PERCORSI DI EDUCAZIONE SOCIO- AFFETTIVA E PREVENZIONE DEL DISAGIO ADOLESCENZIALE SULLE TEMATICHE DELL ORIENTAMENTO SESSUALE

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1 CORSO DI AGGIORNAMENTO PERCORSI DI EDUCAZIONE SOCIO- AFFETTIVA E PREVENZIONE DEL DISAGIO ADOLESCENZIALE SULLE TEMATICHE DELL ORIENTAMENTO SESSUALE INDICE: Contributo spese richiesto ai partecipanti; 5 Data di svolgimento; 5 Destinatari; 5 Finalità e obiettivi; 4 Le basi teoriche dell intervento; 3 Le ragioni di un intervento educativo; 2 Metodologia; 4 Nominativo e qualifica del direttore responsabile e dei relatori; 5 Premessa; 2 Programma; 4 Pagina 1 di 6

2 Premessa In quanto luogo di sperimentazione e progettualità, la scuola è sempre più al centro di discorsi sulla prevenzione del disagio e sulla valorizzazione della dimensione relazione che intercorre tra i vari soggetti scolastici. La consapevolezza di una società sempre più multiculturale e poliedrica ha stimolato interventi educativi volti all integrazione delle differenze, non solo viste come fonte di problemi e incomprensioni ma come potenzialità e risorse vitali. In molti istituti educativi, le esperienze di educazione alla multietnicità e di valorizzazione delle differenze stanno incominciando a far parte della programmazione scolastica. L educazione multiculturale rappresenta un opportunità anche per gli educatori e gli insegnanti per confrontarsi sulle problematiche del razzismo, per prevenire gli episodi di esclusione verso membri di minoranze e per integrare i saperi e le culture provenienti da paesi o da comunità diverse. Sono molti gli educatori che al di là del buonismo o della correttezza politica ritengono importante strutturare percorsi disciplinari sul rispetto delle diversità che coinvolgano l intera attività formativa della scuola. Il pregiudizio o la diffidenza verso la diversità non rimane solo una semplice opinione ma si concretizza a volte in atti di esclusione e discriminazione. Il lavoro pionieristico di Olweus (1996) ha messo, di recente, in rilievo il fenomeno delle prepotenze scolastiche che vengono perpetrate da bambini e ragazzini nei confronti dei loro coetanei, scatenando une vero e proprio boom della letteratura sul fenomeno del bullismo. E stato riscontrato che il bullismo a scuola ripropone le stesse dinamiche di oppressione sociale e le vittime sono spesso persone che fanno parte di gruppi socialmente stigmatizzati (le donne, le persone sovrappeso o quelle appartenenti a minoranze etniche o sessuali, etc.). La ricerca di Ada Fonzi (1997) ha sollevato la consapevolezza di questo problema anche in Italia, dimostrando che lo staff scolastico può efficacemente prevenire gli episodi occasionali o continuativi, di violenza verbale e fisica che accadono tra i banchi di scuola. Le ragioni di un intervento educativo Recenti programmi in Nord Europa hanno incentrato il loro intervento sull esclusione sociale delle minoranze sessuali nei contesti educativi, in una logica di prevenzione del disagio e di educazione alle alterità. Occuparsi di questioni omosessuali a scuola ha sempre scatenato polemiche e interrogativi : perché le scuole si devono occupare di minoranze sessuali? è una inadeguata promozione dell omosessualità? In realtà, la questione dell orientamento sessuo-affettivo (la preferenza per persone dell altro sesso o per persone dello stesso sesso) è rilevante per numerosi ragazzi e adolescenti. Prima di tutto numericamente. Gli scienziati sociali sostengono che circa il 5-7% della popolazione ha un orientamento prevalentemente omosessuale e che circa il 20% della popolazione ha quindi un familiare omosessuale. In una classe scolastica di 30 alunni, quindi, un numero approssimativo di 2-6 ragazzi/e ha una qualche esperienza diretta o indiretta con l omosessualità (GLSTN, 1997). In secondo luogo, è rilevante perché l adolescenza è caratterizzata dallo sviluppo della propria identità sessuale e da sentimenti di esplorazione e sperimentazione che si traducono in un bisogno di conoscenza e in una maggiore interazione con il mondo adulto. Quando gli adolescenti esprimono la loro curiosità sulla sessualità, si è capito che il silenzio e il non parlarne comunica indirettamente dei valori quanto il parlarne. Gli interventi di educazione sessuale e socio-affettiva sperimentati in Italia sono stati mirati all apprendimento di tecniche di ascolto a partecipazione di gruppo da parte degli insegnanti in modo tale da poter facilitare una aperta comprensione delle problematiche sessuali e affettive parallelamente ad un aumento delle competenze prosociali e dell autostima (Francescato D., Putton A., Cedin S., 1986 ; Arcidiacono C., Gelli B.R., 1994). Tra i compiti della scuola vi è quello di promuovere il rispetto delle persone indipendentemente dalle differenze di razza, status, idee politiche o religiose o orientamento sessuale perché questo significa prevenire le manifestazioni di disagio, di ostracismo e di isolamento sociale. La stigmatizzazione sociale che gli alunni gay e le alunne lesbiche provano nel contesto scolastico si somma agli stress che vivono nel contesto extrascolastico (famiglia, pari, circoli sportivi, etc.) e può alla lunga compromettere seriamente il loro adattamento psicosociale. Secondo Remafedi, (1987), la discriminazione arreca nei giovani omosessuali più vulnerabili un aumentato rischio di drop-out scolastico (il 28% in una campione di studenti omosessuali ha riportato di aver lasciato o cambiato scuola a causa di atti di discriminazione) e di fughe da casa ( il 26% dei giovani aveva almeno una volta fatto una fuga da casa). Altri studi empirici sugli adolescenti hanno rivelato una proporzione significativamente maggiore di ragazzi e ragazze omosessuali tra quelli che tentavano il suicidio. Secondo celebri studi statunitensi (Gibson, 1989), il suicidio è la prima causa di morte Pagina 2 di 6

