventati e dovranno diventare in futuro i programmi di collaborazione e le iniziative nel campo della formazione. Ricerca e formazione devono infatti andare di pari passo e quindi AFaR e FIF devono sempre più strettamente collaborare. All inizio dell anno, martedì 22 marzo 2011, si è tenuta, per la prima volta, nella nuova sede Centro San Benedetto Menni di Lgt De Cenci 5, la tradizionale presentazione dei borsisti AFaR e delle attività dell Associazione per il Alla presenza del Padre Priore dell Isola Tiberina Fra Benigno Ramos, del Direttore Generale dr. Carlo Cellucci e del Direttore Scientifico AFaR prof. Paolo Maria Rossini, ciascun Tutor ha presentato i borsisti, vecchi e nuovi, e i relativi ambiti di ricerca. Nel corso dell incontro è stata inoltre annunciata l istituzione del nuovo Dipartimento di Bioetica dell Ospedale dell I- 1) Bevacqua Maria Gabriela 2) Campelli Maristella 3) Campolongo Alessandra 4) Caparrotti Palmira 5) Ciccarelli Simona 6) Donno Silvia 7) Fasano Alfonso 8) Lagana Lorena 9) Lazzarin Natalia 10) Loiudice Carlo 11) Mariani Chiara 12) Migliore Simone 13) Pielich Mariachiara 14) Santini Francesca 15) Simonelli Ilaria 16) Sparano Ausilia 17) Viola Pietro Anche quest anno, oltre alle tradizionali borse AFaR, si sono aggiunte quattro borse di studio, frutto di una generosa donazione di un benefattore, dedicate alla memoria di Alberto Maggini, Giacomo Venuti e Pancrazio Venuti. Tema di queste borse di studio sono: - Monitoraggio di pazienti con scompenso cardiaco tramite sistema OptiVol Dr. Marco Natalucci - Efficacia dell Intervento Abilitativo Guidato nella prevenzione dei disturbi della regolazione del neonato prematuro e dei disturbi della co-regolazione genitoriale in un reparto di terapia intensiva neonatale Dr.ssa Simona Matricardi - Valutazione degli indicatori di vitalità e mor- Questa Linea di Ricerca studia la Fisiopatologia dell Integrazione sensori-motoria nelle fasi dello sviluppo intra- ed extrauterino, nel corso dell invecchiamento fisiologico e nelle maggiori patologie del sistema nervoso centrale (Stroke, Sclerosi Multipla, Alzheimer, Parkinson etc.). In particolare le ricerche in corso si rivolgono allo studio dei fenomeni di plasticità positiva (cioè legata all apprendimento e/o al recupero della funzione) ed aberrante (cioè che sostiene il sintomo disfunzionale a seguito di una lesione). Questa linea si fonda su di un network multidisciplinare del Centro che coinvolge trasversalmente le U.O. di neuroscienze cliniche, ostetricia, neonatologia e si appoggia un formidabile apparato (Università di Chieti-ITAB, IRCCS S.Raffaele Pisana, Università Campus Bio-Medico) per l imaging strutturale e funzionale del cervello. Della Linea fanno parte anche i laboratori di neurobiologia ove vengono analizzati reali o potenziali markers biologici (plasma, liquor etc.) di malattia e di recupero, come pure viene estratto e processato il DNA per gli studi di genetica. Una delle tematiche che trasversalmente coinvolge numerose Unità Operative (Dip. Neuroscienze, Oncologia, Chirurgia, CRTI, Neonatologia, Ostetricia, Servizio di Bioetica) riguarda il tema del Dolore dalla fisiologia della percezione, alla fisiopatologia (dolore neuropatico, dolore chirurgico, dolore oncologico, dolore del neonato e del paziente con disturbi cognitivi), sino al trattamento farmacologico e non

15 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma Gruppo di Ricerca Neurobiologia Responsabile Dott.ssa Rosanna Squitti Collaboratori: Mariacarla Ventriglia, farmacista, PhD Stefania Mariana, biotecnologa, studentessa di PhD Maria Cristina Siotto, chimica, PhD Il Laboratorio di Neurobiologia AFaR nasce nel 1999 con la Banca di tessuti e campioni biologici che raccoglie principalmente siero, plasma e DNA da pazienti affetti da malattia di Alzheimer, altre demenze e soggetti sani di controllo in conformità del codice etico per la utilizzazione di materiale biologico a fini di ricerca o sperimentazione elaborato dal Comitato Etico delle Istituzioni Ospedaliere Cattoliche Bresciane (CEIOC). Negli anni successivi, viene attivato il servizio di Biologia molecolare che fornisce analisi genetiche quali la caratterizzazione del fattore di rischio genetico per la Malattia di Alzheimer, l apoliproteina E, indicato per i soggetti con disturbi cognitivi e in accertamento di demenza. Inoltre il servizio di Biologia molecolare svolge progetti di ricerca nell ambito della farmacogenetica. Grazie alla stretta collaborazione con il personale clinico e di ricerca dell Ospedale nascono i primi lavori sul coinvolgimento dello stress ossidativo e soprattutto del rame altri metalli e proteine ad essi associati nella malattia di Alzheimer. Per queste indagini viene utilizzato un robot analizzatore biochimico automatizzato, il Cobas Mira Plus (Horiba ABX), in grado di eseguire la determinazione di numerose variabili biologiche nello stesso campione contemporaneamente. La Dott.ssa Rosanna Squitti, affiancata dalla Dott.ssa Mariacarla Ventriglia e Dott.ssa Mariacristina Siotto, cura questo ambito di ricerca. La Dott.ssa Stefania Mariani è impegnata nella preparazione e stoccaggio dei campioni, separazione del DNA e indagini PCR e in numerosi progetti di ricerca che coinvolgono il Laboratorio. Nel sforzi organizzativi ed economici consentono l importazione delle moderne tecniche di proteomica, che in base alla separazione delle proteine sia per gradiente di ph (isoelettrofocalizzazione) che di peso molecolare, è in grado di rivelare la composizione in isoforme di una singola proteina. Gli studi di proteomica, orientati primariamente Le principali linee di ricerca applicativa clinica sono rivolte ai temi delle malattie cerebrovascolari e delle malattie neurodegenerative. I disturbi cerebrovascolari sono studiati in resu metalloproteine in diversi tessuti di pazienti affetti da MA, ivi compresi campioni autoptici di cortecce cerebrali, hanno fornito dati circa la caratterizzazione della ceruloplasmina. Mediante tecniche ELISA, vengono analizzati marcatori biologici nel liquido cerebrospinale, quali proteine Tau e Beta amiloide, in pazienti con sospetto di malattia da Alzheimer per una migliore definizione della diagnosi clinica ma anche per meglio caratterizzare nuove variabili biologiche oggetto di studio del Laboratorio. Èstato poi acquisito un sequenziatore (Applied Biosystem 310) per l analisi delle sequenze del DNA e si è avuto l accesso ad una macchina PCR real time grazie ai quali sono stati condotti una serie di studi innovativi che hanno portato all identificazione di un nuovo fattore di rischio genetico per la Malattia di Alzheimer. Specificamente, il gene ATP7B, che controlla i livelli di rame nel nostro organismo, sembra giocare un ruolo diretto nella Malattia di Alzheimer. Varianti geniche per l ATP7B, numerose già identificate come causative di Malattia di Wilson, sono, infatti, in grado di aumentare il rischio di ammalare anche per questa malattia. Nuovissimo acquisto tra le apparecchiature del Laboratorio di Neurobiologia AFaR è un assorbimento atomico A Analyst 600 (Perkin Elmer), idoneo per all analisi dei