Strumenti finanziari per lo sviluppo delle imprese: i MINIBOND Chiara Venezia

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1 Strumenti finanziari per lo sviluppo delle imprese: i MINIBOND Chiara Venezia Prato, 14 maggio 2015

2 Lo scenario Il contesto italiano si caratterizza per una diffusa sottocapitalizzazione delle imprese, che, con riferimento alla struttura finanziaria, a differenza del contesto internazionale, risultano fortemente dipendenti dal canale bancario. Le imprese italiane presentano un incidenza dei prestiti bancari molto più elevata rispetto agli altri paesi industrializzati (70%). Capitalizzazione delle imprese Italia vs altri stati Finanziamenti bancari alle imprese Area Euro Italia 2 * Fonte: Banca d Italia per l Italia; BCE per i paesi dell area dell euro; Banca d Inghilterra per il Regno Unito; Federal Reserve System per gli Stati Uniti

3 L evoluzione normativa L attuale congiuntura ha determinato una progressiva contrazione dei finanziamenti bancari alle imprese dovuta agli stringenti ratios patrimoniali imposti dalle normative regolamentari comunitarie e, contestualmente, le imprese manifestano sempre più impellente necessità di supporto gestionale e finanziario alla crescita (capitale circolante e investimenti). Per far fronte al peggioramento delle condizioni di accesso al credito, nell estate del 2012, il Governo ha previsto, tra le misure per la crescita, anche degli interventi specifici per ampliare gli strumenti di finanziamento a disposizione delle PMI con l obiettivo di rafforzare la struttura finanziaria delle imprese e ridurre la loro dipendenza dal canale bancario. In particolare, con il Decreto Sviluppo, il Decreto Sviluppo Bis e successivamente con il Decreto Destinazione Italia è stata ridisegnata la disciplina relativa a: CAMBIALI FINANZIARIE titoli di credito all ordine emessi in serie ed aventi una scadenza non inferiore ad un mese e non superiore a trentasei mesi dalla data di emissione. STRUMENTI GIA ESISTENTI ModificatI ed integrati con i suddetti interventi normativi OBBLIGAZIONI A MEDIO-LUNGO TERMINE (I MINI-BOND) 3

4 A chi sono rivolti i mini-bond Requisiti minimi (legge) per l emissione: Rispetto dei parametri dimensionali in termini di fatturato e numero di dipendenti esclusione di microimprese: imprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato o bilancio annuo non superiori a 2 milioni di Euro; Congruità della forma giuridica: società o enti (ad es. società di capitali, società cooperative, mutue assicuratrici) non classificabili come micro-imprese e diverse dalle banche; Ultimo bilancio d esercizio certificato. Altre caratteristiche minime generalmente richieste dai sottoscrittori di strumenti di debito: 1. Situazione good standing (assenza di procedure concorsuali in atto o in procinto di essere dichiarate); 2. Aziende con un piano di sviluppo da finanziare tramite l emissione, preferibilmente vocato all internazionalizzazione; 4. Ebitda positivo; 5. Indebitamento sostenibile; 6. Nessuna restrizione settoriale. 4

5 Perché emettere uno strumento di debito? I vantaggi derivanti dalle modifiche normative Fiscali Visibilità, liquidità se strumenti quotati No segnalazione in centrale rischi Eliminazione limiti dimensionali Titoli generalmete unsecured Deducibilità interessi Deducibilità spese emissione Esenzione ritenuta alla fonte ExtraMOT PRO listing fee ridotte (Euro 2.500), bassi costi di compliance Procedura di quotazione snella Prezzo di riferimento A differenza del prestito bancario Estensione della possibilità di emettere obbligazioni superiori al doppio del patrimonio netto (strumenti quotati). Non si escludono garanzie reali (tra cui beni mobili); Flessibilità strumento vs struttura finanziaria esistente. 5

6 I mini-bond: aspetti fiscali Con il Decreto Sviluppo è stato introdotto un regime fiscale per le società non quotate omogeneo con quello delle società quotate; pertanto : Interessi passivi su strumenti di debito Ritenuta alla fonte su interessi e proventi Regime fiscale ordinario delle emissioni Equiparazione tra tutte le differenti tipologie di strumenti di credito, che si declina: 1. per i titoli quotati in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, nella deducibilità completa ai fini IRES sino a concorrenza del monte interessi attivi e per l eccedenza nei limiti del 30% dell Ebitda risultante dall ultimo bilancio approvato; 2. per i titoli non quotati in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, gli interessi passivi sono deducibili ai fini IRES, nei limiti del 30% dell Ebitda, se a) i titoli sono detenuti da investitori qualificati; b) tali investitori non detengono, direttamente o indirettamente, più del 2% del capitale o del patrimonio della società emittente; c) il beneficiario effettivo dei proventi è residente in Italia o in territori che consentano un adeguato scambio di informazioni. Esenzione dall obbligo di ritenuta su interessi e proventi ex art. 26 D.P.R. 600/1973 per strumenti quotati. Esenzione estesa anche a strumenti non quotati dal d.l. 23 dicembre 2013, n. 145 («Destinazione Italia»-convertito in Legge) qualora sottoscritti da fondi chiusi «dedicati» riservati a investitori qualificati. D.l. «Destinazione Italia» Estensione del regime fiscale agevolato dell imposta sostitutiva (regime opzionale) -precedentemente accordato solo ai finanziamenti bancari alle emissioni di obbligazioni e alle garanzie accessorie. Imposta dello 0,25% da calcolarsi sul valore delle obbligazioni Spese emissione Deducibilità completa ai fini IRES nell esercizio in cui sostenute. 6

