Il sistema economico locale: industria e terziario

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il sistema economico locale: industria e terziario"

Transcript

1 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo capitolo 6 Il sistema economico locale: industria e terziario In questo capitolo sono presentati gli indicatori di base utili a un analisi descrittiva dei caratteri strutturali del sistema economico locale. In particolare, si fa riferimento ai comparti produttivi afferenti al settore industriale e dei servizi (terziario), escludendo il solo settore agricolo, per il quale si rinvia al capitolo successivo. La distinzione tra imprese e istituzioni Con il censimento dell industria e dei servizi del 1991 l Istat ha introdotto un importante distinzione tra imprese e istituzioni, contribuendo così a una più precisa identificazione del ruolo svolto, nel sistema economico locale, tanto dalle unità produttive più specificamente orientate al mercato, quanto da quelle unità che garantiscono servizi non commerciali a favore della collettività. Per impresa si intende l organizzazione di un attività economica esercitata con carattere professionale avente come finalità la produzione di beni o la prestazione di servizi destinabili alla vendita. Per istituzione si intende una unità la cui funzione principale è produrre beni e servizi non destinabili alla vendita, finanziandosi prevalentemente o mediante prelevamenti obbligatori effettuati presso le altre unità istituzionali dell economia, cioè famiglie e imprese (Istituzioni dell Amministrazione pubblica), oppure mediante versamenti volontari delle famiglie e/o dei soggetti che si sono organizzati per la gestione di un interesse comune (Istituzione sociale privata). La serie di indicatori proposti riguarda tanto gli aspetti più strettamente dimensionali della struttura produttiva locale, quanto le sue caratteristiche tipologiche. Infatti, oltre alla consistenza delle unità locali di imprese e istituzioni e dei relativi addetti, viene presa in considerazione la distribuzione di i quaderni del POM 103

2 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 queste unità locali per macro settore di appartenenza, per forma giuridica e stato di attività, per tipo di conduzione delle imprese (imprese industriali o artigiane), proponendo anche degli indicatori funzionali a un analisi della localizzazione territoriale delle unità produttive. 6.1 La diversificazione per settori produttivi Nelle rilevazioni censuarie e amministrative le imprese e le istituzioni sono classificate per tipologia di attività e distinte in settori e sottosettori. Tale classificazione rende possibile un analisi descrittiva preliminare del sistema locale di imprese e servizi a partire dai dati sull incidenza percentuale di ciascun settore di attività. Ai fini di un analisi di contesto, però, può risultare utile identificare indicatori sintetici dei caratteri della struttura produttiva ricorrendo a un aggregazione delle attività per macro-settori. Con riferimento particolare alle imprese, ad esempio, una distinzione discriminante può essere operata tra produzione di beni e prestazione di servizi 29. Nella prima aggregazione di attività rientrano tutte le imprese dei diversi settori industriali: attività connesse ad agricoltura, silvicoltura, caccia, pesca e piscicoltura estrazione di minerali attività manifatturiere produzione e distribuzione di energia, gas e acqua costruzioni. Nella seconda aggregazione rientrano invece tutte le attività del cosiddetto settore terziario: commercio pubblici esercizi (alberghi, ristoranti, bar, mense, ecc.) trasporti e comunicazioni 29 Questa distinzione non risulta sempre netta. In alcuni casi le imprese svolgono sia produzione di beni che prestazione di servizi. In occasione dei censimenti, e per l iscrizione al registro delle ditte della Camera di Commercio, si procede comunque a una classificazione secondo l attività prevalente dell impresa. 104 i quaderni del POM

3 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo intermediazione finanziaria attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca servizi alle imprese istruzione servizi sanitari altri servizi pubblici, sociali e personali. Un primo semplice indicatore dei caratteri della struttura produttiva locale può essere identificato nel rapporto percentuale esistente tra le unità locali di imprese afferenti al primo raggruppamento della produzione industrialemanufatturiera e l insieme delle unità locali di imprese. Questo indicatore lo indichiamo come tasso di industrializzazione della struttura produttiva. Considerando il raggruppamento dei servizi, invece, otteniamo di tasso di terziarizzazione della struttura produttiva. Nell interpretazione dei valori assunti da questi indicatori è necessario tener presente che l unità di rilevazione è l unità locale di impresa. Ciò significa che a un elevato tasso di industrializzazione o terziarizzazione della struttura produttiva non corrisponde necessariamente un peso proporzionale in termini di popolazione occupata (gli addetti ) nei relativi settori di attività. Questi indicatori, basandosi sulla consistenza numerica delle unità locali di impresa, misurano, cioè, solo il grado di diffusione delle imprese afferenti ai due raggruppamenti distinti. Al fine di meglio identificare i caratteri del sistema produttivo locale e della sua evoluzione è possibile operare ulteriori distinzioni all interno di questi due raggruppamenti. La specifica composizione per settori di attività permette cioè di qualificare il tipo di struttura industriale e di servizi esistenti nel territorio, di identificare l eventuale presenza di distretti industriali, di valutare il livello di integrazione verticale (sistemi di filiera) delle imprese locali o la loro dipendenza dai mercati di approvvigionamento e di sbocco esterni, di ricostruire il livello di diversificazione del sistema produttivo locale ottenendo così indicazioni sulla sua dinamicità. Un economia locale in forte sviluppo, pur se trainata da un settore produttivo in particolare - come nel caso delle economie di distretto - alimenta un mec- i quaderni del POM 105

