Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine

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1 GIUSEPPE CURRERI * Facoltà di Economia, Università di Catania Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine Parole Chiave Ricardo; Malthus; accumulazione; macchine; occupazione; cambiamento tecnologico; sovrapproduzione. Classificazione JEL B12; J23; O31 Abstract In questo lavoro è analizzata l interrelazione tra Thomas R. Malthus e David Ricardo in merito all utilizzo di macchine nel processo produttivo, rovesciando la consueta impostazione che vede il primo letto solo in contrapposizione con il secondo. L attenzione viene focalizzata soprattutto sugli effetti delle nuove tecniche sull occupazione, senza tralasciare le conseguenze sul livello della produzione aggregata e sull equilibrio tra domanda e offerta di beni. Verrà stabilito che nel pensiero di Malthus vengono esaminati due casi distinti e che l autore modificherà in seguito le sue idee in base alle osservazione mossegli da Ricardo. Proprio lo studio dell analisi di questi aspetti del sistema teorico di Malthus da lui svolta permette di fare emergere delle caratteristiche peculiari del sistema di pensiero di Ricardo, meno evidenti considerando la sua opera autonomamente; in particolare si cerca di chiarire il ruolo giocato dalla composizione della produzione per chiarirne le caratteristiche ipotesi implicite Introduzione Il tema delle macchine in David Ricardo ha sempre destato parecchia attenzione, mentre molta meno rilevanza è stata rivolta all analisi dello stesso argomento negli scritti di Thomas Robert Malthus. Ciò non toglie che l analisi svolta da Malthus in merito a questa materia presenti spunti di sicuro interesse e che alcuni aspetti del contributo di Ricardo possano essere analizzati più in profondità alla luce degli scambi di opinione che ebbero su tale questione. Il presente lavoro ha inteso rovesciare l impostazione consueta, stabilendo come punto di partenza l impianto di Malthus; il pensiero di Ricardo, molto più conosciuto, non sarà oggetto di un analisi puntuale nel presente lavoro, ma sarà chiamato in causa in modo funzionale alle argomentazioni del primo. Si è cioè tentato di leggere Ricardo in relazione a Malthus e non viceversa. * Indirizzo: Corso Italia 55, Catania gcurreri@unict.it Desidero ringraziare il Prof. Giuseppe Privitera per gli utili commenti a versioni precedenti di questo paper.

2 4 Giuseppe Curreri Questo modo di procedere permetterà forse di mettere meglio in evidenza le diverse ipotesi di base e la diversa concezione dell economia politica che ha animato i due grandi economisti classici. È importante rilevare subito che l attenzione che i due economisti hanno rivolto al problema della meccanizzazione è dissimile, perché l ottica da cui muovono l analisi è differente. Ricardo si occupa degli effetti delle macchine quasi esclusivamente nel XXXI capitolo della terza edizione dei Principi, che scrive nel 1821 appositamente con l obiettivo di esporre le sue nuove idee riguardo alle conseguenze che derivano sulla domanda di lavoro; Malthus, invece, dedica tutta la seconda parte della sua opera (dove il problema in esame trova maggiore spazio) alla creazione della ricchezza, ed è in questo contesto che si rende conto di come la distribuzione del reddito determinata dall introduzione delle macchine possa da un lato penalizzare i lavoratori e dall altro, allo stesso tempo, far venire meno gli stimoli alla produzione e allo sviluppo. Come punto di partenza si è scelta la sezione V proprio dell ultimo capitolo dei Principi di Malthus, specificatamente dedicato all analisi del problema. Da questi passi emerge che vengono esaminate due ipotesi distinte: il caso in cui le macchine determinano l aumento dell offerta di un singolo settore, costringendo al trasferimento di capitale e lavoro in produzioni differenti e quello in cui si instaura a livello di sistema una produzione eccessiva rispetto alla domanda. Ritenendo le due ipotesi nettamente distinte sotto il profilo teorico ho scelto di passarle in rassegna separatamente, anche se Malthus stesso non appare pienamente consapevole di questa difformità. L esame del primo caso è particolarmente rilevante perché permette di analizzare il sistema teorico dei due autori da un angolazione diversa rispetto a quella abituale. In generale, la differenza nell analisi degli effetti della macchine nasce dalla diversa stima della variazione della produzione aggregata e dall accettazione (o meno) della legge di Say: per Malthus le macchine aumentano grandemente la disponibilità di beni creando scompensi quando la domanda non si adegua prontamente; per Ricardo, invece, il loro effetto è di ridurre la produzione complessiva determinando anche la riduzione del fondo salari e conseguentemente il licenziamento di parte dei lavoratori. L analisi del caso di trasferimento di capitale permette di studiare la loro concezione indipendentemente da questi assunti di base, in quanto Malthus ipotizza una crescita del prodotto totale, senza supporre in un primo momento che la domanda globale sia insufficiente. Sarà così possibile evidenziare in Malthus un ipotesi di disoccupazione tecnologica slegata dall insufficienza della domanda, ma si metterà anche in luce che nel contesto ricardiano è possibile avere una riduzione della domanda di lavoro anche in caso di crescita della produzione, scenario di cui Ricardo non appare mai del tutto consapevole. Gli elementi alla base di queste risultanze atipiche, che emergono in un ambito del tutto peculiare, rimangono validi anche nell ipotesi canonica di sovrapproduzione e contribuiscono a comprendere meglio il celebre dibattito sulla possibilità di ingorghi generali di merci. Il presente lavoro è organizzato come segue. La prossima sezione ha lo scopo di delineare le determinanti della domanda di lavoro nel pensiero dei due autori ed è di base al resto della discussione. La sezione terza tratta dei problemi nascenti dal trasferimento del capitale da un settore ad un altro, distinguendo tra prima edizione dei

3 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 5 Principi di Malthus, replica di Ricardo prima attraverso le Notes, poi mediante la pubblicazione dell ultima edizione dei suoi Principi e modificazioni apportate da Malthus alla seconda edizione della stessa opera. La sezione quarta analizza il caso più generale di carenza di domanda, centrando l attenzione sull accumulazione eccessiva di capitale. La sezione quinta conclude La domanda di lavoro L analisi delle determinanti generali della domanda di lavoro ha lo scopo sia di esaminare il problema in generale prima di introdurre il caso specifico dell accumulazione di capitale, sia di fissare alcuni punti di riferimento sull evoluzione del pensiero dei due autori che verranno sviluppati in seguito. Nella prima edizione dei Principi di Economia Politica (1820), Malthus afferma che complessivamente la domanda di lavoro dipende dal saggio di crescita annuale del valore totale del capitale e del reddito complessivi e non da quello del capitale circolante 1. Questa affermazione dell importanza del valore del prodotto va ricondotta alla teoria del valore lavoro comandato sostenuta nell opera, seconda la quale il valore di scambio di ciascun bene dipende dall ammontare di lavoro che questo può acquistare. Se è così, il valore dell intero prodotto fornisce una stima della domanda di lavoro potenziale del sistema. Per dimostrare questo assunto, Malthus inizia con un esempio in cui il capitale fisso aumenta a discapito di quello circolante. Con il passaggio ad una produzione a maggiore intensità di capitale fisso, ma a capitale complessivo immutato, il valore del prodotto complessivo scende, perché dal contesto dell esempio si evince che, per ipotesi, la parte immobilizzata del capitale viene considerata di durata indefinita e non ha bisogno di essere reintegrata. Malthus evidenzia che la diminuzione del valore del prodotto generale, che è conseguenza diretta di questo cambiamento, spiega bene il calo della domanda di lavoro. In questo singolo caso anche la diminuzione del capitale circolante misurerebbe in modo corretto questo fenomeno, ma tale parametro non va più bene quando l analisi è condotta a livello dell intero sistema. Subito dopo, infatti, afferma che in generale, tuttavia, l impiego di capitale fisso stimola grandemente l abbondanza di capitale circolante (Malthus 1820a, p. 261). L adozione di nuovi strumenti fa accrescere il mercato perché, se la domanda si espande, si registrerà un aumento del valore del prodotto e conseguentemente della domanda di lavoro. Con riferimento all intera industria, quindi, l utilizzo di capitale fisso tenderebbe in ultima analisi ad accrescere il numero di operai impiegati nell intera economia. Va rilevato che nel passaggio citato si afferma che l aumento della domanda di lavoro è immediatamente preceduto da un 1 Cfr. Malthus 1820a, p. 259 (quando non è diversamente indicato, le pagine si riferiscono alla traduzione italiana citata in bibliografia). Malthus afferma che la relazione tra domanda di lavoro e capitale circolante è vera solo in casi singoli, attribuendo a Barton (1817), che aveva da poco pubblicato un opuscolo sui fattori che determinano le condizioni di vita dei lavoratori, questa idea. Ricardo stesso si pone sulla medesima linea di Barton, come si vedrà di seguito.

