I N D I C E. Mobilità e trasporti sostenibili pag. 93 Qualità dell ambiente e della vita pag Servizi ambientali pag. 114
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3 I N D I C E SEZIONE 1 Caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell economia insediata e dei servizi dell ente pag. 1 - Popolazione pag. 3 - Territorio pag 21 - Servizi pag. 22 SEZIONE 2 Analisi delle risorse pag Considerazioni generali sui mezzi finanziari disponibili pag Considerazioni generali sugli impieghi delle risorse pag. 63 SEZIONE 3 Programmi e progetti pag. 87 a) PER UNA CITTA VIVIBILE pag. 91 Mobilità e trasporti sostenibili pag. 93 Qualità dell ambiente e della vita pag. 107 Servizi ambientali pag. 114 Verde ed arredo urbano pag. 119 Sviluppo del territorio pag. 129 Politiche dell abitare e demanio comunale pag. 146 Servizi alla famiglia: infanzia e minori, anziani, fasce deboli, disabili e stranieri pag 157 Salute pag. 181 Sport, giovani e tempo libero pag. 192 Aree cittadine e consigli di zona pag. 199
4 b) PER UNA CITTA SEMPLICE ED EFFICIENTE pag. 207 Servizi al cittadino: anagrafe, stato civile, leva militare, servizi elettorali e servizi funebri pag. 209 Un amministrazione snella e trasparente pag. 215 Innovazione e capitale umano pag. 221 Sviluppo delle categorie produttive pag. 228 Politiche del lavoro e dell occupazione pag. 239 c) PER UNA CITTA SICURA DI SE pag. 247 Contro le nuove povertà pag. 249 Garantire una città più sicura pag. 257 Garantire una cultura accessibile a tutti pag. 263 d) FUNZIONALITA INTERNA pag. 273 SEZIONE 4 Stato di attuazione dei programmi deliberati negli anni precedenti e considerazione sullo stato di attuazione pag. 295 SEZIONE 5 Rilevazione per il consolidamento dei conti pubblici (Art. 170, comma 8, D. L.vo 267/2000) pag. 355 Quadro di sintesi della programmazione triennale degli investimenti pag. 361 Servizi a domanda individuale pag. 365
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6 SEZIONE 1 Caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell economia insediata e dei servizi dell ente 1 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
7 2 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
8 1.1 - POPOLAZIONE Popolazione legale al censimento 2001 (*) n Popolazione residente alla fine del penultimo anno precedente (art. 156 D.L.vo 267/2000) n di cui maschi n femmine n nuclei familiari (dato anagrafico) n comunità/convivenze n Popolazione all (**) n (penultimo anno precedente) Nati nell anno n Deceduti nell anno n saldo naturale n Immigrati nell anno n Emigrati nell anno n saldo migratorio n Popolazione al (***) n (penultimo anno precedente di cui: dati fonte anagrafica) ** In età prescolare (0/6 anni) n n In forza lavoro 1 a occupazione (15/29 anni) n In età adulta (30/65 anni) n In età senile (oltre 65 anni) n Tasso di natalità ultimo quinquennio Anno Tasso ,42 0 / ,82 0 / ,57 0 / ,62 0 / ,41 0 / Tasso di mortalità ultimo quinquennio Anno Tasso ,42 0 / ,46 0 / ,40 0 / ,46 0 / ,51 0 / Popolazione massima insediabile come da strumento urbanistico vigente abitanti n (*) sulla Gazzetta Ufficiale n.81 del 7 aprile 2003 è stata pubblicata la Popolazione Legale risultante dal XIV censimento generale della popolazione e abitazioni 20 ottobre 2001 che costituisce la nuova base per il calcolo della popolazione. (**) I dati relativi alle classi di età fanno riferimento alla popolazione iscritta in anagrafe al (***) La tempistica della definizione delle pratiche in anagrafe non consente una piena corrispondenza tra i valori di stock e i valori di flusso. 3 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