3 tra la popolazione giovanile gay e lesbica e i suicidi della popolazione gay costituirebbero il 30% di tutti i suicidi adolescenziali. In Italia in una ricerca condotta dall ISPES (1991), il 32,5% di gay e lesbiche sotto i 20 anni ha pensato almeno una volta all opportunità di suicidarsi e il 10,8% l ha esecutivamente tentato. Questo è assolutamente comprensibile se si pensa a quanto è pervasiva e comune l omofobia (paura e disprezzo dell omosessualità). Nelle scuole, gli/le alunni/e omosessuali sono esposti quotidianamente a manifestazioni di omofobia : commenti verbali dispregiativi verso persone omosessuali o presunte tali, sanzioni verso certi comportamenti considerati inappropriati ( Dai non fare il frocio! ), soprusi fisici e a volte anche sessuali. Una curiosa ricerca di un associazione di insegnanti ha dimostrato che un alunno sente al giorno a scuola almeno 20 parole o battute antigay (GLSTN, 1997) e un indagine italiana su giovani omosessuali, maschi e femmine, ha verificato che il 70-80% ha subito insulti verbali e il 30% anche soprusi e maltrattamenti fisici (Pietrantoni, 1996). E quindi comprensibile negli alunni omosessuali una progressiva perdita della motivazione scolastica, della autostima e una maggiore preoccupazione per la propria sicurezza. La decostruzione degli stereotipi e delle modalità relazionali di prepotenza deve essere accompagnata da una ricostruzione di nuove competenze relazionali e sociali che attivino una positiva interdipendenza tra i soggetti. Come suggerisce Massa (1997), la scuola deve superare la scissione tra educare ed istruire, tra cognitivo ed affettivo per diventare un nuovo campo di materialità educativa. Le tematiche della sentimentalità, dell identità sessuale e del pregiudizio sociale sono un crocevia tra elaborazione delle informazioni e comprensione affettiva, tra conoscenza ed emotività. La scuola può integrare la cultura intellettuale con la cultura emozionale per gettare le basi per un autentico processo di crescita dell allievo e dello sviluppo delle sue capacità. Il linguaggio della cooperazione e dell integrazione tra le diversità umane è una sfida sì complessa ma è una grande opportunità per tutti. Le basi teoriche dell intervento Il cambiamento del pregiudizio sia esso etnico, religioso o sessuale è un opera ovviamente non facile. Il pregiudizio ha invece complesse radici culturali, assolve paradossalmente ad una varietà di funzioni utili e ragionevoli (Mazzara, 1997) e quindi non può essere sradicato attraverso un singolo approccio ma attraverso un intervento integrato individuale, relazionale, sociale, culturale e politico. In particolare, il pregiudizio verso gli omosessuali nell adolescenza non si basa sull esperienza diretta con le persone omosessuali ma ha un funzione simbolica : serve per esprimere i propri valori, la propria appartenenza al gruppo e per affermare la propria ansie rispetto alla sessualità o al genere (Pietrantoni e Casamassima, 1995). Le ricerche sugli interventi di riduzione del pregiudizio anti-omosessuale in ambito educativo hanno sottolineato l importanza dei due tipi di fattori. In primo luogo, le persone eterosessuali che conoscono amici o conoscenti apertamente gay hanno un atteggiamento di accettazione verso le persone omosessuali in generale e questo è vero anche in gruppi demografici dove l ostilità è la norma, ad esempio tra le persone altamente religiose e conservatrici o le persone poco istruite. In secondo luogo, l atteggiamento degli eterosessuali tende essere più favorevole attraverso programmi educativi sull omosessualità. Cambiamenti si sono ottenuti attraverso corsi generali di educazione sessuale, corsi e seminari sull omosessualità, lezioni tenute da persone apertamente gay, proiezioni di film con personaggi gay, video che ridicolizzavano il pregiudizio verso le minoranze ed esercizi in cui i partecipanti simulavano il coming out (lo svelamento) di una persona omosessuale ad una altra (Sears e Williams, 1997). Questi programmi educativi producono un cambiamento negli atteggiamenti per una serie di ragioni : danno informazioni reali e permettono di sfatare gli stereotipi, sono un opportunità per sviluppare sentimenti positivi verso una specifica persona gay, contribuiscono a creare norme sociali di rispetto e tolleranza. La ricerca sulla cosiddetta ipotesi del contatto ha messo in evidenza che il contatto tra gruppi diversi (ad es., nei programmi educativi con classi multiculturali) riduce il pregiudizio nel gruppo di maggioranza se il contatto avviene nelle seguenti condizioni : quando gli scopi condivisi sono salienti, quando è incoraggiata la cooperazione intergruppo, quando il contatto è continuativo e intimo piuttosto che breve e superficiale, quando ai rappresentanti dei due gruppi viene riconosciuto il medesimo status. Il ruolo degli insegnanti e di tutto lo staff scolastico è quindi fondamentale nel produrre un cambiamento nell atteggiamento e nei comportamenti. Finalità e obiettivi Pagina 3 di 6

