Elementi di analisi di un testo poetico/2

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1 Elementi di analisi di un testo poetico/2

2 Livelli di analisi di un testo poetico 1. I temi e la struttura 2. Livello semantico 3. Livello metrico-ritmico 4. Livello fonico 5. Livello retorico 6. Livello morfosintattico

3 Livello retorico La figura retorica principale del linguaggio poetico è senza dubbio la metafora. La metafora si ottiene attraverso la sostituzione di un termine proprio con un secondo termine di significato letterale differente e improprio in quel contesto, che abbiacol primo un rapporto di somiglianza. Se si parla di capelli d oro, l oro sostituisce la parola biondi ; i capelli biondi e l oro hanno in comune il colore. Inoltre, parlare di oro al posto di biondo consente di aggiungere un ulteriore significato: il capelli d oro sono anche lucenti e preziosi, assumonocioè anche alcune caratteristiche proprie del metallo. Attraverso la metafora entrano dunque in contatto due aree di significato. In questa metafora, quello del colore biondo e quello dell oro, inteso come metallo prezioso. Il secondo oggetto, che sostituisce il primo, arricchisce l immagine complessiva di nuovi significati (i capelli non sono solo biondi, ma anche preziosi e lucenti). La metafora dunque è un elemento espressivo sintetico ed efficace, particolarmente adatto all ambito poetico, che concentra spesso in testi brevi unagrande complessità disignificati.

4 Livello retorico Il viaggiatore insonne se il treno si è fermato un attimo in attesa di riprendere il fiato ha sentito il sospiro di quel buio paese in un accordo breve (S. Penna, da Il viaggiatore insonne) Questo testo del poeta novecentesco Sandro Penna ( ) è ricco di metafore. Ogni metafora costituisce una sfida al lettore e alla sua immaginazione. La prima metafora, il treno fermo in attesa «di riprendere fiato» prende spunto dal tipico rumore dei treni, che assomiglia quasi a un respiro affannoso; ma insieme rappresenta il treno come un essere vivente (personificazione). L immagine dell oggetto-essere vivente si trasferisce al verso seguente, nella seconda metafora: il paese sospira, ma questa volta perché contiene esseri viventi; il viaggiatore intuisce la presenza dei viventi che il paese raccoglie. La terza metafora è quella che più sfida il lettore: il sospiro del paese perde le sue caratteristiche umane e si trasforma in un accordo, un breve accenno musicale (e la musica è associata all armonia, alla dolcezza, alla bellezza); il viaggiatore insonne sente, percepisce come una musica l umanità che dorme. Le metafore in questo testo formano un sistema di percezioni acustiche che sfumano l una nell altra; i suoni, inoltre, passano da un massimo di umanità (il sospiro) alla non umanità (accordo). FIATO à SOSPIRO à ACCORDO essere animato essere umano oggetto Si potrebbe concludere che l armonia del mondo, nell attimo in cui viene percepita, sembri non appartenere agliumani.

5 Livello retorico - analisi L analisi retorica dovrà concentrarsi principalmente su tre elementi del testo: - le figure di significato, come la metafora, la similitudine ecc., legate al significato delle parole e del testo nel suo complesso. - le figure sintattiche, legate cioè alla disposizione delle parole e al rapporto fra loro (le parole in un testo vanno sempre viste l una in relazione con le altre, perché è tale relazione che forma il senso), come l anafora, il chiasmo, l iperbato ecc. - le figure di suono, legate al suono delle parole (che abbiamogià affrontato).

6 Livello retorico principali figure sintattiche Anafora ed epifora L anafora è la ripetizione di una o più parole all inizio di versi, strofe e frasi consecutive. L epifora è la ripetizione di una o più parole alla fine di versi, strofe, frasi consecutive. Anastrofe e iperbato L anastrofe è l inversione dell ordine abituale delle parole; si tratta di una figura molto presente in poesia, dove l ordine delle parole è alterato per distinguere la poesia dalla prosa, per ragioni metriche o per mettere in evidenza una parte specifica della frase. Es. «[ ] Ben sento,/ in noi di cari inganni,/ non che la speme, il desiderio è spento» (G. Leopardi, A se stesso) (anticipazione del complemento di specificazione «di cari inganni»). Simile all anastrofe, anche l iperbato è un alterazione dell ordine abituale delle parole, questa volta per inserzione di un elemento a separarne altri due che di solito stanno vicini: «Derelitte sul poggio/ fronde della magnolia/ verdibrune [ ]» (Montale, da Le occasioni); in questo caso «sul poggio» e «della magnolia» separano sostantivo e aggettivo.

