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Quadro generale Nelle ultime settimane i mercati sono stati nuovamente caratterizzati da un moderato incremento dell avversione al rischio e da una conseguente contrazione della classi di attività più rischiose, determinata principalmente dalla complessa evoluzione della situazione dell area Euro e dall esito delle elezioni presidenziali statunitensi. In Europa, infatti, i problemi relativi alla Grecia hanno messo nuovamente in evidenza le divisioni e la scarsa unità di intenti tra i diversi paesi: l analisi svolta congiuntamente dal FMI, Unione Europea e BCE ha confermato l incapacità del governo di Atene di raggiungere gli obiettivi previsti (nonostante le ulteriore misure fiscali restrittive approvate) e la necessità di prevedere tempi più lunghi e, di conseguenza, maggiori risorse. Oltre a questo, un aspetto ancora più importante riguarda la sostenibilità del debito greco nel lungo periodo, e cioè un punto fondamentale per garantire il rinnovo dell impegno del FMI: le stime iniziali prevedevano un livello di debito pari al 120% del PIL nel 2020 ma le attese, riviste alla luce di quanto fatto sino ad ora e della profonda recessione dell economia ellenica, sono ora prossima al 135%. Mettendo da parte tutte le considerazioni riguardo il senso e l attendibilità di previsioni su un orizzonte temporale di medio lungo periodo, il problema fondamentale è l insufficienza delle misure previste e la necessità di una significativa riduzione ulteriore del debito greco in tempi brevi: le soluzioni non sono molte e soprattutto non sono condivise. La risposta più tradizionale sarebbe quella di un ulteriore ristrutturazione (insolvenza) del debito greco che però, alla luce di quanto già fatto relativamente al debito detenuto dai privati, dovrebbe riguardare i titoli nelle mani di investitori pubblici, di fatto la BCE, sino ad ora esclusi da qualsiasi tipo di intervento: ovviamente questa soluzione è sostenuta dal FMI ma apertamente respinta dalla BCE e dai pesi europei, poiché rappresenterebbe un aiuto della Banca Centrale ad un singolo stato, una violazione del Trattati, un deterioramento del bilancio della stessa BCE ed un pericoloso precedente (o, più semplicemente, una forma di mutualizzazione del debito). Tutte le proposta alternative, le quali comprendono una riduzione degli interessi sui prestiti concessi dall UE alla Grecia, un allungamento delle scadenze, un possibile riacquisto di titoli finanziato dal fondo salva-stati ad un ulteriore ristrutturazione del debito privato, non sembrano sufficienti per garantire una maggiore sostenibilità delle finanze pubbliche greche nel medio e lungo periodo. L esito delle trattative in corso, però, difficilmente sarà definitivo ma rappresenterà molto più probabilmente, un ennesimo compromesso utile a guadagnare ancora qualche mese, segnando contemporaneamente una pericolosa divergenza di interessi tra il FMI e l Unione Europea. Un secondo importante elemento di incertezza attuale e futura nell area Euro è l evoluzione della situazione spagnola: l effetto positivo dell intervento della BCE della scorsa estate, infatti, ha permesso al governo di Madrid di beneficiare di una significativa riduzione dei tassi di interesse e di portare a termine le aste di titolo di Stato necessarie a soddisfare il fabbisogno per l anno in corso. L evoluzione del quadro economico e finanziario rimane, però, significativamente negativa e potrebbe avere conseguenze importanti nel breve e medio periodo: la contrazione dell economia iberica, infatti, è stata pesantemente negativa ma sarebbe stata ancora peggio se il governo avesse realizzato in pieno le misure fiscali restrittive previste; gli interventi sono stati meno pesanti ma, di conseguenza, il debito nel 2012 sarà prossimo al 6% del PIL, decisamente superiore rispetto agli obiettivi, ed il miglioramento atteso nel 2013 inferiore alle aspettative iniziali.

