Workshop Paolo Carta Evento conclusivo del Progetto Tips a cura di Rete Enaip Emilia Romagna e ausl Rimini. 1 dicembre 2011

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1 Investiamo sul vostro futuro ugualmente abili ips: come introdurre nella pratica una strategia ebm per l inserimento lavorativo Workshop Paolo Carta Evento conclusivo del Progetto Tips a cura di Rete Enaip Emilia Romagna e ausl Rimini 1 dicembre 2011 Centro Congressi CNR - Via Gobetti, Bologna

2 Il progetto tips è a cura di: In collaborazione con: PARMA Operazione /RER TIPS Training on Individual Placement Support approvato con DGR. n del 14/12/2009

3 Indice Individual Placement and Support: il metodo, il progetto tips, i benefici per l utente e la società, di Angelo Fioritti Accompagnamento alla ricerca diretta di occupazione lavorativa con metodologia ips, di Patrizia Canini, Nerina Dall Alba, Donato Piegari, Marina Venturini Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Bologna Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Ferrara Relazione conclusiva progetto tips Province di Forlì-Cesena e Ravenna Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Parma Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Piacenza Relazione conclusiva progetto tips Province di Reggio Emilia e Modena

4 Individual Placement and Support: il metodo, il progetto tips, i benefici per l utente e la società Angelo Fioritti direttore dsm-dp Bologna responsabile scientifico progetto tips

5 L importanza dell assunzione di una posizione lavorativa con le relative responsabilità e gratificazioni economiche è, per la persona con disturbi psichici, il segno più tangibile di inclusione sociale e ha effetti notevoli sull autostima, sul benessere relazionale, sull autonomia personale e sulla stabilizzazione sintomatologica. I numeri parlano chiaro: in Emilia Romagna nel 2007 più dell 11% degli utenti a carico dei Centri di Salute Mentale era disoccupato, più del 7% percepiva una pensione di invalidità. L importanza, quindi, di offrire un percorso di inserimento professionale non tutelato, ma nel mercato competitivo, è chiara sia dal punto di vista simbolico del paziente e della famiglia ma anche dal punto di vista del costo sociale. ips (Individual Placement and Support) è una tecnica già consolidata negli Stati Uniti, e sperimentata in Italia nella Provincia di Rimini dal 2003 con ottimi risultati: circa la metà delle persone sostenute con questo metodo ha raggiunto entro tre mesi un attività lavorativa nel libero mercato e circa un terzo l ha mantenuta per oltre un anno. Nel 2011, grazie a al progetto tips, presentato dalla ausl di Rimini in partenariato con la rete Enaip, è stata testata in tutti i Dipartimenti della Regione. 5

6 Il metodo è concettualmente rivoluzionario: persone con disturbi mentali gravi (schizofrenia e disturbi bipolari in primis) possono accedere a un lavoro competitivo, fuori dalla rete di benefici sociali pur garantiti dallo Stato. Se i percorsi protetti di inserimento lavorativo, dopo una lunga fase di formazione, raramente portano a un assunzione vera e propria, il programma ips mira a ottenere un ingresso nel mondo del lavoro basandosi sul sostegno individuale e su una valutazione concreta delle abilità della persona. Gli operatori ips, formati nel 2010 in tutti i Dipartimenti, affiancano l utente nella ricerca del lavoro vagliando le opportunità esistenti sul mercato locale senza sostituirsi a lui, forniscono suggerimenti e lo aiutano in tutte quelle operazioni che servono per raggiungere le mete pattuite (dalla preparazione del curriculum alla simulazione di colloqui di lavoro, dalla ricerca sulle fonti informative all accompagnamento qualora l utente sia molto emotivo). La responsabilità dell inserimento lavorativo e della ricerca di una posizione professionale non grava più sull ente pubblico, che fino a oggi si è fatto carico dell accoglienza di persone svantaggiate nel mondo del lavoro con borse lavoro, tirocini, inserimenti in cooperative di tipo b e vari meccanismi collegati alla legge 68/99. Il metodo ips motiva l utente, non lo connota come paziente ma come persona, con delle preferenze, dei desideri e delle ambizioni, e lo mette in grado di raggiungere posizioni che ne sanciscono l inclusione sociale, con innegabili benefici per la sua salute mentale, la famiglia e la società. 6

7 Accompagnamento alla ricerca diretta di occupazione lavorativa con metodologia ips L applicazione dell ips nell Azienda usl di Rimini 2004/2010 sintesi a cura di Patrizia Canini Coordinamento Opportunità Lavorative responsabile tecnico ips ausl Rimini Nerina Dall Alba Donato Piegari Marina Venturini ips workers Enaip Rimini

8 Il progetto di accompagnamento alla ricerca diretta di occupazione lavorativa con metodologia ips (Individual Placement and Support) viene introdotto in Europa nel 2003, attraverso la ricerca Eqolise, che si proponeva di testare l eventuale efficacia di tale approccio in sei centri europei (tra cui Rimini) differenti sia tra loro che rispetto al contesto statunitense, che ne vide la nascita, per sistemi di welfare e mercati di lavoro. Al termine della fase di sperimentazione di Eqolise, notati i suoi elementi di valore, si è ritenuto opportuno mantenere all interno dell Azienda usl di Rimini, affidandola al Coordinamento Opportunità Lavorative funzione trasversale collocata in Direzione Generale questa metodologia, integrandola a quelle utilizzate già da tempo, al fine di rispondere meglio alla pluralità di bisogni, capacità e potenzialità degli utenti attraverso l ampliamento del ventaglio degli strumenti e dei percorsi offerti relativamente all inserimento lavorativo. L ips rientra quindi oggi in uno spettro di progettazioni presentate ai cittadini, spettro che offre gradi di tutela differenti a seconda della richiesta che l utente stesso formula. L affidamento operativo è attribuito a professionisti esterni al personale ausl (ips workers), con formazione di tipo psi- 8