metalli nelle diverse matrici biologiche. Gruppo di Ricerca Neurofisiologia Responsabile Dott.ssa Franca Matilde Tecchio (CNR) Collaboratori: Camillo Porcaro (Informatico, PhD) Carlo Salustri (Fisico) Leo Tomasevic (Ingegnere Elettronico) Dottorandi: Carlo Cottone (Ingegnere delle comunicazioni) Andrea Cancelli (Ingegnere Biomedico) Assegnisti: Barbara Devigus (Psicologa) La sezione di Neurofisiologia dell AFaR è sviluppata da LET S, Laboratory of Electrophysiology for Translational neuroscience ( dell Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che opera dal 1999 entro l ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma. LET S opera principalmente con prospettiva traslazionale. Infatti, utilizza metodiche non invasive per lo studio dell attività elettrica neuronale in condizioni fisiologiche e patologiche dell uomo con l obiettivo principale di identificare indici sensibili e specifici alle alterazioni indotte da malattie, tipicamente neurologiche. L obbiettivo finale di LET s è quello di sviluppare trattamenti compensativi personalizzati, migliorare la diagnosi e monitorare gli effetti dei trattamenti. I principali campi di indagine di LET S sono: la funzione cerebrale corticale sensori-motoria; l identificazione di sorgenti neuronali e di connettività funzionale attraverso le più aggiornate tecniche elettrofisiologiche non-invasive quali Magnetoencefalografia (MEG), Elettroencefalografia (EEG), Elettromiografia (EMG) e tecniche multimodali come la Stimolazione Magnetica Transcranica acquisita contemporaneamente all EEG (EEG/TMS); i fenomeni fortemente collegati di plasticità neuronale-sincronia-feedback in relazione al recupero da danni neurologici; le procedure non-invasive di neuromodulazione: TMS ripetitiva rtms, stimolazioni transcraniche in corrente continua (tdcs), alternata (tacs) ed a spettro bianco (trns); imaging cerebrale con integrazione multimodale di dati elettrofisiologici non-invasivi (MEG, EEG, EMG, ECG, EOG) con dati anatomici (MRI), metabolico/emodinamici (fmri/ Colour Doppler transcranico - TCD) e biochimici. Gruppo di Ricerca Neuroscienze Responsabile Dr. Carlo Masullo Collaboratori: Emanuele Cassetta (ambulatorio UVA) Francesco Passarelli (laboratorio di neurosonologia) Paola Palazzo (laboratorio di neurosonologia) Rosanna Squitti (laboratorio neurobiologia) Filomena Moffa (laboratorio di neuropsicologia) lazione alla valutazione degli aspetti emodinamici mediante tecniche di tipo strumentale ecodoppler; in quest ambito è in corso uno studio in collaborazione con colleghi diabetologi per verificare, tra gli altri parametri, se e quanto è significativo l effetto della sindrome dismetabolica sullo spessore della parete dell intima delle arterie carotidee. Questo studio è parte di un più ampio lavoro di ricerca sull effetto del diabete e dell ipertensione arteriosa su parametri di funzionalità cardiovascolare e neuro vascolare inclusa la disautonomia vagale. Nell ambito della diagnostica della Malattia di Alzheimer e delle altre forme di demenze dell adulto sono in corso studi che riguardano l identificazione di una serie di possibili marcatori precoci di malattia che possano permettere una più rapida e tempestiva diagnosi clinica con la conseguente rapida possibilità di instaurare un trattamento farmacologico e/o riabilitativo cognitivo. Sono effettuati studi di neurimaging con RM cranio dedicata alla morfometria ed alla volumetria ippocampale; si effettuano dosaggi liquorali di beta-amiloide e tau, due proteine specificatamente legate alla malattia di Alzheimer ed alle Demenze Fronto-Temporali i cui livelli di concentrazione nel liquor cerebrospinale si modificano in maniera significativa in relazione al tipo di demenza di fronte alla quale ci si trova. Sono sistematicamente effettuati studi su alcuni polimorfismi genici significativamente associati alla malattia di Alzheimer come la determinazione del genotipo APOE. La linea di ricerca in neuropsicologia clinica è specificamente rivolta allo studio dei profili cognitivi che caratterizzano l invecchiamento cerebrale ed alle modificazioni che si realizzano nel corso delle malattie dementigene dell adulto (Malattia di Alzheimer, Demenza Vascolare, etc). Un argomento in corso di studio è quello legato all analisi del profilo neuropsicologico del cosiddetto Mild Cognitive Impairment (MCI) caratterizzato da quadri cognitivi diversi (amnesico e non-amnesico) che può essere correlato a diversi meccanismi causali patologici (soprattutto di tipo vascolare e degenerativo atrofico). Il modello MCI è un disturbo funzionale preclinico che può convertire o meno a malattia di Alzheimer (con un tasso di conversione di circa 10-15% per anno) e rappresenta un settore di particolare interesse per la ricerca in questo ambito clinico soprattutto perché può favorire la diagnosi precoce di questa malattia e consen

16 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma tire di iniziare rapidamente una terapia farmacologica e/o riabilitativa cognitiva. I soggetti vengono valutati mediante una batteria neuropsicologica che include diverse prove per la valutazione della memoria episodica, la memoria a breve termine, le abilità visuo-spaziali, le funzioni esecutive, il linguaggio, l attenzione, le abilità prassiche. La possibilità di differenziare profili neuropsicologici tra forme di MCI legate a diversi meccanismi causali può permettere di riconoscere precocemente il profilo cognitivo distintivo di un processo degenerativo atrofico che più frequentemente può convertire a Malattia di Alzheimer verso un MCI di natura vascolare che richiederanno trattamenti diversi. In relazione alla tematica della malattia di Alzheimer è in corso di attuazione il programma di Tecnologia Informazione Benessere e Ricerca TIBER per questa malattia che è un progetto del tutto innovativo frutto della collaborazione tra il settore ICT ed il centro ambulatoriale UVA all interno del più vasto programma clinico assistenziale e di ricerca. Il progetto TIBER, sviluppato in collaborazione con il gruppo GESI, Gestione Sistemi per l Informatica e con l Associazione Alzheimer Roma Onlus propone un nuovo modello organizzativo di sostegno socio-assistenziale ai pazienti affetti da malattia di Alzheimer ed alle loro famiglie. È stato messo a punto un sistema telematico TIBER che gradualmente offrirà nel prossimo futuro interventi di tipo clinico specialistico e riabilitativo a distanza (quindi a domicilio del paziente) utilizzando il cloud computing e la rete internet. Gruppo di Ricerca Fisiopatologia Clinica Responsabile Dr. Dario Manfellotto Collaboratori: Natalia Lazzarin, Barbara Moscatelli, Luisa Pellicciotti, Maria Antonietta Re, Andrea Iorio Collaboratori esterni dell Università di Roma Tor Vergata : Maria Fuciarelli, Sara Piacentini, Renato Polimanti L impegno principale del centro di fisiopatologia è lo studio e la gestione delle problematiche legate alla pressione arteriosa e ai disturbi ipertensivi della gravidanza e allo studio della fisiopatologia e della genetica delle malattie complesse. In particolare molti studi sono rivolti ad acquisire conoscenze che