ANALISI DELLA POSTURA E DELL APPOGGIO PLANTARE DI UN GRUPPO DI CALCIATORI DILETTANTI

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1 Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche Corso di laurea in Fisioterapia A.A ANALISI DELLA POSTURA E DELL APPOGGIO PLANTARE DI UN GRUPPO DI CALCIATORI DILETTANTI Relatrice Dott.ssa Sonia Ceretto Castigliano Candidato Fabio Zanforlin

2 Tutto ciò che è buono è leggero, tutto ciò che è divino corre su piedi delicati Nietzsche 1

3 Indice - Indice - Introduzione pag. 4 - Capitolo 1 - LA POSTURA 1.1 La postura nell uomo pag Il controllo dinamico della postura pag La postura ideale pag Le azioni muscolari pag Le catene muscolari pag La necessità e le difficoltà di una buona postura pag Capitolo 2 - IL PIEDE 2.1 Le funzioni del piede pag Le alterazioni nel piede e le conseguenze posturali pag Le anomalie podaliche come principali fattori nello squilibrio posturale pag Capitolo 3 - LA BAROPODOMETRIA 3.1 Cos è e quali informazioni può dare pag L analisi baropodometrica pag Pedana e solette baropodometriche pag Capitolo 4 - SPORT E POSTURA 4.1 L importanza di una postura corretta nello sport pag Le alterazioni posturali negli atleti alla ricerca della performance pag La postura del calciatore pag Infortuni e patologie del calciatore pag. 46 2

4 Indice - Capitolo 5 - LO STUDIO 5.1 Descrizione dello studio e del campione pag Materiale utilizzato pag Metodi utilizzati pag I risultati pag Capitolo 6 - COCLUSIONI E CONSIDERAZIONI 6.1 Conclusioni pag Considerazioni finali pag. 70 Ringraziamenti pag. 73 Bibliografia pag. 74 3

5 Introduzione Introduzione Se osserviamo gli atleti di alto livello che praticano il medesimo sport, notiamo che ci sono delle particolarità fisiche che li accomunano. Allo stato attuale di specifiche ricerche, risulta evidente l esistenza di una stretta relazione tra appropriate caratteristiche fisiche e morfologiche individuali e la pratica di una determinata disciplina sportiva. La struttura somatica è di grande importanza in ambito sportivo in termini di biomeccanica, in relazione ai costi energetici e per la corretta esecuzione del gesto atletico. La sua valutazione è un importante fattore di conoscenza in quanto permette una classificazione morfologica e somatica degli atleti. Esiste quindi un rapporto fra efficienza motoria, rendimento sportivo e alcune alterazioni posturali, visto che numerosi studi scientifici hanno ormai dimostrato che l iperprogrammazione delle catene muscolari influenza la postura. Quando una postura crea un fattore di danno o di rischio per sovraccarico meccanico o per ripetitività del gesto si definisce come postura incongrua : è questo il caso del calciatore, sia esso professionista o dilettante. Essendo infatti il calcio un attività sportiva asimmetrica, è causa di squilibri a tutto il sistema tonico posturale. Tali squilibri possono divenire nel tempo la causa di algie ad articolazioni e muscoli e limitare l atleta nella pratica dell attività sportiva stessa. Sappiamo tutti che ogni calciatore ha un piede che predilige nel calciare il pallone e di conseguenza un piede d appoggio. In questa situazione, il piede d appoggio sarà quello a sopportare il carico maggiore, mentre il piede con cui si andrà a calciare, quello 4

6 Introduzione interessato al gesto atletico, sarà esente dal carico e su di esso verrà impressa una notevole quantità di forza esplosiva ad alta velocità. Il calciare non è solo uno dei gesti più frequenti nel gioco del calcio, ma anche quello che distingue il calcio dalla maggior parte degli altri sport. L'azione del calciare il pallone non consiste solo nella semplice flessione dell'anca ed estensione del ginocchio, ma è anche caratterizzata da un'importante componente in adduzione del movimento articolare. Ne deriva che la pratica intensa di questo sport richiede una potente attività dei muscoli adduttori, che è quindi responsabile dello sviluppo accentuato di questi muscoli e che si può osservare nei giocatori di calcio. Ciò si riflette nel caratteristico aspetto clinico dell'arto inferiore di questi atleti, contraddistinto da muscoli adduttori molto forti ma anche molto accorciati. Si sviluppa infatti nei calciatori uno squilibrio muscolare a livello dell'articolazione del ginocchio, con i muscoli adduttori, sul lato interno del ginocchio, molto forti e accorciati e i muscoli abduttori, sul lato esterno, relativamente deboli. Questo squilibrio muscolare dà origine, attraverso i potenti muscoli adduttori lunghi (gracile, semitendinoso e sartorio), ad un carico compressivo elevato sul compartimento mediale del ginocchio che potrebbe contribuire in maniera significativa allo sviluppo della tipica deformità in varo del ginocchio. E intuibile quindi come si riscontri spesso asimmetria nella postura del calciatore. L impegno atletico del calciatore è oggi scandito da ritmi di allenamento non indifferenti: i carichi di lavoro costringono a recuperi veloci ed ogni particolare tecnico-atletico deve essere 5

7 Introduzione curato nei dettagli e non sempre si ha il tempo di farlo. Tra questi l assetto del piede è di fondamentale importanza, non solo ai fini della miglior funzionalità dello stesso, ma anche dal punto di vista posturale, coinvolgendo le articolazioni di ginocchio, anca, bacino e schiena. La necessità, da parte del calciatore, di dover esprimere un gesto tecnico, spesso di tipo balistico, ad alta velocità o comunque in condizioni di equilibrio precario impone la ricerca del miglior assetto monopodalico. L articolazione tibio-tarsica e tutta la struttura del piede del calciatore sono quindi a rischio per l imprevedibilità e l occasionalità di talune situazioni di gioco che possono stressare oltremodo le strutture legamentose, oppure per come debbano sopportare un carico massimale anche in condizioni estreme, in relazione a condizioni di terreno duro, dove il trauma metatarsale è frequente in corrispondenza dei tacchetti. Questi ultimi possono trasmettere gli effetti negativi dell urto sul terreno all articolazione metatarsofalangea, un punto anatomico molto delicato. Quando poi la pratica continua negli anni, la minor elasticità tendinea e legamentosa può creare seri problemi. Se tutto questo vale per il calciatore professionista ancor di più varrà per il giocatore a livello amatoriale, che spesso incontra campi non in buone condizioni e dove frequentemente la preparazione atletica non è ottimale. Nello studio esposto in questa tesi abbiamo analizzato un campione rappresentato da un gruppo di 20 calciatori dilettanti compresi tra i 18 e i 28 anni. 6