Inoltre, l applicazione nel corso del prossimo anno delle misure rinviate oggi determinerà un peggioramento ulteriore del quadro macroeconomico, accompagnato da un incremento delle necessità di finanziamento del Tesoro spagnolo, gravato dalle necessità ricapitalizzazione del sistema bancario (non possibile direttamente attraverso l ESM in assenza di un accordo sulla supervisione bancaria europea) e dall impossibilità delle regioni iberiche di accedere autonomamente al mercato dei capitali. Nonostante il deciso miglioramento del livello dei tassi di interesse degli ultimi mesi, quindi, i problemi rimangono ancora i medesimi e potranno rappresentare nuovamente una causa di avversione al rischio e volatilità nel prossimo futuro, soprattutto in relazione a due possibili eventi: la richiesta di aiuto della Spagna al fondo salva-stati, con conseguente eventuale intervento delle BCE, e l ulteriore riduzione del merito di credito dei titoli di Stato iberici sotto il livello investment grade, con conseguente uscita dagli indici e possibili pesanti flussi di vendita. Difficilmente questo avverrà entro la fine dell anno, poiché la Spagna ha soddisfatto completamente le sue esigenze di finanziamento per il 2012, ma le probabilità che ciò si verifichi nei primi mesi del 2013 sono elevate e sarà dunque importante valutarne le possibili conseguenze sull intera area Euro. Elementi di incertezza, sebbene in una situazione ancora relativamente positiva, pesano anche su Italia e Francia: nel primo caso gli ultimi mesi hanno segnato una crescente differenziazione rispetto ai problemi della Spagna e dei paesi periferici europei in generale, riflettendo anche i buoni risultato in termini di riduzione del conseguiti negli ultimi mesi, ma rischi importanti sono legati alla reazione rispetto ad un ulteriore peggioramento delle vicende iberiche e, soprattutto, all esito delle prossime elezioni politiche. La Francia, invece, ha subito un recente downgrade del proprio debito da parte di Moody s, il quale segnala la necessità di un crescente controllo della dinamica del debito pubblico e potrebbe avere conseguenze importanti anche rispetto alle capacità di finanziamento del fondo salva-stati, della quale la Francia è il secondo maggiore contributore. Il quadro macroeconomico europeo, intanto, appare ulteriormente deteriorato negli ultimi mesi: soltanto Germania e Francia hanno conseguito una crescita, molto moderata, del PIL nel terzo trimestre dell anno, in un contesto di recessione o stagnazione ormai comune a tutti gli altri paesi. Le rilevazioni relative ai principali indicatori di economia reale tedeschi nel mese di settembre, inoltre, sono tutte pesantemente negative, con una riduzione significativa delle produzione industriale, degli ordini di fabbrica e delle esportazioni, ed una fase di contrazione anche dell economia tedesca nell ultimo trimestre dell anno appare quasi inevitabile. Negli Stati Uniti le ultime settimane sono state caratterizzate dalla conclusione della campagna elettorale presidenziale e dalla reazione all esito delle elezioni, favorevoli al Presidente uscente Barack Obama ma confermando una sostanziale divisione all interno del Congresso. Il risultato ha avuto conseguenze moderatamente negative per il mercato azionario e positive per quello obbligazionario nel brevissimo periodo, riflettendo le posizioni democratiche sui due temi più importanti riguardo l economia statunitense: il cosiddetto fiscal cliff e la politica espansiva della Federal Reserve. Rispetto alla necessità di rimodulare gli incentivi fiscali in scadenza all inizio del prossimo anno ed individuare una credibile politica di riduzione del debito pubblico, le intenzioni del Presidente Obama sono quelle di non rinnovare le misure a favore dei ceti più elevati ma di individuare una combinazione di tagli alla spesa e stimolo fiscale per i redditi più bassi, contrapponendosi alla conferma della situazione attuale e maggiori tagli alla spesa proposte dai repubblicani. Relativamente alle scelte della Fed, invece, l attuale Amministrazione ha sempre dimostrato di appoggiare in pieno la politica monetaria di Bernanke e le diverse iniziative di QE, criticate invece da Romney, e questo dovrebbe permettere alla Banca Centrale statunitense di proseguire nel suo impegno a garantire tassi di interesse contenuti sulle diverse scadenze.