permettano lo sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche in grado di ridurre gli effetti sfavorevoli dell ipertensione sulla salute della madre e del bambino e di prevenire le complicanze cardiovascolari materne a distanza. Attualmente, l interesse principale dei ricercatori è rivolto ai meccanismi fisiopatologici che determinano l ipertensione gestazionale poiché, a fronte della grande mole di lavori pubblicati, l etiologia dei questa complessa malattia è largamente sconosciuta. Si è, tuttavia, concordi nel ritenere che l evento patogenentico centrale possa essere ricondotto ad un anomalo processo di placentazione. Si ipotizza che l anomala placentazione determini una ridotta perfusione dell unità feto-placentare cui consegue un diffuso danno endoteliale causa della sindrome multisitemica che caratterizza i disturbi ipertensivi della gravidanza. Se, dunque, l impianto anomalo rappresenta l evento alla base dell ipertensione gestazionale tale condizione non può essere prevista o modificata. In questa ottica trovano giustificazione tutti i test proposti per l identificazione precoce dei casi a rischio. Nel corso degli ultimi anni la ricerca si è focalizzata sulla funzione cardiovascolare materna allo scopo di capire quali siano le caratteristiche del normale adattamento cardiaco durante il processo di placentazione e osservare eventuali cambiamenti cardiovascolari che precedano la comparsa dell ipertensione. Vi è ormai una collaborazione consolidata e produttiva con il gruppo della Patologia Ostetrica dell Ospedale, guidato dal Prof. Elio Cirese e dal Prof. Herbert Valenzise, che ha portato a importanti risultati e pubblicazioni scientifiche. In particolare, il nostro gruppo si è concentrato sull identificazione di fattori predittivi precoci per il rischio di complicanze nell ambito di pazienti già affette da ipertensione gestazionale, sottoponendo le gestanti ad esame ecocardiografico al momento della diagnosi, calcolando le resistenze vascolari periferiche (TVR). Le complicanze prese in considerazione sono quelle più gravi come la comparsa di proteinuria (preeclampsia), Sindrome HELLP, distacco di placenta, restrizione di crescita fetale severa. Le pazienti ipertese con successive complicanze gravi mostravano elevate TVR nella fase preclinica, mentre quelle successivamente non complicate avevano TVR più basse. Il successivo passo è stato quello di capire se l ecocardiogramma e il calcolo delle TVR potessero essere utili anche nelle pazienti normotese ad alto rischio a 24 settimane per individuare nella fase preclinica le pazienti destinate a sviluppare complicanze gravi. Anche in questo caso le TVR si sono rivelate un strumento dotato di grande affidabilità, in quanto le pazienti normotese con resistenze elevate a 24 settimane di gravidanza hanno mostrato una tendenza importante a sviluppare complicanze gravi e precoci. Da un punto di vista umorale, diversi studi hanno messo in evidenza il ruolo, quali fattori predittivi del rischio di preeclampsia, dei marcatori di danno endoteliale. È stato infatti rilevato che pazienti con gravidanza complicata da preeclampsia presentano livelli plasmatici di tali fattori più elevati rispetto a quelli di donne con gravidanza fisiologica. Sembra, inoltre, che i livelli plasmatici dei marcatori di danno endoteliale siano significativamente più elevati, rispetto al gruppo di controllo, già in epoca antecedente alla comparsa della sintomatologia clinica. Lo studio della funzione endoteliale svolge, inoltre, un ruolo di primaria importanza nel follow up di pazienti con gravidanza complicata da disturbi ipertensivi. Si ritiene, infatti, che la disfunzione endoteliale rappresenti il legame tra i disturbi ipertensivi della gravidanza e le malattie cardiovascolari a distanza. Il danno endoteliale svolge un ruolo centrale nel determinare le problematiche dell ipertensione in gravidanza ed è considerato elemento chiave nel processo che conduce all aterosclerosi, presente in epoca antecedente alle manifestazioni cliniche della malattia. Attraverso il dosaggio dei marcatori ematici di danno endoteliale abbiamo rilevato la presenza di livelli elevati di queste sostanze in donne con storia di ipertensione in gravidanza anche a diversi anni di distanza dal parto. Tale evidenza confermerebbe la presenza, in queste pazienti, di un sottostante danno endoteliale responsabile dell aumentato rischio di malattie cardiovascolari a distanza. Sulla base di queste evidenze lo studio di queste sostanze potrebbe rappresentare un elemento chiave nell identificazione di pazienti a rischio di malattie cardiovascolari. Da un punto di vista clinico, grazie al contributo dell AFaR, da anni è attivo un ambulatorio dedicato a pazienti con storia di ipertensione gestazionale. Nell ambito di questo ambulatorio è stato creato uno specifico follow up che ha il duplice scopo di verificare le conseguenze a breve termine della malattia ipertensiva della gravidanza ed individuare donne a rischio di sviluppare esiti a distanza da avviare a strategie di prevenzione basate sulla correzione dei fattori di rischio cardiovascolare. Linea di ricerca 2 Fisiopatologia della Visione Questa linea si occupa degli aspetti maturativi e di invecchiamento fisiologico e patologico dell occhio (mezzi diottrici, di accomodazione, tappeto retinico) e della via visiva centrale. Si occupa anche di patologie quali la Degenerazione Maculare Legata all Età (DMLE), che rappresenta la causa principale di cecità nei soggetti di età superiore a 50 anni, nel mondo occidentale. L 80-90% dei pazienti con una grave perdita della vista, presentano una DMLE caratterizzata da neovascolarizzazione coroideale (CNV), detta anche degenerazione maculare senile neovascolare. Nella CNV i vasi neoformati sono soggetti alla fuoriuscita di sangue e liquidi; questo complesso formato da vasi e tessuto fibroso può distruggere i fotorecettori in un periodo di 3-24 mesi, causando una grave perdita della vista, progressiva e irreversibile. Se non trattata la lesione conduce ad una scarsa visione centrale (<20/200) entro 2 anni. L eziopatogenesi della CNV non è nota. Tuttavia ci sono evidenze suggestive del fatto che i fattori angiogenici quali il VEGF (vascular endothelial grow factor) e il fattore di crescita dei fibroblasti giochino un ruolo nella patogenesi della malattia. Il VEGF è un polipeptide secreto dall epitelio pigmentato della retina, che esercita un potente effetto mitogeno soprattutto sulle cellule endoteliali. Il riscontro di una quantità superiore al normale di VEGF nelle lesioni retiniche fibrovascolari escisse chirurgicamente rappresenta un evidenza del contributo del VEGF alla formazione delle lesioni CNV della DMLE. Oggetto di studi specifici in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze - è il ruolo della visione nei fenomeni cognitivi connessi alla memoria, al movimento, all imitazione, all orientamento nello spazio. Particolarmente ricco è l apparato strumentale per lo studio elettrofisiologico della via visiva e dei mezzi diottrici, oltre che della funzionalità retinica, che si avvale anche della stretta collaborazione con l IRCCS Fondazione Bietti, in particolare per l area di neuro-oftalmologia. Vi prendono parte oltre all U.O. di Oculistica, anche alcune sezioni del Dipartimento di Neuroscienze

