Progettazione e valutazione di interventi per la sicurezza urbana
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- Adolfo Randazzo
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1 Progettazione e valutazione di interventi per la sicurezza urbana UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA CORSO DI FORMAZIONE SICUREZZA URBANA ANNO ACCADEMICO 2007/2008
2 Progetto Insieme di attività correlate e finalizzate alla creazione di un servizio che risponde a degli obiettivi specifici, nel rispetto di tempi, costi, risorse e vincoli predeterminati. 2
3 Articolazione del progetto Obiettivi specifici tecnicamente raggiungibili ed interconnessi; Vincoli di tempo legati alla realizzazione dell intero progetto; Risorse umane, tecniche e finanziarie messe a disposizione; Organizzazione interna ben definita in termini di ruoli e compiti; Servizi ben definiti nell ambito della documentazione di progetto; Fasi del progetto con indicazione di vincoli e responsabilità; Pianificazione dettagliata (tempi, costi, risorse, servizi ); Strumenti di controllo dello stato di avanzamento del progetto; Piano dei rischi (qualora ne ricorrano particolari circostanze); Piano della qualità (qualora ne ricorrano particolari circostanze). 3
4 Fattori critici di successo Nel rispetto degli obiettivi, al fine del successo di un progetto è necessario disporre di un mix di risorse e di chiarezza rispetto a: contesto; obiettivi; responsabilità; tempo; costo; qualità. 4
5 Project management Complesso di attività destinate alla realizzazione di un progetto, comprendente le fasi della pianificazione, dell esecuzione e del monitoraggio. Tecnica gestionale efficace per progetti di una certa complessità tecnica, che coinvolgono molte risorse e che richiedono tempi relativamente lunghi di esecuzione. Sistema di mitigazione dei rischi insiti in qualsiasi progetto, che generalmente crescono in relazione alla complessità del progetto stesso. Disciplina che si occupa di definire e raggiungere obiettivi precisi, attraverso l uso ottimizzato di risorse scarse (persone, tempo, denaro, spazio ). 5
6 Project manager Figura professionale chiamata a gestire il progetto, attraverso una attività di coordinamento e controllo delle varie attività, finalizzata alla riduzione delle probabilità di insuccesso. La formazione del project manager richiede competenze organizzative e metodologiche (le competenze tecniche sono necessarie soltanto se utili all organizzazione delle risorse), quindi: buona conoscenza delle tecniche di project management; elevate abilità nel problem solving; spiccate caratteristiche di leadership; ottima capacità di comunicazione. 6
7 Compiti del project manager Elaborare la pianificazione e la programmazione di dettaglio; Organizzare le risorse umane a disposizione; Agevolare la comunicazione e l affiatamento del team di progetto; Distribuire le risorse sulle attività e monitorarne lo svolgimento; Controllare periodicamente lo stato di avanzamento del progetto; Assumere le iniziative volte a prevenire o mitigare i rischi; Mantenere i contatti con i clienti di riferimento; Realizzare la documentazione di sua competenza; Supervisionare la documentazione prodotta dal team di progetto; Controllare lo standard di qualità del prodotto o servizio; Riepilogare e rendicontare le attività svolte; Proporre soluzioni migliorative per futuri progetti. 7
8 Approcci al project management Traditional Project Management: approccio classico che consente di pianificare, eseguire e monitorare tutti gli aspetti che possono influire direttamente od indirettamente sull esito finale (nel Project Management Body of Knowledge sono contenuti i 45 processi alla base del project management individuati dal Project Management Institute e raggruppati in 5 gruppi ed in 9 aree di conoscenza). Extreme Project Management: approccio moderno ed agile che si concentra sull obiettivo, dimostrandosi particolarmente versatile di fronte al cambiamento delle condizioni. 8