7 Livello retorico principali figure sintattiche Asindeto e polisindeto L asindeto è l assenza di congiunzioni che colleghi parole o proposizioni tra loro: «Le donne, i cavallier, l arme, gli amori/ le cortesie, l audaci imprese io canto» (Ariosto, Orlando furioso, I, 1,1-2); il polisindeto è la presenza di più di una congiunzione tra parole o proposizioni: «sí ch io mi credo ormai che monti et piagge/ et fiumi et selve sappian di che tempre/ sia la mia vita [ ]» (Petrarca, Canzoniere, XXXV 9-11). Climax La climax è un ordinamento di due o più elementi, secondo un grado crescente o decrescente di intensità: «Benedetto sia l giorno, e l mese, et l anno» (ordinamento dall intervallo di tempo più breve al più lungo), «et la stagione, e l tempo, et l ora, e l punto» (ordinamento decrescente, dall intervallo di tempo più lungo al più breve) (Petrarca, Canzoniere, LXI, 1-2). In caso di ordinamento decrescente, si chiama anche anticlimax o climax discendente.

8 Livello retorico principali figure sintattiche Anadiplosi e epanalessi L anadiplosi è la ripetizione di una stessa parola o espressione alla fine di un verso o di una frase e all inizio del verso o frase successiva («il cielo è color rosa, rosa e oro», Pascoli, La cucitrice, in Id., Myricae); l epanalessi, invece, è la ripetizione di una o più parole all inizio, al centro o alla fine, di un verso o una frase: «Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice» (Dante, Purg. XXX 73); «non tu, bello, non tu santo e santificato / un po più in là, da lato, da lato» (A. Zanzotto, Al mondo, v. 16, in Id., La beltà). Chiasmo e parallelismo Il chiasmo è la disposizione incrociata degli elementi in una frase, secondo lo schema ABBA. Es. sostantivo-aggettivo-aggettivo-sostantivo: «al dì sereno, alle tacenti stelle» (Leopardi, Aspasia, v. 5, in Id., Canti XXIX). Il parallelismo, invece, è la disposizione parallela degli elementi di una frase: es. sostantivo-aggettivosostantivo-aggettivo.

9 Livello retorico principali figure di significato Allegoria L allegoria è un un racconto o una descrizione in cui il significato letterale rimanda ad un altro significato, comprensibile attraverso l interpretazione. Dante nella Commedia così si rivolge ai lettori «O voi che siete in piccioletta barca,/ desiderosi d ascoltar, seguiti/ dietro al mio legno che cantando varca,/ tornate a veder li vostri liti:/ non vi mettete al pelago, ché, forse,/ perdendo me, rimarreste smarriti. /L acqua ch io prendo già mai non si corse» (Par. II 1-7). Il legno del poeta è il poema, coloro che seguono in una barca piccola sono i lettori che intraprendono una lettura non facile, il mare è la materia, nuovissima, che il poema narra; le corrispondenze tra l allegoria e il significato ulteriore a cui essa rimanda possono essere comprese attraverso il contesto nel quale l allegoria è inserita.

10 Livello retorico principali figure di significato Antonomasia L antonomasia consiste nell indicare qualcuno o qualcosa attraverso un epiteto o una perifrasi che ne sottolinei una caratteristica universalmente nota (es. «il creatore» per Dio, il «Ghibellin fuggiasco» per Dante); o, al contrario, nell usare un nome proprio famoso per indicare una persona o una cosa che abbia le stesse caratteristiche (es. «un Otello» indica un uomo particolarmente geloso, «un Einstein» una persona geniale). Eufemismo L eufemismo si usa per attenuare un termine o un espressione percepita come troppo forte, realistica, offensiva; oppure per allontanare anche attraverso il linguaggio qualcosa di cui si ha paura (la morte: passare a miglior vita ; la malattia: un male incurabile ). Il termine proprio può essere sostituito con un vocabolo più generico, un sinonimo con una perifrasi. Iperbole L iperbole è un esagerazione nell amplificare o nel ridurre la rappresentazione della realtà mediante espressioni che mantengano col vero qualche somiglianza. Es. «Era Morgante come una montagna» (Pulci, Morgante, I 74, 1-2).