Indipendentemente dalla reazione dei mercati nel breve periodo, però, le soluzioni effettive deriveranno dal compromesso politico tra i due partiti, soprattutto alla luce della mancanza di una maggioranza omogenea nei due rami del Congresso: trovare un equilibrio tra l esigenza di riduzione del debito e la necessità di un rinnovato stimolo fiscale alla crescita sarà un sfida non semplice ma fondamentale per gli Stati Uniti nel definire le prospettive di crescita nel medio e lungo periodo. La trattativa sarà presumibilmente lunga e complessa, e questo potrà pesare sulla volatilità e la debolezza del mercato azionario statunitense nelle prossima settimane, ma le prospettive per una soluzione efficace e sostenibile sono relativamente positive, anche alla luce del condizioni favorevoli create dalla Fed e dall evoluzione moderatamente positiva del quadro macroeconomico, caratterizzato da un graduale miglioramento del mercato immobiliare e da un persistente incremento del reddito disponibile. Segnali positivi arrivano anche dalle economie dei mercati emergenti, dove il rallentamento degli ultimi mesi appare un calo fisiologico all interno di un trend ancora crescente piuttosto che un inversione di tendenza: l ampio spazio delle politiche fiscali e monetarie a supporto della crescita e l incredibile spinta demografica saranno ancora elementi in grado di alimentare tassi di sviluppo elevati nel medio periodo. La necessità e l interesse in molti di questi paesi, però, di indirizzare lo sviluppo a favore della propria domanda interna, e non soltanto delle esportazioni, potrebbe modificare l interazione ed il contributo delle economie emergenti alla crescita nei paesi sviluppati e rappresenta un fattore importante nella valutazione delle prospettive globali, le quali rimangono in ogni caso moderatamente positive nel medio periodo, ad eccezione dell Europa, nonostante diversi fattori di volatilità ed incertezza potrebbero pesare nel breve periodo.

Macroeconomic Data Euro Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 8-nov EC BCE Annuncio tassi NOV 0.75% 0.75% 0.75% 14-nov EC Produzione industriale area Euro m/m SET -2.0% -2.5% 0.6% 9-nov FR Produzione industriale m/m SET -1.0% -2.7% 1.5% 7-nov GE Produzione industriale m/m SET -0.7% -1.8% -0.5% 9-nov IT Produzione industriale m/m SET -1.6% -1.5% 1.7% 8-nov GE Esportazioni m/m SET -1.5% -2.5% 2.4% 6-nov GE Ordini di fabbrica SET -0.4% -3.3% -1.3% 31-ott GE Vendite al dettaglio m/m SET 0.3% 1.5% 0.3% 7-nov EC Vendite al dettaglio m/m SET -0.1% -0.2% 0.1% 19-nov IT Ordini Industriali m/m SET -1.0% -4.0% 0.7% 25-ott IT Vendite al dettaglio m/m AUG -0.2% 0.0% -0.2% 31-ott EC Disoccupazione SET 11.5% 11.6% 11.4% 15-nov SP PIL t/t 3T -0.3% -0.3% -0.3% 15-nov FR PIL t/t 3T 0.0% 0.2% 0.0% 15-nov GE PIL t/t 3T 0.1% 0.2% 0.3% 15-nov IT PIL t/t 3T -0.5% -0.2% -0.8% 15/11 EU PIL t/t 3T -0.1% -0.1% -0.2% In Europa, i dati macroeconomici confermano la recessione in atto: nel terzo trimestre, il PIL aggregato del terzo trimestre si è ridotto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente; al deterioramento dell economia reale nei paesi periferici si è ormai aggiunta una crescita anemica dei paesi più solidi, Francia e Germania in particolare, che penalizza la dinamica dell intera area. Prosegue la fase di recessione dei paesi periferici e permangono anche i segnali di flessione delle economie più solide mostrati a partire dai mesi scorsi, in particolare sul fronte produttivo, in parte conseguenza delle politiche restrittive. A livello aggregato, inoltre, la produzione industriale si è ridotta del 2,5% a settembre, in misura inferiore alle aspettative, e quasi tutti i paesi hanno contribuito negativamente: in Francia la riduzione è stata particolarmente evidente e pari a -2,7% ; anche le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,2% rispetto ad agosto. Infine, a conferma della debolezza del mercato del lavoro, in particolare nei paesi periferici, il tasso di disoccupazione è cresciuto ulteriormente all 11,6%, il massimo storico dalla nascita dell Euro. La Germania, pur mostrando una relativa solidità dei fondamentali economici, continua a risentire del rallentamento dell economia globale e, in particolare, europea: la debolezza della domanda interna comincia ad avere riflessi negativi sulla produzione; a settembre, la produzione industriale si è ulteriormente ridotta dell 1,8% su base mensile, mentre ordini di fabbrica sono scesi del 3,3%, in misura largamente superiore alle aspettative; il rallentamento dell attività economica globale continua a riflettersi sulla dinamica delle esportazioni: nel mese di settembre si osserva una riduzione, pari al 2,5%; inoltre, il ritmo di crescita nel terzo trimestre dell anno si è notevolmente ridotto ed è stato pari all 1,4%.

