n. 3 Aprile Anno V

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1 Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 1 al n. 4 Aprile 2009 di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona n. 3 Aprile Anno V

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3 SOMMARIO LE OPPORTUNITÀ DEL COMPARTO PER RISPONDERE ALLA CRISI...5 L AUTO SI TINGE DI VERDE RECUPERO E RICICLAGGIO DEI VEICOLI A FINE VITA: IN UE ITALIA FANALINO DI CODA Inserto normativo REGOLAMENTO (CE) N. 79/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO ECO TOP TEN LOGIMA L AUTODEMOLIZIONE VERSO LA MODERNITÀ TECNOLOGIA AUTOMATIZZATA PER RICICLAGGIO UNIVERSALE DI PARAURTI DI AUTO A FINE VITA UNA PRECISAZIONE PER GLI AUTODEMOLITORI ECOTECNICA srl EC 500 FULL: LA CESOIA CHE TAGLIA I COSTI RIFIUTI PRODOTTI DALL ATTIVITÀ DI AUTODEMOLIZIONE: FORMAZIONE, CLASSIFICAZIONE E TRASPORTO ACQUISTIAMO CATALIZZATORI ESAUSTI Ritiriamo a domicilio pagando in contanti, ai valori correnti di mercato, qualsiasi quantitativo di catalizzatori per auto esausti, privati, preferibilmente, dei tubi di raccordo INVEMET TSr S.r.l. - Sd Sede elega Legale: Via Carlo Alberto Torino - ITALIA Sede Op.: Strada Coasso s.n.c. Zona Industriale Cirié (TO) Tel Fax info@invemet.com - 3

4 Commercio all ingrosso di rottami ferrosi e metallici SERVIZI - messa in riserva e recupero di rottami ferrosi e non - commercio di rottami ferrosi e non - demolizione strutture contenenti ferro e metalli RAME OTTONE ALLUMINIO LEGHE DI ACCIAIO Metalfer di Coppola Antonio -SedeLegale: Contrada Fiego S.S. S 19 Km Atena Lucana (SA) - Deposito: Contrada Sant Antuono, Zona industriale 84035Pola (SA) Amministrazione: Tel Fax Antonio Coppola Cell Ricambi: Tel ; (Salvatore); (Arnaldo) - antoniocoppola.met@alice.it

5 Speciale Metalriciclo 2009 LE OPPORTUNITÀ DEL COMPARTO PER RISPONDERE ALLA CRISI Alla Fiera di Montichiari (BS), protagonisti i soggetti della fi liera del recupero e riciclo dei metalli ferrosi e non, per discutere di soluzioni tecnologiche e normative di Alberto Piastrellini La crisi dei mercati finanziari che ha colto di sorpresa la finanza globale alcuni mesi or sono, si è ben presto trasferita nell economia reale, causando ristagni e abbassamento dei prezzi, soprattutto per quanto concerne le materie prime-seconde e tutti i prodotti del riciclo. Inoltre, la congiuntura negativa e la minore disponibilità di liquidi ha indotto i consumatori ad arrestare i consumi, innescando, di fatto, una spirale di recessione economica che per le imprese ha significato il crollo degli ordinativi e l ulteriore deprezzamento delle scorte. Tutto ciò, per il comparto dei metalli, è andato ad aggiungersi ad una situazione già ampiamente compromessa da alcuni mesi, quando, con il crollo del prezzo dei rottami, si erano innescate dinamiche di crisi del settore e preoccupazioni da parte dei vari soggetti della filiera. È in questo scenario, i cui foschi contorni, in parte, sembrano sfumarsi verso toni più rasserenanti, che ha avuto luogo dal 2 al 4 aprile, a Montichiari (BS), la 3 edizione di Metalriciclo - Salone Internazionale delle Tecnologie per il Recupero e il Riciclo dei Metalli ferrosi e non ferrosi, la Qualità dell ambiente e l Efficienza energetica. La manifestazione, che si è svolta presso il Centro Fiera del Garda, ha raccolto, nonostante la crisi dilagante in tutti i settori industriali, notevoli consensi e partecipazioni da parte degli addetti ai lavori e si è offerta come momento di riflessione e confronto per una reazione del mercato, attesa nel medio periodo. La fiducia di Aziende, Associazioni e Istituzioni ha confermato il valore di Metalriciclo come evento di riferimento per il sistema del recupero e riciclo dei rottami e come vetrina per le best technologies e del know-how del comparto, grazie alla