8 Introduzione L obiettivo era quello di provare a riscontrare, oltre all ormai famoso atteggiamento in varismo del ginocchio, altre corrispondenze posturali di questi sportivi, per mezzo di un analisi posturale e baropodometrica statica e dinamica, confrontata con l anamnesi di ogni esaminato e la letteratura scientifica che prende in considerazione le alterazioni posturali, le patologie e gli infortuni caratteristici dei calciatori. Dopo un anamnesi di ogni giocatore riferita principalmente agli anni di pratica, al ruolo in campo, agli infortuni occorsi negli ultimi tre anni e ad altre note personali utili ai fini della nostra ricerca, si è passati all analisi vera e propria, effettuata in due fasi: in una prima posturale statica e in una seconda baropodometrica, per mezzo di solette sensorizzate collegate ad un sistema computerizzato (Parotec System). Nella prima fase quindi, di osservazione statica in postura eretta, per mezzo di un esame con filo a piombo, sono state evidenziate tutte le alterazioni posturali riscontrabili nelle curve fisiologiche della colonna vertebrale, quali iper o ipo curve e inclinazioni e rotazioni dei cingoli scapolare e pelvico. Si è prestata attenzione inoltre, alle alterazioni posturali delle ginocchia e dei piedi; per un analisi più specifica dell appoggio e possibili problematiche relative (zone di sovraccarico, varismo, valgismo, cavismo e piattismo) sono state effettuate ed analizzate anche le impronte plantari. Nella seconda fase di analisi baropodometrica invece, prima staticamente e poi dinamicamente, è stato appunto sfruttato il Parotec System, capace di rilevare tutte le informazioni riguardanti le pressioni, i carichi e gli spostamenti di baricentro dell individuo in situazione statica e dinamica durante le fasi del passo. 7

9 Introduzione I casi così studiati, sono stati poi confrontati tra loro alla ricerca di dati sensibili e significativi, che potessero risultare ipoteticamente, caratteristici propri della postura dei calciatori. Tutto questo potrebbe essere utile anche ai fini dell allenamento e della prevenzione da infortuni sul campo di calcio; infatti, unendo le conoscenze anatomiche, biomeccaniche e tecniche a quanto ci è stato possibile riscontrare con questi esami e alle innovazioni tecnologiche, si potrebbe integrare l allenamento con esercizi posturali mirati e ausili (plantari), che permettano di prevenire determinate patologie o infortuni. 8

10 La postura 1 La postura 1.1 La postura nell uomo La postura è essenzialmente la posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre (sistema di coordinate egocentriche) e rispetto all ambiente circostante (sistema di coordinate exocentriche). Il terzo sistema di riferimento è quello del campo gravitazionale (sistema di coordinate geocentriche). L orientamento di una parte del corpo può essere descritto rispetto ad uno di questi sistemi di riferimento a seconda del particolare contesto comportamentale. Per esempio, la conoscenza della posizione del capo rispetto all ambiente è importante per stabilizzare la visione, mentre la conoscenza della sua posizione rispetto alle altre parti del corpo lo è per il mantenimento della postura eretta. La regolazione della postura rispetto alla forza di gravità è naturalmente fondamentale per il mantenimento dell equilibrio posturale, che può essere definito come quella condizione in cui tutte le forze che agiscono sul corpo sono bilanciate, quindi il corpo rimane nella posizione che intende assumere (equilibrio statico) o è in grado di eseguire il movimento che intende compiere senza perdere l equilibrio (equilibrio dinamico). (Kandel 2003) E' possibile localizzare infatti, un punto in cui si può applicare una singola forza che equivale, per intensità, al peso del corpo e che agisce verticalmente verso l'alto, in modo da conferire al corpo equilibrio in ogni posizione. Questo punto è detto centro di gravità o baricentro, che può essere descritto come il punto in cui si pensa sia concentrato tutto il peso del corpo. 9

11 La postura La postura standard in stazione eretta è rappresentata dal prolungamento della linea verticale o di gravità all interno del piano di appoggio (data da un poligono di forma quasi trapezoidale costituito dal profilo laterale dei piedi e dalle due linee che costituiscono rispettivamente la parte anteriore e posteriore dei piedi) passante sul piano sagittale e frontale (fig. 1). Attorno alla linea di gravità il corpo è ipoteticamente in una posizione di equilibrio che implica una distribuzione uniforme del peso del corpo ed una posizione stabile di ogni articolazione. FIG Il controllo dinamico della postura L Uomo non fa altro che stare dietro al proprio equilibrio, manifestando la tendenza a tornare verso la propria posizione di equilibrio, creando così una propria stabilità posturale (Gagey, 1988). 10

12 La postura FIG. 2 Secondo il modello biomeccanico del pendolo invertito (fig. 2) l Uomo in situazione posturale eretta presenta movimenti oscillatori antero-posteriori. La postura eretta può essere mantenuta anche con posizioni differenti del corpo o di alcuni segmenti corporei, purchè il baricentro (centro di gravità) si proietti a terra nell area del poligono di sostentamento (fig. 1). Il controllo della postura eretta può organizzarsi in due modalità principali che, in condizioni naturali, si integrano: 11