11 Livello retorico principali figure di significato <segue Iperbole> In questo caso il gigante Morgante e la montagna hanno in comune la caratteristica dell altezza, ma le loro due altezze non sono equivalenti: la montagna serve a dare l idea dell altezza sproporzionata di Morgante. Ossimoro L ossimoro si ottiene accostando due parole di significato opposto. L accostamento inaspettato e paradossale rende l immagine così creata particolarmente evocativa. Es. «Beatrice costruttrice/ della mia beatitudine infelice» (G. Giudici, Alla Beatrice, da O Beatrice, vv 19-20): la beatitudine può essere infelice perché precaria o tormentata. L accostamento dei due termini mette in luce la contraddizione. Personificazione (o prosopopea) Nella personificazione si raffigurano esseri inanimati o entità astratte (es. la Giustizia ecc.) come persone. Per esempio nei poeti Stilnovisti, Dante, Petrarca la personificazione di Amore: «Fenno i sospiri d Amore un poco tardo;/ e poi con occhi molli,/ che prima furon folli,/ /disse: «Drizzate i colli:/ ecco l armi ch io volli» (Dante Alighieri, Tre donne intorno al cor, vv ).

12 Livello retorico principali figure di significato Similitudine Si ha una similitudine quando si paragona un oggetto, una situazione, uno stato d animo a qualcos altro che abbia con esso una relazione di somiglianza. Le similitudini sono introdotte da come, simile a e possonoessere anche molto lunghe e articolate. Sinestesia la sinestesia è l accostamento di due termini che appartengono a due differenti sfere sensoriali. Questa figura fa parte della lingua quotidiana («mi rispose con voce scura»; i sensi coinvolti sono udito e vista), ma viene anche molto usata in poesia: es. «si devono aprire le stelle/ nel cielo sì tenero e vivo» (Pascoli, La mia sera vv. 9-10, da I canti di Castelvecchio); in questo caso il cielo (elemento visivo) è descritto come tenero (aggettivoche rimanda allasfera tattile).

13 Livello retorico l ironia Una figura difficile da scoprire: l ironia L ironia, come detto anche altrove, è affermare il contrario di ciò che si pensa davvero, per deridere, sottolineare la paradossalità di una situazione, distaccarsi (emotivamente o ideologicamente) da ciò su cui si esercita ironia. Naturalmente, perché questo meccanismo sia efficace, il lettore deve poter conoscere il reale pensiero di chi parla. Si veda il seguente esempio: di fronte a una situazione descritta come disastrosa, un personaggio può pronunciare questa battuta: «Ma che bella situazione!», e chiunque potrà capire che egli sta dicendo esattamente il contrario di ciò che pensa (ironia per antifrasi: la frase deve essere intesa come se dicesse l opposto). In questo caso ciò che viene detto è in palese contrasto con la situazione: l ironia si coglie facilmente. Può accadere invece che il reale pensiero del personaggio (del narratore o dell io poetico) si debba cogliere tra le righe: in tal caso, bisognerà stare attenti alle seguenti situazioni: 1) Ciò che viene detto è inverosimile in sé, oppure poco credibile o esagerato rispetto a una situazione che il lettore conosce, o può intuire. Questo accade spesso, per esempio, in presenza di lodi esagerate. Si veda un esempio tratto dai Promessisposi di Manzoni:

14 Livello retorico l ironia «Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l onore di alloggiare un comandante e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli,» Se il brano si limitasse a quanto riportato, il lettore non avrebbe strumenti per cogliere alcuna ironia: l autore considera un onore e un vantaggio che il borgo abbia vicino un comandante e la sua guarnigione, e non ci sono ragioni per allontanarsi dal senso letterale delle parole. Ma il narratore va avanti: «una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell estate, non mancavan mai di spandersi per le vigne, per diradar l uve, e alleggerire a contadini le fatiche della vendemmia.» (Manzoni, Promessi sposi, Cap. 1) Le stesse parole, che prima sembravano dette in senso proprio, assumono ora un senso diverso, alla luce della continuazione. Si direbbe che l ironia, quando si scopre, abbia un effetto retroattivo. Come possono gli spagnoli insegnare la modestia alle donne? e che vuol dire accarezzare le spalle ai mariti?