9 L andamento demografico. Nel corso dell ultimo decennio le trasformazioni intervenute nella popolazione milanese - con riferimento tanto all aspetto dimensionale che a quello strutturale - sono state assai significative, e lasciano intravedere un seguito importante anche negli anni a venire, così come documentato dai dati proiettivi tratti dal modello demografico del Servizio Studi del Settore Statistica del Comune di Milano. (Per consultare i dati proiettivi si rimanda al sito La tabella 1 dove è racchiusa la serie storica relativa alla popolazione distinta per genere - estesa anche ad alcuni anni futuri - mette in evidenza come il calo demografico, sempre più consistente, continuerà a manifestarsi anche nel breve-medio periodo. Tab. 1 Popolazione residente (anni 2005 e successivi: dati proiettati) Anno Maschi Femmine Totale Fonte: Settore Statistica. Nota: Anni : popolazione ricostruita; anni 2005 e successivi: popolazione proiettata (ipotesi evolutiva intermedia:fecondità stabile e migratorietà nulla; base 2004). Nella tabella 2 invece, sono riportate le maggiori trasformazioni che riguardano la struttura demografica per età. L indice di vecchiaia denota un invecchiamento demografico iniziale che si riduce negli anni successivi a causa della ripresa della natalità (nel 2002 infatti si contavano 203,3 anziani ultra 65-enni ogni 100 giovani in età 0-14, oggi invece se ne annoverano 200,4). Se le prospettive a breve termine si conformano al trend più recente, con un ulteriore contrazione dell indice (200,2 al 2009) quelle a medio termine invece, evidenziano un nuovo e netto processo di invecchiamento della popolazione. La diversificazione di genere è estremamente spiccata tanto rispetto al livello quanto al trend: l indice maschile infatti subirà (a partire dal 2009) un incremento di 12,2 unità, quello femminile invece, ben più elevato, subirà un incremento ancora più netto di circa 16 unità. 4 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
10 Tab. 2 Indice di vecchiaia Anno Maschi Femmine Totale ,9 258,0 203, ,8 257,0 203, ,2 253,2 201, ,7 252,9 201, ,3 251,7 200, ,3 251,2 200, ,4 250,9 200, ,8 250,7 200, ,0 266,9 214,3 Nota: Valori percentuali. Fonte: Settore Statistica. Osservando oltre all indice di vecchiaia anche quello del carico sociale (tab. 3) è possibile notare come l avvicendamento tra le generazioni abbia causato, nei primi anni del nuovo secolo, un aumento ininterrotto del peso relativo dei segmenti di popolazione non ancora (0-14 anni) o non più (65 anni e oltre) produttiva, rispetto alla fascia di età attiva: l indice di carico giovanile infatti è passato dal 17,1% del 2002 al 18,8% del 2006 e raggiungerà il 20,5% da qui al 2014; quello della popolazione anziana invece si è evoluto dal 34,7% al 37,7% negli ultimi 4 anni, per raggiungere il 44% nel Tab. 3 Indice di carico sociale Anno Maschi Femmine Totale Indice carico sociale giovani Indice carico sociale anziani Indice carico sociale giovani Indice carico sociale anziani Indice carico sociale giovani Indice carico sociale anziani ,0 27,3 16,2 41,8 17,1 34, ,5 28,2 16,7 42,8 17,5 35, ,5 28,1 16,9 42,9 17,7 35, ,1 29,1 17,5 44,3 18,3 36, ,6 29,9 18,0 45,4 18,8 37, ,1 30,6 18,5 46,4 19,3 38, ,4 31,2 18,9 47,3 19,6 39, ,8 31,7 19,2 48,2 20,0 40, ,1 34,8 19,9 53,2 20,5 44,0 Nota: Valori percentuali Fonte: Settore Statistica. Per quanto riguarda la natalità, nel 2005 si assiste ad una leggera diminuzione rispetto al Infatti le nascite nel 2005 sono state contro i nati nel 2005, mentre cresce la quota di nascite al di fuori del matrimonio (4.181 che rappresentano il 34 % dei bambini nati nel corso dell anno). Il numero di bambini nati da madre cittadina straniera è di pari al 25,6 %, mentre i bambini con almeno un genitore straniero sono il 29,6 % (3.691) del totale dei nati. 5 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
