2. ERMENEUTICA FILOSOFICA 2.1. LA OGGETTIVAZIONE «L uomo non può vivere la sua vita senza compiere al tempo stesso sforzi continui per esprimerla. Le maniere di questa espressione sono molteplici e mutevoli. Ma sono altrettante testimonianze di un unica identica istanza fondamentale» (E. Cassirer) «Lo spirito umano ci parla dalle pietre, dal marmo, dai suoni musicali, dai gesti, dalle parole e dalla scrittura, dagli ordinamenti economici e politici e dalle azioni, e chiede di essere interpretato» (W. Dilthey) OGGETTIVAZIONI 1 Un esempio di oggettivazione: il racconto di sé (p. es. intervista) «l uomo comprende appieno soltanto l uomo» (J. Ch. Droysen); Nell analisi storico-sociale, la fonte migliore è l uomo valore fondante della ricerca biografica. La biografia è un unità (esperienza di una totalità di vita ) che attribuisce nessi di significato agli eventi 2 1
1) Il narratore/intervistato si interpreta per potersi esteriorizzare (memoria, conversazione interiore, selezione.); 2) la conversazione interiore per trasmettersi (all intervistatore) - si esteriorizza e si oggettivizza nel discorso orale rivolto all interlocutore; il discorso si adatta all interlocutore e all interazione con lui; 3) Il discorso orale diviene un oggetto in sé; si distacca dall hic et nunc, dal suo momento generativo (es. trascrizione intervista) e si apre all interpretazione dell interlocutore (es. intervistatore e ricercatore). 3 Ogni passaggio costituisce una distanza crescente dal «flusso indefinito della esperienza vissuta» (Dilthey) ciascun passaggio è un oggettivazione in parte diversa da quella che la precede = il senso di un passaggio è sempre una riduzione, traduzione, interpretazione, approssimazione (= farsi prossimo, cooperare, dialogare) rispetto all altro; 4 2
L oggettivazione è sempre riduttiva possiamo cercare di capire solo il discorso (e il comportamento durante il discorso); ma non possiamo scrutare: - l intenzione espressa in quelle parole/comportamenti, - come sono stati selezionati i fatti/stati raccontati, - che cosa sia stato escluso, - perché quei fatti/stati sono organizzati in quella maniera particolare, - quali premesse abbiano orientato tale processo, - che tipo di processo abbia generato quel discorso, - etc. 5 2.2. LO ORIZZONTE 2.2.1. INTERSOGGETTIVITA - Spirito = consapevolezza che l uomo ha di se stesso in relazione agli altri (Dilthey; v. Hegel spirito oggettivo ); - La comunanza dell orizzonte consente la comunicazione e la comprensione reciproche (a partire dal linguaggio: v. dopo). Comunicazione COMMUNIO Comprensione = con-prendere = PRENDERE INSIEME 6 3
2.2.2. La finitezza dell orizzonte L insieme delle oggettivazioni presenti in un determinato contesto de-finisce un orizzonte necessariamente limitato; In ultima analisi, le oggettivazioni sono (e si trasmettono tramite) STORIA e LINGUAGGIO (H. G. Gadamer); Anche la conoscenza (di - / tramite oggettivazioni) ha sempre natura storico-linguistica è sempre limitata; La conoscenza può solo consentire di passare da un orizzonte ad un altro, senza poter sapere se un orizzonte è ± vicino alla verità (H. G. Gadamer). 7 2.3. IL PROBLEMA DELLA VERITA Un esperienza vera è una vera sperienza (H. G. Gadamer) È una relazione dialogica e dialettica con l altro, che trasforma i propri pre-giudizi; È come un viaggio: il viaggiatore giunge diverso da come è partito. 8 4
2.4. LA LINGUISTICITA DELL ESPERIENZA Il linguaggio «è il mezzo universale in cui si attua la comprensione» (Gadamer, 1960/1983, 447) = è comprensibile solo ciò che è divenuto linguaggio; spingono al dialogo i limiti del linguaggio, che sono anche i limiti della nostra conoscenza e della nostra esistenza, e la distanza dall altro (v. prima) Il linguaggio è la traccia della nostra finitezza (Gadamer 1960/1983, 522) 9 Il linguaggio ordinario E privilegiato da Gadamer, perché: è formato da stratificazioni sedimentatesi nel corso della storia è più facile interpretare la storicità della nostra esistenza; è più versatile, più adattabile alla molteplicità delle esperienze, più ricco; 10 5
«IL LINGUAGGIO E DIALOGO» (Gadamer 1992/2005, 117) ogni singola parola detta è virtualmente aperta al non-detto, a ciò che potrei dire o l altro dice o l altro potrebbe dire; Ogni enunciato è una risposta ad una domanda (implicita); Ogni risposta include una nuova domanda; Il linguaggio non si compie nell enunciato ma nella relazione dialogica. 11 «Il mio progetto ermeneutico esprime la convinzione che ci avviciniamo alle cose solo dialogando» (H. G. Gadamer) 12 6