MONOPOLIO, POTERE DI MERCATO E RENDITA MONOPOLISTICA
|
|
- Dario Martelli
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 MONOPOLIO, POTERE DI MERCATO E RENDITA MONOPOLISTICA Di Francesco Silva 1 1. Definizioni Monopolio significa venditore unico su un mercato ; analogamente monopsonio significa compratore unico. Se i venditori sono più di uno, ma non molti, parliamo di oligopolio ( duopolio, nel caso di due), e se sono molti parliamo di concorrenza, tanto più perfetta quanto maggiore ne è il numero. La caratteristica essenziale del monopolista è dunque la sua unicità, che gli conferisce il potere detto potere di mercato - di fissare il prezzo liberamente in base alle sue convenienze. Questo potere, che è massimo nel monopolio, é invece basso o nullo in concorrenza (perfetta), dove é il mercato stesso che fissa il prezzo d'equilibrio, all'incrocio della curva di domanda e di offerta. In oligopolio invece ogni impresa, nel fissare o variare il proprio prezzo, deve tener presente che gli altri oligopolisti potrebbero reagire aggiustando il loro prezzo: vi é quindi interdipendenza. Un modo diverso e molto utile d'intendere questi concetti é quello di considerare le barriere all'entrata, ossia i costi economici o i vincoli normativi che ostacolano l'entrata di altri operatori concorrenti su quel mercato. Se sono elevate, l'unico o i pochi venditori già presenti sul mercato non temono nuovi concorrenti. Se invece sono basse o nulle, opera sempre la minaccia d'ingresso di nuove imprese, così che anche un venditore unico ha un limitato potere di mercato, temendo l'ingresso di concorrenti. Nelle economie contemporanee sempre più di frequente il potere di mercato del monopolista si esplica non solo o non tanto ricorrendo allo strumento del prezzo, ma ad altri, come ad esempio l'innovazione: di questo diremo più sotto. 1 Professore di Economia e politica industriale 1
2 La possibilità di esercitare un potere assoluto (o quasi) in un dato contesto sociale non é una condizione riscontrabile solo nel mercato, ma anche nel governo di una società, ossia nella politica. In quello che oggi viene spesso chiamato "mercato politico" si parla di monopolio del potere, o dittatura, se un soggetto (o un partito) può governare senza temere un' opposizione, oppure di oligarchia quando pochi soggetti (persone, famiglie, etc.) sono ammessi all'esercizio del potere politico, oppure infine di democrazia, quando vi é il libero accesso garantito da elezioni a posizioni che consentono l'esercizio del potere. Il monopolio, o più precisamente l'uso del potere che esso permette e che quasi inevitabilmente viene esercitato, sia nel mercato dei beni e servizi che in quello politico, determina sempre su chi lo subisce dei costi di vario tipo e intensità, assenti in una situazione concorrenziale o democratica. 2. Come il monopolista esercita il proprio potere di mercato: la teoria "classica" del monopolio. La teoria classica del prezzo in regime di monopolio é dovuta all' economista francese Antoine A. Cournot, ( ). Qui ne diamo una traccia semplificata; una sua rappresentazione grafica sta nell' Appendice 1. Ogni impresa, non solo in monopolio, nel definire quanto produrre e a che prezzo vendere tiene conto di due variabili: la domanda e i costi. Rappresentiamo la prima con la funzione (1) decrescente, e per semplicità lineare (1) p = a - bq dove p é il prezzo a cui é venduta tutta la quantità q, mentre a é il coefficiente che indica il prezzo - massimo - a cui corrisponde una domanda nulla, e b é il coefficiente di pendenza. La (1) rappresenta la domanda di mercato, coincidente con quella sulla quale il venditore unico sceglie liberamente la combinazione prezzo-quantità a lui più conveniente. Se invece fossimo in concorrenza perfetta l' impresa dovrebbe accettare il prezzo fissato mercato - supponiamo sia p -, così che la curva di domanda per ogni impresa é una retta perfettamente orizzontale a livello p. 2