11 La scolarità e l istruzione Se è vero che le trasformazioni interessano l intera struttura demografica per età, tuttavia quelle che in questo contesto richiamano maggiormente la nostra attenzione riguardano soprattutto la popolazione scolastica del ciclo dell obbligo, per la quale nel decennio è previsto un incremento numerico molto consistente ovvero almeno 11 mila unità per quanto riguarda le scuole elementari e circa 7 mila unità per le medie inferiori (fig. 1). Fig. 1 Popolazione scolastica (residenti) Maschi Fem m ine Materna Materna Elementari Elementari Medie Medie T o t a l e M a t e r n a E l e m e n t a r i M e d i e Nota: ipotesi evolutiva intermedia: fecondità stabile e migratorietà nulla; base Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
12 La trasformazione della struttura per età nel prossimo decennio impatterà certamente sul bisogno differenziale di servizi e, per avere un quadro più specifico e comprendere quali potranno essere le linee evolutive cui far fronte, possiamo considerare il livello di istruzione della popolazione residente nel comune di Milano e confrontarlo con quello lombardo e italiano basandoci sui dati ufficiali forniti dall ultimo censimento del 21 Ottobre (Per i dati e indicatori a livello comunale e infracomunale è possibile consultare il sito mentre per quanto riguarda i livelli territoriali superiori si rimanda al sito Tab. 1 Popolazione residente con meno di 6 anni per frequenza asilo nido / scuola materna / prima elementare - Censimento Frequentanti Asilo nido Scuola materna 1 elementare Totale Non Frequentanti Totale percentuali COMUNE DI MILANO Maschi 13,3 46,7 2,4 62,4 37,6 100,0 Femmine 13,0 46,1 2,3 61,4 38,6 100,0 Totale 13,1 46,4 2,4 61,9 38,1 100,0 LOMBARDIA Maschi 6,3 47,5 2,6 56,4 43,6 100,0 Femmine 5,9 47,4 2,6 55,9 44,1 100,0 Totale 6,1 47,5 2,6 56,1 43,9 100,0 ITALIA Maschi 6,1 47,6 2,6 56,3 43,7 100,0 Femmine 5,8 47,6 2,6 56,0 44,0 100,0 Totale 6,0 47,6 2,6 56,1 43,9 100,0 Fonte: Settore Statistica. Nota: Valori Come si può osservare nella tabella 1, la popolazione con meno di sei anni di età, composta da unità, è così suddivisa: il 13,1% frequenta l asilo nido; il 46,4% frequenta la scuola materna; il 2,4% frequenta la prima elementare mentre il 38,1% non frequenta né l asilo nido, né la scuola materna, né la prima elementare. Il confronto dei dati comunali con quelli regionali e nazionali, fra loro molto omogenei, mette in evidenza che il comune di Milano ha una frequenza presso gli asili nidi molto più alta (13% vs 6%) e un livello di non frequenza più basso (38% vs 44%). Per quanto riguarda invece la popolazione con più di sei anni di età, composta da unità, la distribuzione è la seguente: lo 0,5% è analfabeta; il 5,6% è alfabeta ma privo di titolo di studio; il 16,9% ha la licenza di scuola elementare; il 27,9% ha la licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale; il 31,5% ha la licenza di scuola secondaria superiore mentre il 17,6% ha in mano un diploma o una laurea. Confrontando, anche in questo caso, i dati comunali con quelli regionali e nazionali, si evince che a Milano la frequenza di soggetti con laurea è nettamente maggiore sia rispetto alla Lombardia che all Italia (17% vs 8%) mentre quella relativa agli alfabeti privi di titolo di studio è più o meno omogenea rispetto allo standard lombardo (5% vs 7%) e minore rispetto a quello nazionale (5% vs 10%). In questo contesto la stratificazione rispetto al genere mette in luce che fra i laureati a prevalere è sempre la componente maschile ma se a Milano questa differenza di genere è ancora incisiva in Lombardia e in Italia invece non è più così netta (tab. 2). 7 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
