Indice. 1 Le attività preventive e compensative

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1 INSEGNAMENTO DI METODI E DIDATTICA DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE PER LE DISABILITÀ LEZIONE III INTRODUZIONE ALL'ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA E COMPENSATIVA PROF. FELICE CORONA

2 Indice 1 Le attività preventive e compensative Le attività motorie compensative Motricità riflessa, automatica e volontaria Paramorfismi e dismorfismi Età evolutiva e postura Introduzione Età evolutiva e postura Età evolutiva e postura Educazione e rieducazione posturale in età evolutiva Rieducazione posturale Esame e valutazione del soggetto Spalle curve Spalle Curve analisi anatomica Cingolo Scapolare Piccolo Pettorale Articolazione delle Spalle Petto Appiattito Esercizi posturali correttivi Valutazione dell'adeguatezza di un esercizio Piede e postura Il piede piatto Esercizi per il piede piatto Scoliosi e atteggiamento scoliotico Scoliosi e scoliosi paramorfica di 2

3 13.2 Scoliosi paramorfica Scoliosi: classificazione Scoliosi idiopatica Prognosi e trattamento della scoliosi Trattamento della rieducazione posturale Trattamento della rieducazione posturale Cifosi dorsale Esame del soggetto cifotico Trattamento della cifosi Lordosi lombare Trattamento della lordosi Riequilibrio muscolare ed esercizi di 3

4 1 Le attività preventive e compensative La didattica delle attività motorie per i soggetti diversamente abili, rientra nell ambito della didattica speciale che rappresenta il punto di incontro di componenti medico-specialistiche, psicologiche e formative. Una didattica speciale che anche in ambito istituzionale è passata da un mero approccio riabilitativo ad un orientamento mirato non solo al recupero, ma al potenziamento delle attività residue in una logica di progettazione dinamico-funzionale... (Leonardo Trisciuzzi, Dizionario di didattica). Nell ambito di una didattica speciale della attività motorie si individuano due finalità disciplinari di cui una preventiva ed una compensativa. Le attività motorie si definiscono preventive, quando sono finalizzate ad evitare l insorgenza di atteggiamenti o la degenerazione di determinate patologie. Le Attività Motorie Preventive (in seguito AMP) sono quindi generalmente indirizzate a garantire la tutela delle condizioni di salute della persona. Le AMP nella scuola sono un patrimonio trasversale che facilita l integrazione ed i meccanismi d apprendimento. Nelle persone diversamente abili le AMP sono lo strumento per: Opporsi attivamente a forme di degenerazione o riduzione progressiva delle abilità, determinate dal deficit o dalla minorazione; Evitare l insorgenza di atteggiamenti, posture e automatismi che possono essere determinati attraverso forme scorrette di compensazione. Un piano di attività motorie preventive destinate ad un soggetto diversamente abile dovrà necessariamente orientarsi in rapporto: 1. Alla definizione analitica della patologia ; 2. Alle tipologie di deficit conseguenti alla patologia; 3. Alla definizione delle possibili conseguenze del deficit in rapporto alle diverse abilità; 4. Alla definizione dei meccanismi di compensazione viziata di alcuni deficit. Il piano dovrà, quindi, seguire le seguenti fasi: - Definizione delle abilità; - Individuazione delle funzioni vicarianti; 4 di 4

5 - Costruzione di atteggiamenti, modelli e comportamenti motori che si oppongano a forme degenerative conseguenti al deficit; - Individuazione di atteggiamenti e comportamenti motori che prevengano l insorgenza di squilibri posturali e biomeccanici. Metodi e Tecniche posturali preventive FINALITA ESEMPI DI ATTIVITA MOTORIE PREVENTIVE NELLA SCUOLA - Evitare atteggiamenti scorretti o deformità strutturali. - Evitare che un atteggiamento si possa trasformare in deformità. - Evitare che una deformità peggiori. - Cambiare continuamente gli atteggiamenti da seduti nei banchi. - Sviluppare attività che mirino alla presa di coscienza del proprio corpo e di tutte le sue componenti. - Utilizzare il corpo come strumento di ricerca. - Assumere abitudini e atteggiamenti motori che favoriscano la crescita armonica della persona. - Sviluppare l utilizzazione del sistema propriocettivo per migliorare il rapporto tra corpo ed ambiente. 5 di 5

6 2 Le attività motorie compensative Le attività motorie si definiscono compensative, quando sono finalizzate alla conquista di un equilibrio statico o dinamico in presenza di deficit e minorazioni. Le Attività Motorie Compensative, (in seguito AMC) sono, quindi, generalmente indirizzate a costruire atteggiamenti e comportamenti motori che svolgano il ruolo di concorrere al ripristino di un equilibrio che la patologia ha compromesso. Le AMC svolgono inoltre un ruolo di supplenza dei deficit, stimolando intenzionalmente le capacità residue e valorizzando le diverse forme intellettive integre. L attività motoria compensativa è una branca delle attività motorie che mira alla prevenzione di deviazioni della struttura corporea (paradismorfismi), disarmonie morfologiche ed alterazioni degli schemi motori. L attività motoria compensativa è altresì finalizzata all educazione, e quindi alla riabilitazione, dei paramorfismi e al trattamento dei dimorfismi (questi ultimi di natura irreversibile). Nell applicazione delle norme che regolano l attività motoria compensativa sarà di grande aiuto una breve disquisizione in merito allo strutturalismo psicomotorio. Quest ultimo è una corrente di pensiero che nasce in Germania ad opera di Wundt e basa le sue regole fondamentali sul rigore logico-matematico e sul self-made della struttura, inteso come essere l autore delle proprie modificazioni strutturali. Per Piaget, la struttura, è un insieme di sottosistemi fra loro uniti con carattere di totalità, le cui relazioni devono essere individuate e riunite dal soggetto. Per usare le sue parole ciò che conta sono le relazioni fra gli elementi. Questo consente di correggere e prevenire eventuali errori, essendo la struttura autosufficiente. Al soggetto illustreremo il processo di autocorrezione e non un esercizio finito. Premesso che l attività motoria preventiva e compensativa rappresenta un percorso di apprendimento, utilizzeremo il metodo di frazionare, di dividere i vari elementi che compongono un movimento errato per poi ricostruire il movimento nel suo insieme nella maniera corretta. Lo strutturalismo psicomotorio ci aiuta nella cammino verso un risultato ottimale per mezzo della sua peculiare dottrina, che fornisce la possibilità di scomporre l esercizio proposto e di esaminare le relazioni che intercorrono fra le diverse frazioni di un insieme armonico. L educazione psicomotoria, per contro, ci consente soltanto di raccogliere le reazioni sensitive. Lo strutturalismo psicomotorio si basa su una concezione attiva dei processi mentali all interno della dinamica motoria, sul dialogo cosciente con il proprio corpo. Il soggetto opera mentalmente 6 di 6