3 Definiamo Ricavo Totale delle vendite (RT) il prodotto pq 2 e Ricavo Marginale (RM) ossia l'incremento (o decremento) di RT dovuto alla vendita di una nuova unità di q. Il monopolista, data la (1), per vendere un'unità in più deve diminuire p, e questa diminuzione riguarda non solo l'ultima, ma tutte le quantità vendute 3. Pertanto (vedi la spiegazione analitica nell'appendice 1) RM < p, ossia la curva che rappresenta RM é inferiore, ossia sta sotto, a quella di domanda (vedi fig.1 in Appendice 1). Questo é un risultato importante, le cui conseguenze discuteremo subito sotto. In concorrenza perfetta, essendo p costante e dato per ogni impresa, ogni nuova unità é venduta a quel prezzo, così che RM é costante ed eguale a p. Consideriamo ora i costi di produzione. Il costo totale (CT) é la somma di un costo fisso CF^, corrispondente all'ammortamento del costo CF che il monopolista ha sostenuto per avviare la produzione ( ad es. il capannone dove produce, i macchinari, i mezzi di trasporto ), più un costo variabile totale CVT = cq, dove c rappresenta il costo di ogni unità prodotta imputabile ai fattori variabili (ad es. il lavoro, l'energia, i semilavorati, ma anche la remunerazione dell'imprenditore, che chiamiamo "profitto normale"). Se facciamo l'ipotesi, abbastanza realistica, che c non vari al crescere di q 4,almeno per un tratto di produzione, ogni nuova unità prodotta ha ill costo variabile pari a c (costo medio variabile), che coincide con il costo marginale (MC), ossia il costo aggiuntivo imputabile solo all'ultima unità prodotta. Quindi la funzione che rappresenta il costo rispetto a q é (2 ) CT =CF^+cq Facciamo ora l'ipotesi standard utilizzata dalla teoria economica che ogni impresa massimizza (max.) il profitto Π = RT - CT. Per ottenere questo risultato l'impresa produce (e vende) fino al punto in cui il ricavo dell'ultima unità venduta (RM) é maggiore del suo costo di produzione (MC), che nella (2) Nel caso della (1) abbiamo RT = aq - bqq Se così non fosse chi acquista l'ultima unità a un prezzo inferiore potrebbe subito rivenderla a che era disposto a comprare quel bene a un prezzo superiore. Questa operazione si chiama "arbitraggio". Varia invece, ovviamente CVT = cq 3
4 é c. Infatti ogni nuova unità venduta fino a che RM > MC genera un profitto positivo eguale a (p - c), mentre per RM < MC ogni unità aggiuntiva determina una perdita. Quindi il punto di massimo profitto é quello in cui la produzione q* é tale che RM = MC Questo ragionamento presuppone naturalmente che RM sia decrescente e c (costo marginale) sia costante o crescente, così che le due curve necessariamente s'incrociano. Nel nostro caso queste due condizioni sono soddisfatte (vedi Appendice 1). Quindi il valore massimo di Π - che chiamiamo Π* - si ottiene quando la produzione é tale per cui RM = MC = c,ossia la curva decrescente RM incrocia la retta orizzontale, ossia quando c = MC 5. Chiamiamo q* questo livello ottimale di produzione. Questa regola descrive il comportamento efficiente dell'impresa. In concorrenza perfetta la competizione sul mercato tra le imprese fa sì che il prezzo diminuisca fino a che p = c = MC. In tal caso dunque il prezzo eguaglia il costo ( medio e marginale ) e vi é solo un profitto normale, che come sappiamo é incluso in c. Diversa invece é la situazione del monopolista, che fissa il prezzo sulla (1) una volta calcolato q*. Come si é detto, per ogni livello di produzione nella (1) p > RM, così che il monopolista vende a un prezzo p* 6 > RM = c, ricavandone un profitto (extra-profitto o rendita monopolistica) che si somma a quello normale. Questo extra- profitto é (3) Π* = RT* - CT* = p*q* - ( CF^ + cq*) = ( p* - c ) q* - CF^ 5 Osserviamo che Π* rappresenta i profitti lordi. Per avere i profitti netti bisogna sottrarre CF^ 6 p*é il prezzo corrispondente a q*, ossia p* = a - bq* 4