13 Laurea Diploma di scuola secondaria superiore Tab. 2 Popolazione residente di 6 anni e più per grado di istruzione - Censimento Alfabeti privi di titoli di Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale Licenza di scuola elementare Totale studio di cui: in età da 65 anni in poi Totale Analfabeti di cui: in età da 65 anni in poi COMUNE DI MILANO Maschi 18,5 33,0 28,3 14,6 5,2 0,7 0,4 0,1 100,0 Femmine 15,5 30,2 27,5 20,2 5,9 1,9 0,6 0,3 100,0 Totale 16,9 31,5 27,9 17,6 5,6 1,3 0,5 0,2 100,0 LOMBARDIA Maschi 8,1 27,6 35,0 22,7 6,3 0,9 0,4 0,1 100,0 Femmine 7,6 26,2 28,9 29,6 7,1 2,3 0,6 0,3 100,0 Totale 7,8 26,9 31,8 26,3 6,7 1,6 0,5 0,2 100,0 ITALIA Maschi 7,6 26,6 33,6 22,8 8,4 2,2 1,1 0,6 100,0 Femmine 7,4 25,2 26,9 27,8 10,8 4,7 1,8 1,3 100,0 Totale 7,5 25,9 30,1 25,4 9,7 3,5 1,5 1,0 100,0 Nota: Valori percentuali Fonte: Settore Statistica. Per esplicitare ancor più il livello di istruzione nel comune è bene precisare che il tasso di iscrizione e frequenza alle scuole (0-14 anni) raggiunge l 82%, rimanendo omogeneo a livello sia nazionale che regionale, rispettivamente 81% e 80%. Il tasso di non conseguimento della licenza della scuola dell obbligo (15-52 anni) invece, che a Milano è circa pari al 6%, è nettamente minore sia rispetto a quello nazionale (10%) sia a quello regionale (9%). Puntando invece l attenzione sui dati ufficiali più recenti le conclusioni che si possono trarre in relazione al livello d istruzione della popolazione milanese sono le seguenti. Alunni iscritti. La popolazione scolastica milanese - iscritta alle scuole di ogni ordine e grado, statali e non statali, presenti sul territorio comunale - consta di unità nell A.S Rispetto all anno scolastico precedente, si conferma l andamento positivo, con una crescita complessiva di oltre mille alunni (+1.024). La messa a confronto con la corrispondente fascia di popolazione residente in età scolare (dai tre ai diciotto anni), pari a , evidenzia una differenza positiva fra utenza effettiva (iscritti) del sistema di istruzione cittadino e utenza potenziale (residenti) di circa 26 mila unità. A determinare un offerta formativa reale (alunni frequentanti) superiore alla domanda teorica di istruzione (gli aventi diritto) è in modo prevalente il pendolarismo di studio dai paesi confinanti verso le istituzioni secondarie superiori milanesi. Tab. 3 Popolazione scolastica - A.S Residenti in età Tasso di Grado di insegnamento Alunni iscritti scolare iscrizione Scuola dell infanzia ,15 Scuola primaria ,93 Scuola secondaria di primo grado ,95 Scuola secondaria di secondo grado ,39 Totale ,29 Totale 8 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
14 La scelta delle famiglie milanesi per l insegnamento impartito dalle istituzioni educative non statali sembra decrescere con l età dei figli: un bambino ogni quattro frequenta una scuola dell infanzia gestita da ordini religiosi o associazioni laiche; un fanciullo ogni cinque è inserito nelle strutture paritarie del primo ciclo dell istruzione. In modo puntuale, gli alunni iscritti alle unità scolastiche private sono pari al 25,44% nell educazione per l infanzia, al 20,87% nell istruzione primaria e al 18,54% nella secondaria di primo grado. Gli studenti della scuola secondaria superiore che frequentano gli istituti non statali sono il 16,56%, ma a questo livello altri fattori si inseriscono nel determinare il rapporto fra insegnamento pubblico e insegnamento privato quali l offerta per tipologia di studio presente sul territorio comunale e l afflusso considerevole di ragazzi provenienti dai comuni limitrofi. Dispersione scolastica. Particolare attenzione va dedicata alle forme di dispersione scolastica: le difficoltà di riuscita si presentano già nella scuola elementare e crescono in maniera inquietante nei gradi successivi di insegnamento. Nella tradizionale istruzione dell obbligo gli alunni di età superiore a quella regolare rappresentano il 4,43% nella scuola primaria e il 13,52% nella secondaria di primo grado; i ritardi sono imputabili alla ripetenza di un anno di corso o all inserimento dei neoimmigrati in classe inferiore a quella corrispondente all età, a causa della scarsa conoscenza della lingua italiana; in forme assai più contenute l irregolarità riguarda gli alunni diversamente abili (portatori di handicap). Nella scuola secondaria di secondo grado, nelle classi prime, un allievo su quattro (25,41%) ha più di quattordici anni, per essere stato bocciato nell anno scolastico