7 effettuando delle trasformazioni da uno stato ad un altro, ricavate per autoregolazione e astrazione riflettente 1 7 di 7

8 3 Motricità riflessa, automatica e volontaria La rieducazione di tutte le scoliosi e paramorfismi deve tener conto che questi sorgono spesso da errate posture, frutto di un errato utilizzo della motricità volontaria. L autocorrezione del soggetto paramorfico dev essere sempre attiva attraverso un esame individuale dei movimenti. La metodologia strutturalista ha alla base la tematica dei contatti, e sarà applicata ripercorrendo le tappe naturali dello sviluppo ontogenico, passando dunque dalla posizione supina sino a giungere alla stazione eretta (non prima di aver ripercorso i passaggi intermedi). Come affermato poc anzi, basandosi sulla tematica dei contatti, la pratica correttiva, dovrà porre il soggetto nelle condizioni di poter ascoltare tutti gli stimoli del corpo precorregendo i movimenti errati. Egli deve eseguire un elaborazione degli stimoli per poi dar corso ad una adeguata risposta agli stimoli stessi. Il soggetto non deve apprendere la corretta posizione in maniera automatica, ma attraverso un più elaborato sistema di comprensione e precorrezione. Pur essendo largamente utilizzati dal nostro corpo, gli automatismi dovranno essere messi da parte qualora ci siano delle destrutturazioni in atto. Lo strutturalismo psicomotorio si pone come scopo quello di consentire al soggetto una presa di coscienza del proprio corpo e dei rapporti spazio-temporali. Questo gli consente di poter modificare coscientemente atteggiamenti e posture errate. Questa metodologia si propone di fornire delle metodiche adeguate per facilitare l utilizzo dei vari canali sensitivi: tattile, visivo e propriocettivo. Tutto questo lavoro, oltre a motivare il recupero, ne amplia la durata. 8 di 8

9 4 Paramorfismi e dismorfismi Se osserviamo un soggetto da un punto di vista clinico le alterazioni che riguardano la morfologia corporea normale, siano esse di origine ascendente o discendente si distinguono in paramorfismi e dimorfismi. Quando ci si riferisce ai primi, vediamo come le alterazioni della morfologia corporea siano il risultato di posizioni scorrette e atteggiamenti posturali viziosi che con il tempo sono causa di dolore. I paramorfismi di solito sono forme reversibili che si possono correggere attraverso esercizi specifici di rieducazione posturale, sono in generale forme transitorie, che non comportano, se trattate adeguatamente, alterazioni delle strutture scheletriche. Tuttavia anche se nella maggioranza dei casi i paramorfismi sono forme reversibili (spesso regrediscono spontaneamente), devono comunque essere diagnosticate precocemente per essere trattate con successo. Nell età dello sviluppo queste alterazioni morfologiche non devono essere sottovalutate e trascurate altrimenti si possono trasformare in forme assai più gravi che causano modificazioni della struttura scheletrica meglio conosciute come dismorfismi. I dimorfismi portano a delle modificazioni strutturali della normale morfologia corporea che, per essere corrette, necessitano di un trattamento ortopedico adeguato. Anche se i dismorfismi sono forme più importanti rispetto ai paramorfismi, se trattati precocemente e con interventi adeguati possono migliorare, ma al contrario, trascurati e sottovalutati si aggravano e progressivamente provocano disturbi funzionali; particolare riferimento a problemi respiratori e circolatori che possono alterare la normale funzione dei processi fisiologici vitali dell individuo. Riassumendo, possiamo distinguere le alterate modificazioni corporee nelle seguenti forme: Statiche: sono quelle forme che restano invariate durante l età evolutiva, vale a dire quelle sindromi che non regrediscono né evolvono e che non mutano con il divenire adulto del soggetto. Involutive: sono quelle forme che regrediscono spontaneamente e sono tipiche di un particolare periodo della vita di un individuo (età evolutiva). Evolutive: sono quelle forme che evolvono, peggiorano e si aggravano (dismorfismi). 9 di 9

10 Di seguito, elencheremo quelle forme che rappresentano le più frequenti alterazioni morfologiche che hanno la comune caratteristica di manifestarsi o svilupparsi nel corso dell età evolutiva. Piede piatto dell adolescenza Ginocchio valgo dell adolescenza Le accentuazioni delle curve fisiologiche del rachide: Cifosi dorsale Lordosi lombare Deviazioni laterali del rachide: Atteggiamento scoliotico Scoliosi 10 di 10

