OSSERVATORIO NAZIONALE DELLA FAMIGLIA 1 Gruppo di lavoro sulla Conciliazione lavoro-famiglia

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1 OSSERVATORIO NAZIONALE DELLA FAMIGLIA 1 Gruppo di lavoro sulla Conciliazione lavoro-famiglia I concetti che sono emersi in gruppo sono stati alcuni di ordine antropologico, altri relativi ad un pensiero che sottostà alle varie azioni specifiche di seguito proposte. Concetti emersi Le politiche di conciliazione fra occupazione e lavoro familiare sono diventate tematica necessaria e comune delle politiche. Tali politiche possono venire attuate anche tramite la partecipazione ed il concorso di tutti i soggetti di un determinato territorio, siano essi pubblici che privati, salvaguardando ognuno la propria peculiarità e mission ma costruendo assieme un progetto comune; credendo che il tipo di Welfare che viene prodotto è un Welfare di comunità. C è il tentativo di raggiungere una armonizzazione tra i compiti rigidi, legati all occupazione, il lavoro fuori casa e, i compiti del lavoro familiare e della vita della famiglia migliorando i tempi della città e dei servizi di cura. Work and family life presuppone anche la modifica dei ruoli (famiglia a doppio reddito) I criteri che accompagnano questo cambiamento sono: la flessibilità come capacità di conciliazione attraverso l applicazione del criterio all interno del sistema organizzativo non solo lavorativo (vedi servizi prima infanzia, tempi della città con una diversa organizzazione degli orari dei servizi, del trasporto, ecc.) le innovazioni tecnologiche, con formule quali il telelavoro che permettono il venir meno dei tempi persi legati al pendolarismo e una politica di job sharing, cioè il lavoro condiviso tra persone attraverso accordi interni. 1 Il documento è stato discusso ed approvato da: Francesco GALLO (Regione Veneto), STEFANOVICHJ Silvia (CISL), PEDRONI Gina (ANCI Reggio Emilia), RIGOBELLO Carmelo (Confartigianato), TIBERI Giuditta (Min. Lavoro), SCORZA Lucia (Confindustria). 1

2 La partecipazione di tutte le forze in capo per un cambio di mentalità (processo culturale di una comunità) Si avverte la necessità di una riflessione antropologica sia a livello europeo che nazionale, che regionale su ciò che vuol dire lavoro, famiglia e conciliazione Nei rapporti tra imprese e società acquista importanza fondamentale la riconciliazione tra lavoro e famiglia, non seguendo una logica ripartitiva ma una logica cooperativa dove tutti i soggetti in campo ne possono trarre vantaggi. Una prima, banale ma evidente osservazione sul rapporto tra famiglia e lavoro richiama alla inevitabile competizione tra uso del tempo per il lavoro e uso del tempo per la famiglia; questo non significa che i valori siano contrapposti, ma che esiste la necessità di una equilibrata combinazione tra queste due sfere dell esistenza di una persona e della famiglia. Il lavoro come valore non in opposizione a famiglia ma come libera esplicitazione della capacità/potenzialità creativa e manipolativa dell essere umano sulla realtà. Quindi lavoro non solo come attività retribuita, ma come azione creativa della persona verso gli altri e verso la realtà. Il lavoro è con sempre maggiore evidenza una attività squisitamente sociale, che richiede a ogni persona una relazione con altre persone, un pensiero su di sé che inevitabilmente considera gli altri in relazione di interdipendenza. Il lavoro ha però subito radicali trasformazioni negli ultimi decenni; i percorsi lavorativi individuali sono sempre più caratterizzati da cambiamento rapido, da flessibilità nelle abilità/ competenze/contesto lavorativo. Il lavoro femminile (per molti versi intrecciato con la vita familiare in modo più rilevante di quanto non sia quello maschile) è poi quello che risente di più di queste trasformazioni. La famiglia dovrebbe costituire uno dei più importanti termini di riferimento. Infatti la famiglia è, al tempo stesso, una comunità resa possibile dal lavoro e la prima interna scuola di lavoro per ogni persona. Oltre all apporto positivo anche in termini economici che essa sa e può offrire al complesso mondo del lavoro e al di là delle grandi risorse di solidarietà che possiede e che spesso esercitano una funzione di sostegno verso chi, al suo interno, si trova senza lavoro o è alla ricerca di una occupazione, fondamentale è il ruolo educativo che la famiglia è chiamata 2

