CENTRO DI ATTIVAZIONE PSICOLOGICA Studio Associato di Psicologia
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- Marcella Gioia
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1 CENTRO DI ATTIVAZIONE PSICOLOGICA Studio Associato di Psicologia Milano Via Zure6, 1 tel mail:capsmilano@hotmail.com web: hhp:// Do#. Andrea Veronesi Do#.ssa Maria Grazia Niche5 Psicologo iscritto all Albo degli Psicologa iscritta all Albo degli Psicologi della Psicologi della Lombardia n Lombardia n Equipe autorizzata dalla ASL Milano, con delibera n del 24/09/2013 ad effettuare attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici secondo quanto previsto dalla legge 170/2010.
2 I servizi che il Centro offre sono: Problemi di insuccesso scolastico e disturbi specifici dell apprendi-mento(dsa, ADHD, ecc.) Valutazioni e diagnosi psicologiche. Consulenza psicologica per l infanzia e l adolescenza. Psicologia scolastica e dell educazione. Orientamento scolastico e riorientamento Consulenza psicologica all adulto e alla coppia. Psicologia della coppia e della famiglia.
3 L ATTIVITA DI PSICOLOGIA SCOLASTICA Il Centro di Attivazione Psicologica si occupa in modo specifico di Psicologia scolastica e Psicologia infantile e della famiglia, dedicandosi alle problematiche del bambino nella scuola per l infanzia e primaria, del preadolescente ed adolescente nella Scuola secondaria. Una particolare attenzione è dedicata alle difficoltà di apprendimento sia per le diagnosi che per il recupero e il potenziamento delle capacità di apprendimento L attività del Centro è articolata in : Servizi di consulenza psicologica alle famiglie. Servizi diagnostici. Orientamento scolastico e professionale.
4 Autorizzato dalla ASL Milano, con delibera n del 24/09/2013 e successiva n del 10/11/2014 ad effe@uare aavità di prima cereficazione diagnoseca valida ai fini scolaseci secondo quanto previsto dalla legge 170/2010.
5 Proge#o realizzato per l Is=tuto Confalonieri Milano «ATTIVITA DI CONSULENZA PSICOLOGICA PER LE CLASSI TERZE, QUARTE, QUINTE DELLA SCUOLA PRIMARIA E CLASSI PRIME DELLA SCUOLA SECONDARIA»
6 Elemento centrale del proge#o: CONSULENZA «ESPERTA» E SPECIFICA PER GLI INSEGNANTI E PER I GENITORI IN TUTTI I CASI DI DIFFICOLTA DIAGNOSTICATA OPPURE NON DIAGNOSTICATA.
7 COME SI ARTICOLA:.COLLOQUI CON GLI INSEGNANTI SU LORO RICHIESTA (PER APPUNTAMENTO ALLO )..COLLOQUI CON I GENITORI SU LORO RICHIESTA O SU INVIO DEGLI INSEGNANTI. I COLLOQUI SARANNO CON LA PRESENZA O MENO DEGLI INSEGNANTI..I COLLOQUI SARANNO EFFETTUATI PRESSO LE SEDI SCOLASTICHE.
8 ATTIVITA DI CONSULENZA CON GLI INSEGNANTI SU:.COMPRENSIONE DEL PROBLEMA.DEFINIZIONE DI STRATEGIE.CONSULENZA PER IL PDP NEI CASI DSA E BES.UTILIZZO DI MATERIALE TESTISTICO PER LA DEFINIZIONE DELLE DIFFICOLTA.INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DELLE PROVE EFFETTUATE
9 Il servizio è dedicato ad una fascia di età che presenta molte differenze al suo interno. Dai 6 anni a i 10 si parla di periodo della fanciullezza. Dagli 11 anni si parla di periodo preadolescenziale. La divisione in fasce è convenzionale. In realtà lo sviluppo di un bambino è qualche cosa di unico. Quindi è importante ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi e le sue modalità per crescere.
10 7-8 anni svolta decisiva, periodo di assimilazione e ada#amento a realtà. Gli a#eggiamen= sogge5vi lasciano il posto a un crescente interesse per i da= ogge5vi della realtà. Trasformazioni radicali del pensiero infan=le: modificano la rappresentazione che il bambino si fa dell universo e imprimono un nuovo cara#ere ai suoi rappor= con gli altri. Si afferma il pensiero logico che libera il bambino dal suo egocentrismo: prima era so#omesso a tu#e le illusioni della percezione, ora è capace di re5ficarle con il ragionamento e di introdurre ordine, stabilità e coerenza nel mondo delle apparenze,
11 Verso gli a#o anni la natura diventa l ogge#o di maggiore interesse per il ragazzo, perché egli può osservare i fenomeni scoprendone le leggi. Il mondo acquisisce un ordine. E il periodo della passione per gli animali e le loro abitudini, l a#ra5va per i vulcani e i terremo=. E una curiosità naturale legata al bisogno di esplorare l ambiente.
12 La realtà viene organizzata in categorie La mente può raggruppare gli elemen= e porli in confronto. Gli psicologi parlano di classificazione e seriazione. Si formano nella mente del bambino, in base a determinate cara#eris=che, dei raggruppamen= che gli psicologi chiamano categorie.
