Il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico"

Transcript

1 Il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico Anna Falanga Divisione di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Ospedali Riuniti di Bergamo INTRODUZIONE È ben noto ai clinici, da oltre un secolo, che la malattia neoplastica si associa ad un aumentato rischio trombotico. Fra le varie tipologie di trombosi, gli eventi più frequenti e sicuramente più studiati in questi pazienti sono la trombosi venosa profonda (TVP) e l embolia polmonare (EP), complessivamente indicate con il termine di tromboembolismo venoso (TEV). La stima del rischio di TEV è pari circa allo 0,5%/anno o 0,04%/mese. Tale rischio aumenta di 6,5 volte nei pazienti che assumono la chemioterapia. È importante tener conto di queste complicanze nel paziente oncologico, poiché il TEV associato al cancro ha numerose conseguenze, come l aumento della mortalità, l aumento del rischio di recidive trombotiche e di complicanze emorragiche, le possibili interruzioni della chemioterapia, l aggravio dal punto di vista economico. La consapevolezza di ciò ha spinto numerose Società Scientifiche nazionali e internazionali, sia in ambito oncologico sia nell ambito dell emostasi e della trombosi, ad emettere linee-guida specifiche per la gestione del TEV nel paziente oncologico. In questa rassegna verranno riassunti i principali aspetti

2 fisiopatologici e clinici che caratterizzano l attuale stato dell arte in questo settore. FISIOPATOLOGIA Neoplasie e trombosi sono tra loro interconnesse in modo bidirezionale. La malattia neoplastica aumenta il rischio trombotico, mentre, per contro, l attivazione della coagulazione promuove la crescita e la disseminazione della neoplasia (Figura 1). Figura 1 I disordini della coagulazione, associati alle neoplasie, includono tutti i tipi di trombosi sia venose sia arteriose, così come le sindromi sistemiche (ad esempio la coagulazione intravascolare disseminata). Inoltre, anche in assenza di trombosi conclamata, uno stato di ipercoagulabilità è comune nel paziente neoplastico. I risultati dei test di laboratorio indicano che i processi di formazione e di rimozione della fibrina sono continuamente operanti, a livello sub-clinico, durante lo sviluppo di una neoplasia (1). Con l aumentare delle nostre conoscenze, un numero crescente di fattori di rischio (sia clinici che biologici), potenzialmente in gioco nel determinare gli eventi tromboembolici in questi pazienti, sono stati evidenziati. Ciò ha promosso un intensa ricerca volta a identificare modelli predittivi di tale rischio. Qualora validati, tali modelli possono permettere l identificazione dei soggetti a più alto rischio e quindi di approntare misure di prevenzione adeguate e mirate. Numerosi progressi sono stati fatti nella nostra capacità di comprendere i meccanismi fisiopatologici alla base dello stato di ipercoagulabilità dei pazienti neoplastici. I marcatori circolanti di attivazione dell emostasi, come ad esempio il

3 complesso trombina-antitrombina (TAT), il frammento 1+2 della protrombina (F1+2), il D-dimero, l attivatore tissutale del plasminogeno (tpa) e il suo inibitore (PAI-1), sono tutti elevati e indicano che vi è uno stato di attivazione sia della coagulazione sia, secondariamente, della fibrinolisi. Anche le componenti cellulari dell emostasi sono attivate nei pazienti affetti da tumore. Esse comprendono i marcatori dell emostasi espressi dalle cellule ematiche, come piastrine, leucociti e cellule endoteliali (Tabella 1). Tabella 1 Infine, anche i livelli circolanti delle microparticelle che si liberano da queste cellule, come pure dalle cellule tumorali, sono elevati in corso di neoplasie. Tali microparticelle hanno importanti funzioni procoagulanti e sono oggi considerate elementi fondamentali nello sviluppo dei trombi; esse hanno anche funzioni rilevanti nella progressione e diffusione tumorale (2,3). Fra le cause che determinano lo stato di ipercoagulabilità associato alla malattia neoplastica, un ruolo importante è attribuito alle proprietà protrombotiche espresse dalle stesse cellule tumorali (Tabella 2) (4). Tabella 2 Tali proprietà includono la capacità dei tessuti tumorali: 1. di esprimere proteine procoagulanti e fibrinolitiche; 2. di produrre citochine infiammatorie; 3. di aderire, mediante recettori specifici, a piastrine, leucociti e cellule endoteliali. Inoltre, anche i processi di neovascolarizzazione all interno della massa tumorale agiscono come procoagulanti. Infine, è importante ricordare che le terapie antitumorali, incluse chemioterapia e radioterapia, stimolano le proprietà

4 protrombotiche dei tessuti. Le proteine procoagulanti espresse dalle cellule tumorali, particolarmente il tissue factor, possono giocare un ruolo non solo nell attivazione della coagulazione ematica, ma anche nella promozione della neoangiogenesi e di altri meccanismi che favoriscono la crescita e la disseminazione del tumore. Anche la trombina e la fibrina, i prodotti finali della cascata della coagulazione, inducono una serie di attività che favoriscono la progressione del tumore. In particolare, la fibrina gioca un ruolo complesso e dalle tante sfaccettature: la matrice di fibrina fornisce l impalcatura necessaria alla formazione di nuovi vasi, il rivestimento fibrinico protegge le cellule neoplastiche dall attacco del sistema immune, i depositi di fibrina sulle cellule neoplastiche mediano l adesione di queste cellule alla parete del vaso, mentre i prodotti di degradazione della fibrina inducono la produzione di tissue factor e di citochine proangiogeniche da parte delle cellule endoteliali. FATTORI DI RISCHIO Diversi fattori sono in grado di aumentare il rischio trombotico nel paziente oncologico e includono: fattori di tipo demografico, fattori dipendenti dalla neoplasia, e fattori dovuti ai trattamenti antineoplastici (Tabella 3). Tabella 3 I fattori di rischio demografico includono l età avanzata, il genere femminile e l etnia. A tale proposito, il rischio di trombosi correlata alle neoplasie risulta particolarmente elevato negli afroamericani, mentre è ridotto negli asiatici (5). I principali fattori dipendenti dalla neoplasia sono rappresentati dal tipo di tumore e dallo stadio della

5 malattia. Determinati tipi di neoplasie maligne, come quelle cerebrali o pancreatiche, sono più comunemente associate a complicanze trombotiche (5,6). Anche le neoplasie ematologiche sono associate a un aumentato rischio. Lo stadio avanzato (metastatico) della neoplasia e il periodo iniziale dopo la diagnosi incrementano il rischio trombotico (5,7,8). I fattori associati ai trattamenti del tumore includono: l ospedalizzazione, gli interventi chirurgici, la terapia ormonale, la chemioterapia, la terapia antiangiogenica (talidomide, lenalidomide, bevacizumab), la terapia con fattori stimolanti l eritropoiesi, le trasfusioni di sangue e la presenza di cateteri venosi centrali (5). In uno studio di Khorana e coll., condotto in pazienti neoplastici ambulatoriali in trattamento chemioterapico, l incidenza di TEV era più alta nei pazienti con neoplasie polmonari e del tratto gastroenterico (8,16% e 5,62%, rispettivamente) (9). Anche i pazienti con malattia di Hodgkin avevano un tasso relativamente elevato (2,79%) (9). Una serie di marcatori biologici, elencati nella tabella 3, sono attualmente sotto valutazione come possibili candidati per predire il rischio di trombosi nel singolo paziente. Partendo dai loro stessi dati, Khorana e coll. hanno disegnato e validato un modello predittivo del rischio di trombosi associata alla chemioterapia basato su: sede della neoplasia, conta piastrinica, livello di emoglobina (oppure uso di fattori stimolanti l eritropoiesi), conta leucocitaria e indice di massa corporea. Il modello (Tabella 4), basato su un sistema a punti che separa i pazienti in basso, intermedio ed elevato rischio, verrà descritto più in dettaglio nell articolo seguente (10). Tabella 4 L ospedalizzazione specificatamente l immobilizzazione che

6 spesso la segue è un riconosciuto fattore di rischio per trombosi. Uno studio del 1980 condotto da Shen e Pollak dimostrò che il tasso di mortalità dovuta a tromboembolia polmonare in pazienti immobilizzati era più elevato tra quelli affetti da neoplasia rispetto ai restanti: 14% versus 8% (11). Più di recente, uno studio di coorte retrospettivo, condotto utilizzando i dati delle dimissioni di più di 1,8 milioni di ospedalizzazioni negli USA, nel periodo tra il 1995 e il 2003, ha mostrato come l incidenza di TEV nei pazienti neoplastici ricoverati sia maggiore in quelli sottoposti a chemioterapia rispetto agli altri (12). La chirurgia di per sé è un potente fattore di rischio per trombosi, particolarmente nel paziente neoplastico. Senza profilassi, il rischio di trombosi venosa profonda (TVP) post-operatoria è significativamente più elevato nei pazienti con neoplasia rispetto a quelli senza neoplasia (13). In sintesi, la patogenesi della trombosi associata a neoplasie è multifattoriale e include fattori demografici, fattori associati al tumore e fattori correlati al suo trattamento. Le proprietà emostatiche delle cellule neoplastiche giocano ruoli importanti sia nel contesto della trombosi associata alla neoplasia sia nella biologia della neoplasia stessa. Lo sviluppo di modelli in grado di predire il TEV, fondati sulla conoscenza di componenti cliniche e di biomarcatori della trombosi nelle neoplasie, è importante per identificare i pazienti ad elevato rischio e ridurre la mortalità e la morbilità. LA PREVENZIONE DEL TEV La prevenzione del TEV nel paziente neoplastico rappresenta una problema complesso, ma molto importante. Egualmente importante è la ricerca di trattamenti efficaci e sicuri per il TEV clinicamente manifesto. Molte Società Scientifiche nazionali e internazionali hanno pubblicato linee-guida per la prevenzione del TEV nel paziente neoplastico, includendo nella

7 lista l American College of Chest Physicians (ACCP), il National Comprehensive Cancer Network (NCCN), l American Society of Clinical Oncology (ASCO), l European Society of Medical Oncology (ESMO), l International Union of Angiology, la Società Italiana per lo Studio dell Emostasi e della Trombosi (SISET), l Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e le French national guidelines (FNCLCC) (14-19). IL PAZIENTE CHIRURGICO Tutte le linee-guida concordano nel dire che la profilassi antitrombotica dovrebbe essere presa in considerazione per tutti i pazienti sottoposti a laparotomia e ad interventi maggiori, causati da neoplasie maligne. L evidenza suggerisce molto fortemente che i pazienti sottoposti a laparotomia, laparoscopia oppure toracotomia della durata di più di 30 minuti debbano ricevere una profilassi antitrombotica con eparina non frazionata (ENF) o a basso peso molecolare (EBPM), a meno dell esistenza di controindicazioni specifiche. Comunque, si raccomanda che la profilassi antitrombotica venga iniziata prima della procedura operatoria (16). L evidenza sottesa a tali forti raccomandazioni include i dati della Consensus Conference sulla terapia antitrombotica dell American College of Chest Physicians (ACCP) (20). L ACCP dimostrò che nei pazienti chirurgici a più elevato rischio un gruppo che include i pazienti neoplastici la TVP del polpaccio post-operatoria era molto frequente (dal 40% all 80%) in assenza della profilassi antitrombotica. Inoltre, la TVP prossimale mostrava un incidenza fra il 10% e il 20%, ma, ancor più allarmante, era il dato che tra l 1% e il 5% dei pazienti chirurgici, che non avevano ricevuto alcuna profilassi antitrombotica, morivano di embolia polmonare (EP) (20). La chirurgia di per sé aumenta il rischio tromboembolico. Tale rischio è più elevato nei pazienti operati per una neoplasia (Tabella 5) (16,20,21).