4 6 Giuseppe Curreri accrescimento del capitale circolante. Non si dimostra, quindi, che la domanda di lavoro non varia in accordo con il capitale circolante, ma si stabilisce solo che essa non sempre varia in direzione inversa rispetto al capitale fisso. Misurare la domanda di lavoro utilizzando il valore del prodotto complessivo consente però una maggiore elasticità, cioè quella di tenere conto anche dei lavoratori (quelli improduttivi) che non sono mantenuti attraverso l investimento del capitale circolante. È possibile quindi che si registri una crescita del capitale immobilizzato in strumenti accoppiata ad un incremento dell occupazione ma sono necessarie, secondo Malthus, delle condizioni affinché ciò accada e cioè che lo sviluppo di questa maggiore capacità produttiva sia graduale e spinto da un mercato in espansione. Se così non fosse, si verrebbe a creare un eccesso di offerta di beni rispetto alla domanda, con conseguente ribasso dei prezzi. In questo caso, si avrebbe viceversa una contrazione del valore del prodotto complessivo e quindi, secondo l impostazione di Malthus, anche della domanda di lavoro 2. Sempre nel 1820, Ricardo scrive le Notes on Malthus, una serie di commenti puntuali sull opera appena pubblicata. Sul problema della domanda, nella nota 149, afferma che la domanda effettuale di lavoro non può dipendere da altro che dall aumento del capitale impiegato per pagare i lavoratori. Eppure, subito dopo questa affermazione, il suo ragionamento non appare pienamente coerente con questo principio: Se ho un reddito di 2000 nella spesa di tale reddito impiego di necessità lavoro. Se trasformo questo reddito in capitale, in prima istanza impiego lo stesso lavoro di prima, ma produttivamente invece che improduttivamente. (Ricardo 1820a, pp , cors. agg.). In questo passo abbiamo un affermazione importante e cioè che in Ricardo (almeno nel 1820) la spesa del reddito netto è senz altro favorevole all occupazione, infatti la sua trasformazione in capitale non genera un incremento di occupazione. Probabilmente, ci si riferisce ad una domanda di servitori, vale a dire al mantenimento di lavoratori improduttivi attraverso un atto di consumo. Inoltre si afferma, in modo apparentemente contraddittorio rispetto a quanto dichiarato prima, che, con il processo di accumulazione ed il conseguente aumento del capitale (circolante, almeno in un primo momento), l occupazione rimane costante. Ricardo ipotizza che il nuovo lavoro produttivo possa essere impiegato o nella produzione di beni capitali, o in quella di beni di consumo; nel secondo dei due casi, secondo Ricardo, il bene prodotto permetterà di accrescere il lavoro impiegato. Probabilmente è implicito nel ragionamento che le 2000 di partenza costituiscano un reddito annuale che solo per un anno è stato trasformato in capitale e che negli anni successivi tornerà ad occupare improduttivamente lo stesso numero di persone. Se così fosse, la produzione di capitale strumentale non diminuirebbe il livello di occupazione, mentre la produzione di grano che presuppone il reintegro annuale del capitale circolante investito, avrebbe un effetto occupazionale aggiuntivo. In questa ipotesi quindi abbiamo capitale addizionale (fisso o circo- 2 Cfr. Malthus 1820a, pp Hollander (1997, p. 421) fa presente che nella prima edizione dei Principi di Malthus, la direzione del nesso di causalità che lega domanda di lavoro e valore del prodotto non è chiara, perché è possibile trovare affermazioni discordanti. Lo stesso Hollander sembra propendere per una relazione di dipendenza del valore dalla domanda di lavoro e non viceversa, anche se ammette che in questo specifico caso Malthus ragiona in maniera opposta.

5 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 7 lante che sia) che nasce da un processo di risparmio e non una trasformazione nell ambito di un capitale complessivo dato; non è quindi previsto in alcun caso il licenziamento di lavoratori, come accadrà in seguito. Anche se non si spinge così avanti, in questa stessa nota, Ricardo preannuncia un pensiero centrale del XXXI capitolo Sulle macchine della terza edizione dei Principi, che pubblicherà pochi mesi dopo nel 1821, in quanto afferma che i lavoratori sono interessati al reddito lordo della nazione e non a quello netto. Probabilmente ciò che ancora manca in lui è una piena consapevolezza della eventualità di un aumento del reddito netto contestualmente alla contrazione di quello complessivo 3. Sempre nelle Notes, Ricardo, specifica l importante ruolo giocato dal livello dello produzione lorda, laddove afferma che la possibilità di impiegare lavoro non è determinata dal valore del capitale, ma dipende specificatamente dalla quantità annua di prodotti che esso dà. (Ricardo 1820a, p. 372). La relazione tra ammontare della produzione e domanda di lavoro, riproposta anche nel 1821, verrà analizzata più diffusamente in seguito. Con riferimento particolare all affermazione di Malthus, secondo la quale un eccesso di offerta di beni e la conseguente diminuzione del valore della produzione globale comporterebbero una diminuita domanda di lavoro, Ricardo osserva acutamente che la variazione del valore di ciò che si produce dipende anche da cosa si produce e ciò in base alla teoria del valore osservata. Siccome Malthus aderisce alla teoria del valore lavoro comandato e la quantità di lavoro che si può acquistare dipende dalla quantità di mezzi di sussistenza di cui si può disporre, ne consegue che se la produzione aumentata consiste proprio di questi beni, il suo valore si incrementerà e non potrà per definizione diminuire 4. Questa affermazione assume molta rilevanza, come si vedrà nel prosieguo, anche nel contesto teorico ricardiano (dove pure la teoria del valore è differente), ma Ricardo appare più consapevole delle implicazioni derivanti dalla diversa composizione della produzione nel criticare Malthus di quanto non risulti nell esporre la sua stessa teoria. Va rilevato che, nel momento in cui nel sistema esistono anche dei lavoratori improduttivi che sono impiegati grazie alla spesa del reddito netto e non attraverso l investimento di un capitale, cercare una relazione tra questo (circolante o totale) e livello di occupazione complessiva è impossibile. Allo stesso modo, è scorretto legare l occupazione al valore della produzione, perché questo legame è influenzato dalla composizione della stessa. Infatti, se il valore della produzione dovesse crescere per effetto di una maggiore disponibilità di beni di lusso, ciò non determinerebbe la possibilità di occupare più lavoratori. Malthus si rende conto dell errore commesso, probabilmente proprio grazie alle osservazioni di Ricardo, e con la seconda edizione (pubblicata postuma nel 1836) stabi- 3 Porta (1987, pp. 14-5), invece, afferma che nella nota 149 è anticipato il cambiamento di opinione di Ricardo. Sicuramente la lettura dei Principi di Malthus ha costituito un passaggio fondamentale nel processo di rielaborazione delle sue idee, ma qui manca la presa di coscienza della contrapposizione degli interessi della classe dei lavoratori e di quella dei capitalisti. Come si vedrà successivamente, esistono anche altri passaggi in cui questo tema viene sfiorato, ma Ricardo non dà segno di cogliere la contraddizione con il suo pensiero (quello del 1820), dove la crescita del reddito dei capitalisti si accompagna sempre alla crescita di quello complessivo. 4 Cfr. Ricardo 1820a, p. 265.