4 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 canismo di espansione della domanda e dell offerta di beni e servizi. Al contrario, nelle aree economicamente più deboli si riscontra una maggiore concentrazione delle unità locali di impresa su determinati settori produttivi, concentrazione dovuta al fatto che non si stabiliscono circuiti di interazione tra le imprese capaci di alimentare una dinamica di sviluppo della domanda/offerta di beni e servizi. Questa concentrazione, oltretutto, risulta sovente significativa di situazioni di dipendenza dall esterno, che trovano conferma nella maggiore incidenza dell occupazione nel settore della pubblica amministrazione e nel commercio. Con riferimento al raggruppamento dei servizi, ad esempio, una semplice ma efficace ripartizione può essere adottata tra le attività commerciali al dettaglio e l insieme di tutte le altre attività afferenti al settore dei servizi. Oppure, utilizzando criteri di classificazione più fini, si può operare una distinzione tra imprese fornitrici di servizi alle imprese (producer services) e imprese fornitrici di servizi alle famiglie (consumer services). Fig Indicatori relativi alla diversificazione dei settori produttivi Numero totale delle imprese Imprese del settore industriale Tasso di industrializzazione della struttura produttiva Imprese del terziario Tasso di terziarizzazione della struttura produttiva Imprese producer services Tasso di diffusione dei servizi alle imprese Sulla base di quest ultima distinzione, e nella misura in cui risultano disponibili i dati disaggregati per singola categoria di attività, è possibile costruire un indicatore, che definiamo tasso di diffusione dei servizi alle imprese, in grado di sintetizzare l incidenza dei producer services sull insieme delle imprese di servizi. Questo indicatore, espresso in termini percentuali, assumerà valori mag- 106 i quaderni del POM

5 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo giori in quelle aree a più elevato sviluppo economico, dove più intense risultano le interazioni tra imprese, mentre assumerà valori inferiori lì dove la struttura produttiva presenta caratteri di minore dinamicità e un orientamento delle imprese maggiormente rivolto alla domanda proveniente dalle sole famiglie. 6.2 I caratteri dimensionali L indicatore più semplice cui fare riferimento per sintetizzare i caratteri dimensionali della struttura delle imprese e delle istituzioni è rappresentato dal numero medio di addetti delle unità locali. Questo indicatore può anche essere calcolato con riguardo ai singoli settori produttivi, ottendo così un elemento di comparazione delle differenze strutturali delle imprese afferenti a ciascun comparto industriale. Basandosi su un valore medio, questo indicatore, nel mentre fornisce un dato sintetico perfettamente comparabile sugli addetti delle unità locali, determina però una perdita di informazioni sulla distribuzione della tipologia dimensionale (classi di addetti) delle imprese. La perdita di informazioni può risolversi attraverso un analisi della distribuzione percentuale delle imprese (e/o istituzioni) per classi d addetti, oppure ricorrendo a un indicatore in grado di sintetizzare l incidenza di una componente particolarmente significativa della struttura produttiva. L indice di concentrazione delle piccole imprese può rispondere efficacemente a questo scopo. Esso equivale al rapporto percentuale tra le unità locali minori di impresa identificate, ad esempio, come quelle fino a 5 addetti sul totale delle unità locali di impresa. Questo indicatore è particolarmente significativo perché permette di distinguere le aree caratterizzate dalla localizzazione di imprese industriali medio-grandi e di servizi, dalle aree dove il tessuto di imprese è costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese. Ovviamente, un indicatore simile può anche essere ideato per rispondere all esigenza di misurare la diffusione dell impresa medio-grande. In questo caso, tuttavia, per poter valutare anche l impatto occupazionale delle aziende medio-grandi, può risultare più utile misurare la concentrazione degli addetti nelle imprese di medio-grandi dimensioni. i quaderni del POM 107

6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 Fig Indicatori relativi ai caratteri dimensionali delle imprese Totale addetti delle imprese Totale addetti delle istituzioni Unità locali di imprese fino a 5 addetti Totale unità locali di imprese Numero medio degli addetti delle unità locali di imprese Indice di concentrazione delle piccole imprese Totale unità locali delle istituzioni Numero medio degli addetti delle unità locali di istituzioni Addetti delle unità locali di imprese sopra i 50 addetti Indice di concentrazione degli addetti delle grandi imprese 6.3 Le tipologie di impresa Nelle rilevazioni censuarie dell Istat, e in quelle di natura amministrativa operate dalle Camere di Commercio, sono proposti tre elementi distintivi della tipologia delle imprese: la forma giuridica, la configurazione di impresa artigianale, l attività o inattività dell impresa. I dati resi disponibili attraverso il Registro Ditte delle Camere di Commercio provinciali propongono a riguardo del primo elemento classificatorio la seguente distinzione: società di capitale società di persone ditte individuali altre forme giuridiche. Un semplice indicatore che si può ricavare da questa distinzione è rappresentato dalla percentuale delle imprese appartenenti a ciascuna forma giuri- 108 i quaderni del POM