8 Tabella 5 I dati ottenuti da circa ricoveri presso l Ospedale Universitario di Ginevra, nel corso di un periodo di 10 anni, hanno mostrato che, tra i pazienti sottoposti ad una procedura chirurgica primaria per neoplasia, l incidenza di EP era superiore al 2% verso lo 0,36% in assenza di neoplasia (odds ratio, OR, 6,7) (22). Nell ampio studio un registro italiano relativo a pazienti sottoposti a laparotomia per neoplasia, i pazienti sono stati seguiti per 30 giorni successivamente all intervento chirurgico, al fine di determinare la frequenza di TEV sintomatico durante e dopo l ospedalizzazione. Cinque fattori sono risultati significativi nell aumentare il rischio di TEV sintomatico: l età >60 anni (OR 2,6), l anamnesi positiva per TEV (OR 6,0), la procedura chirurgica richiedente >2 ore (OR 4,5), oppure conseguente a neoplasia in fase avanzata piuttosto che precoce (OR 2,7), e l immobilizzazione a letto post-operatoria per un periodo >4 giorni (OR 4,4) (23). I metodi per prevenire la malattia tromboembolica sono stati ampiamente implementati. Nel 1988, una metanalisi di Collins e coll. ha valutato tutti gli studi clinici controllati comparanti basse dosi di ENF versus placebo oppure controllo. Globalmente, nei pazienti sottoposti a chirurgia maggiore, l ENF riduceva la mortalità peri-operatoria del 21%, e riduceva la frequenza di EP fatale e di TVP subclinica, rilevata strumentalmente, di circa i due terzi (24). Da qui abbiamo una chiara evidenza dei benefici della profilassi antitrombotica non solo nella popolazione chirurgica generale, ma anche in quella ad alto rischio, che include i pazienti con neoplasia. La metanalisi, comprendente pazienti, dimostrava come la profilassi peri-operatoria con ENF riducesse in modo altamente significativo la frequenza di EP

9 fatale del 68%, e di EP asintomatica del 67%. Ciò senza alcun incremento di sanguinamenti fatali (24). L evidenza è pertanto molto chiara: la profilassi antitrombotica nel paziente ad elevato rischio certamente durante l ospedalizzazione riduce la mortalità peri-operatoria. Recentemente, la pratica clinica ha variato il suo orientamento dall uso di basse dosi di ENF verso quello dell EBPM. Intorno alla metà degli anni 90, uno studio di Bergqvist e coll. mirò a determinare quale dose di EBPM dovesse ricevere il paziente sottoposto a laparotomia a causa di una neoplasia. Circa pazienti, due terzi dei quali avevano neoplasie maligne, furono randomizzati a ricevere l EBPM dalteparina a due differenti dosaggi. Un gruppo ricevette la dose standard, pari a 2500 unità, dose che prescriveremmo ad un paziente a rischio chirurgico moderato. L altro gruppo, invece, ricevette una dose pari a unità, dose che prescriveremmo a un paziente a rischio più elevato, ad esempio a causa di interventi ortopedici quali la protesi d anca o di ginocchio. La profilassi fu iniziata in entrambi i gruppi prima dell intervento e, quindi, proseguita da 7 a 10 giorni dopo il medesimo. Alla fine di tale periodo, i pazienti furono sottoposti a venografia, soprattutto al fine di individuare le TVP asintomatiche (25). Limitatamente ai pazienti neoplastici, si osservò una riduzione significativa (dal 14,9% all 8,5%) nel tasso di TVP a favore delle alte dosi, senza alcun incremento nei sanguinamenti maggiori. I risultati, pertanto, indicarono per la prima volta che i pazienti affetti da neoplasia avevano necessità di essere trattati con più elevate dosi di antitrombotici rispetto agli altri ai fini della profilassi antitrombotica (25). Una metanalisi fu condotta alcuni anni fa da Mismetti e coll. su circa pazienti arruolati in studi chirurgici, randomizzati a ricevere basse dosi di ENF 2 o 3 volte al dì, oppure EBPM una volta al dì. In entrambi i casi, la profilassi era iniziata prima dell intervento. Gli endpoint di efficacia

10 includevano la TVP asintomatica, il TEV clinicamente manifesto e la mortalità peri-operatoria (26). I risultati di questa metanalisi hanno evidenzato che l EBPM, somministrata una volta al dì, è ugualmente efficace rispetto all ENF. Nei pazienti chirurgici, il beneficio osservato nei non neoplastici appariva estendersi anche ai neoplastici. In termini di sanguinamento, non vi era alcuno svantaggio per l EBPM. Infatti, nei pazienti affetti da neoplasia il rischio di ematoma a livello della ferita chirurgica era più basso con l EBPM che con l ENF (26). Più recentemente, Haas e coll. hanno pubblicato uno studio molto ampio, condotto in circa pazienti sottoposti a chirurgia maggiore (27). I pazienti sono stati randomizzati a basse dosi di ENF tre volte al giorno oppure EBPM una volta al giorno. L endpoint è stato l EP fatale accertata autopticamente. I risultati hanno indicato che l EBPM una volta al giorno protegge dall EP fatale nel periodo postoperatorio tanto quanto l ENF tre volte al giorno. Pertanto, sulla base di questi studi abbiamo l evidenza convincente per supportare le raccomandazioni delle linee-guida, che indicano l EBPM come la profilassi di elezione. Per quanto riguarda l uso di metodi meccanici per la profilassi e la durata della tromboprofilassi nel paziente neoplastico sottoposto ad intervento chirurgico, le lineeguida raccomandano che i primi non devono essere considerati come una una monoterapia per la prevenzione della TVP. Ciò, a meno che l uso di farmaci non sia controindicato a causa di sanguinamento in atto (16). La combinazione di metodi meccanici e farmacologici può migliorarne l efficacia, particolarmente nel paziente a rischio più elevato. I dati relativi alla durata della tromboprofilassi postoperatoria indicano un periodo variabile tra 7 e 10 giorni. Dati emergenti, però, suggeriscono che tale periodo potrebbe essere esteso nel paziente oncologico, come comunemente si fa, ad esempio, nel paziente sottoposto a protesi d anca.

11 Attualmente, l estensione della tromboprofilassi dopo la dimissione ospedaliera è riservata a pazienti che hanno subito interventi maggiori a livello pelvico oppure addominale e manifestano condizioni caratterizzate da un elevato rischio, quali malattia tumorale residua, obesità, oppure anamnesi personale positiva per TEV (16). Riguardo alla durata ideale della tromboprofilassi, un analisi secondaria dei dati di Haas e coll., in cui le basse dosi di ENF erano state paragonate all EBPM, ha valutato due diversi outcome: mortalità peri-operatoria ed EP fatale. Questo in base, però, all indicazione chirurgica e non al tipo di eparina usata. Tra i pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per neoplasia maligna, la frequenza di EP fatale confermata autopticamente era pari a 15 casi per pazienti operati, pari allo 0,09%. La mortalità totale entro i 14 giorni successivi alla sospensione della profilassi era dello 0,7%. Nei pazienti con neoplasia, il tasso di EP fatale era dello 0,33%, pari a 4 volte quello rilevato nei pazienti non neoplastici sottoposti ad un intervento chirurgico maggiore (28). Malgrado la tromboprofilassi, circa il 10% delle morti precocemente rilevabili in pazienti che erano stati sottoposti a laparotomia per neoplasia era dovuta ad EP confermata autopticamente. Dati ottenuti nell Ospedale Universitario di Ginevra mostrano come, nel paziente sottoposto ad intervento di chirurgia maggiore a causa di una neoplasia, circa il 20%-25% delle EP totali avvenga dopo la dimissione (22). Ciò suggerisce che, come accade in chirurgia ortopedica, dovremmo estendere anche nel paziente neoplastico la tromboprofilassi fino al periodo successivo alla dimissione. Due studi metodologicamente appropriati hanno approfondito questo aspetto. Nello studio ENOXACAN II, più di 300 pazienti sottoposti a laparotomia per tumore, principalmente neoplasie del colon-retto, ricevevano l EBPM enoxaparina 40 mg una volta al giorno per la tromboprofilassi peri-operatoria durante l ospedalizzazione.

12 Alla dimissione, i pazienti erano randomizzati in due gruppi di trattamento: il primo proseguiva l EBPM, mentre il secondo riceveva iniezioni di placebo, in entrambi casi per ulteriori 21 giorni (29). Dopo circa 1 mese dalla chirurgia, i pazienti sono stati sottoposti a venografia. La frequenza di TVP è risultata essere del 12% nel gruppo con profilassi di soli 7 giorni, e del 5% nel gruppo che aveva continuato la profilassi per circa giorni. La profilassi prolungata era associata a una riduzione del 60% del rischio di manifestare TVP. Tale beneficio era mantenuto dopo 3 mesi dall intervento operatorio, momento in cui l incidenza di TVP era pari a circa il 14% nel braccio placebo e al 5,5% in quello in tromboprofilassi prolungata con enoxaparina. I sanguinamenti erano paragonabili tra i due gruppi (29). Nello studio FAME, i pazienti sottoposti a laparotomia ricevevano l EBPM dalteparina unità al giorno più la compressione graduata mediante calza, durante l ospedalizzazione. Alla dimissione, i pazienti erano indirizzati alla prosecuzione della tromboprofilassi o meno, in modo aperto, per ulteriori 21 giorni. Al termine di tale periodo veniva eseguita, in entrambi i bracci, la venografia. La tromboprofilassi estesa risultava associata a una riduzione pari al 77% della frequenza di TVP prossimale (30). Una recente metanalisi di Bottaro e coll. ha dimostrato che la tromboprofilassi estesa fino a 4 settimane è associata a una riduzione nella frequenza di tutti gli eventi tromboembolici, con un risk ratio pari a 0,44 (31). PAZIENTI OSPEDALIZZATI NON CHIRURGICI I pazienti neoplastici ospedalizzati per motivi non chirurgici, bensì correlati alla gestione delle complicanze della neoplasia maligna dalla quale sono affetti, debbono essere considerati candidati alla profilassi del TEV mediante anticoagulanti. Ciò in assenza di sanguinamenti o di altre

13 specifiche controindicazioni. Tale raccomandazione delle correnti linee-guida non è basata su studi condotti in questa tipologia di pazienti, ma deriva da tre studi randomizzati su vasta scala (MEDENOX, PREVENT, e ARTEMIS) in cui sono stati paragonati il placebo con l EBPM oppure con il fondaparinux, in pazienti con una patologia internistica acuta (32-34). In ognuno dei tre studi la profilassi riduceva significativamente la frequenza di complicanze tromboemboliche (Tabella 6). Tabella 6 Circa il 5%-10% dei soggetti di questi studi erano pazienti ricoverati e con neoplasia. Le raccomandazioni di tutte le linee-guida, che suggeriscono di attuare la profilassi nel paziente oncologico ospedalizzato, derivano da questi tre studi, anche se non si tratta di studi disegnati ad hoc per i pazienti oncologici. PAZIENTI AMBULATORIALI IN TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO È ancora materia di dibattito se il paziente ambulatoriale in trattamento chemioterapico debba o meno ricevere una tromboprofilassi con anticoagulanti. Le linee-guida sin qui pubblicate non raccomandano la profilassi di routine in tali pazienti. A causa della scarsità dei dati presenti in letteratura, non c è però l opportunità di valutare i potenziali rischi/benefici della tromboprofilassi. Nella tabella 7 viene riportato l elenco degli studi noti. Il primo studio pubblicato in questa popolazione è stato quello di Levine e coll., in cui 311 donne in trattamento con chemioterapici per neoplasia avanzata della mammella venivano randomizzate a ricevere placebo oppure la profilassi con warfarin a bassa intensità, cioè una dose fissa pari ad 1 mg/kg per le prime 6 settimane, seguita da una dose mirante a

