Direzione scientifica: prof. CESARE SCURATI Coordinamento: prof. ANDREA CERIANI. in collaborazione con

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1 TRAINING DAYS AZIENDE PROPOSTE FORMATIVE PER L AGGIORNAMENTO Direzione scientifica: prof. CESARE SCURATI Coordinamento: prof. ANDREA CERIANI in collaborazione con

2 Siamo tutti consapevoli che i processi formativi siano ormai diventati pervasivi delle dinamiche L IDEA organizzative e che le azioni formative risultano essere una delle pratiche più convincenti per ottenere un reale e duraturo cambiamento sia nelle organizzazioni che negli individui. Come professionisti della formazione e come responsabili della formazione dei futuri formatori, siamo altresì consapevoli che debbano esistere proposte in grado di soddisfare le richieste più sofisticate. Il programma Training days prende forma da alcune centralità: Recuperare la prassi formativa all interno di un universo di senso più ampio che ristabilisca significato all azione formativa Dare evidenza e significatività alle competenze strategiche che costituiscono il sistema teorico e pratico della formazione Fornire un supporto scientifico e professionale a chi si trova immerso nel fare formazione e sente l esigenza di uno spazio di riflessività Diventare uno spazio, un luogo ed un tempo all interno del quale sperimentare l apprendimento continuo nella consapevolezza che il lifelong learning è una dimensione prima dell agire individuale e poi dell agire collettivo. Durante i moduli sono previsti interventi di testimoni aziendali. La complessità dei processi I DESTINATARI implicati nella gestione del personale rende oggi più che mai urgente riservare tempo ed energie alla crescita professionale di tutti i professionisti coinvolti. Il programma Training Days Aziende si rivolge a quanti, nella sfera Human Resources Management, si occupano a vario titolo di sviluppo delle risorse umane: formazione, selezione, organizzazione interna e tutto quanto comporta impegnative relazioni di crescita.

3 VISION, IDENTITÀ E AZIONE Applicazione dei livelli logici al processo di apprendimento Docente: Bruno Demichelis OBIETTIVI Il cervello umano e i sistemi sociali costruiscono delle gerarchie o livelli logici: processi e fenomeni vengono infatti creati dalle relazioni tra altri processi e fenomeni cosicché la realtà può essere analizzata a diversi livelli di descrizione. Analizzare i livelli logici significa riferirsi ad una gerarchia di sei livelli di processi che possono essere visti come una scala di priorità attraverso cui un individuo o un gruppo organizza la propria esperienza. Qualsiasi cambiamento ad un livello più alto influenza anche i livelli sottostanti e viceversa. L obiettivo del corso è di guidare i partecipanti ad applicare la teoria dei livelli logici ai propri processi quotidiani, consegnando loro strumenti di pronto utilizzo per evitare o affrontare con successo problemi di apprendimento, comunicazione e cambiamento. CONTENUTI I livelli logici in PNL : spirituale, identità, convinzioni e valori, capacità, comportamento e ambiente I comportamenti e i modi di essere correlati e dipendenti da diversi livelli di pensiero e di elaborazione La relazione tra valori, convinzioni, abilità e comportamenti I nessi tra ambiti personale, interpersonale, aziendale, sportivo La correlazione tra i livelli logici e i metaprogrammi in PNL 3

4 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano febbraio 2005 METODOLOGIA Il metodo proposto è di tipo globale : sono previsti momenti informativi, che presuppongono spiegazioni teoriche indispensabili per la trasmissione di alcuni contenuti e momenti più propriamente formativi, di carattere interattivo ed esperienziale, durante i quali verranno proposte esercitazioni pratiche, discussioni di gruppo e lavori in sottogruppi. Questa modalità attiva di gestione d aula rende l apprendimento più coinvolgente e duraturo. BRUNO DEMICHELIS Psicologo dello sport e consulente aziendale. Iscritto all'albo Nazionale degli Psicologi, è docente del Corso di perfezionamento in Psicologia dello Sport all Università di Siena. Ha conseguito un master degree in Counseling psychology e il Dottorato in Psicologia dello Sport presso l Università di S. Diego (USA) e un Master in Programmazione Neurolinguistica, presso l Istituto Italiano di Programmazione Neurolinguistica a Milano. Attualmente svolge attività di consulenza per la formazione in aziende nazionali ed europee, è psicologo dello sport nella società A.C. Milan Calcio e coordinatore scientifico del laboratorio MilanLab. (continua a pag. 14) 4