In Italia, la contrazione dell attività economica continua ad essere evidente e, in particolare, le rilevazione del mese di settembre sono state particolarmente negative: la produzione industriale si è ridotta dell 1,5% e gli ordini industriali hanno subito una contrazione del 4% rispetto ad agosto; inoltre, permane l estrema debolezza del mercato del lavoro. Le prospettive per l evoluzione del quadro macroeconomico dell area Euro nel medio periodo, quindi, rimangono negative: nonostante la dichiarata attenzione verso l esigenza di stimolare la crescita da parte dei governi europei, il rischio principale rimane quello di una nuova fase di recessione alimentata dall impatto delle politiche economiche imposte dall approccio scelto per affrontare l attuale crisi. Le misure intraprese hanno avuto un effetto di contenimento della spesa pubblica ma hanno avuto evidenti conseguenze recessive; inoltre,nonostante la volontà della Banca Centrale di preservare la stabilità all interno dell area, le difficoltà di trovare un piano comunitario per preservare la tenuta del sistema bancario ed economico dell Unione Europea potrebbe avere inevitabili conseguenze sui mercati finanziari,, aggravando ulteriormente la crisi in atto.

Macroeconomic Data United States Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 29-ott US Reddito personale SETT 0.4% 0.4% 0.1% 14-nov US Vendite al dettaglio OTT -0.2% -0.3% 1.1% 2-nov US Variazione salari non agricoli OTT 125k 171k 114k 2-nov US Disoccupazione OTT 7.9% 7.9% 7.8% 2-nov US Ordini di fabbrica SETT 4.6% 4.8% -5.2% 25-ott US Ordini di beni durevoli SETT 7.5% 9.9% -13.2% 15-nov US Indice dei prezzi al consumo m/m OTT 0.1% 0.1% 0.6% 15-nov US CORE CPI m/m OTT 0.1% 0.2% 0.1% 15-nov US Indice dei prezzi al consumo a/a OTT 2.1% 2.2% 2.0% 15-nov US CORE CPI a/a OTT 2.0% 2.0% 2.0% 26-ott US PIL t/t 3 TRIM 1,8% 2.0% 1.3% Negli Stati Uniti, le ultime rilevazioni dipingono un quadro macroeconomico misto e confermano, in particolare, un moderato rallentamento della crescita e un evoluzione positiva ma ancora molto graduale dell occupazione e del mercato del lavoro, nonostante le straordinarie misure di QE intraprese ed annunciate da parte delle Federal Reserve. Tuttavia, l aumento del potere di acquisto delle famiglie americane, osservato negli ultimi mesi, continua a sostenere in parte sostenuto la domanda aggregata, con effetti potenzialmente positivi sull occupazione nel medio periodo. Il PIL statunitense è cresciuto del 2% nel terzo trimestre dell anno, in misura di poco superiore alle aspettative e sostenuto anche da un aumento dei consumi (+2% rispetto al trimestre precedente). Il reddito personale è cresciuto dello 0,4% a settembre mentre gli ordini di beni durevoli sono aumentati sensibilmente, in misura pari al 9,9%, dopo il calo evidente osservato ad agosto; gli ordini di fabbrica sono scesi del 4,8%, su base mensile. Il mercato del lavoro americano ha avuto una dinamica relativamente positiva nel corso del mese di ottobre: i nuovi salari sono cresciuti di 171mila unità,superando le aspettative; il tasso di disoccupazione è invece nuovamente cresciuto e si attesta al 7,9%. L indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,1% rispetto al mese precedente: l incremento su base annua è stato pari al 2,2%; il dato core è cresciuto dello 0,2% rispetto a settembre, in misura leggermente superiore alle attese, e l aumento su base annua è stato pari al 2%. Le prospettive di crescita dell economia statunitense nel breve periodo rimangono moderatamente positive; tuttavia, nonostante la solidità dei fondamentali economici, il rallentamento delle economie emergenti e la possibile recessione europea potranno pesare sulla dinamica dell economia, unitamente alle decisioni in materia di politica monetaria e fiscale; la definizione di un piano credibile di contenimento del debito nel medio periodo e, soprattutto, le scelte riguardo le agevolazioni fiscali, in scadenza all inizio del 2013, rappresentano due fattori cruciali per le prospettive dell economia statunitense nel medio periodo.