7 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo dica sull insieme delle imprese. L analisi della ripartizione percentuale permette allo stesso tempo di valutare la composizione interna del sistema di imprese per forma giuridica e le differenze esistenti tra le unità territoriali che compongono l area di osservazione. Per ottenere un indicatore sintetico della composizione del tessuto di imprese per forma giuridica si può invece fare riferimento all indice di consolidamento societario della struttura di imprese. Esso equivale al rapporto percentuale tra il numero di imprese aventi forma giuridica di società (di capitali o di persone) e il numero totale di imprese. Si tratta di un indicatore grossolano, anche perché riunisce forme societarie tra loro diverse, e tuttavia interessante, non solo perché in grado di restituire in modo sintetico l incidenza della forma societaria di impresa, ma anche perché offre un parametro di valutazione del grado di sviluppo del sistema produttivo locale. La configurazione societaria, infatti, proprio per i caratteri strutturali cui più di frequente è associata (dimensione in termini di addetti e fatturato, capacità di investimento e innovazione, capacità di inserimento sui mercati) risulta positivamente correlata con il grado di innovazione del sistema produttivo. Alla ripartizione delle imprese per forma giuridica, inoltre, si aggiunge un altro criterio classificatorio di uso frequente basato sulla distinzione delle imprese artigiane. Tale distinzione, anche se nelle ultime rilevazioni censuarie è stata assunta nella sua componente formale piuttosto che in quella sostanziale, mantiene una sua significatività descrittiva, risultando di supporto a una discriminazione delle imprese sotto il profilo dimensionale, della tipologia di gestione (caratterizzata da un coinvolgimento diretto dell imprenditoretitolare dell impresa) e del tipo di attività. Calcolando il rapporto percentuale tra le imprese artigiane e il totale delle imprese si ottiene dunque l indice di configurazione artigianale delle imprese. Questo indicatore è di semplice applicazione ma richiede un interpretazione attenta. In alcuni contesti territoriali, valori elevati dell indicatore sono significativi di un sistema produttivo consolidato di piccole e piccolissime imprese molto dinamiche. In altri contesti, per contro, valori ugualmente elevati possono essere significativi di un sistema produttivo debole, con vincoli strutturali che non facilitano l evoluzione delle imprese artigianali verso dimensioni e forme di gestione diverse. i quaderni del POM 109

8 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 Con riferimento allo stato di attività delle imprese, infine, si fa osservare che un impresa può esistere giuridicamente, ma non essere di fatto operativa per ragioni diverse: perché momentaneamente ha interrotto le proprie attività (stato di inattività ), perché sospesa, perché in liquidazione, ecc. La distinzione riguarda dunque la situazione dell impresa in quanto soggetto giuridico, non potendosi a rigore applicare all unità locale, la quale può solo trovarsi nella situazione di attività o cessata attività. La rilevazione della situazione di attività o non attività delle imprese viene desunta dai dati del registro ditte delle Camere di Commercio. In particolare, sono considerate come non attive tutte quelle imprese che non svolgono nel periodo di riferimento attività produttive, ma che non hanno provveduto alla cancellazione dal registro ditte (cessazione di attività). L importanza di questa distinzione, ai fini dell analisi del sistema locale di imprese, deriva dal fatto che lo stato di non attività per un impresa è per lo più associato a una situazione di difficoltà operativa (difficoltà produttive, di posizionamento sul mercato, difficoltà finanziarie, ecc.), oppure a una situazione di evoluzione della titolarità della stessa. In entrambi i casi si tratta di situazioni che, in relazione alla loro diffusione, rappresentano segnali di debolezza o di crisi dell economia locale. L indicatore più semplice utilizzato per rappresentare sinteticamente questo tipo di situazioni è il tasso di inattività delle imprese, calcolato come il rapporto tra le imprese non attive e il totale delle imprese iscritte al registro ditte di riferimento territoriale. Fig Indicatori relativi ai caratteri tipologici Numero di società Numero di imprese artigiane Numero di imprese inattive Numero totale di imprese Indice di consolidamento societario della struttura di imprese Indice di configurazione artigianale delle imprese Tasso di inattività delle imprese 110 i quaderni del POM

9 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo 6.4 La distribuzione territoriale L insediamento delle unità locali delle imprese o delle istituzioni può essere concentrato in alcune aree, o risultare diffuso in modo uniforme sul territorio; può essere distribuito in modo proporzionale alla densità abitativa di ciascuna unità territoriale, o non trovare alcuna corrispondenza con l insediamento della popolazione. Per analizzare questa distribuzione territoriale si utilizzano indicatori diversi, tra i quali la densità degli insediamenti produttivi e l indice di concentrazione territoriale delle unità locali. Il primo di questi indicatori fornisce una misura della diffusione delle unità locali commisurata alla popolazione residente, permettendo di identificare, all interno di una determinata area territoriale, o nel confronto con il contesto territoriale più ampio, eventuali differenze significative esistenti tra insediamenti abitativi e insediamenti produttivi. Esso equivale al numero di unità locali di imprese e/o istituzioni ogni 100 abitanti. Il secondo indicatore corrisponde invece al rapporto percentuale tra il numero delle unità locali situate nel comune più popolato di imprese e/o istituzioni, e il numero totale delle unità locali di tutti i comuni che costituiscono l area territoriale studiata. Questo indicatore permette di evidenziare eventuali concentrazioni delle unità locali che segnalano l esistenza di piccoli distretti produttivi e di aree industriali locali. Varianti di questi due indicatori si ottengono considerando il numero degli addetti piuttosto che il numero delle unità locali, o distinguendo le unità locali per settore. Inoltre, con riguardo all indice di concentrazione delle unità locali, si può anche decidere di misurare il grado di concentrazione in rapporto a sotto unità territoriali più ampie (più di un comune), verificando l eventuale presenza di aree di insediamento che ricadono in territori amministrativi diversi. Sempre in merito alle questioni attinenti la distribuzione territoriale, infine, c è da richiamare l attenzione su un altro indicatore molto significativo, che pone in rapporto i dati dei censimenti dell industria e dei servizi con i dati dei censimenti della popolazione. Definiamo questo indicatore come indice di localizzazione del lavoro. Esso si calcola suddividendo gli addetti delle imprese e delle istituzioni situate in un determinato territorio per gli occupati afferenti agli stessi macro settori di atti- i quaderni del POM 111