11 5 Età evolutiva e postura 5.1 Introduzione Con questo mio contributo ho cercato di affrontare il problema della rieducazione posturale in età evolutiva, trattando quelle alterazioni della normale morfologia corporea che colpiscono prevalentemente i giovani nell età dell accrescimento, facendo riferimento ad alcune delle tecniche maggiormente utilizzate nella rieducazione posturale e mettendo sostanzialmente a frutto la mia esperienza di insegnante di educazione fisica basata essenzialmente su una lunga pratica come allievo, collaboratore, educatore di attività e tecniche centrate sull espressione corporea le quali insieme si esprimono per giungere ad una migliore integrazione, coordinazione e controllo nell uso del proprio corpo inteso come unità psicofisica vale a dire come vita corporea e vita psichica di un individuo. L età evolutiva viene considerata la fase più delicata della vita dell uomo per le molte trasformazioni che essa comporta sia sotto il profilo dello sviluppo fisico che di quello psicologico. Questa fase della vita dell individuo è caratterizzata dalla confusione e dispersione della propria identità. Se prendiamo in considerazione il soggetto nelle diverse fasi della sua crescita possiamo meglio comprendere come la postura possa subire delle alterazioni anche importanti e soprattutto nell età compresa tra i 10 e 15 anni, periodo nel quale si ha un aumento staturale significativo rispetto a quello ponderale e come tutto ciò coincida con il delicato periodo pre-puberale e adolescenziale del soggetto. perfetta. E abbastanza facile affermare che i bambini di 10 anni hanno una motricità completa e Il bambino in questa fase della sua crescita raramente cade e ancor più raramente si fa male ma se invece lo osserviamo appena un po più grande lo troveremo impacciato, goffo e maldestro, in una parola sgraziato. 11 di 11

12 In questo periodo per il giovane diventa difficile gestire il proprio corpo, l immagine che egli ha di sé è illusoria poiché è in continua trasformazione. Cosa accade in questo momento della sua crescita? I sistemi automatici di controllo della motricità, prevalentemente quelli che governano l attività posturale, entrano in crisi a causa delle continue modificazioni che avvengono nei vari segmenti corporei in accrescimento e di conseguenza questi automatismi devono essere continuamente rivisti e rielaborati. 5.2 Età evolutiva e postura L attività posturale è regolata dal sistema nervoso centrale (SNC), attraverso meccanismi di controllo ed è proprio in questa sede che originano gli squilibri posturali che nel tempo si stabilizzano senza che noi ce ne accorgiamo causati da stimoli fisici ed emotivi. Se gli stimoli permangono lo stato di contrattura si stabilizza e può determinare un cambiamento dei programmi di controllo del sistema nervoso centrale. Questi meccanismi di controllo sono lontani dalla coscienza e poco controllabili volontariamente; i ragazzi utilizzano poco il canale propriocettivo nella gestione della postura e dell equilibrio e non dobbiamo stupirci più di tanto di questo dal momento che a causa del rapido accrescimento del corpo, il canale propriocettivo è in fase di ristrutturazione ed è poco affidabile, ragion per cui i ragazzi di questa età affidano il controllo della postura e del movimento principalmente a sistemi esterocettivi. Altro aspetto non trascurabile che rallenta o in alcuni casi impedisce l instaurarsi di questi meccanismi di controllo durante l età evolutiva è attribuibile anche al cambiamento delle abitudini e dello stile di vita del soggetto in questa fase della sua crescita. Rispetto a qualche anno fa le attività spontanee degli adolescenti, i cosiddetti jeux en plein air, si sono drasticamente ridotti a causa della rapida trasformazione della società in cui viviamo la quale ha impietosamente fatto si che si sostituissero le vecchie e sane abitudini di un tempo, grazie alle quali si potevano formare con spontanea naturalezza le basi per questi meccanismi di 12 di 12

13 controllo propriocettivi che invece oggi vanno stimolati con appositi esercizi visto che alla fine della pubertà essi sono poco allenati e rappresentano per il ragazzo quasi una novità. L adolescente di oggi trascorre la maggior parte del suo tempo a scuola oppure in casa utilizzando videogiochi e computer e anche quando egli pratichi una qualsiasi attività sportiva, questa in ogni caso non è spontanea ma sempre guidata da un adulto. 5.3 Età evolutiva e postura Fattori Ereditari Nel tentativo di definire corretta la postura di un soggetto dobbiamo essere realistici ed accettare i limiti imposti da un possibile fattore ereditario. Senza dubbio di fronte ad un problema posturale di questo tipo si possono ottenere dei miglioramenti ma non si deve creare nel soggetto l aspettativa di un cambiamento radicale della forma. Fattori Costituzionali E questo un fattore che gioca un ruolo significativo nell origine delle alterazioni della normale morfologia corporea (deviazioni posturali). I paramorfismi sono spesso riconducibili ad un fenotipo di costituzione debole, il quale durante il periodo pre-puberale registra un accrescimento in lunghezza spropositato rispetto allo sviluppo muscolare che risulta debole e insufficiente. Fattori Endocrinologici La regolazione dell accrescimento corporeo dipende anche dal corretto funzionamento delle ghiandole endocrine quali l ipofisi, la tiroide, le gonadi ecc. Al fine di mantenere un buon equilibrio del sistema neuroendocrino è sconsigliabile nell età evolutiva sottoporre il ragazzo ad attività intense e troppo impegnative come per esempio un attività sportiva stressante dal momento che tutto ciò può avere un influenza negativa sulle modificazioni biologiche tipiche di questo periodo della vita. 13 di 13

14 Fattori Esogeni Durante l età evolutiva un alimentazione insufficiente (per esempio carenza di vitamine) oppure una dieta sbilanciata (per es. ipercalorica), possono essere fattori predisponesti per l insorgenza di un alterato accrescimento corporeo con tutte le conseguenze negative che questo comporta. I molti studi effettuati sulle alterazioni posturali hanno evidenziato come i paramorfismi si riscontrino prevalentemente in ambienti socio-economici di basso livello e in ambienti dove le condizioni igienico sanitarie sono spesso scarse e precarie. Inoltre lo stile di vita sedentario e particolari atteggiamenti posturali contribuiscono all insorgenza di queste alterazioni. Fattori Psicologici Non tutti i problemi di tipo posturale possono essere affrontati soltanto in termini prettamente fisici, muscolo-scheletrici o di condizionamento ambientale. Particolari posture possono essere l espressione di disturbi emotivi che si manifestano sovente unitamente a problemi della personalità. La testa pendente e le spalle abbassate di alcuni giovani per esempio, sono chiare manifestazioni di timidezza e di scarsa fiducia in se stessi. In questi casi i soli specifici esercizi di rieducazione posturale non saranno sufficienti se non coadiuvati da un adeguato sostegno psicologico teso a formare un efficace e mirato sinergismo. 14 di 14