6 8 Giuseppe Curreri lisce che la domanda di lavoro è proporzionale solo al saggio di aumento della quantità e del valore delle risorse effettivamente impiegate nel mantenimento di lavoro (Malthus 1836, p. 206). Questo principio viene efficacemente dimostrato immaginando le ripercussioni che si avrebbero sull occupazione nello spendere l intero reddito netto solo nel mantenimento di servitori e soldati, oppure esclusivamente nell acquisto di beni di lusso. Egli osserva anche che si tratta di due casi estremi e irrealizzabili nella realtà perché nel primo ci sarebbe poco incentivo ad accrescere il reddito, nel secondo l impossibilità di gestire i prodotti senza una servitù adeguata. In generale è possibile affermare che nonostante sia sempre proiettato ad analizzare la ricchezza complessiva di una nazione (e non a caso dedica a questa problematica l ultimo capitolo della prima edizione, che nella seconda diventa addirittura la seconda parte del libro), Malthus presta sempre grande attenzione alle ripercussioni occupazionali prodotte dai diversi incentivi alla crescita che prende in esame. Quando esamina gli stimoli alla creazione di nuova ricchezza che nascono dalla distribuzione, critica Ricardo per l atteggiamento nei riguardi della distinzione tra reddito netto e reddito lordo, dove affermava che a parità di reddito netto per la società è preferibile che siano necessari meno lavoratori per produrlo. Malthus (1820a, pp , in nota) osserva che se per produrre quello stesso sovrappiù fossero impiegati più lavoratori, questi otterrebbero per questo solo fatto almeno parte del loro salario, e il sistema economico potrebbe sostentare una popolazione più grande Il trasferimento intersettoriale del capitale La prima edizione dei Principi di Malthus Malthus espone la sua concezione dell impiego di macchine nel ciclo produttivo nella sezione V dell ultimo capitolo dei Principi, dedicato all aumento della ricchezza. L impostazione globale è favorevole alla loro introduzione perché generalmente la diminuzione del prezzo che ne deriva determina una crescita della domanda più che proporzionale, tale da produrre una crescita del valore della produzione 6. Come si è visto, nel 1820 quest ultimo dato costituisce un parametro fondamentale per misurare l impatto occupazionale del cambiamento tecnologico. Molto più incerte sono le conseguenze che si avranno quando il progresso tecnico si ha in un settore dove la domanda non è 5 Ricardo ribatte con la nota 257 che Malthus lo ha doppiamente frainteso, perché da un lato attribuisce ai lavoratori un salario superiore alla mera sussistenza, modificando la sua ipotesi, e dall altro perché nel capitolo citato intendeva riferirsi esclusivamente alla potenza di un paese, alla capacità di pagare le imposte. Cfr. Ricardo 1820a, pp Malthus, proprio a proposito di questa valutazione complessiva, nella seconda edizione aggiungerà una nota in cui manifesta il suo stupore per essere stato considerato da Sismondi ostile alle macchine solo per avere affermato che non in tutti i casi la loro adozione possa avvenire senza inconvenienti. Cfr. Malthus 1836, pp , in nota. Va rilevato che questa osservazione viene apposta all edizione del 1836, dove pure, come si vedrà, i dubbi riguardo all operare dei meccanismi di adattamento sono più forti rispetto alla prima stesura dell opera.

7 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 9 elastica, per cui il valore della produzione decresce. In questo caso, la meccanizzazione del processo produttivo non ha altro effetto immediato che quello di permettere la produzione del quantitativo richiesto dal mercato attraverso un minore utilizzo di forza lavoro. Quando ciò accade, è necessario verificare se vi siano altri settori ove esista possibilità di espansione e le risorse sovrabbondanti possano ricollocarsi. In caso negativo si registrerà il caso di general glut che ha determinato la riscoperta di Malthus nel XX secolo, ma anche nel caso opposto, che viene qui esaminato, le ripercussioni possono essere nell insieme negative. Quest ultima eventualità è oggetto di una breve ma dettagliata analisi da parte di Malthus, che viene corredata dall apporto di un esempio numerico. Nell esempio proposto, l introduzione delle macchine in un determinato settore consente ad un certo numero di capitalisti di produrre lo stesso ammontare di beni, utilizzando la metà del capitale che era investita precedentemente (precisamente si passa da a ). Nonostante Malthus specifichi il valore iniziale e quello successivo all adozione delle nuove macchine, non puntualizza di che tipo di capitale si tratti, facendo supporre che si riferisca a quello complessivamente investito. Va rilevato che, siccome nell edizione del 1820 la domanda di lavoro dipende dal saggio di crescita del prodotto generale e non dalle risorse impiegate per mantenere i lavoratori, la distinzione tra le diverse componenti del capitale non è determinante. Si avranno in questo modo tre dirette conseguenze: a) ciascun capitalista si verrà a trovare in possesso di un capitale di ormai superfluo laddove era investito; b) i lavoratori che erano impiegati attraverso l investimento di tale capitale si troveranno disoccupati; c) la massa dei consumatori potrà acquistare le merci di cui necessita ad un prezzo inferiore rispetto al passato, mantenendo in questo modo un potere d acquisto potenzialmente destinabile a ulteriori acquisti. Si tratterebbe ovviamente di una spesa eventualmente effettuata in settori diversi, perché l ipotesi di partenza è che nel settore innovativo la domanda sia rigida. Data l esistenza da un lato di capitale e lavoro disoccupato, e dall altro di redditi non spesi, tutte e tre le circostanze implicano che il mercato sia in grado virtualmente di produrre una qualsiasi merce che incontri il favore dei consumatori; questa nuova attività produttiva potrebbe far sì che il reddito risparmiato dagli acquirenti nell acquisto della merce divenuta meno cara possa trasformarsi in domanda e che le risorse che erano rimaste momentaneamente inattive trovino nuovamente posto nel sistema. Tutto ciò è possibile in linea teorica, ma Malthus dubita che un processo di questo genere possa avere luogo senza alcun inconveniente. Nella prima edizione, infatti, viene detto: Ma nel ritirare capitale da un impiego per trasferirlo a un altro, si ha quasi sempre una notevole perdita. (Malthus 1820a, p. 371). La domanda ha così solo implicazioni indirette sull occupazione perché costringe al trasferimento, ma non la causa in modo immediato. La diminuzione del capitale per effetto del suo trasferimento, quindi, determinerà una contrazione dei profitti e degli interessi su di esso guadagnati, così come una riduzione del livello di occupazione. Malthus non specifica come si concretizzi questa

8 10 Giuseppe Curreri considerevole perdita, ma è possibile immaginare che la parte del capitale che è immobilizzata in impianti e macchinari, nel momento in cui divenga obsoleta e comunque eccessiva rispetto alla domanda del settore dove era utilizzata, molto difficilmente possa essere reimpiegata in altri comparti produttivi, data la sua specificità. Questa considerazione andrebbe applicata solo al capitale fisso, che sicuramente subirà un decremento; il capitale circolante, invece, essendo perfettamente trasferibile, dovrebbe rimanere immutato. D altra parte la presenza di coefficienti tecnici potrebbe non permettere di utilizzare il capitale nella proporzione che si è venuta a determinare, costringendo ad una sua diversa ripartizione nelle due componenti e determinando una minore richiesta di lavoro. Malthus, però, non perde tempo a specificare come avvengano in concreto questi processi di aggiustamento perché l occupazione, secondo l assunto del 1820, dipende dalla crescita del valore del capitale e del reddito complessivi, quindi la diminuzione del valore del capitale impiegato già di per sé tende a diminuire la domanda di lavoro. Il cambiamento effettivo del livello di occupazione dipenderà poi anche dalla variazione del valore della produzione; quest ultimo dovrebbe aumentare considerato che nel settore innovativo si produce esattamente quanto prima ed il valore delle merci prodotte dal capitale trasferito ha un effetto aggiuntivo rispetto all anno precedente. Ma questo effetto occupazionale positivo può controbilanciare quello di segno opposto derivante dalla diminuzione del capitale solo se le merci in più vengono spese per assumere lavoratori improduttivi, determinando un riallocazione del lavoro dal comparto produttivo dell economia a quello improduttivo 7. Se così non fosse, perché l occupazione non diminuisca sarebbe necessario che i capitali oziosi possano essere ritratti intatti dei [sic] loro vecchi impieghi (Malthus 1820a, p. 371). È importante sottolineare che Malthus, in questa prima edizione, riconosce che il capitale complessivo, pur avendo subito una diminuzione, sia in grado di generare più beni di prima; eppure, se nel mercato non vi dovessero essere condizioni favorevoli, questo capitale non permetterà di mantenere il livello di occupazione precedente Le considerazioni di Ricardo nelle Notes Nel 1820, quando inizia la lettura ed il commento dei Principi di Malthus, Ricardo è favorevole senza riserve alla meccanizzazione dei processi produttivi, ma è proprio in questo periodo che devono nascere i suoi ripensamenti, poiché solo pochi mesi dopo pubblicherà le sue nuove idee 8. 7 Con riferimento al capitale viene detto: Pur potendo dare una produzione maggiore, non potrà impiegare la stessa quantità di lavoro di prima; e, a meno di fare uso di un maggiore numero di servitori, molte persone verranno private dell occupazione (Malthus 182a, p. 371). 8 In precedenza era stato un sostenitore delle macchine, infatti tra le poche testimonianze del suo pensiero sulla questione prima del 1820 c è una lettera a Malthus in cui si afferma: In the case of great improvements in machinery, capital is liberated for other employments and at the same time the labour necessary for those employments is also liberated, so that no demand for additional labour will take place (Ricardo 1815b, p 228). Qui si delinea un caso di trasferimento di capitale che non determina alcun problema occupazionale, anzi ci si chiede se la domanda di lavoro non debba aumentare, cosa che accade, afferma Ricardo subito dopo, se la maggiore produzione viene trasformata in capitale.