9 cosociale, i quali operano in stretta connessione con i Servizi sui percorsi dei cittadini volti al reperimento di postazioni occupazionali. Il progetto proposto e finanziato annualmente (con prevista possibilità di rinnovo) dalla Azienda usl Rimini vede coinvolta in qualità di partner la Fondazione Enaip Rimini. Prevede, inoltre, nell ottica promossa dal col, la connessione con la rete locale dei soggetti deputati all inserimento lavorativo, con le associazioni di settore e con il mondo imprenditoriale. Coinvolge in maniera continuativa un massimo di quaranta persone all anno. Si tratta di cittadini aventi o meno certificazione di invalidità, richiedenti opportunità lavorative, in carico ai Servizi socio-sanitari dell Azienda usl. Non sono previste esclusioni relative alla diagnosi, né secondo criteri di eleggibilità. Il progetto prevede anche il monitoraggio post assunzione su richiesta del cittadino per massimo dodici mesi, in quanto si è valutato impossibile, rispetto alle risorse economiche fruibili, garantire una presa in carico a tempo illimitato degli utenti, così come previsto nella versione americana. Ciò permette l accesso al progetto di un numero superiore a quaranta persone, evitando un assenza di ricambio. Esiste però la possibilità, per uno stesso cittadino, di rientrare nel progetto, qualora lo richieda, anche dopo una prima conclusione di percorso. Esso è inoltre stato esteso, oltre che agli utenti del Servizio di Salute Mentale per il quale tale approccio nacque, anche a quelli provenienti da tutte le aree a integrazione socio-sanitaria (Handicap Fisico, Handicap Mentale, Disagio Psicosociale e Dipendenze Patologiche) dell Azienda usl della Provincia di Rimini. L obiettivo di tale scelta è stato quello di valutare l eventuale efficacia della metodologia anche in ambiti non precedente- 9

10 mente indagati. L esperienza in corso, pur richiedendo applicazioni, adattamenti e modalità di approccio differenti, conferma il valore del metodo. La finalità della presentazione al workshop è quella di documentare sinteticamente l intero percorso del progetto, dal momento del suo avvio a oggi, riflettendo criticamente sull applicazione della metodologia, sugli adeguamenti apportati, sull impianto gestionale creato, sui risultati conseguiti e sulle sollecitazioni culturali emerse. L applicazione del metodo è riconducibile nelle sue linee generali all approccio ortodosso ricavabile dal manuale ips di riferimento (Robert E. Drake & Deborah R. Becker); la sperimentazione effettuata e l esperienza in atto, in linea con l adattamento al contesto, hanno condotto all introduzione di modifiche e di elementi innovativi per i quali si rimanda alla presentazione verbale in sede di workshop. La presentazione verbale, dando come assunti i principi fondamentali dell ips e l articolazione classica delle fasi dell intervento, senza però in questa sede riprenderli, evidenzia: L articolazione della metodologia ips dentro all impianto complessivo del Coordinamento Opportunità Lavorative (col); le motivazioni dell adozione della metodologia; la declinazione della prassi tra applicazione ortodossa del metodo e gli adattamenti gestionali/organizzativi necessari; gli strumenti metodologico-operativi prodotti; i risultati conseguiti; le osservazioni generali e gli elementi di riflessione finalizzati all ottimizzazione del proseguimento. 10

11 Le riflessioni sono riferite al progetto nella sua globalità; i dati e i risultati presentati si rifanno agli anni dal 2004 al 2010, descrivendo l intera durata del progetto, tuttora attivamente in corso. I posti per i cittadini che hanno fruito del progetto sono oltre trecento (un cittadino può aver fruito del progetto più di una volta), il 71% degli occupati proviene dal settore della salute mentale. I tassi di occupazione, se pur con variazioni annuali, rimangono molto elevati, nell ordine del 50%, superando fortemente i risultati occupazionali raggiungibili con gli altri approcci utilizzati nell area in questione. Tale significatività, non assunta acriticamente, si intende proporla, in sede di workshop, quale occasione di confronto culturale/metodologico. 11

12 Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Bologna

13 La rete a Bologna La realizzazione del progetto tips ha coinvolto la rete territoriale, così articolata: Comitato di pilotaggio, con funzioni decisionali-esecutive: - Angelo Fioritti, medico psichiatra, responsabile scientifico, dsm-dp ausl Bologna; - Nerina Dall Alba, psicologa-psicoterapeuta, coordinatrice regionale del progetto, Enaip Rimini; - Patrizia Canini, pedagosista-educatrice, ref. col-ausl Rimini; - Vincenzo Trono, educatore, gruppo dsm Lavoro, dsm-dp ausl Bologna; - Riccardo Sabatelli, medico psichiatra, csm ausl Rimini; Gruppo tecnico di supervisione: - Angelo Fioritti, medico psichiatra, responsabile scientifico, dsm-dp ausl Bologna; - Denise Manchisi, psicologa-psicoterapeuta e consulente di ricerca; - Donato Piegari, psicologo, Rimini; - Riccardo Sabatelli, medico psichiatra, csm ausl Rimini. 13

14 Équipe di lavoro ips del dsm-dp dell ausl di Bologna: - Angelo Fioritti, medico psichiatra, supervisore équipe, dsm-dp ausl Bologna; - Vincenzo Trono, educatore dsm-dp ausl Bologna, referente équipe; - Sabrina Vaccaro, educatrice dsm-dp ausl Bologna, referente équipe e operatrice ips csm Nani; - Anna Pagani, educatrice Enaip, operatrice ips csm Zanolini e San Giorgio; - Terry Ohara, educatrice dsm-dp ausl Bologna, operatrice ips csm Zanolini; - Maria Katia Monti, educatrice dsm-dp ausl Bologna, operatrice ips csm Casalecchio; - Gloria Evangelisti, educatrice dsm-dp ausl Bologna, operatrice csm San Giorgio; - Nives Tarquinio, educatrice dsm-dp ausl Bologna, operatrice csm San Giorgio; - Ingrid Bonsi, educatrice npia Centro Autismo Bologna; - Paola Roversi, educatrice npia Centro Autismo Bologna; - Marilisa Martelli, responsabile npia Centro Autismo Bologna; - Giancarlo Marostica, responsabile npia Centro Autismo Bologna; - Michela Serratore, educatrice Enaip, operatrice Tirocini formativi e percorsi utenti artistici npia; - Benvenuto Chiari, medico psichiatra dsm-dp ausl Bologna, referente csm Zanolini; - Sergio Galante, psicologo dsm-dp ausl Bologna, referente csm Casalecchio; - Rossella Michetti, medico psichiatra dsm-dp ausl Bologna, referente csm Nani; 14

15 - Antonella Piazza, medico psichiatra dsm-dp ausl Bologna, referente csm San Giorgio; - Maria Graziano, direttrice Enaip Bologna, referente Enaip. 15