precedente o per aver conseguito in ritardo la licenza media. Nell ultimo anno di corso, gli studenti che si presentano agli esami di Stato con una età superiore a quella prevista costituiscono il 30,35%. Precisamente, su cento futuri candidati agli esami di diploma, 70 hanno diciannove anni; 20 uno in più; 10 due o più anni di irregolarità. Alunni con cittadinanza non italiana. Una sfida relativamente nuova per il sistema di istruzione milanese è rappresentata dalla partecipazione degli alunni di lingua madre non italiana, cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni. Nell A.S gli allievi con cittadinanza straniera formano una comunità multilinguistica di oltre 22 mila unità (22.208), pari al 12,66% dell intera popolazione iscritta; il valore percentuale supera il 15% nell educazione per l infanzia e nel primo ciclo dell istruzione. Nelle aule scolastiche milanesi le nazioni più rappresentate sono le Filippine, la Cina, l Ecuador, l Egitto e il Perù. Nella tradizionale scuola dell obbligo, la consistenza degli allievi di estrazione linguistica diversa da quella italiana è quasi triplicata negli ultimi cinque anni, come riportato di seguito. Fig. 2 Popolazione iscritta con cittadinanza non italiana Scuola Prim aria Scuola Secondaria I Tab. 4 Popolazione iscritta con cittadinanza non italiana Grado di insegnamento Scuola primaria % su totale iscritti 6,48 7,74 10,98 12,99 16,32 16,95 Scuola secondaria I % su totale iscritti 5,65 6,71 10,03 12,59 16,00 16,75 9 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
15 Diplomati. Nell a.s , presso gli istituti secondari di secondo grado della città, i giovani che ottengono il diploma sono , di cui 571 (sei su cento) si sono presentati agli esami di Stato in qualità di candidati esterni. I valutati positivamente sul totale degli allievi esaminati rappresentano il 95,01%. Gli alunni delle istituzioni paritarie risultano più preparati (97,26% promossi) degli studenti statali (94,34%). La metà dei giovani diplomati esce dal sistema di istruzione scolastica con una preparazione giudicata modesta: il 45,99% ottiene un punteggio compreso fra 60 e 70. Studenti universitari. Nell anno accademico , la popolazione universitaria, iscritta ai differenti corsi di laurea, regolati dal vecchio o dal nuovo ordinamento, che hanno come sede didattica Milano, è composta da studenti, di cui il 53,53% sono donne. Tuttavia, permangono fortemente ancorati alla tradizione le scelte formative delle ragazze. Sia complessivamente, che fra le nuove matricole, le discipline preferite dalle donne restano quelle che preparano all insegnamento o afferenti all area umanistica. La variazione in aumento delle matricole si conferma sul valore di 1,27%. A Milano, le facoltà che hanno maggiore capacità di attrazione restano Economia (14,16% sul totale iscritti), Lettere e filosofia (13,60%), Ingegneria (12,63%). I corsi di laurea di tipo scientifico (Scienze matematiche, fisiche e naturali) sui quali, a livello europeo, sono riposte le aspettative di crescita futura del progresso economico sociale, sono frequentati da 8 studenti ogni 100 universitari. Nell anno solare 2004, gli studenti milanesi che hanno completato con successo gli studi accademici sono Di questi poco più della metà (18.756) ha conseguito il tradizionale diploma di laurea, mentre un giovane su tre (12.306) ha ottenuto la laurea triennale. La restante quota (712) raggruppa le lauree specialistiche, raggiunte in prevalenza nelle facoltà di Medicina. Il confronto quinquennale con il 1999 fa emergere un trend positivo dei neodottori del vecchio ordinamento, che cresce in modo costante ma contenuto (+1,87% nel 2004 rispetto al 1999). Alle lauree tradizionali si aggiungono, a partire dal 2003 e in misura più marcata nel 2004, quando cominciano a manifestarsi gli effetti delle innovazioni normative, i diplomi conseguiti negli assetti riformati, le cui entità fanno salire