14 mantenere l international normalized ratio (INR) tra 1,3 e 1,9, per i restanti mesi della chemioterapia (35). I risultati hanno riportato una riduzione pari all 85% nella frequenza di TEV sintomatico nel braccio trattato con warfarin versus quello placebo (35). Molti altri studi condotti nel paziente ambulatoriale sono ancora in forma di abstract. Il TOPIC-1 e il TOPIC-2 sono due studi paralleli, uno condotto in più di 350 donne con neoplasia avanzata della mammella, l altro in circa 550 pazienti con tumore non a piccole cellule del polmone. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere placebo oppure l EBPM certoparin, alla dose di unità anti-xa, una volta al giorno per 6 mesi, più la chemioterapia standard per la neoplasia (36). Sorprendentemente, la profilassi non ha avuto alcun effetto nelle pazienti con neoplasia mammaria. Invece, per i pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule, il tasso di TEV è risultato essere pari all 8,3% nel braccio placebo e al 4,5% in quello in trattamento attivo. La significatività statistica non era raggiunta nell intera popolazione, ma il sottogruppo di pazienti con tumore polmonare in stadio IV ha riportato una riduzione significativa: dal 10% nel braccio placebo al 3% in quello trattato con EBPM (36). Globalmente, sono stati osservati più sanguinamenti tra i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule in trattamento anticoagulante con EBPM rispetto a quelli in trattamento con placebo (36). In uno studio canadese, il PRODIGE, pazienti affetti da glioblastoma cerebri sono stati sottoposti a profilassi con dalteparina oppure placebo. Dopo 6 mesi, sono stati rilevati 14 eventi tromboembolici nel braccio placebo e 11 nel braccio dalteparina. A causa della mancanza di differenze statisticamente significative tra i due bracci, lo studio è stato interrotto prematuramente (37). Lo studio CONKO 004 di Riess e coll. ha incluso più di 300

15 pazienti con neoplasia pancreatica avanzata, che ricevevano chemioterapia con gemcitabina. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere enoxaparina oppure nessuna profilassi antitrombotica. Nel primo caso, la dose è stata pari a metà di una dose terapeutica (1 mg/kg) per le prime 12 settimane di chemioterapia. Successivamente, e fino alla fine della chemioterapia, la dose è stata quella profilattica di 40 mg al giorno (38). Nel CONKO 004 si è osservata una sostanziale e significativa riduzione nella frequenza di trombosi venosa sintomatica. Questo in presenza di un piccolo, ma non significativo aumento nella frequenza di complicanze emorragiche, nonostante l uso di dosi elevate di EBPM in una popolazione considerata ad elevato rischio per emorragie (38). Infine, il PROTECHT è stato un ampio studio condotto in 1150 pazienti con 5 diversi tipi di neoplasie solide, con un rapporto di randomizzazione 2:1 tra l EBPM nadroparina e il placebo (nadroparina, n=769; placebo, n=381). La profilassi è stata somministrata per circa 4 mesi (39). L outcome primario era composto sia dagli eventi venosi sintomatici sia dagli eventi tromboembolici arteriosi. Nel PROTECHT si è osservata una frequenza di tutti gli eventi (TVP, EP, trombosi venosa viscerale, ictus cerebri e malattia vascolare periferica) pari al 3,9% nel gruppo placebo e al 2% in quello nadroparina. La riduzione osservata era statisticamente significativa, con effetto maggiormente legato alla TVP (Tabella 8). Tabella 8 Lo 0,7% dei pazienti nel braccio nadroparina ha manifestato sanguinamenti maggiori. Nessun sanguinamento maggiore è stato osservato nel braccio placebo (39). Tali dati, riportati più estesamente nell articolo di approfondimento che segue questa review, sono oggetto di discussione nell ambito dell aggiornamento delle attuali linee-guida. Al momento, la raccomandazione rimane quella di

16 non somministrare la profilassi di routine nei pazienti oncologici ambulatoriali nel corso di trattamenti chemioterapici. TROMBOSI CORRELATA ALL USO DI CATETERE VENOSO CENTRALE (CVC) Un ultima problematica è quella relativa alla necessità di effettuare una tromboprofilassi nel paziente neoplastico portatore di CVC. In due dei tre studi controllati e randomizzati disponibili, l incidenza di trombosi CVCcorrelate variava dal 3% al 4% circa, senza alcun beneficio offerto dalla profilassi con warfarin a dose fissa di 1 mg al dì, o dall EBPM (40,41). Nel terzo studio, di Verso e coll., i pazienti sono stati randomizzati a ricevere enoxaparina oppure placebo e sono stati sottoposti a venografia per valutare l incidenza di TVP asintomatica. Globalmente, l incidenza di trombosi asintomatiche era più elevata (18%) nel braccio placebo rispetto a quello enoxaparina (14), ma senza che si raggiungesse la significatività statistica (42). Pertanto le attuali linee-guida non raccomandano la tromboprofilassi di routine nei pazienti oncologici portatori di CVC. In conclusione, il TEV è una complicanza comune in un ampia gamma di pazienti neoplastici, sottoposti o meno a diverse procedure. La tromboprofilassi peri-operatoria, principalmente quella con EBPM, è efficace e sicura nei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici, ma vi sono evidenze anche a favore dell uso dell EBPM nelle emergenze di tipo internistico. È necessario ancora valutare se e quanto la profilassi postoperatoria vada estesa dopo la dimissione da un intervento di chirurgia oncologica. Infine, ulteriori valutazioni ed analisi di sottogruppi sono necessarie per stabilire la validità della tromboprofilassi nei pazienti oncologici ambulatoriali.

17 TERAPIA DEL TEV Fino a poco tempo fa, c erano ben poche innovazioni in relazione al trattamento della trombosi nel paziente affetto da neoplasia. La terapia standard del TEV comprende due fasi: nei primi 5-7 giorni si somministra ENF, EBPM oppure fondaparinux; nei successivi 3-6 mesi (od oltre) si somministrano gli antagonisti della vitamina K. Sebbene tale schema di terapia sia efficace nella maggioranza dei pazienti, nel paziente neoplastico esso è associato a un elevato rischio di recidive trombotiche e di sanguinamenti maggiori. Per questa ragione, diversi studi clinici sono stati progettati al fine di individuare nuove terapie del TEV nel paziente neoplastico. Le attuali linee-guida in merito riflettono i risultati di tali studi. TERAPIA INIZIALE Molte metanalisi di studi clinici controllati, in cui sono state paragonate le EBPM con l ENF nella terapia iniziale del TEV, hanno mostrato che l EBPM è più efficace e sicura dell ENF (43,44). La metanalisi più recente, ad opera del Cochrane Database of Systematic Reviews, ha riportato che l EBPM determina una riduzione del rischio del 32% per le recidive di trombosi sintomatica e del 43% per i sanguinamenti maggiori (43). Pertanto, l EBPM sotto cute è superiore alla tradizionale EBPM somministrata per via endovenosa. Nel paziente neoplastico, tuttavia, i dati sono molto meno accurati. Nessuno studio randomizzato e controllato ha focalizzato l attenzione sulla terapia iniziale del TEV associato alle neoplasie. Malgrado ciò, se si estraggono i dati relativi ai pazienti oncologici dagli studi che li riportano, si evidenzia che non vi sono sostanziali differenze, in termini di efficacia e sicurezza, tra EBPM ed ENF. Il maggior beneficio dell EBPM è il vantaggio pratico nel

18 consentire la terapia ambulatoriale del TEV, cosa molto importante in questi pazienti. Dati derivati dalla valutazione della sopravvivenza a breve termine possono rendere più attraente la scelta dell EBPM. Infatti alcune metanalisi hanno dimostrato un associazione tra EBPM e un aumento della sopravvivenza nel paziente oncologico, ma non nel paziente non oncologico (43,44). L effetto è consistente, ma non abbiamo certezze sulla sua eziologia. In molti hanno ipotizzato che le EBPM possano avere un effetto antineoplastico, oltre a quello anticoagulante, e molte tra le ricerche in corso sono focalizzate su questo aspetto. Un altra opzione terapeutica è rappresentata dal fondaparinux, che è stato recentemente approvato per la terapia iniziale del TEV. L approvazione è legata ai risultati dei due ampi studi MATISSE (45-46). Nel MATISSE EP il fondaparinux è stato paragonato all ENF (45), mentre lo studio nella TVP ha paragonato il fondaparinux all EBPM enoxaparina (46). Nell insieme, non si sono osservate differenze significative nell incidenza di trombosi ricorrenti o sanguinamenti maggiori tra fondaparinux e i due comparatori (45-46). Va notato che gli studi MATISSE sono stati condotti principalmente in pazienti non oncologici, ma una valutazione post hoc dei pazienti oncologici ha dato adito a qualche perplessità circa l efficacia del fondaparinux in questo tipo di paziente (47). Infatti, mentre nello studio sulle EP vi era un trend molto forte, sebbene non statisticamente significativo, a favore dell efficacia del fondaparinux sull ENF, tuttavia c era un incidenza più elevata di TVP recidivanti nei pazienti in terapia con fondaparinux rispetto a quelli che ricevevano enoxaparina, e la differenza era statisticamente significativa (47). Presi nel loro insieme, i dati in nostro possesso dimostrano che l EBPM è la terapia da preferire per il trattamento iniziale del TEV associato alle neoplasie (16). Tale

19 trattamento mostra efficacia e sicurezza superiori rispetto all ENF, come dimostrato largamente in popolazioni non affette da tumori. Esso può essere più efficace del fondaparinux e, quando paragonato ad ENF, aumenta la sopravvivenza a breve termine. Inoltre presenta anche il vantaggio di poter effettuare il trattamento ambulatorialmente, cosa che è di rilevante interesse nel paziente affetto da una neoplasia. TERAPIA A LUNGO TERMINE Il trattamento a lungo termine è l aspetto più complesso nel contesto delle trombosi neoplasia-correlate. L uso di antagonisti della vitamina K più comunemente del warfarin è associato a varie problematiche di carattere logistico, di efficacia, e di sicurezza. Uno studio prospettico di Prandoni e coll. ha dimostrato che i pazienti con neoplasia trattati con warfarin per il loro primo episodio trombotico avevano un rischio significativamente aumentato di recidive rispetto ai pazienti senza neoplasia. Ciò è stato osservato anche per il rischio di sanguinamenti maggiori (48). Il rischio di trombosi recidivante era più elevato nel periodo da 1 a 3 mesi dall evento iniziale, ma successivamente andava incontro ad un plateau. Il rischio di sanguinamenti maggiori, invece, continuava ad aumentare nel tempo (48). Come conseguenza di ciò, un terzo dei pazienti trattati con warfarin manifestava un fallimento della terapia, in termini sia di recidiva della trombosi, sia di sanguinamenti (48). Una delle ragioni per cui il warfarin non è un trattamento ottimale nel paziente neoplastico è il fatto di essere legato alla sua imprevedibile risposta terapeutica, a sua volta conseguente alle interazioni tra warfarin, chemioterapia e malnutrizione. Inoltre, il warfarin riduce la qualità di vita nel paziente neoplastico. Quando l EBPM è stata introdotta in terapia ed indicata come