13 La postura 1. Controllo dell allineamento verticale dei segmenti corporei rispetto alla verticale gravitaria, lungo l asse immaginario che unisce il capo all area d appoggio plantare, con rispetto della geometria corporea. 2. Controllo della posizione del baricentro, senza rispetto della geometria corporea. Queste modalità corrispondono a quanto descritto da Nashner, ovvero le strategie di caviglia e d anca: Quando il soggetto in stazione eretta viene perturbato in avanti oppure indietro dallo spostamento della superficie di supporto nella direzione opposta (ad esempio quando inizia a muoversi il tram), l attivazione muscolare origina nei muscoli dell articolazione delle caviglie e si irradia in sequenza verso i muscoli inferiori del tronco. Questo pattern viene chiamato strategia di caviglia, perché corregge le oscillazioni esercitando una torsione rispetto alla superficie di supporto e una rotazione del corpo verso l indietro, primariamente attorno alle articolazioni di caviglia. La strategia usa la torsione attorno alle articolazioni della caviglia per resistere alla forza di gravità e ruotare il corpo come una massa relativamente rigida. La torsione attiva sulla caviglia muove il centro di gravità in distanze relativamente lunghe verso una nuova posizione di equilibrio. Poiché il momento di inerzia del corpo sulle caviglie è relativamente grande, solo movimenti lenti del centro di gravità possono essere eseguiti usando la strategia di caviglia. 12

14 La postura Quando il soggetto è in piedi su una superficie d appoggio più corta della lunghezza dei piedi, o quando il centro di gravità si localizza in prossimità dei limiti di stabilità, oppure quando la perturbazione dell equilibrio del soggetto è troppo ampia o veloce (ad esempio una spinta), si attivano inizialmente i muscoli inferiori della schiena in modo da opporsi allo spostamento del corpo. Questo pattern si chiama strategia di bacino. Essa corregge le oscillazioni esercitando una forza contro la superficie d appoggio e ruotando il corpo primariamente attorno alle articolazioni delle anche. Questa strategia usa rotazioni rapide orizzontali attorno alle anche per generare forze transienti orizzontali. Poiché il momento d inerzia del tronco è piccolo rispetto al corpo, a livello pelvico la strategia di bacino produce movimenti rapidi in avanti ed indietro del centro di gravità. Le distanze lungo le quali può essere mosso il centro di gravità con questa strategia sono relativamente piccole, in confronto a quelle prodotte dalla strategia di caviglia. L utilizzo di una strategia piuttosto che dell altra è funzione delle condizioni e dei compiti posturali. In età avanzata, in patologie del movimento o dell'equilibrio può prevalere la strategia d'anca, ma questo è poco "economico" dal punto di vista energetico e poco vantaggioso per l'equilibrio. E' bene chiarire che non esiste una postura ma un numero infinito di posture: esse corrispondono a qualsiasi "posizione in equilibrio". Per ogni individuo la postura ideale è quella nella quale i segmenti corporei sono equilibrati nella posizione di minimo impegno e massima stabilità. 13

15 La postura 1.3 La postura ideale FIG. 3 Nella veduta laterale, la linea di riferimento standard rappresenta la proiezione della linea di gravità nel piano frontale, che divide ipoteticamente e asimmetricamente il corpo in una porzione anteriore e in una posteriore di peso equivalente come segue: parte dal trago in prossimità dei condili occipitali sino a toccare l apofisi odontoidea di C2, la testa si presenta eretta in posizione ben equilibrata senza tensioni muscolari. 14

16 La postura passa davanti alla colonna dorsale, leggermente convessa posteriormente con le scapole ben allineate e appiattite contro il torace. Si mantiene in una posizione che favorisce la funzione ottimale degli organi della respirazione, influenzata dalla struttura della colonna lombare e del bacino che è indice di buon allineamento dell addome, del tronco e degli arti inferiori. incrocia la colonna lombare a livello di L3, leggermente convessa anteriormente. passa dietro le ultime vertebre lombari, davanti al sacro. leggermente indietro rispetto la cavità cotiloidea con le anche né flesse né estese. Si prende in considerazione la posizione delle spine iliache antero-superiori che devono essere allineate sullo stesso piano orizzontale e sul piano verticale con la sinfisi pubica. segue l asse del femore e passa davanti all articolazione del ginocchio (né flesso né iperesteso), della tibia e dell articolazione tibio-tarsica in avanti rispetto al malleolo esterno con la gamba perpendicolare alla pianta del piede. termina a livello dell articolazione calcaneo-cuboidea. Nella veduta posteriore la linea di riferimento standard rappresenta la proiezione della linea di gravità nel piano sagittale, che divide ipoteticamente e simmetricamente il corpo in due porzioni laterali come segue: passa nel piano antero-posteriore lungo la linea mediana del cranio, dello sterno, delle apofisi spinose della colonna. 15

17 La postura le spalle non sono elevate né depresse e le scapole hanno i margini mediali paralleli ed equidistanti. Proseguendo attraversa la linea mediana del bacino che rimane orizzontale, con le spine iliache postero-superiori sullo stesso piano trasversale. le anche non sono né addotte né abdotte. gli arti inferiori sono dritti senza valgismi o varismi. termina a metà distanza tra i due appoggi podalici. La statica normale può essere definita secondo questi criteri di valutazione. Solo un 10% circa della popolazione però rientra in questi parametri, ed è rappresentata da quei soggetti che manifestano raramente sintomatologia dolorosa. 1.4 Le azioni muscolari La più recente e completa classificazione suddivide i muscoli in tre categorie: stabilizzatori locali (più profondi), stabilizzatori globali e mobilizzatori globali (più superficiali). Gli stabilizzatori locali hanno la funzione principale di mantenere una forza minima continua in tutte le posizioni dell ampiezza di movimento dell articolazione e in tutte le sue possibili direzioni. Questa attività serve a controllare l eccessivo movimento fisiologico e traslatorio. L attività di questi muscoli aumenta, in modo anticipatorio, già prima di un carico o di un movimento, consentendo così di proteggere e sostenere l articolazione. La loro contrazione 16

18 La postura non produce movimento: hanno un attività indipendente dalla direzione del movimento e continua durante tutto il movimento, fornendo un input propriocettivo sulla posizione articolare e il movimento stesso. Gli stabilizzatori globali hanno la duplice funzione di generare movimento, provvedendo al controllo eccentrico dell escursione articolare durante tutto il range anatomo-fisiologico, e alla decelerazione dei movimenti con carico minimo (rotazione), particolarmente a livello del tronco e dei cingoli. La loro attività non è continua ed è dipendente dalla direzione del movimento. I mobilizzatori globali hanno la funzione principale di produrre ampiezza di movimento; la loro contrazione produce una variazione di lunghezza e un accelerazione concentrica del movimento (flessione/estensione); contribuiscono inoltre ad assorbire lo choc da carico. La loro attività non è continua ed è dipendente dalla direzione del movimento. Lo studio sulle effettive competenze dell attività muscolari risulta significativo per l impostazione di un corretto esercizio terapeutico, che per essere veramente funzionale deve rispettare la fisiologia dei gruppi muscolari e correggere in modo più esatto e senza compensazioni le anomalie di tonicità e di lunghezza muscolare che il soggetto presenta. 17