15 Livello retorico l ironia È chiaro che queste frasi sono da intendersi nel senso opposto: i soldati violentavano le donne e bastonavano i mariti. L ultimo periodo del brano contiene un meccanismo ironico un po diverso, in cui non c è rovesciamento: se in effetti avere meno uva alleggerisce il lavorodei contadini, questo non vuol dire che ciò sia un vantaggio per loro. La positività dell effetto viene dunque negata dal modo in cui l effettoviene ottenuto.

16 Livello retorico l ironia 2) L ironia è ricostruibile attraverso le parole stesse del narratore o dell io poetico, che hanno il potere di indirizzare il lettore nella scelta tra prendere le loro parole in senso proprio o ironico. Il commesso farmacista Ho per amicoun bell originale commesso farmacista. Mi conforta col ragionarmi della sposa 1, morta priva di nozze del mio stesso male. «Lei guarirà, coi debiti riguardi, lei guarirà. Lei può curarsi in ozio; ma pensi una modista 2, in un negozio Tossiva un poco me lo scrisse tardi. [ ] Mah! Più ci penso e più mi pare un sogno. La dovevo sposare nell aprile; nell aprile morì di mal sottile. 3 Vede che piango non me ne vergogno» Piangeva. O morta giovane modista, dal cimitero pendula tra i paschi 4 non vedi il pianto sopra i baffi maschi del fedele commesso farmacista? [ ] (G. Gozzano, Poesie sparse, 54) 1. sposa: fidanzata. 2. modista: sarta. 3. mal sottile: tubercolosi. 4. pendula tra i paschi: appesa tra i pascoli, perché il cimitero dove fu sepolta era collocato sul pendio di una collina.

17 Livello retorico l ironia La prima quartina della poesia avverte subito che siamo in un contesto scherzoso: il primo caso di ironia è ben evidente: il farmacista non porta certo «conforto» al poeta raccontandogli della morte della fidanzata per il suo stesso male (si noti, tra l altro, la rima conforta : morta). Il secondo caso è un po più sottile, ma non difficile da individuare proprio grazie al primo: parlare di «baffi maschi» e di pianto crea un contrasto tragicomico; che appello dunque sarà quello del poeta alla modista morta? Egli la chiama in causa, esortandola a prendere seriamente quel pianto, ma sotto sotto, anche se amaramente, ne ride. Una domanda fondamentale che è necessario porsi di fronte all ironia è: a quale scopo il poeta o il narratore è ironico? Non esiste ironia, infatti, senza un preciso scopo. Nel secondo caso esaminato l ironia è di derisione; ma si tenga presente che, nel corso della poesia, il tono si farà improvvisamente serio: il farmacista diventerà simbolo della vita e della poesia autentiche (conclude: «Non si rida, compagni, non si rida/ del poeta commesso farmacista»). Nel primo caso, invece, l ironia crea una distanza tra il narratore e l oggetto della narrazione: il narratore dei Promessi sposi è onnisciente e manifesta il suo essere al di sopra dei personaggi anche attraverso l ironia, cosa che, tra l altro, rende la narrazione molto piacevole. Un secondo scopo dell ironia di Manzoni in questo caso è l eufemismo: i soldati spagnoli commettono atti di sopraffazione intollerabile, che il poeta sceglie di rappresentare smorzandone i toni.

18 Livello retorico la litote La litote, come si è visto, è una figura di significato nella quale si afferma un idea attraverso la negazione del suo contrario. È una figura retorica che si usa spesso nella lingua di tutti i giorni. La litote può avere le seguenti funzioni: 1) attenuare ciò che si sta dicendo: anche nella lingua quotidiana dire «non è bello» suona meno perentorio che dire «è brutto». 2) affermare con forza il contrario di ciò che si nega: dire «non sono stupida» in alcuni contesti equivale a «capisco benissimo». 3) usare una perifrasi eufemistica (che nasconde tracce di atteggiamenti scaramantici) «non mi lamento», «non c è male». 4) concentrare l attenzione sul termine negato. Si veda questo esempio tratto dalla poesia di Montale «Non chiederci la parola» (da Ossi di seppia): «Codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo» (vv , corsivo dell autore). Nonostante la negazione, in questi versi l attenzione non può non concentrarsi sui termini «siamo» e «vogliamo».