in modo intenso e improvviso il numero complessivo dei giovani che raggiungono un titolo accademico ( unità). Tab. 5 Iscritti per facoltà / area disciplinare - A.A Composizione percentuale Donne per 100 iscritti TOTALE 100,0 53,5 Agraria 1,5 38,2 Architettura 8,2 48,6 Economia - Statistica - Scienze bancarie 15,0 43,9 Farmacia 1,9 71,5 Giurisprudenza 9,1 60,4 Ingegneria 12,6 16,4 Lettere e filosofia - Lingue 16,4 73,8 Medicina 6,2 64,1 Psicologia 3,3 79,8 Scienze comunic.ne spettacolo 3,3 66,6 Scienze della formazione 5,1 86,7 Scienze matem. fisiche naturali 8,1 37,6 Scienze motorie 0,7 40,3 Scienze politiche e sociologia 7,8 56,6 10 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
16 Il lavoro e l economia Industria e Servizi. Anche per quest anno vengono riproposti i dati relativi all Ottavo Censimento dell Industria e dei Servizi, riferito al 22 ottobre 2001, in quanto costituiscono l unica vera fonte ufficiale di indagine sull universo delle imprese milanesi. A quella data sono state rilevate imprese (di cui artigiane) e unita locali, per un totale addetti pari a Il censimento 1991 aveva fatto registrare imprese, per un totale di unità locali e addetti (64,4 addetti ogni 100 abitanti contro il 48,3% di media provinciale). Ciò significa che le imprese hanno evidenziato nel decennio un incremento del 59%, le unità locali del 53% mentre gli addetti sono cresciuti del 6%. Tab. 1 Imprese, Unità locali, Addetti Imprese Unità locali Addetti Var % 59% 53% 6% Fonte: Settore Statistica Per leggere correttamente questi dati è opportuno ricorrere all analisi per classi d addetti. Infatti l incremento del 59% sulle imprese e del 53% sulle unità locali è motivato dall aumento considerevole (+174%, da del 1991 a del 2001 ) delle imprese unipersonali e dalla crescita delle imprese con 2 addetti (+15% sulle unità locali). Il tasso di variazione 91/2001 delle unità locali tende a diminuire col crescere della fascia di addetti fino a toccare il valore di -86% per la fascia unità locali con oltre 100 addetti. Il 40% delle unità locali censite nel 2001 (cui corrisponde il 32% del totale addetti) svolge attività immobiliari, noleggio, informatica ricerca, e altre attività professionali. In ordine decrescente di tasso di composizione percentuale sul totale delle unità locali censite segue il settore del commercio all ingrosso e dettaglio, che copre il 22,2% delle unità locali e il 17,7% degli addetti. Tab. 2 Unità locali e addetti censiti nel 1991 e 2001, per sezione di attività economica Variazione % 01/ 91 SEZIONE DI ATTIVITA' ECONOMICA U.L. addetti U.L. addetti U.L. addetti Agricoltura Caccia e silvicoltura Pesca, piscicultura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Produzione e distrib. energia elettrica, gas e acqua Costruzioni Commercio all'ingrosso e al dettaglio Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Attività immobiliari, noleggio, informatica ricerca, attiv. prof Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici sociali e personali TOTALE Fonte: Settore Statistica 11 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
17 Tab. 3 Unità locali e addetti censiti nel 1991 e 2001, per sezione di attività economica. - Composizione percentuale SEZIONE DI ATTIVITA' ECONOMICA U. L. addetti U. L. addetti Agricoltura Caccia e silvicoltura 0,0 0,0 0,1 0,0 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali 0,0 0,0 0,0 0,0 Attività manifatturiere 13,0 22,8 8,2 13,4 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 0,1 1,2 0,1 0,7 Costruzioni 4,5 4,6 5,4 4,1 Commercio all'ingrosso e al dettaglio 36,5 23,5 22,2 17,7 Alberghi e ristoranti 5,4 4,7 4,2 5,2 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 4,4 8,8 4,2 9,6 Intermediazione monetaria e finanziaria 3,5 11,0 3,2 9,6 Attività immobiliari, noleggio, informatica ricerca, altre attività professionali 21,7 17,7 40,8 32,4 Istruzione 0,5 0,6 0,5 0,4 Sanità e altri servizi sociali 