9 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 11 In una lettera a McCulloch, Ricardo definisce il capitolo sugli effetti negativi connessi ad una eccessiva accumulazione di capitale come il più criticabile dell opera 9. Egli esamina attentamente l esempio presentato da Malthus che, come detto, aveva supposto una riduzione nella stessa proporzione del capitale investito da parte di tutti gli imprenditori operanti nel settore interessato dal progresso tecnologico. Ricardo lo interpreta in maniera erronea, prospettando quasi un caso diverso, poiché immagina l abbandono del mercato degli imprenditori non innovativi e la permanenza (con l intero capitale) di coloro che hanno introdotto le macchine 10. I capitalisti costretti al trasferimento, ipotizza Ricardo, avevano investito il capitale complessivo di da loro detenuto per metà in capitale circolante e per l altra metà in capitale fisso (mentre Malthus non aveva operato alcuna distinzione), cioè strumenti e macchine ormai divenuti obsoleti con l avvento della nuova tecnologia. È possibile, secondo il suo ragionamento, che nella peggiore delle ipotesi il capitale fisso abbia perduto tutto il suo valore, data l impossibilità di smobilizzare i vecchi strumenti. Se così fosse, sarebbe possibile ritirare dal settore solo le di capitale circolante, registrando in questo modo una sensibile perdita; ma, argomenta Ricardo, in passato erano solo questi fondi ad assicurare l occupazione di lavoratori e adesso questo capitale potrà svolgere la stessa funzione nella produzione di qualsiasi altra merce; in questo modo l occupazione non sarà in alcun modo diminuita per effetto di questo cambiamento. Ricardo in questo caso non spiega in che modo il capitale circolante possa essere impiegato in modo non traumatico al di fuori del settore di partenza; in particolare non dice nulla riguardo gli strumenti che i lavoratori trasferiti dovrebbero utilizzare. Forse sottintende uno sfruttamento più intensivo del capitale fisso già esistente in un altro settore, o come accade in alcuni suoi esempi immagina una produzione che non ne faccia ricorso, però non esplicita questi scenari. Secondo il suo argomentare, l unica conseguenza negativa è rappresentata dalla perdita del vecchio capitale fisso e quindi dei profitti guadagnati su di esso per l imprenditore costretto a trasferire la sua attività. Nella visione di Ricardo, a mio parere, la perdita che avviene nel trasferimento riguarda esclusivamente il vecchio capitale fisso e non intacca minimamente la parte circolante 11. È importante sottolineare questo punto perché, come si vedrà dopo, Malthus nella seconda edizione della sua opera preciserà che la notevole perdita si ha anche (anzi, ai fini dell analisi sulla domanda di lavoro, soprattutto) nel capitale circolante. Subito dopo Ricardo, ribadendo implicitamente che la diminuzione di cui parla è riferita solo al capitale fisso, sottolinea che la perdita sarà notevole solo se si ipotizza 9 Cfr. Ricardo 1820b, p Anche se Sraffa in nota ascrive questa valutazione alla sola sezione III del capitolo sulla ricchezza, specificatamente dedicata a questo tema, essa può essere estesa alle sezioni seguenti, dove lo stesso principio viene sviluppato. Infatti, in una lettera successiva, indirizzata direttamente a Malthus, l apprezzamento negativo è riferito genericamente all ultima parte del libro. Cfr. Ricardo 1820d, p Ricardo, invece, pensa di aderire all ipotesi del collega anche se introduce la sua esposizione con una formula dubitativa: Mi pare che Malthus dica questo, [ ] (Ricardo 1820a, p. 372) 11 Ricardo afferma testualmente: È vero che nel ritirare capitale da un impiego per trasferirlo a un altro, si ha in generale una notevole perdita (Ricardo 1820a, p.371). Poiché ha appena affermato che il capitale che impiega i lavoratori è rimasto immutato, non può che riferirsi alla componente fissa.

10 12 Giuseppe Curreri che i vecchi strumenti non abbiano più alcun valore; ma se la nuova tecnica non è estremamente più vantaggiosa della precedente, oppure nel caso in cui possano essere riadattati ad una diversa produzione, è probabile che i vecchi strumenti non perdano interamente il loro valore. Il verificarsi o meno di questa perdita non è comunque una circostanza centrale nel pensiero di Ricardo perché la domanda di lavoro non ne viene influenzata e soprattutto perché si afferma l impossibilità di creazione di disoccupazione anche nell ipotesi estrema di completa inutilità dei vecchi macchinari. Questa certezza deriva dalla circostanza che il suo apparato teorico è segnato, in questa fase, da tre convincimenti cardine. In primo luogo, l idea che l introduzione delle macchine determini ineluttabilmente una crescita della produzione complessiva del sistema economico (la cosiddetta produzione lorda). Non è chiaro il perché di questa sua affermazione (poi ritrattata nel 1821 con l aggiunta del XXXI capitolo alla terza edizione dei suoi Principi), cioè in che modo il prodotto totale dovesse sempre aumentare e senza alcuna eccezione, ma non vi è il minimo dubbio che questa costituisse per lui una certezza in quel momento, come si vedrà subito dopo. In secondo luogo, Ricardo accetta la legge degli sbocchi di Say, da cui segue che qualsiasi ammontare di merce prodotta avrebbe trovato una corrispondente domanda, determinando così l equilibrio del mercato dei beni. In ultimo luogo, nelle Notes si afferma che la domanda di lavoro è strettamente collegata (forse addirittura proporzionale) al livello della produzione lorda. Nel 1821 Ricardo abbandonò del tutto il primo argomento, mentre considerò sempre valida la legge di Say. Riguardo il terzo punto, vi sono parecchie affermazioni che lo ripropongono anche nel XXXI capitolo dei Principi, ma, come cercherò di dimostrare nel prosieguo, vi sono anche dei riscontri che segnalano una problematicità del suo pensiero su questa questione. Per ciò che attiene la posizione intrattenuta da Ricardo nel 1820 quando scrive le Notes on Malthus, il risultato dei tre assunti è che, poiché le macchine generano un aumento della produzione, debbano contestualmente produrre un aumento della domanda di lavoro e non una diminuzione, come nella tesi portata avanti da Malthus. Ricardo sostiene fermamente che non ha alcuna importanza che il valore del capitale a seguito dell adozione delle macchine possa depauperarsi, l unico punto sul quale è necessario soffermarsi è la sua produttività che viceversa è sicuramente aumentata. È anche disposto a riconoscere che il singolo capitalista possa subire delle perdite, in seguito al deprezzamento (o addirittura della assoluta inutilità) del capitale fisso divenuto obsoleto, ma ciò che conta è che il sistema economico sia in grado di produrre un ammontare di beni superiore a quello prodotto in precedenza, come lo stesso Malthus riconosce 12. A questo punto egli ha dimostrato la sua tesi perché, se il numero di lavoratori impiegati è influenzato principalmente dall ammontare della produzione lorda e se que- 12 [ ] su questo punto non ho bisogno di addurre altre argomentazioni per convincere Malthus poiché egli lo ammette, - riconosce che il capitale nel suo complesso darà una produzione maggiore. (Ricardo 1820a, p. 373)