16 Numeri e professioni Progetto 16: Verso il lavoro Bologna S. Giorgio Bologna Zanolini Imola assegnati segnalati avviati colloqui 7 7 assunti 6 5 lavoro senza 1 contratto interruzioni/ sospensioni 1 (lavora) 1 (lavora) 1 (percorso tradiz.) Bologna Casalecchio Bologna Nani Bologna Zanolini Porto Maggiore assegnati segnalati avviati 6 colloqui 6 assunti 4 lavoro senza 2 contratto interruzioni/ sospensioni 1 16

17 Progetto 10: Percorso ips: Bologna Imola assegnati 10 5 segnalati 10 4 avviati 10 4 colloqui 10 3 stage 10 3 assunti interruzioni/ sospensioni 2 1 Progetto 22 - Percorso ips e autismo su area vasta Emilia Nord: Bologna Imola assegnati 3 segnalati 5 1 avviati 2 Le professioni In Provincia di Bologna gli utenti hanno intrapreso le seguenti professioni: addetta vendita e amministrazione; cassiera, ricevimento ordinazioni pizza da asporto; impiegata amministrativa poli scolastici-provveditorato agli studi; promozione prodotti forniture elettriche; scrutinatrice elezioni; lezioni private; magazzinieri, magazziniere con utilizzo di carrello elevatore; cablatore di impianti elettrici; collaboratrice domestica; maschera cinema; badante; estetista; guardia giurata; operatrice/operatore call-center; addetta pulizie; cassiere e allestimento scaffali in un supermercato; montatore meccanico; operaia agricola; commessa di negozio; banconista salumiere; aiuto-cuoca; cuoco. 17

18 Il caso di S. S. è una signora di trentacinque anni, diplomata, sposata da diversi anni con tre figlie di quattordici, nove e cinque anni. È in carico ai Servizi da ottobre 2010 con la diagnosi di reazione depressiva prolungata. Ha sempre lavorato e da tre anni lavora part-time con un contratto a tempo indeterminato come collaboratrice scolastica presso una cooperativa sociale di Bologna. S. non ha la patente e per raggiungere il luogo di lavoro utilizza i mezzi pubblici: per arrivare sul posto impegna circa un ora e mezza-due all andata e altrettanto al ritorno. L orario di lavoro è su due turni con inizio alle 7:30 del mattino e termine alle 17:30. Per poter essere sul posto di lavoro alle 7:30 S. si alza alle 5:00 e spesso rientra alle 19:00-20:00 quando le viene chiesto di fare sostituzioni o straordinari. Riesce a far coincidere il lavoro con gli impegni famigliari fino a quando i suoi genitori possono prendersi cura delle figlie. Il marito è presente, ma spesso fuori Italia per trasferte di lavoro. La madre si ammala e il carico familiare ricade sulle spalle di S. che, poco dopo, si ammala e si sottopone a un intervento chirurgico delicato. A seguire ha un episodio di scompenso e viene presa in carico dal Servizio. Durante l estate viene sotto- 18

19 posta all intervento chirurgico e da settembre 2010 è in malattia per convalescenza. Viene segnalata all operatore ips a novembre 2010, con l obiettivo di ricercare un lavoro che la agevoli rispetto alla sua situazione familiare. Con l operatore ips inizia la fase di conoscenza, individuazione del bisogno e progetto professionale. S. è motivata a ricercare un nuovo lavoro e nella fase di costruzione del progetto esprime il desiderio di cambiare anche tipologia di lavoro. È discontinua nella sua ricerca e prevalgono alcuni aspetti infantili, si ripresentano modalità pasticciate che evidenziano anche la sua incapacità a svolgere la funzione materna di accudimento e cura. Nel mese di aprile si apre una nuova prospettiva lavorativa, quando la sua cooperativa viene assorbita da un altra cooperativa sociale che ha opportunità lavorative nel suo Comune di residenza. Per S. si apre una fase di contrattazione e di riconoscimento dei propri diritti con il nuovo datore di lavoro e l attivazione di una presenza sindacale a tutela e supporto della sua richiesta di avvicinamento. La contrattazione si conclude con un offerta di un part-time di quindici-venti ore settimanali (in attesa di un posto a tempo parziale di trenta ore) nei pressi del suo Comune di residenza come jolly per fare le sostituzioni. S. si confronta con il marito e valutano che la proposta non è adeguata alle necessità economiche della famiglia. Contestualmente S. continua la ricerca del lavoro e le viene proposta l attività di commessa presso un negozio di frutta e verdura di imminente apertura, proprio nel suo Comune di residenza. Accetta con entusiasmo e chiede alla cooperativa un periodo di aspettativa (le viene accordata) per potersi sperimentare in questa nuova attività, che inizia dal mese di ottobre

20 Contemporaneamente segue un corso di cento ore (la impegna tre sere a settimana, dalle 20:15 alle 23:15) per ottenere il rec presso la Camera di commercio e svolgere il lavoro attuale in regola con le normative. A tutt oggi è in una fase di compenso sintomatologico e dichiara di essere soddisfatta del suo lavoro. S. dice di sentirsi stanca ma realizzata. L operatore ips l ha accompagnata con una funzione di supporto, di aiuto a prendere decisioni sul piano lavorativo e stimolo a utilizzare gli strumenti, anche sindacali, per una sua tutela di lavoratrice. S. è una signora che si presenta come una ragazzina che compete con la figlia adolescente alla quale chiede di fare da madre alle due sorelline più piccole, iper-responsabilizzandola indebitamente. Si presenta anche come una donna sommersa da impegni per l accudimento dei genitori e cura delle figlie spesso ammalate. Frequentemente annulla gli appuntamenti con gli operatori del servizio e il medico psichiatra. L operatore ips di fronte a questi contrattempi di S. si è talvolta recata nella sua abitazione per continuare da lì la ricerca del lavoro. Emerge che con le figlie c è una situazione critica: S. ha grande difficoltà a gestire le bambine. Durante la discussione in équipe si valuta utile attivare le risorse del territorio della npee e Servizi sociali per tutelare le bambine e supportare S. nella sua funzione genitoriale, con l eventuale coinvolgimento del marito. L obiettivo è di largo raggio e prevede il coinvolgimento di diversi servizi e una rete allargata del territorio. Sostanzialmente sono coinvolti diversi attori e la finalità ultima è il raggiungimento di un equilibrio tra l esigenza di S. di crescere sul piano individuale e professionale, le responsabilità 20