9 Tecnichediprojectmanagement Work Breakdown Structure: definisce il percorso critico del progetto, con l individuazione delle attività elementari, il loro raggruppamento in macro-attività e l assegnazione delle risorse. Diagramma di Gantt: rappresenta graficamente le interrelazioni temporali degli elementi del progetto (macro-attività, attività elementari e risultati). Critical Chain: focalizza la propria efficacia sulla disponibilità delle risorse e sulle dipendenze logiche esistenti tra le attività di progetto. 9
10 Work Breakdown Structure Attraverso la WBS (Struttura Analitica di Progetto) si realizza una check-list delle attività elementari del progetto (tasks) ove includere tutte le possibili attività (regola del 100%) evitando ogni inutile sovrapposizione (che porterebbe a lavoro extra e ad incomprensioni): le attività elementari individuate vengono quindi raggruppate in macro-attività (work packages), realizzando uno schema di codifica su più livelli ed attribuendo a ciascuna attività un punteggio in base ad un giudizio personale fondato sullo sforzo richiesto e non sul tempo occorrente (la somma dei punti deve essere pari a 100), dopodiché si procede alla assegnazione delle risorse ad ogni attività individuata. Attenzione: la WBS è una classificazione degli scopi del progetto e quindi non è una lista di lavori, non è una pianificazione del progetto, non è una lista in ordine cronologico e non è una gerarchia organizzativa. 10
11 Diagramma di Gantt Attraverso il diagramma di Gantt (dal nome dell ingegnere statunitense che lo ideò nel 1917) il progetto viene rappresentato in tutto il suo arco temporale di realizzazione, attraverso barre orizzontale di lunghezza variabile che indicano le sequenze e la durata di ogni singola attività (il cui insieme costituisce la WBS): ovviamente le barre possono sovrapporsi durante lo stesso arco temporale in quanto più attività possono svolgersi in parallelo (in altri termini, il diagramma di Gantt consente la rappresentazione grafico del calendario delle attività, necessario per pianificare, coordinare e monitorare il progetto). Attenzione: è possibile associare un costo a ciascuna attività, determinando in tal modo il costo dell attività in relazione all impegno orario (naturalmente, in fase di progettazione il costo assume una valenza di previsione, tuttavia man mano che lo stato di realizzazione del progetto avanza, è possibile attribuire a ciascuna attività il proprio costo effettivo). 11
12 Critical Chain Attraverso la Critical Chain (Catena critica o Percorso critico) si cerca di porre la massima attenzione alle risorse a disposizione per realizzare il progetto, con l obiettivo di aumentare la produttività dello stesso: l approccio in parola deriva dall applicazione della Teoria dei vincoli, secondo la quale le risorse sono il vincolo primario di ogni progetto che, necessariamente, deve essere pianificato e gestito in maniera tale da assicurare una pronta partenza, con le risorse totalmente disponibili, a tutte le attività che si vengono a trovare sul percorso critico, dal quale dipende il risultato finale. Attenzione: la mancanza di pianificazione porta a spalmare le risorse sulle varie attività senza tener conto dei percorsi critici, rischiando di concludere alcune attività in anticipo (in quanto destinatarie di risorse sovrabbondanti) ma di non concludere il progetto per tempo (magari perché si sta attendendo la conclusione di altre attività critiche). 12
13 Progetto di sicurezza urbana Un progetto di sicurezza urbana deve individuare, organizzare e monitorare risorse umane, materiali e tecnologie per innescare azioni a supporto delle politiche di sicurezza urbana. 13