11 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 13 sta è aumentata, non può avvenire alcuna diminuzione del livello di occupazione. Ne consegue che la società nel suo complesso e i lavoratori in particolare, in caso di crescita dei salari reali a seguito dell incrementata domanda di lavoro, non potranno che beneficiare dell utilizzo delle macchine La diminuzione della produzione lorda nei Principi del 1821 di Ricardo Nelle prime due edizioni dei Principi Ricardo non dedica uno spazio specifico al problema delle macchine. Di tale questione non pubblica nulla e le sue idee sono testimoniate solo indirettamente dalle Notes on Malthus, come abbiamo visto, e da alcuni accenni casuali in altre occasioni 13. Solo nel 1821 con il XXXI capitolo completamente dedicato al problema delle macchine, che viene interamente aggiunto alla terza edizione della sua opera principale, afferma di sentirsi in dovere di affrontare tale questione perché, pur non essendosene occupato in modo specifico nei suoi scritti precedenti, aveva comunque manifestato le sue convinzioni e queste sono adesso profondamente modificate. Tuttavia Ricardo, prima di esporre i suoi nuovi convincimenti, espone sinteticamente la sua idea precedente e riafferma, come aveva fatto nelle Notes, che indipendentemente dalla circostanza che le caratteristiche del settore costringessero o meno al trasferimento di parte del capitale investito, pensava che la crescita della produzione avrebbe determinato vantaggi per tutte le classi sociali. In particolare, i lavoratori non solo avrebbero conservato il posto di lavoro, ma sarebbero anche venuti a godere di salari reali superiori. Forse proprio perché memore delle dispute con Malthus nelle Notes, Ricardo, nonostante stia solo esponendo delle tesi che sta per abbandonare, ha la cura di delineare anche il caso di trasferimento supponendo che un innovazione nel mercato delle calze consenta di accrescere la produzione in misura superiore alla domanda, per dimostrare che non vi sono implicazioni diverse rispetto al caso generale in cui l offerta addizionale viene assorbita immediatamente nel settore innovativo 14. È probabile che l elaborazione delle Notes giochi un ruolo importante nel ripensamento di Ricardo. Nei Principi di Malthus infatti Ricardo lesse nella parte dedicata alla domanda di lavoro l ipotesi di finanziamento di una macchina attraverso la conversione di capitale a parità di investimento complessivo 15. Inoltre, nella sezione VI del capitolo sulla ricchezza a proposito del risparmio di lavoro, Malthus afferma: Fortunatamente, non accade se non di rado di dovere determinare l ammontare di vantaggio o di svantaggio derivante da un aumento del reddito netto, a spese del reddito lordo. (Malthus 13 Il riferimento è ad un discorso in Parlamento tenuto nel 1819 in cui sostenne che non si poteva affermare che complessivamente le macchine diminuiscono la domanda di lavoro (Cfr. Ricardo 1819, p. 30) e ad una allusione nel Saggio sui Profitti in cui l impiego di macchine perfezionate veniva paragonato all adozione di nuove tecniche di coltivazione perché produceva solo benefici per tutti ed in particolare un aumento dei salari reali per i lavoratori (cfr. Ricardo 1815a pp. 34-5). 14 Cfr. Ricardo 1821a, p Questo caso presenta molte analogie con quello che Ricardo propone nel 1821, come sottolinea Hollander (1979, p. 362) e Ricardo, a riprova del turbinio intellettuale che aveva sull argomento, vi aveva dedicato una nota (la 150) lunga più di sei pagine, ma poi eliminata.

12 14 Giuseppe Curreri 1820a, p. 399). È proprio su questo punto che Ricardo cambia idea, cioè nel ritenere che l aumento del reddito netto produca necessariamente ed automaticamente una crescita del reddito lordo. Al contrario, Malthus in questo passo sostiene che ciò possa accadere, anche se solo raramente. Va rilevato che Ricardo commenta questo passo di Malthus, ma solo per difendersi dalle critiche mossegli, senza criticare né elogiare la posizione di Malthus 16. Con la pubblicazione della III edizione dei Principi, Ricardo afferma proprio che non sempre le macchine determinano una crescita del reddito lordo e che è possibile anche una sua riduzione, con conseguente decremento della domanda di lavoro 17. Adesso egli si rende conto che, in una situazione in cui il capitale è completamente occupato, la creazione di nuove macchine implica la trasformazione di parte del capitale circolante in capitale fisso, che determina, almeno nel breve periodo, la creazione di un certo livello di disoccupazione. La disoccupazione di cui argomenta Ricardo, comunque, non ha nulla in comune con quella immaginata da Malthus. Per questi, è vero che se la domanda non può crescere nel settore che introduce la macchina, è comunque possibile che il sistema produca delle merci che trovino collocazione sul mercato, ma il necessario trasferimento intersettoriale del capitale ne provoca una diminuzione. Entrambi gli economisti concordano nell affermare che nel passaggio del capitale da un comparto produttivo ad un altro si verificherà una diminuzione del suo valore; ma mentre Malthus pensa che questo fatto causi un livello di occupazione inferiore a quello che si aveva prima dell innovazione, Ricardo afferma che il numero di lavoratori occupati dipende non dal valore del capitale, ma dalla sua capacità di mantenere operai. Per Ricardo, sia nelle Notes che nei Principi, i fondi destinati ai lavoratori non vengono decurtati a causa del trasferimento; con la III edizione dei Principi, però, si rende conto che non sempre è possibile produrre i nuovi macchinari senza diminuire la produzione di beni salario. In questo caso, se il capitale complessivo è dato, la contrazione della componente circolante nasce dalla contemporanea espansione di quella fissa. L obiezione che Ricardo muove a Malthus nelle Notes può essere così sintetizzata: se la produzione aumenta (e questo, come si è visto, è pacifico per Malthus nel 1820) l occupazione non può mai diminuire. Col XXXI capitolo, questa affermazione è ancora vera, infatti, la disoccupazione nasce dal decremento della produzione lorda, così che il legame produzione-occupazione non viene abbandonato. Anche qui, infatti, viene confermato che, nell ipotesi in cui con le nuove 16 La disputa qui verte solo sull opportunità o meno di considerare il reddito netto come misura della ricchezza di una nazione. Cfr. Ricardo 1820a, p Ricardo, infatti, afferma perentoriamente: Il mio errore nasceva dal supporre che ogni qualvolta il reddito netto di una società aumenta, aumenta pure il suo reddito lordo. (Ricardo 1821a, p. 295, cors. agg.). Non è chiaro perché fosse così tassativo; i dubbi nascono dalla mancata descrizione da parte di Ricardo delle modalità attraverso cui avviene l ingresso di nuove macchine (o il perfezionamento delle vecchie) e dalla certezza che in nessun caso possa registrarsi una diminuzione della produzione; nel momento in cui Ricardo (nel 1821) specifica le diverse opzioni di introduzione delle macchine, infatti, contempla anche il caso di riduzione della produzione lorda, quello che origina la disoccupazione. Su questa problematica si vedano tra gli altri Hollander (1971, p. 106), Pasinetti (1960, p. 92) e Curreri (2001, pp. 6-10).

13 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 15 macchine e utilizzando meno lavoro si producesse lo stesso ammontare di beni di prima, l occupazione non potrebbe diminuire, con la differenza rispetto al passato che questa non è l unica eventualità concepibile. Fin qui Ricardo, pur individuando una relazione tra produzione lorda ed occupazione, non sembra attribuire rilievo alla composizione del prodotto aggregato. In alcuni passaggi ha la cura di precisare che, se l adozione delle nuove tecniche dovesse far sì che si abbia sotto forma di prodotto netto lo stesso ammontare di mezzi di sussistenza che si aveva prima sotto forma di prodotto lordo, non si creerebbe disoccupazione 18. D altra parte, anche quando riassume in quattro punti le conseguenze che derivano dall introduzione delle macchine non accenna a questo fattore, limitandosi ad affermare: [ ] se i mezzi di produzione, perfezionati grazie all impiego di macchine, dovessero aumentare il prodotto netto di un paese in misura così grande da non diminuire il prodotto lordo [ ] allora la situazione di tutte le classi sarà migliorata. (Ricardo 1821a, p. 299). Nella seconda parte del capitolo questi accenni vengono sviluppati anche se non è semplice comprendere la relazione con le affermazioni precedenti. Ricardo ora afferma che il modo in cui il reddito netto viene impiegato non è indifferente per le sorti degli operai e che la domanda di lavoro varierà secondo le sue diverse destinazioni: [ ] la classe lavoratrice ha un interesse non piccolo al modo in cui viene speso il reddito netto del paese, sebbene in ogni caso esso debba essere speso per i godimenti e la soddisfazione di coloro che ne hanno diritto. E poco dopo prosegue: se realizzassi il mio reddito in viveri e in vestiario [anziché in prodotti di lusso], e il mio desiderio fosse di impiegare domestici, tutte le persone che a tal fine potessi impiegare [ ] verrebbero ad aggiungersi alla precedente domanda di lavoratori. (Ricardo 1821a, pp ). Ciò significa che la decisione di produrre un bene anziché un altro (segnatamente beni di lusso, invece di beni di prima necessità) comporta diverse conseguenze a livello occupazionale; in altre parole, a parità di produzione lorda il numero di lavoratori impiegati sarà differente in dipendenza della sua composizione. In base a queste citazioni, non si può dare per certo, come Ricardo sembra assumere nella prima parte del capitolo, che se la produzione lorda non diminuisse non si avrebbe nemmeno l espulsione dei lavoratori. Quando attribuisce all andamento della produzione lorda un ruolo centrale, Ricardo non considera che, oltre alla quantità, anche la composizione delle merci prodotte presenta una rilevanza fondamentale. Se per ipotesi, l aumento della produzione interessasse solo beni di lusso, una maggiore disponibilità (e più a buon mercato) di questi prodotti non costituirebbe alcun vantaggio per i lavoratori. L occupazione dipende dall ammontare della produzione quando questa, come nel caso ipotizzato all inizio del XXXI capitolo, consiste esclusivamente di beni salario, cioè di quelle merci di cui necessitano i lavoratori per mantenersi. Nel caso in cui si utilizzassero le macchine per 18 Si avrebbe la possibilità di impiegare una uguale popolazione se si avesse, sotto forma di prodotto netto, la stessa quantità di viveri e di beni di prima necessità che si avevano prima sotto forma di prodotto lordo (Ricardo 1821a, p. 297). Inoltre, si trova nelle Notes una frase in cui si chiarisce che è necessario non solo che i mezzi di soddisfazione vengano incrementati, ma anche che nella distribuzione di quelle soddisfazioni non si riduca la quantità che forma la quota della classe più numerosa della popolazione. (Ricardo 1820a, p. 373)