4,4 1,8 5,2 2,5 Altri servizi pubblici sociali e personali 6,0 3,2 6,0 4,2 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Aziende agricole. In base ai risultati del V Censimento dell Agricoltura svoltosi nell ottobre 2000 un quinto circa del territorio di Milano è costituito da superficie agricola, di cui il 93% dedicato alla coltivazione di seminativi, il 6%, investito a prati permanenti e pascoli, il restante 1% circa utilizzato per le coltivazioni legnose. La superficie agricola aziendale totale ha un estensione di ettari, mentre la superficie agricola utilizzata (SAU) copre ettari. La superficie aziendale media calcolata sul totale comunale è pari a 26,43 ettari, ma l osservazione per zone mette in evidenza che la distribuzione territoriale ha una rilevanza significativa sulla fascia dimensionale aziendale. Nella tabella seguente è riportata la composizione percentuale del numero aziende, sul totale comunale, per classi di superficie. Tab. 4 Aziende per classi di superficie - Valori percentuali - CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE Fino a e oltre Totale % aziende 30,2 11,5 9,4 12,9 12,9 10,8 5,0 2,2 5,0 100,0 Fonte: Settore Statistica Il Censimento dell Agricoltura ha messo in evidenza che l 82% delle aziende agricole milanesi si basa sulla conduzione diretta del coltivatore; il 69% di queste utilizza esclusivamente manodopera familiare, il 25% utilizza prevalentemente manodopera familiare, mentre il restante 5% ha una gestione basata prevalentemente su manodopera extrafamiliare. Il 17% delle aziende ha invece una conduzione con salariati. Se si considera la superficie aziendale i dati relativi alla forma di conduzione si riproporzionano in modo significativo. In particolare la forma di conduzione diretta del coltivatore interessa il 74% della superficie agricola totale, (di cui il 58% con l utilizzo della sola manodopera familiare, il 38% con manodopera familiare prevalente, il restante 4% con manodopera extrafamiliare prevalente), mentre la conduzione con salariati si riferisce al 26% della superficie. 12 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
18 Tab. 5 Aziende, superficie totale e S.A.U. per forma di conduzione - Valori percentuali - Superficie FORMA DI CONDUZIONE Aziende totale S.A.U Conduzione diretta del coltivatore Conduzione con salariati Altra forma di conduzione Fonte: Settore Statistica Condizione professionale delle famiglie milanesi. Osservando l evoluzione proiettata della popolazione in età attiva (tab. 6), constatiamo che il declino appare sempre più consistente e inarrestabile. Infatti, se dal 2002 al 2006 il calo è stato di quasi 16 mila unità, dal 2006 al 2009 si prevede un ulteriore flessione di circa 26 mila unità, seguita ancora da una diminuzione di oltre 44 mila unità nel quinquennio successivo. Tab. 6 Popolazione in età attiva (15-64 anni) ANNO Popolazione in età attiva Nota: dati desunti dalle proiezioni della popolazione residente (base 2004). Fonte: Settore Statistica Per poter analizzare la condizione economica delle famiglie è bene inquadrare come prima cosa la situazione lavorativa delle stesse. Secondo quanto emerso dall ultimo censimento, la popolazione con più di quindici anni di età residente in famiglia è composta da unità, di cui il 48% ha una condizione professionale di occupato (per il 56% maschi e per il 44% femmine) mentre la parte restante è in cerca di prima occupazione o disoccupata o in altra condizione. Puntando l attenzione solo sulla parte occupata della popolazione oggetto d attenzione, è opportuno segnalare che l 86,7% ha un attività lavorativa a tempo pieno mentre il 13,3% ha un attività part-time e ovviamente, in questa categoria, a prevalere è la componente femminile. Entrando nel dettaglio della posizione nella professione invece, si evince che gran parte della popolazione è dipendente (72,4%) e fra questi soggetti l 87,9% ha un contratto a tempo indeterminato mentre il 12,1% ha un contratto a tempo determinato. E bene precisare che in questo contesto non ci sono grosse differenze di genere, anche se la presenza maschile è leggermente più consistente. Per concludere questa breve analisi, è opportuno analizzare le tipologie contrattuali scelte dai lavoratori assunti a tempo determinato: il 18,6% ha scelto un contratto di formazione e lavoro, l 11,5% l opportunità interinale, il 6,0% il contratto di apprendistato mentre il 63,9% altre forme di assunzione (tab. 7). 13 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