15 6 Educazione e rieducazione posturale in età evolutiva E stato analizzato come l età evolutiva rappresenti nella vita dell individuo uno stadio nel quale si verificano rapide e delicate ristrutturazioni sia di ordine fisico che psichico le quali possono essere la causa di un disordine posturale. Il piede piatto, il ginocchio valgo e le alterazioni delle normali curve fisiologiche del rachide, ne costituiscono le forme più rappresentative. Possiamo inoltre aggiungere che l origine di alcune malattie degenerative dell età adulta come per esempio l artrosi, le tendinopatie, le discopatie, le ernie discali, le meniscopatie, possono avere origine proprio da disordini posturali giovanili che sono stati trascurati. Quando ci si riferisce ad un soggetto molto giovane, in età evolutiva, sarebbe più corretto parlare di educazione posturale poiché il concetto del rieducare implica in qualche modo una pregressa forma di educazione. Rieducare significa infatti educare di nuovo e meglio. Tuttavia in chinesiterapia si usa il termine di educazione posturale se ci si riferisce ad un soggetto che non presenti forme di un alterato assetto posturale, essa si rivolge al soggetto sano il quale viene educato alla conoscenza del proprio corpo attraverso una migliore percezione del sé. La rieducazione posturale al contrario si rivolge a quei soggetti che presentano un alterata morfologia corporea (disordine posturale) che prevede un trattamento specifico e mirato al recupero di una situazione globalmente compromessa in maniera più o meno grave. La rieducazione posturale è una forma di chinesiterapia (forma di ginnastica), avente come finalità delle modificazioni sia dell assetto posturale del soggetto ma anche e soprattutto del suo comportamento posturale generale 15 di 15

16 7 Rieducazione posturale La postura è essenzialmente un tratto individuale, e anche la sua correzione riguarda un ambito strettamente individuale che non prescrive ricette preconfezionate poiché gli ingredienti che devono essere usati su ciascun individuo sono uno diverso dall altro non solo nella misura ma anche nella natura e composizione degli stessi. Prima di affrontare un qualsiasi trattamento rieducativo sarà necessario dunque un esame (ispezione posturale) che permetterà di individuare le particolari necessità del soggetto esaminato. Avviene così una attenta valutazione del soggetto attraverso un indagine clinica e una serie di test atti a verificare la situazione posturale. In breve, si deve prima indagare sulla natura dello squilibrio, poi si deve verificare se il lavoro proposto è in sintonia con la struttura e la funzionalità del soggetto trattato. Questo permette da un lato una migliore qualità del lavoro e dall altro una maggiore efficacia e durata del lavoro nel tempo. A prescindere dalla metodologia usata, l obiettivo finale sarà quello di rendere la struttura alterata più funzionale possibile liberandola da tensioni che creano vizi posturali sia in condizioni statiche che dinamiche del soggetto. Il soggetto che compie questo percorso sarà il vero protagonista dell intervento posto in essere. E a lui che dovranno essere forniti gli strumenti che gli consentiranno di modificare per quanto sarà possibile le strutture alterate per poi rielaborare in una fase successiva gli schemi posturali compromessi. prevede: La Rieducazione Posturale è sostanzialmente una tecnica, un modo di fare ginnastica che Lavoro meccanico-ortopedico Educazione allo schema corporeo Ginnastica posturale Educazione respiratoria Il Lavoro meccanico-ortopedico si pone i seguenti obiettivi: 16 di 16

17 Stretching delle catene muscolari retratte Recupero della motilità articolare Potenziamento dei muscoli della dinamica Lavoro di resistenza dei muscoli della statica L educazione allo schema corporeo si pone i seguenti obiettivi: Presa di coscienza del proprio corpo Apprendimento delle sensazioni esterocettive (contatti, pressioni ecc.) Apprendimento delle sensazioni propriocettive (posizioni articolari, tensioni muscolari ecc.) Percezione globale del corpo in riferimento agli orientamenti spaziali: - allineamento dell Asse longitudinale sul piano frontale - allineamento dell Asse longitudinale sul piano sagittale - allineamento dell Asse sagittale sul piano frontale - sul piano trasversale controllo delle eventuali rotazioni del Bacino Regione Lombare Dorso Spalle La Ginnastica posturale si articola in 4 fasi: individuazione dell elemento da correggere coinvolgimento dell elemento da correggere compito posturale specifico dell elemento da correggere interferenza durante l esecuzione dinamica dell elemento da correggere Educazione respiratoria si pone i seguenti obiettivi: presa di coscienza della dinamica respiratoria 17 di 17

18 capacità di controllo volontario e cosciente delle varie componenti, diaframmatica e toracica (alta-bassa-emitoracica). 18 di 18

19 8 Esame e valutazione del soggetto Esaminare un soggetto consta di un esame obiettivo che inizia con la disamina generale del soggetto per inquadrarne la costituzione, i caratteri somatici e quelli psichici. Si procede poi ad un successivo esame riguardante le varie posizioni principali del soggetto, stazione eretta (di fronte, di dorso, di fianco), in decubito supino e prono; il tutto osservando scrupolosamente il soggetto nella sua globalità e non restringendo il campo dell indagine alla sola zona nella quale il soggetto avverte e localizza la sintomatologia dolorosa. E consigliabile tuttavia prima di procedere a questa seconda fase, compiere un anamnesi del soggetto prendendo in particolare considerazione il fattore età, dato questo che ci aiuta ad orientarci meglio, escludendo per esempio determinate affezioni che non sono proprie dell età del soggetto che stiamo esaminando; fattori come il sesso, per esempio quello femminile è più esposto alla scoliosi; l ambiente, la provenienza geografica, lo stile di vita, le abitudini sportive; precedenti familiari, che possono essere la causa di una possibile trasmissibilità ereditaria. Anamnesi patologica prossima, cioè risalire al periodo di insorgenza di disturbi, stabilirne l intensità, la durata, il ritmo durante l arco della giornata. Quando si effettua l esame obiettivo del soggetto è necessario tenere in considerazione i rapporti esistenti tra le parti del corpo, per esempio tra un arto ed il suo omologo controlaterale; per il tronco, i rapporti esistenti tra il cingolo scapolare ed il bacino. Durante l esame obiettivo il soggetto dovrà mantenere la posizione che in letteratura medica viene definita anatomica o neutra cioè la stazione eretta con i piedi leggermente divaricati (distanti circa 10 cm) con gli arti superiori che cadono lungo i fianchi e accostati al tronco, le palme delle mani in supinazione, le spalle e il bacino paralleli tra di loro. Il corpo così orientato sarà il primo riferimento che permetterà di esprimere in gradi la posizione assunta dal segmento preso in considerazione nei diversi piani di movimento rispetto alla posizione neutra iniziale, definita punto zero. L esame obiettivo può immediatamente indirizzare l attenzione verso un ben evidenziato tipo di problema tuttavia dovremo essere prudenti nelle nostre valutazioni poiché non è infrequente trovarsi di fronte a situazioni di compenso che potrebbero indurci in errori di interpretazione, ad 19 di 19