5 IL FORMATORE ALLO SPECCHIO Percorsi di crescita per la professione Docente: Andrea Ceriani OBIETTIVI Si fa spesso fatica a ripercorrere gli aspetti che portano il professionista ad essere degno di questo appellativo, le condizioni che creano e definiscono una certa maturità professionale. Ogni adulto, ogni lavoratore dovrebbe di tanto in tanto passare davanti allo specchio ed esercitare la pratica riflessiva per ripercorrere la propria storia, rinfrescare le proprie competenze e sviluppare nuove capacità. Il lavoro che verrà sviluppato parte da una domanda di senso che non può abbandonare il professionista della formazione: che senso ha la relazione con l altro nella crescita e nel percorso formativo del professionista e in che modo i luoghi della formazione possono essere sfruttati in positivo per il sé e per l identità professionale? Il corso intende favorire la diagnosi dei cambiamenti del formatore e la sua percezione della relazione quale strumento di crescita e di incentivo verso la maturità. Si tratta di riflettere sulle proprie credenze e convinzioni per generare crescita e apprendimento nell azione. CONTENUTI La competenza del formatore: la tendenza all autonomia, all indipendenza e al controllo personale sugli eventi della propria vita, la capacità di conoscersi L acquisizione di significati, strategie e competenze Il senso dell appartenenza: l apprendimento come scambio di valori L acquisizione di strategie e competenze necessarie per l agire interpersonale e cooperativo 5

6 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano 3-4 marzo 2005 METODOLOGIA Le metodologie impiegate saranno improntate ad un coinvolgimento attivo e diretto dei partecipanti. Verranno impiegati gruppi di apprendimento basati su metodi attivi, si utilizzeranno filmati, role playing, simulazioni, autocasi. ANDREA CERIANI Formatore, docente universitario e consulente gestionale. È amministratore unico di KKIEN Enterprise Sistemi di Formazione Integrata, società di consulenza e formazione impegnata in azioni di sviluppo delle risorse umane. Docente presso l Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per l insegnamento Teoria e modelli della formazione, è coordinatore delle attività di stage e tirocinio per il Corso di Laurea in Scienze dei processi formativi. Consulente per la gestione di sistemi formativi per diverse aziende e amministrazioni pubbliche, ha coordinato il corso Dirigere per l autonomia, coinvolgendo 1000 dirigenti scolastici. Tra le sue pubblicazioni troviamo: La simulazione nei processi formativi. Una metodologia per un pensiero creativo progettuale, F. Angeli, 1996; La qualità totale nei processi scolastici. Teoria ed esperienze, F. Angeli, Di prossima pubblicazione: Il formatore. Mettere in aula il talento, Armando. 6

7 LEARNING COMMUNITY Strategie di integrazione e apprendimento organizzativo Docente: Alessandro Reati OBIETTIVI Il Cooperative Learning è un metodo e una filosofia che, attraverso il lavoro in gruppo, favorisce l apprendimento sia di contenuti disciplinari sia di comportamenti sociali di collaborazione e cooperazione. Il corso si propone di fornire un adeguato scenario teorico-metodologico entro cui inserire il ricco insieme delle diverse prassi che vengono attualmente ricollegate al fenomeno dell apprendimento organizzativo ed evidenziare contemporaneamente i collegamenti tra la dimensione del gruppo di lavoro e la community organizzativa. Sostenendo la validità di alcuni principi base di tipo applicativo e sottolineando la peculiarità dei sistemi di gestione e sviluppo del personale (ricerca, selezione, valutazione formazione, etc.), il workshop intende promuovere l elaborazione costruttiva di quanto queste attenzioni metodologiche possano essere introdotte nelle organizzazioni d'appartenenza dei partecipanti. CONTENUTI L apprendimento in relazione alla dimensione sociale Quale soggetto: l individuo, il gruppo, l organizzazione o la comunità? I paradigmi chiave dell intervento secondo l approccio dello sviluppo di comunità: benessere psicosociale, empowerment, sviluppo delle reti di relazione e sostegno, implementazione dei processi di crescita e cambiamento, ruolo dei professionisti La relazione tra apprendimento organizzativo e comportamento organizzativo L apprendimento organizzativo come esito sistemico dei diversi sistemi di gestione e sviluppo del personale: il coordinamento delle azioni Il rischio delle distorsioni e delle semplificazioni Le buone prassi: come progettare e gestire strategie di apprendimento organizzativo coerente con la cultura ed il clima di riferimento 7