20 efficace e sicura per l uso nel paziente ambulatoriale, i clinici hanno voluto considerare se tali eparine fossero superiori anche al warfarin nel trattamento a lungo termine delle trombosi nel paziente neoplastico. Nella tabella 9 sono mostrati i risultati relativi a 4 studi clinici controllati e randomizzati, progettati per rispondere a questo quesito. Nello studio CLOT, l EBPM ha dimostrato un efficacia superiore rispetto al warfarin, con una sicurezza paragonabile (49). Tabella 9 Altri studi hanno testato la stessa ipotesi con altri schemi di terapia con EBPM, ottenendo una conferma di questi risultati (50-52). Nell insieme, i dati supportano fortemente l uso dell EBPM nella terapia a lungo termine nel paziente oncologico. Gli studi condotti da Hull, Meyer e Deitcher più piccoli rispetto al CLOT hanno valutato le dosi piene di EBPM per un periodo da 3 a 6 mesi (50-52). Il regime terapeutico usato nel CLOT era lievemente diverso perché i pazienti randomizzati a ricevere dalteparina a lungo termine ricevevano una dose terapeutica piena (200 IU/kg) per il primo mese, e una dose ridotta (circa 150 IU/kg) per i restanti cinque mesi. Tale regime terapeutico era basato sul rilievo clinico che i pazienti tendono a manifestare trombosi recidivanti nel primo periodo, da 1 a 3 mesi, dopo l evento iniziale. Pertanto, i ricercatori del CLOT hanno ritenuto che una terapia più aggressiva durante il primo mese avrebbe potuto sopprimere il rischio di recidive. Inoltre, poiché il rischio di emorragie continua per tutto il periodo di anticoagulazione, la dose a lungo termine è stata ridotta, nella speranza di ridurre anche il rischio di sanguinamenti maggiori (49). Lo studio ha dimostrato che il regime terapeutico con la dalteparina riduce significativamente il rischio di recidive di trombosi sintomatiche (-52%). Infatti tale rischio risultava nettamente

21 ridotto nel paziente in terapia con dalteparina, in particolare durante il primo mese di trattamento. Ciò accadeva senza incrementare i sanguinamenti maggiori, né la mortalità totale (49). L evidenza è fortemente a favore dell uso dell EBPM nel trattamento a lungo termine del paziente con trombosi correlata alla presenza di una neoplasia. L EBPM è superiore in efficacia al warfarin e non interagisce con i chemioterapici. In base ai risultati dello studio CLOT e degli altri tre studi, le linee-guida raccomandano l EBPM come terapia di prima scelta nel trattamento a lungo termine per almeno 3-6 mesi. Comunque, se l EBPM non è disponibile, la terapia con warfarin, ad un range terapeutico di INR tra 2 e 3, rappresenta un opzione accettabile (16). In relazione a questo aspetto, le linee-guida ACCP, come altre, raccomandano fortemente che nel paziente neoplastico con trombosi, l EBPM sia usata durante almeno i primi 3-6 mesi di trattamento (raccomandazione di grado 1A). Tali linee-guida inoltre suggeriscono che il trattamento sia proseguito oltre tale termine con EBPM oppure con antagonisti della vitamina K fino a quando la neoplasia è ancora attiva (raccomandazione di grado C) (17). Le linee-guida del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) sono in sintonia con quelle dell ASCO e dell ACCP. Le linee-guida NCCN, infatti, dichiarano che l EBPM è preferibile come monoterapia senza warfarin nei pazienti con neoplasie avanzate o metastatizzate che hanno manifestato una TVP prossimale oppure distale oppure una EP (raccomandazione di categoria I) (53). Pertanto, vi è un forte consenso a favore dell uso di EBPM per il trattamento della trombosi nel paziente neoplastico. Durata della terapia La durata ottimale dell anticoagulazione è dubbia. In tutti gli studi clinici controllati è stato scelto un cut-off arbitrario di 3 mesi oppure di 6 mesi. Nessuno studio ha

22 focalizzato l attenzione sulla durata ottimale del trattamento anticoagulante nel paziente neoplastico. Sfortunatamente, questa continua ad essere un area di difficile approccio, particolarmente perché i pazienti neoplastici con trombosi sono molto complessi e tendono ad essere severamente compromessi. Circa il 40% di questi pazienti muoiono entro 6 mesi dall evento trombotico e il 60% muore entro un anno. Inoltre, molti pazienti partecipano a studi clinici controllati relativi a nuovi chemioterapici e non possono, pertanto, essere reclutati in altri studi. Non vi è dubbio che la trombosi associata alle neoplasie manifesta un rischio molto elevato di recidive tromboemboliche. Nello studio CLOT, nonostante la terapia anticoagulante nei primi 6 mesi, i pazienti nel braccio EBPM hanno avuto recidive di trombosi nel 9% dei casi, quelli nel braccio warfarin nel 17% dei casi (49). Pertanto è ragionevole pensare che, interrompendo l anticoagulante dopo 3-6 mesi, il rischio di recidive rimanga alto. Se un paziente ha ancora una neoplasia in fase attiva e non ha controindicazioni all anticoagulazione, sembra ragionevole proseguire tale terapia. In generale, c è un consenso tra gli esperti relativo a tale continuazione. L interruzione può essere motivata dalla preoccupazione di eventuali sanguinamenti, qualora il rischio emorragico sia superiore a quello di recidive trombotiche. È opportuno che ogni approccio in merito venga individualizzato e le preferenze del paziente sempre rispettate. In conclusione, la terapia tradizionale con eparina e warfarin è associata ad elevato rischio di recidive di trombosi e aumentato sanguinamento, e non è raccomandata per il trattamento del TEV nel paziente neoplastico. Le linee-guida raccomandano l uso di EBPM come monoterapia per la trombosi associata a neoplasie, per un periodo fino a 6 mesi. Nuovi farmaci anticoagulanti possono offrire delle opzioni più convenienti ma, al momento, non c è alcuna evidenza relativa alla loro efficacia e sicurezza nei pazienti oncologici. In ultima analisi, abbiamo bisogno di individualizzare in questi

23 pazienti il trattamento del TEV, patologia che presenta molti aspetti complessi e tra loro embricati, inclusi gli aspetti riguardanti la qualità di vita e l aspettativa di vita, per ottenere la cura migliore e i migliori risultati. BIBLIOGRAFIA 1. Falanga A. Thrombophilia in cancer. Semin Thromb Hemost 2005 Feb;31(1): Toth B, Liebhardt S, Steinig K, Ditsch N, Rank A, Bauerfeind I, et al. Platelet-derived microparticles and coagulation activation in breast cancer patients. Thromb Haemost 2008 Oct;100(4): Trappenburg MC, van Schilfgaarde M, Marchetti M, Spronk HM, ten Cate H, Leyte A, et al. Elevated procoagulant microparticles expressing endothelial and platelet markers in essential thrombocythemia. Haematologica 2009 Jul;94(7): Falanga A, Panova-Noeva M, Russo L. Procoagulant mechanisms in tumour cells. Best Pract Res Clin Haematol 2009 Mar;22(1): Sud R, Khorana AA. Cancer-associated thrombosis: risk factors, candidate biomarkers and a risk model. Thromb Res 2009;123 Suppl 4:S Khorana AA, Francis CW, Culakova E, Fisher RI, Kuderer NM, Lyman GH. Thromboembolism in hospitalized neutropenic cancer patients. J Clin Oncol 2006 Jan 20;24(3): Alcalay A, Wun T, Khatri V, Chew HK, Harvey D, Zhou H, et al. Venous thromboembolism in patients with colorectal cancer: incidence and effect on survival. J Clin Oncol 2006 Mar 1;24(7): Chew HK, Wun T, Harvey D, Zhou H, White RH. Incidence of venous thromboembolism and its effect on survival among patients with common cancers. Arch Intern Med 2006 Feb 27;166(4): Khorana AA, Francis CW, Culakova E, Lyman GH. Risk

24 factors for chemotherapy-associated venous thromboembolism in a prospective observational study. Cancer 2005 Dec 15;104(12): Khorana AA, Kuderer NM, Culakova E, Lyman GH, Francis CW. Development and validation of a predictive model for chemotherapy-associated thrombosis. Blood 2008 May 15;111(10): Shen VS, Pollak EW. Fatal pulmonary embolism in cancer patients: is heparin prophylaxis justified? South Med J 1980 Jul;73(7): Khorana AA, Francis CW, Culakova E, Kuderer NM, Lyman GH. Frequency, risk factors, and trends for venous thromboembolism among hospitalized cancer patients. Cancer 2007 Nov 15;110(10): Prandoni P, Piccioli A, Girolami A. Cancer and venous thromboembolism: an overview. Haematologica 1999 May;84(5): Mandalà M, Falanga A, Piccioli A, Prandoni P, Pogliani EM, Labianca R, et al. Venous thromboembolism and cancer: guidelines of the Italian Association of Medical Oncology (AIOM). Crit Rev Oncol Hematol 2006 Sep;59(3): Mandalà M, Falanga A, Roila F. Management of venous thromboembolism in cancer patients: ESMO clinical recommendations. Ann Oncol 2008 May;19 Suppl 2:ii Lyman GH, Khorana AA, Falanga A, Clarke-Pearson D, Flowers C, Jahanzeb M, et al. American Society of Clinical Oncology guideline: recommendations for venous thromboembolism prophylaxis and treatment in patients with cancer. J Clin Oncol 2007 Dec 1;25(34): Kearon C, Kahn SR, Agnelli G, Goldhaber S, Raskob GE, Comerota AJ. Antithrombotic therapy for venous thromboembolic disease: American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines (8th Edition). Chest 2008 Jun;133(6 Suppl):454S-545S. 18. Prevention and treatment of venous thromboembolism. International Consensus Statement

25 (guidelines according to scientific evidence). Int Angiol Jun;25(2): Farge D, Bosquet L, Kassab-Chahmi D, Mismetti P, Elalamy I, Meyer G, et al French national guidelines for the treatment of venous thromboembolism in patients with cancer: report from the working group. Crit Rev Oncol Hematol 2010 Jan;73(1): Geerts WH, Pineo GF, Heit JA, Bergqvist D, Lassen MR, Colwell CW, et al. Prevention of venous thromboembolism: the Seventh ACCP Conference on Antithrombotic and Thrombolytic Therapy. Chest 2004 Sep;126(3 Suppl):338S-400S. 21. White RH, Zhou H, Romano PS. Incidence of symptomatic venous thromboembolism after different elective or urgent surgical procedures. Thromb Haemost 2003 Sep;90(3): Huber O, Bounameaux H, Borst F, Rohner A. Postoperative pulmonary embolism after hospital discharge. An underestimated risk. Arch Surg 1992 Mar;127(3): Agnelli G, Bolis G, Capussotti L, Scarpa RM, Tonelli F, Bonizzoni E, et al. A clinical outcome-based prospective study on venous thromboembolism after cancer surgery: project. Ann Surg 2006 Jan;243(1): Collins R, Scrimgeour A, Yusuf S, Peto R. Reduction in fatal pulmonary embolism and venous thrombosis by perioperative administration of subcutaneous heparin. Overview of results of randomized trials in general, orthopedic, and urologic surgery. N Engl J Med 1988 May 5;318(18): Bergqvist D, Burmark US, Flordal PA, Frisell J, Hallbook T, Hedberg M, et al. Low molecular weight heparin started before surgery as prophylaxis against deep vein thrombosis: 2500 versus 5000 XaI units in 2070 patients. Br J Surg Apr;82(4): Mismetti P, Laporte S, Darmon JY, Buchmuller A,

26 Decousus H. Meta-analysis of low molecular weight heparin in the prevention of venous thromboembolism in general surgery. Br J Surg 2001 Jul;88(7): Haas S, Wolf H, Kakkar AK, Fareed J, Encke A. Prevention of fatal pulmonary embolism and mortality in surgical patients: a randomized double-blind comparison of LMWH with unfractionated heparin. Thromb Haemost 2005 Oct;94(4): Kakkar AK, Haas S, Wolf H, Encke A. Evaluation of perioperative fatal pulmonary embolism and death in cancer surgical patients: the MC-4 cancer substudy. Thromb Haemost 2005 Oct;94(4): Bergqvist D, Agnelli G, Cohen AT, Eldor A, Nilsson PE, Le Moigne-Amrani A, et al. Duration of prophylaxis against venous thromboembolism with enoxaparin after surgery for cancer. N Engl J Med 2002 Mar 28;346(13): Rasmussen MS, Jorgensen LN, Wille-Jorgensen P, Nielsen JD, Horn A, Mohn AC, et al. Prolonged prophylaxis with dalteparin to prevent late thromboembolic complications in patients undergoing major abdominal surgery: a multicenter randomized openlabel study. J Thromb Haemost 2006 Nov;4(11): Bottaro FJ, Elizondo MC, Doti C, Bruetman JE, Perez Moreno PD, Bullorsky EO, et al. Efficacy of extended thrombo-prophylaxis in major abdominal surgery: what does the evidence show? A meta-analysis. Thromb Haemost 2008 Jun;99(6): Samama MM, Cohen AT, Darmon JY, Desjardins L, Eldor A, Janbon C, et al. A comparison of enoxaparin with placebo for the prevention of venous thromboembolism in acutely ill medical patients. Prophylaxis in Medical Patients with Enoxaparin Study Group. N Engl J Med 1999 Sep 9;341(11): Leizorovicz A, Cohen AT, Turpie AG, Olsson CG, Vaitkus PT, Goldhaber SZ. Randomized, placebo-controlled trial of dalteparin for the prevention of venous