presenza, in loco, delle principali aziende dell industria del riciclo: Produttori di impianti, Commercianti di metallo, Fornitori di servizi per l ambiente, Produttori di tecnologie per il recupero ed il riciclo di rottame, Produttori di attrezzature per il recupero degli sfridi da lavorazione metallica. Il tutto in un contesto territoriale che, da sempre, ha nel recupero del rottame metallico e nella sua valorizzazione, la sua vocazione principale e che, nel tempo, ha saputo conquistare ampi spazi di mercato e credibilità, non solo in ambito nazionale. Si consideri che, secondo i dati forniti da Edimet (società organizzatrice dell evento), sono 19,8 milioni le tonnellate di acciaio da forno elettrico (cioè da rottame) e le tonnellate di leghe di alluminio da fonderia provenienti da rottame prodotte in Italia nel 2007; 21,5 milioni le tonnellate di rottame ferroso e 1,2 milioni le tonnellate di rottame non ferroso consumate. Numeri impressionanti che danno il polso del comparto nazionale del recupero/riciclo e produzione di metallo a partire da rottame e definiscono la direzione di una Paese che è riuscito a fare di necessità, virtù, opponendo alla storica mancanza di materie prime, il primato europeo del recupero di scarti e rifiuti metallici da riavviare al ciclo produttivo in un percorso virtuoso che, se all inizio non era pensato per la minimizzazione degli impatti ambientali, di fatto è divenuto un alleato notevole nelle dinamiche nazionali volte alla miglior sostenibilità ambientale. E che la qualità dell ambiente fosse uno dei focus della manifestazione s è letto nel potenziamento dell area espositiva dedicata a questo tema, che ha messo in mostra : tecnologie; sistemi e attrezzature per il trattamento, la bonifica e la depurazione delle acque; controllo, trasporto ed evacuazione dei gas e dei fumi; analisi, misura e controllo dei processi. Non solo, per meglio approfondire e veicolare informazioni circa novità normative e tecnologiche, istanze della base e delle Pubbliche Amministrazioni e promuovere dibattiti e socializzazioni verso le problematiche comuni e quelle particolari che interessano i vari stakeholders della filiera del recupero e riciclo di rottami, Metalriciclo ha offerto ad espositori e visitatori un ricco programma di Eventi collaterali, Forum tecnici, Tavole rotonde e Convegni. Due di questi, in particolare, per la loro tematica, hanno stimolato la curiosità del Notiziario Autodemolitori e pertanto, onde favorire i Lettori, ne forniamo una sintesi. PROTOCOLLO DI ACCETTAZIONEE GESTIONE ROTTAMI/RIFIUTI La manifesatazione fieristica è stata scelta per la presentazione ufficiale del Protocollo coordinato dall Assessorato all Ambiente - Ecologia - Attività Estrattive ed Energia della Provincia di Brescia. Evento di apertura della 3 edizione di Metalriciclo, la presentazione del Protocollo di Accettazione e Gestione Rottami/Rifiuti, ha avuto luogo, giovedì 2 aprile, alle ore presso la Sala Aida del Centro Fiera del Garda. La presenza di Istituzioni Locali e Regionali, accanto a quella di importanti soggetti del comparto produttivo del Paese, confrma l estrema vitalità del settore di riciclo dei metalli pur nella congiuntura della crisi in atto, ha sottolineato all apertura dei lavori, Mario Conservo, Amministratore Delegato Edimet, rimarcando l impegno profuso dall ente organizzatore nell offrire non solo un animato spazio espositivo, ma anche, e soprattutto: un calendario ricco di incontri e spunti di riflessione per quanti operano nel settore. Il giornalista Roberto Barucco, direttore editoriale Gruppo Comedit, corrispondente de Il Sole 24 Ore ha 5