14 Progetto di sicurezza urbana bzç tààâtäx véçvxé ÉÇx w á vâüxéét xáväâwx v{x ÖâxáàÉ àxüå Çx ÑÉáát wxçà y vtüá véç Ä ÑâÜÉ ÉÜw Çx ÑâuuÄ véa ÇxvxáátÜ É véçá wxütüx ÉzÇ ÑÉÄ à vt w á vâüxéét Ç âçt véçà Çâ àõ áxçét áéäâé ÉÇx àüt ÉÜw Çx ÑâuuÄ vé Ç áxçáé áàüxààé? ÑÉÄ à v{x xw Ä é x x xw âüutç áà v{x? ÑÉÄ à v{x áév tä x âçëtäàüt áxü x w àxå Ç vâ tääx tâàéçéå x ÄÉvtÄ áñxààt âç ÜâÉÄÉ yéçwtåxçàtäxa cüéya _âv tçé itçwxää 14
15 Progetto di sicurezza urbana Le comunità locali hanno un immediato e diretto interesse a controllare e prevenire situazioni di degrado. Ogni intervento sociale e territoriale si riverbera sulle politiche di sicurezza urbana. Il controllo della microcriminalità, la protezione delle fasce deboli fino alla prevenzione e primo soccorso per eventi calamitosi hanno un effetto sinergico se realizzati integrando gli interventi ed in tale visione la Regione vuole supportare e valorizzare le politiche che si attuano sul territorio. 15
16 Tappedell evoluzionenormativa Legge n. 142/90 Riforme Bassanini L. Cost. n. 1/99 D.L.vo n. 267/00 L. Cost. N.3/01? Anno
17 Sicurezza urbana: le azioni ADEGUATEZZA DELL AZIONE & DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI La cura del bene comune investe, in prima istanza, l ente più vicino al cittadino. L esercizio delle funzioni amministrative deve essere adeguato, commisurato e conformato alle differenti realtà territoriali. 17
18 Sicurezza urbana: le sinergie Reti di solidarietà Capitale sociale Agenzie private Offerta di sicurezza ai cittadini Regioni Enti Locali Forze di Polizia 18
19 Sicurezza pubblica ed urbana SICUREZZA PUBBLICA Controllo e repressione di condotte poste in essere in violazione di norme al fine di impedirne il reiterarsi e sanzionarne gli autori. SICUREZZA URBANA Interventi integrati per dare risposte ai fenomeni di disagio derivanti da violazione di norme, ma anche da forme di degrado, inciviltà ed impoverimento del capitale umano. 19
20 Sicurezza urbana INSIEME DI FORME DI CONTROLLO ISTITUZIONALE E SOCIALE PER LA QUALITÀ DELLA VITA DELLE CITTÀ ATTRAVERSO LA SICUREZZA NEGOZIATA CON PIÙ ATTORI FORZE DI POLIZIA ASSOCIAZIONI ENTI LOCALI 20
21 Sicurezza urbana AFFRONTA I DISAGI E LE PROBLEMATICHE CHE SI GENERANO NELLE DINAMICHE DI CONVIVENZA URBANA DISAGIO URBANO traffico e tempi delle città degrado e teppismo contrazione del welfare per la sicurezza conformazione ed usi degli spazi urbani esclusione e vulnerabilità immigrati ed emarginati nomadi vita diurna e notturna 21
22 Sicurezza urbana Il passaggio graduale che il promotore istituzionale deve attuare si configura nell agire in via diretta sui problemi al far interagire i diversi soggetti istituzionali e sociali, pubblici e privati, portatori di bisogni, interessi, competenze e risorse, in modo tale da perseguire i risultati attesi nella prospettiva del valore pubblico e del bene comune, nella consapevolezza che nessun soggetto, da solo, è in grado di determinare cambiamenti decisivi nella direzione attesa. 22
23 Relazioni tra le istituzioni Un qualsiasi progetto deve ricercare forme di collaborazione di natura pattizia dando prevalenza ad una logica di accordi e di programmazione negoziata sulla normazione obbligante ; L accordo tende a sostituire l imposizione come forma di regolazione ed articolazione delle politiche pubbliche: in situazioni in cui diversi ambiti amministrativi insistono sullo stesso territorio; su materie che difficilmente, proprio per la centralità dei territori, possono essere separate e ricondotte a competenze esclusive. 23
24 Relazioni tra le istituzioni La dimensione collaborativa pervade molti enunciati costituzionali, accomunati dalla volontà di promuovere momenti di coesione e di raccordo tra i diversi livelli di governo fino ad apparire come prevalente rispetto a modelli rigidi di riparto delle funzioni. La strada nuova già intrapresa ed in via di rafforzamento è quella che privilegia il sistema degli accordi come meccanismo volto a generare comportamenti coerenti tanto degli interlocutori istituzionali che sociali, pubblici e privati (approccio pattizio all obbligazione pubblica e privata). 24