10 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 vità e che risultano residenti nello stesso territorio. La significatività, ma allo stesso tempo la difficoltà interpretativa di questo indicatore, deriva dalle due condizioni che stanno alla base della stessa distinzione tra addetti e occupati : gli addetti delle unità locali (di imprese o istituzioni) dislocate in un determinato comune possono risultare residenti nello stesso comune, o avere la propria residenza altrove gli occupati residenti in un comune possono svolgere la propria attività lavorativa nello stesso comune di residenza o altrove. Allorché la consistenza degli occupati residenti in un territorio non coincide con la consistenza degli addetti censiti presso le unità locali situate nello stesso territorio, se ne desume una differenza tra composizione locale dell offerta (la forza lavoro occupata) e composizione della domanda (i posti di lavoro disponibili presso le unità locali). Fig Indicatori relativi alla distribuzione territoriale Popolazione residente Occupati nel settore industriale e dei servizi Unità locali del comune con il maggior numero di unità locali(u.l.) Addetti del comune con il maggior numero di addetti delle U.L. Numero totale di unità locali Densità degli insediamenti produttivi Indice di concentrazione territoriale delle U.L. Numero totale di addetti delle unità locali Indice di localizzazione del lavoro Indice di concentrazione territoriale degli addetti delle U.L i quaderni del POM

11 Capitolo 6 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo L indice di localizzazione del lavoro serve a rilevare esattamente questo disallineamento. Esso assume valori tra 0 e 1 allorché gli addetti risultanti nelle unità locali del territorio considerato sono in numero inferiore alla popolazione occupata in esso residente (eccesso d offerta); mentre assume valori superiori a 1 nel caso contrario (carenza d offerta). Da osservare che valori bassi di questo indice non significano necessariamente che la popolazione occupata residente in un comune svolge la propria attività nello stesso comune, né che la struttura produttiva locale garantisce l occupazione a tutta la popolazione residente. Valori bassi dell indice, ad esempio, possono dipendere anche da una forte mobilità territoriale per lavoro. 6.5 La dinamica evolutiva della struttura produttiva Gli indicatori proposti permettono di identificare le caratteristiche strutturali del sistema economico locale. Nelle ricerche socio-economiche sui singoli contesti territoriali si è però spesso interessati ad acquisire una serie di informazioni sul tipo di evoluzione determinatasi nel tempo. L aspetto temporale permette infatti di meglio identificare le dinamiche di contesto e le principali tendenze in atto. Partendo dai dati dei censimenti dell industria e dei servizi, tuttavia, il calcolo di queste variazioni presenta alcuni limiti dovuti proprio alla periodicità decennale delle rilevazioni. Ciò si traduce in una perdita di informazioni sulle dinamiche dei periodi intercensuari. Per un analisi di breve periodo della struttura produttiva può risultare più utile fare riferimento ai dati rilevati dal sistema delle Camere di Commercio. Questi dati - che riguardano solo le imprese e che sono disponibili su archivio informatizzato solo a partire dagli anni 80 - presentano il vantaggio di essere aggiornati semestralmente. A partire da essi è possibile analizzare le variazioni intermedie al periodo intercensuario. Si consideri, infatti, che anche se la consistenza delle unità locali in corrispondenza dell inizio e fine di un intervallo temporale risulta immutata, nello stesso intervallo può comunque essersi prodotta una dinamica rilevante di nuove iscrizioni e cessazioni di imprese che, per effetto delle compensazioni, non viene rilevata dai dati di inizio e fine periodo. Questa dinamica di iscrizioni e cancellazioni è tuttavia molto signifi- i quaderni del POM 113