19 Tab. 7 Condizione lavorativa della popolazione residente occupata - Censimento Maschi Femmine Totale TIPO TEMPO ATTIVITA' LAVORATIVA Tempo pieno 52,2 34,5 86,7 Part time 3,5 9,8 13,3 Totale 55,8 44,2 100,0 POSIZIONE NELLA PROFESSIONE Dipendente 37,3 35,1 72,4 Imprenditore 2,3 0,7 2,9 Libero professionista 5,9 3,6 9,5 Lavoratore in proprio 9,0 3,4 12,4 Socio di cooperativa 0,9 0,5 1,4 Coadiuvante familiare 0,4 1,0 1,5 Totale 55,8 44,2 100,0 RAPPORTO LAVORO A TEMPO Indeterminato 46,0 41,9 87,9 Determinato 5,5 6,6 12,1 Totale 51,5 48,5 100,0 TIPO RAPPORTO DI LAVORO Contratto di Formazione e Lavoro 9,7 8,9 18,6 Contratto di Apprendistato 2,6 3,4 6,0 Lavoro interinale 5,3 6,2 11,5 Altro 27,8 36,0 63,9 Totale 45,5 54,5 100,0 Fonte: Settore Statistica. Nota: Valori percentuali. L inflazione nel Il 2005 si è chiuso facendo registrare una sostanziale stabilità del tasso tendenziale annuo dell Indice dei prezzi al Consumo per l Intera Collettività Nazionale della Città di Milano passato da +1,7% di gennaio a +1,8% di dicembre con una media che si è attestata sul valore di +1,7%, che confrontato con il valore medio 2004 (+1,9%) evidenzia una riduzione della velocità di crescita dei prezzi al dettaglio. Gli scostamenti si sono ripercossi sul dato generale all interno dell anno senza evidenti picchi critici. Ciò può essere interpretato come il raggiungimento di una soglia minima di scostamento, che, in assenza di forti variazioni erratiche, potrebbe avvalorare un quadro di inflazione di medio periodo su valori fisiologici sistemici contenuti. Il tasso di Core Inflation (una misura dell inflazione di fondo ), che nel 2004 era pari a +1,6%, nel 2006 è sceso al valore di +1,1% per riprendersi leggermente nei primi 11 mesi del 2006 attestandosi a +1,3%. Nel periodo gennaio-novembre 2006 il tasso tendenziale, partendo da +1,9% di gennaio e con un punto di minimo a ottobre (+1,6%), e in media del +1,8%. 14 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
20 Tassi di Core Inflation Tassi tendenziali - Indice NIC Milano Scostamento Tasso tend.- vs.core Inflation p.p Gennaio + 1,3 % + 1,7 % 0,4 Febbraio + 1,3 % + 1,6 % 0,3 Marzo + 1,3 % + 1,8 % 0,5 Aprile + 1,2 % + 1,6 % 0,4 Maggio + 1,1 % + 1,6 % 0,5 Giugno + 1,1 % + 1,3 % 0,2 Luglio + 1,0 % + 1,8 % 0,8 Agosto + 1,0 % + 1,6 % 0,6 Settembre + 1,1 % + 1,8 % 0,7 Ottobre + 1,0 % + 1,9 % 0,9 Novembre + 1,1 % + 1,9 % 0,8 Dicembre + 1,2 % + 1,8 % 0, Gennaio + 1,2 % + 1,9 % 0,7 Febbraio + 1,4 % + 2,2 % 0,8 Marzo + 1,5 % + 1,9 % 0,4 Aprile + 1,5 % + 2,3 % 0,8 Maggio + 1,4 % + 2,1 % 0,7 Giugno + 1,5 % + 2,2 % 0,7 Luglio + 1,5 % + 2,1 % 0,6 Agosto + 1,6 % + 2,1 % 0,5 Settembre + 1,5 % + 1,8 % 0,3 Ottobre + 1,5 % + 1,6 % 0,1 Novembre + 1,5 % + 1,8 % 0,3 Fonte: Settore Statistica Rispetto al dato nazionale, l'inflazione di Milano si colloca al di sotto di qualche punto percentuale. La media 2005 del tasso tendenziale NIC Italia è pari a +2,0%, contro +1,7% di Milano. Nel periodo gennaio-novembre 2006 la media Italia è pari a +2,1, Milano a +1,8%. Lo scostamento medio Italia/Milano 2004 è pari a quello del 2005 (0,3 p.p.) e si conferma nel periodo gennaio-novembre 2006 (lo scostamento massimo a gennaio e settembre 2006 e del 0,3 p.p.). 15 Sezione 1 Popolazione, territorio, economia insediata e servizi dell ente
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