Market Monitor Equity Indices DJ EuroStoxx S&P 500 MSCI World (Euro) 270 2650 140 260 250 240 230 220 210 2550 2450 2350 2250 2150 135 130 125 120 115 200 2050 110 Price Performance Price Performance Price Performance 240 6,36% 6,06% -3,21% 2.381 10,29% 0,73% -3,51% 129 10,60% 2,08% -1,65% 18150 FTSE MIB 1150 Topix 310 MSCI Emerging Mkt (Euro) 17150 16150 15150 14150 13150 12150 11150 1100 1050 1000 950 900 850 300 290 280 270 260 250 Price Performance Price Performance Price Performance 14.856-1,55% 4,07% -4,40% 987 5,50% -1,41% 1,21% 286 10,88% 4,29% -0,56% Le ultime settimane sono state ancora negative per i mercati azionari, ad eccezione che per il mercato nipponico. In particolare, il mercato europeo continua ad essere influenzato dall evoluzione della crisi del debito sovrano, con una maggiore preoccupazione per le criticità di Grecia e Spagna. Il mercato statunitense, dopo l incertezza legata all esito delle elezioni presidenziali, è ora concentrato sul tema del fiscal cliff. In tale contesto gli indici europei dei Paesi periferici risultano maggiormente penalizzati: l indice azionario italiano FTSE MIB dalla fine di ottobre ha perso oltre quattro punti percentuali, mentre la perdita dell indice europeo è stata inferiore e pari al 3% circa in valore assoluto. La perdita subita dall indice S&P 500 è stata prossima al 3,50%, mentre quella dell indice mondiale è stata più contenuta e poco superiore al punto percentuale e mezzo. Con riferimento ai Paesi Emergenti, mentre l indice generale ha subito una lieve perdita, prossima al mezzo punto percentuale, il mercato nipponico ha recuperato le perdite subite nello scorso mese. Nonostante le correzioni subite, da inizio anno i rendimenti dell indice MSCI Emerging Market e MSCI World rimangono significativi e prossimi entrambi all 11%, seguiti dalla performance dell indice S&P 500, prossima al 10%. Il mercato europeo e quello nipponico sono relativamente più deboli, con un rendimento prossimo al 6%, mentre è tornato negativo il rendimento dell indice italiano (-1,55%).

Market Monitor Fixed Income Indices 190 Citigroup EGBI 560 Citigroup WGBI 270 JP Morgan GBI-EM 185 180 175 540 520 260 250 240 230 170 165 500 480 220 210 200 Price Performance Price Performance Price Performance 188 8,89% 5,03% 0,61% 528 4,22% 1,47% 1,24% 253 14,64% 4,75% 1,53% 160 Citigroup AGBI 155 150 145 140 135 130 Price Performance 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 154 12,76% 7,39% 2,04% Le ultime settimane sono state positive per i mercati obbligazionari, con una crescita del mercato europeo più debole rispetto a quella osservata sul mercato mondiale. Tuttavia, da inizio anno, nonostante le tensioni che hanno caratterizzato l area Euro, l indice europeo ha ottenuto un rendimento notevole e prossimo al 9%, mentre il rendimento conseguito dall indice globale è di poco superiore al 4%. L indice AGBI ha ottenuto un rendimento prossimo a due punti percentuali nelle prime settimane di novembre, realizzando un rendimento superiore rispetto a quello ottenuto dall indice rappresentativo dei mercati emergenti, riducendo così ulteriormente il divario sul risultato da inizio anno, e confermando una migliore performance relativa osservando i dati da fine giugno.