17 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma Gruppo di Ricerca Oculistica Responsabile Dr. Vito Gasparri Collaboratori: C. Pernini, G. Leone, C.M. Cerini, W. Calcatelli, C. Monaco, A. Corradori, R. Catalani, L. Amoroso, A. Campanella, F. Olivieri, M.L. Ciccarelli, F. Bono L Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal Dott. Vito Gasparri è in grado di fornire una completa ed aggiornata assistenza clinico-diagnostica e terapeutica nel campo oftalmologico. Ciò grazie alla creazione di centri speciali come il Centro Glaucoma, il Centro di Maculopatia, l ambulatorio di Retinopatia diabetica, il Cemtro di Ipovisione, l ambulatorio di Ortottica, Ambulatorio delle Patologie renitiche in Gravidanza e di Oftalmologia neonatale. Tutti i servizi sono dotati delle più moderne e valide strumentazioni (Argon e Yag laser, campimetria automatica, OCT, Fluorangiografi statici e dinamici, Microscopio endoteliale, pachimetro etc.). Sul piano chirurgico l attività copre tutti i settori: cataratta, glaucoma, vitreo-retina, cornea, oftalmoplastica, vie lacrimali, strabismo e chirurgia rifrattiva. Temi di Ricerca Il principale campo di ricerca clinica è rappresentato dalla Degenerazione Maculare. Si tratta di una malattia che colpisce la parte più sensibile e nobile della retina, ossia la macula che è l area deputata alla visione dettagliata della parte centrale del campo visivo. Il deficit funzionale è particolarmente grave quando la malattia determina la crescita di nuovi vasi sanguigni (neovasi). Si parla in questi casi di Degenerazione Maculare Neovascolare (DMN) molto nociva perchè i neovasi tendono a sollevare e a rompere la retina danneggiando in modo irreversibile l area deposta all elaborazione degli stimoli visivi più importanti. La forma più frequente è la Degenerazione Maculare Legata all età (DMLE) che colpisce soggetti di età superiore ai 50 anni e la cui incidenza aumenta enormente con il passare degli anni. Una stima approssimativa valuta intorno ai il numero di malati in Italia con una prevalenza annua tra e La DMLE è attualmente una delle principali cause di cecità legale nel mondo occidentale e in considerazione dell aumento dell aspettativa di vita si calcola che tra 40 anni la sua prevalenza tra i settantenni sarà del 30/40%. Esistono attualmente varie terapie di provata efficacia nel trattamento della D.M.N.. Le più moderne linee guida prevedono, a seconda della diagnosi, l impiego del Laser convenzionale, della terapia fotodinamica e da tre farmaci antiangiogenici (da impiegare per via intravitreale) che hanno aperto nuove ed entusiasmanti prospettive terapeutiche Bevacizumab (Avastin ), Pegaptanib sodico (MACU- GEN ) e il Ranibizumab (Lucentis ). Presso la nostra U.O. è attivo da oltre 5 anni il Centro di Maculopatia che, nel corso del tempo, è divenuto un affermato polo ultraspecialistico di riferimento per lo studio, la diagnosi e la terapia delle maculopatie in grado di soddisfare tutte le esigenze terapeutiche di un paziente affetto da DMLE: laser convenzionale, terapia fotodinamica, Avastin, Macugen e Lucentis. È proprio grazie al prestigio acquisito nello specifico settore che le nostre esperienze cliniche vengono presentate nei principali congressi nazionali e la nostra U.O. è uno dei 10 Centri Italiani che ha preso parte ad un importante Studio Multicentrico Internazionale (SUSTAIN sull impiego nella DMLE del Lucentis, il farmaco antivasogenico attualmente più promettente). Partecipiamo inoltre ad un nuovo studio multicentrico, insieme ai più importanti Istituti che si interessano alle maculopatie, riguardante il trattamento tramite iniezioni intravitreali di Ranimizumab dell edema maculare diabetico, CRFB002DIT01. È stato inoltre istituito in collaborazione con le unità di Psicologia e di Medicina Sociale un gruppo di studio per l ipovisione con lo scopo di riabilitare e di introdurre i pazienti affetti da grave deficit visivo al reinserimento nella vita quotidiana. Linea di ricerca 3 Apparati Sensoriali Testa/Collo Questa Linea di Ricerca si interessa in modo specifico delle vie acustiche sia periferiche che centrali per tutti i suoi aspetti di trasmissione, percezione, decrittamento e comprensione dei suoni e degli impulsi sonori e del sistema vestibolare. Anche in questo caso vengono valutati in modo approfondito gli aspetti maturativi (per identificare e correggere precocemente disfunzioni che possono avere ricadute negative anche sullo sviluppo del linguaggio parlato ed ascoltato) e quelli connessi all invecchiamento fisiologico (presbiacusia) e patologico anche connessi alla funzione dell equilibrio. In collaborazione con il dipartimento di Neuroscienze vengono studiati i meccanismi specificamente cognitivi connessi alla funzione uditiva quali la memoria, il linguaggio, la prosodia, il ritmo, le abilità musicali. Presso l UOC di Otorinolaringoiatria è operativo un servizio di Audiologia per lo studio, la diagnosi e la cura di tutte le patologie che inducono ipofunzione del senso dell Udito. Vengono inoltre regolarmente effettuati interventi chirurgici riguardanti affezioni neoplastiche maligne e benigne del massiccio facciale (seni paranasali, naso, infrastruttura). La disponibilità di una Consulenza di Neurochirurgia consente di affrontare affezioni che dal massiccio facciale si estendono all endocranio. Afferiscono al questa UOC pazienti affetti da patologia del massiccio facciale anche non oncologica (poliposi etmoido-nasali; sinusiti complesse, ecc) che vengono approcciate con chirurgia endoscopica mini-invasiva video-assistita. Come suddetto, questa Linea si occupa della messa a punto e validazione di tests elettrofisiologici per la precocissima valutazione dell ipoacusia del neonato mediante ABR e Magnetoencefalografia (già nel corso della vita intrauterina). Inoltre mediante analisi delle otoemissioni su modelli sperimentali ed in soggetti umani affetti da neoplasie, si valuta l ototossicità di vari tipi di trattamenti chemioterapici. Infine, è in corso un progetto di ricerca mirante a valutare l impatto dei campi elettromagnetici a elevata frequenza sulla funzionalità dei recettori e delle vie acustiche in soggetti a rischio per compiti lavorativi. In collaborazione con l UOC di Odontoiatria negli ultimi anni si sono sviluppate una serie di osservazioni che insieme ad un rilevante miglioramento delle prestazioni hanno comportato una maggiore complessità nell organizzazione delle strutture sanitarie pubbliche dedicate, particolarmente per le attività ambulatoriali che costituiscono il cuore delle prestazioni odontoiatriche. Infatti al tradizionale ambulatorio odontostomatologico si sono affiancati una serie di altri ambulatori specialistici odontoiatrici. Presso l UOC di Odontostomatologia sono in funzione un ambulatorio odontostomatologico di diagnosi e primo intervento supportato da una serie completa di ambulatori specialistici: chirurgia orale, Conservativa