8 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano marzo 2005 METODOLOGIA Comunicazioni di tipo teorico-metodologico saranno alternate a momenti attivi di elaborazione e sperimentazione, in particolare di tipo progettuale. A completamento della lezione frontale verranno impiegati discussioni e simulazioni di gruppo, autocasi e questionari in autosomministrazione. Coerentemente con il tema del seminario, ci si focalizzerà sulla dimensione del gruppo di partecipanti, considerandone sia le caratteristiche sociologiche sia quelle psicosociali. ALESSANDRO REATI Psicosociologo, consulente di direzione ed organizzazione. Iscritto all'ordine degli Psicologi del Piemonte, si è formato come Psicologo e come Educatore Professionale. Esperto in gestione delle risorse umane, svolge attività di consulenza, formazione e ricerca, in particolare all interno di progetti di sviluppo organizzativo e di comunità. Insegna nel Corso di Laurea in Educazione Professionale della Facoltà di Medicina dell Università Statale di Milano e collabora con vari istituti di formazione (universitari e non). È autore di diversi articoli pubblicati in riviste scientifico-professionali e suoi contributi sono stati inseriti nei volumi: Le professioni sociali, Esae, 2001; L integrazione delle professionalità nei servizi alle persone, Fondazione Zancan, 2002; L educatore professionale, Carocci, 2003; Formazione e sviluppo organizzativo, F.Angeli, 2003; Le competenze dell educatore professionale, Carocci,

9 LA CREATIVITÀ VA IN AULA Idee, metodi e strumenti Docente: Serena Cubico OBIETTIVI Nonostante il valore della creatività sia ormai unanimemente riconosciuto e continui a suscitare profondo interesse, attorno a tale concetto esiste ancora oggi un po di confusione. La creatività è uno dei tratti salienti del comportamento umano e consiste nella capacità di unire elementi esistenti con connessioni nuove, che risultino utili. Il corso intende guidare i partecipanti attraverso un percorso finalizzato ad imparare a sfruttare al massimo le immense risorse creative della propria mente, riconoscendo nella creatività un elemento capace di aggiungere valore e rendere più efficace l attività del formatore. Conoscere le principali tecniche che favoriscono lo sviluppo della propria creatività ed imparare come affrontare con creatività i diversi momenti della gestione dell aula diventano dunque obiettivi imprescindibili attraverso cui poter poi rivedere e sperimentare i più utilizzati metodi della gestione d aula così da rendere più coinvolgente e originale l apprendimento. CONTENUTI I significati della creatività e il formatore creativo Vincoli al pensiero creativo e tecniche che sviluppano la creatività: la percezione dei problemi (regole e trappole) e la soluzione degli stessi (logica e creatività) La creatività nelle diverse fasi dello sviluppo della relazione col partecipante: l apertura, i momenti critici e la chiusura Gestire i creativi Creatività e apprendimento I metodi tradizionali e la loro rivisitazione creativa 9

10 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano 7-8 aprile 2005 METODOLOGIA Il corso prevede l integrazione di modalità di formazione tradizionale, qual è la lezione frontale e la discussione, con metodi attivi, tra cui lavori in sottogruppi, esercitazioni, simulazioni (con e senza l ausilio di strumentazioni audiovisive), giochi didattici, ricerca d'aula e questionari di autovalutazione. SERENA CUBICO Psicologo del Lavoro e Dottoranda in Psicologia delle Organizzazioni. Consulente in Gestione delle Risorse Umane e formatore sulle tematiche di gestione dell aula, creatività, comunicazione (tecniche di comunicazione e relazioni interpersonali), automotivazione e motivazione dei collaboratori, gestione del lavoro di gruppo (leadership, creazione e gestione gruppi di successo), qualità del servizio e relazione col cliente e bilancio delle competenze. Ha collaborato con l Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è attualmente titolare di Assegno di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze Economiche della Facoltà di Economia dell Università di Verona, per il Centro Studi per l Artigianato, nonché Cultore della materia per gli insegnamenti di Organizzazione del Lavoro e Sviluppo delle Risorse Umane, Psicologia del Lavoro, dell Orientamento e della Formazione Professionale nello stesso Ateneo. 10