5 In sintesi, in monopolio si genera un profitto netto 7 Π* > 0 ottenuto producendo la quantità "ottimale" q*. Il profitto unitario ( o medio ) é p* - c - CF^/q*. 3) Le conseguenze del monopolio. La prima conseguenza del monopolio é che p* > c = p, ossia il prezzo é superiore a quello minimo che si otterrebbe in concorrenza perfetta, dove p = c. Quindi la quantità venduta é minore rispetto a una situazione concorrenziale: viene discriminato dall'acquisto chi sarebbero interessato a comprare quel bene se il prezzo fosse p. Vi é chi entra per acquistare sciarpe rosse griffate Ferrari nell'unico negozio che le vende ad alto prezzo, ma i più le guardano nella vetrina. Questa é la "perdita secca" causata dal monopolio 8. La seconda conseguenza é che il monopolista viene a godere dell' extraprofitto Π*, chiamato anche rendita, perché rappresenta un reddito di cui gode il "venditore unico", ma non l'impresa in concorrenza perfetta. Questa rendita corrisponde al reddito che i consumatori avrebbero potuto spendere in altri beni se il prezzo fosse stato p 9. Quindi l'affermarsi della concorrenza in un mercato consentirebbe una maggior domanda non solo su quel mercato, ma anche in altri. Ma vi é di più: molto spesso la rendita monopolistica non dà luogo a investimenti produttivi, ma viene "dissipata" in benefici per il monopolista o in spese per la difesa del monopolio (vedi sotto) Ossia profitto che é al netto di CF^ In realtà in alcuni casi il fatto che la produzione sia inferiore a quella di concorrenza potrebbe anche avere dei benefici collettivi. Supponiamo che il produttore di Eternit fosse un monopolista. Sarebbe stata meglio per tutti se ne avesse prodotto meno. Si può pensare che l'extraprofitto, reddito sottratto ai consumatori, potrebbe essere investito dall'impresa, generando nuova produzione. In realtà così non é sia perché il monopolista ha interesse a vendere q*, sia per i motivi di cui si dice subito sotto. 5
6 Vi é una terza conseguenza, non interpretabile nello schema "statico" appena descritto. Uno degli effetti della concorrenza é quello di indurre l'impresa a "darsi da fare " per sopravvivere, ottenendo quanto meno profitti "normali". Questo "darsi da fare" consiste da un lato nel cercare di ridurre i costi di produzione (e quindi il prezzo), organizzandosi meglio o introducendo nuove tecnologie, e dall'altro nell'innovare il prodotto. Per contro il monopolista, che non percepisce alcuna minaccia, potrebbe risultare "pigro", ossia disinteressato a ridurre i costi e a rinnovarsi introducendo innovazioni di prodotto. Questa "pigrizia" però potrebbe anche risultare pericolosa: infatti l'assenza di cambiamento contiene in sé i semi del decadimento di chi gode dell' esclusività. Questa é una "regola" che vale anche sul mercato politico: la dittatura contiene i semi della propria fine. 4) Le cause del monopolio Il monopolio può essere garantito da fattori di natura economica - i primi due casi qui sotto esaminati - o da leggi e/o da interventi pubblici - gli altri tre casi, i quali mostrano come l'attribuzione - e la tutela - di diritti sia determinante nel definire la natura dei mercati Strategie d'impresa. Una posizione monopolistica può essere conquistata tramite strategie competitive di successo che eliminano, o incorporano, i concorrenti. Questo risultato presuppone che l'impresa vincente abbia capacità - efficienza, competenze, capacità innovativa, imprenditorialità, etc. - superiori a quelle dei concorrenti e che attivi strategie mirate alla conquista della posizione monopolistica - acquisizioni, pubblicità, politiche di prezzo aggressive, etc.. Naturalmente, una volta raggiunta la posizione di dominio (o quasi dominio), questa impresa deve essere in grado di costruire o mantenere delle barriere all'entrata che ostacolino l'ingresso di concorrenti. Come vedremo più sotto, le strategie di difesa possono essere "corrette", da un punto di vista concorrenziale, ma anche "scorrette". Qui indichiamo due casi assai attuali, di strategia "corretta". Google ha una posizione assolutamente dominante sul mercato dei motori di ricerca - 68% negli USA e 90% in Europa - e dei servizi internet. Il suo punto di forza consiste in un algoritmo matematico sottostante al suo "motore di ricerca", 6
7 capace di ottimizzare i servizi internet offerti ai clienti e la promozione pubblicitaria personalizzata, che é il canale di finanziamento principale di Google 10. Esso ha consentito a Google dapprima di crescere rapidamente e poi di consolidare la sua posizione di dominio al punto che é entrato nell' uso comune il verbo "to google". Dato questo dominio su più mercati tra loro correlati l'ingresso di un nuovo concorrente su ciascuno di questi mercati risulta oggi assai arduo. Il secondo caso é quello di Microsoft che ha raggiunto una posizione dominante sul mercato del software anche grazie al programma "Windows". Essendo riuscito a imporlo come standard di mercato, Microsoft ha una posizione molto forte, poiché soprattutto gli utenti non professionali evitano altri programmi, meno compatibili con quelli utilizzati da gran parte degli utenti. Peraltro sempre Microsoft per evitare la concorrenza ha anche utilizzato strategie "scorrette": partendo dal dominio di Windows ha cercato di catturare anche il mercato dei browser marginalizzando impropriamente Netscape, e per questo fu sanzionato dall' Antitrust ( vedi sotto) Economie di scala. Per economie di scala s'intende quella condizione produttiva per cui al crescere della quantità prodotta i costi medi totali, ossia CT/q = CF^/q +c ( vedi la (2)), sono decrescenti almeno fino a un certo livello assai elevato di produzione 11. Supponiamo sempre che c sia costante 12, Google, come gran parte dei prodotti mediatici - es. TV - consistenti in informazioni, opera su un mercato così detto " a due facce": offre gratuitamente informazioni che attraggono attenzione e questa attenzione é venduta alla pubblicità o direttamente ai venditori di beni e servizi. Pertanto su questo mercato la concorrenza non é il prezzo, ma l'innovazione, ossia nuovi programmi/prodotti ( es. Facebook ) Nel paragrafo 2) c,costo medio variabile, era riferito a soli input variabili ; qui CT/q, costo medio totale, é riferito agli input variabili più quello fisso. In senso stretto si hanno economie di scala quando sia c che CF^/q sono decrescenti. Tuttavia possiamo parlare di economie di scala anche in presenza di c non decrescente e di CF^/q elevato, tale per cui CT/q decresce sensibilmente aumentando la produzione. E' un'ipotesi che trova frequenti riscontri nella realtà. Ad essere precisi si dovrebbe parlare di economie di scala quando anche c diminuisce, ma questo aspetto può anche essere trascurato se domina la decrescita dei costi fissi medi. 7
8 mentre decresce CF^/q all'aumentare di q. Se CF^ é elevato CF^/q incide molto sui costi totali quando q é piccolo, ma progressivamente sempre meno al suo crescere, così che i costi medi totali diminuiscono. Se la curva CT/q é ancora decrescente nel punto in cui incrocia la curva di domanda - il che avviene soprattutto quando CF^ é elevato e il mercato ( ossia la domanda ) ristretto - allora vi é spazio per un solo produttore a costi minimi, ossia efficiente. Si pensi al caso di una centrale elettrica nucleare, i cui costi d'impianto e di smantellamento sono elevatissimi, così che