14 16 Giuseppe Curreri produrre beni di lusso, o più in generale prodotti che non vengono acquistati dai salariati, non ne conseguirà alcuna tendenza alla crescita della domanda di lavoro. In altre parole, Ricardo, trattando un modello estremamente semplificato in cui si produce esclusivamente grano, sembra commettere, al di là degli accenni di cui si è detto, l errore di estendere a livello generale conclusioni valide solo per quel caso particolare 19. È infatti possibile che l aumento della produzione di beni di lusso possa più che compensare la diminuzione dei beni salario e che quindi si abbia una maggiore produzione lorda nonostante la disponibilità di beni salario sia diminuita; cioè che un numero inferiore di lavoratori possa produrre con l ausilio delle nuove macchine un quantitativo di prodotti nettamente superiore al passato, ma che la spesa ed il godimento di queste merci, per la loro natura, non possa determinare il ripristino del precedente livello della domanda di lavoro. Nel capitolo, inoltre, non viene considerata l ipotesi che il prodotto lordo possa aumentare e che contemporaneamente il fondo salari possa ridursi, nemmeno nella seconda parte, quella meno astratta e dove si accenna alle conseguenze della spesa del reddito netto 20. Al fine di comprendere le differenze nelle analisi di Ricardo e Malthus è importante tenere presente che, quando il secondo guarda alla crescita della produzione, la sua attenzione è rivolta soprattutto all aumento dei beni di lusso e non a quello dei mezzi di sussistenza (la cui domanda è destinata a scemare se molti lavoratori diventano superflui), come si vedrà nella seconda parte del presente lavoro. Ricardo si sentiva vincitore del confronto nelle Notes riguardo al problema del trasferimento perché Malthus ammetteva che la produzione sarebbe aumentata. Come si vede, ciò non è sufficiente per affermare che le macchine non provochino disoccupazione Le modifiche nella seconda edizione dei Principi di Malthus In seguito alle critiche ricevute, nel periodo che va dalla fine del 1820 alla fine del 1822, Malthus intraprese una riscrittura dei Principi, che fu però interrotta e poi ripresa 19 Ricardo affronta anche l eventualità che le macchine vengano introdotte in un settore che produce stoffa, ma l ipotesi è confinata al caso in cui si registri una riduzione della produzione lorda. Egli vuole dimostrare che l effetto ultimo delle macchine si avrà sempre nel settore dei beni di prima necessità. Un progresso tecnico che dovesse determinare una riduzione della domanda di lavoro e di produzione in un settore che crea beni di lusso, a parità di domanda di questi ultimi, provocherebbe un minore domanda di beni di prima necessità in conseguenza del licenziamento dei lavoratori in esubero e una riallocazione di capitale e lavoro dal settore dei beni salario al settore innovativo per mantenere costante quella produzione. Cfr. Ricardo 1821a, pp Va rilevato a margine che anche in questo caso si ipotizza un trasferimento di capitale e lavoro assolutamente indolore. Non è dato sapere quali sarebbero le conseguenze secondo Ricardo di un processo innovativo che aumenti la produzione di beni di lusso, impiegando meno lavoratori. 20 Davis (1989) sottolinea infatti che nella seconda parte del capitolo vengono meno i principi naturalistici che pervadono l opera ricardiana. Ad essere rigorosi, proprio qui, Ricardo ipotizza che il reddito lordo si accresca e che diminuisca la domanda di lavoro ipotizzando l impiego di cavalli (invece delle macchine) nella produzione al posto degli uomini. Anche in questo caso, tuttavia, la produzione lorda consisterebbe di beni di prima necessità (e non di altro tipo) e si creerebbe della disoccupazione solo per via della concorrenza dei cavalli che sottrarrebbero risorse agli uomini.

15 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 17 solo alla fine degli anni 20 per non essere mai portata a termine 21. È importante mettere subito in evidenza che, nell introduzione di Sraffa alle Notes nei Works, si afferma che le modifiche effettuate nei due diversi momenti hanno natura nettamente diversa: le prime sono chiaramente legate al dibattito con Ricardo, le seconde sono parte di una revisione complessiva dell opera 22. Nella seconda edizione dei Principi Malthus ripropone l esempio considerato in precedenza, mantenendo esattamente lo stesso impianto; le modifiche apportate sono poche nella quantità, ma di più difficile valutazione è il loro peso sul significato complessivo della sezione V. Di sicuro i cambiamenti nascono dalle critiche mosse da Ricardo con le Notes, perché sono modificati proprio i passi da lui analizzati, però le variazioni appaiono frettolose e non perfettamente integrate 23. La differenza più importante è che il capitale di non è più l ammontare investito complessivamente, ma solo la parte impiegata per mantenere i lavoratori; allo stesso modo, dopo l utilizzo delle macchine, il capitale di (e che adesso è altrettanto produttivo) è riferito esclusivamente a quello investito nella forza lavoro. Malthus si riferisce quindi esclusivamente al capitale circolante e questo dato è certo perché questa aggiunta è ripetuta due volte 24. Le critiche di Ricardo lo spingono quindi ad essere più preciso nell individuare il meccanismo che conduce alla disoccupazione. Riguardo il capitale fisso non c è alcun riferimento numerico, ma sono aggiunte varie indicazioni. Nella frase in cui affermava che nel trasferimento il capitale subisce delle perdite importanti, infatti Malthus nella seconda edizione inserisce un inciso: di cui una parte deve essere necessariamente fissa (Malthus 1836, p. 307). Questi passi appaiono poco chiari perché l intento di Malthus è di esporre il suo pensiero in modo differente, senza però modificare l impianto complessivo del testo. In questo modo sembrerebbe in un primo tempo che il capitale che si trasferisce è quello impiegato per 21 Come è noto la seconda edizione fu pubblicata postuma nel Si veda la nota di edizione ai Principi in cui le vicende relative alla travagliata stesura dell opera sono efficacemente riassunte. Cfr. Barucci 1972, pp. LXIX-LXXI. Anche l identità del curatore di tale edizione non è certa; per un analisi del problema si veda Pullen Cfr. Sraffa 1951, pp Al contrario, Ricardo, con riferimento al complesso delle Notes, non credeva che i suoi appunti avessero avuto molta influenza. In una lettera a McCulloch scrisse infatti: Mr Malthus [ ] has had my notes ever since the moment you returned them to me, but I fear they have made very little impression on him. [Ricardo 1821b, p. 373] 24 Supponiamo che un certo numero di capitalisti sia solito impiegare ognuno per il lavoro in una manifattura i cui prodotti abbiano un consumo limitato, e che in queste manifatture si introducano macchine le quali, risparmiando lavoro, pongono i capitalisti in grado di soddisfare la domanda di merci esistente, mettendo ognuno un capitale di per l acquisto di lavoro, invece che di (Malthus 1836, p. 307, cors. agg.). Il corsivo riguarda solo le parole che figurano nella seconda edizione e che non sono presenti nella prima. Va rilevato che nella traduzione italiana della seconda edizione che è stata adottata e che riporta rispetto alla prima solo le modificazioni più importanti, questo cambiamento non è segnalato. D altra parte è facile riscontrarlo attraverso il confronto con il testo riportato nelle Notes on Malthus (ovviamente riferito alla sola prima edizione dei Principi di Malthus) o facendo ricorso all edizione critica in lingua originale, dove le parole for labour e in the purchase of labour sono indicate tra parentesi quadre perché risultano aggiunte. Cfr. Malthus 1836, ed. or., VI, p. 282.

