Prova del 6 Marzo, Traccia della soluzione. Problema n. 1. BDA = α 2. sin α α = 1 e che analogamente si dimostra l altro limite notevole tan α

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IIASS International Institute for Advanced Scientific Studies Eduardo R. Caianiello Circolo di Matematica e Fisica Dipartimento di Fisica E.R. Caianiello Università di Salerno Premio Eduardo R. Caianiello per gli studenti delle Scuole Secondarie Superiori Prova del 6 Marzo, 2006 Traccia della soluzione Problema n. 1 Osserviamo preliminarmente che α è un angolo al centro della circonferenza centrata in C che sottende l arco AB (vedi figura). Lo stesso arco è sotteso dall angolo alla circonferenza BDA. Poiché l angolo alla circonferenza è uguale alla metà dell angolo al centro corrispondente, risulta che BDA = α 2. Osserviamo inoltre che l approssimazione usata nel testo, di confondere il seno di un arco con l arco stesso, quando esso è molto minore di uno, deriva dal limite notevole lim α 0 sin α α = 1 e che analogamente si dimostra l altro limite notevole lim α 0 tan α α = 1 per cui è anche vero che tan α α per α 1.

R A O C x Α H x B D Il segmento BH, che è anch esso uguale ad x, (essendo x lo spostamento OC del centro della palla), è il cateto del triangolo rettangolo BHD, e quindi si può esprimere come BH = DH tan α 2 Rα 1 2 α = 1 2 Rα2, dove abbiamo approssimato la tangente con l angolo stesso, essendo per ipotesi α 1. Per chi conosce lo sviluppo in serie delle funzioni trigonometriche, lo stesso risultato può essere ottenuto osservando che BH = OB OH = R(1 cos α) e utilizzando lo sviluppo in serie di Taylor del coseno troncato al second ordine. La forza esercitata dalla parete è proporzionale all area di contatto A, e quindi è proporzionale ad α 2 ; ma anche lo spostamento x è proporzionale ad α 2. Ne consegue che la forza è proporzionale allo spostamento x, ma con il segno cambiato poiché essa è diretta in verso contrario allo spostamento x. La sua componente perpendicolare alla superficie di contatto è dunque F = A p = π pr 2 α 2 = kx.

Risulta quindi k = 2π R p. Ci si trova di fronte ad un moto armonico ogni qual volta si è in presenza di una forza di richiamo elastica del tipo F = k x. Il periodo dell oscillazione è T = 2π, dove ω = k rappresenta la pulsazione ω m dell oscillazione. L intervallo di tempo t durante il quale la palla è a contatto con la parete è definito dall intervallo di tempo in cui risulta x > 0. Inizia quindi quando x = 0 a t = 0, si protrae per tutto il tempo in cui x > 0, e termina quando x è di nuovo nullo a t = t. Il fatto che x sia uguale a zero all istante finale, implica che l argomento del seno deve essere uguale a π. Abbiamo, quindi,. da cui ricaviamo k t = π, m t = π m k, che è proprio uguale alla metà del periodo d oscillazione. La velocità del centro della palla durante l impatto è data dalla derivata dello spostamento rispetto al tempo. Otteniamo dx dt v(t) = dx k dt = X 0 m cos k m t. In particolare, per t = 0, otteniamo la velocità iniziale della palla v 0 = X 0 k m,

da cui ricaviamo X 0 = v 0 m k. La durata dell impatto vale t = π m k = 7.1 10 3 s e non dipende dalla velocità iniziale. Problema n. 2 Per un triangolo rettangolo (BÂC = π/2) i due segmenti AB e AC coincidono, BB +CC = BC e il teorema di Thabit si riduce al teorema di Pitagora. Consideriamo ora un triangolo qualunque ABC come in figura, con l angolo BÂC ottuso. Si osservi che i triangoli ABC e AB B sono simili, così come i triangoli ABC e AC C. Infatti per la prima coppia si ha che l angolo A ˆBC è in comune, ed inoltre l angolo BÂC e l angolo A ˆB B sono uguali per costruzione; analogamente per la seconda coppia l angolo AĈB è in comune e l angolo BÂC è uguale all angolo AĈ C, per costruzione. In due triangoli simili i lati sono proporzionali e quindi sono uguali i rapporti tra i lati, appartenenti a triangoli diversi, opposti ad angoli uguali. Pertanto BC AB = AB BB, (1) BC AC = AC CC. (2) Per quanto riguarda il primo membro della (1), numeratore e denominatore sono opposti rispettivamente agli angoli BÂC e A ˆB B, per il secondo membro agli angoli AĈB e BÂB ; per la (2), per il primo

membro agli angoli BÂC e AĈ C, per il secondo membro agli angoli A ˆBC e CÂC. Dalle relazioni (1),e (2) segue rispettivamente AB 2 = BC BB, (3) AC 2 = BC CC, (4) da cui si ottiene, sommando, la relazione cercata AB 2 + AC 2 = BC ( BB + CC ). (5) Se l angolo A BÂC è acuto, può accadere che entrambi i punti B e B B C C C cadono all esterno del segmento BC, o uno cade all esterno ed uno all interno. In entrambi i casi si può ripetere la precedente dimostrazione, sfruttando la similitudine dei triangoli. Nel caso limite di un triangolo equilatero, il punto B coincide con C ed il punto C coincide con B e la relazione (5) diventa un identità.