ed endodonzia, Gnatologia e sindromi algico-disfunzionali, Ortodontia, Parodontologia ed implantologia, Pedodonzia, Protesi. Da circa due anni nell ambito del programma multicentrico di protesi sociale - di cui è Centro pilota - è stato dedicato un apposito ambulatorio. Gruppo di Ricerca Odontostomatologia Responsabile Dr. Claudio Arcuri Nato duecento anni or sono, il Reparto di Odontoiatria è diventato presto un vero punto di riferimento per la città, e non solo. Uno dei meriti di questo prestigio va senz altro ascritto alla figura taumaturgica di Fra Orsenigo, che all età di trent anni si trasferisce dalla Brianza a Roma e inizia all Isola la sua attività di dentista. Dalla seconda metà dell ottocento in poi Fra Orsenigo attirerà presso il nostro Ospedale una vera folla di persone, dal più umile dei popolani fino a re e regine, attratte dalla fama del suo Ambulatorio, gratuito e aperto tutto il giorno, dalla leggerezza della sua mano, che dicevano capace di estrarre un dente senza l ausilio di strumenti, e soprattutto dalla dedizione totale alla persona-paziente, in assoluta rispondenza ai principi ispiratori di San Giovanni di Dio. A testimonianza del suo lavoro infaticabile, alla sua morte fu ritrovato nella sua stanza un baule contenente oltre due milioni di denti estratti, cosa che lo fece entrare nel Guinness dei primati. L attenzione dei Fatebenefratelli per le cure dentarie si è mantenuta inalterata nel corso del tempo e oggi abbiamo un reparto che possiamo senz altro definire uno dei fiori all occhiello di tutto l ospedale. Possiamo citare, come esempi tra i tanti, che il nostro è stato fra i primi ospedali a fornire un servizio pubblico per l implantologia già dal 1989, e che l Isola può oggi vantare un reparto di pedodonzia all avanguardia che, diretto dalla prof.ssa Raffaella Docimo, offre ai suoi piccoli pazienti uno spazio dedicato per la presa in carico delle loro problematiche odontostomatologiche. Nell ottica di mettere le nuove tecnologie al servizio del paziente, l UOC di Odontoiatria è stata fra le prime strutture ospedaliere ad offrire ai pazienti ortodontici adulti ed adolescenti la possibilità di avvalersi della nuova Tecnica di Ortodonzia invisibile Invisalign. Attual

18 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma mente il Reparto di Ortodonzia dell UOC di Odontoiatria è infatti uno dei centri pilota in Italia per la ricerca e lo sviluppo di nuove applicazioni cliniche della metodica Invisalign. La nostra UOC si caratterizza quindi per la duplice vocazione clinica e di ricerca. Appena entrati nell Unità ci si trova infatti di fronte a due stemmi: sul pavimento è visibile il tema dell Ordine Fatebenefratelli, mentre sulla parete frontale c è quello dell Università di Tor Vergata. Gli aspetti clinici e quelli di ricerca sono pertanto congiunti, riuscendo a creare un equilibrio fecondo tra la parte accademica e scientifica dell Università e quella schiettamente clinica della pratica quotidiana, sempre in stretta collaborazione con l AFaR sul piano tecnico, metodologico e organizzativo delle attività di ricerca. La volontà di unire la ricerca alla pratica clinica quotidiana è stata nuovamente fonte di ispirazione per l apertura del nuovo Centro per la diagnosi e cura dell alitosi presso il Reparto di Odontoiatria; l alitosi, infatti è una patologia molto diffusa fra la popolazione e che presenta difficoltà di gestione per le grandi implicazioni da un punto di vista medico e psico-sociale. Linea di ricerca 4 Tecniche e Tecnologie InnovatiVE ne temporale) permetterà una visione d insieme delle funzioni cerebrali. Di recente sono stati anche acquisiti i pacchetti di software indispensabili al potenziamento di studi già in atto per un analisi morfo-volumetrica computerizzata delle strutture cerebrali (p.es. la Voxel Based Morphometry) come anche per un imaging quantitativo dei grossi contingenti di fibre attraverso tecniche di trattografia. L approccio integrato - che viene garantito tramite un affiatata equipe di fisici, radiologi, informatici, statistici e matematici - ha già portato al fiorire di un insieme di studi molto promettenti per un approccio tecnico e tecnologico innovativo. In questa linea confluiscono i servizi del Dipartimento di Bio-Immagini, la MEG, la Neurofisiologia Clinica ed altri settori del Dipartimento di Neuroscienze, la neurofisiologia cardiaca. Gruppo di ricerca Information Technology Responsabile Dr. Luca Paulon Collaboratori: A. Campolongo, C. Cruciani, A. Giordani, L. Lagana, M. Siena, A. Teodori Il gruppo ha avviato (nel 2011) un lavoro di ricerca e sviluppo sperimentale attualmente denominato Business Simulation for Healthcare (BuS4H) per la realizzazione di sistemi di supporto alle decisioni dei manager di direzione generale, sanitaria o di dipartimento di un azienda ospedaliera. BuS4H può essere usato per rappresentare la propria realtà aziendale e/o individuare possibili interventi di (ri)dimensionamento di uno o più unità operative ed anche per la formazione manageriale. Le funzioni che caratterizzano il sistema sono infatti: 1) la raccolta dei dati provenienti dal Sistema Informativo Ospedaliero e dal CED in particolare (flussi RAD, CeDAP, GIPSE, etc.) finalizzata alla integrazione in un database per le simulazioni; 2) l individuazione ed analisi dei processi (DRG) più rilevanti 3) le analisi dei case mix ottimali (approccio top-down); 4) la simulazione dei processi di servizio e l ottimizzazione delle risorse di processo (approccio bottom-up); 5) la rendicontazione/reportistica con finalità anche di formazione a distanza attraverso una piattaforma web dedicata (Moodle). Il primo caso di studio trattato riguarda un dipartimento di Tale linea si concentra sulla messa a punto e validazione di tecniche integrate di imaging funzionale in modo specifico dedicato alla Neurofisiopatologia degli Apparati Sensoriali. Tra queste sono da sottolineare l EEG ad alta definizione, in cui tramite un procedimento di deblurring è possibile eliminare l influenza delle correnti di volume, aumentando il campionamento spaziale della registrazione e la precisione nella localizzazione del generatore. Inoltre, analogo approccio viene effettuato al segnale Magnetoencefalografico il quale, grazie alla sua trasparenza rispetto agli involucri extra-cerebrali permette una modellizzazione molto più semplice del cranio e dell encefalo del soggetto. La stimolazione magnetica transcranica (TMS) permette di mappare le aree motorie cerebrali con una notevole precisione. Infine, l imaging delle funzioni cerebrali effettuato mediante RM (sfruttando l accumulo di emoglobina nei siti in cui è aumentata la scarica dei neuroni attivi) permetterà di definire in modo complessivo (spazialmente adeguato) i circuiti neuronali coinvolti nelle funzioni esaminate. L integrazione con i metodi precedenti (che forniscono un elevatissima discriminazioostetricia e ginecologia ed in particolare le attività di assistenza sanitaria rivolte alle donne in gravidanza durante il ricovero per il parto (naturale oppure cesareo). Tuttavia il sistema è rivolto ad una intera azienda ospedaliera