13 La memoria La capacità di memoria subisce nel periodo dai sei ai dieci anni un cambiamento determinante in quanto passa da un codice prevalentemente udi=vo e visivo ad uno seman=co. La parola subentra all immagine nell espressione dei conce5 e le conoscenze si organizzano secondo l ordine gerarchico, cara#eris=co della memoria a lungo termine. Il passaggio all astrazione non deve togliere importanza alla memoria udi=va e visiva la quale agisce a5vamente nel recupero delle conoscenze e nell automa=zzazione. Imparare a memoria le tabelline o le declinazioni dei verbi in questa età, basandosi su ritmi o suoni è il mezzo più efficace per la loro conservazione a lungo termine, sempre che a queste memorizzazioni corrisponda un effe5va comprensione.
14 Reiterazione La memoria a breve termine si basa molto sulla reiterazione, cioè u=lizza la ripe=zione ad alta voce o la subvocalizzazione. Il bambino, nei primi anni della scuola elementare, tende a leggere ad alta voce, perché la le#ura mentale gli riesce difficile. Quando le sue capacità migliorano lo consigliamo di leggere mentalmente, perché può essere più veloce. Se, però, deve memorizzare alcuni da= è opportuno che legga ad alta voce perché, favorito dai suoni che egli stesso eme#e e che rimangono nella memoria udi=va, ha il tempo di comprenderli e di memorizzarli.
15 Tempi Verso la fine della scuola elementare è u=le insistere perché il ragazzo si dia dei tempi di studio e di ripasso di ciò che ha acquisito. Poiché il riposo favorisce una rielaborazione spontanea del materiale, è u=le un ripasso veloce alla sera prima di andare a le#o e al ma5no prima della scuola. Mol= ragazzi, per fa#ori emo=vi (eccessiva =midezza; tensione elevata, difficoltà di concentrazione), rimangono spesso blocca= nell apprendimento e consapevoli di ciò, diminuiscono la s=ma di sé. Aiutarli agendo dire#amente sul cara#ere è impossibile, ma l uso di tecniche può diminuire le difficoltà, consentendo qualche piccolo risultato e può favorire la ripresa dell autos=ma, a vantaggio anche del cara#ere.
16 Fine dell egocentrismo La mente esamina ora i rappor= esisten= tra gli elemen= per arrivare alla formazione dei conce5. E come se la visione avvenisse dall alto, in cui si può cogliere contemporaneamente i vari ogge5, la loro distribuzione nello spazio, i rappor= che instaurano tra loro e in quale direzione avvengono. Il bambino esce dall immagine che percepisce dire#amente per porsi nello stesso momento in un altra prospe5va.
17 L aspe#o mentale diventa ora sempre più importante nella visione della realtà. Questa nuova capacità di pensare si estende anche alle azioni che il ragazzo compie quo=dianamente e ai suoi comportamen=. Per i genitori è, però, importante sapere che il ragazzo ora può capire i suoi errori, per cui la spiegazione di ciò che si pretende o si impedisce, diventa fondamentale e il cas=go viene ritenuto giusto.
18 Le regole La regola diventa una necessità per confrontarsi e conoscere le proprie capacità. Essa non è vista come una costrizione, un limite, ma come la guida necessaria per raggiungere dei risulta= e anche le punizioni (pensiamo al gioco del calcio) non sono viste come un cas=go, ma come una conseguenza logica del non rispe#o della regola.
19 Rapporto con gli adul= Non è un contra#o che il ragazzo fa con gli adul= di rispe#o vicendevole, perché questo verrà molto più tardi, ma l acce#azione di regole che assegnano ad ognuno dei compi= ben precisi: la maestra deve insegnare, pretendere ordine, dare giudizi; l allenatore pretendere gli sforzi necessari per raggiungere dei risulta=, distribuire ruoli nei giochi di gruppo e di giudicare l operato; il genitore ha il compito di dargli sicurezza di fronte ad ogni difficoltà, di pretendere comportamen= educa=, valorizzare ogni a5vità o impegno che egli compie e di punire qualora trasgredisca le regole.
20 Lo studio diventa un obbligo e l impegno un abitudine Gli studi che si intraprendono dopo gli o#o anni si allontanano sempre più dall esperienza dire#a del ragazzo e la comprensione, la memorizzazione diventano sempre più difficili. I conce5 hanno ancora bisogno di appigliarsi all immagine per fissarsi nella mente e non è facile che ciò avvenga.
21 I genitori devono capire che lo studio è una fa=ca per il figlio, che è necessario lo sforzo per raggiungere dei risulta= e bisogna pretenderlo. Ognuno di noi sa per esperienza che è importante essere mo=va= allo sforzo, perché lo si compie in modo spontaneo, ma non sempre ciò è possibile e in tal caso è opportuno creare un abitudine che tolga il pensiero della fa=ca ogni volta che si deve iniziare. Lo si deve fare e basta. Lo sforzo è mo=vato molto dalla riuscita per cui chi o5ene dei risulta= acce#a più facilmente la fa=ca. Il confronto con gli altri rende ancor più importante sia in senso posi=vo che nega=vo il risultato e quindi l acce#azione dello sforzo. Chi va male a scuola peggiora sempre, mentre chi va bene migliora.
22 Importante è comprendere per quale mo=vo un bambino va male a scuola, perché la comprensione delle sue difficoltà ci me#e nella condizione di cercare di aiutarlo. Ricordiamo che a nessuno studente piace andare male a scuola! Se uno studente va male a scuola è perché non riesce ad andare bene. Quindi va aiutato. Questo è lo scopo della nostra presenza qui.
23 Grazie per l a#enzione Do#. Andrea Veronesi Do#.ssa Maria Grazia Niche5 Centro di A5vazione Psicologica Via Zure5, 1 Milano tel mail:capsmilano@hotmail.com
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