6 coordinato i lavori della Tavola rotonda ed introducendo il primo intervento ha inteso sottolineare come: l importanza del fare sistema anche nella filiera del recupero/riciclo dei metalli sia una prassi da seguire sempre più, e oggi, grazie a questo Protocollo, ne vediamo un esempio pratico, grazie alla collaborazione di Istituzioni Pubbliche, Associazioni ed Imprese del settore. A presentare l innovativo Protocollo è stato l Assessore all Ambiente - Ecologia - Attività Estrattive ed Energia della Provincia di Brescia, Enrico Mattinzoli, il quale ha tenuto a precisare come il documento: sia una delle tante azioni che l Amministrazione Pubblica ha messo in campo non tanto per aggirare la normativa di riferimento, ma per accompagnare le imprese nel loro lavoro e semplificarne scelte ed obblighi burocratici. Il Protocollo - secondo l Assessore - nasce dalla considerazione che le imprese non hanno alcun interesse a non applicare le norme di riferimento, ma hanno difficoltà ad interpretare le stesse e, d altro canto è obbligo delle Istituzioni garantire un meccanismo di filiera e accompagnare le imprese verso la realizzazione dello stesso. Per questo il documento è stato redatto da un Gruppo di lavoro, coordinato dall Assessorato provinciale, che ha visto protagonisti tutti gli stakeholders della filiera: Regione Lombardia, Arpa Lombardia, AIB (Associazione Industriale Bresciana), AIR (Associazione Italiana del Recupero Energetico), APINDUSTRIA, ASSO- FOND, ASSOFERMET, ASSOMET, FEDERACCIAI. La considerazione che: non si deve recuperare il più possibile solo per evitare discariche, bensì per evitare ingenti costi di smaltimento, ha stimolato, secondo l Assessore, il dibattito su nuove strade per l utilizzo intelligente di scorie industriali, come è avvenuto per il sottofondo stradale del tratto autostradale bresciano della Milano-Venezia in luogo dei consueti inerti da cava. L esperienza nel campo del rottame è piuttosto consolidata nel nostro territorio - ha dichiarato Roberto Quaresmini di Arpa Lombardia - ed è per questo, e per il fatto che la Provincia è l organo competente al rilascio delle autorizzazioni in procedura ordinaria, in procedura semplificata ed al rilascio dell AIA in materia di rifiuti, ha ritenuto necessario proporre una procedura di approvazione di Protocollo di accettazione e gestione per i rottami/rifiuti. Gli obiettivi posti dal Protocollo sono: l individuazione delle specifiche tecniche che identificano il rottame/ rifiuto; il monitoraggio delle attività siderurgiche; la facilitazione dei processi virtuosi, tuttavia, secondo il responsabile Arpa: gli ostacoli incontrati durante il confronto con gli stakeholders, hanno riguardato sia la difficile applicazione delle determinazioni analitiche proposte dal D. M. 05/ che la difficoltà nel preparare un campione rappresentativo da sottoporre ad analisi. Discutere insieme significa trovare un punto di incontro che però lascia ognuno con la propria opinione - è intervenuto Flavio Bregant di FEDERACCIAI - È pur vero che le interpretazioni della norma sono varie e confuse. Stabilire che il rottame è un rifiuto significa che i forni siderurgici possono per questo bruciare rifiuti? - si è poi 6

7 domandato retoricamente e riprendendo: le acciaierie non sono interessate a bruciare di tutto, ma solo prodotti di qualità visti gli alti costi di gestione. Passando ad enunciare le positività insite nel Protocollo, il rappresentante di FEDERACCIAI ha rimarcato come i punti qualificanti dell Accordo siano riscontrabili: nella qualificazione del fornitore a partire dalle informazioni sullo stesso; nei controlli radiometrici sul rottame, onde evitare pericolose contaminazioni; nei controlli effettuati durate la fase di trasporto; infine, nei controlli dei flussi e nella gestione della categorie atipiche. Tornando sul problema delle scorie, Bregant ha sottolineato come: utilizzarle sarebbe un grande vantaggio per l ambiente e riasfaltare il tratto