11 CIAK: form-azione Strumenti dal cinema per la didattica Docente: Bernhard Scholz OBIETTIVI I film hanno la capacità di agire sulla sfera emozionale, stimolando il coinvolgimento personale e favorendo la messa in gioco delle proprie convinzioni. Il loro impiego nella formazione permette quindi l interazione dinamica dei partecipanti, facilitandone l apprendimento e il cambiamento. La visione di un film o di loro spezzoni, scelti secondo specifici obiettivi, consentono di esemplificare aspetti e fenomeni complessi. La successiva discussione in gruppo attiva, a partire dalla storia o dalla metafora mostrata sullo schermo, momenti di analisi capaci di entrare nel profondo. Partendo da questa consapevolezza, il corso si propone di migliorare la capacità di utilizzare opere cinematografiche per la formazione all'interno di organizzazioni aziendali e non, con particolare riguardo allo sviluppo delle abilità sociali e manageriali. CONTENUTI Persona e organizzazione: modelli di riferimento Il valore didattico della narrazione cinematografica Analogia, esemplificazione, simbologia e metafora Aspetti metodologici per imparare ad imparare con un film Strumenti per facilitare l apprendimento con un film Opportunità e rischi della didattica cinematografica 11

12 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano aprile 2005 METODOLOGIA La metodologia adottata si basa sulla riflessione guidata sulla propria esperienza e presuppone l impiego di tre modalità formative fondamentali: dialoghi di approfondimento e di confronto sui modelli di riferimento; visione di filmati esemplificativi e discussioni; esercitazioni individuali e di gruppo. BERNHARD SCHOLZ Consulente di Direzione Aziendale e Formatore per abilità manageriali. Laureato in Scienze Politiche e Storia presso le Università di Freiburg e Münster in Germania, dal 1982 lavora come giornalista per radio, giornali e riviste tedesche e internazionali. Presidente dell Istituto Culturale Robert Schuman Institut e. V. di Freiburg con lo scopo di incentivare scambi culturali a livello europeo fra giovani lavoratori e studenti universitari, lavora anche come consulente in aziende multinazionali e piccole-medie imprese tedesche e italiane, collaborando in progetti di riorganizzazione e riprogettazione. Nell ambito della formazione si occupa principalmente del miglioramento delle abilità sociali. Ha tenuto seminari sul cinema e sull uso della metafora cinematografica nelle organizzazioni e ha realizzato diversi storyboard per filmati aziendali. Dal 1998 è Senior Partner della Società Praxis Management S.r.l. con sede a Milano. 12

13 PASSAGGI DI CRESCITA Analisi transazionale per lo sviluppo di sé e il miglioramento delle relazioni Docente: Bruno Demichelis OBIETTIVI L Analisi Transazionale, una delle teorie psicologiche più conosciute, ha come oggetto di lavoro le transazioni che ci permettono di risalire agli elementi più profondi della personalità e, in particolare, agli stati dell Io, inteso come nucleo dell identità psicologica. Esistono tre diversi stati (Genitore, Adulto e Bambino) che sono tra loro relativamente autonomi, ma non sempre ben integrati: l Analisi Transazionale, ampiamente utilizzata anche nella formazione dei manager, permette di riconoscere ed utilizzare consapevolmente ed efficacemente le tre dimensioni della personalità. Obiettivo del corso è guidare i partecipanti in una ricerca interiore per aiutarli a scoprire, in sé e negli altri individui, la componente sottesa ad ogni espressione, così da migliorare la propria capacità relazionale e comunicativa. Attraverso l utilizzo dell Analisi Transazionale è possibile imparare a leggere le relazioni umane e facilitare l attuazione dei cambiamenti. CONTENUTI Stati dell io secondo l Analisi Transazionale: definizioni, analisi e studio Analisi strutturale di primo e secondo grado Egogramma Il modello di critica costruttiva e i rinforzatori di comportamento Il triangolo drammatico I giochi in Analisi Transazionale: copioni e comportamenti OK corral (analisi delle posizioni esistenzali) 13

