Disturbo da deficit d attenzione/iperattività

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Disturbo da deficit d attenzione/iperattività

Disturbi da deficit d attenzione/iperattività Criteri diagnostici: Pattern di comportamento caratterizzato da persistente disattenzione e/o iperattività/impulsività Esordio inferiore ai 12 anni I sintomi causano compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo I sintomi sono presenti in almeno due contesti di vita (ad es. casa e scuola) Le difficoltà di attenzione, l iperattività/impulsività non sono meglio spiegate da un altro disturbo mentale anche se questo può esistere in comorbidità Il DSM V prevede diverse manifestazioni del disturbo, a seconda che sia prevalente la disattenzione o l iperattività, o che entrambe siano presenti: in quest ultimo caso si parla di Manifestazione combinata.

Eziologia L eziologia del disturbo è incerta. La prevalenza è tra il 3 e il 5 % della popolazione generale. Nei bambini con Adhd esiste una documentata familiarità per disturbi del comportamento e spesso per disturbi dell umore. I modelli neurobiologici e cognitivi che vengono utilizzati per spiegare l insorgenza dell ADHD mettono in luce in questi bambini carenze nei processi di autoregolazione e di mediazione verbale, difficoltà nell uso di strategie, stili di attribuzione inadeguati, difficoltà nella memoria di lavoro. Approcci di tipo psicodinamico e relazionale sottolineano come la possibile causa del disturbo possa essere rintracciabile nella relazione primaria tra il bambino e chi si prende cura di lui (soprattutto nel primo anno di vita). E comunque evidente che modalità relazionali inadeguate si collocano all interno di un meccanismo di interazione: sono contemporaneamente causa ed effetto della patologia

Diagnosi Colloquio anamnestico con le figure di riferimento e somministrazione di interviste diagnostiche (scale SDAG per i genitori e SDAI per gli insegnanti). Osservazione strutturata e semistrutturata utilizzando scale di valutazione standardizzate (ad es. Prova MF di ricerca tra figure simili, Prova CP di ricerca di sequenze condizionali di lettere, Prova MFCPR di memoria di figure categorizzatili parzialmente ripetute). Definizione del profilo cognitivo e del livello di sviluppo del linguaggio del bambino. Definizione di eventuali disordini del comportamento associati che interferiscono in maniera significativa sull espressione del quadro clinico.

Linee di intervento psicoterapeutico E utile utilizzare contemporaneamente metodiche comportamentali e cognitivocomportamentali all interno di una relazione terapeutica centrata sui bisogni individuali del bambino e dei genitori. Analisi funzionale per comprendere il significato funzionale di un comportamento (nei diversi contesti di vita) e definizione di obiettivi precisi e condivisi con il bambino e le figure di riferimento. Strategie comportamentali (estinzione, rinforzamento differenziale, modellaggio, desensibilizzazione). Approcci cognitivi per favorire il graduale sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé (lavorando sull autostima, l autoefficacia e gli stili di attribuzione, riconoscimento delle emozioni e degli eventi che le producono) e di una capacità di autoregolazione attraverso l interiorizzazione dei comandi verbali. Parent training con le figure di riferimento al fine di ridimensionare le aspettative non realistiche dei genitori, ristrutturare e modificare pensieri irrazionali e aiutarli sostenere la crescita affettiva armonica del bambino.

Prognosi I sintomi più legati all iperattività tendono ad attenuarsi o a scomparire con la crescita, ma il deficit attentivo e l impulsività possono resistere più a lungo, a volte anche tutta la vita. La prognosi è peggiore in caso di esordio precoce e di comorbilità: in particolare, con altri disturbi del comportamento e con la disabilità intellettiva. In questi casi è possibile un evoluzione del disturbo da deficit d attenzione/iperattività in Disturbo antisociale di personalità o in Disturbo borderline di personalità o in schizofrenia.