19 La postura 1.5 Le catene muscolari La priorità dell uomo è essenzialmente quella di assumere e mantenere per lungo tempo la stazione eretta nel modo più economico e confortevole possibile. Esaminando la posizione della linea di gravità a livello cefalico (passante attraverso il foro occipitale e con il peso distribuito per i 2/3 in avanti e 1/3 dietro) e a livello plantare (passante per il cuboide), si nota un netto squilibrio da cui possiamo dedurre che l uomo in stazione eretta non è mai in equilibrio, ma in sbilanciamento anteriore con continue oscillazioni e aggiustamenti posturali. Occorreranno forze maggiori per perdere l equilibrio indietro, e lo squilibrio anteriore produrrà anche una padronanza migliore delle instabilità laterali, rimandando le tensioni statiche alla parte posteriore del soggetto. Nel normotipo i muscoli anteriori e posteriori inseriti sul bacino lo mantengono in allineamento, i muscoli addominali tirano verso l alto e i flessori dell anca verso il basso. Posteriormente i muscoli dorsali tirano verso l alto e gli estensori dell anca verso il basso, di conseguenza gli addominali e gli estensori lavorano in sinergia inclinando il bacino posteriormente, mentre i lombari e i flessori dell anca agiscono insieme inclinando il bacino anteriormente. Da alcuni principi della statica apprendiamo che esiste sia un equilibrio statico, che permette di mantenere il corpo in una posizione statica, sia un equilibrio dinamico che consente ai segmenti corporei di raggiungere una condizione di stabilità. La difficoltà di mantenere un buon equilibrio dipende molto dal rapporto tra l altezza del baricentro e l ampiezza della base d appoggio podalico. 18

20 La postura I 2/3 della nostra muscolatura più fibrosa, resistente, più in profondità, di forte tono, è costituita da muscoli della statica o tonici (antigravitari o posturali) che ci garantiscono, con la loro continua contrazione, la stabilità in stazione eretta e negli spostamenti. I muscoli della dinamica o fasici (deputati al movimento), più superficiali e con scarsa resistenza allo sforzo, invece, non sono indispensabili per il mantenimento della postura in quanto, terminata la loro contrazione, ritornano nel loro stato di quiete. Per questo motivo nei casi di deviazioni o deformazioni vertebrali una delle cause principali è sicuramente una differenza di tensione fra i muscoli statici e mai tra quelli dinamici. I muscoli sono fra loro embricati, organizzati in catene muscolari ed in relazione con il tessuto connettivale, formando un unico sistema mio-fasciale. FIG. 4 19

21 La postura Correlazione fra le diverse catene: Catene muscolari del tronco. La catena statica posteriore. Le catene rette anteriori che producono la flessione. Le catene rette posteriori che producono l estensione. Le catene crociate anteriori che producono le torsioni anteriori (fig. 5). Le catene crociate posteriori che producono le torsioni posteriori (fig. 7). Queste catene muscolari del tronco sono in relazione con quelle degli arti inferiori. La catena statica continua fino alla volta plantare. Le catene rette anteriori diventano catene di flessione. Le catene rette posteriori diventano catene d estensione. Le catene crociate anteriori diventano catene di pronazione o di chiusura. Le catene crociate posteriori diventano catene di supinazione o di apertura (fig. 6, fig. 7). Tutte le catene muscolari si allacciano a livello del diaframma (L. Busquet). 20

22 La postura FIG. 5 FIG. 6 FIG. 7 Per riuscire a mantenere la stazione eretta per tempi prolungati,il corpo, utilizza le soluzioni statiche più economiche. Le catene muscolari ci permettono di programmare il movimento nel soggetto, ma per ottenere un buon funzionamento di esse, è necessario la presenza di unità del corpo, intesa come funzionalità globale per assicurare il riequilibrio intorno alla linea di gravità. Non c è un equilibrio perfetto. La torre umana (Souchard) è infatti in squilibrio anteriore: questo determina tensioni statiche alla parte posteriore del soggetto. 1.6 La necessità e le difficoltà di una Buona Postura L assunzione di una postura corretta è una buona abitudine che contribuisce al benessere della persona. La struttura e la funzione 21

23 La postura del corpo forniscono tutte le potenzialità per il raggiungimento ed il mantenimento di una postura appropriata. Viceversa, l assunzione di una postura scorretta è una cattiva abitudine, la cui incidenza tra la popolazione è purtroppo alta. I difetti posturali hanno origine dall impiego non corretto delle potenzialità del corpo e non dalla struttura e funzione di un corpo normale. Se la postura difettosa fosse solo un problema estetico, ci si potrebbe limitare a preoccuparsi dell aspetto. Tuttavia, la persistenza di questi difetti posturali può determinare l insorgenza di disagio, dolore o invalidità, a seconda della durata o della gravità di tali problemi. I modelli culturali della civiltà moderna si aggiungono agli stress già a carico delle strutture fondamentali del corpo umano, imponendo un attività sempre più specializzata e limitata. E necessario creare delle influenze che compensino questa situazione in modo da raggiungere una funzione ottimale nelle condizioni imposte dal nostro stile di vita. Negli adulti, l incidenza di difetti posturali è legata a questa tendenza verso un modello di attività altamente specializzata o ripetitiva. La correzione di queste condizioni dipende dalla comprensione delle influenze che ne sono la causa e nell attuazione di un programma di misure di prevenzione ed informazione. La buona postura è quindi rappresentata da un buon equilibrio muscolare e scheletrico che protegge le strutture portanti del corpo da una lesione o da deformità. In queste situazioni i muscoli lavorano in modo efficace e gli organi toracici e addominali si trovano in posizione ottimale, al contrario di quanto accade in una 22