27 thromboembolism in acutely ill medical patients. Circulation 2004 Aug 17;110(7): Cohen AT, Davidson BL, Gallus AS, Lassen MR, Prins MH, Tomkowski W, et al. Efficacy and safety of fondaparinux for the prevention of venous thromboembolism in older acute medical patients: randomised placebo controlled trial. BMJ 2006 Feb 11;332(7537): Levine M, Hirsh J, Gent M, Arnold A, Warr D, Falanga A, et al. Double-blind randomised trial of a very-low-dose warfarin for prevention of thromboembolism in stage IV breast cancer. Lancet 1994 Apr 9;343(8902): Haas SK KA, Kemkes-Matthes B. Prevention of Venous Thromboembolism with Low-Molecular-Weight Heparin in Patients with Metastatic Breast or Lung Cancer Results of the TOPIC Studies. J Thromb Haemost 2005;3(suppl 1):abstract OR Perry JR, Julian JA, Laperriere NJ, Geerts W, Agnelli G, Rogers LR, et al. PRODIGE: a randomized placebo-controlled trial of dalteparin low molecular weight heparin (LMWH) thromboprophylaxis in patients with newly diagnosed malignant glioma. J Thromb Haemost 2010 Jun Riess H PU, Deutschinoff G, Opitz B, Stauch M, Reitzig P. A prospective, randomized trial of chemotherapy with or without the low-molecular-weight heparin enoxaparin in patients with advanced pancreatic cancer (APC). Results of the CONKO 004 trial. Clin Oncol 2009;27(18s):suppl; abstr LBA Agnelli G, Gussoni G, Bianchini C, Verso M, Mandalà M, Cavanna L, et al. Nadroparin for the prevention of thromboembolic events in ambulatory patients with metastatic or locally advanced solid cancer receiving chemotherapy: a randomised, placebocontrolled, double-blind study. Lancet Oncol 2009 Oct;10(10):943-9.

28 40. Karthaus M, Kretzschmar A, Kroning H, Biakhov M, Irwin D, Marschner N, et al. Dalteparin for prevention of catheter-related complications in cancer patients with central venous catheters: final results of a double-blind, placebo-controlled phase III trial. Ann Oncol 2006 Feb;17(2): Couban S, Goodyear M, Burnell M, Dolan S, Wasi P, Barnes D, et al. Randomized placebo-controlled study of low-dose warfarin for the prevention of central venous catheter-associated thrombosis in patients with cancer. J Clin Oncol 2005 Jun 20;23(18): Verso M, Agnelli G, Bertoglio S, Di Somma FC, Paoletti F, Ageno W, et al. Enoxaparin for the prevention of venous thromboembolism associated with central vein catheter: a double-blind, placebocontrolled, randomized study in cancer patients. J Clin Oncol Jun 20;23(18): van Dongen CJ, van den Belt AG, Prins MH, Lensing AW. Fixed dose subcutaneous low molecular weight heparins versus adjusted dose unfractionated heparin for venous thromboembolism. Cochrane Database Syst Rev 2004(4):CD Hettiarachchi RJ, Smorenburg SM, Ginsberg J, Levine M, Prins MH, Buller HR. Do heparins do more than just treat thrombosis? The influence of heparins on cancer spread. Thromb Haemost 1999 Aug;82(2): Buller HR, Davidson BL, Decousus H, Gallus A, Gent M, Piovella F, et al. Subcutaneous fondaparinux versus intravenous unfractionated heparin in the initial treatment of pulmonary embolism. N Engl J Med 2003 Oct 30;349(18): Buller HR, Davidson BL, Decousus H, Gallus A, Gent M, Piovella F, et al. Fondaparinux or enoxaparin for the initial treatment of symptomatic deep venous thrombosis: a randomized trial. Ann Intern Med 2004 Jun 1;140(11): van Doormaal FF, Raskob GE, Davidson BL, Decousus

Eventi tromboembolici nel paziente neoplastico

Eventi tromboembolici nel paziente neoplastico Eventi tromboembolici nel paziente neoplastico Negrar 21 Settembre 2015 Ospedale Sacro Cuore- Don Calabria Profilassi degli eventi tromboembolici in oncologia:quando e quali pazienti Dott. Vincenzo Picece

Dettagli

5. Nei pazienti oncologici, sottoposti a procedure laparoscopiche > 30 min., la prevenzione farmacologica o meccanica è appropriata (Grado D)

5. Nei pazienti oncologici, sottoposti a procedure laparoscopiche > 30 min., la prevenzione farmacologica o meccanica è appropriata (Grado D) 5. Nei pazienti oncologici, sottoposti a procedure laparoscopiche > 30 min., la prevenzione farmacologica o meccanica è appropriata (Grado D) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Inappropriato Incerto Appropriato Commento:

Dettagli

I protocolli di prevenzione e trattamento delle TVP. Walter Ageno Dipartimento di Medicina Clinica Università degli Studi dell Insubria Varese

I protocolli di prevenzione e trattamento delle TVP. Walter Ageno Dipartimento di Medicina Clinica Università degli Studi dell Insubria Varese I protocolli di prevenzione e trattamento delle TVP Walter Ageno Dipartimento di Medicina Clinica Università degli Studi dell Insubria Varese Rischio di TVP in assenza di profilassi in diversi gruppi di

Dettagli

Dichiarazione obbligatoria sui conflitti di interesse

Dichiarazione obbligatoria sui conflitti di interesse Dichiarazione obbligatoria sui conflitti di interesse Mario Mandalà U.O. Oncologia Ospedali Riuniti Bergamo Dichiarazione obbligatoria, ex art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Regolamento Applicativo

Dettagli

Indicazione Esclusiva TVS ( AIFA Gazzetta Ufficiale )

Indicazione Esclusiva TVS ( AIFA Gazzetta Ufficiale ) Indicazione Esclusiva TVS ( AIFA Gazzetta Ufficiale ) ARIXTRA (Fondaparinux) nuove indicazioni Determina terapeutiche AIFA nella n. 711/2013( trombosi venosa Gazzetta superficiale Ufficiale dal n. 5195

Dettagli

UOC RISK MANAGEMENT DIRETTORE DOTT. VITTORIO AMEDEO CICOGNA

UOC RISK MANAGEMENT DIRETTORE DOTT. VITTORIO AMEDEO CICOGNA UOC RISK MANAGEMENT DIRETTORE DOTT. VITTORIO AMEDEO CICOGNA LINEE DI INDIRIZZO PER LA PROFILASSI DELLA TROMBOSI VENOSA PROFONDA (TVP) AZIENDA USL ROMA 6 - ERRATA CORRIGE 06/03/2018 A seguito di una verifica

Dettagli

Terapia del tromboembolismo venoso: il ruolo di dabigatran

Terapia del tromboembolismo venoso: il ruolo di dabigatran APPROFONDIMENTI, 17 luglio 2015 Terapia del tromboembolismo venoso: il ruolo di dabigatran A cura di Raffaella Benedetti e Davide Imberti SOMMARIO Il trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) sino a

Dettagli

Trombosi e Malattia Neoplastica. Dott. Vittorio Villa

Trombosi e Malattia Neoplastica. Dott. Vittorio Villa Trombosi e Malattia Neoplastica Dott. Vittorio Villa Problemi Il Paziente con trombosi idiopatica Il Paziente neoplastico con trombosi Potrebbe avere un Cancro? Dove? E raro o frequente? Quali esami fare?

Dettagli

PREVENZIONE DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI INTERNISTICI

PREVENZIONE DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI INTERNISTICI Pag 1 di 10 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE... 3 2. PERSONALE INTERESSATO... 3 3. PAROLE CHIAVE... 3 4. PROCEDURA OPERATIVA... 3 4.1 PREMESSA... 3 4.2 PROFILASSI MECCANICA... 4 4.2.1 Controindicazioni

Dettagli

La profilassi anti-trombotica in Medicina Interna: si o no?

La profilassi anti-trombotica in Medicina Interna: si o no? La profilassi anti-trombotica in Medicina Interna: si o no? Luigi Ria U.O.C. di Medicina Interna Centro Trombosi ed Emostasi P.O. S.Cuore di Gesù Gallipoli ASL LECCE European Journal of Internal Medicine

Dettagli

Il trattamento della trombosi venosa profonda

Il trattamento della trombosi venosa profonda Il trattamento della trombosi venosa profonda Fiumicino, 19 dicembre 2015 www.cos.it/mediter Trombosi Venosa Profonda (DVT) [NOACs Anticoagulant therapy for venous thromboembolism] Glossario DVT (Deep

Dettagli

FONDAPARINUX ( )

FONDAPARINUX ( ) FONDAPARINUX (30-05-2007) Specialità: Arixtra (Glaxosmithkline) Forma farmaceutica: 10 siringhe 2,5 mg/0,5 ml - Prezzo: euro 67.45 10 siringhe 5 mg / 0,4 ml - Prezzo: euro 138.04 10 siringhe 7,5 mg / 0,6

Dettagli

Dott.ssa Cristina Garrino Ospedale Cottolengo - Torino

Dott.ssa Cristina Garrino Ospedale Cottolengo - Torino Dott.ssa Cristina Garrino Ospedale Cottolengo - Torino DIAGNOSI Paziente sintomatico oppure riscontro incidentale in corso di TAC Sintomi: o edema dell arto o del collo o senso di peso o dolore braccio,

Dettagli

PROFILASSI ANTITROMBOTICA IN CHIRURGIA GENERALE

PROFILASSI ANTITROMBOTICA IN CHIRURGIA GENERALE CHIRURGIA GENERALE MAGGIORE (tutti gli interventi di durata > 30 minuti o di chirurgia addominale) TIPO DI PATOLOGIA TIPO DI CHIRURGIA MIRE (tutti gli interventi di durata < 30 minuti, esclusa la chirurgia

Dettagli

Pro filassi del tromboembolismo venoso in medicina interna: il ruolo dei nuovi anticoagulanti orali

Pro filassi del tromboembolismo venoso in medicina interna: il ruolo dei nuovi anticoagulanti orali Pro filassi del tromboembolismo venoso in medicina interna: il ruolo dei nuovi anticoagulanti orali L'arrivo dei NAO rappresenta una occasione unica per rivedere sistematicamente la strati ficazione del

Dettagli

La profilassi antitrombotica nel trattamento del paziente varicoso

La profilassi antitrombotica nel trattamento del paziente varicoso Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli U.D.S. di Chirurgia Vascolare Responsabile: F Prestipino La profilassi antitrombotica nel trattamento del paziente varicoso A Pinto, Auditorium Angelicum 19 maggio

Dettagli

EBPM in Gravidanza: Storia di una 648 Elvira Grandone. I.R.C.C.S. Casa Sollievo della Sofferenza S. Giovanni Rotondo (FG)

EBPM in Gravidanza: Storia di una 648 Elvira Grandone. I.R.C.C.S. Casa Sollievo della Sofferenza S. Giovanni Rotondo (FG) EBPM in Gravidanza: Storia di una 648 Elvira Grandone I.R.C.C.S. Casa Sollievo della Sofferenza S. Giovanni Rotondo (FG) PAZIENTE T.A., anni 27 CASO CLINICO N. 1 2 PREGRESSI ABORTI PRECOCI NO FAMILIARITA

Dettagli

TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI Informazioni per i pazienti. A cura di: Maria Cristina Petrella

TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI Informazioni per i pazienti. A cura di: Maria Cristina Petrella NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI A cura di: Maria Cristina Petrella 30 giugno 2015 Gruppo di lavoro Linea Guida AIOM 2014 TROMBOEMBOLISMO VENOSO Coordinatore: Sandro Barni Oncologia Medica - A.O. Treviglio-Caravaggio

Dettagli

PP.DS.07 AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO. PP.DS.07 Rev. 2 : 22/11/2011 Pag. 1/9. USL 3 PISTOIA Zona di Pistoia P.O.