19 Livello retorico perché cercare le figure sintattiche in poesia Perché cercare le figure sintattiche in poesia Le figura sintattiche in un testo poetico possono svolgere le seguenti funzioni: 1) Funzione strutturante e di organizzazione del senso: l ordine delle parole organizza anche il senso della poesia. Le figure di ripetizione (anafora, epifora, polisindeto), di disposizione delle parole (chiasmo e parallelismo), di turbamento dell ordine consueto (anastrofe, iperbato) posizionando le parole nel verso strutturano la formulazione delle idee, e organizzano le sezioni del discorso. 2) Coazione a ripetere Un altra caratteristica della poesia, legata alle figure di ripetizione (come l anafora, l epifora, l analessi) è la coazione a ripetere, cioè la necessità del discorso poetico di ritornare sulle stesse parole e di percorrere gli stessi snodi concettuali (e, come abbiamo visto nella sezione dedicata ai fenomeni fonetici, anche di ritornare sugli stessi suoni). Nella seguente poesia pascoliana la coazione a ripetere è un meccanismo molto evidente:

20 Livello retorico perché cercare le figure sintattiche in poesia [ ] c è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta: è Maria che cuce e cuce. epanalessi 10 Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo? un bianco velo? tutto il cielo è color rosa, anadiplosi e chiasmo ( cielo rosa rosa cielo) rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. 15 Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, anadiplosi e struttura a chiasmo con il v. 14 chini gli occhi, chino il viso, costruzione parallela ella cuce, cuce, cuce. epanalessi, in asindeto 20 (G. Pascoli, La cucitrice, in Myricae, Milano 1981, vv. 7-20, pp )

21 Livello retorico metonimia e sineddoche Insieme alla metafora, la metonimia e la sileddoche sono tra le figure più diffuse nella lingua quotidiana e anche in poesia. Tra metonimia e sineddoche c è una differenza sottile, ma fondamentale. Entrambe le figure non nominano direttamente un oggetto, ma lo sostituiscono con qualcosa che a quell oggetto rimanda. - nel caso della sineddoche ciò che sostituisce l oggetto non fuoriesce dall oggetto stesso: ne è infatti una sua parte, o stabilisce con esso una relazione di quantità: la parte per il tutto (o viceversa), es. tetto per casa ; il genere per la specie, es. i nostri amici quadrupedi a indicare i cani; il singolare per il plurale, es. lo straniero per gli stranieri. - nella metonimia, invece, l oggetto che sostituisce può trovarsi al di fuori dell oggetto sostituito (non ne è una parte): tra l oggetto sostituente e l oggetto sostituito può esserci una relazione di causa/effetto, es. la sirena (anziché il suono della sirena ) annunciò la fine della giornata di lavoro ; contenente/contenuto es. bere un bicchiere di vino, astratto/concreto (es. la gioventù d oggi anziché i giovani ), fisico/morale ( cuore per sentimento ; cervello per intelligenza ). Alcuni casi, come quello della materia per l oggetto (il ferro per la spada), rimangono comunque ambigui tra sineddoche e metonimia: il ferro è il materiale con cui è fatta la spada (ed è dunque dentro l oggetto, sineddoche); ma può essere anche inteso come la materia, in generale, da cui è stato tratto l oggetto concreto (metonimia).

22 Livello retorico quando più figure si uniscono Quando più figure si uniscono Si può verificare il caso che diversi meccanismi retorici concorrano a formare un unica immagine. Questo può accadere con la metafora e la metonimia/sineddoche. Per esempio [ ] dov ero? Le campane mi dissero dov ero, piangendo, [ ] (G. Pascoli, Patria vv , in Myricae, p. 131) In questi versi si nota innanzitutto la metonimia: si parla di campane (causa) e non del loro suono (effetto). Ma anche sostituendo la parola campane, il suono delle campane non può certo dire o piangere : si tratta di metafore (il suono delle campane ha permesso di capire, e dunque ha detto ; il suono assomiglia a un lamento, dunque le campane piangono ).