24 La postura postura scorretta, dove le relazioni tra le parti del corpo sono alterate e producono aumenti di tensione. Kendall: Possiamo sintetizzare il costrutto di postura con le parole di Generalmente, la postura viene definita come la disposizione delle parti del corpo. Una buona postura è quello stato di equilibrio muscolare e scheletrico che protegge le strutture portanti del corpo da una lesione o da una deformazione progressiva malgrado la posizione in cui queste strutture lavorano od oppongono resistenza. In queste condizioni i muscoli lavoreranno in modo più efficace. La postura è cattiva quando si ha una relazione scorretta delle varie parti del corpo che produce un aumento di tensione sulle strutture portanti e quando l equilibrio del corpo sulla sua base di appoggio è meno efficiente. FIG. 8 23

25 Il piede 2 Il piede 2.1 Le funzioni del piede Generalmente si tende a dare scarsa importanza al piede, considerato spesso e semplicisticamente, come qualcosa che serve per muoversi sul terreno. Esso invece rappresenta una delle cause più frequentemente all origine di quadri patologici su base posturale. Raramente si pensa, infatti, che questo organo è chiamato a sopportare notevoli sollecitazioni, specialmente nello sport, come brusche accelerazioni, arresti repentini, ripetuti slittamenti, violente ricadute e cambi di direzione. In queste situazioni il carico di lavoro può essere elevatissimo e le articolazioni sono costrette a sopportare forze pari a multipli del peso corporeo. Alcuni calcoli hanno mostrato, ad esempio, che per una distanza di metri in un soggetto di 70 Kg, ogni piede sopporta più di 60 tonnellate durante la marcia normale, e 110 tonnellate durante la corsa a 12 Km/h! L azione biomeccanica del piede è quindi essenziale e consiste nell assorbire l energia meccanica generata nell impatto con il suolo, immagazzinarne parte sotto forma di energia elastica e nel trasmettere, nella fase di spinta, la forza generata dai muscoli: una sorta, insomma, di ammortizzatore biologico. Oltre alla funzione meccanica, al piede spetta un altro fondamentale compito: quello di informare sulle sollecitazioni alle quali è sottoposto e sulla natura del terreno sul quale viene ad operare. L esterocettore plantare permette di situare l insieme della massa corporea in rapporto all ambiente, grazie a delle misure di pressione a livello della superficie cutanea plantare. 24

26 Il piede Essa è ricca in recettori e possiede una soglia di sensibilità molto elevata (i baropressori percepiscono le pressioni anche di 0,3 gr); fornisce informazioni sulle oscillazioni dell insieme della massa corporea e si comporta dunque come una piattaforma stabilometrica. Le informazioni plantari sono le uniche a derivare da un recettore fisso direttamente a contatto con un ambiente immobile rappresentato dal suolo. Le terminazioni nervose stimolate durante la stazione eretta e il movimento, infatti, fanno del piede un organo posturale ed uno straordinario informatore del cervello. I nervi sensitivi trasmettono ad esso tutte le informazioni recepite, principalmente al livello della cute, dei tendini e delle articolazioni: sensazioni tattili, vibratorie, spaziali e traumatiche. Grazie a queste informazioni, associate a quelle provenienti da altre fonti quali occhi, labirinto, mandibola, il cervello formula una risposta motoria modulata, estremamente importante, in quanto rappresenta uno degli elementi principali di salvaguardia della integrità di tutto l apparato locomotore. FIG. 9 25

27 Il piede 2.2 Le alterazioni nel piede e le conseguenze posturali Una deformazione o una asimmetria qualsiasi si ripercuoterà sempre a monte e come conseguenza ci sarà un adattamento del sistema posturale. Il piede è il punto d unione tra uno squilibrio d origine alta e il suolo: esso si adatterà sempre per riarmonizzare l appoggio come tampone terminale del sistema posturale. Nell ambito delle problematiche posturali, il piede può presentarsi in tre modi diversi: come elemento causativo: quando è responsabile dello squilibrio posturale che provoca la sua patologia. come elemento adattativo: quando tampona uno squilibrio che viene dall alto (generalmente dagli occhi e dai denti); in un primo tempo l adattamento è reversibile poi si fissa, alimentando lo squilibrio posturale sottostante. come elemento misto: quando presenta contemporaneamente un versante adattativo e un versante causativo. Tra le anomalie podaliche più frequenti troviamo il piede piatto valgo, il piede cavo varo e il piede a doppia componente : 1) IL PIEDE PIATTO VALGO E caratterizzato da un indebolimento, da un cedimento e da una caduta dell arco plantare interno, provocati essenzialmente da una lassità legamentosa anomala. Si associa a valgo calcaneare, ad una rotazione interna della gamba e della coscia, ad un apertura del bacino, ad un antiversione iliaca e ad un aumento delle curve fisiologiche del rachide. 26

28 Il piede Si presenterà quindi un accorciamento delle catene muscolari posteriori e il rilasciamento di quelle anteriori. Questo tipo di piede sarà accompagnato, come detto, da una iperlordosi lombare e da una ipercifosi dorsale: quindi, più il piede sarà piatto e più il piano scapolare tenderà a posteriorizzarsi. FIG. 10 2) IL PIEDE CAVO VARO È caratterizzato da un talo varo con caduta astragalo-calcaneare esterna, che provoca una rotazione esterna degli assi tibiale e femorale, con tendenza al ginocchio varo e iperpressione rotulea. Si associa a varo calcaneare, ad una rotazione esterna della gamba e della coscia e quindi del femore, ad una retroversione iliaca e ad una diminuzione della lordosi lombare. 27

29 Il piede FIG. 11 3) IL PIEDE A DOPPIA COMPONENTE Rappresenta il piede dell uomo moderno ed è caratterizzato da uno squilibrio del sistema posturale che si manifesta clinicamente. Nella statica può risultare patologico oppure no, ma lo è sempre nella sua dinamica: il piede, durante il passo, appoggia prima sul bordo esterno del tallone e cade immediatamente in valgo. Si associa essenzialmente a dorso piatto e ad un piano scapolare anteriore, con una proiezione anteriore del centro di gravità. FIG