16 18 Giuseppe Curreri il lavoro mentre subito dopo si afferma che una parte di questo capitale debba essere fissa. Questa aggiunta probabilmente nasce dalla necessità di spiegare, adesso che le sterline dell esempio sono riferite solo al lavoro, che il trasferimento riguarda anche gli strumenti e che la perdita nasce dalla diminuzione di valore del capitale fisso e si propaga al capitale circolante, come si ipotizzava in precedenza. In ogni caso, il capitale oggetto di trasferimento è per Malthus, in tutto o in parte, capitale circolante e, poiché la perdita interessa anche questa componente, l occupazione dovrà diminuire. Ricardo, invece, nelle Notes aveva affermato che i fondi che occupano i lavoratori non avrebbero subìto variazioni per effetto del trasferimento. Vi è poi l aggiunta integrale di una frase assente nella prima edizione: Il venir meno dell utilità del vecchio capitale fisso costituirebbe subito una perdita di reddito rispetto all ammontare precedente di redditi e di profitti su di esso. (Malthus 1836, p. 307). Qui non vi è dubbio che il riferimento sia al capitale fisso utilizzato prima dell innovazione, ma è un capitale che, a mio parere, nulla ha a che fare con quello che si trasferisce, dal momento che sembra aver perso ogni tipo di utilità. Probabilmente Malthus intendeva, dopo le osservazioni di Ricardo che riferivano la perdita al solo capitale fisso, estremizzare la sua ipotesi per sgombrare il campo da ogni equivoco e dimostrare che, al di là dei vecchi strumenti, i quali, dopo l adozione della nuova macchina, sarebbero divenuti senz altro inservibili, il trasferimento e la parziale diminuzione vanno attribuiti anche al capitale circolante. C è qualcosa che invece viene meno rispetto alla prima edizione ed è l affermazione che il capitale complessivo, pur diminuito, possa originare una produzione superiore. Come si è visto, proprio su questa affermazione Ricardo aveva puntato sulle Notes per criticare l eventualità di disoccupazione proposta da Malthus, affermando il principio del legame produzione-occupazione. Non si vede perché Malthus elimini questa affermazione senza rimpiazzarla in alcun modo e senza esprimersi chiaramente sulla variazione complessiva subita dalla produzione aggregata. D altra parte, in modo significativo, nella frase in cui si affermava che la capacità del capitale di occupare lo stesso numero di lavoratori sarebbe dipesa dalla possibilità ritirare e reinvestire i capitali senza perdita di valore, ora si parla della capacità del capitale e del reddito. Ciò dimostra che Malthus tiene conto degli effetti delle merci prodotte in più ed infatti, tanto nel 1820 quanto nel 1836, premette che ciò che afferma è valido solo se non viene aumentato il numero di lavoratori improduttivi. Se, come si è visto, quanto affermato nel 1820 regge benissimo anche nell ipotesi di aumento delle merci prodotte, non vi era motivo di cancellare quella frase, anzi era semmai il caso di ribadire il concetto per rispondere alle critiche mossegli. Forse l eliminazione di quella considerazione, inserita semplicemente in un inciso, preludeva ad una trattazione più ampia della questione. Va infatti sempre ricordato che Malthus non ebbe mai modo di completare la seconda edizione ed è possibile che avesse intenzione di dedicare successivamente alla sezione V maggiore attenzione, inserendo momentaneamente delle modificazioni da sistemare in seguito. Un aggiunta rilevante è un passo in cui Malthus giudica difficile che il trasferimento dei capitali non comporti un profitto minore. Hollander (1997, p. 569) afferma che questa aggiunta implica una visione più negativa rispetto al A mio parere è possibile andare oltre e considerare questa aggiunta un vero e proprio cambiamento di idea,

17 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 19 poiché nella sezione VIII della prima edizione, proprio con riferimento ad una ipotesi identica veniva affermato: Anche quando la natura della merce non consente che con una riduzione di prezzo il mercato si espanda, cosa che accade molto di rado, tuttavia il capitale e il lavoro, che in questo caso saranno privati dell occupazione, in un paese ricco di iniziative e di commerci, troveranno in generale altri sbocchi ai quali indirizzarsi, con profitti tali da sostenere, e spesso più che sostenere, il valore del reddito nazionale. (Malthus 1820, p. 431). È chiaro da queste parole come nel 1820 il problema del trasferimento e dell impiego di capitale in un settore diverso viene valutato assolutamente privo di complicazioni. L intero capoverso che contiene questa frase viene cancellato nella seconda edizione in modo perfettamente coerente con la modifica nella sezione V. Malthus avverte anche di non sopravvalutare la portata di questa valutazione negativa, perché si rimane sempre all interno di un esempio peculiare che raramente si presenta nella realtà, dove generalmente il ribasso del prezzo determina un forte aumento della domanda 25. L accento posto sulla variazione del valore (rimasto immutato rispetto alla prima edizione) induce a pensare che queste modifiche siano state apportate prima di ripensare e riscrivere la sezione III del quarto capitolo sulla domanda di lavoro. L impressione è che Malthus apponga questi cambiamenti nei primi anni 20, in una fase di transizione in cui si è già reso conto dei problemi legati alle affermazioni della prima edizione (soprattutto in connessione con la sua idea di domanda di lavoro), ma non ne ha ancora trovato la soluzione. Pur continuando a ragionare in termini di valore della produzione complessiva, si rende conto che questo punto di riferimento non è in grado di registrare in ogni caso le variazioni del livello di occupazione. La riscrittura della sezione dedicata alla domanda di lavoro appartiene probabilmente ad un periodo successivo, dopo una riflessione che lo induce a mettere in discussione i principi esposti nella prima edizione. È verosimile che se Malthus avesse avuto modo di completare il lavoro, avrebbe poi riveduto anche questi passaggi in accordo con le sue nuove teorie Accumulazione e insufficienza di domanda Macchine e sovrapproduzione in Malthus In questa sezione, sempre con il riferimento della sezione V del capitolo sulla ricchezza nei Principi di Malthus, si esamina il caso in cui la domanda dei beni prodotti grazie al progresso tecnologico è rigida, per cui la maggiore produzione non trova sbocco sul mercato. Per comprendere l effetto dell accumulazione di capitale sulla domanda di lavoro nel caso di sovrapproduzione, come è descritta nel capitolo sulla ricchezza, è opportuno compiere un passo indietro allo scopo di comprendere l evoluzione del pensiero di Malthus. 25 Malthus lo ribadisce anche nella prosecuzione del pezzo aggiunto nella seconda edizione. Cfr. Malthus 1836, pp

18 20 Giuseppe Curreri È interessante notare che nel 1815, in una lettera a Ricardo, Malthus espone il concetto di ingorgo generale, senza nessun riferimento a conseguenze negative sulla domanda di lavoro. Al contrario, Malthus descrive la possibilità che una maggiore capacità di produrre, accoppiata ad un basso ritmo di crescita della popolazione, determini un aumento dei salari reali e che i lavoratori possano innalzare il loro tenore di vita pur dedicando meno tempo all attività lavorativa. Se solo i lavoratori beneficiassero dei guadagni di produttività - egli obietta nei confronti di Ricardo - la facilità di produzione non accrescerebbe il saggio di profitto, ma al contrario tenderebbe a ridurlo, soprattutto se non si trovassero nuovi canali di commercio, nuovi sbocchi 26. Va rilevato che qui il progresso immaginato non è generico, ma specifico del settore agricolo e questo aspetto determina ripercussioni differenti, come si vedrà successivamente. Inoltre, è utile accennare alle conseguenze sul processo di accumulazione di un blocco nella disponibilità al consumo. Per Malthus è un punto fermo che la domanda di coloro che sono impiegati produttivamente non possa mai essere un movente sufficiente a mettere in moto il processo di accumulazione 27. Quando, per ipotesi, il consumo improduttivo espresso da capitalisti e proprietari fondiari non potesse più espandersi, le merci domandate da queste categorie diminuirebbero di valore per la legge della domanda e dell offerta. Se la remunerazione dei lavoratori è ferma, mentre il prezzo al quale viene venduto il prodotto finale scende, i profitti si comprimerebbero fino a bloccare l accumulazione di capitale. Nella sezione V, dopo avere discusso il caso analizzato nella precedente paragrafo, Malthus introduce l analisi della sovrapproduzione, affermando di esaminare un altra ipotesi per osservare in pratica il principio (Malthus 1820a, p. 372); in realtà più che approfondire il principio precedentemente esposto, l attenzione è posta su problematiche alquanto differenti. Qui non si ipotizza più soltanto che la domanda settoriale non cresca abbastanza, si studiano gli scompensi creati dalle macchine quando la domanda globale rimane costante. Come si vedrà, qui la disoccupazione nasce dalla maggiore produttività del lavoro a parità di produzione. Per esplicitare la problematica viene supposto che, per effetto delle nuove tecniche, sia possibile produrre tutte quelle merci ottenute ora in patria con un terzo del lavoro oggi impiegato (Malthus 1836, p. 308). Si suppone che in assenza di una crescita delle esportazioni, la conseguenza sarebbe la creazione di una massa di disoccupati 28. Non ci 26 Cfr. Malthus Questa prima visione di Malthus non è molto distante da quella di Ricardo. Quest ultimo obietta solo che se la popolazione (e l offerta di lavoro) cresce, in realtà i salari non tenderanno ad aumentare comprimendo i profitti e che quindi le difficoltà nascono dalle caratteristiche del mercato del lavoro e non dalla facilità di produzione (cfr. Ricardo 1815, p. 228). 27 Cfr. Malthus 1820, p Un aspetto che Malthus non chiarisce in questo esempio semplificato è il ruolo giocato dai mezzi di sussistenza. Se con l espressione tutte le merci prodotte oggi in patria fossero compresi anche i beni di prima necessità, ci sarebbero tutte le condizioni per mantenere la stessa popolazione di prima, almeno secondo la definizione di domanda di lavoro del Se invece il riferimento fosse solo a quei beni che costituiscono il prodotto netto di un paese, la disoccupazione potrebbe teoricamente superare i 2/3 della popolazione precedentemente attiva, perché, oltre che dalla maggiore produttività del lavoro, la domanda di lavoro sarebbe diminuita dalla minore domanda di beni da parte dei lavoratori superflui.