Market Monitor Inflation Linked and Commodities Indices 223 221 219 217 215 213 211 209 207 205 BarCap World Inflation Linked Bond (HedEUR) 200 195 190 185 180 175 BarCap Euro Inflation Linked Bond 305 300 295 290 285 280 275 270 BarCap US Inflation Linked Bond (USD) Price Performance Price Performance Price Performance 221 5,27% 2,39% 0,97% 197 9,23% 4,16% 0,58% 299 7,85% 3,48% 0,31% DJUBS Commodities WTI Crude Oil Golds 310 300 290 280 270 260 250 115 110 105 100 95 90 85 80 75 1850 1800 1750 1700 1650 1600 1550 1500 1450 1400 Price Performance Price Performance Price Performance 284 0,27% 4,12% -1,25% 87-12,20% -0,24% 0,22% 1.714 9,60% 7,28% -0,40% Dopo la correzione subita nella seconda metà di ottobre, nel corso delle prime settimane di novembre la dinamica delle obbligazioni indicizzate all inflazione è stata moderatamente positiva su tutti i mercati, con una miglior performance dell indice globale rispetto a quello europeo e statunitense. Da inizio anno, il mercato europeo è quello che ha ottenuto il miglior risultato, con un rendimento prossimo al 9%, seguito dal mercato statunitense, il quale ha conseguito un rendimento prossimo all 8%, mentre il mercato globale continua ad esser più debole, con un rendimento pari al 5% circa; nell ambito del mercato delle materie prime, tutti gli indici hanno subito una contrazione soprattutto nell ultima metà del mese di ottobre, più evidente per l indice generale, mentre il movimento osservato nelle prime settimane di novembre è stato più contenuto. Da inizio anno, il rendimento dell indice WTI Crude Oil è negativo di oltre dodici punti percentuali in valore assoluto, il rendimento dell indice generale DJUBS Commodities si è sostanzialmente azzerato, mentre l indice rappresentativo dell oro, nonostante la lieve correzione subita, continua ad offrire un rendimento significativamente positivo e prossimo al 10%.

Market Monitor German Interest Rates 0,25 GE 1YR 0,40 GE 2YRS 1,20 GE 5YRS 0,20 0,30 1,00 0,15 0,10 0,05 0,20 0,10 0,80 0,60 0,00 0,00 0,40-0,05-0,10-0,15-0,10-0,20 0,20 0,00 Price Variation Price Variation Price Variation 0,00 0,07% -0,08% -0,01% -0,03-0,18% -0,16% -0,07% 0,35-0,41% -0,26% -0,14% GE 10YRS 2,90 GE 30YRS 2,20 2,70 2,00 2,50 1,80 1,60 1,40 2,30 2,10 1,90 1,70 1,20 1,50 1,00 Price Variation Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 1,33-0,50% -0,25% -0,13% 2,25-0,12% -0,08% -0,06% Nel corso delle ultime settimane il livello dei tassi dei titoli tedeschi è diminuito gradualmente su tutte le scadenze, con un movimento più evidente sulle scadenze a medio- lungo termine: il rendimento dei titoli con scadenza inferiore ai due anni è sostanzialmente nullo, mentre i rendimenti dei titoli con scadenza compresa tra i cinque e i dieci anni è diminuito di circa 15 centesimi, con i titoli quinquennali che offrono circa lo 0,35% e quelli decennali l 1,30%. Il rendimento dei titoli trentennali è rimasto, invece, pressoché invariato, poco al di sopra di due punti percentuali.

Market Monitor Italian Interest Rates 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 IT 1YR 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 IT 2YRS 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 IT 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 1,59-2,54% -1,56% -0,10% 2,26-2,86% -1,24% -0,01% 3,72-2,48% -1,47% -0,04% 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 IT 10YRS 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 IT 30YRS Price Variation Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 4,87-2,24% -0,95% -0,09% 5,56-1,25% -0,72% 0,00% I tassi d interesse dei titoli italiani sono rimasti sui livelli osservati lo scorso mese, con una lieve riduzione di circa dieci centesimi solo sulle scadenze a uno e a dieci anni: il rendimento dei titoli ad un anno è ora prossimo all 1,60%, quello dei titoli a due anni è prossimo al 2,20 % e quello dei titoli quinquennali è pari al 3,80% circa; il rendimento dei titoli quinquennali è leggermente al di sotto della soglia del 5% e quello dei titoli trentennali è pari al 5,60% circa. Su tutte le scadenze il livello dei tassi di interesse è ormai decisamente inferiore rispetto a quello osservato a inizio anno.