Problema n. 3 Dimostriamo prima che la somma dei divisori di 2 n p q è uguale a 2 n r. Tra i divisori di 2 n p q troviamo i numeri 1, p, q, p q. La somma di questi quattro divisori fa 1 + p + q + p q = (p + 1)(q + 1). Inoltre, per ogni numero intero k minore o uguale ad n, sono pure divisori 2 k, 2 k p, 2 k q, 2 k p q. La somma di questi quattro divisori fa 2 k (p + 1)(q + 1). Tenendo conto di tutti i divisori al variare di k, otteniamo dunque n [ 2 k (p + 1)(q + 1) ] 2 n p q, dove abbiamo sottratto il numero 2 n p q stesso, che, in accordo con la traccia, non va considerato nella somma dei divisori. Per la proprietà distributiva della somma, possiamo portare fuori dalla sommatoria tutti i fattori che non dipendono dall indice k. Abbiamo, quindi, La somma n n (p + 1)(q + 1) 2 k 2 n p q. 2 k è facile da calcolare, essendo la somma dei primi n termini di una progressione geometrica di ragione 2 : (1 + 2 + 2 2 +... + 2 n ) = (2 n+1 1) Utilizzando quest uguaglianza e sostituendo i valori di p e q dati dalla traccia, abbiamo 9 2 2n 1 (2 n+1 1) 2 n (3 2 n 1)(3 2 n 1 1). Sviluppando i prodotti, abbiamo 9 2 3n 9 2 2n 1 9 2 3n 1 + 3 2 2n + 3 2 2n 1 2 n. Sfruttando il fatto che 2 3n = 2 3n 1 + 2 3n 1 e che 3 2 2n + 3 2 2n 1 = 9 2 2n 1, dopo le opportune semplificazioni, rimane

9 2 3n 1 2 n, che coincide con 2 n r. La seconda dimostrazione è simile alla prima. I divisori di 2 n r sono 1, r, 2, 2r e così via. La loro somma è n [ 2 k (r + 1) ] 2 n r. Sfruttando di nuovo la proprietà distributiva della somma e ricordando che n 2 k = 2 n+1 1, abbiamo (2 n+1 1)(r + 1) 2 n r. Sostituendo l espressione di r data dalla traccia e svolgendo i prodotti, abbiamo 9 2 3n 9 2 2n 1 9 2 3n 1 + 2 n. Ricordando che 2 3n = 2 3n 1 + 2 3n 1 e che 9 2 2n 1 = 3 2 2n + 3 2 2n 1, abbiamo che coincide con 2 n p q. 9 2 3n 1 3 2 2n 1 3 2 2n + 2 n,

Problema n. 4 Indichiamo con w la componente della velocità del vento tra il punto di osservazione A e il punto di osservazione B. Nel verso opposto, dal punto di osservazione B al punto di osservazione A, il vento soffia quindi con velocità w. La necessità di far sparare contemporanemante i due cannoni viene proprio dal fatto che solo in questo caso possiamo essere sicuri che la velocità del vento nei due versi sia uguale e con segno opposto. Possiamo esprimere la distanza percorsa (d) in funzione della velocità del suono (v), della velocità del vento e del tempo di percorrenza come (moto rettilineo uniforme) d = (v + w) t 1 A B, (6) d = (v w) t 2 B A. (7) Osserva che stiamo assumendo che la propagazione del lampo di luce sia istantaneo. Dalla (7), per esempio, possiamo ricavare una espressione per la velocità del vento in funzione delle altre quantità del problema w = v d t 2, (8) infine, sostituendo nella (6), otteniamo l espressione cercata v = d 2 ( 1 + 1 ). (9) t1 t2 Nota che in assenza di vento (w = 0), il tempo di percorrenza per entrambi i percorsi risulta uguale (t 1 = t 2 = t) e la (9) si riduce alla relazione v = d/t. Inserendo i dati del problema otteniamo un valore per la velocità del suono in aria di v = 336.9 m/s, del tutto consistente con il valore misurato oggi di circa 340 m/s.

A w B d