7 Processo di investimento * Credit Rating Agency 7

8 Gli investitori: i fondi di private debt I fondi di investimento (fondi di private debt) A partire dal secondo trimestre 2013 sono state annunciate alcune iniziative, promosse principalmente da banche e SGR italiane, volte alla creazione di veicoli di investimento dedicati, nella forma di fondi mobiliari chiusi riservati. Le iniziative censite ammontano a circa 35. La politica di investimento dei fondi di private debt La tipologia degli strumenti target riguarda in prevalenza obbligazioni societarie, cambiali finanziarie e titoli similari. Non mancano iniziative che rivolgono attenzione a strumenti di debito ibrido e convertibile. La raccolta Gli obiettivi di raccolta sono compresi tra i 50 e 200 milioni di euro. Alcune iniziative, avendo ottenuto le necessarie autorizzazioni, hanno già iniziato il fund raising e, in alcuni, seppur pochi, casi, hanno già effettuato il primo closing. Fondamentale risulta essere l acquisizione delle quote dei fondi da parte degli investitori istituzionali (fondi pensione e compagnie assicurative) sia domestici che internazionali. 8

9 Il fondo Antares AZ I Che cos è? Antares AZ I è un fondo d investimento mobiliare chiuso riservato a Investitori Qualificati gestito da Futurimpresa SGR, sviluppato nell ambito dell iniziativa del Gruppo Azimut LiberaImpresa. Chi sono in promotori del Fondo il Gruppo Azimut: leader italiano indipendente nell asset management; Team di investimento formato da un gruppo di professionisti con esperienze professionali complementari riuniti dal management team di Antares Private Equity. Caratteristiche Le principali caratteristiche del Fondo consistono nella completa indipendenza di entrambi i promotori dal sistema bancario e da gruppi assicurativi Obiettivi cogliere l opportunità derivante dalle modifiche normative riguardanti l emissione di corporate bond da parte delle PMI italiane e della progressiva disintermediazione creditizia; offrire uno strumento flessibile per il finanziamento delle PMI; un prodotto di investimento coerente con le esigenze degli investitori istituzionali che si trovano a fronteggiare rendimenti obbligazionari associati ai tradizionali OICR vicini allo 0. 9

10 Il fondo Antares AZ I In che strumenti investe obbligazioni non quotate e da quotare (in via principale minibond) anche di natura partecipativa e subordinate; altre tipologie di finanziamento, quali finanziamenti M/L termine, anticipazioni a fronte di cessione di crediti, cambiali finanziarie etc; strumenti ibridi (opzioni quali warrant, equity kicker etc.); obbligazioni a supporto di operazioni di leveraged buy-out. In che strumenti investe prevalentemente di scopo in PMI italiane con: fatturato consolidato fino a Euro 500 milioni; indebitamento sostenibile; business plan sostenibile, preferibilmente con focus su internazionalizzazione Nessuna applicazione rigida di ratio finanziari: analisi fondamentale della target. Strategia e caratteristic he degli investimenti Strategia: preferibilmente buy & hold, holding period medio 4 anni, dimensione media Euro 6-8 milioni. Esclusione high yield bond quotati e portafogli di crediti esistenti. Settori: fondo generalista con esclusione di società immobiliari, finanziarie e industrie non etiche. Esclusione società distressed e start-up. Possibilità di beneficiare di garanzie reali e non e dal sistema di garanzie di parti terze. 10

11 Il fondo Antares AZ I Totale indipendenza Schema di partnership Azimut Antares: reputation e know-how in tema di gestione di fondi di investimento + competenze specifiche (interpretazione nuova asset class - multidisciplinarietà) Complementarietà competenze del team: analisi recovery/upside (recovery tipo ristrutturazione / upside da equity tipo PE warrant etc); gestione attiva sia durante la crescita sia in eventuale situazione di ristrutturazione; conoscenza PMI. Modello di business e di analisi: strutturazione taylor made e multi-prodotto vs metriche fisse; attenuazione correlazione rating pricing (non ci basiamo solo sul rating come fanno le banche). Processo decisionale: indipendente nessuna relazione pregressa e/o in essere (nessuna conflitto di interesse/cross selling); clean book e no consolidamento rischi (analisi singolo progetto) (portafoglio nuovo si parte da 0) Relazione con imprese target: medesimo interlocutore per tutta la durata dell investimento; convergenza sul medio-lungo termine; linguaggio anche industriale. 11

12 Lo scenario Alcuni dati sul mercato (03/ /2014) 96 emissioni: 86 quotati su ExtraMOT PRO (tra cui 7 cambiali finanziarie) 6 quotati su altri mercati e 4 non quotati; 43 emissioni effettuate da PMI (assenti dal mercato fino a giugno 2013), 53 da grandi imprese. 86 società, di cui 34 PMI (39,5%) Controvalore: Euro 5,7 miliardi, di cui 336,5 riferibili a PMI. Controvalore Euro 4.6 miliardi 79 società (di cui 32 (33.3% con rating) Scadenza media: 5 anni; cedola media: 6,14%; emissioni prevalentemente bullet 12

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