BRE- VE-MI, come già applicato con successo nel Passante di Mestre, permetterebbe di aumentare la resistenza all usura e risparmiare sui materiali. A definire i contorni e i numeri dello scenario italiano del comparto del riciclo dei metalli è stato Orazio Zoccolan, responsabile Ambiente di ASSOMET, il quale ha dichiarato come: l industria del riciclo e della metallurgia da anni è impegnata nello sviluppo sostenibile, implementando strategie volte al risparmio energetico, alla minimizzazione dei costi e alla valorizzazione delle risorse. Quello dei metalli non ferrosi - ha proseguito - è un mercato molto in vista in Europa e il know how italiano, da questo punto di vista è d eccelenza. L obiettivo del comparto - ha sottolineato - è quello di progredire tenendo conto del contesto globale e le sfide da risolvere sono quelle dell alto costo energetico, del recepimento della materia prima, degli alti costi inerenti le politiche ambientali e della consapevolezza delle mutate condizioni competitive da parte delle politiche doganali. Si tenga presente - ha continuato - che il settore dei metalli non ferrosi occupa, in Italia, circa addetti con un fatturato di 23,7 miliardi di euro, ma che pur con questi numeri, la raccolta nazionale non soddisfa la domanda delle imprese, per cui si ricorre continuamente all importazione. Nel contesto del miglioramento delle condizioni della filiera, il Protocollo si inserisce positivamente, ha dichiarato il rappresentante ASSOMET, individuando nella definizione delle caratteristiche del rottame; nella qualifica dei fornitori; nell implementazione dei controlli visivi e nella maggiore frequenza dei controlli delle emissioni, i punti di eccellenza del documento. Questo Protocollo è una boccata d aria fresca - è intervenuto entusiasticamente Roberto Lunardi, Presidente ASSOFERMET - e il ruolo delle Istituzioni è stato esemplare e di primaria importanza perché ha permesso che la normativa di riferimento sia stata tradotta in regole chiare ed applicabili. Non solo - ha continuato - aver creato un Tavolo con tutti i soggetti della filiera ha permesso un dialogo costruttivo fra le diverse componenti della stessa per la risoluzione di problematiche comuni. Parole di plauso sono arrivate anche dai rispettivi rappresentanti di APIN- DUSTRIA e AIR.. A chiudere i lavori della mattinata è stato lo stesso Assessore Mattinzoli il quale ha ricordato come, nello specifico delle strategia per l utilizzo delle scorie: non c è niente da inventare e altrove certe tecniche sono già state applicate con successo. L alternativa del materiale riutilizzabile in luogo dell inerte da cava di prestito è auspicabile, senza per questo intaccare gli interessi di alcuni; basterebbe già un 30% in miscela per dare una risposta positiva all ambiente. Noi - ha concluso - certificheremo il materiale per garantire l innocuità del prodotto e a dimostrazione della bontà di questa pratica, basti dire che, a Brescia, Legambiente è d accordo con questa politica. ESPERIENZE SUL RECUPERO DI ME- TALLO DA AUTO A FINE VITA. All interessante Convegno le principali Associazioni degli Autodemolitori erano presenti solo in Sala. Ogni anno, in Europa, vengono rottamati circa 15 milioni di veicoli (solo in Italia, nel 2007, la cifra ha registrato un picco superiore a unità). In questo contesto, da sempre, opera una filiera composta da vari soggetti che, con le relative specifiche (Autodemolitori, Rottamatori, Frantumatori,) tratta tutti questi veicoli ricavandone materiali da avviare al mercato del riciclo e del riutilizzo. Stante la volontà di ottimizzazione del ciclo e, conseguentemente, di riduzione della quantità di rifiuti speciali e pericolosi, riduzione dei consumi energetici derivanti dai processi industriali per la trasformazione della materia prima e, quindi, operare