3 ad esercitare anche in ordine a ciò che riguarda il senso del lavoro e l orientamento professionale. queste due sfere (famiglia/persona e lavoro) devono trovare spazi di comunicazione, di interazione; così, per esempio, il valore del lavoro può e deve essere sperimentato in famiglia, come un valore educativo forte, testimoniando l importanza di valori quali la responsabilità, la conoscenza, l impegno, la fedeltà, il rispetto delle regole e delle norme imposte dal contesto lavorativo e dall oggetto su cui si lavora, ecc.. l individuo, sia come lavoratore, sia come consumatore, si relaziona al sistema economico, al lavoro, al consumo attraverso un filtro familiare, in cui entrano in gioco i valori delle persone e della famiglia, le risorse individuali e familiari, i progetti sul futuro e i vincoli del presente, elementi che segna la vita di ogni nucleo familiare. esiste una relazione diretta tra qualità delle relazioni e dei meccanismi decisionali della famiglia, scelte occupazionali dei singoli e benessere individuale e familiare. Mettere in competizione famiglia e lavoro rispetto alla disponibilità di tempo delle persone è una trappola in cui è facile cadere se si considera la persona come divisa tra sfere separate di esistenza. Azioni concrete Per quanto riguarda poi le azioni concrete da poter attuare si e parlato del fatto che: Richiamando la dovuta funzione trainante delle istituzioni pubbliche, si reputa fondamentale insistere su quella che è la necessaria armonizzazione dei tempi delle città. Una attività sinergica tra amministrazioni, servizi, scuola ed imprese per poter operare concretamente e costruttivamente per i bisogni comuni di famiglie ed imprese. Potrebbe essere uno degli elementi su cui si da gambe alla legge 53 che continua ad essere una buona legge anche se ancora in parte disattesa. Considerato che la promozione dell'equilibrio tra tempi di vita e di lavoro per ogni persona è frutto della delicata contemperanza di numerosi fattori intra-familiari e sociali, i finanziamenti nazionali rivolti alla progettazione per la conciliazione dovrebbero prevedere delle congrue premialità per le azioni che siano scelte di politica aziendale, frutto di processi partecipativi 3

4 (ad esempio attraverso la contrattazione di categoria o di secondo livello) e/o si innestino su accordi territoriali di contesto. Anche per quanto riguarda l art 9 della 53 si è visto il fatto che ci possa essere più collocazione a livello di territorio dei progetti finanziati. (trasferire a livello regionale la valutazione dei progetti soprattutto con riferimento ai proponenti di minori dimensioni) La necessità di un sistema di servizi per la prima infanzia (0-6) e per la non-autosufficenza stabili, diversificati e con orari estremamente flessibili nel territorio appare indispensabile. Così come è fondamentale ampliare gli orari degli asili nido e delle scuole per l infanzia c è necessità di programmare un sistema di trasporto pubblico intermodale, mettere in rete i servizi della pubblica amministrazione, proseguendo e ampliando quanto già messo in atto con i recenti provvedimenti. Viene ritenuta cosa innovativa e auspicabile quello che viene chiamato Welfare aziendale family friendly intendendo con questo tutte quelle azioni e servizi che possono essere messi in moto dalle stesse aziende attraverso processi partecipativi e che dovrebbero poter essere agevolate da sgravi fiscali di qualche tipo. Anche il Distretto produttivo family friendly potrebbe essere una delle azioni che viene mossa dall Amministrazione pubblica verso un territorio amico della famiglia, come l Audit famiglia. C è necessità di diffusione di quelle che nel territorio italiano sono ritenute le buone pratiche per poter muovere un circuito virtuoso di auto alimentazione. Sarebbe utile chiedere al Gruppo tecnico centrale di accompagnamento al meccanismo degli obiettivi di servizio (istituito con Delibera Cipe 82/2007, composto da Regioni, Miur, Min. sviluppo economico, Istat ed eventualmente allargato alle parti sociali,confindustria ecc.) di promuovere un sistema di rilevazione on line dei risultati (di pubblico accesso), aggiornato costantemente sulla base dell accrescimento dell offerta dei servizi di cura. Nel medio/lungo periodo diviene necessario razionalizzare la legislazione relativa alle fonti di finanziamento e di regolamentazione dei servizi di cura, dando vita ad un unico strumento di governo dei servizi e delle risorse finanziarie ad essi destinati (risorse derivanti da leggi statali; fondi strutturali destinati alle Regioni). 4

5 Per favorire la conciliazione è, pertanto, necessario inserire tutte queste azioni entro un patto fra le istituzioni e una "governance territoriale" che ponga le basi per creare sistemi adeguati e qualificati di cura e per migliorare i tempi delle città. 5

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