21 di madre oltre che di donna e moglie nella relazione di coppia. A tutt oggi la concertazione di tutti gli attori coinvolti è risultata spesso difficoltosa e tortuosa e da parte di S. non è ancora maturata la piena consapevolezza dei suoi limiti, tant è che non ritiene utile il sostegno dei Servizi chiedendo semplicemente a un amica di prendersi cura delle figlie durante la sua (attuale) lunga assenza quotidiana. Sul piano lavorativo potremmo dire che il progetto tips ha in parte raggiungo il suo obiettivo, ma ha portato alla luce una situazione di complessità tale da richiedere un intervento di una rete di servizi per cui si ritiene utile riformulare nuovi obiettivi, condivisi con S., per prevenire fallimenti e ricadute sul piano sintomatologico. L operatore ips nella fase di supporto al mantenimento del posto di lavoro può essere un buon elemento di mediazione per elaborare insieme a S. le difficoltà e i limiti che incontra, oltre che rappresentare un collegamento con il Servizio che, purtroppo, utilizza ancora in modo manipolatorio. 21

22 Il metodo ips: lati positivi e negativi L esperienza di un anno di lavoro ci permette di evidenziare diversi punti di forza del metodo ips, che coinvolge l individuo su diversi piani: - valorizzazione della persona, percorso di crescita personale, maggiore conoscenza di sé, consapevolezza delle proprie risorse e difficoltà, empowerment personale, determinazione e partecipazione alle scelte, conoscenza e contatto con il mondo del lavoro ordinario così come è per tutti, delle organizzazioni, delle loro richieste ; - risposta in tempi brevi: per le persone che si sentono pronte ad affrontare e sperimentarsi nel mondo del lavoro, è uno strumento che non prevede programmi preparatori, pre-lavorativi, che rischiano di non finire mai; - percorso verso la ricerca e l ottenere un impiego che vede la persona subito protagonista ; - analisi delle sue risorse (professionali, espressivo comunicative, relazionali ), vincoli (interni: pregiudizio interno sullo stato di malattia, sulle proprie reali capacità in quanto persona malata, pregiudizio verso gli altri che non capiranno ed esterni: impegni familiari, mancanza della patente ); 22

23 - stimola ed è l occasione per trovare altre modalità di affrontare le difficoltà e individuare le strategie; - la relazione utente-operatore ips come spazio affettivo, luogo accogliente, di fiducia, confronto e ragionamento sui diversi piani: sostegno emotivo/motivazionale: paure, difficoltà, aspettative, desideri, affaticamento, sfiducia, scoraggiamento, demoralizzazione, sostegno cognitivo idee nuove, altri progetti, intenzioni e piani da sviluppare; narrazione della propria storia lavorativa individuando i punti determinanti da utilizzare in situazioni di colloquio, individuazione della persona dei propri punti di forza e della criticità sul lavoro; comportamentale/sperimentazione: immaginare le situazioni (per esempio il colloquio di lavoro), fare esperienza, provare, fare come se, nuovi apprendimenti sul come presentarsi, allenarsi all esposizione e alla comunicazione in contesti specifici di colloquio o di contatto con le agenzie, gli enti, altri del mondo del lavoro, immaginarsi nei diversi contesti lavorativi, loro caratteristiche e sensazioni, idee che ne derivano; metodologico-progettuale: come e cosa si può fare. Trovare strategie e modalità efficaci per andare verso le proprie mete. Acquisire conoscenze più approfondite dei contesti e delle aziende che si desidera contattare. Fare un piano di lavoro e di ricerca con tempi precisi, sistematico. Verifiche costanti e frequenti sull andamento della ricerca, colloqui o del lavoro conoscenza dei canali di ricerca offerte lavoro (cip, agenzie interinali, motori di ricerca, siti, passaparola, conoscenti e così via); 23

24 - favorisce l autonomia; - può caratterizzare diversamente le modalità e la qualità del rapporto con l équipe curante. Confrontarsi e condividere i propri timori e atteggiamenti di protezione è un lavoro per tutti gli operatori; - lascia alla persona molto margine di movimento e di utilizzo del supporto a seconda dei suoi bisogni (dietro le quinte, in azienda ); - discutere di lavoro e fare i passi concreti per raggiungerlo permette di concentrarsi sull hic et nunc e un apertura in direzione del futuro piuttosto che una fossilizzazione su un passato per molti pazienti vissuto come fallimentare. Nei csm di San Giorgio di Piano e Zanolini di Bologna l esperienza di collaborazione degli operatori dell ausl con l operatore della formazione professionale ha evidenziato la valenza positiva di un uno sguardo esterno, sia per gli operatori che per gli utenti. Per molti utenti avere un referente esterno al Servizio (in questo caso della formazione professionale) è stato ritenuto importante: l utente si è sentito maggiormente valorizzato e più protagonista (si crea l opportunità di riflettere sui pregiudizi interni e viene stimolata la capacità di produrre un pensiero positivo su di sé) in un contesto di dialogo che viene immediatamente avvertito come normale, nonostante la dichiarata evidenza che l operatore ips della formazione lavora nel contesto del csm ed è parte dell équipe di lavoro. Per gli operatori, inoltre, è stato importante poter riportare all interno dell équipe un lavoro e una riflessione che si arricchiva di nuove figure professionali. 24

25 Tutti gli operatori ips hanno esperienza nel campo della riabilitazione psichiatrica da diversi anni e non hanno avuto difficoltà nella relazione con l utenza. Negli utenti non si sono riscontrati peggioramenti sul piano clinico a causa dell utilizzo di questa metodologia. Due persone che sono uscite dal programma per motivi di salute hanno vissuto la prima un cambiamento nella propria realtà familiare (lutto), mentre la seconda probabilmente è entrata nel programma ips in un momento nel quale non si era ancora stabilizzata (esordio psicotico) e portando molteplici problematiche di ordine socio-economico: l équipe ha quindi deciso di proporre un percorso più mediato. Gli altri ritiri dal progetto sono stati valutati in itinere in base alla conoscenza dell utente (motivazione dell utente), e del suo percorso effettuato (consapevolezza), in accordo con l utente e gli operatori delle mini-équipe. Per quanto riguarda gli utenti, essi hanno fornito generalmente un feedback positivo rispetto al metodo ips. L utente ha la percezione di sentirsi valorizzato e manifesta un proprio grado di autonomia, di struttura, di solidità, di competenza professionale, cognitiva, relazionale e comportamentale. Complessivamente dopo pochi incontri viene compreso dalle persone che il ruolo dell operatore ips non è di trovargli il lavoro ma di seguirli e accompagnarli in questa ricerca. Si diviene riferimento al quale portare l insieme delle idee, delle azioni, e dei vissuti, inerenti l ambito lavorativo. Viene valutato positivamente il supporto alla motivazione, al reggere i momenti di calo della fiducia; viene valutato positivamente il confronto su cosa e come fare ricerca e sostenere i colloqui. Altrettanto importanti sono ritenuti i momenti di 25