25 Progetti di sicurezza urbana AUTONOMIA DEGLI ENTI LOCALI RISPETTO DELLE COMPETENZE STATALI IMPULSO E COORDINAMENTO POLIZIE LOCALI AZIONI IN TEMA DI SICUREZZA URBANA 25
26 Polizia locale: funzioni SERVIZIO DI POLIZIA DEL TERRITORIO POLIZIA AMMINISTRATIVA POLIZIA GIUDIZIARIA Prevenzione e controllo dei comportamenti devianti ed illegittimi, con particolare riguardo a: illeciti amministrativi, sicurezza stradale, controllo del territorio e tutela ambientale. Collaborazione con le istituzioni pubbliche e private e con le Forze di Polizia per un efficace contrasto alla microcriminalità ed al degrado 26
27 Il progetto locale È uno degli strumenti per innalzare i livelli di sicurezza e vivibilità del territorio attuando concretamente i principi di sussidiarietà, adeguatezza dell azione, negoziazione e differenziazione degli interventi. Si concretizza in un progetto condiviso di sicurezza urbana, attraverso modalità di negoziazione, condivisione e partecipazione di soggetti pubblici e privati che progettano, pianificano ed attuano interventi ed azioni volte al contenimento del disordine e del disagio urbano e per il controllo di comportamenti illegittimi attraverso l efficiente azione degli operatori per la sicurezza, adeguate trasformazioni urbanistiche ed il consolidamento della percezione della sicurezza e del capitale sociale nella comunità di riferimento. È strumento di integrazione tra politiche ed azioni a livello locale e favorisce il coinvolgimento dei vari soggetti istituzionali e della società civile, ciascuno per le proprie competenze. 27
28 Contenuti e complessità Analisi preliminare della situazione; Individuazione degli obiettivi; Soggetti da coinvolgere; Strumenti attuativi; Ambiti di intervento; Attività ed interventi da realizzare; Pianificazione, tempistica e cronoprogramma degli interventi; Risorse umane impiegabili; Risorse strumentali impiegabili; Indicatori e modalità per il monitoraggio; Previsioni per eventuali rideterminazioni. 28
29 Fasi AMBITO E FINALITÀ PROPOSTA E PROMOZIONE CONTENUTI E SOGGETTI REALIZZAZIONE MONITORAGGIO E VERIFICA 29
30 1 Ambito e finalità I progetti locali di sicurezza urbana non possono risolvere problemi globali, possono contrastarli contenendone o mitigandone gli effetti sul territorio considerato. 30
31 1 Ambito e finalità Per costruire un progetto convergono conoscenze giuridiche, economiche e sociologiche, necessarie per definire la natura e le dimensioni del problema, raccogliere l insieme di dati ed informazioni sul fenomeno, identificare i soggetti utili (enti, istituzioni, privati ) e le risorse disponibili. 31
32 1 Ambito e finalità Il primo passo consiste nel mappare il territorio, delimitandone l area e sforzandosi di non applicare schemi predefiniti per conoscere chi lo vive (persone, istituzioni, società civile ) e le interazioni esistenti. 32
33 1 Ambito e finalità 33
34 1 Ambito e finalità Una definizione vaga o incerta non favorisce una progettazione razionale ed efficace: è opportuno quindi delineare un singolo problema su un territorio circoscritto per sviluppare una o più azioni. 34
35 1 Ambito e finalità Ci dovremo avvalere di dati ed analisi per conoscere e definire quantitativamente e qualitativamente il problema: fonti I.S.T.A.T., osservatori, centri di ricerca, sert, A.C.I., camere di commercio altre fonti di informazione e sondaggi rivolti alla cittadinanza, soggetti privilegiati 35
36 1 Ambito e finalità ATTENZIONE Accessibilità dei dati: rapidità, riservatezza, dettaglio. Costi: personale qualificato che elabora e costo di acquisizione. Attendibilità e tempi: raccolta e consultazione delle informazioni. 36
37 1 Ambito e finalità Circoscritto il problema e l ambito di intervento occorre identificare lo scopo in pratica ciò che si vuole ottenere elemento qualitativo che delinea il proposito perseguito e contraddistingue il progetto (esempio: riduzione degli atti vandalici e conseguente contenimento dei costi di manutenzione). 37