strategicamente a livello di imprese e gruppi di imprese per determinare effetti positivi sull ambiente, l UE già nel 2000 si è dotata di una norma, la Direttiva Europea 2000/53/CE che si prefigge di disciplinare ed aumentare l efficienza ambientale della gestione dei veicoli fuori uso, imponendo tutta una serie di vincoli: bando dei metalli pesanti, marchiatura, target di riciclaggio e recupero energetico, tempi di raggiungimento degli obiettivi, responsabilità economica, impegni verso i cittadini proprietari del mezzo giunto alla fine del suo utilizzo. I punti nodali della Direttiva, in seguito, sono divenuti precisi impegni nazionali con il D. Lgs. 209/2003 e successive modificazioni che, tra l altro ha fissato le seguenti scadenze: dal 1 gennaio 2007 è in vigore il ritiro dell autoveicolo a fine vita a costo zero per il cliente finale; dal 1 gennaio 2006 è entrato in vigore il vincolo omologativo sulla recuperabilità del veicolo al 85% in peso, di cui 10% max di recupero energetico; dal 1 gennaio 2015 il recupero del veicolo a fine vita al 95% in peso; reimpiego/riciclaggio all 85% in peso. Orbene, l Italia, per la sua storica e continua carenza di materie prime, soprattutto metalli, da sempre vanta una capacità di riciclo dei materiali, oltre ad una presenza puntuale di piccole e medie aziende artigiane, vocate al trattamento, demolizione/recupero dei veicoli a fine vita. Peccato che questo stesso patrimonio mostri notevoli difficoltà di parecchi operatori, ad affrontare le fasi procedurali e documentali tipiche delle stratificate e spesso poco interpretabili legislazioni ambientali. Difficoltà che si sommano alla concorrenza interna da parte degli altri 7

8 soggetti della filiera e di quella estera, da parte di chi gode di legislazioni e procedure burocratiche meno sofisticate. Tuttavia, la normativa comunitaria vale per tutti e il nostro Paese non può permettersi di rimanere tagliato fuori dalle regole né di rimanere ai margini di un mercato che, già adesso, soffre di pericolose fluttuazioni. Pertanto, onde assicurare il raggiungimento degli obiettivi europei, obiettivi dalla forte e riconosciuta valenza ambiente e, nello stesso tempo, assicurare a tutti una capacità di business tale da fare della filiera ELV un segmento positivo per l intera economia nazionale, lo scorso 8 maggio, è stato siglato, a Roma, dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero dello Sviluppo Economico, un Accordo di Programma Quadro sulla gestione dei veicoli fuori uso, documento che porta le firme di tutte le associazioni che rappresentano la filiera industriale del trattamento dei veicoli a fine vita (ANFIA e UNRAE per i Costruttori di autoveicoli - FEDERAICPA per i Concessionari di autoveicoli - FISE-UNIRE, CAR-CNA e ADA per le Aziende di demolizione - ASSOFERMET per demolizione, frantumazione e recupero/ commercio di rottame - AIRA per i Frantumatori di rottame metallico). L Accordo italiano rappresenta il primo e più avanzato esempio in Europa in cui tutti gli attori coinvolti in una filiera industriale, dalla più grande industria automobilistica nazionale alla più piccola impresa familiare di demolizione, lavorano per trasformare un enorme quantitativo di rifiuti in una miniera di materie da riutilizzare. In questo quadro, la criticità principale è rappresentata dalle tonnellate di fluff da demolizione (car fluff) prodotte annualmente e attualmente da smaltire in discarica, (considerando le forti limitazioni presenti nella Direttiva discariche al conferimento di questo rifiuto) e in assenza di reali alternative sul territorio. Si consideri che il car fluff è il rifiuto derivante dal ciclo (dalla bonifica alla frantumazione) della carcassa del veicolo dismesso, circa il 30% del peso del veicolo stesso ed è costituito da una miscela