23 Livello retorico quando più figure si uniscono Si veda un secondo esempio: [ ] Nel cuore della sera c è, Sempre una piaga rossa languente. (D. Campana, L invetriata, in Canti orfici e altre poesie, Torino 2003, p. 29) L espressione «nel cuore della sera» riprende la metafora della lingua quotidiana «nel cuore della notte», talmente in uso che ha ormai perso quasi del tutto il suo potere metaforico (non viene più percepita come una metafora: si tratta di una catacrési). In questi versi la catacresi riprende il suo valore metaforico: il poeta immagina che nel cuore della sera si apra «una piaga rossa». Una seconda figura retorica è presente nell aggettivo «languente»: la ferita è causa di un languore; piuttosto, sarà languente il corpo sul quale la ferita è stata inferta; si tratta dunque di una metonimia.

24 Livello morfo-sintattico L analisi morfologica e sintattica analizza la costruzione delle frasi, la scelta delle parole e della loro forma. In che modo la scelta di un imperfetto o di un passato remoto, una maggiore presenza di nomi o di verbi, o la presenza di frasi subordinate possono essere rilevanti nella costruzione di una poesia? La risposta sta nel fatto che gli aspetti morfosintattici stanno naturalmente alla base della formazione del senso. Si veda il seguente esempio, tratto da una poesia di Giorgio Caproni: Litania Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. Genova città pulita. Brezza e luce in salita. Genova verticale, vertigine, aria, scale. [ ] (G. Caproni, Litania vv. 1-8, in Id., Poesie , p. 181) In questa poesia mancano quasi del tutto le forme verbali: essa prosegue come nella citazione per 182 versi, associando alla parola Genova (in anafora ad inizio quartina) immagini molto diverse, a volte sorprendenti: non ci sono verbi perché non ci sono azioni; gli oggetti si affestellano in libere associazioni con la parola «Genova».

25 Livello morfo-sintattico Si veda un secondo esempio: Pace non trovo, et non ho da far guerra; e temo, et spero; et ardo et son un ghiaccio; et volo sopra l cielo, et giaccio in terra; et nulla stringo, et tutto il mondo abbraccio. (Petrarca, Canzoniere, CXXXIV, vv. 1-4) In questo secondo caso le forme verbali sono molto presenti: comunicano l intensa variabilità degli stati d animo del poeta innamorato, che soggiace a un rapido succedersi di emozioni («pace non trovo», «temo», «spero» ), di stati fisici («ardo», «son un ghiaccio») e compie una serie di azioni metaforiche («nulla stringo», «tutto il mondo abbraccio»).

26 Livello morfosintattico Ecco gli elementi che devono essere considerati nell analisi morfosintattica: Morfologia: 1) le categorie prevalenti (nomi, verbi ): che cosa occupa più spazio nella poesia, i nomi, le cose, o le azioni? 2) i tempi verbali (aspetto del verbo): di quanti piani temporali è composta la poesia? E le azioni durano un attimo (es. passato remoto) oppure hanno una durata maggiore (es. imperfetto)? 3) i modi verbali: su che piano si trovano le azioni espresse dai verbi? su quello della realtà, della possibilità/impossibilità (congiuntivo), oppure su quello del desiderio e dell auspicio (condizionale)? Sintassi: 4) paratassi e ipotassi: il discorso è organizzato attraverso frasi brevi e coordinate tra loro? oppure i periodi contengono numerose subordinate? 5) punteggiatura: anche la punteggiatura organizza il discorso attraverso le pause sintattiche. 6) rapporto tra misura sintattica (il periodo, la proposizione) e la misura metrica (il verso, la strofa). 7) l ordine delle parole: verificare la presenza di figure di sintassi (vedi analisi retorica).