30 Il piede Non sempre si verifica però, simmetria nell atteggiamento posturale dei piedi. E possibile infatti, trovarsi di fronte ad una asimmetria o ad una disarmonia tra i piedi di uno stesso soggetto: il primo caso si verifica quando appunto, manca simmetria tra i due piedi, ovvero la componente di valgismo o varismo è più accentuata da un lato rispetto all altro; compaiono quindi solitamente, a livello posturale, bascule e rotazioni. Nel caso della disarmonia tra i due piedi, invece, osserviamo caratteristiche opposte: da un lato notiamo valgismo, mentre al contro laterale è apprezzabile varismo, o viceversa; compaiono quindi, a livello posturale, antiflessione iliaca dal lato valgizzante e estensione dal lato varizzante. Generalmente nei destrimani la tendenza valgizzante è a sinistra, la tendenza varizzante è a destra, mentre nel mancino avviene il contrario. 2.3 Le anomalie podaliche come principali fattori nello squilibrio posturale Le anomalie podaliche sopra descritte, sono da evidenziare come fattori principali nelle cause di squilibrio nel sistema posturale. Il 90% degli individui infatti, presenta un atteggiamento posturale viziato. Si possono notare meglio questi squilibri analizzandoli nei tre piani dello spazio: il piano antero posteriore, il piano frontale e il piano orizzontale. 29

31 Il piede 1) NEL PIANO ANTERO POSTERIORE Sono da prendere in esame 5 parametri principali: Piano scapolare Piano gluteo Freccia cervicale (da 6 a 8 cm dal piano posteriore) Freccia lombare (da 4 a 6 cm dal piano posteriore) Distanza occipite/piano posteriore (non più di 2 dita trasverse) FIG. 13 Solo la figura A è considerata normale; mentre considerati gli squilibri statici principali: quattro sono B) piano scapolare e glutei allineati con aumento frecce C) piano scapolare posteriore D) piano scapolare anteriore E) piano scapolare e glutei allineati con diminuzione delle frecce 30

32 Il piede In associazione con le anomalie podaliche: L aumento delle curve (B) è il compenso dei piedi valghi La diminuzione delle curve (E) è il compenso dei piedi vari Il piano scapolare posteriore (C) è il riflesso dei piedi piatti Il dorso piatto, piano scapolare anteriore (D) è quello dei piedi a doppia componente 2) NEL PIANO FRONTALE Si noteranno più facilmente squilibri a livello dei cingoli scapolare e pelvico. Generalmente il disequilibrio del cingolo scapolare nel destrimane risulta con un inclinazione verso l alto dalla parte sinistra, mentre nel mancino avviene l esatto contrario (fig. 14). Inoltre, solitamente, un anomalia podalica causativa provoca uno squilibrio del bacino inverso a quello delle spalle. FIG

33 Il piede 3) NEL PIANO ORIZZONTALE Si notano rotazioni delle spalle e del bacino con tensioni in rotazione o in torsione. Si parla quindi di: ileo anteriore o posteriore scapola anteriore o posteriore La lateralità del cingolo scapolare è fortemente influenzato dalla lateralità (fig. 15), mentre per ciò che concerne le rotazioni di bacino, esse possono presentarsi nello stesso senso di quelle delle spalle o in senso opposto (fig. 16). FIG. 15 FIG

34 La baropodometria 3 La Baropodometria 3.1 Cos'è e quali informazioni può dare Con il termine baropodometria, di origine greca, si intende letteralmente misura della pressione del piede. La baropodometria permette di valutare anatomicamente e funzionalmente il piede, con il rilievo delle pressioni che esso esercita al suolo nella stazione eretta e nella deambulazione. Trattasi di metodica innovativa, innocua e non invasiva che permette di formulare diagnosi con documentazione grafica (anche tridimensionale), gestita da un computer con il quale è possibile elaborare sofisticati progetti per l allestimento di plantari utili ad una migliore distribuzione del carico, adattamento alla calzatura, correzione di deformità funzionali, migliore tolleranza di deformità congenite e acquisite (traumatiche, degenerative, ecc). La metodica è utilizzata a fini diagnostici con possibilità di valutazioni obiettive non eseguibili con nessun altro sistema: è possibile definire la morfologia, la funzione, la disfunzione statica e dinamica del piede con rilievo di patologie insite al piede stesso o localizzate in altri distretti ad esso collegati anatomicamente e funzionalmente (piattismo, cavismo, supinazione, pronazione, talismo, equinismo, metatarsalgie da dismetrie metatarsali, alluce valgo, dita sublussate, dita in griffe, dita a martello, varismo del quinto dito, dismetrie ed alterazioni assiali degli arti inferiori, valutazioni anatomiche e funzionali pre e post-chirurgiche per interventi sul piede e sull arto inferiore, valutazioni posttraumatiche, ecc ). 33

35 La baropodometria 3.2 L analisi baropodometrica L'analisi baropodometrica risulta fondamentale nella determinazione delle variazioni ambientali, capaci di guidare in maniera controllata, il baricentro generale corporeo, sia in statica che durante la deambulazione: il ristabilimento continuo di un equilibrio dinamico stabile garantisce conseguentemente, il miglioramento della qualità della vita. L esame baropodometrico è un mezzo indispensabile per lo studio sia del piede, ma anche della postura del nostro corpo; viene svolto sia in statica che in dinamica. L' analisi fornisce diverse informazioni sulle pressioni scambiate tra piede e terreno, sulla stabilità, sulla distribuzione del peso corporeo, sui sovraccarichi metatarsali, retropodalici e digitali. Individua inoltre le proiezioni a terra dei vari baricentri e le distribuzioni del carico del corpo in statica e nella deambulazione; evidenzia la curva di svolgimento del passo (andamento del baricentro generale del corpo durante il passo). Il tutto al fine di individuare anomalie del piede ed eventuali complicazioni che possano riflettersi sulla struttura corporea o sulla postura stessa. In sintesi l'esame baropodometrico si suddivide in: 1) Esame Statico: Distribuzione delle pressioni con zone di ipercarico Visualizzazione della proiezione del baricentro corporeo e dei centri di pressione dei due singoli piedi Percentuali di carico rispetto al baricentro 34