26 puntualizzazione, di verifica degli obiettivi che ci si dà all inizio del percorso. Gli operatori ritengono che l intera operazione tips abbia funzionato e l ips costituisca quindi una valida alternativa ad altri metodi di inserimento lavorativo. Tra gli operatori ips alcuni lavorano o hanno lavorato in passato come educatori in psichiatria, occupandosi di progetti riabilitativi volti a favorire l integrazione lavorativa dei pazienti. A tutt oggi prevale l utilizzo di strumenti più classici di transizione al lavoro (borse lavoro, corsi di formazione, inserimenti con l. 68/99, tirocini) che sono formalmente riconosciuti. Gli interventi che si sono sempre attuati per il sostegno della ricerca diretta del lavoro nel mercato competitivo non rientravano in una metodologia precisa (ciascuno seguiva proprie modalità date dalla propria esperienza professionale, di formazione, nonché personale) e non avevano un riconoscimento formale. L ips inquadra e definisce una metodologia, evidenzia il senso delle attività svolte, mira a precisi obiettivi, rende tracciabile e conoscibile il percorso. Sposta il focus sulle risorse della persona e lavora sul potenziamento e rafforzamento di queste, senza negare le criticità-difficoltà, anch esse elementi di lavoro, di confronto/elaborazione. È un utile strumento da aggiungere agli altri già esistenti, per poter rispondere, in modo diversificato e più mirato, alle diverse richieste e bisogni degli utenti. Ci si scontra purtroppo con diversi elementi critici di contesto: spesso gli utenti portano problemi economici urgenti che si riflettono sulla salute psichica e del quale il Servizio spesso si fa carico. Questa urgenza può portare a non at- 26

27 tivare l intervento più adeguato, per esempio il supporto alla ricerca attiva, anche quando questa sarebbe l azione più indicata per le competenze, le capacità e le mete che si pongono alcuni utenti; è necessario avere a disposizione il tempo necessario utile ad attivare progetti di sostegno alla ricerca attiva a strutturare e avviare una ricerca di lavoro vero; atteggiamenti assistenziali dell utenza/operatori e conseguente richiesta di non essere aiutati ad attivarsi, ma di ricevere le opportunità pronte; la lunga attesa nel ricevere risposte può incidere sulla motivazione dell utente alla ricerca del lavoro e di conseguenza avere ripercussioni sulla salute psichica; la metodologia ips si basa su una struttura solida fatta di passaggi e tempi ben definiti che non prevedono la caratteristica dell intervento in emergenza (è importante la condizione di buon compenso dell utente); è pertanto necessaria una buona integrazione e condivisione degli obiettivi tra tutti i professionisti, altrimenti la persona può vivere e agire le contraddizioni, vanificando i suoi sforzi; alcuni pregiudizi degli enti esterni che conoscono già le persone e lo vedono in un momento di demotivazione o affaticamento e conseguente lettura di non essere in grado di affrontare il lavoro. Eventuali punti deboli dell ips non dipendono dal metodo ma dalla situazione attuale del mercato del lavoro: vengono inviati molti cv, ma non sempre viene data risposta e i tempi per arrivare a sostenere colloqui sono spesso prolungati. 27

28 Questa metodologia prevede una ricerca attiva del lavoro con l utilizzo di un computer e un collegamento a Internet che talvolta gli utenti non hanno. Infine, se il progetto e la metodologia ips non sono correttamente compresi dall équipe del Servizio nelle sue finalità e nelle modalità di attuazione si rischia di non sostenere in modo adeguato la persona e di essere ambivalenti e contraddittori nelle risposte e negli interventi attuati. 28

29 Relazione conclusiva progetto tips Provincia di Ferrara

30 La rete a Ferrara Il Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (daism-dp) è la struttura operativa dell Azienda usl di Ferrara che si configura come l organizzazione di base per l aggregazione della Psichiatria Adulti (pa), all interno della quale è integrata anche la Clinica Psichiatrica Universitaria, della Salute Mentale Riabilitazione Infanzia e Adolescenza (smria-uo Neuropsichiatria Infantile) e del sert. Costituito da una serie di strutture complesse a valenza provinciale e territoriale, il daismdp eroga e garantisce il proprio operato attraverso i tre distretti (Centro-Nord, Sud-Est, Ovest) in cui è articolata territorialmente l ausl di Ferrara. Le modalità partecipative del daism-dp di Ferrara al progetto regionale tips sono state, per certi versi, dissimili a quelle degli altri Dipartimenti di Salute Mentale coinvolti. Mentre per le altre Province il gruppo degli operatori coinvolti è costituito essenzialmente da operatori Enaip ed eventuale loro referente, un numero obbligatorio di operatori ausl e loro referente e una possibile quota facoltativa di operatori ausl interessati all apprendimento della metodologia ips, la Provincia di Ferrara ha visto coinvolti complessivamente due operatori facoltativi ausl e un loro referente aziendale. Gli operatori interessati, un infermiera 30

31 professionale e un assistente sociale afferenti rispettivamente al distretto Sud-Est e Centro-Nord dell ausl stessa, sono stati individuati dal referente dipartimentale in accordo con il direttore del daism-dp tenendo conto di variabili differenti: dalle possibilità organizzative agli interessi personali, dal profilo professionale alla disponibilità di ciascuno all apprendimento e all aggiornamento del proprio ruolo lavorativo. Il percorso utenti ai quali il daism-dp ha partecipato è quello dell ips puro. 31

32 Numeri e professioni Progetto 16: Verso il lavoro assegnati 10 segnalati 19 avviati 14 colloqui 10 assunti 5 lavoro senza 5 contratto interruzioni/ 8 sospensioni Note Almeno cinque degli utenti che avevano sospeso temporaneamente il percorso ips lo hanno ripreso in seguito. Alcuni utenti hanno svolto più lavori contemporaneamente, altri, invece, hanno ottenuto e intrapreso diversi impieghi nel tempo. Alcuni utenti durante la fase di preparazione al lavoro hanno partecipato a corsi di formazione. Le professioni Le mansioni ottenute dagli utenti sono riconducibili sostanzialmente ai seguenti settori: lavori stagionali (raccolta ortofrut- 32