14 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano maggio 2005 METODOLOGIA Il workshop prevede l'utilizzo sia di modalità informative, incentrate sulla trasmissione frontale dei contenuti, sia di tecniche interattive ed esperienziali. Verranno, quindi proposte esercitazioni, simulazioni e lavori di gruppo per stimolare la riflessione, la discussione e il confronto e rendere più dinamico e coinvolgente il processo di apprendimento. BRUNO DEMICHELIS (...continua) È stato partner della P.D.I. di Bergamo, società di consulenza e formazione e docente nei corsi di formazione professionale organizzati dalla stessa e riconosciuti dalla Regione Lombardia. Ha lavorato come consulente di direzione presso la società Standa s.p.a., come psicologo presso la Polisportiva Mediolanum e come consulente nella gestione delle risorse umane presso il gruppo Fininvest. Le principali competenze di intervento nell ambito della formazione riguardano: le abilità sociali, la gestione dello stress, il problem solving e decision making, l analisi del clima e dei bisogni formativi, lo sviluppo top e middle management, le relazioni interne, il coaching individuale e l efficienza del gruppo. 14

15 FORMAZIONE A SOGGETTO Contaminazioni e suggestioni dal teatro Docente: Marco Alberghini OBIETTIVI Le tecniche attorali e le leggi che governano il teatro richiedono un vasto patrimonio di conoscenze e abilità che sempre più trovano applicazione al di fuori degli spazi scenici canonici, anche e soprattutto, nel mondo della formazione che richiede ormai modalità e sensibilità che superino o integrino l aula tradizionale. Le tecniche teatrali applicate alla formazione sono in grado di scatenare potenze e dinamiche innovative e significative che hanno, anche in un breve periodo, un elevatissima efficacia in tutti gli ambiti sperimentati. L obiettivo di questo workshop, dal taglio prettamente esperienziale, è di far acquisire una maggior consapevolezza di sé attraverso il controllo del proprio corpo e la sperimentazione delle potenzialità personali, migliorando l efficacia della propria capacità comunicativa e sviluppando contemporaneamente un piano di miglioramento personale. CONTENUTI Conoscere e sentire il proprio corpo: sensorialità ed equilibrio La consapevolezza del sé: identificare e superare i comportamenti abituali Il personaggio, gli altri attori e il pubblico: la progettazione della comunicazione, l autopercezione e l eteropercezione, la gestione e l utilizzo dello spazio, la postura e la gestualità Lo strumento voce : l articolazione, la dinamica del respiro ed elementi minimi di dizione Il piano di miglioramento individuale 15

16 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano maggio 2005 METODOLOGIA L intero percorso è di tipo esperienziale basato, in massima parte, sull adozione e la sperimentazione di tecniche mutuate dal teatro e dal training attorale. Si lavorerà sulla propria fisicità mediante esercizi pratici e verrà utilizzato il metodo dell autosservazione mediante strumenti audiovisivi per incrementare la consapevolezza circa il proprio stile di comunicazione. MARCO ALBERGHINI Laureato in Lettere moderne è attore professionista e formatore. Formatosi alla bottega teatrale di Piero Mazzarella, lavora principalmente a teatro, pur vantando esperienze televisive e cinematografiche. Dal 1996 è Responsabile di Progetto presso un importante Scuola di formazione, dove si occupa di tutte le fasi del processo formativo. L unione di queste due competenze professionali l ha portato a specializzarsi nell introduzione delle tecniche e metodologie attorali in ambito formativo, utilizzando in particolare la metafora teatrale per la formazione sulle abilità manageriali. Ha seguito numerosi corsi di perfezionamento, sia in ambito attorale sia in ambito formativo, fra cui studi: sul metodo Stanislawsky, sulla conoscenza di sé (con Mamadou Dioume), sulla comunicazione e il public speaking (con Alberto Lori), sulla formazione formatori (due corsi con Sergio Capranico fra i docenti). 16