PP.DS.07 AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO. PP.DS.07 Rev. 2 : 22/11/2011 Pag. 1/9. USL 3 PISTOIA Zona di Pistoia P.O. Pag. 1/9 REV DATA AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO 2 22/11/2011 Referente Gruppo di Lavoro sulla Coagulazione Referente Sistema Qualità Direttore Pag. 2/9 INDICE 1. Oggetto... 3 2. Scopo...

Dettagli

Pisa 15/11/2014. Dott.ssa L. Marconi U.O. Pneumologia Universitaria- AOUP

Pisa 15/11/2014. Dott.ssa L. Marconi U.O. Pneumologia Universitaria- AOUP Profilassi secondaria nel paziente oncologico Pisa 15/11/2014 Dott.ssa L. Marconi U.O. Pneumologia Universitaria- AOUP PROFILASSI SECONDARIA - E la messa in atto di procedure diagnostiche e terapeutiche

Dettagli

SCORE DI KHORANA: APPLICABILITA NELLA PRATICA CLINICA

SCORE DI KHORANA: APPLICABILITA NELLA PRATICA CLINICA SCORE DI KHORANA: APPLICABILITA NELLA PRATICA CLINICA Mario Mandalà U.O. Oncologia Ospedali Riuniti Bergamo, Roma, 14 Giugno 2012 Relazioni con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario

Dettagli

Francesco Marongiu UOC di Medicina Interna ed Emocoagulopatie Università di Cagliari,

Francesco Marongiu UOC di Medicina Interna ed Emocoagulopatie Università di Cagliari, I farmaci parenterali nella terapia del TEV Francesco Marongiu UOC di Medicina Interna ed Emocoagulopatie Università di Cagliari, marongiu@medicina.unica.it ENF Mucopolisaccarde solfatato PM: 15.000 (range:

Dettagli

La gestione delle trombosi venose diagnosticate incidentalmente

La gestione delle trombosi venose diagnosticate incidentalmente APPROFONDIMENTI, 2 novembre 2015 La gestione delle trombosi venose diagnosticate incidentalmente A cura di Walter Ageno L incidenza di trombosi venose diagnosticate in modo incidentale dopo esecuzione

Dettagli

CIRO FALASCONI LA TVS ED IL RISCHIO TROMBOEMBOLICO: COME TRATTARLA. Relazione svolta in assenza di conflitto di interessi

CIRO FALASCONI LA TVS ED IL RISCHIO TROMBOEMBOLICO: COME TRATTARLA. Relazione svolta in assenza di conflitto di interessi LA TVS ED IL RISCHIO TROMBOEMBOLICO: COME TRATTARLA Relazione svolta in assenza di conflitto di interessi TROMBOSI VENOSA SUPERFICIALE prova Trombosi a carico di una vena del distretto venoso superficiale

Dettagli

BRIDGING ANTICOAGULATION

BRIDGING ANTICOAGULATION BRIDGING ANTICOAGULATION dr. Esmeralda Filippucci Sezione di Medicina Interna e Vascolare/Stroke Unit Università di Perugia BRIDGING ANTICOAGULATION DIMENSIONE DEL PROBLEMA QUALI PAZIENTI? QUALE INTERVENTO?

Dettagli

e ora due conti sul costo della terapia antitrombotica Ciampa Antonio

e ora due conti sul costo della terapia antitrombotica Ciampa Antonio e ora due conti sul costo della terapia antitrombotica Ciampa Antonio DPC conv ARIXTRA 10 FL 1,5 mg 0,3 ml 10,26 A 40,47 A7 10 FL 10 mg 0,8 ml 38,00 A 207,01 A7 10 FL 2,5 mg 0,5 ml 17,10 A 67,45 A7 10

Dettagli

Identikit del paziente ambulatoriale da sottoporre a profilassi del TEV. Il punto di vista dell Oncologo. Sandro Barni Treviglio

Identikit del paziente ambulatoriale da sottoporre a profilassi del TEV. Il punto di vista dell Oncologo. Sandro Barni Treviglio Identikit del paziente ambulatoriale da sottoporre a profilassi del TEV Il punto di vista dell Oncologo Sandro Barni Treviglio Relazioni con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario

Dettagli

Trombosi venosa profonda: fisiopatologia, epidemiologia Alberto Cogo

Trombosi venosa profonda: fisiopatologia, epidemiologia Alberto Cogo Modulo 1 Trombosi venosa profonda: fisiopatologia, epidemiologia Alberto Cogo Trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP): due aspetti dello stesso problema TVP ± EP = tromboembolismo venoso

Dettagli

Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV. Il punto di vista dell oncologo. Dott. Daniele Fagnani

Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV. Il punto di vista dell oncologo. Dott. Daniele Fagnani Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV Il punto di vista dell oncologo Dott. Daniele Fagnani Dipartimento di Oncologia Az. Ospedaliera di Desio e Vimercate Relazioni con soggetti

Dettagli

Ricercare oppure no il cancro nei pazienti con tromboembolismo venoso?

Ricercare oppure no il cancro nei pazienti con tromboembolismo venoso? Ricercare oppure no il cancro nei pazienti con tromboembolismo venoso? No, sì, a chi? Dott.ssa S. Villalta - Treviso Prof. Armand Trousseau The diagnosis in a patient with gastric pain and leg or arm phlegmasia

Dettagli

TRADUZIONE DIAGRAMMI DI FLUSSO DI : QUICK REFERENCE GUIDE

TRADUZIONE DIAGRAMMI DI FLUSSO DI : QUICK REFERENCE GUIDE TRADUZIONE DIAGRAMMI DI FLUSSO DI : QUICK REFERENCE GUIDE ISSUE DATE : JANUARY 2010 VEUS THROMBOEMBOLISM: REDUCING THE RISK Reducing the risk of venous thromboembolism (deep vein thrombosis and pulmonary

Dettagli

La profilassi del tromboembolismo venoso: PAZIENTE ONCOLOGICO

La profilassi del tromboembolismo venoso: PAZIENTE ONCOLOGICO La profilassi del tromboembolismo venoso: PAZIENTE ONCOLOGICO Dott. Nathan ARTOM S.C Medicina Interna 1 ed Ematologia Ospedale San Paolo ASL2 Savonese Il sottoscritto Nathan Artom ai sensi dell art. 3.3

Dettagli

Cancro e terapia anticoagulante. Bisceglia I., Russo G., Canale ML., Parrini I., Lestuzzi C.

Cancro e terapia anticoagulante. Bisceglia I., Russo G., Canale ML., Parrini I., Lestuzzi C. Cancro e terapia anticoagulante Bisceglia I., Russo G., Canale ML., Parrini I., Lestuzzi C. Nella review pubblicata recentemente sulla rivista Journal of American College of Cardiology (Anticoagulation

Dettagli

Chirurgia Ginecologica Take Home Message per la Pratica Clinica

Chirurgia Ginecologica Take Home Message per la Pratica Clinica Varese 22 Settembre 2012 Trombosi ed Emostasi in Ostetricia e Ginecologia Chirurgia Ginecologica Take Home Message per la Pratica Clinica Prevenzione trombosi venosa profonda in ginecologia L. FRIGERIO

Dettagli

Trombosi venosa e cancro

Trombosi venosa e cancro RIMeL / IJLaM 2009; 5 113 Trombosi venosa e cancro P. Prandoni Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari, Università di Padova Riassunto La malattia tromboembolica venosa complica frequentemente

Dettagli

R. PEPE UOSD ANGIOLOGIA OSP. S. EUGENIO ASL ROMA2

R. PEPE UOSD ANGIOLOGIA OSP. S. EUGENIO ASL ROMA2 R. PEPE UOSD ANGIOLOGIA OSP. S. EUGENIO ASL ROMA2 VANTAGGI DI EBPM RISPETTO A EPARINA STANDARD Ridotto legame di EBPM a proteine e cellule (Hirsh, Chest,1998) Risposta anticoagulante più prevedibile

Dettagli

La Patologia Venosa: Non Solo Varici. Venerdi 23 ottobre 2015 Abano Terme (PD)

La Patologia Venosa: Non Solo Varici. Venerdi 23 ottobre 2015 Abano Terme (PD) La Patologia Venosa: Non Solo Varici Venerdi 23 ottobre 2015 Abano Terme (PD) NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI: QUANDO E COME PRESCRIVERLI Dr. Alberto Cogo Unità Medicina Vascolare e Piede Diabetico Casa di

Dettagli

Linee Guida AIOM Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi

Linee Guida AIOM Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi Linee Guida AIOM 2007 Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi Aggiornamento: marzo 2007 Responsabile: Sandro Barni Estensori: Anna Falanga Mario Mandalà Andrea Piccioli Revisori indicati

Dettagli

Maria Antonietta Lepore Indagini sperimentali sui nuovi anticoagulanti orali. Meccanismo di azione e interazioni farmacologiche

Maria Antonietta Lepore Indagini sperimentali sui nuovi anticoagulanti orali. Meccanismo di azione e interazioni farmacologiche A06 Maria Antonietta Lepore Indagini sperimentali sui nuovi anticoagulanti orali Meccanismo di azione e interazioni farmacologiche Copyright MMXV Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it

Dettagli

Terapia Anticoagulante nel Paziente Oncologico: Stato dell Arte

Terapia Anticoagulante nel Paziente Oncologico: Stato dell Arte Terapia Anticoagulante nel Paziente Oncologico: Stato dell Arte Dr.ssa Silvia Bugatti Dirigente Medico, U.O.C. Cardiologia Presidio Ospedaliero di Gardone Val Trompia, ASST Spedali Civili di Brescia Il

Dettagli

COME PREVENIRE LE RECIDIVE NELLA MALATTIA TROMBOEMBOLICA VENOSA

COME PREVENIRE LE RECIDIVE NELLA MALATTIA TROMBOEMBOLICA VENOSA 27_27 20/02/14 15.59 Pagina 267 COME PREVENIRE LE RECIDIVE NELLA MALATTIA TROMBOEMBOLICA VENOSA C.D. Vizza, B. Pezzuto, F. Fedele Dipartimento di Malattie Cardiovascolari e Respiratorie, Università degli

Dettagli

TAVOLA ROTONDA: NOACS e le nuove evidenze scientifiche Anticoagulazione nella fase acuta della Trombosi venosa profonda

TAVOLA ROTONDA: NOACS e le nuove evidenze scientifiche Anticoagulazione nella fase acuta della Trombosi venosa profonda TAVOLA ROTONDA: NOACS e le nuove evidenze scientifiche Anticoagulazione nella fase acuta della Trombosi venosa profonda Dr. Gisella Sciortino U.O.C. di Cardiologia A.S.P. PA- Ospedale di Partinico TROMBOEMBOLISMO

Dettagli

LONG SURVIVORS IN MBC II Meeting Oncologico Lariano Gravedona (CO), 22 Ottobre Ruolo della chirurgia mammaria in MBC. Dr.ssa Bettina Ballardini

LONG SURVIVORS IN MBC II Meeting Oncologico Lariano Gravedona (CO), 22 Ottobre Ruolo della chirurgia mammaria in MBC. Dr.ssa Bettina Ballardini LONG SURVIVORS IN MBC II Meeting Oncologico Lariano Gravedona (CO), 22 Ottobre 2010 Ruolo della chirurgia mammaria in MBC Dr.ssa Bettina Ballardini 5-7% dei tumori della mammella si presenta con uno stadio