38 1 Ambito e finalità Il progetto deve contenere anche e soprattutto l obiettivo ovvero l elemento quantitativo, il risultato concreto che si vuole ottenere realizzando il progetto (esempio: diminuzione del 30% dei costi di manutenzione e sostituzione di manufatti danneggiati per atti vandalici nei parchi cittadini, nei prossimi 2 anni. 38
39 1 Ambito e finalità Un obiettivo per essere smart (intelligente) deve rispondere a queste domande: è Specifico? è Misurabile? è Adeguato? è Realistico? è Temporizzabile? 39
40 1 Ambito e finalità La definizione dello scopo e degli obiettivi da raggiungere ci indirizzano sulla tipologia di intervento o sul mix di interventi: prevenzione sociale, prevenzione situazionale, prevenzione comunitaria, interventi repressivi e di controllo Si individueranno quindi i soggetti da coinvolgere (istituzioni, enti, privati associazioni ) e le risorse finanziarie e materiali da impiegare. 40
41 1 Ambito e finalità Gli appartenenti alle Polizie locali sono interlocutori privilegiati per la buona realizzazione di un progetto per sensibilizzare le parti coinvolte ai problemi della criminalità e del degrado, motivare i partecipanti, aiutarli nella realizzazione del progetto ed orientarne le attività. 41
42 5 Monitoraggio e verifica Il monitoraggio è una attività di valutazione lungo tutto lo sviluppo del progetto (elemento dinamico) per valutare l adeguatezza delle risorse impiegate e degli interventi svolti ex ante, in itinere ed ex post, per dimostrarne la validità, eventualmente rimodulare ed infine informare su gli esiti del progetto. 42
43 5 Monitoraggio e verifica La verifica ci permette di valutare il raggiungimento dell obiettivo, i costi ed in pratica l efficacia del progetto, individuare indicatori utili, comparare il progetto con altre esperienze, affinare future progettazioni, migliorare il sistema di sicurezza urbana: si tratta di un processo oggettivo in cui si devono poter confrontare i risultati, un processo essenziale per sintetizzare gli esiti del progetto e diffonderli. 43
44 Problem Oriented Policing Metodo di problem solving che si è sviluppato negli Stati Uniti (1979) e che tenta di incentivare l efficacia dell azione preventiva e repressiva della polizia pianificando gli interventi e coinvolgendo tutti i soggetti della comunità, dai gruppi strutturati ai singoli cittadini. 44
45 Problem Oriented Policing \Ä ÑÜÉvxááÉ Ü v{ xwx w wxçà y vtüx ÑÜÉuÄxÅ Ç àxüå Ç ÑÜxv á? tçtä éétüx ÉzÇ á ÇzÉÄÉ ÑÜÉuÄxÅt? tvöâ á Üx Ät wévâåxçàté ÉÇx wxääx véüüxçà áàütàxz x w Ü áñéáàt y ÇÉ tw ÉÜt tññä vtàx? xáñäéütüx ÄË wéçx àõ tä vtáé véçvüxàé Ät véåñxàxçét wxääëtâàéü àõ ÉÑxÜtÇàx x ÄËtwxzâtàxéét wxääx Ü áéüáx ÅÑ xztu Ä x ätäâàtüx Äx áéäâé ÉÇ ÑÉáá u Ä ávxzä xçwé yüt xááxa cüéya [xüåtç ZÉÄwáàx Ç 45
46 Problem Oriented Policing Metodo S.A.R.A.: Scanning: identificazione di una situazione di disagio e determinazione della portata (sintesi dei fatti e delle segnalazioni) per enuclearne il problema od i problemi; Analysis: raccolta dei dati relativi al problema per determinarne la portata, la natura e le cause (autori, vittime, luoghi, tempi ed informazioni di contesto); Response: pianificazione ed attuazione di una risposta adeguata, con l eventuale coinvolgimento di attori estranei alla normale attività di polizia; Assessment: valutazione dell efficacia della risposta con dati comparabili con altri interventi svolti, per implementarne le esperienze. 46
47 Problem Oriented Policing Parametri per valutare l efficacia positiva di un intervento: il problema e il suo impatto rimangono gli stessi ma le risorse di polizia impiegate diminuiscono; il danno al pubblico si riduce sebbene il numero di segnalazioni rimane lo stesso; il disagio e le segnalazioni si riducono ovvero si spostano (effetto displacement); il problema si risolve completamente (senza effetto displacement). 47
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