17 IO E IL GRUPPO Relazioni dinamiche e leadership Docente: Margherita Sberna OBIETTIVI Da sempre l analisi delle dinamiche di gruppo viene utilizzata per riflettere e modificare le condotte, i valori e l efficacia di un gruppo che si pone un obiettivo comune. Il corso si propone di riprodurre il percorso di vita di un gruppo i cui membri sono, inizialmente, fra loro estranei, ricostruendo in laboratorio quanto accade nella quotidianità: la differenza risiede, da un lato, nell accelerazione che consente di sperimentare gli eventi in un tempo molto più breve e concentrato, dall altro, nell uso della simulazione che permette l apprendimento in un ambiente protetto, nel quale le proprie azioni non hanno conseguenze lesive o irrimediabili. Ogni partecipante contribuirà o ostacolerà questo percorso, ma raccoglierà comunque informazioni su di sé, sui propri comportamenti, sentimenti, emozioni e limiti: l obiettivo è comprendere meglio la quotidianità e valutare la funzionalità delle proprie azioni in situazioni di gruppo. CONTENUTI Il gruppo: le relazioni interpersonali e il senso di appartenenza L approccio e la socializzazione La comunicazione verbale e il comportamento non verbale Fenomeni e dinamiche di gruppo I ruoli nel gruppo e la leadership Le norme e la presa di decisione 17

18 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano 9-10 giugno 2005 METODOLOGIA La metodologia adottata si fonda sull ipotesi che si riuscirà a gestire un gruppo in rapporto alla comprensione dall interno dei suoi meccanismi ed insieme al superamento, o almeno al controllo, dei propri punti deboli in tale contesto. Attraverso esercitazioni, giochi e simulazioni i partecipanti al workshop saranno stimolati a prendere parte attiva alle diverse proposte, pur nella libertà di scegliere in che misura farsi coinvolgere: il grado di apprendimento sarà tuttavia strettamente collegato alla disponibilità e alla collaborazione. MARGHERITA SBERNA Laureata in Materie Letterarie e in Psicologia, è formatore e consulente. Socio fondatore di ARIPS, di cui è stata a lungo presidente, e vicepresidente della SIA, ha progettato e coordinato attività di formazione alle skills psicologiche e interventi territoriali di Psicologia di Comunità. Ha preso parte a molteplici progetti di ricerca e tuttora lavora come consulente e formatore per numerosi enti. Come formatore psicosociale, si occupa di sviluppo della creatività e di strumenti didattici. È autrice di svariate pubblicazioni fra articoli e saggi. Alcuni suoi contributi sono: Giochi psicopedagogici, Clup, 1984; T-group come simulazione: una ipotesi per futuri sviluppi, Clup, 1987; La microprogettazione, Giochi psicologici, La simulazione, Le unità auto-eterocentrate, Un caso di ambivalenza e competizone in AA.VV. La formazione psicologica, Cittastudi, 1994; Psicomunità, Arcipelago,

19 TIME ORIENTEERING Trasformare il tempo in una risorsa strategica Docenti: Federica Madonna e Giovanni Sposito OBIETTIVI Il tempo è una risorsa, un capitale che tende a decrescere progressivamente senza però poter essere rinnovato. Spesso non siamo in grado di percepire la quantità di tempo che impieghiamo per svolgere azioni che poi non hanno, all interno della nostra generale economia di tempo, l importanza che supponiamo. Molte volte, cioè, perdiamo del tempo senza riuscire a capire bene dove sia andato a finire. La buona e corretta gestione del tempo diventa un imperativo al quale non è possibile sottrarsi, specie quando gli impegni iniziano a essere gravosi e numerosi. Considerare il tempo come un bene prezioso non significa non poterne riservare una parte per oziare o per godere dell essere al mondo, quanto piuttosto significa che ciascuno è responsabile del proprio capitale. Il workshop si propone di accrescere nei partecipanti la consapevolezza che il tempo non è solo un vincolo ma anche e soprattutto una risorsa, trasmettendo alcuni strumenti indispensabili per la sua gestione ottimale. CONTENUTI Qualità e caratteristiche personali di un buon gestore del tempo (professionale e personale) Come definire i propri obiettivi secondo le priorità: analisi dell uso del tempo Il controllo dei fattori esterni e la programmazione di obiettivi personali a breve e a lungo termine: creazione dell action plan Il bersaglio del tempo e il sistema OSA Motivazione e atteggiamento mentale: gestione degli stati d animo Creatività e gestione del tempo: acquisizione di capacità di risposta creativa alle sfide imposte dal poco tempo 19