e quindi potenzialmente applicabile in qualsiasi specialità. Questa linea di ricerca è il risultato di una intensa collaborazione del gruppo di Statistica Medica e Information Technology dell A- FaR con l azienda ospedaliera Fatebenefratelli San Giovanni Calibita all Isola Tiberina di Roma (in particolare la direzione sanitaria e generale, CED e dipartimento per la salute della donna e del bambino) e con le Università di Roma Tor Vergata (ovvero la Scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva) e Sapienza (con il Dipartimento di Scienze di Base e Applicate per l Ingegneria e dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale). Gruppo di ricerca Medicina Telematica Responsabili Dr. Maurizio Ferrante e Dr. Riccardo Fragomeni Collaboratori: Emenuele Cassetta, Debora Caprara, Maria Gabriela Bevacqua, Simona Frontoni, Carlo Peraldo Neja, Chiara Riso, Angelo Venuti Nell ambito della cosiddetta telemedicina sono ormai largamente disponibili e testate applicazioni tecnologiche tali non soltanto da migliorare le possibilità diagnostiche e terapeutiche ma in grado di modificare il rapporto tra Operatori Sanitari e Paziente, con imponenti ricadute gestionali ed organizzative. Proprio per la così profonda incidenza di tale evoluzione sulla natura stessa della relazione terapeutica, un rilevante problema di natura concettuale che immediatamente si pone, è la ridefinizione dei rapporti tra ruoli professionali, organizzazione ed aspettative dei cittadini, alla luce delle innovazioni tecnologiche. In questa ottica il nostro Ospedale San Giovanni Calibita dell Isola Tiberina, Ospedale della Curia Generalizia dell Ordine dei Fatebenefratelli, che rappresenta a livello mondiale una realtà socio assistenziale complessa, articolata ed impegnata ad operare in condizioni talora estreme, ha deciso di promuovere ed ospitare percorsi e iniziative a favore della telemedicina & telehomecare, con il riferimento innovativo ed ambizioso alla fondazione di una Medicina Telematica che, al di là del valore semantico della definizione, riaffermi con forza il significato insostituibilmente professionale ed umano dell atto curativo ed assistenziale di cui la tecnologia, anche la più evoluta, rappresenti la leva moltiplicatrice senza mai prendere il sopravvento rischiando di disumanizzarlo. Su questo e su altri temi è impegnato dal 2008 il Settor I.C.T. (Information Communication Technology) all interno della Direzione Sanitaria. Il settore ha avviato diverse collaborazioni con importanti realtà industriali che si occupano di informatica medica e di ricerca applicata. Grazie ad esse sono stati sviluppati numerosi progetti. Ad oggi sono state sperimentate diverse soluzioni per offire servizi socio-sanitari e/o di supporto clincio ad alto contenuto tecnologico. Nello specifico, per scopi clinici e di ricerca, l UOC di Cardiologia e il Settore ICT dell Ospedale tramite l AFaR, partecipano al progetto dell ESA denominato TESHEALTH. Ad oggi esiste una esigenza non procrastinabile di eseguire studi clinici multicentrici controllati (in termini di qualità dei dati espressi) dai singoli centri. In particolare è fondamentale il controllo della qualità dei dati derivati da metodiche operatore dipendente quali quelle di imaging, come nel caso specifico dell ecocardiogramma. Al fine di creare un metodo standard di condivisione della acquisizione e della interpretazione delle immagini da esso derivanti, è necessario disegnare un sistema affidabile, di semplice utilizzo ed a costi contenuti. Lo scopo del progetto è l investigazione e l analisi di un sistema di E-health integrato dedicato a tale studio. Il progetto, sviluppato grazie alla collaborazione tra industrie private, università e centri clinici di riferimento per l utenza finale, è supportato dall European Space Agency (ESA). Lo studio propone la configurazione e l avvio di una piattaforma di medicina telematica di interazione e scambio di informazioni cliniche tra due ambienti: il mondo dei servizi professionali (dedicato ai professionisti della sanità) ed il mondo del self care (dedicato ai pazienti o alle persone sane) attraverso la piattaforma HIE (Health Integration Engine) utilizzando connessioni di rete mista (terrestre e satellitare). L UOC di Cardiologia dell Ospedale dell Isola Tiberina rappresenta il core lab nel contesto professionale dello studio. Il settore ICT per la Medicina Telematica ha coordinato l avvio dello studio predisponendo l assetto della rete 34 35

19 Area Operativa di Roma Area Operativa di Roma telematica a beneficio della UOC Cardiologia atta a garantire l esecuzione e la qualità dell esame allo studio. La telemedicina sta delineandosi come parte integrante del disegno di ristrutturazione della rete assistenziale, contribuendo a migliorare e rendere più facilmente fruibile l assistenza sanitaria in particolare per i pazienti con patologie croniche. Il progetto di Telemedicina per la gestione del diabete nasce con la finalità di migliorare la qualità di vita del paziente con diabete, contribuendo a migliorare la gestione della malattia. La fase iniziale di validazione del sistema prevede il coinvolgimento di 30 pz monitorizzati per 12 mesi, reclutati tra coloro che afferiscono all ambulatorio e al DH di Diabetologia dell Ospedale Fatebenefratelli. I pz vengono forniti di un dispositivo MAU (Multi Access Unit), mediante il quale potranno inviare al sistema i dati glicemici acquisiti con il proprio glucometro. Il sistema permette inoltre l invio di segnalazioni mediante messaggi di testo o alert preimpostati su sintomi, variazioni di terapia ecc. I dati glicemici e le informazioni cliniche vengono quindi valutate dal diabetologo che segue il progetto e che fornirà indicazioni terapeutiche, consigli e suggerimenti pratici. Il progetto al momento vede coinvolti 14 pz, 9 donne e 5 uomini, età media 43,3 ±11,8 anni di cui 6 con diabete gestazionale (4 in terapia dietetica e 2 in terapia insulinica), 4 con diabete mellito di tipo 1 (1 in terapia con microinfusore e 3 in terapia basal-bolus), 4 con diabete mellito di tipo 2 (2 in terapia insulinica e 2 con ipoglicemizzanti orali). Il breve periodo di osservazione non consente di trarre informazioni cliniche circa il compenso metabolico o della qualità di vita, tuttavia è possibile estrapolare dati su utilità del sistema e vantaggi percepiti e riscontrabili nella pratica clinica. Il 90% dei pz invia con costanza i valori glicemici e il 50% invia periodicamente aggiornamenti su sintomi, variazioni dietetiche e di attività fisica e risponde alle richieste di chiarimenti clinici o all invio di consigli educazionali e terapeutici del diabetologo. L aderenza alle indicazioni e la spinta motivazionale sono espressioni della semplicità del sistema e dei vantaggi percepiti dal paziente. Grazie alla possibilità di monitorizzare ed effettuare modifiche terapeutiche a distanza il progetto di telemedicina consente di allungare i tempi delle visite ambulatoriali snellendo le liste d attesa. Alla luce dell incidenza della patologia, dell impatto socio economico e del carico sanitario, le ripercussioni della