27 Livello morfosintattico - Come confrontare metro e sintassi La fine del verso, dell emistichio o della strofa possono a volte coincidere con una pausa sintattica, altre volte no. In caso di coincidenza, risulta evidente che il poeta ha voluto scandire il discorso in armonia con la metrica, facendo coincidere le rispettive pause (un segno di punteggiatura o la fine di una proposizione che corrisponde alla fine di un emistichio e di un verso). Quando invece le due misure metrica e sintattica non coincidono, a fine verso si può avere un enjambement. Si veda il seguente sonetto di Petrarca: Solo et pensoso i più diversi campi vo mesurando a passi tardi e lenti, e gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio human l arena stampi. Altroschermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger delle genti, perché negli atti d alegrezza spenti di fuor si legge com io dentro avampi: enjambement pausa sintattica = pausa metrica fine verso pausa sintattica = pausa metrica fine verso pausa sintattica = pausa metrica fine verso enjambement pausa sintattica = pausa metrica fine verso pausa sintattica (lieve, fine complemento) = pausa metrica fine verso pausa sintattica = pausa metrica della cesura e di fine verso;

28 Livello morfosintattico - Come confrontare metro e sintassi sì ch io mi credo omai che monti et piagge et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch è celata altrui. Ma pur sì aspre vie né sì selvagge cercar non so ch amor non venga sempre ragionando con meco, et io co llui. enjambement enjambement pausa sintattica = pausa metrica della cesura e di fine verso enjambement enjambement pausa sintattica = pausa metrica della cesura e di fine verso Come si vede nella prima parte della poesia (l ottetto), di andamento riflessivo, la misura sintattica e quella metrica tendono a coincidere, quasi a mimare i «passi tardi et lenti» del poeta. Nella seconda parte il tono cambia, si fa più concitato: il verso spezza la sintassi, creando gli enjambement. Si noti, però, che in questo sonetto il rapporto metro-sintassi non è lasciato al caso, ma è attentamente studiato: nelle due quartine il primo verso è in enjambement; nelle terzine l ultimo non lo è, a testimonianza del controllo che il poeta esercita su questo aspetto del testo.

29 Livello morfosintattico - A che cosa serve analizzare i tempi verbali L analisi dei tempi verbali serve soprattutto per capire su quanti piani temporali si muove la poesia: si tratta di una poesia che parla solo di una situazione presente, combina una riflessione su presente e passato, oppure intreccia nella riflessione anche il futuro? I tempi verbali contengono anche una seconda informazione, legata all aspetto del verbo, particolarmente evidente nei tempi imperfetto e passato remoto: il primo indica un azione che dura un certo lasso di tempo nel passato, il secondo un azione puntuale (breve e ormai conclusa): «mentre andavo a scuola incontrai Maria». A se stesso Or poserai per sempre, indicativo futuro Stanco mio cor. Perì l ingannoestremo, indicativo passato remoto Ch eterno io mi credei. Perì. Ben sento, indicativo passato remoto/ passato remoto/ presente In noi di cari inganni, Non che la speme, il desiderio è spento. indicativo presente Posa per sempre. Assai imperativo presente Palpitasti. Non val cosa nessuna indicativo passato remoto I moti tuoi, né di sospiri è degna indicativo presente La terra. Amaro e noia La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo. indicativo presente (G. Leopardi, A se stesso, vv. 1-10, in Id., Canti XXVIII)

30 Livello morfosintattico - A che cosa serve analizzare i tempi verbali In questa poesia si intrecciano tre piani temporali: presente, passato e futuro. Al futuro è affidato il primo verso del componimento: qualcosa è cambiato e il poeta si rivolge al proprio cuore formulando un proposito (o una previsione). Il passato remoto indica azioni passate e concluse: a questo tempo verbale il poeta affida tutte quelle azioni che appartengono al tempo delle illusioni: «credei», «palpitasti»; o l evento che ha provocato il cambiamento: «perì». Il presente indica la percezione del cambiamento, «sento», ancora viva; oppure constatazioni da considerarsi sempre vere (e dunque poste in una dimensione atemporale): «il desiderio è spento», «né di sospiri è degna/ la terra», «fango è ilmondo». A che cosa serve analizzare i modi verbali Analizzare i modi verbali significa determinare che tipo di azione i verbi indicano: si tratta di un azione che si muove sul piano della realtà (indicativo), o della possibilità/eventualità/ irrealtà (congiuntivo); si tratta di un comando (imperativo) oppure dell espressione di un desiderio (tra le funzioni del condizionale). Si consideri ancora la poesia di Leopardi citata sopra: il verbo che al v. 1 è all indicativo futuro («poserai»), al v. 6 è all imperativo: non si tratta più di una previsione/augurio, ma di un invito/ordine che il poeta rivolge al proprio cuore: è cambiato il modo verbale. Si veda un secondo esempio: Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch i vidi: et se non fosse or tale, piagha per allentar d arco non sana. (Petrarca, Canzoniere, XC, vv ) In questo caso i due piani non sono temporali, ma quello della realtà (fu, vidi, sana) e quello dell eventualità (fosse.)