i costi medi si minimizzano solo se l'utenza é sufficientemente vasta. Se la produzione si suddividesse tra due o più imprese identiche, la domanda si distribuirebbe tra di loro, ciascuno avrebbe meno utenti rispetto al monopolista che produce a costi minimi e quindi sosterrebbe un costo medio più alto. La situazione appena descritta é chiamata monopolio naturale. E' evidente che da un punto di vista di efficienza é meglio che vi sia un unico produttore, ma questi potrebbe anche approfittare della propria unicità comportandosi da monopolista. Il caso é meglio descritto in Appendice 2. Esempi classici e molto diffusi di monopolio naturale sono le imprese di pubblica utilità ( energia elettrica, ferrovie, telecomunicazioni, distribuzione acqua ) dove l'erogazione del servizio avviene tramite una rete che il più delle volte richiede ingentissimi investimenti. La presenza sul mercato di un'impresa proprietaria della rete ferroviaria o elettrica o telefonica nazionale ostacola l'ingresso di concorrenti, perché non hanno alcuna convenienza a entrare sul mercato sostenendo i costi elevatissimo di una seconda rete per condividere il mercato con chi già vi opera. Il monopolista é quindi "naturalmente" protetto da una barriera all'entrata Proprietà esclusiva di un input produttivi fondamentale. Quando un produttore ( o una persona ) é l'unico proprietario di un input ( o risorsa ) necessario per produrre e vendere un certo bene o servizio, avrà garantita la posizione di unicità. Le situazioni che soddisfano questa condizione sono assai diverse. Un caso classico ed estremo é quello della disponibilità di una risorsa 8
9 mineraria. Ad esempio la de Beers Diamond Mines ha il controllo quasi esclusivo dell'offerta dei diamanti sul mercato mondiale, legato alla proprietà di miniere, soprattutto in Sud Africa, e alla rete commerciale quasi insostituibile di cui dispone. Un caso più locale é quello del proprietario dell'unica fonte d'acqua in una certa area. Sono riconducibili alla stessa condizione anche casi piuttosto diversi, oggi assai diffusi. Chi é proprietario di un grande e per certi versi unico talento artistico o sportivo - si pensi ai Beatles o all'attaccante del Barcellona Messi -, oppure di straordinarie doti manageriali, é in grado di farsi pagare da chi ne richiede le prestazioni un compenso elevato che si configura come quota della rendita monopolistica ricavata da chi beneficia dei suoi talenti sono superiori a quelli di un normale artista, o sportivo o manager. E' questa la caratteristica del cosiddetto "mercato delle superstar" che garantisce alle "star" redditi superiori a chi é capaci solo di una normale prestazione artistica o sportiva Diritti di proprietà intellettuale. I prodotti dell'intelletto (idee, informazioni, immagini, suoni ) hanno una comune caratteristica: una volta "create" possono essere rese disponibili a tutti sostenendo un costo minimo o nullo (es. via radio o internet) ed é il più delle volte impossibile impedirne la diffusione. Questo fa sì che essi non siano vendibili a un prezzo - chi pagherebbe se può disporne gratuitamente? - e quindi non possa esservene un mercato, a meno di non attribuirne un diritto di proprietà esclusiva a qualcuno, in particolare chi le ha "create". Questa esclusività si chiama "diritto di proprietà intellettuale". Riguarda idee che hanno un'applicabilità produttiva (brevetti), oppure a espressioni artistiche - musica, opere letterarie, software, etc. - (copyright), o infine a segni legati a prodotti (marchio) - si pensi al marchio Ferrari. A chi dispone di questo diritto - il soggetto "creatore" o la persona a cui questi lo ha venduto - viene attribuita per legge l'esclusività dello sfruttamento economico di quel prodotto intellettuale. Questo diritto trova giustificazione nel fatto che in tal modo il creatore può recuperare gli eventuali costi sostenuti, e ne trae un reddito - che é una rendita - che incentiva la creatività. Il diritto però crea posizioni monopolistiche rispetto all' opera intellettuale protetta, il che esclude dal loro libero uso un certo numero di potenziali beneficiari e determina costi collettivi di vario genere. Vi sono vie diverse per superare l'esclusività: quelle 9