4 Il percorso formativo parte dalla convinzione che introdurre la questione omosessuale a scuola non significa parlare di comportamenti sessuali ma anzi parlare di persone, vissuti, affetti, gruppi sociali, pregiudizio. La presente proposta intende perseguire le seguenti finalità : sviluppare nei docenti motivazioni e competenze per la diffusione nelle scuole di percorsi formativi afferenti alle tematiche dell omosessualità e del pregiudizio verso le minoranze sessuali che, legate alle discipline curriculari, non si propongano come segmento aggiuntivo ai programmi ministeriali ma si integrino al meglio trasversalmente nell educazione scolastica. educare al rispetto delle diversità anche sessuali come opportunità per prevenire i fenomeni di bullismo e di esclusione all interno del gruppo classe. L attività formativa è mirata al raggiungimento dei seguenti obiettivi : fornire informazioni ai partecipanti in ordine ai temi dell orientamento sessuale da un punto di vista psicologico e sociologico. fornire gli strumenti concettuali ed operativi per la progettazione e realizzazione nelle scuole di percorsi di educazione socio-affettiva sulla questioni omosessuali Metodologia La metodologia impiegata prevederà oltre che l utilizzo dell informazione frontale, anche il frequente ricorso al lavoro di gruppo, centrato sui compiti e su esercitazioni con analisi di studi sui casi e giochi di ruolo. Il percorso verrà comunque negoziato con i partecipanti a partire dalle costruzione della mappa delle aspettative. L intero progetto formativo sarà costantemente monitorato da un équipe di gestione composta da esperti del Settore Scuola e Formazione di Arcigay. Saranno utilizzati strumenti di verifica in itinere per calibrare costantemente il percorso formativo, in particolare tramite questionari di autovalutazione. L équipe di gestione effettuerà incontri di supervisione per verificare la tenuta del processo rispetto agli obiettivi prefissati e nel qual caso apportare correzione nell ambito di gradi di flessibilità previsti. Al termine del corso sarà strutturato un report finale sui risultati dell intero processo formativo. Programma Il corso si articolerà in 6 incontri di 4 ore secondo il presente programma : I incontro Presentazione del corso e mappa delle aspettative. Somministrazione di un questionario autocompilato iniziale. Informazione e discussione : L educazione alle diversità e la prevenzione del bullismo Gioco di ruolo : In cosa sono uguale? In cosa sono diverso? Lavoro di gruppo : I gruppi sociali tra maggioranze e minoranze II incontro Informazione e discussione : Visione scientifica dell omosessualità Lettura di brevi testi, lavoro di gruppo III incontro Informazione e discussione : Dinamiche psicologiche dell orientamento omosessuale Studio di casi e lavoro di gruppo IV incontro Informazione e discussione : L orientamento sessuale in una prospettiva sociale : la formazione degli sterotipi, le socialità e le forme aggregative tra le persone omosessuali Lavoro di gruppo : Il bullismo e le offese da corridoio V incontro Proiezione video : It s elementary, Storie del coming out, etc.. Pagina 4 di 6