di materiali (plastica, gomma, vetro, fibre tessili, vernici, oli e lubrificanti, carta e cartone) che ne fanno rifiuto pericoloso, ma ugualmente appetibile per la valorizzazione energetica, dato il suo alto potere calorifero. Quindi, per centrare gli obiettivi imposti dall Europa è necessario migliorare la progettazione dei nuovi veicoli tenendo in considerazione il fine vita, ma anche utilizzare materiali e componenti del veicolo che ne incrementino la riciclabilità e recuperabilità durante le fasi di trattamento dei veicoli fuori uso, privilegiando l impiego di materiali riciclati provenienti da beni fuori uso. Infine, favorire il reimpiego di materiali e componenti, con l obiettivo qualità nell attività di demolizione e di riciclo dei materiali. È questo lo scenario da cui ha preso l avvio, venerdì 3 aprile, il Convegno: ELV - Esperienze sul recupero di metallo delle auto a fine vita, evento che ha visto la maggior partecipazione dei visitatori della Fiera Metalriciclo. Non stupisce la forte presenza di pubblico - ha rimarcato Dario De Andrea, coordinatore editoriale Sistema Ambiente & Sicurezza de Il Sole 24 Ore - a dimostrazione del forte interesse nei confronti del tema trattato. A cura dell Ing. Salvatore Di Carlo Direttore Engineering & Design, ELV & 8

9 Cra Recycling - Fiat Group Automobiles Spa è stata presentata una relazione circa risultati e prospettive della collaborazione fra Autorità pubbliche ed il comparto industriale del trattamento dei veicoli a fine vita, secondo il punto di vista del principale costruttore nazionale. Secondo il rappresentante Fiat, il raggiungimento del target-obiettivo della filiera (reimpiego/riciclaggio ELV all 85% in peso all 1/1/2015), è compromesso dalla complessità e sofisticazione della normativa autorizzativa e di trattamento e trasporto dei veicoli in demolizione, dalle diverse interpretazioni legislative-autorizzative differenti a livello regionale/locale, dalla concorrenza sleale da parte di operatori che lavorano ai margini o fuori dai vincoli legislativi, dalle difficoltà nel trattamento, trasporto e smaltimento fluff (gestione discariche, attuale assenza di alternative sul territorio), infine, dall assenza metodologica di calcolo dei target uniforme per tutti i Paesi europei che comporta che le stesse vetture, in impianti di trattamento simili, portano a risultati molto diversi. Tuttavia, secondo l Ing. Di Carlo, l esperienza del Tavolo di concertazione fra stakeholders della filiera ELV ha portato notevoli risultati, soprattutto nei rapporti interlocutori fra le Associazioni che rappresentano le circa aziende coinvolte nel settore e le Istituzioni, senza contare la novità espressa dalla legge che fissa la quota di idrocarburi presenti nel car fluff. Altre azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi dell Accordo, in ossequio agli impegni contenuti nella normativa italiana di recepimento delle istanze europee, sono quelle relative all implementazione e sviluppo degli Acquisti Verdi, agli incontri fra Riciclatori e Aziende che acquistano materiali; all Accordo con le Istituzioni per il riciclaggio dei pneumatici; al recupero energetico del car fluff. A portare il contributo dei Costruttori esteri, è stato Michele Simonetti, delegato UNRAE - Responsabile del Programma ELV di Ford Italia, il quale ha presentato i risultati del Trial Ford e ha presentato il Network costituito dalle Case automobilistiche estere per il trattamento ELV. Anche il rappresentante UNRAE ha focalizzato diverse anomalie circa il recepimento in Italia della Direttiva UE, indicandone le cause nelle stesse dinamiche emerse dalla relazione del collega Fiat. Sulle proposte UNRAE per il raggiungimento dell obiettivo-target, Simonetti ha presentato nuove progetti di tecnologia post-shredding e ha sollecitato