19 Il dibattito Malthus-Ricardo sulle macchine 21 si occupa più, quindi, di un singolo settore, dove la domanda può crescere o meno, ma dell intera economia e delle conseguenze che implicherebbe un progresso tecnico generalizzato. L idea di Malthus è che, se non fosse possibile attraverso il commercio internazionale l acquisto di merci rare e particolarmente appetibili, verrebbe meno l incentivo a produrre di più e quindi sarebbe anche fortemente ostacolato il riassorbimento dei lavoratori ormai superflui. Secondo il suo ragionamento, organizzare la produzione di un ammontare superiore di beni comporta uno sforzo che ciascuno è disposto a sopportare solo se si aspetta di essere più che compensato dello sforzo sostenuto. Nel momento in cui tutto ciò di cui si ha bisogno dovesse costare solo un terzo di quello che si è abituati a pagare, è ipotizzabile che ci si accontenti di lavorare di meno, anziché ottenere beni via via meno necessari. Se così fosse, parte del capitale precedentemente impiegato sarebbe superflua, così come sovrabbondante diverrebbe un certo numero di lavoratori. Un altra conseguenza sarebbe quella di non sfruttare appieno le potenzialità di crescita del sistema e di attestarsi ad un livello di reddito effettivo inferiore a quello potenziale. È vero secondo Malthus che è sempre possibile comprare tutto ciò che può essere prodotto, ma non sempre c è la volontà di lavorare per acquistarlo. Ecco come si spiega tutto l accento che Malthus pone sull importanza del commercio estero: la possibilità di procurarsi merci non disponibili sul mercato interno agisce come stimolo sulla domanda, determinando in questo modo la crescita del reddito interno complessivo. Si presuppone che all interno del paese si abbiano le conoscenze, le condizioni ambientali e tutto quanto altro richiesto per ottenere un numero determinato di prodotti; inoltre che per questi beni si sia raggiunta la disponibilità desiderata da parte di coloro che detengono potere d acquisto. Sotto queste condizioni, secondo Malthus, anche quando esistesse una domanda potenziale, questa non sarebbe espressa fino a quando non potessero essere ottenute delle merci più desiderabili. In fondo, si tratta di qualcosa di simile alla distinzione che si fa oggi riguardo le innovazioni di prodotto e quelle di processo: mentre le prime, creando domanda aggiuntiva non provocano disoccupazione ma crescita della produzione, le seconde, determinando esclusivamente un effetto sostitutivo risultano molto più dannose. Malthus non riteneva che nel breve periodo nuovi prodotti potessero essere fabbricati all interno, ma aveva ben chiaro lo stimolo che poteva derivare da prodotti diversi da quelli disponibili in commercio, in questo caso attraverso il commercio internazionale Il processo di accumulazione nelle Notes Nelle Notes Ricardo critica innanzitutto l impostazione sull accumulazione in generale (sezione III del capitolo sull aumento della ricchezza), perché, a differenza di quanto afferma Malthus, a suo avviso la creazione di nuovo capitale è destinata a proseguire fino a quando sussiste un sovrappiù, cioè fino a quando l estensione della produzione su terreni meno fertili non porti a zero i profitti marginali (o, nel breve periodo, fino al punto in cui i salari comprimono la quota dei profitti). Se nel mercato dei beni di consumo non vi fosse spazio per le merci prodotte in virtù dell estensione dell accumulazio-

20 22 Giuseppe Curreri ne, potrebbe comunque essere aumentata la produzione di grano, utilizzando questa eccedenza per dare occupazione a nuovi lavoratori produttivi. Nella Nota 196 si ha proprio l affermazione dell eventualità di una accumulazione continua, in cui il capitalista espande la produzione allo scopo di accrescere il numero di lavoratori alle sue dipendenze. L idea di Ricardo, in contrapposizione a Malthus, quindi, è che l eccesso di offerta rispetto alla domanda non causi l interruzione dell accumulazione ma la perpetui, dando luogo ad un aumento ripetuto della domanda di lavoro, con vantaggio per i salariati 29. Ne consegue, ed è possibile dedurlo da vari passaggi, che per Ricardo la sovrapproduzione debba prima o poi sfociare in una crescita dei salari reali 30. A questo proposito, Graziani distingue in Ricardo due tipologie di accumulazione. La prima accresce la domanda di lavoro e di conseguenza provoca un aumento dei salari reali e della domanda di beni; in questo caso non vi saranno problemi di glut, ma l aumento delle remunerazioni dei lavoratori tenderà a deprimere il saggio di profitto. La seconda modalità prevede un accumulazione a bassa intensità di lavoro che, accrescendo l offerta complessiva in presenza di una domanda di beni stabile, potrebbe creare problemi di ristagno 31. Se è vero che in Ricardo l ingorgo generale di merci si ripercuote in una crescita dei salari reali, la seconda ipotesi finirebbe per avere le stesse conseguenze dell accumulazione del primo tipo. D altra parte, in altri passaggi sembra che, per Ricardo, se i beni non sono richiesti, non saranno nemmeno prodotti e ciò in base all ipotesi per cui il capitalista sembrerebbe scontare in anticipo la domanda di mercato 32. Si tratta, da un lato, di un ipotesi eroica, come sottolinea lo stesso Graziani, dall altro (ed è quello che più importa ai fini di questa discussione), se si ammette che la produzione possa rimanere stazionaria o aumentare solo debolmente, non è chiaro perché Ricardo non debba concedere a Malthus che ciò possa avere conseguenze negative sul piano occupazionale. Se l accumulazione e la produzione di nuovi beni si arrestassero in assenza di prospettive di consumo, accrescimenti della produttività del lavoro che avvenissero in questo contesto tenderebbero a diminuire l occupazione. 29 Cfr. Ricardo 1820a, pp Ad esempio viene detto: È perfettamente vero che può esservi una tale abbondanza di merci rispetto al lavoro, da far cadere il loro valore, espresso in lavoro, a tal punto da non esservi più alcun incentivo alla loro ulteriore produzione. In questo caso il lavoro potrà disporre di una grande quantità di merci. È quello che Malthus nega successivamente. [ ] Ma quale sarà la condizione del lavoratore? Sarà forse miserabile? (Ricardo 1820a, p. 329). In questa citazione vale la pena di notare che Ricardo preannuncia l idea di Malthus esposta nella sezione V, secondo la quale un eccessiva accumulazione di capitale può essere dannosa per i salariati e lo fa ravvisando una contraddizione rispetto al pensiero qui esposto. 31 Cfr. Graziani 1980, pp. XXX-XXXI. 32 Noi non diciamo che le merci verranno prodotte in qualunque caso, ma se vengono prodotte noi sosteniamo che vi sarà sempre qualcuno disposto e in grado di consumarle, o in altre parole ve ne sarà domanda. (Ricardo 1820a, p. 335). Per Graziani, con questa affermazione, Ricardo salva la legge di Say perché così è l offerta a diminuire prima della domanda, cioè è la minore disponibilità di risparmio che blocca gli investimenti; d altra parte ciò equivale ad affermare che i capitalisti accumulino in base ai loro consumi futuri, eliminando ogni distinzione tra la figura del capitalista e quella del consumatore.

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