Market Monitor US Interest Rates 0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 US 1YR 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 US 2YRS 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 US 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,17 0,07% -0,04% 0,00% 0,24 0,00% -0,06% -0,04% 0,61-0,23% -0,11% -0,12% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 US 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 US 30YRS Price Variation Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 1,58-0,30% -0,06% -0,11% 2,73-0,16% -0,02% -0,13% Il livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato statunitensi rimane ancora molto basso ed è rimasto invariato sulle scadenze a breve termine, con rendimenti mediamente prossimi ai venti centesimi per i titoli con scadenze inferiori a due anni, mentre è sceso di circa dieci centesimi sulle scadenze superiori a cinque anni, con il rendimento del tasso trentennale prossimo al 2,70%.

Market Monitor UK Interest Rates 0,50 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 UK 1YR 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 UK 2YRS 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00 UK 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,26-0,06% -0,03% 0,00% 0,25-0,08% -0,04% -0,02% 0,75-0,30% 0,00% -0,07% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 UK 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 UK 30YRS Price Variation Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 1,73-0,25% 0,00% -0,12% 3,02-0,03% -0,02% -0,08% Il mercato dei titoli di Stato del Regno Unito è stato interessato da un leggero aumento dei tassi d interesse nella seconda metà di ottobre su tutta la curva; i movimenti da inizio mese, invece, sono stati nulli per i titoli con scadenza ad uno e due anni, i quali offrono lo stesso rendimento, pari a venticinque centesimi, collocandosi ancora su livelli molto bassi, mentre i tassi con scadenza superiore ai cinque anni hanno subito una lieve correzione, ma si posizionano su livelli lievemente superiori rispetto a quelli osservati lo scorso mese: il tasso a cinque anni è pari allo 0,75%, quello a dieci anni offre l 1,73%, mentre il tasso dei titoli a trent anni ha raggiunto il 3%.

Market Monitor Japanese Interest Rates 0,14 0,13 0,13 0,12 0,12 0,11 0,11 0,10 0,10 0,09 JPY 1YR 0,14 0,13 0,12 0,11 0,10 0,09 0,08 0,07 JPY 2YRS 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 0,10 JPY 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,10-0,02% 0,00% 0,00% 0,10-0,04% -0,01% 0,00% 0,18-0,17% -0,04% -0,02% 1,10 1,05 1,00 0,95 0,90 0,85 0,80 0,75 0,70 0,65 0,60 JPY 10YRS 2,00 1,95 1,90 1,85 1,80 1,75 1,70 JPY 30YRS Price Variation Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 0,73-0,26% -0,11% -0,05% 1,96 0,04% 0,07% -0,01% Il mercato dei titoli di Sato giapponesi continua ad essere caratterizzato da bassi tassi d interesse, con una volatilità estremamente contenuta soprattutto sul segmento più breve della curva, con rendimenti inferiori al singolo punto percentuale su tutte le scadenze inferiori a dieci anni. Il livello dei tassi è rimasto invariato rispetto allo scorso mese sulle scadenze a breve-medio termine, con i tassi ad uno e due anni che offrono entrambi dieci centesimi e il tasso a cinque anni offre quasi venti centesimi. Il tasso a dieci ha subito una riduzione di circa dieci centesimi, offrendo circa lo 0,70%, mentre il tasso trentennale è leggermente aumentato, sfiorando il 2%. Da inizio anno, i tassi a cinque e dieci anni si sono ridotti di circa venti centesimi, mentre il tasso trentennale è stato caratterizzato una maggiore volatilità.

Market Monitor Euro vs Currencies 1,40 1,35 1,30 1,25 1,20 1,15 USD 0,86 0,85 0,84 0,83 0,82 0,81 0,80 0,79 0,78 0,77 GBP 113 111 109 107 105 103 101 99 97 95 93 JPY Price Performance Price Performance Price Performance 1,27-1,83% 0,57% -1,90% 0,80-4,07% -0,63% -0,28% 103,59 3,83% 2,60% 0,03% 1,22 CHF 1,21 1,20 1,19 Price Performance 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 1,20-0,99% 0,29% -0,21% Nelle ultime settimane l Euro è tornato a deprezzarsi nei confronti del dollaro statunitense e, in misura minore, verso la Sterlina inglese e verso il Franco svizzero, mentre si è apprezzato verso la valute giapponese. Rispetto ai livelli di inizio anno, lo Yen giapponese risulta essere l unica valuta ad essersi significativamente deprezzata, mentre la sterlina inglese in particolare e il dollaro statunitense si sono apprezzati.