20 esempio una iperlordosi del rachide lombare può nascondere un atteggiamento obbligato dell anca in flessione, in questo caso opportune manovre ci saranno di valido aiuto. Quando esaminiamo un soggetto nella sua posizione neutra, quello che dovremo ricercare, saranno le eventuali asimmetrie le quali potremmo riscontrare con una scrupolosa e accurata osservazione degli arti inferiori; del bacino; della colonna vertebrale; delle spalle; del torace e dell addome. E importante ricordare che l esame obiettivo potrebbe risultare insufficiente ai fini di una corretta valutazione del soggetto, in tal caso questo va completato con esami strumentali specifici i quali sono di competenza del medico specialista. 20 di 20

21 9 Spalle curve Analizzeremo ora uno degli errori posturali più comuni e forse il più rappresentativo dell età evolutiva il quale in un momento di forte spinta evolutiva potrebbe evolvere in un atteggiamento scoliotico che con il tempo potrebbe degenerare in una deformità sicuramente di proporzioni più rilevanti: Le Spalle Curve. Di fronte ad un soggetto che presenta questo tipo di atteggiamento quello che andremo a ricercare è il coinvolgimento del corpo nella sua globalità. Gli aspetti più direttamente implicati sono le spalle incurvate, la testa in avanti e la schiena curva. 9.1 Spalle Curve analisi anatomica Testa e Collo in iperestensione La testa è inclinata all indietro con il mento sollevato. Colonna vertebrale tratto toracico, convessità aumentata che comporta uno spostamento in avanti della testa. A causa dello spostamento in avanti della testa, il muscolo sternocleidomastoideo ed i muscoli scaleni che hanno la loro inserzione prossimale nella testa e sul collo, non riescono più ad esercitare la loro normale funzione di sollevamento sullo sterno e sulle costole superiori. Le porzioni toraciche dell erettore spinale della colonna vertebrale e di altri estensori sono allungate a causa dell aumentata convessità. 9.2 Cingolo Scapolare Abdotto e inclinato lateralmente, i romboidi ed il trapezio medio sono allungati ed il piccolo pettorale ed il dentato anteriore sono accorciati. 9.3 Piccolo Pettorale Non può più esercitare la sua normale funzione di sollevamento sulla terza, quarta, quinta costa. La fascia pettorale è quasi sempre tesa. 21 di 21

22 9.4 Articolazione delle Spalle Rotazione verso l interno, l abduzione delle scapole fa si che le braccia pendano più in avanti del solito e con una leggera rotazione verso l interno cosicché le palme delle mani sono rivolte all indietro. Dal momento che il grande pettorale si attacca alla parte superiore del braccio, non esercita più la sua funzione di sollevamento sulle costole. 9.5 Petto Appiattito L impossibilità dello sternocleidomastoideo, del muscolo scaleno e dei muscoli pettorali di esercitare la loro normale azione di sollevamento sullo sterno e le costole si rileva nella posizione del petto. respirazione. Questo abbassa il diaframma impedendogli di compiere l esecuzione abituale durante la Nonostante siano state citate le articolazioni ed i muscoli principalmente coinvolti nell errore posturale delle spalle curve, tuttavia si riscontrano altre modificazioni compensatorie estese sull intero corpo del soggetto. 22 di 22

23 10 Esercizi posturali correttivi Si citeranno due tra i numerosi esercizi posturali correttivi che hanno come obiettivo, il primo, l estensione delle fasce e dei muscoli accorciati, il secondo, il rafforzamento e l accorciamento dei muscoli che al contrario si sono allungati. Esercizio 1 : sollevamento passivo del petto Scopo : estendere le fasce ed i muscoli pettorali Descrizione dell esercizio: Facciamo sedere il soggetto su una panca bassa con le mani dietro la nuca (le dita delle mani non devono essere intrecciate) ed i gomiti ben dietro; l operatore è in piedi, dietro il soggetto con un piede appoggiato sul bordo della panca ed il ginocchio contro la colonna vertebrale del soggetto, tra le due scapole (se opportuno, utilizzare un apposito cuscino per diminuire il contatto del ginocchio sul dorso del soggetto). L operatore afferra i gomiti del soggetto, li solleva leggermente e li tira indietro con una trazione forte (ma non troppo) e continua, che poi rilascia con gradualità e mai con strattoni. 8/15 ripetizioni. L operatore dovrà evitare che il soggetto inarchi troppo la schiena, suggerendogli di contrarre i muscoli addominali durante la fase di sollevamento. Errori più comuni del soggetto: mancanza di contrazione dei muscoli pettorali la testa non è tenuta in una posizione corretta mancanza di contrazione dei romboidi e del trapezio mediano mancanza di rilassamento dei muscoli pettorali Errori più comuni dell operatore: tirare troppo bruscamente da produrre una forte azione di riflesso dei muscoli pettorali tirare eccessivamente da causare un iperestensione eccessiva della colonna lombare tirare troppo debolmente da non riprodurre alcuna azione di estensione 23 di 23