Dettagli

FOLLOW UP DELL EMBOLIA POLMONARE DOPO LA DIMISSIONE

FOLLOW UP DELL EMBOLIA POLMONARE DOPO LA DIMISSIONE Focus sull EMBOLIA POLMONARE SEMINARIO INTERDIPARTIMENTALE FOLLOW UP DELL EMBOLIA POLMONARE DOPO LA DIMISSIONE dott. UOC Medicina Ospedali Riuniti della Val di Chiana senese Abate Auditorium Nottola 30

Dettagli

Commissione Regionale Farmaco LAPATINIB

Commissione Regionale Farmaco LAPATINIB Commissione Regionale Farmaco (D.G.R. 1540/2006 e D.G.R. 490 dell 11 aprile 2011) Documento relativo a: LAPATINIB Settembre 2011 Indicazioni registrate Lapatinib Il lapatinib ha ricevuto la seguente estensione

Dettagli

NAO e Prevenzione TEV Sergio Timpone

NAO e Prevenzione TEV Sergio Timpone NAO e Prevenzione TEV Sergio Timpone Dipartimento Emergenza Accettazione U.O.C. Pronto Soccorso Breve Osservazione Ambulatorio Prevenzione Malattie Vascolari La trombosi rappresenta una delle principali

Dettagli

IV Meeting Uro-Oncologico UP DATE 2016 SUI TUMORI UROLOGICI. Dott.ssa T. Tamburrano Dirigente Medico Oncologia A.O. Marche Nord

IV Meeting Uro-Oncologico UP DATE 2016 SUI TUMORI UROLOGICI. Dott.ssa T. Tamburrano Dirigente Medico Oncologia A.O. Marche Nord IV Meeting Uro-Oncologico UP DATE 2016 SUI TUMORI UROLOGICI Fano 11-12 Novembre 2016 TUMORE DELLA PROSTATA-MALATTIA METASTATICA- LA TERAPIA DELLA MALATTIA ORMONOSENSIBILE Dott.ssa T. Tamburrano Dirigente

Dettagli

SCHEDA DI VALUTAZIONE PER L INSERIMENTO DI FARMACI NON PRESENTI NEL PTR

SCHEDA DI VALUTAZIONE PER L INSERIMENTO DI FARMACI NON PRESENTI NEL PTR RICHIESTA DI INSERIMENTO IN PTR DI DABIGATRAN B01AE07 (Pradaxa ) Presentata da Commissione Terapeutica Provinciale Olbia-Tempio In data Dicembre 2009 Per le seguenti motivazioni: Per la prevenzione del

Dettagli

Prevenzione del tromboembolismo venoso nell anziano nel 2007: nuove strategie antitrombotiche nel paziente medico e chirurgico

Prevenzione del tromboembolismo venoso nell anziano nel 2007: nuove strategie antitrombotiche nel paziente medico e chirurgico G Gerontol 2007;55:40-47 Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Fragilità e cuore Prevenzione del tromboembolismo venoso nell anziano nel 2007: nuove strategie antitrombotiche nel paziente medico

Dettagli

Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, settembre Cardiologia

Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, settembre Cardiologia Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, 29-30 settembre 2000 Sessione Clinica Evidence-based Clinical Problem Solving 4. Cardiologia Scenario Clinico (1) Il signor Luigi

Dettagli

Training in Trombosi Società Italiana per lo Studio dell Emostasi e della Trombosi. Introduzione. Cremona settembre 2016

Training in Trombosi Società Italiana per lo Studio dell Emostasi e della Trombosi. Introduzione.  Cremona settembre 2016 Training in Trombosi Società Italiana per lo Studio dell Emostasi e della Trombosi Cremona 19-23 settembre 2016 Introduzione Anna Falanga Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo www.siset.org Chi Siamo S

Dettagli

PICC, PORT E TROMBOSI CATETERE CORRELATA COME E QUANDO TRATTARE

PICC, PORT E TROMBOSI CATETERE CORRELATA COME E QUANDO TRATTARE Firenze 4-5-6 dicembre 2017 Palazzo dei Congressi Convegno internazionale organizzato da GAVeCeLT Gruppo Aperto Gli Accessi Venosi Centrali a Lungo Termine GAVeCeLT 2017 X Congresso GAVeCeLT XI PICC Day

Dettagli

DOAC: indicazioni nel TEV

DOAC: indicazioni nel TEV Trattamento del tromboembolismo venoso: quali prospettive aprono i nuovi anticoagulanti orali (DOAC)? DOAC: indicazioni nel TEV Maria Ilaria Tassoni 3 maggio 2016 Dimensioni del problema TEV 0.75-2.69

Dettagli

Università di Bologna

Università di Bologna Cremona, 4 Marzo2016 A chi e quale NAO Prof. Gualtiero Palareti Malattie Cardiovascolari Università di Bologna From Blondon & Bounameaux, Circulation 2015 Initial Long-Term Extended From Kearon et al.,

Dettagli

I FARMACI ANTIANGIOGENETICI profilo di tossicità e selezione dei pazienti. Cristiano Oliva

I FARMACI ANTIANGIOGENETICI profilo di tossicità e selezione dei pazienti. Cristiano Oliva I FARMACI ANTIANGIOGENETICI profilo di tossicità e selezione dei pazienti Cristiano Oliva AntiAngiogentici g nella pratica Bevacizumab (2017): N= 804 Ziv aflibercept 6 Regorafenib 4 Ramucirumab 4 52 (41

Dettagli

Alessandra Borchiellini SSCVD Malattie emorragiche e trombotiche dell adulto Ospedale Molinette Torino

Alessandra Borchiellini SSCVD Malattie emorragiche e trombotiche dell adulto Ospedale Molinette Torino Il sangue che coagula troppo: il problema delle trombosi familiari Alessandra Borchiellini SSCVD Malattie emorragiche e trombotiche dell adulto Ospedale Molinette Torino TROMBOFILIA: tendenza ereditaria

Dettagli

Le complicanze tromboemboliche nella fibrillazione atriale trattata con cardioversione elettrica Dott.

Le complicanze tromboemboliche nella fibrillazione atriale trattata con cardioversione elettrica Dott. 25-05-2018 Le complicanze tromboemboliche nella fibrillazione atriale trattata con cardioversione elettrica Dott.ssa Ernesta Dores La maggior parte degli ictus cerebrali che insorgono in pazienti con fibrillazione

Dettagli

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI Coordinatore: Sandro Barni Segretario Scientifico: Maria Cristina Petrella Estensori: Referee AIOM Roberto Labianca Anna Falanga, Felice Vito Vitale Mario

Dettagli

Linee guida sulla gestione di terapie preoperatorie antiaggreganti ed anticoagulanti

Linee guida sulla gestione di terapie preoperatorie antiaggreganti ed anticoagulanti Linee guida sulla gestione di terapie preoperatorie antiaggreganti ed anticoagulanti Marco Moia Centro Emofilia e Trombosi A. Bianchi Bonomi Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di

Dettagli

Lucca 28 novembre 2014

Lucca 28 novembre 2014 Fondazione Poliambulanza Brescia Indicazioni, efficacia e sicurezza dei NAO nell embolia polmonare Claudio Cuccia Lucca 28 novembre 2014 I paradossi dell embolia embolia polmonare (e non solo ) Esploriamo

Dettagli

Claudio Cuccia Fondazione Poliambulanza Brescia. Le dieci cose da non dimenticare dell embolia polmonare

Claudio Cuccia Fondazione Poliambulanza Brescia. Le dieci cose da non dimenticare dell embolia polmonare Claudio Cuccia Fondazione Poliambulanza Brescia Le dieci cose da non dimenticare dell embolia polmonare Iseo, 10 novembre 2018 La prima La memoria I grandi maestri Mario Morpurgo Ital Heart J Suppl 2001;

Dettagli

Heit JA et al. J Thromb Trombolys 2016; 41: 3-14

Heit JA et al. J Thromb Trombolys 2016; 41: 3-14 Heit JA et al. J Thromb Trombolys 2016; 41: 3-14 Cohen AT et al. Thromb Haemost 2007;98:756-764 Dentali F et al. Thromb Haemost 2016;115:399-405 n /1000.000 abitanti Trend temporale Femmine Maschi Dentali

Dettagli

R. Tassara. ASL 2 Savonese - Ospedale San Paolo S.C. Medicina 1 ed Ematologia Savona. LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO Paziente Oncologico

R. Tassara. ASL 2 Savonese - Ospedale San Paolo S.C. Medicina 1 ed Ematologia Savona. LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO Paziente Oncologico R. Tassara ASL 2 Savonese - Ospedale San Paolo S.C. Medicina 1 ed Ematologia Savona LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO Paziente Oncologico Relazioni con soggetti portatori di interessi commerciali

Dettagli

DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO

DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO 09S0364_LINEE guida_1_880 6-11-2009 15:43 Pagina 865 DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO Coordinatore: Estensori: Sandro Barni A. Falanga M. Mandalà A. Piccioli Società Scientifiche che si sono occupate

Dettagli

Documento Aiom DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO. M. Mandalà A. Piccioli

Documento Aiom DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO. M. Mandalà A. Piccioli 09S0364_LINEE guida_1_880 6-11-2009 15:43 Pagina 865 Coordinatore: Estensori: DISORDINI TROMBOEMBOLICI E CANCRO Sandro Barni A. Falanga M. Mandalà A. Piccioli Società Scientifiche che si sono occupate

Dettagli

LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO

LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO SISET Training Center «Trombosi» Cremona, 19 settembre 2016 LA PROFILASSI DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO Anna Falanga, MD Immunoematologia e Medicina Trasfusionale & Centro Emostasi e Trombosi Ospedale Papa

Dettagli

Oltre alla fibrillazione atriale: SCA, embolia polmonare e HIT (argatroban) Federico Nardi SOC Cardiologia Ospedale Castelli

Oltre alla fibrillazione atriale: SCA, embolia polmonare e HIT (argatroban) Federico Nardi SOC Cardiologia Ospedale Castelli I NUOVI FARMACI ANTICOAGULANTI Oltre alla fibrillazione atriale: SCA, embolia polmonare e HIT (argatroban) Federico Nardi SOC Cardiologia Ospedale Castelli Verbania NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI FIBRILLAZIONE

Dettagli

I PROGETTI DI RICERCA DEI CENTRI ENCEPP

I PROGETTI DI RICERCA DEI CENTRI ENCEPP I PROGETTI DI RICERCA DEI CENTRI ENCEPP 11 gennaio 2011 Istituto Superiore di Sanità Eventi tromboembolici ed emorragici in associazione ai farmaci anticoagulanti nella chirurgia protesica d anca e di

Dettagli

Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi

Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi Tromboembolismo venoso nei pazienti con tumori solidi Aggiornate a dicembre 2008 Estensori: A. Falanga M. Mandalà A. Piccioli Referees AIOM: R. Labianca E. M. Pogliani P. Prandoni F. V. Vitale Referee

Dettagli

Studio PPP (Progetto Prevenzione Primaria)

Studio PPP (Progetto Prevenzione Primaria) Studio PPP (Progetto Prevenzione Primaria) Lancet 2001; 387:89-95 Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: randomised trial in general practice. Piccole dosi di ASA e vitamina E

Dettagli

CLINICAL QUESTIONS CLINICAL QUESTIONS. Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, settembre

CLINICAL QUESTIONS CLINICAL QUESTIONS. Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, settembre Evidence-based Medicine Tra ipotesi di lavoro ed applicazione Ferrara, 29-30 settembre 2000 Sessione Clinica Evidence-based Clinical Problem Solving 4. Cardiologia Scenario Clinico (1) Il signor Luigi

Dettagli

Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV

Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV Roma 13-14 giugno 2012 Oncologo e Internista insieme nella gestione del paziente neoplastico a rischio di TEV Identikit del paziente ricoverato da sottoporre a profilassi del TEV Il punto di vista dell

Dettagli

La prevenzione della trombosi venosa profonda. Andreas Kunze

La prevenzione della trombosi venosa profonda. Andreas Kunze La prevenzione della trombosi venosa profonda Andreas Kunze 25.000 persone in Inghilterra muoiono ogni anno per embolia polmonare, superando quelle morte per causa di incidente stradale, AIDS e tumore

Dettagli

Embolia polmonare: recenti acquisizioni in tema di diagnosi e terapia con NAO

Embolia polmonare: recenti acquisizioni in tema di diagnosi e terapia con NAO Embolia polmonare: recenti acquisizioni in tema di diagnosi e terapia con NAO Firenze, 22-23 settembre 2016 Antonio Palla U.O. Pneumologia Universitaria Università degli Studi di Pisa Azienda Ospedaliero-

Dettagli

Terapia della TVP in fase acuta: trattamento conservativo, tecniche di early thrombus removal Marzia Lugli

Terapia della TVP in fase acuta: trattamento conservativo, tecniche di early thrombus removal Marzia Lugli Modulo 4 Terapia della TVP in fase acuta: trattamento conservativo, tecniche di early thrombus removal Marzia Lugli Trattamento della TVP in fase acuta Trattamento conservativo terapia anticoagulante/elastocompressione

Dettagli

AGENDA. Fisiopatologia cancro e tromboembolismo. Aspetti epidemiologici. Ruolo per i DOAC?