le istituzioni verso l apertura di nuovi mercati di sbocco per i materiali riciclati. Giorgio Manunta, Direttore AIRA, ha portato la voce dei frantumatori esprimendo soddisfazione per i chiarimenti intervenuti a livello normativo sulla quantità ammissibile di idrocarburi nel fluff di frantumazione. Non siamo soddisfatti, tuttavia - ha dichiarato - per quanto concerne la proroga sulla normativa delle discariche e per quanto concerne il potere calorifico del fluff. Se non si trovano soluzioni alternative - ha continuato - il fluff va messo in discarica, tenendo conto del parametro di costo, lo smaltimento in discarica deve essere fruibile a prezzi concorrenziali. A cura di Alberto Garbarini, Direttore Produzione CRS, c è stata una disamina di un progetto triennale per la valorizzazione energetica del car fluff, pur a partire dall amara considerazione che: persiste una mancanza di uniformità sulla classificazione del fluff da parte delle Regioni italiane, anche se con Legge n /09, questo ostacolo potrebbe essere superato. Attualmente - ha proseguito - il potere calorifico del fluff è superiore a quanto previsto dalla norma sullo smaltimento dello stesso il fluff è un ottimo combustibile che si presta egregiamente alla termovalorizzazione, considerato anche che lo smaltimento del fluff ha raggiunto costi considerevoli. D altro canto, costruire appositi impianti di termovalorizzazione imporrebbe l accesso ad incentivi ad hoc per poi poter vendere l energia ottenuta a prezzi vantaggiosi. Proseguendo nella sua disamina della questione, Garbarini ha presentato un progetto triennale volto all implementazione di una tecnologia per la gassificazione del car fluff, un progetto che prevede l ottimizzazione del pretrattamento al fine di ottenere ulteriori materiali riciclabili ed un mix di inerti da avviare alla gassificazione e la costruzione di appositi impianti in grado di garantire le migliori performances economiche ed ambientali e che possano affrancare i frantumatori dai costi di smaltimento in discarica. A relazionare sulle problematiche in materia di gestione dei veicoli fuori uso è stato Luca Carbonoli, Vicedirettore ASSOFERMET. Lo smaltimento del fluff deve rimanere una opportunità - ha dichiarato smorzando gli entusiasmi - la termovalorizzazione è un opzione su cui pesano dubbi circa tempi, quantità e costi. Rimarcando come ASSOFERMET debba tener conto, nel suo agire, delle problematiche di una larga parte della filiera ELV, Carbonoli ha sottolineato diverse negatività che attualmente affliggono i professionisti dell autodemolizione: crollo del prezzo del rottame; difficoltà nel garantire l economicità del costo zero, soprattutto in tempi di crisi e, in special modo per quanto riguarda le componenti non metalliche; differenze di trattamento ed opportunità di recepimento dei veicoli tra autodemolitori contrattualizzati in Network con Case automobilistiche e non; trasporto gratuito del mezzo; mancato rimborso della radiazione dal PRA; il fatto che troppi Concessionari facciano pagare all utente le spese di rottamazione; dinamiche di esportazione illegale di veicoli radiati per rottamazione; esportazione di veicoli non bonificati, presenza di operatori che lavorano ai margini della filiera Anche in momenti sfavorevoli si deve garantire lo smaltimento efficace ed efficiente, ma a fronte dei costi che il demolitore deve sostenere si richiede, almeno, lo sbocco di mercato per la più ampia tipologia di materiali da riciclare. In chiusura dei lavori, dalla platea, ci sono stati gli accorati interventi dei rappresentati delle Associazioni che raggruppano gli Autodemolitori italiani, CAR (Confederazione Autodemolitori Riuniti) e ADA (Associazione Demolitori Autoveicoli), per bocca dei rispettivi rappresentanti: Roberto Capocasa, Vicepresidente CAR e Anna Perini, Presidente ADA, i quali, pur da diversi punti di vista, hanno sottolineato la mancanza delle rispettive Associazioni in un importante momento di confronto per tutta la filiera del fine vita dei veicoli. 9