Market Monitor Money Market 1,56 Euribor 3 Month 0,75 EONIA 1,02 Future Euribor 3M Dicembre 2012 1,36 1,16 0,96 0,76 0,56 0,36 0,65 0,55 0,45 0,35 0,25 0,15 0,87 0,72 0,57 0,42 0,27 0,16 0,05 0,12 Price Variation Price Variation Price Variation 0,19-1,17% -0,46% -0,01% 0,08-0,55% -0,30% 0,00% 0,19-0,73% -0,31% -0,02% 1,32 Future Euribor 3M Marzo 2013 0,92 0,52 0,12 Price Variation 16-nov-12 30-dic-11 29-giu-12 31-ott-12 0,17-0,78% -0,33% -0,05% Il Presidente della BCE nel corso della riunione di novembre ha confermato sia il tasso di rifinanziamento principale allo 0,75%, il quale era stata tagliato di venticinque basis points nel mese di luglio, sia il tasso sui depositi, che era stato portato allo 0% nel tentativo di disincentivare le banche a depositare elevate somme di denaro presso la BCE. Il tasso Euribor a tre mesi, dopo esser sceso repentinamente in seguito alle decisioni prese a luglio dalla BCE, è ancora diminuito gradualmente nelle settimane successive, e si colloca attualmente ad un livello dello 0,19%, subendo una variazione negativa da inizio anno di poco superiore al singolo punto percentuale. Il tasso EONIA, dopo la caduta subita all inizio di luglio, si è stabilizzato su un livello relativamente più basso, pari allo 0,08%, rimanendo di fatto invariato rispetto al livello osservato lo scorso mese. I contratti future sull Euribor a tre mesi in scadenza a dicembre 2012 e marzo 2013 offrono attualmente entrambi un rendimento implicito di poco inferiore allo 0,20%, rimanendo anch essi sostanzialmente sui livelli dello scorso mese.

Market Monitor Fondi di Fondaco 121,00 120,50 120,00 119,50 119,00 118,50 118,00 117,50 117,00 Fondaco Euro Cash 136 134 132 130 128 126 124 122 120 Fondaco Euro Gov Beta 125 120 115 110 Fondaco World Gov Active Beta Price Performance Price Performance Price Performance 120,73 2,52% 1,44% 0,12% 133,83 8,38% 5,02% 0,49% 119,38 6,86% 1,70% 0,74% 107 106 105 104 103 102 101 100 99 98 97 Fondaco Global Opportunities 102,50 102,00 101,50 Fondaco Lux Euro Cash 110 108 106 104 102 100 98 Fondaco Lux Asia Maximum Bond Price Performance Price Performance Price Performance 104,60 6,10% 3,76% -0,60% 102,26 0,25% -0,03% 0,01% 105,58 0,83% 2,49% 1,26% Da inizio anno tutti i fondi gestito da Fondaco hanno registrato una performance positiva. In particolare, il fondo che ha ottenuto la miglior performance è stato il fondo obbligazionario governativo europeo Fondaco Euro Gov Beta, il quale ha raggiunto un rendimento dell 8,40 circa%; il rendimento offerto dal fondo World Gov Active Beta, nonostante sia diminuito rispetto ai massimi ottenuti nel mese di luglio, penalizzato dall evidente apprezzamento dell Euro nei confronti delle principali valute tenute in portafoglio, rimane comunque significativo e prossimo al 6,90%. Il rendimento del fondo Fondaco Global Opportunities ha, invece, subito una perdita di sessanta centesimi negli ultimi giorni, realizzando da inizio anno un rendimento del 6,10%. Il fondo monetario italiano si è apprezzato nel corso del mese e il suo rendimento è ora pari al 2,52%, mentre il fondo lussemburghese, coerentemente con le caratteristiche del fondo, offre da inizio anno un rendimento più contenuto, pari allo 0,25%. La performance positiva ottenuta dal fondo Fondaco Lux Asia Maximum Bond nel corso delle ultime settimane è stata tale da permettere di recuperare le perdite subite nei mesi precedenti: il suo risultato da inizio anno è tornato positivo, e pari a circa ottanta centesimi.

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