33 ticola), assistenza di base (colf, badanti ), servizi ristorativi (barista, aiuto-cuoco), attività ludico-ricreative (laboratori estivi con bambini), attività di pulizia (pulizia uffici e/o privati) e settore metalmeccanico (operaio). 33

34 Il caso di A. sesso: maschile età: 32 anni patologia: psicosi di tipo paranoide in carico al servizio da: 177 mesi invalidità: no benefit: cassa integrazione titolo di studio: licenza di scuola media inferiore situazione lavorativa all inizio del percorso ips: in cassa integrazione da dicembre 2009 esperienze lavorative passate: il soggetto ha svolto vari tipi di lavoro in ambito metalmeccanico, tutti molto faticosi aspirazioni future: il paziente preferirebbe ottenere un impiego simile a quello precedente, in qualità di operaio generico per un totale di ore 40/settimana e un guadagno di 9/ora altre informazioni: periodici momenti di scompenso e rallentamento psicomotorio percorso ips Il paziente presenta un ritiro sociale evidente, peggiorato dall inizio della cassa integrazione. Riesce tuttavia a controllare la propria patologia psichiatrica e a tenere una buona cura del 34

35 sé. Desidera lavorare e, perciò, durante il primo incontro con l operatore (metà novembre 2010) gli viene spiegato il lavoro di supporto che caratterizza il percorso ips. Obiettivo principale del suo piano individuale è far sì che, attraverso il lavoro, eviti il ritiro sociale e il ripiegamento su se stesso. Egli esprime chiaramente la volontà di trovare un impiego nonostante la cassa integrazione che percepisce perché teme che, con il passare del tempo, possa andare incontro a una perdita di manualità. Viene inizialmente invitato a recarsi presso l Ufficio di Collocamento per raccogliere maggiori informazioni e chiarimenti circa la propria situazione lavorativa: alla cassa integrazione seguirà infatti il licenziamento. Il paziente compila il proprio curriculum supportato dall operatore ed esprime, inoltre, il desiderio di frequentare eventualmente corsi computerizzati per macchinari meccanici. Si reca autonomamente all urp del proprio Comune e all Ufficio di collocamento per raccogliere informazioni sui corsi di formazione gratuiti disponibili. Nel gennaio 2011 riceve comunicazione sul rinnovo della cassa integrazione; ribadisce tuttavia la volontà di trovare un nuovo lavoro per timore di perdere le abilità manuali possedute. Dopo aver raccolto informazioni sulle condizioni della seconda cassa integrazione (e sugli eventuali corsi di formazione ai quali ha diritto a partecipare), l operatore valuta con l utente rischi e vantaggi delle possibili soluzioni prospettatesi e concorda, con lo stesso, un periodo in cui lasciarlo riflettere sull opportunità di aspettare il termine della cassa stessa o di provare a cercare un occupazione alternativa, poiché percepisce da parte del paziente un crescente timore di rimettersi in gioco. Egli dimostra, infatti, una motivazione altalenante : il voler trovare un impiego è spesso sostituito dal pensiero di aspettare il termine della cassa inte- 35

36 grazione per decidere in seguito il da farsi. L operatore, vista la situazione, ritiene utile non forzare né condizionare le scelte dell utente e, così, concorda un periodo di sospensione dalla ricerca attiva del lavoro, mantenendo comunque i contatti. risultati raggiunti Dall inizio del percorso ips il paziente ha dimostrato buona motivazione nella ricerca del lavoro attraverso il ricorso a canali diversi, muovendosi in prima persona o chiedendo il supporto di altri (per esempio il fratello o l operatore ips per la compilazione del curriculum). Dopo la fase di sospensione concordata (in cui comunque l operatore ha mantenuto i contatti), nell estate 2011 l utente riceve notizie positive dalla propria azienda, la quale gli comunica la ripresa dell attività lavorativa. Attualmente lavora; è soddisfatto, sicuro e contento e mantiene comunque i contatti con l operatore sia in maniera diretta sia indiretta (attraverso i familiari). 36

37 Il metodo ips: lati positivi e negativi Lavorando da tempo nell ambito della salute mentale, non abbiamo riscontrato particolari difficoltà nella relazione con l utenza. Risultano, invece, evidenti gli aspetti positivi derivanti dall implementazione del modello ips nella pratica clinica: aumento dell autostima e della fiducia in se stessi (se pur con alti e bassi legati all andamento del percorso individuale); ruolo di utente in veste di soggetto attivo coinvolto in prima persona nelle diverse fasi di scelta, ricerca e mantenimento dell impiego; riappropriazione da parte dell utente della propria parte sana, sfatando il mito della malattia quale portatrice di un totale disfunzionamento dell individuo; non fornendo ai bisogni del paziente risposte di tipo assistenziale, il modello ips permette la graduale appropriazione di una maggiore autonomia e responsabilità individuali oltre a favorire l inserimento o reinserimento sociale dell individuo; contesti reali e normalizzanti vs contesti protetti: capita spesso nelle quotidiane pratiche di intervento riabilitativo inerenti l asse lavoro di ricorrere a contesti lavorativi appositamente costruiti per rispondere ai particolari bisogni dell utenza, rischiando però di creare situazioni di passività 37

38 e deresponsabilizzazione degli utenti stessi, diversamente da quanto avviene nel metodo ips. Tra i principali punti di debolezza del metodo ips sono, a nostro parere, da annoverare senz altro l impossibilità da parte dell operatore di avere tutti gli strumenti necessari per la buona riuscita del progetto stesso. A questo proposito risulta estremamente importante l esigenza, innanzitutto, di tempistiche sufficienti per poter seguire in modo costante e continuativo gli utenti, poi gli strumenti materiali per poter supportare gli stessi in maniera efficace: nella nostra realtà, per esempio, la mancanza da parte di molti utenti di un computer o di un adeguata connessione a Internet ha rappresentato un importante criticità, che inevitabilmente ha avuto forti ripercussioni sul percorso del soggetto (in particolare nella fase di ricerca attiva del lavoro) data la prevalenza, al giorno d oggi, di procedure quasi esclusivamente telematiche. Tutto ciò può essere riassunto nell esigenza di contestualizzare il modello ips alle disparate condizioni caratterizzanti la situazione (dal macro livello organizzazione del Servizio di Salute Mentale al micro livello caratteristiche ed esigenze del singolo utente) nella quale si intende poi implementarlo. Gli utenti coinvolti hanno dimostrato fin da subito interesse per il modello ed entusiasmo per un metodo riabilitativo capace di farli sentire il più normale possibile. Riteniamo pertanto il modello ips molto interessante, considerandolo uno strumento di intervento riabilitativo a tutti gli effetti. Se pur con molte difficoltà dovute alle peculiari modalità partecipative del nostro dsm al progetto tips e alla mancanza 38