telemedicina nella gestione del diabete mellito appaiono ancora più evidenti. Il nostro gruppo di ricerca sta lavorando al progetto Tiber Uva e settore ICT. Un progetto innovativo frutto della collaborazione del Settore ICT dell Ospedale Fatebenefratelli dell Isola Tiberina di Roma, dell UVA Unità Valutativa Alzheimer coordinata dal Dr. Emanuele Cassetta del Dipartimento di Neuroscienze dell Ospedale, del Gruppo GESI, Gestione Sistemi per l Informatica e l Associazione Alzheimer Roma Onlus. Coinvolge diversi attori e si propone quale nuovo modello organizzativo di sostegno socio-assistenziale ai pazienti affetti dal morbo di Alzheimer e alle loro famiglie. Attraverso il sistema telematico denominato T.I.B.E.R., è possibile offrire telematicamente servizi socioassistenziali e riabilitativi. La piattaforma consiste in due aree; una pubblica informativa, divulgativa l altra privata, formativa e di servizio. L area pubblica offre informazioni divulgative circa lo stato dei servizi offerti al malato e ai familiari, le agevolazioni offerte dalle istituzioni e le possibilità di cura. L area privata offre agli utenti iscritti i diversi servizi che stiamo progettando e che pubblicheremo di volta in volta; percorsi formativi, informativi, di cura, di sostegno e diverse applicazioni; geolocalizzazione, tele riabilitazione e/o a sistemi di reminder e di alert che arrivano direttamente ai familiari. Tra i vari elementi innovativi del servizio si evidenzia la fortissima compartecipazione tra risorse umane e quelle tecnologiche. Altro elemento interessante è costituito dal network operativo e consultivo che TIBER offre agli specialisti e agli operatori coinvolti nella sperimentazione: neurologo, medico di famiglia, psicologo, riabilitatore e assistente sociale. Il familiare che accede a TIBER ricevere le informazioni e le notizie direttamente dal centro UVA. Altre Linee di ricerca Gruppo di ricerca Neonatologia Responsabile Dr. Rocco Agostino L Unità Operativa di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell Ospedale S. Giovanni Calibita, Fatebenefratelli, Isola Tiberina, diretta dal Prof. Rocco Agostino, svolge la propria attività di ricerca in diversi campi della disciplina medica avvalendosi della collaborazione di cinque laureati titolari di borse di studio, autofinanziate o finanziate dall AFaR. Le tematiche dei singoli progetti di ricerca riguardano argomenti innovativi e di grande interesse scientifico che, se pur molto diversi tra loro, hanno come obiettivo comune la salute del neonato ed il miglioramento della qualità e delle tecniche di assistenza e cura pre-post natali. Il progetto multicentrico «Analisi Metabolomica delle urine nel nato a termine e late preterm con parto spontaneo o con taglio cesareo» si avvale di una tecnologia innovativa (la risonanza magnetica spettroscopica) che consente di eseguire migliaia di misurazioni simultanee sullo stesso campione biologico generando una foto istantanea dello stato metabolico di un organismo. Nel nostro studio questa tecnica viene sfruttata per valutare come il diverso tipo di parto, cesareo e spontaneo, possa influenzare il profilo metabolico urinario del neonato ed indagare quindi quali siano le reali implicazioni sulla fisiologia dell organismo tra cui le possibili ripercussioni sul sistema immunitario. Lo Studio preliminare per la supplementazione con olio di oliva nell alimentazione del neonato gravemente pretermine indaga sui possibili benefici della somministrazione dell olio d oliva (azione antiossidante, miglioramento del transito intestinale, apporto di lipidi insaturi qualitativamente e quantitativamente corretto, azione antitumorale e antiteratogena) con l idea di poterlo utilizzare come integratore della dieta di un neonato pretermine, alla luce del più alto rischio di patologie croniche correlate all ossidazione cellulare (Displasia Broncopomonare, Retinopatia del Pretermine) a loro riferite. Il progetto multicentrico Indagine conoscitiva sulle abitudini delle mamme prima dell inizio della gravidanza è stato ideato per valutare le conoscenze attuali delle neomamme riguardo all importanza dello stile di vita preconcezionale. È noto infatti che fattori di rischio, di natura genetica ed ambientale, possono essere concausa di patologie congenite quali malformazioni, prematurità e restrizione crescita intrauterina. Per questo motivo abbiamo formulato un questionario da distribuire ad una coorte di neomadri con figli sani che non abbiano presentato eventi avversi della riproduzione. Tale indagine è volta alla definizione epidemiologica delle donne intervistate ed ha come obiettivo secondario quello di individuare gli spazi di intervento per definire un counseling ed un eventuale progetto assistenziale mirato ed efficace per ogni donna in età fertile. Nel progetto Valutazione dell efficacia della ventilazione nasale a pressione positiva intermittente flusso-sincronizzata (NSIPPV) nel trattamento dell apnea della prematurità si sta cercando di individuare quale sia la tecnica di assistenza respiratoria più efficace nel ridurre la frequenza delle crisi di apnea nel neonato prematuro. Per molti anni si è dibattuto sull effettivo ruolo delle crisi di apnea nella genesi delle alterazioni dello sviluppo neurologico del neonato prematuro e sulla possibile relazione causa/effetto tra le apnee e la comparsa di deficit cognitivi e comportamentali. Con la nostra indagine stiamo verificando la maggior efficacia della tecnica NSIPPV rispetto alla ventilazione nasale a pressione positiva intermittente (NIPPV) e della ventilazione nasale a pressione positiva continua (NCPAP). Rimanendo nel campo dell assistenza respiratoria nel neonato pretermine, un ulteriore studio multicentrico Assistenza respiratoria in sala parto con Sustained Lung Inflation (SLI) nel neonato estremamente pretermine a rischio di RDS, studio randomizzato controllato sta valutando l efficacia dell applicazione della SLI in sala parto nel ridurre la necessità di ventilazione meccanica (VM) nel neonato pretermine per evitare le possibili complicanze ad essa correlate. È noto infatti come tra i fattori coinvolti nella patogenesi della displasia broncopolmonare un ruolo rilevante sia rappresentato dal barotrauma e volutrauma legati all uso della VM. Il progetto Valutazione degli indicatori di vitalità e morbosità in una popolazione di neonati con età gestazionale <32 settimane: influenza dell outcome a breve e lungo termine prevede il monitoraggio dello sviluppo globale del bambino da 0 a 5 anni e la promozione della re