36 La baropodometria 2) Esame Dinamico: Immagini complessive del/i passo/i Curva di trasferimento del carico Corse del baricentro Punto virtuale dell'applicazione del carico Visualizzazioni pressioni, tempi e percentuali di contatto nelle fasi d appoggio. 3.3 Pedana e solette baropodometriche 1) PEDANA (fig. 17) Nata oltre quindici anni fa, la pedana baropodometrica è composta da migliaia di sensori che sono in grado di misurare la forza applicata dal piede sulla pedana utilizzando l effetto piezoelettrico. FIG

37 La baropodometria Esame statico (o stabilometrico): L esame fornisce una serie di informazioni che, se ben interpretate, portano a stabilire l eventuale presenza di disturbi dell equilibrio, ciò grazie allo studio delle oscillazioni del corpo durante la statica. Il paziente, in posizione eretta sulla pedana, rimane fermo per alcuni istanti in modo da rilevare la distribuzione delle pressioni sotto la pianta del piede; in seguito vengono analizzati i risultati determinando le traiettorie del centro di pressione, i valori medi ed i punti di massima pressione, l integrale della pressione sul tempo ed altri parametri varianti a seconda del software utilizzato. Esame dinamico: La pedana baropodometrica per le analisi dinamiche è l evoluzione di quella appena descritta. Questa si presenta più ampia ed utilizza lo stesso principio di funzionamento di quella precedente. Con essa è possibile analizzare l appoggio nella deambulazione e determinare, mediante strumentazione aggiuntiva, la traiettoria del baricentro. 2) SOLETTE (fig. 18) Questo dispositivo nuovo e portatile, si basa sugli stessi principi della pedana appena illustrata. Una volta calibrate ed inserite sotto il piede all interno della calzatura, le solette permettono un esame statico e un analisi dinamica della deambulazione. 36

38 La baropodometria FIG. 18 Tra i vantaggi di questo strumento si possono citare la possibilità di analizzare l appoggio del piede all interno della scarpa e non a piedi nudi, nonché la possibilità di seguire tracciati reali. 37

39 Sport e postura 4 Sport e postura 4.1 L importanza di una postura corretta nello sport La postura corretta e il suo controllo sono aspetti da tenere in considerazione anche nell ambito della pratica sportiva, dal momento che l attività fisica e lo sport fanno ormai parte delle abitudini della maggior parte delle persone e vengono praticate per migliorare le qualità fisiche, lo stato di salute e per mantenere quello di benessere. Ogni attività sportiva, però, sollecita l apparato muscolo-scheletrico e gli effetti di queste sollecitazioni possono essere amplificati se chi le effettua non è in grado di assumere posture bilanciate e corrette. Possedere un buon controllo posturale ci consente di mantenere il corretto rapporto tra gli arti e la conservazione delle curve fisiologiche del rachide. In questa situazione, qualsiasi attività sarà benefica per il nostro apparato osteo-articolare e, di conseguenza, per tutto l organismo. Le sollecitazioni risultano essere dannose anche nel caso in cui l atleta manchi di una buona e adeguata preparazione atletica. L acquisizione di una postura adeguata passa obbligatoriamente attraverso la conoscenza delle posizioni corrette, ma soprattutto attraverso l allenamento del corpo ad assumere tali posizioni in ogni situazione, anche nella pratica dell attività sportiva. Una cattiva gestione del corpo e della motricità può dare origine a delle alterazioni, mentre un corretto utilizzo lo aiuterà a mantenersi in buona forma. Possiamo considerare quindi il corpo di una persona come il risultato di un lungo lavoro di scultura determinato dal suo stile di vita e dal suo modo di essere. Possiamo anche 38

40 Sport e postura affermare che una postura corretta, ed un corretto allineamento del corpo favoriranno anche il suo funzionamento ottimale (Mézières). Sondaggi, statistiche e ricerche mettono in evidenza che l esercizio fisico svolto con regolarità è un elemento comune a tutte le persone longeve, anche se appartenenti a culture diverse. L esercizio fisico sano e responsabile aiuta quindi a regolare l orologio biologico nella misura in cui riesce a stimolare positivamente i sistemi: neuroendocrino, cardiovascolare, respiratorio, immunitario e a mantenere equilibrato il metabolismo ed efficiente la biomeccanica del corpo. L'attività sportiva implica inoltre, molto spesso, una maggiore sollecitazione del piede: i piedi degli atleti possono invecchiare più in fretta. Correre, saltare, balzare vuol dire esercitare un carico maggiore. Le attività sportive più praticate coinvolgono il gesto motorio della corsa e molte di esse il salto: dal calcio alla pallavolo, dal basket al tennis e poi tutte le discipline dell atletica prevedono un corpo che si sposta rapidamente aumentando la sua energia cinetica. Questo aumento di carico sulla superficie di appoggio, varia di molto in relazione al gesto tecnico, ma già parlando di semplice corsa dobbiamo moltiplicare il peso del corpo per tre e quindi in un soggetto di settanta chili il piede sopporta un carico di oltre duecento. Se poi questo carico lo moltiplichiamo per tutte le volte che il piede trova contatto con il terreno ci rendiamo conto dell incredibile resistenza delle strutture anatomiche. Il carico deve essere distribuito in modo ottimale sulla superficie di appoggio preservando quelle sedi anatomiche più esposte ad usura come strutture mio-tendinee e capsulo-legamentose. 39

41 Sport e postura Bisogna assorbire al meglio e scaricare l impatto con il terreno per una deformazione contenuta, contrastando gli effetti del movimento di pronazione. Quello che lo studio della postura e la sua ottimizzazione con un adeguata riprogrammazione, qualora sia necessaria, può dare nella vita di un atleta è innanzitutto un aumento delle performance, poiché uno schema fisiologico rende il gesto sportivo il meno dispendioso possibile, ma anche una prevenzione degli infortuni perché uno schema non fisiologico, ovvero adattato, oltre che essere dispendioso, non è nemmeno confortevole. 4.2 Le alterazioni posturali negli atleti alla ricerca della performance La pratica dell attività sportiva, come sappiamo, apporta notevoli benefici all organismo, ma espone al rischio di traumi acuti e sovraccarichi funzionali. Tra le varie cause, giocano un ruolo molto importante anche le alterazioni delle funzioni fisiologiche dell apparato locomotore. L attività agonistica, inoltre, si trasforma in un elevato fattore di rischio quando lo scopo principale diventa quello di raggiungere la prestazione ottimale e il successo. Per ottenere risultati specifici, in alcune situazioni, vengono incrementate delle asimmetrie di funzione e di forza. Tutti questi obiettivi non dovrebbero impedire però, di ricordare il valore integrativo, anche agli effetti del risultato, della componente 40