39 di un maggior numero di operatori formati al modello ips, abbiamo comunque preso in carico il maggior numero possibile degli utenti che ci erano stati proposti perché convinti della validità del metodo e vista la temporaneità del progetto (non avremmo ritenuto possibile seguire un numero consistente di pazienti se il progetto fosse andato avanti per un periodo di tempo maggiore o senza il supporto di una tirocinante coinvolta attivamente nella sperimentazione ferrarese). Tuttavia, non reputiamo utile parlare di ips in termini di unica valida alternativa ai modelli tradizionali, bensì in qualità di ulteriore strumento di intervento nel campo della riabilitazione lavorativa. Giudichiamo però molto utile, all inizio di un percorso di cura, intraprendere delle azioni e dei modelli di intervento simili all ips (soprattutto con pazienti all esordio di malattia e/o di giovane età) e, solo in seguito, ricorrere a situazioni lavorative più protette di stampo tradizionale. Altro punto di estrema importanza risulta essere, a nostro avviso, la necessità di una conoscenza maggiore del modello dell impiego supportato da parte di tutta l équipe di lavoro e la presenza di uno specialista ips adeguatamente formato e dedito esclusivamente a questo tipo di intervento. 39

40 Considerazioni conclusive Nell ambito del progetto tips, in riferimento allo specifico contesto ferrarese e alle peculiari modalità attuative dello stesso, alcune considerazioni sono, a nostro avviso, degne di nota. Particolarmente evidenti appaiono infatti, da una parte, le difficoltà relative all attuale situazione socio-economica territoriale e, dall altra, quelle legate alla mancanza di un operatore Enaip (o comunque di una figura diversa da quella dell operatore ausl) dedita esclusivamente al percorso ips. Dalle supervisioni sia locali sia generali sono emersi degli oggettivi impedimenti all ottenimento di un lavoro stabile: se pur in maniera differente da Provincia a Provincia, ciascun territorio appare attualmente caratterizzato da una maggiore carenza di possibilità lavorative rispetto ai tempi passati. La Provincia di Ferrara, nello specifico, da sempre caratterizzata da un economia basata essenzialmente sull agricoltura, si ritrova oggi ad avere importanti difficoltà di sopravvivenza a causa della generale crisi economica che ha colpito il nostro Paese, il quale ha visto fortemente diminuite le probabilità lavorative dei suoi cittadini in diversi settori, compresi quelli precedentemente considerati d eccellenza. Se gli ostacoli maggiori che si prospettavano all inizio della sperimentazione tips puntavano essenzialmente sul timore 40

41 di discriminazioni dovute alla patologia psichiatrica, di fatto la situazione nella quale ci si è imbattuti, e il conseguente quadro che ci si è ritrovati di fronte, risultano caratterizzati da una eguale mancanza di opportunità lavorative per tutti, cittadini disabili e non. L altro aspetto da considerare è la mancanza nel contesto ferrarese di un operatore specifico ips worker e la conseguente equivalenza tra quest ultimo e gli operatori ausl. A nostro parere, tutto ciò ha portato senza dubbio a una situazione maggiormente complessa sotto due diversi punti di vista: a livello organizzativo si è riscontrato un maggior carico lavorativo per gli operatori ausl coinvolti nel progetto e una conseguente impossibilità di coinvolgere un numero superiore di casi nel percorso ips. Gli operatori coinvolti, inoltre, non avendo solo l esclusività di questo trattamento riabilitativo hanno riscontrato rilevanti difficoltà anche nel confrontarsi con la complessa rete-lavoro e con ciò che afferisce o attorno a essa gravita; a livello di relazione operatore/utente si può constatare una maggiore difficoltà a tenere distinti gli aspetti relativi unicamente al percorso ips intrapreso dall individuo e quelli legati al quadro clinico generale dello stesso. Alcuni utenti, spesso in carico al Servizio di Salute Mentale da tempo, negli incontri con l operatore mostravano l incapacità di riconoscere il momento del colloquio come il tempo da dedicare esclusivamente all asse lavoro, allargandolo invece all esposizione di problematiche relative alla loro globale situazione psicosociale. Tutto ciò, se da una parte comporta un apertura maggiore dell utente e la creazione di un rapporto basato sulla fiducia reciproca, dall altra ri- 41

42 schia di collidere con i principi del metodo ips che vedono, all interno del trattamento del singolo paziente, l intervento di supporto all impiego integrato con quello degli altri professionisti ma allo stesso tempo bisognoso di avere e mantenere una propria individualità. Reputiamo, infine, utile sottolineare le maggiori difficoltà riscontrate nel percorso ips, che ha visto coinvolti utenti molto giovani e con una scarsa esperienza lavorativa rispetto al percorso di chi, avendo maggior dimestichezza con il mondo del lavoro e le sue regole, ha dimostrato competenze superiori e conseguenti risultati positivi. Infatti, i giovani in carico al Servizio da anni con scarse o nulle esperienze lavorative passate hanno incontrato maggiori ostacoli nella ricerca e nel successivo conseguimento di un occupazione. 42

43 Relazione conclusiva progetto tips Province di Forlì-Cesena e Ravenna

44 La rete a Forlì, Cesena e Ravenna Per le Province di Forlì-Cesena e Ravenna la rete di attori coinvolti nella sperimentazione ips per i progetti 16, Verso il lavoro, e 10, Percorso ips, comprende: Cesena Operatori del csm: dottor Francesco Sartini, dottoressa Giovannella Maldini. Tutor Enaip Forlì-Cesena: dottor Claudio Bulgarelli (coordinatore delle attività), dottor Francesco Baldinini, dottoressa Ely Maltoni. Gli stakeholder territoriali: aziende del territorio, associazioni, comitati cittadini. Forlì Operatori del dsm: dottor Claudio Ravani (direttore del dsmdp), dottoresse Rita Ramoscelli e Katia Bravaccini. Per dsm-dp hanno partecipato agli incontri di formazione-supervisione Rita Ramoscelli, Katia Bravaccini e, agli incontri di supervisione, le assistenti sociali coinvolte nei percorsi degli utenti, a seconda delle necessità. 44