AGENDA. Fisiopatologia cancro e tromboembolismo. Aspetti epidemiologici. Ruolo per i DOAC? AGENDA Fisiopatologia cancro e tromboembolismo Aspetti epidemiologici Profilassi quando Ruolo per i DOAC? Ruolo dei farmaci anticoagulanti orali diretti (DOAC) per la prevenzione primaria del TEV nel paziente

Dettagli

Prevenzione secondaria: gli screening e la diagnosi precoce

Prevenzione secondaria: gli screening e la diagnosi precoce Struttura Complessa di Oncologia Medica ARNAS Garibaldi Catania Centro di Riferimento Regionale per la diagnosi e la terapia dei tumori del colon-retto. D.A. 26/10/2012 G.U.R.S. del 14/12/2012 parte I,

Dettagli

I DOA nella trombosi venosa profonda: prevenzione e terapia V. Moretti (S. Daniele del Friuli UD)

I DOA nella trombosi venosa profonda: prevenzione e terapia V. Moretti (S. Daniele del Friuli UD) II Congresso Giuliano-Isontino-Bassa Friulana ANTICOAGULANTI ORALI DIRETTI (DOA): Stato dell arte e applicazioni pratiche Continuando a navigare a vista tra solide evidenze, incertezze e sostenibilità

Dettagli

Come gestire il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico?

Come gestire il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico? Come gestire il tromboembolismo venoso nel paziente oncologico? Dr. Federico Guerra Clinica di Cardiologia ed Aritmologia Università Politecnica delle Marche Disclosure information Negli ultimi due anni

Dettagli

EMBOLIA POLMONARE: COMPLICANZE AT10. CHEST 2016;149(2):

EMBOLIA POLMONARE: COMPLICANZE AT10. CHEST 2016;149(2): EMBOLIA POLMONARE: COMPLICANZE AT10. CHEST 2016;149(2):315-352 From: 2014 ESC Guidelines on the diagnosis and management of acute pulmonary embolism The Task Force for the Diagnosis and Management of Acute

Dettagli

Dott. Francesco Fiorica

Dott. Francesco Fiorica Dottorato di ricerca XXII ciclo Università degli Studi di Catania: Approccio Oncologico Multimodale in età geriatrica FATTIBILITA ED EFFICACIA DI UN TRATTAMENTO DI RADIOTERAPIA IN PAZIENTI ANZIANI CON

Dettagli

Stratificazione del rischio di TEV

Stratificazione del rischio di TEV IV Mediterraneo - VII Sessione NOVITÀ IN TEMA DI TROMBOEMBOLISMO VENOSO (Prof. Prisco, Prof. Davì, Prof. Ageno) Stratificazione del rischio di TEV Il tromboembolismo venoso (TEV) ha un incidenza di 1-2

Dettagli

La TVP nell'anziano ospedalizzato: fattori di rischio e complicanze

La TVP nell'anziano ospedalizzato: fattori di rischio e complicanze Simposio: I NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI La TVP nell'anziano ospedalizzato: fattori di rischio e complicanze Dr. Francesco Cacciatore Cardiologia Riabilitativa Laboratorio della valutazione della Complessità

Dettagli

Prevenzione del rischio cerebro-vascolare ischemico. Gianfranco Delogu Ospedale N.S. di Bonaria San Gavino Monreale ASSL Sanluri

Prevenzione del rischio cerebro-vascolare ischemico. Gianfranco Delogu Ospedale N.S. di Bonaria San Gavino Monreale ASSL Sanluri Prevenzione del rischio cerebro-vascolare ischemico Gianfranco Delogu Ospedale N.S. di Bonaria San Gavino Monreale ASSL Sanluri L ictus rappresenta la principale causa di disabilità e la seconda più frequente

Dettagli

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI Edizione 2015 Coordinatore Sandro Barni Segretario Estensori Maria Cristina Petrella Anna Falanga Mario Mandalà Andrea Piccioli Oncologia Medica - A.O. Treviglio-Caravaggio

Dettagli

Anticoagulazione oggi e domani: quali evidenze? Cosa cambia?

Anticoagulazione oggi e domani: quali evidenze? Cosa cambia? Anticoagulazione oggi e domani: quali evidenze? Cosa cambia? Piercarla SCHINCO Specialista in Medicina Interna Specialista in Ematologia Esperta in Trombosi ed Emostasi FA è il più comune disturbo del

Dettagli

TromboEmbolismo Venoso

TromboEmbolismo Venoso TromboEmbolismo Venoso Fattori di Rischio Emilio Santoro UOC Medicina Casentino TEV: FATTORI DI RISCHIO Il rischio individuale di tromboembolia venosa varia in misura rilevante ed è il risultato dell

Dettagli

Blocco Neurassiale e profilassi antitrombotica

Blocco Neurassiale e profilassi antitrombotica Autore: Dott. Dario Chiacchio Responsabile UOS Anestesia e Analgesia Ostetrico-Ginecologica UOC Anestesia e Rianimazione per il Dipartimento Materno Infantile Direttore: Prof. Gennaro Savoia Blocco Neurassiale

Dettagli

SCLC - terapia di ii linea 53 II LINEA - RISULTATI E LIMITII

SCLC - terapia di ii linea 53 II LINEA - RISULTATI E LIMITII SCLC - terapia di ii linea TRATTAMENTO STANDARD IN 53 II LINEA - RISULTATI E LIMITII SCLC - terapia di ii linea trattamento standard in ii linea - risultati e limiti Quasi la totalità dei pazienti affetti

Dettagli

4 a Conferenza Nazionale GIMBE Dall'Evidence-based Practice alla Clinical Governance Bologna, 6 febbraio 2009

4 a Conferenza Nazionale GIMBE Dall'Evidence-based Practice alla Clinical Governance Bologna, 6 febbraio 2009 4 a Conferenza Nazionale GIMBE Dall'Evidence-based Practice alla Clinical Governance Bologna, 6 febbraio 2009 Profilassi della malattia tromboembolica in un dipartimento di medicina interna Quando l'inappropriatezza

Dettagli

TVP ACUTA. per almeno 5 giorni

TVP ACUTA. per almeno 5 giorni TROMBOSI VENOSA PROFONDA: TERAPIA Piercarla SCHINCO SSCVD Mal. Trombotiche/Emorragiche Osp. Molinette Torino TVP ACUTA PRINCIPI di TERAPIA 1. La necessità di scoagulare il paziente con TVP è dimostrata

Dettagli

Profilassi antitrombotica nel paziente chirurgico: a che punto siamo? G. CATANIA, C. DI STEFANO, G. IPPOLITO, E. MINONA, G.

Profilassi antitrombotica nel paziente chirurgico: a che punto siamo? G. CATANIA, C. DI STEFANO, G. IPPOLITO, E. MINONA, G. G Chir Vol. 32 - n. 4 - pp. 206-210 April 2011 G. CATANIA, C. DI STEFANO, G. IPPOLITO, E. MINONA, G. ALONGI, F. CARDÌ RIASSUNTO: Profilassi antitrombotica nel paziente chirurgico: a che punto siamo? G.

Dettagli

Le complicanze tromboemboliche nel paziente con cancro: le linee guida ESMO

Le complicanze tromboemboliche nel paziente con cancro: le linee guida ESMO Linee guida e pratica clinica Le complicanze tromboemboliche nel paziente con cancro: le linee guida ESMO Mario Mandalà Roberto Labianca Divisione di Oncologia Medica Dipartimento di Oncologia ed Ematologia

Dettagli

Dipertimento di Urologia Università di Medicina e Chirurgia - Torino Ospedale S. Luigi Gonzaga - Orbassano (Torino), Italia

Dipertimento di Urologia Università di Medicina e Chirurgia - Torino Ospedale S. Luigi Gonzaga - Orbassano (Torino), Italia Terapia combinata e chirurgia imaging-guidata nel trattamento del carcinoma prostatico Prof. F. Porpiglia Dipertimento di Urologia Università di Medicina e Chirurgia - Torino Ospedale S. Luigi Gonzaga

Dettagli

Percorso ECD Trombosi Venosa Profonda (Ceva)

Percorso ECD Trombosi Venosa Profonda (Ceva) Percorso ECD Trombosi Venosa Profonda (Ceva) l uso delle EBPM/TAO e recentemente di NAO/DOAC permette di trattare a domicilio la TVP con sicurezza, grazie all interazione tra MMG e struttura ospedaliera.

Dettagli

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI. Edizione 2017

Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI. Edizione 2017 Linee guida TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEI PAZIENTI CON TUMORI SOLIDI Edizione Aggiornamento 27 ottobre Coordinatore Sandro Barni Direttore Dipartimento Oncologia e UOC Oncologia ASST Bergamo Ovest Segretario

Dettagli

Presentazione delle schede di valutazione rischio TEV aziendali

Presentazione delle schede di valutazione rischio TEV aziendali Presentazione delle schede di valutazione rischio TEV aziendali Dr. Alessandro Aiello ANGIOLOGIA A.S.P. Catania Corso di formazione ECM Prevenzione del tromboembolismo venoso e utilizzo della relativa

Dettagli

Alessandro Squizzato

Alessandro Squizzato La terapia anticoagulante old and new : gestione perioperatoria e degli eventi emorragici Varese 18 dicembre 2014 Gestione perioperatoria dei nuovi anticoagulanti (NOACs NOACs) Alessandro Squizzato Centro

Dettagli

APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA, FARMACOECONOMIA E DISPENSAZIONE DEGLI ANTICOAGULANTI: IL PARERE DEL FARMACISTA TERRITORIALE

APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA, FARMACOECONOMIA E DISPENSAZIONE DEGLI ANTICOAGULANTI: IL PARERE DEL FARMACISTA TERRITORIALE APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA, FARMACOECONOMIA E DISPENSAZIONE DEGLI ANTICOAGULANTI: IL PARERE DEL FARMACISTA TERRITORIALE Margherita Andretta Farmacista Az. ULSS 20 Verona Spesa per farmaci indicati nella

Dettagli

EFFICACIA E SICUREZZA DELL ENOXAPARINA

EFFICACIA E SICUREZZA DELL ENOXAPARINA EFFICACIA E SICUREZZA DELL ENOXAPARINA A cura del Dott. Luigi Iannone INTRODUZIONE L enoxaparina (ENOX) è un frammento di eparina a basso peso molecolare, utilizzata come sale di iodio e preparata mediante

Dettagli