20 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano giugno 2005 METODOLOGIA La metodologia adottata per realizzare le attività è di tipo attivo: la lezione frontale ed interattiva sarà integrata con esercitazioni pratiche, role playing individuali e di gruppo nonché simulazioni. Verranno impiegati strumenti di autodiagnosi per incrementare la capacità dei partecipanti di conoscere i propri punti di forza e di debolezza, in modo tale da poter sviluppare piani di miglioramento personale attraverso le tecniche apprese durante il seminario. FEDERICA MADONNA Formatore e consulente. È Responsabile Sistema Gestione Qualità di KKIEN Enterprise Sistemi di Formazione Integrata, società di formazione e consulenza per lo sviluppo delle risorse umane e per l accompagnamento alla certificazione di qualità ISO 9001:2000. Consulente in progetti formativi per diversi istituti scolastici e amministrazioni pubbliche, ha collaborato nella pubblicazione: Qualità totale nei processi scolastici. Teoria ed esperienze, F. Angeli, GIOVANNI SPOSITO Consulente e trainer dell apprendimento. Laureato in Scienze della Formazione, da anni si occupa di tematiche riguardanti l apprendimento. Istruttore di tecniche di memorizzazione, lettura veloce, gestione del tempo e strategie avanzate di apprendimento e public speaking, è anche trainer certificato Dale Carnegie e responsabile del progetto Apprendimento efficace nelle scuole per conto di KKIEN Enterprise Sistemi di Formazione Integrata. 20

21 PER NEUTRALIZZARE I LIMITI Il contributo della Programmazione Neuro Linguistica Docente: Patrizia Rovati OBIETTIVI La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è una metodologia basata sullo studio del comportamento umano e dei meccanismi che lo determinano, partendo dal presupposto che ogni comportamento è controllato da strategie operanti internamente ed ha quindi una struttura che può essere modellata. La PNL studia quindi la struttura dell esperienza soggettiva, cioè il modo in cui ciascun individuo percepisce ed interpreta se stesso ed il mondo che lo circonda, analizzando ogni comportamento attraverso la sua scomposizione in sequenze di elementi osservabili e modificabili. Obiettivo prioritario del seminario è migliorare, attraverso l impiego di alcuni elementi di PNL le capacità del formatore e sviluppare le capacità gestionali da impiegare in aula, insegnando ai partecipanti ad avere un ruolo più attivo nei confronti dei molteplici fattori, sia esterni che interni, che influenzano la percezione e determinano il comportamento. CONTENUTI Il modello della Programmazione Neuro Linguistica La creazione di stati idonei all apprendimento attraverso l uso dei sistemi rappresentazionali: teoria e utilizzo Il linguaggio di precisione: presentazione teorica e sperimentazione La capacità di rispondere alle domande e le ristrutturazioni linguistiche L allineamento dei livelli logici per trovare la propria eccellenza nell'essere Il formatore: dimostrazione in aula ed esperienza in piccoli gruppi 21

22 DOVE E QUANDO Università Cattolica del Sacro Cuore Via Carducci, Milano 7-8 luglio 2005 METODOLOGIA La PNL è per sua natura un modello che necessita di una sperimentazione attiva ed un applicazione concreta per rendere effettivo l apprendimento delle sue tecniche e strategie. Presentazioni teoriche, dimostrazioni, esercitazioni in piccoli gruppi, discussioni e raccolta di feedback in plenaria caratterizzeranno dunque l'intero percorso. PATRIZIA ROVATI Laureata in Pedagogia presso l Università di Genova, con specializzazione in Psicologia conseguita presso l Università di Pavia, ha conseguito un master come trainer in Programmazione Neuro Linguistica e frequentato corsi di aggiornamento sulle dinamiche di gruppo e gestione dei gruppi, nonché creatività e utilizzo di strumenti creativi. Docente e consulente aziendale presso numerose aziende multinazionali e italiane, dal 1991 è docente nei corsi di PNL dell Istituto di PNL di Gianni Fortunato presso le sedi di Milano, Bologna, Napoli, Roma, Palermo. È stata dirigente di servizi educativi e responsabile dell organizzazione di corsi di formazione per il personale educativo presso il Comune e l Amministrazione Provinciale di Pavia e presso la Regione Lombardia ed ha collaborato a progetti di ricerca con l Istituto di Psicologia e Pedagogia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell Università degli Studi di Pavia. 22

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