31 Livello morfosintattico - Riconoscere la struttura paratattica e la struttura ipotattica Riconoscere la struttura paratattica e la struttura ipotattica Per riconoscere la struttura di un componimento è necessario procedere a un analisi del periodo: individuare gli elementi subordinanti (congiunzioni, pronomi) e i verbi al modo indefinito. Mentr io portavai be pensier celati, ch hanno la mente desiando morta, vidivi di pietate ornare il volto (Petrarca, Canzoniere, XI, vv. 5-7) subordinata I grado, temporale subordinata II grado, relativa; subordinata di III grado (causale col gerundio) principale A che serve notare paratassi e ipotassi? La costruzione di un periodo in sovraordinate e subordinate istituisce una gerarchia: dunque la distribuzione delle informazioni nel periodo può seguire un andamento gerarchico. Si provi ad analizzare i tre versi sopra citati: la reazione di Laura, che alla vista del poeta assume un espressione di pietà, occupa la proposizione principale; lo stato interiore del poeta occupa le proposizioni subordinate; la posizione subordinata può far pensare a più cose: 1) l eccezionalità della pietà di Laura, che occupa la proposizione principale; 2) lo stato emotivo del poeta è collocato nella parte più interna e riposta del periodo, quella delle subordinate; la subordinazione potrebbe in questo modo rappresentare l interiorità.

32 L analisi di un testo poetico: riepilogo 1) I temi e la struttura a) Fare un elenco del susseguirsi dei temi ed evidenziare il tipo di disposizione dei temi presente nella poesia. b) Mettere in evidenza quale tema è affidato all inizio e quale alla fine della poesia. 2) Analisi delle parole e dei campi semantici a) Verificare la presenza di parole che ricorrono o la ripetizione della stessa radice in parole diverse. b) Verificare la presenza di più parole appartenenti allo stesso campo semantico. 3) La struttura della poesia (livello metrico-ritmico) a) Per individuare il tipo di componimento: valutare la divisione in strofe, lo schema metrico, lo schema rimico e confrontarlo con i modelli di componimento forniti. b) Per analizzare i versi; fare lo schema degli accenti, tenendo conto dei fenomeni fonetici legati all incontro di vocali (sinalefe, dieresi ); rilevare eventuali cambiamenti di ritmo e verificare se esiste una relazione tra il cambiamento di ritmo e il significato del verso (il verso costituisce un punto di snodo sul piano del significato, segnalato anche attraverso un alterazione del ritmo?). Verificare la presenza di enjambement.

33 L analisi di un testo poetico: riepilogo 4) Il suono della poesia (livello fonico) Per le rime a) Analizzare il tipo di rime e descriverle in base alla posizione dell accento; verificare se sono presenti rime tecniche, facili o difficili. b) Verificare se le parole rima hanno tra loro un legame semantico. Per i suoni a) verificare ripetizioni di suoni all interno della poesia. b) classificarli sulla base delle figure di suono. c) verificare se la ripetizione dei suoni ha una ragione legata al significato o si tratta di un fatto formale (per conferire musicalità al componimento ecc.) 5) Le immagini e le parole (livello retorico) a) Trovare le figure di significato, come la metafora, la similitudine ecc., legate al significato delle parole e del testo nel suo complesso. b) Trovare le figure sintattiche, legate cioè alla disposizione delle parole e al rapporto fra loro (le parole in un testo vanno sempre viste l una in relazione con le altre, perché è tale relazione che forma il senso), come l anafora, il chiasmo, l iperbato ecc.

34 L analisi di un testo poetico: riepilogo 6) Analisi morfologica e sintattica (livello morfosintattico) Morfologia a) Verificare se c è prevalenza di una categoria grammaticale sulle altre (nomi, verbi, pronomi ecc.). b) Analizzare i tempi e i modi verbali e l aspetto dei verbi. Sintassi a) Verificare se nei periodi prevale la paratassi o l ipotassi.

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