24 porre il ginocchio troppo basso da favorire una iperestensione del tratto lombare della colonna e impedire la trazione ai muscoli pettorali Esercizio 2 : sollevamento della testa (da una posizione prona con le mani ruotate all esterno) Scopo dell esercizio: correzione della testa in avanti delle spalle curve rafforzando gli estensori del tratto toracico della colonna vertebrale, degli adduttori e dei rotatori esterni delle braccia Descrizione dell esercizio: Il soggetto giace prono con le braccia lungo i fianchi e le palme delle mani ruotate all esterno e rivolte verso il basso. Solleva la testa (8/15 cm), rivolgendo lo sguardo al pavimento, girando i pollici verso l alto e le palme delle mani rivolte verso l esterno. Mentre solleva la testa, stacca le mani dal pavimento girando i pollici verso l alto e le palme delle mani verso l esterno. Nello stesso momento in cui solleva e ruota le braccia deve addurre energicamente le scapole. La posizione va tenuta per almeno 5 sec. 10/20 rip. Errori più comuni: - iperestensione della testa e del collo. Si può evitare invitando il soggetto a guardare in un punto sotto il suo naso - sollevare il corpo troppo in alto iperestendendo il tratto lombare del rachide. Si può evitare invitando il soggetto a non alzare la testa più di 8/10 cm dal pavimento ruotare le braccia verso l interno invece che verso l esterno, questo si può verificare se al soggetto non è stato detto di cominciare con le palme delle mani rivolte verso il basso, se l errore persiste ed il soggetto continua ad avere difficoltà, dovrà provare ripetutamente a ruotare le braccia sia verso l esterno che verso l interno ed imparare a riconoscere la sensazione di movimento dell articolazione della spalla e del cingolo scapolare. 24 di 24

25 11 Valutazione dell'adeguatezza di un esercizio Al fine di valutare correttamente un esercizio, l operatore (insegnante di ed. fisica, chinesiologo ecc.), dovrà porsi alcune domande alle quali dare delle risposte: 1. Qual è lo scopo dell esercizio? 2. Come raggiungere efficacemente il suo scopo? 3. Quali sono le principali azioni articolari e muscolari coinvolte? 4. Quali sono la sua intensità e la sua difficoltà? 5. L esercizio è adatto per un esecutore medio o un esecutore esperto? 6. L esercizio presenta elementi di pericolo (lesioni o stiramenti) contro i quali dobbiamo prendere delle precauzioni? 7. L esercizio può causare degli effetti indesiderati o nocivi? 8. Se l esercizio presenta delle difficoltà, cosa servirebbe per preparare l esecutore ad esso? In una parola, l essere in grado di rispondere a tali domande implica da parte dell operatore una grande esperienza frutto di anni e anni di lavoro che lo hanno reso capace di individuare ed analizzare con successo le necessità individuali dei soggetti da lui trattati. 25 di 25

26 12 Piede e postura Il piede è una struttura (organo) importantissima che svolge funzioni fondamentali nell economia del nostro organismo. E il sostegno di tutto il corpo, è il mediatore tra il movimento dello scheletro e il terreno, è un organo recettoriale, è un organo vascolare. In altre parole il piede: Ci permette di camminare (propulsione) E indispensabile per il mantenimento dell equilibrio (sostegno) Si tratta di una struttura complessa che a dispetto della sua importanza, l uomo tende a sottovalutare, è bistrattato con conseguenze gravi per la postura della colonna vertebrale ed in genere di tutto il corpo. E una vera meraviglia meccanica che possiede tanto la potenza quanto l agilità necessarie sia per sostenere staticamente il peso del corpo che per permettergli i vigorosi spostamenti della corsa e del salto. A volte però, soprattutto per motivi puramente estetici, si preferiscono scarpe suggerite dalla moda, magari con tacchi alti e punte troppo strette, tralasciando considerazioni più importanti ed essenziali quali il corretto appoggio del piede, il corretto assetto della caviglia, la distribuzione del peso del corpo a terra ecc. L importanza dell appoggio plantare nell organizzazione posturale dell uomo è ormai nota. Gli esterocettori deputati a ricevere informazioni dal mondo estero sono: Occhi Orecchie Mandibola Soglia plantare La pianta del piede è uno dei 4 esterocettori primari posturali. 26 di 26

27 Il piede non è solo uno strumento di propulsione per il passo, è anche un organo di senso. Ad ogni passo il piede appoggia al suolo tutta la pianta e per un breve momento rilascia per meglio aderire e raccogliere le informazioni tattili dal terreno. Poi in base alle percezioni raccolte, durezza ed asperità del suolo, si irrigidisce e si trasforma in una leva, la quale spinge e fa avanzare il passo. Questo lavoro di elaborazione, di informazione e di attivazione dei muscoli del piede, viene però ridotta considerevolmente dalla suola delle scarpe. Lasciare i bambini scalzi almeno d estate su superfici incoerenti come sabbia e terra (superfici informative ), favorisce la maturazione del piede e quindi un suo più sano sviluppo. Il più delle volte è il tempo a correggere il Piede Piatto: il grado di valgismo del piede che esprime la gravità del piede piatto si riduce spontaneamente con lo sviluppo e la maturazione ossea del soggetto. I bambini che presentano un piede piatto a 3 anni possono mostrare un piede perfetto a 8-10 anni di età senza che sia stato utilizzato alcun presidio correttivo. Un Dato: Sono stati effettuati 2 studi che hanno messo a confronto bambini occidentali con bambini di zone rurali, Indiane e Africane. Il risultato è il seguente: I bambini che camminavano scalzi su superfici incoerenti come sabbia e terra, sviluppavano piedi più sani rispetto ai bambini occidentali che utilizzavano precocemente l uso di scarpe e plantari Il piede piatto Si definisce impronta del piede normale quella in cui la lunghezza dell istmo, cioè la zona del mesopiede che tocca il terreno lungo il bordo laterale, corrisponde ad un terzo della lunghezza espressa dall impronta a livello delle teste metatarsali. Si definisce impronta di piede piatto, quella in cui la lunghezza dell istmo è superiore ad un terzo, considerando anche i 3 gradi di gravità del piattismo (lieve-medio-piatto), sempre basato sull espressione della lunghezza dell istmo. Esistono poi delle sottoclassi di piede piatto, come piede pronato, varo, valgo ecc. Il soggetto con piede pronato e valgo generalmente presenta: - Iperlordosi lombare ipotonica 27 di 27