12 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo Capitolo 6 cativa per un analisi delle caratteristiche del sistema economico locale e del suo grado di stabilità e dinamicità. Un indicatore molto interessante che si ricava dalle informazioni relative alle iscrizioni al registro ditte delle Camere di Commercio è rappresentato dall indice di stabilità della struttura produttiva. Scelto un periodo di osservazione, e determinati quindi gli anni di inizio e fine di questo intervallo temporale, esso si calcola ponendo al numeratore il numero delle imprese iscritte all inizio più la somma di tutte le iscrizioni e cessazioni registrate nell intervallo di tempo considerato e, al denominatore, il numero delle imprese che risultano iscritte alla fine. Mettendo in rapporto, per un periodo determinato, il numero delle imprese cancellate con il numero delle imprese iscritte si ottiene invece l indice di solidità della struttura produttiva. Questo secondo indice permette di meglio discriminare l incidenza della mortalità delle imprese sulla instabilità del sistema produttivo locale. L indice di stabilità della struttura produttiva potrebbe infatti essere influenzato sia da una forte variazione della componente iscrizioni, sia anche da una forte variazione della componente cessazioni. Fig Indicatori relativi alla dinamica Imprese iscritte all inizio dell intervallo Sommatoria di iscrizioni e cessazioni nell intervallo Totale delle cessazioni registrate nell intervallo Imprese iscritte alla fine dell intervallo Indice di stabilità della struttura produttiva Totale delle iscrizioni registrate nell intervallo Indice di solidità della struttura produttiva 114 i quaderni del POM

Il lavoro. 4.1 L attività e l inattività della popolazione

Il lavoro. 4.1 L attività e l inattività della popolazione Capitolo 4 L analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo agricolo capitolo 4 Il lavoro Gli indicatori presentati in questo capitolo riguardano la condizione di occupazione.

Dettagli

Note per la lettura dei report

Note per la lettura dei report Note per la lettura dei report Report strutturali 0. IMPRESE REGISTRATE PER STATO DI ATTIVITÀ. ANNO 2012 E TASSO DI CRESCITA 2012 Contiene la distribuzione dell insieme delle imprese registrate, ovvero

Dettagli

A.4 IL SISTEMA PRODUTTIVO

A.4 IL SISTEMA PRODUTTIVO A.4 IL SISTEMA PRODUTTIVO A.4.1 Le unità locali Le unità locali presenti sul territorio della provincia di Ferrara, al Censimento dell Industria e dei Servizi 2001, erano 32.101, in aumento, rispetto al

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2009

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2009 DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2009 Imprese nel complesso In Lombardia, nel primo trimestre del 2009 le anagrafi camerali registrano un saldo negativo di 2.536 unità. Alla fine di marzo

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CAGLIARI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CAGLIARI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012 CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012 elaborazioni a: Marzo 2012 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale

Dettagli

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 2 trimestre 2011

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 2 trimestre 2011 DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 2 trimestre 2011 Imprese nel complesso In Lombardia, nel secondo trimestre del 2011 le anagrafi camerali registrano un saldo positivo di 6.804 unità. Alla fine di giugno

Dettagli

Regione Campania. 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014

Regione Campania. 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 1 Regione Campania 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 Il saldo tra iscrizioni e cessazioni Il secondo trimestre del 2014 mostra un deciso rafforzamento numerico del sistema imprenditoriale

Dettagli

ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA

ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA ANALISI DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE IN ITALIA novembre 04 Introduzione In base ai dati dell VIII Censimento su Industria e Servizi dell ISTAT è stata condotta un analisi dell occupazione femminile nelle

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 ATTIVITÀ 52.73.0 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA

STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 ATTIVITÀ 52.73.0 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ 52.48.3 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA ATTIVITÀ 52.73.0 RIPARAZIONE DI OROLOGI E GIOIELLI Settembre 2007 PREMESSA L evoluzione

Dettagli

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo

Dettagli

Capitolo 2 Distribuzioni di frequenza

Capitolo 2 Distribuzioni di frequenza Edizioni Simone - Vol. 43/1 Compendio di statistica Capitolo 2 Distribuzioni di frequenza Sommario 1. Distribuzioni semplici. - 2. Distribuzioni doppie. - 3. Distribuzioni parziali: condizionate e marginali.

Dettagli

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2012

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2012 DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2012 Imprese nel complesso In Lombardia, nel primo trimestre del 2012 le anagrafi camerali registrano un saldo negativo di 1.675 unità. Alla fine di marzo

Dettagli

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Convegno L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Catania, 5 dicembre 2002 SINTESI INTERVENTO DR. GAETANO SCOGNAMIGLIO Corporate Governance tradotto letteralmente significa

Dettagli

STUDIO DI SETTORE TG87U ATTIVITÀ 74.14.6 CONSULENZA FINANZIARIA CONSULENZA AMMINISTRATIVO GESTIONALE E PIANIFICAZIONE AZIENDALE

STUDIO DI SETTORE TG87U ATTIVITÀ 74.14.6 CONSULENZA FINANZIARIA CONSULENZA AMMINISTRATIVO GESTIONALE E PIANIFICAZIONE AZIENDALE STUDIO DI SETTORE TG87U ATTIVITÀ 74.14.1 CONSULENZA FINANZIARIA ATTIVITÀ 74.14.4 CONSULENZA AMMINISTRATIVO GESTIONALE E PIANIFICAZIONE AZIENDALE ATTIVITÀ 74.14.6 AGENZIE DI INFORMAZIONI COMMERCIALI Luglio

Dettagli

TAV. 1 Popolazione residente nelle Province della Regione Sardegna nel 2001 fonte: Istat

TAV. 1 Popolazione residente nelle Province della Regione Sardegna nel 2001 fonte: Istat Assessorato dei Trasporti PROVINCIA DI RBONIA-LESIAS TAV. 1 Popolazione residente nelle Sardegna nel 2001 fonte: Istat Variazione percentuale della popolazione delle Province della Regione Sardegna dal

Dettagli

Procedura tecnico-statistica per il calcolo dell Indice di Disagio Socioeconomico (IDS)