20 Area Operativa di Roma Progetti finanziati dall AFaR lazione genitore-bambino mediante un approccio interdisciplinare che comprende il followup psicologico. La ricerca si propone di valutare lo sviluppo cognitivo dei nati pretermine in relazione alle condizioni biologiche presenti alla nascita e nel periodo perinatale. Il follow up psicologico in particolare si propone di correlare i fattori ambientali ed in particolare la relazione con i genitori con lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale del bambino pretermine nelle diverse fasi evolutive, evidenziando l impatto del modello assistenziale interdisciplinare e del processo di cura proposto dal nostro centro sulla qualità dello sviluppo del bambino e della relazione genitore-bambino. La ricerca L intervento sensoriale nel neonato gravemente prematuro si propone due obbiettivi. L obbiettivo primario è valutare l efficacia dell Intervento Sensoriale come modulatore dello stress in neonati di Età Gestazionale < alle 32 settimane, utilizzando come marker biologico il cortisolo urinario misurato settimanalmente per l intera durata dell intervento (5 volte a settimana per 4 settimane, dalle 31 alle 35 settimane di Età Post Mestruale), rispetto ad un gruppo controllo, con caratteristiche simili al campione trattato, che effettua solamente gli interventi fisioterapici di routine assistenziale (cura posturale, valutazione dello sviluppo). L obiettivo secondario è analizzare le possibili differenze individuali tra i due gruppi, rispetto alle variante S e L del gene 5-HTTLPR alla luce del ruolo giocato da questo polimorfismo della serotonina nella modulazione dell asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), regolatore dei meccanismi omeostatici dell organismo in risposta ad eventi stressanti. Gruppo di ricerca Genetica Attualmente il progetto GenCoDis è sostenuto da diversi gruppi di ricerca che lavorano nel campo delle patologie complesse e della biologia molecolare. Ogni gruppo di ricerca possiede specifiche competenze che messe a disposizione degli altri ricercatori permetteranno di migliorare la qualità della ricerca scientifica dei singoli gruppi. Temi di ricerca Progetto GenCoDis: rete di collaborazioni sviluppate presso l isola Tiberina per lo studio della genetica delle patologie complesse. Il progetto GenCoDis (Genetics on Complex Diseases) nasce da una serie di collaborazioni tra differenti centri dell ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli dell Isola Tiberina ed alcuni centri esterni e ha come obiettivo lo studio della predisposizione genetica nelle patologie complesse. In molti casi l eziologia di questo tipo di malattie risulta poco chiara, poiché sono noti alcuni fattori di rischio ambientale e/o genetico ma la variabilità della suscettibilità individuale a questi ultimi rendono difficoltosa sia la comprensione dei meccanismi fisiopatologici, sia l efficacia della pratica medica nella loro cura. Diversi gruppi di ricerca all interno dell ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli stanno svolgendo alcuni studi per comprendere quali siano le dinamiche della predisposizione genetica in alcune malattie multifattoriali. La rete di collaborazioni stabili tra questi gruppi migliora lo scambio di conoscenze e competenze, e facilita l impostazione di progetti di rete. Obiettivi L identificazione di marcatori di suscettibilità affidabili per le patologie complesse è un risultato facilmente trasferibile in quanto consentirebbe al clinico, con semplici test non invasivi e a basso costo, di individuare i soggetti a rischio. In particolare, l individuazione precoce di tali soggetti permetterebbe di proteggerli dai fattori di rischio, fornendo loro una adeguata terapia e avvisandoli in tempo degli effetti dannosi che potrebbero avere alcune abitudini di vita. Aspetti etici Le ricerche sulla genetica umana potrebbero portare enorme benefici all uomo sia in termini di salute che di qualità della vita, ma contemporaneamente sollevano importanti interrogativi dal punto di vista etico. Per questo motivo, particolare attenzione deve essere data all impostazione che studi di questo tipo devono avere. A tal fine, ogni protocollo di studio previsto nell attività della rete GenCoDis viene preliminarmente sottoposto alla valutazione del comitato di Bioetica dell ospedale e adeguatamente discusso. Progetti FINANZIATI DALL AFaR Ospedale SAN Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina PROGETTO DI RICERCA: 1 Analisi della flora microbica e dei gas del cavo orale: l alitometro come nuovo strumento per la diagnosi e la cura dell alitosi Responsabile scientifico Prof. Claudio Arcuri Obiettivo finale del progetto Fino ad oggi i mezzi per accertare l alitosi consistevano, oltre alla testimonianza del paziente, nello strofinare una garza sterile sulla lingua o nel passare il filo interdentale tra i molari superiori ed inferiore, e, attesi 40 secondi, nell odorarli. Tale prova, oltre ad essere poco piacevole per l operatore, risultava anche essere del tutto soggettiva. Recentemente è stato introdotto sul mercato uno strumento diagnostico in grado di rilevare l alitosi e di determinare esattamente da quale parte del nostro corpo origina il problema, se dalla bocca, dal naso o dai polmoni: si tratta dell alitometro. L alito, costituito dall aria che si espira, è formato da vapore acqueo, alcuni gas e scorie microscopiche e, se si è sani e non si trascura l igiene orale, risulta essere inodore. In particolari condizioni invece si modifica, assumendo odori caratteristici. Esistono fondamentalmente due tipi di alitosi. La forma più comune (90% dei casi) è quella transitoria: appare solo in alcuni momenti della giornata ed è sostanzialmente un fenomeno fisiologico. Questa forma di alitosi risponde molto bene all igiene orale, che consente di rimuovere dal cavo orale i batteri anaerobici ritenuti i principali responsabili. Il restante 10% dei casi è invece affetto dall alitosi patologica persistente. Quest ultima, al contrario della prima, non scompare anche dopo un accurata igiene orale in quanto è causata in qualche caso da malattie sistemiche gravi quali il diabete mellito, le epatopatie acute e l insufficienza renale cronica, ma molto più spesso da patologie del cavo orale. Fra le cause odontoiatriche si annoverano la carie dentaria, la presenza di protesi e ricostruzioni dentali incongrue, la malattia parodontale. Da ciò si deduce che in oltre il 90% dei casi, le cure per la risoluzione dell alito cattivo non possono che essere di tipo odontoiatrico. Lo scopo del nostro lavoro è testare l affidabilità dell alitometro, confrontando i risultati dei prelievi dal cavo orale e dei gas orali di un campione di pazienti affetti da alitosi, prima e dopo le terapie odontoiatriche. PROGETTO DI RICERCA: 2 Assistenza respiratoria in sala parto con Sustained Lung Inflation (SLI) nel neonato estremamente pretermine a rischio di RDS: studio multicentrico randomizzato controllato Responsabile scientifico Prof. Rocco Agostino Obiettivo finale del progetto Sebbene sia noto come la patogenesi della displasia broncopolmonare (BPD) sia di natura multifattoriale, il ruolo del danno polmonare indotto dalla ventilazione meccanica (VM) sembra essere un fattore preponderante nella sua genesi. Purtroppo, nonostante siano state sviluppate nuove modalità di VM, la frequenza della BPD non si è modificata in modo rilevante. Un aspetto dell assistenza respiratoria del neonato pretermine non ancora sufficientemente indagato riguarda l approccio in sala parto subito dopo la nascita. Negli ultimi anni sono stati eseguiti alcuni studi che hanno avuto 38 39

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