28 - Cervicale verticalizzata o inversione della curva - Testa in avanti Se osserviamo il piede quando il soggetto è in piedi, nella stazione eretta, notiamo che non tutta la regione plantare di esso è appoggiata al suolo ma solo le parti del piede che sono in corrispondenza della grande tuberosità del calcagno e della testa del 1 e 4-5 metatarso dove si sviluppano gli archi plantari (volte plantari): 2 longitudinali, uno interno e l altro esterno e uno trasversale. Il calcagno, l astragalo, lo scafoide, i tre cuneiformi e i primi 3 metatarsi formano l arco longitudinale interno che oltre ad essere sostenuto dall azione dei muscoli tibiale posteriore e peroneo lungo, definiti anche muscoli cavizzanti, presentano alcuni legamenti che contribuiscono al sostegno della volta plantare nelle due concavità: trasversale e longitudinale Esercizi per il piede piatto Soggetto seduto (panca non troppo alta): - flessione ed estensione delle dita del piede; - flessione ed estensione delle dita del piede associate anche alla supinazione; - piedi in appoggio sopra un sacchetto di sabbia, il soggetto dovrà flettere le dita dei piedi premendo sul sacchetto di sabbia (cavizzare il più possibile); - Variante: dita dei piedi ben aperte, in appoggio al primo grado della spalliera, flessione delle dita con particolare presa sulla spalliera (cavizzare il più possibile); - flessione plantare max (punta del piede addotta); - flessione dorsale (piede addotto) - prensione: il soggetto deve afferrare con le dita dei piedi piccoli oggetti Soggetto in decubito supino (gambe piegate) con le dita dei piedi in prensione al 2 grado della spalliera: sollevare il bacino da terra; Corsa sul posto Andatura sui talloni 28 di 28

29 metatarsi: Soggetto di fronte alla spalliera (presa all altezza delle spalle), sacchetto di sabbia sotto i del piede. - flessione dorsale e plantare, associata alla flessione delle dita - variante: stesso esercizio associato ad un lento sollevamento del bordo interno Soggetto seduto su una panca bassa, ginocchio flesso a 70, mantenendo i talloni al suolo, sollevare con forza gli avampiedi e le dita per alcuni secondi serie Variante: flettere energicamente le dita dei piedi mantenendo la flessione per sec. 5/6 Soggetto seduto, ginocchio flesso a 70, gambe leggermente divaricate, piedi in appoggio a terra. Avvicinare le ginocchia fino a raggiungere il contatto, sollevando il bordo esterno dei piedi mentre quello interno resta in appoggio al suolo. Mantenere la posizione per sec. 5/6 serie Soggetto seduto. Afferrare con le dita dei piedi un panno, oppure un bastoncino o dei sassolini rip. 4/5 serie Soggetto in piedi. Andatura sugli avampiedi (camminare) mantenere il ginocchio disteso e bloccato sec. 4/5 serie Soggetto in piedi. Andatura sui talloni (camminare), mantenere il ginocchio disteso e bloccato sec. 4/5 serie Soggetto in piedi. Camminare con andatura rullata (tallone-piantapunta). Il primo appoggio è con il tallone, il secondo con la pianta, il terzo con l avampiede, mantenendo il tallone sollevato sec. 4/5 serie Soggetto in piedi. Camminare sopra una linea disegnata al suolo, camminare mettendo un piede davanti all altro (punta e tallone che si toccano), il centro della pianta del piede sulla linea sec. 4/5 serie Soggetto in piedi. Camminare incrociando le gambe e cavallo della linea evitando di toccarla sec. 4/5 serie 29 di 29

30 Soggetto in piedi. Camminare sul bordo esterno dei piedi in massima supinazione tenendo una palla tra gli archi plantari sec. 4/5 serie Soggetto seduto. Tenere con il bordo interno dei piedi (pianta contro pianta) una palla medica da kg sec. 4/5 serie. Variante : incrociare le gambe e tenere la palla con il dorso dei piedi Soggetto in piedi. Sollevare la gamba con il ginocchio flesso a 90 mentre l altro si solleva sull avampiede sec. 4/5 serie 30 di 30

31 13 Scoliosi e atteggiamento scoliotico Se osserviamo la colonna vertebrale possiamo notare come il blocco inferiore (osso sacro) si appoggia sul bacino nel quale si incastra come un cuneo e serve a sua volta da appoggio alla colonna lombare con le sue cinque solide vertebre. Queste ultime si assottigliano progressivamente fino alle 12 vertebre dorsali, ciascuna delle quali serve da supporto ad una coppia di costole. Le vertebre dorsali diventano sempre più piccole fino alle 7 vertebre cervicali, ancora più sottili, che si concludono con la prima vertebra cervicale, atlante, denominata così proprio perché sopporta il peso della testa. Sotto l atlante c è la seconda vertebra cervicale (epistrofeo) che permette grazie alla sua particolare conformazione i delicati movimenti di rotazione della testa a destra e a sinistra. Questa struttura perfettamente adeguata alla posizione verticale è dunque estremamente gerarchizzata. Le vertebre più basse e più potenti servono da appoggio a quelle poste sopra di esse fino al collo molto mobile che sostiene la testa e le permette una estrema finezza di movimenti. Se osserviamo la struttura muscolare e legamentosa della colonna vertebrale vi troviamo una formazione analoga: muscoli potenti alla base della colonna per tenere dritto e sostenere tutto l insieme ; muscoli sempre più sottili e sensibili man mano che si sale per poter realizzare il delicato gioco muscolare che determina la motilità del collo e l equilibrio della testa. Ogni parte del corpo, ogni sezione del corpo ha dunque una sua precisa funzione da svolgere. Solo una coordinazione di queste funzioni che sia corretta, cioè conforme alla struttura del corpo permette un uso dell organismo che sia meccanicamente corretto ed allo stesso tempo efficace ed economico. Al centro del corpo corrispondente alla regione delle vertebre lombari, appartengono la forza e la stabilità; alla parte superiore appartengono invece finezza e mobilità. La coordinazione del tutto è destinata a trovare il suo optimum meccanico in una colonna vertebrale equilibrata sulla verticale. 31 di 31