Procedura tecnico-statistica per il calcolo dell Indice di Disagio Socioeconomico (IDS) Procedura tecnico-statistica per il calcolo dell Indice di Disagio Socioeconomico (IDS) Unità di Valutazione-DPS Ministero dello Sviluppo Economico Luglio 2008 Per garantire uniformità e completezza dei

Dettagli

13. Consumi di energia elettrica

13. Consumi di energia elettrica 13. Consumi di energia elettrica Nell ambito dei Paesi industrializzati, e della loro tendenza a promuovere stili di sempre più orientati a comportamenti di consumo energivori, l Italia e ovviamente Roma

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI a cura di Claudio Picozza 1 CONTABILITA NAZIONALE E CONTI ECONOMICI NAZIONALI La Contabilità Nazionale è rappresentata da l'insieme di tutti i conti economici che

Dettagli

1. Il sistema imprenditoriale IL SISTEMA IMPRENDITORIALE

1. Il sistema imprenditoriale IL SISTEMA IMPRENDITORIALE IL SISTEMA IMPRENDITORIALE 1 1.1 Le imprese attive per settore e forma giuridica Nei primi tre mesi del 2015 risultano iscritte nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi 21.784 posizioni,

Dettagli

RISOLUZIONE N. 273/E. Roma, 03 luglio 2008. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso

RISOLUZIONE N. 273/E. Roma, 03 luglio 2008. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso RISOLUZIONE N. 273/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 03 luglio 2008 OGGETTO: Interpello ai sensi dell art. 11 della legge n. 212 del 2000 Trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri

Dettagli

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Roberto Felici, Giorgio Gobbi, Raffaella Pico Servizio Studi di Struttura

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 aprile 2013 IV trimestre 2012 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Con la pubblicazione dei dati del quarto trimestre del 2012, l Istat diffonde le serie storiche coerenti con

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CALTANISSETTA

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CALTANISSETTA CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2014 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2014 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo

Dettagli

REGISTRO IMPRESE: 50indicatori. si rafforza la struttura imprenditoriale. I dati della movimentazione a fine settembre 2013 in provincia di Modena

REGISTRO IMPRESE: 50indicatori. si rafforza la struttura imprenditoriale. I dati della movimentazione a fine settembre 2013 in provincia di Modena 5indicatori REGISTRO IMPRESE: si rafforza la struttura imprenditoriale I dati della movimentazione a fine settembre 213 in provincia di SALDO TRA ISCRIZIONI E CESSAZIONI Nel 3 trimestre del 213 il tessuto

Dettagli

STUDIO DI SETTORE TG41U ATTIVITÀ 74.13.0 STUDI DI MERCATO E SONDAGGI DI OPINIONE

STUDIO DI SETTORE TG41U ATTIVITÀ 74.13.0 STUDI DI MERCATO E SONDAGGI DI OPINIONE STUDIO DI SETTORE TG41U ATTIVITÀ 74.13.0 STUDI DI MERCATO E SONDAGGI DI OPINIONE Aprile 2007 PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore SG41U Studi di mercato e sondaggi di opinione è stata condotta

Dettagli

I vantaggi del nuovo sistema: qualità dell output e burden sulle imprese

I vantaggi del nuovo sistema: qualità dell output e burden sulle imprese Workshop Nuove informazioni statistiche per misurare la struttura e la performance delle imprese italiane I vantaggi del nuovo sistema: qualità dell output e burden sulle imprese Giampiero Siesto Viviana

Dettagli

Metodologia. 5 rapporto sull energia

Metodologia. 5 rapporto sull energia 2 Metodologia 5 rapporto sull energia 23 2.1 Usi finali e consumi finali Per l aggiornamento del bilancio energetico provinciale al 2005 si è adottata la stessa metodologia utilizzata per il Quarto Rapporto

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2014 BILANCI Elaborazioni a: Settembre 2015 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale Risultati economici 0. Analisi

Dettagli

ELEMENTI DI DEMOGRAFIA

ELEMENTI DI DEMOGRAFIA ELEMENTI DI DEMOGRAFIA 2. Caratteristiche strutturali della popolazione Posa Donato k posa@economia.unisalento.it Maggio Sabrina k s.maggio@economia.unisalento.it UNIVERSITÀ DEL SALENTO DIP.TO DI SCIENZE

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE WG82U ATTIVITÀ 70.21.00 PUBBLICHE RELAZIONI E COMUNICAZIONE ATTIVITÀ 73.11.01 IDEAZIONE DI CAMPAGNE PUBBLICITARIE ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ALTRI SERVIZI

Dettagli

Serie Storiche Trasformazioni e Aggiustamenti

Serie Storiche Trasformazioni e Aggiustamenti Serie Storiche Trasformazioni e Aggiustamenti Per facilitare l interpretazione dei dati, si ricorre spesso a trasformazione della serie originale. I principali tipi di aggiustamenti che consideriamo sono:.

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2014 STESSO INSIEME DI BILANCI NEI 3 ANNI Elaborazioni a: Settembre 2015 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale di

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Il presente capitolo continua nell esposizione di alcune basi teoriche della manutenzione. In particolare si tratteranno

Dettagli

Economia aziendale - introduzione-

Economia aziendale - introduzione- Economia aziendale - introduzione- Economia aziendale scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende (Zappa 1927) mira a dare norme e precetti per la razionale

Dettagli

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 8 aprile 2011 Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 Direzione centrale comunicazione ed editoria Tel. +39 06.4673.2243-2244 Centro di informazione statistica Tel.