10 illegali (sfruttamento illegale di un brevetto, pirateria) che in alcuni casi sono perseguibili penalmente; la tecnologia che assai spesso contribuisce a rendere obsoleti certi vincoli (si pensi alle fotocopiatrici, ai registratori, o a internet); oppure infine la legislazione che fissa dei limiti all'uso illimitato dell'esclusività. Si osserva - e non sorprende - che nei mercati creati grazie dai diritti di proprietà intellettuale (media, prodotti di qualità, farmaci, etc.) vi é una forte presenza di posizioni monopolistiche o comunque oligopolistiche Licenze governative a appalti. In questo caso l'economia si lega alla politica. La produzione e/o la distribuzione di molti beni o servizi é fatta da soggetti che per legge devono disporre di una concessione o una licenza statale (governo centrale o locale), come ad es. l'estrazione mineraria, i servizi ferroviari, i taxi, la distribuzione dell'acqua, i servizi telefonici, l'uso delle onde elettromagnetiche, le autostrade, le professioni (es. notai), la distribuzione di farmaci, di tabacchi, etc.. Talvolta il beneficiario é unico - si pensi alla concessione autostradale - altre volte sono numerosi - si pensi ai taxisti -, ma a ciascuno di essi é garantita qualche forma di esclusività. Altre volta - vedi il caso delle professioni - per esercitare una certa attività é necessario un prefissato percorso formativo, e talvolta un esame di stato e l'iscrizione a un albo: solo chi ha superato questi passaggi può offrire quel dato servizio. I motivi per cui sono richieste concessioni o licenze pubbliche sono vari (monopolio naturale, garanzia di qualità di servizio, proprietà demaniale, etc.), ma spesso la giustificazione economica é debole. Per molti servizi pubblici caratterizzati da monopolio naturale la produzione fino ad alcuni decenni or sono era lasciata a monopoli pubblici, ma ora, per effetto di un nuovo modello organizzativo, operano più imprese e vi é una certa concorrenza. Altro caso é quello dei farmacisti, dei tabaccai, di alcune professioni, dei taxisti, etc. per i quali viene fatta valere la dubbia giustificazione della garanzia della qualità del servizio. Infine vi é il caso, macroscopico, degli appalti pubblici per la costruzione di certe opere, caso dominato dalla politica. In tutti queste situazioni chi "ottiene" la concessione o licenza gode di una posizione monopolistica o quasi monopolistica a livello nazionale o locale. Poiché questa garantisce rendite più o meno cospicue, non sorprende che si sviluppino sia attività di "ricerca della rendita" (o rent seeking) ossia una 10
11 competizione "per quel mercato", sia azioni volte a difendere queste posizioni. Alcuni tipi di competizione come le aste (ad es. aste pubbliche per vendere un certo canale televisivo) la concorrenza é trasparente. Vi sono però anche "gare" tutt'altro che trasparenti, come quelle per ottenere appalti. Spesso la concessione o la licenza é data "fuori mercato", ossia tramite decisioni statali/politiche unilaterali, sulla base di procedure e criteri più o meno tecnici. In tutti questi casi si potrebbe affermare che il "vero" monopolista é il concedente, ossia lo stato, che "vende" la concessione o la licenza al prezzo più alto, dando spesso origine a fenomeni di corruzione. In queste circostanze la rendita monopolistica che deriva dal bene o servizio soggetto a concessione o licenza, pari all'area CFAE (vedi Appendice 1 fig.1), si ripartisce tra "costi per ottenerla" - prezzo della concessione o licenza, se esiste, lobbying e/o corruzione, ossia il prezzo pagato al concedente - e profitto che rimane a chi ottiene la concessione. 