32 Ogni deformazione dell asse vertebrale, ogni debolezza nel centro del corpo, ogni blocco nella parte alta (nel collo e nelle spalle) comportano inevitabilmente una fragilità meccanica ed una usura prematura dell intero organismo Scoliosi e scoliosi paramorfica Pedriolle studioso biomeccanico fu il primo a studiarla nei 3 piani dello spazio, la definì una curva che si sviluppa nello spazio [ ] dovuta ad un movimento di torsione generalizzato a tutto il rachide. La scoliosi è una deformazione tridimensionale della colonna vertebrale (deviazione permanente) ad eziopatogenesi multipla, alla quale conseguono gravi alterazioni estetiche e funzionali, sulla quale sono evidenziabili i seguenti elementi: - Una curvatura principale o primitiva (deviazione sul piano frontale) che può interessare il rachide lombare dorsale - cervicale. - Una o più curvature secondarie (di compenso). Sono quelle curvature che si sviluppano nei tratti sopra e sottostante rispetto alla curvatura primitiva. - La rotazione delle vertebre intorno all asse longitudinale della colonna di tutto il tratto vertebrale interessato dalla curvatura. Danni anatomici: 1. deformazione dei singoli corpi vertebrali; 2. deformazione del torace (gibbo) 3. modificazioni degli organi endocavitari (ipertrofia del cuore dx, stasi del piccolo circolo) Scoliosi paramorfica La definizione sopraccitata di scoliosi permette di differenziare la scoliosi, dagli atteggiamenti scoliotici. La scoliosi, o scoliosi organica rappresenta un dismorfismo del rachide, l atteggiamento scoliotico, o scoliosi funzionale è un paramorfismo visibile solo quando la colonna vertebrale è sotto carico, cioè in funzione. 32 di 32

33 L atteggiamento scoliotico non comporta nessun danno anatomico o strutturale, si parla infatti di atteggiamento, poiché l unico difetto che si riscontra è un atteggiamento di flessione laterale del rachide di modica entità che può essere corretto con un adeguato intervento muscolare attivo e con l assunzione di un atteggiamento posturale corretto Scoliosi: classificazione Le scoliosi vengono classificate e denominate a seconda delle diverse localizzazioni della curvatura primitiva: - scoliosi lombari - scoliosi dorso-lombari - scoliosi combinate dorsali e lombari - scoliosi dorsali - scoliosi cervico-dorsali Scoliosi Lombari: sono quelle scoliosi che presentano una curvatura principale molto estesa, da D11 a L3 e con apice su L1 o L2; le curvature secondarie si sviluppano a grande raggio nel tratto dorsale e distalmente a livello del tratto lombosacrale. Scoliosi Dorso-Lombari: generalmente si presentano con una curvatura molto ampia che si estende da D6-D7 alla L2-L3; la vertebra apicale è rappresentata per lo più da D11 o D12 con una curva sul piano frontale. Scoliosi combinate Dorsali e Lombari: si presentano con 2 curvature principali ad S la curva dorsale si estende da D5 a D10, la curvatura lombare va da D11 a L3 con apice su L1-L2. Scoliosi Dorsali: generalmente la curvatura primitiva interessa 6 vertebre dalla D4-D6 alla D11-D12; la vertebra apicale è D8 o D9; si hanno 2 curve di compenso, una curvatura cervicodorsale ed una curvatura lombare. Scoliosi Cervico-Dorsali: sono forme molto rare che si presentano con una curvatura primitiva a raggio corto estesa per 5-6 vertebre con apice sulla D1 o D2 33 di 33

34 13.4 Scoliosi idiopatica La scoliosi colpisce prevalentemente il sesso femminile e la sua caratteristica più saliente è l evolutività; essa insorge nella maggior parte dei casi alla soglia dello sviluppo puberale tendendo ad arrestarsi verso il periodo in cui avviene la maturazione ossea. Dal punto di vista eziopatogenetico recenti studi hanno dimostrato che la scoliosi idiopatica ha origine genetica in grado di determinare una ritardata maturazione di alcuni centri nervosi di controllo della postura e del movimento e di provocare alterazioni biochimiche e neuromuscolari. La deformazione vertebrale provocata dalla scoliosi idiopatica può essere definita come il segno di una sindrome complessa ed eziologia multifattoriale. Essa rappresenta oltre l 80-88% di tutte le scoliosi Prognosi e trattamento della scoliosi Nelle scoliosi statiche la prognosi generalmente è buona purché esse siano diagnosticate precocemente e altrettanto precocemente trattate Nelle scoliosi idiomatiche cioè quelle forme che possono evolvere e peggiorare, la prognosi varia a seconda del diverso potenziale evolutivo: età del paziente, tipo della curvatura, grado della curvatura e soprattutto se esiste familiarità. Trattamento Dal punto di vista rieducativo molta attenzione deve essere posta alla probabilità evolutiva della scoliosi. Si possono stabilire diversi gradi di gravità: - le scoliosi con forte spinta evolutiva (oltre 40 Cobb) le quali possono creare deformità gravi ed irreversibili con importanti complicazioni cardio-respiratorie. Queste forme devono essere trattate chirurgicamente. - le scoliosi comprese fra 20 e 40 gradi Cobb con spinte evolutive importanti devono essere trattate con corsetto e rieducazione posturale. - le scoliosi comprese fra 10 e gradi Cobb con scarse spinte evolutive trattate con la sola rieducazione posturale, in questi casi è sufficiente attuare una terapia 34 di 34

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