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Censimento industria e servizi

Censimento industria e servizi Censimento industria e servizi Pagine tratte dal sito http://statistica.comune.bologna.it/cittaconfronto/ aggiornato al 24 marzo 2014 Censimento Industria e Servizi Il Censimento generale dell industria

Dettagli

STUDIO DI SETTORE TK23U ATTIVITÀ 74.20.2 SERVIZI DI INGEGNERIA INTEGRATA

STUDIO DI SETTORE TK23U ATTIVITÀ 74.20.2 SERVIZI DI INGEGNERIA INTEGRATA STUDIO DI SETTORE TK23U ATTIVITÀ 74.20.2 SERVIZI DI INGEGNERIA INTEGRATA Settembre 2006 PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore SK23U Servizi di ingegneria integrata - è stata condotta analizzando

Dettagli

ASSE STORICO SOCIALE

ASSE STORICO SOCIALE ASSE STORICO SOCIALE 1 ASSE STORICO SOCIALE competenze attese d asse indicatori descrittori Competenze di asse Indicatori Descrittori 1. Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ANCONA

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ANCONA CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2013 STESSO INSIEME DI BILANCI NEI 3 ANNI Elaborazioni a: Marzo 2015 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale di imprese

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI TERNI

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI TERNI CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2014 INSIEME DELLE IMPRESE REGISTRATE Elaborazioni a: Dicembre 2014 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale Imprese

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE VK17U ATTIVITÀ 74.90.91 ATTIVITÀ TECNICHE SVOLTE DA PERITI INDUSTRIALI Luglio 2010 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore UK17U Attività tecniche svolte

Dettagli

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra

Dettagli

Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD)

Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD) Società del gruppo ALLIANZ S.p.A. Offerta al pubblico di UNIVALORE PLUS prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked (Codice Prodotto UL12UD) Regolamento dei Fondi interni REGOLAMENTO DEL FONDO

Dettagli

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Le sfide all'orizzonte 2020 e la domanda di competenze delle imprese LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Domenico Mauriello

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 gennaio 2014 III trimestre 2013 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel terzo trimestre del 2013 il reddito disponibile delle famiglie conmatrici in valori correnti è aumentato

Dettagli

IL SISTEMA INFORMATIVO

IL SISTEMA INFORMATIVO LEZIONE 15 DAL MODELLO DELLE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AL MODELLO CONTABILE RIPRESA DEL CONCETTO DI SISTEMA AZIENDALE = COMPLESSO DI ELEMENTI MATERIALI E NO CHE DIPENDONO RECIPROCAMENTE GLI UNI DAGLI ALTRI

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CREMONA

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CREMONA CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2014 INSIEME DI IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Dicembre 2014 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale Imprese 1. Analisi

Dettagli

Assistenza tecnica funzionale alla

Assistenza tecnica funzionale alla definizione, alla identificazione ed alla gestione dei Sistemi Turistici Locali ed altri idonei strumenti di promozione turistico territoriale complementari agli STL, e utili allo sviluppo del settore

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 1 ottobre 2015 II trimestre 2015 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione dell impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori significativi Ottobre 2013 Indice 1. La comprensione dell impresa e del suo contesto

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER. Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER. Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013 ASSE IV LEADER Programma di Sviluppo Locale del GAL Giarolo Leader CRESCERE IN RETE MISURA 431 Azione 2.b Informazione sull attività del GAL Attività di animazione

Dettagli

PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE

PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE Analisi dinamica dei dati dei questionari per le biblioteche di pubblica lettura. GLI INDICATORI Gli indicatori sono particolari rapporti

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE

STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ALTRI SERVIZI PUBBLICITARI ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE PUBBLICITARIE Gennaio 2009 PREMESSA L evoluzione

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

UMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche 2008-2014

UMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche 2008-2014 UMBRIA Import - Export caratteri e dinamiche 2008-2014 ROADSHOW PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE ITALIA PER LE IMPRESE Perugia, 18 dicembre 2014 1 Le imprese esportatrici umbre In questa sezione viene proposto

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità

Dettagli

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003 NOTA METODOLOGICA I dati elaborati per la presente pubblicazione sono quelli riportati nell allegato D ed F al rendiconto finanziario, rilevati dall Istat non più con un suo proprio modello ma a partire

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2013 BILANCI Elaborazioni a: Marzo 2015 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale Risultati economici 1. Analisi dei

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI VITERBO REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI VITERBO REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Marzo 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

INDICATORI DI EFFICIENZA ENERGETICA E PREVISIONE DEI

INDICATORI DI EFFICIENZA ENERGETICA E PREVISIONE DEI INDICATORI DI EFFICIENZA ENERGETICA E PREVISIONE DEI CONSUMI DI ENERGIA AL 2010 NELLO SCENARIO TENDENZIALE 6 - ASPETTI METODOLOGICI 7 - INDICATORI DI EFFICIENZA ENERGETICA NEI SETTORI INDUSTRIA, TERZIARIO,