5 Lavoro di gruppo I miei valori educativi rispetto all omosessualità Analisi di situazioni chiave. VI incontro Incontro con i volontari della linea telefonica Infogay. Informazione e discussione: Omosessualità oggi, nel mondo, in Italia, in Toscana, a Pisa Elaborazione di linee progettuali di intervento Questionario di uscita e valutazione finale del corso. Nominativo e qualifica del direttore responsabile e dei relatori Dott. Pietrantoni Luca, Psicologo, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Firenze, direttore responsabile Dott.ssa Mirella Sandonnini, psicologa e psicoterapeuta, Firenze Alessio De Giorgi, Presidente Arcigay Pride! Pisa, ed i volontari della linea telefonica di informazione sull omosessualità Infogay Destinatari Il corso, per la propria strutturazione e per le metodologie adottate, si rivolge a docenti di scuole medie superiori. Proponendosi come gruppo di ricerca e progettazione, il numero dei partecipanti non può essere superiore alle 25 unità. Data di svolgimento Ai sensi dell art. 3 comma 4 della direttiva 305 1/7/1996-m ci riserviamo di indicare la data di svolgimento dell attività entro i trenta giorni della data in parola, dopo averla concordata con le scuole richiedenti. Contributo spese richiesto ai partecipanti Nessuno. Bibliografia Arcidiacono C., Gelli B.R., Psicologia di comunità ed educazione sessuale : verso un modello di educazione socioaffettiva sessuale, Franco Angeli, Milano Fonzi A., Il bullismo in Italia, Giunti, Firenze1997. Francescato D., Putton A., Cedin S., Star bene a scuola, Nuova Italia Scientifica, Milano1986. Gibson P., Gay male and lesbian youth suicide. U.S. Department of Health and Human Services, Report of secretary s task force on youth suicide, Rockville GLSTN, Creating safe school for gay and lesbian students, Documento Internet, Febbraio Gordon T., Insegnanti efficaci, Giunti e Liscani Editore, Firenze1984. ISPES, Il sorriso di Afrodite: rapporto sulla condizione omosessuale in Italia, Vallecchi, Firenze Massa R., Ripensare e ricreare la scuola, Animazione Sociale, 1, 1997, pp Mazzara B., Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna Olweus D., Bullismo a scuola : ragazzi oppressi e ragazzi che opprimono, Giunti, Firenze Pietrantoni L. Violenza contro lesbiche e gay : conseguenze psicologiche e modalità di coping, Rivista di Scienze Sessuologiche, 1-2, 1996, pp Pagina 5 di 6

6 Pietrantoni L, Casamassima F., Omofobia a scuola : le funzioni psicologiche del pregiudizio antiomosessuale nell adolescenza, in Zani B., Pombeni M.L., L adolescenza : bisogni soggettivi e risorse sociali, Società Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena Remafedi G., Adolescent homosexuality : psychosocial and medical implications, Pediatrics, 79, 1987, pp Sears J.T., Williams W.L., Overcoming heterosexism and homophobia, New York, Colombia University Press Pagina 6 di 6

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