42 Sport e postura posturale, che costituisce l inevitabile fase di preparazione e di supporto al gesto. Il movimento è una sequenza di posture, pertanto il gesto atletico è molto sensibile agli adattamenti che il nostro organismo mette in atto in seguito agli squilibri del sistema posturale: dolori, blocchi, contratture, rotazioni e bascule del bacino, scompensi nel rapporto reciproco delle catene cinetiche, mediante la modificazione del tono, dell asse, della lunghezza e dello spessore muscolare, inficiano la performance sportiva. Anche la traumatologia dello sport, le frequenti distorsioni articolari, i crampi e la facile esauribilità neuromuscolare sono conseguenze dello squilibrio posturale. La postura alterata nello sport è quindi derivante dall atteggiamento corporeo che si assume più frequentemente durante il gesto sportivo e dal lavoro sotto sforzo. Alcuni fattori possono quindi alterare l equilibrio funzionale: ripetitività del gesto atletico forze in compressione e in torsione ipercinesia microtraumi ripetuti traumi diretti e indiretti iperpressioni endoarticolari, infradiscali degenerazioni cartilaginee cicatrici rigidità muscolari rigidità articolari tendiniti tensioni, incapacità a rilassarsi e stress 41

43 Sport e postura FIG. 19 Per concludere, pur essendo fortemente sedotti dallo sport, che è massima manifestazione di bellezza e di fierezza della corporeità, bisogna prendere consapevolezza e ammettere che allenamenti troppo intensi, o che impegnino esclusivamente alcuni distretti o catene muscolari, possono, oltre a causare traumi, instaurare alterazioni posturali o paramorfismi. 4.3 La postura del calciatore I calciatori presentano innanzitutto un baricentro avanzato rispetto ai riferimenti e l allenamento che svolgono contribuisce a 42

44 Sport e postura rendere maggiormente rigido il sistema ed il controllo posturale di questi atleti. Sul piano frontale il ginocchio in varismo rappresenta uno degli aspetti più significativi e caratteristici. L allenamento prevalente dei muscoli estensori ed abduttori della coscia e l iperprogrammazione delle catene muscolari d apertura a partire dalla giovane età, contribuisce in alcuni casi, ad una deviazione delle ossa degli arti inferiori che assumono la tipica piega ad arco. Chiaramente il ginocchio varo ha delle ripercussioni sull'anca, caviglia e piede. Tuttavia, come sottolinea Bricot, ci possono essere delle situazioni in cui il piede valgo compensa un ginocchio varo. Lo sviluppo, anch esso caratteristico, della muscolatura flessoria, avviene in molti casi come modalità di compenso ad un inefficiente muscolatura estensoria. Nei calciatori il lavoro di semiflessione della gamba sulla coscia fa lavorare in modo costante il quadricipite, ma gli ischio-tibiali in questa situazione, finiscono per avere un lavoro qualitativamente più importante. Infatti il ginocchio tende ad essere meno stabile rispetto alla posizione d'estensione. Si ottiene una diminuzione del ruolo dei legamenti compensata dal ruolo attivo degli ischio-tibiali. Il lavoro ad intermittenza ha come risultato quello di valorizzare il volume dei muscoli, pertanto i calciatori sviluppano ischio-tibiali voluminosi, robusti e corti per assicurarsi la stabilità del ginocchio. Ricordiamo che gli ischio-tibiali comprendono: Il muscolo semimembranoso Il muscolo semitendinoso Il capo lungo del bicipite femorale Il capo breve del bicipite femorale 43

45 Sport e postura Gli ischio-tibiali quando sono in una condizione di retrazione eccessiva, mediante il gioco delle catene muscolari, provocano dei compensi statici e dinamici. Per quanto riguarda i compensi statici possiamo affermare che quando gli ischio tibiali sono corti possono recuperare un margine di lunghezza in due modi: 1) a livello dell inserzione distale per mezzo di una semiflessione del ginocchio (anch essa tipica ed evidente nel calciatore) 2) a livello dell'inserzione prossimale, abbassando la tuberosità ischiatica e spostando posteriormente l'ala iliaca. A livello del ginocchio la trazione del bicipite sulla testa del perone può scatenare una propriocettività più marcata a livello dei legamenti peroneo-tibiali. Il corpo, che tende ad assumere una posizione antalgica, facilita la rotazione esterna della tibia sotto il femore, offrendo così un piccolo aumento di lunghezza e comodità ai 2 capi del bicipite. A livello dell'ala iliaca, invece, la conseguenza della retrazione degli ischio-tibiali è l'abbassamento delle tuberosità ischiatiche. In questa situazione otteniamo lo spostamento a livello posteriore delle ali iliache, che comporta per le articolazioni coxo-femorali, lo stiramento degli adduttori. È facilmente intuibile come gli adduttori, già in posizione di stiramento, sopportino a fatica un ulteriore allungamento o un lavoro eccessivo che, infatti, spesso produce contratture o tendiniti. A livello dell'anca gli accorciamenti degli ischio-tibiali e la tensione di allungamento degli adduttori comportano una risultante di compressione della cavità cotiloidea della testa femorale. All esame del rachide si riscontrano muscoli paravertebrali estremamente contratti che non smettono mai di lavorare. 44

46 Sport e postura A livello della colonna lombare, la catena posteriore degli arti inferiori tende a posteriorizzare le ali iliache e a raddrizzare la colonna lombare. Entrano in azione, tuttavia, alcuni muscoli che la ricostituiscono: Il quadrato dei lombi agisce sulla lordosi lombare come la corda sulla curvatura dell'arco: più la corda è tesa più l'arco si incurva. L ileo-psoas è il secondo muscolo che tende ad aumentare la lordosi lombare. Tutto questo comporta compressioni intervertebrali e discali con affaticamento lombare (L.Busquet 1998). FIG

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