45 Tutor Enaip Forlì-Cesena: dottoressa Mariana Marquez (progetto 16), dottoressa Florinda Grandi (progetto 10). Coordina le attività il dottor Antonio Ozzimo. Per Enaip Forlì-Cesena hanno partecipato agli incontri di formazione-supervisione Mariana Marquez, Florinda Grandi e Antonio Ozzimo. Gli stakeholder territoriali: Provincia di Forlì-Cesena, settore collocamento mirato, Comune di Modigliana, Assessorato ai Servizi Sociali, Scolastici e Politiche Giovanili. Ravenna Operatori del csm: dottoressa Antonella Mastrocola, responsabile Servizio Riabilitazione Ravenna; dottoressa Bianca Meo, Centro di riabilitazione La Fattoria (Lugo, Ravenna); dottor Fabrizio Di Chiara, Centro di riabilitazione Faenza (ra); dottoressa Siria Pellegrini, assistente sociale csm Ravenna. Tutor Enaip Forlì-Cesena: dottor Daniele Stumpo (progetto 16), dottoressa Serena Buda (progetto 10). Gli stakeholder territoriali: Centro per l Impiego di Faenza (ra). 45

46 Numeri e professioni Progetto 16: Verso il lavoro Forlì Cesena Ravenna assegnati segnalati avviati colloqui assunti 9 * 5 3 *** lavoro senza contratto interruzioni/ sospensioni 4 ** 2 * Con contratti di lavoro subordinato/parasubordinato: cinque a tempo determinato, due stagionali, una somministrazione lavoro, un lavoro occasionale accessorio (voucher inps). ** Di cui due tirocini a mercato con rimborso spese. *** Assunti a termine. 6 46

47 Progetto 10: Percorso ips Forlì Cesena Ravenna assegnati segnalati avviati colloqui assunti 1 1 lavoro senza contratto interruzioni/ sospensioni Note Enaip Forlì-Cesena ha un esperienza pluriennale nell accompagnamento, nelle transizioni e nell inserimento occupazionale delle persone, adulte e minori. Le attività realizzate fino a oggi comprendono: riabilitazione e inclusione socio-occupazionale, tirocini formativi e orientamento, attività di accompagnamento alle persone, supporto educativo a minori e famiglie, con particolare attenzione agli utenti in condizione di svantaggio. L ente è radicato sul territorio da cinquant anni e collabora in modo stabile con le aziende e le istituzioni territoriali, finalizzando tutte le attività allo sviluppo e al sostegno della persona umana, contribuendo alla crescita civile dell intera comunità. Enaip Forlì-Cesena considera la solidarietà umana un valore non negoziabile, così come il diritto alla formazione e al lavoro. Enaip Forlì-Cesena è composto da tre sedi operative nel settore dell orientamento, delle transizioni e della formazione al lavoro, assieme a un cfl (Centro di Formazione Lavoro nel Comune di Cesena). Le risorse umane: gli esperti collaboratori, formatori educatori che lavorano/collaborano con l ente sono più di duecento e operano nella formazione iniziale per minori e adulti, nella formazione superiore e nell alta formazione. Per quanto riguarda il progetto rif. pa /tips, sin da subito sono stati coinvolti i Servizi sanitari della Salute Mentale e della Riabilitazio- 47

48 ne territoriali, dapprima con la programmazione di riunioni in équipe per il raccordo dei tutor con i servizi invianti, in un secondo momento con l occasione delle supervisioni per le attività di verifica, monitoraggio e sviluppo dei percorsi ips, sia sperimentali che di controllo. Il lavoro in équipe integrata, il coinvolgimento delle famiglie degli utenti, i rapporti con aziende e istituzioni territoriali coinvolte nella ricerca attiva del lavoro rappresentano il contesto all interno del quale si svolge l esperienza ips. A oggi l équipe integrata ha potuto sperimentare l efficacia dello strumento di lavoro (ips) orientando gli utenti verso il mercato profit. Nella Provincia di Forlì-Cesena, in particolare, anche il gruppo di controllo, progetto 10, è stato orientato alla autonomizzazione degli utenti e alla motivazione al lavoro, non essendo previsto per i destinatari delle attività alcun incentivo economico. Enaip Forlì-Cesena, in accordo con i distretti di Forlì-Cesena e Ravenna, ha operato per promuovere l occupazione e garantire nei casi contrari,il mantenimento degli utenti nel sistema della formazione e del lavoro territoriale, fornendo ai partecipanti informazioni sulle opportunità offerte su ciascun territorio. Le professioni Gli utenti hanno intrapreso le seguenti professioni: addetto alla comunicazione e marketing culturale; operatore del verde; animatore sociale per anziani; addetto alla raccolta differenziata; operatore punto vendita; elettricista e manutentore di impianti settore fotovoltaico; addetto alle vendite settore equosolidale; addetto ai parcheggi pubblici. 48

49 Il caso di Marco Mazzini Presentiamo la video-testimonianza di Marco Mazzini, utente del progetto tips, scaricabile attraverso il seguente link: 49

50 Il metodo ips: lati positivi e negativi Tra i punti di forza incontrati durante l implementazione del metodo ips possiamo annoverare: le supervisioni; la collaborazione e lo scambio anche giornaliero con le équipe del dsm; la possibilità, nel progetto finanziato, di avere una figura di riferimento: il coordinatore di tutte le sedi, che agevoli lo scambio di informazioni, le occasioni di confronto, il monitoraggio dei casi e delle problematiche che emergono; durante le attività gli utenti hanno stabilito un legame forte con la struttura formativa e gli operatori, chiedendo di essere sostenuti anche al termine del percorso. A questo si è data risposta con l attivazione di attività di supporto alla ricerca attiva del lavoro, sia individuali, sia di gruppo. Tra le difficoltà, invece: resistenze iniziali degli operatori al metodo, necessario un cambiamento culturale sulla malattia mentale rispetto al mercato del lavoro profit; il metodo ips non va bene per tutti gli utenti psichiatrici e non è conosciuto; 50

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