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE VK20U ATTIVITÀ 86.90.30 ATTIVITÀ SVOLTA DA PSICOLOGI Febbraio 2011 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore UK20U Attività professionale svolta da psicologi,

Dettagli

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

Finanza Aziendale. Lezione 13. Introduzione al costo del capitale

Finanza Aziendale. Lezione 13. Introduzione al costo del capitale Finanza Aziendale Lezione 13 Introduzione al costo del capitale Scopo della lezione Applicare la teoria del CAPM alle scelte di finanza d azienda 2 Il rischio sistematico E originato dalle variabili macroeconomiche

Dettagli

Annuario Istat-Ice 2008

Annuario Istat-Ice 2008 Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle Attività Internazionali delle imprese Luigi Biggeri 1 Struttura della presentazione 1. L Annuario e lo sviluppo delle informazioni statistiche sul

Dettagli

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN

Dettagli

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2014 STESSO INSIEME DI BILANCI NEI 3 ANNI Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale di imprese

Dettagli

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 27/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie

Dettagli

STUDIO DI SETTORE SG82U ATTIVITÀ 74.40.1 - STUDI DI PROMOZIONE PUBBLICITARIA ATTIVITÀ 74.14.5 - PUBBLICHE RELAZIONI

STUDIO DI SETTORE SG82U ATTIVITÀ 74.40.1 - STUDI DI PROMOZIONE PUBBLICITARIA ATTIVITÀ 74.14.5 - PUBBLICHE RELAZIONI STUDIO DI SETTORE SG82U ATTIVITÀ 74.40.1 - STUDI DI PROMOZIONE PUBBLICITARIA ATTIVITÀ 74.14.5 - PUBBLICHE RELAZIONI Aprile 2002 1 STUDIO DI SETTORE SG82U Numero % sugli invii Invii 8.416 Ritorni 4.988

Dettagli

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Osservatorio Regionale sui Trasporti, la logistica e le infrastrutture in Molise Progetto promosso e finanziato dalla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Rapporto finale Gennaio 2008

Dettagli

Analisi dei margini: componenti e rischi

Analisi dei margini: componenti e rischi Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Analisi dei margini: componenti e rischi Capitolo 7 Indice degli argomenti 1. Principali componenti del reddito operativo 2. Tipici fattori

Dettagli

Approfondimenti: Provincia di Cuneo

Approfondimenti: Provincia di Cuneo Approfondimenti: Provincia di Cuneo Premessa Contesto e attività/1 Nel generale contesto di crisi che ha continuato a caratterizzare il sistema economico italiano nel 2013 i dati relativi al Piemonte hanno

Dettagli

Comune di Rozzano RELAZIONE TECNICA AL CONTO DI BILANCIO 2013

Comune di Rozzano RELAZIONE TECNICA AL CONTO DI BILANCIO 2013 Comune di Rozzano RELAZIONE TECNICA AL CONTO DI BILANCIO Comune di Rozzano RELAZIONE TECNICA AL CONTO DI BILANCIO INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI Pag. Indicatori finanziari Contenuto degli indicatori 1

Dettagli

L uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle imprese Anni 2003-2004

L uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle imprese Anni 2003-2004 9 giugno 2005 L uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle imprese Anni 2003-2004 Ufficio della comunicazione Tel. + 39 06.4673.2243-2244 Centro di informazione statistica Tel.

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UM40A ATTIVITÀ 52.48.A COMMERCIO AL DETTAGLIO DI FIORI E PIANTE

STUDIO DI SETTORE UM40A ATTIVITÀ 52.48.A COMMERCIO AL DETTAGLIO DI FIORI E PIANTE STUDIO DI SETTORE UM40A ATTIVITÀ 52.48.A COMMERCIO AL DETTAGLIO DI FIORI E PIANTE Ottobre 2007 PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore TM40A - Commercio al dettaglio di fiori e piante - è stata condotta

Dettagli

LA RETE DISTRIBUTIVA NEGLI ANNI 8O

LA RETE DISTRIBUTIVA NEGLI ANNI 8O CAPITOLO 4 LA RETE DISTRIBUTIVA NEGLI ANNI 8O 1. MONZA: PIANO DI SVILUPPO E DI ADEGUAMENTO COMMERCIALE 1983 1987. STRUTTURA DELLA RETE DISTRIBUTIVA SINTESI Appare di una qualche utilità riportare qui una

Dettagli

Circolare N.34 del 6 Marzo 2014

Circolare N.34 del 6 Marzo 2014 Circolare N.34 del 6 Marzo 2014 ONLUS e pubblici esercizi, attività polisportive dilettantistiche e commercio su aree pubbliche. I chiarimenti del MISE Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla

Dettagli

Questionario di interessi professionali Q.I.P.

Questionario di interessi professionali Q.I.P. Questionario di interessi professionali Q.I.P. Gli interessi professionali Nella vita di una persona, la scelta del percorso formativo e della professione rappresentano momenti importanti e significativi.

Dettagli

GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELLA FORMAZIONE AL LAVORO

GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELLA FORMAZIONE AL LAVORO GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELLA FORMAZIONE AL LAVORO L indagine sugli esiti occupazionali dei corsi di formazione ha preso in considerazione i corsi Nof del biennio 2002/2003 e i post-diploma del 2003, analizzando

Dettagli