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11 Alla 79 a edizione del Salone Internazionale dell Auto un intero padiglione dedicato all auto ecologica Dal Pavillon Vert, tutte le novità e le tendenze per una mobilità sostenibile di Silvia Barchiesi Mentre l Europa tenta la strada degli ecoincentivi per risollevare l industria automobilistica dalla crisi e la mappa dei Paesi del Vecchio Continente che li hanno adottati si allarga a macchia d olio, l auto europea, con l acqua alla gola, cavalcando l onda dei tanto attesi ecobonus spalanca le porte all ecologia. Così per salvarsi dalla crisi si tinge di verde e si converte alle tecnologie rispettose dell ambiente. A dire il vero, la prima spinta alla svolta eco del settore automotive viene dagli USA e dal neo Presidente Barack Obama che dopo aver tinto di verde la sua campagna elettorale, a pochi giorni dal suo insediamento, ha promesso limiti più severi per le emissioni delle auto per ridurre l inquinamento e contenere l effetto serra. Ma l ondata verde sembra aver contagiato anche l Europa, proprio sulla scia degli ecoincentivi che molti paesi (come Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Romania, Portogallo e Italia) hanno stanziato per rilanciare i consumi e risollevare l industria. Di certo anche decisione di Bruxelles di proseguire, nonostante la resistenza delle case automobilistiche, sul contenimento delle emissioni a 130 g/km ha contribuito alla conversione dei produttori verso modelli più ecocompatibili. Di fronte alle nuove sfide del mercato e ai nuovi imperativi di un quadro normativo in evoluzione, immediata è stata la reazione delle case produttrici europee. Lo si è visto anche a Ginevra, alla 79 edizione del Salone Internazionale dell Auto dove la vera protagonista è stata l auto ecologica, uscita dalla nicchia e disseminata un po in tutto il salone. Anzi, la nicchia a cui era stata confinata fino agli anni scorsi sembra essersi ingigantita, trasformandosi in un intero padiglione (il Pavillon Vert ): un intera hall tutta dedicata alla mobilità sostenibile, una sorta di paradiso verde del motore dedicato alle nuove tecnologie sviluppate per ridurre consumi ed emissioni nocive. La nota verde del Salone ginevrino, viene così dalla Hall3 con diversi modelli a propulsione elettrica, ibrida, E-Fuel, bimodale gas-benzina. Le vere protagoniste del Pavillon Vert sono dunque le tecnologie del futuro e i metodi di propulsione alternativi, presentati oltre che dalle case automobilistiche e dalle industrie specializzate anche da istituti, aziende e Università che hanno scelto di investire nella ricerca sulla mobilità verde, come l Istituto di Ingegneria di Ginevra che ha presentato la Biomobile, alimentata a biocarburante estratto da scarti vegetali, o la Comarth con il suo piccolo veicolo elettrico o il laboratorio dell Istituto di Ingegneria del Cantone di Vaud con i suoi ultimi progetti per la mobilità sostenibile, o la MCE-5, compagnia francese di Lione che ha sviluppato un motore a compressione variabile di ultima generazione. Così mentre l ondata verde contagia il Salone di Ginevra, uno dei più grandi e importanti motor show d Europa con le sue 130 anteprime mondiali ed europee, i suoi 250 espositori provenienti da 30 Pesi del mondo e 850 marche disseminate su 119mila mq, dal Pavillon Vert, dove progetti ancora solo in embrione si affiancano a proposte di marche ben affermate sul mercato, si leva la sfida ai cambiamenti climatici. Ne sono prova i numerosi cartelli inneggianti ai tagli delle 11

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