5) Il potere di mercato del monopolista Il potere di mercato di un'impresa si misura con la sua capacità di fissare un prezzo p superiore a c, e quindi di ottenere extra-profitti. Un indice di tale potere é il rapporto ( p - c ) / p ovvero 1 - c / p Esso ha valore compreso tra un minimo quando (p = c), ossia in concorrenza perfetta, e un massimo quando p può essere illimitatamente maggiore di c, con una curva di domanda perpendicolare. Ci domandiamo allora che cosa determini questo potere di mercato. La precondizione al suo esercizio é la presenza di barriere all'entrata, che impediscono o rendono costose incursioni di concorrenti disposti a vendere a un prezzo più basso. In tutti i casi illustrati nel paragrafo precedente questa condizione sussiste, soprattutto quando il monopolio é protetto da norme legislative, da licenze o concessioni. La forza di questo potere però dipende 11
12 dalle caratteristiche della domanda, ossia dalla dimensione del mercato 13 - se i compratori potenziali sono pochi il potere si esercita nel piccolo - e dall'inclinazione della domanda, ossia dal valore di b nella (1). Un termine più preciso e tecnico di "inclinazione" é quello di elasticità 14. Semplificando assai diciamo che quanto più la domanda é inclinata rispetto all'asse delle ascisse - alto valore di b -, tanto più é "rigida" (e l'elasticità decresce da 1 a 0, valore di massima rigidità), mentre quanto più é orizzontale, tanto più é "elastica" (e l'elasticità cresce da 1 a infinito) 15. Il valore dell'elasticità, ossia la pendenza della domanda, dipende dalla "disponibilità a pagare" un certo prezzo da parte dei compratori, la quale non é eguale per tutti i compratori: alcuni disposti a pagare di meno e altri di più. Tale disponibilità dipende dal reddito disponibile, dall'utilità del bene o servizio e dall'offerta di beni sostitutivi. Quest'ultima é particolarmente importante, poiché la possibilità del compratore di accedere a un sostituto che genera un livello di utilità simile lo induce a guardare al prezzo relativo tra i due beni e a scegliere il prodotto il cui prezzo relativo é più conveniente. Quindi la presenza di sostituti rende la curva di domanda del monopolista più elastica: se il monopolista alza troppo il prezzo rischia di perdere clienti, che optano per il sostituto. L'elasticità della curva é determinante per il potere di mercato ( o "grado di monopolio" ) del monopolista Un indicatore della dimensione del mercato é la distanza tra l'intersezione della curva di domanda e l'origine degli assi - che alcuni passaggi algebrici mostrano essere a/b - nella (1). Questa distanza indica la quantità massima vendibile quando p = 0 L'elasticità ( E ) di una curva di domanda rispetto a una variazione (percentuale) del prezzo Δp/p é il rapporto tra la variazione (percentuale) Δ q/q della quantità, e Δ p/p, che é la variazione di p che ha determinato Δ q/q. Quindi E = Δ q/q / Δ p/p I due casi estremi sono: domanda (quasi) perfettamente parallela all'asse delle ascisse (E=infinito), in cui una piccola variazione di p determina una grandissima variazione di q; domanda perpendicolare all'asse delle ascisse (E=0), in cui q non varia, qualunque sia il prezzo. 12
13 Alcuni esempi. L'acqua é indispensabile e non ha sostituti: la sua domanda é molto rigida; le così dette "commodities", ossia beni molto utili, ma perfettamente sostituibili con altri quasi identico (es. i lingotti di rame, d'oro, di alluminio etc.) hanno un'elasticità altissima; un nuovo C.D. di Gaga, oppure un nuovo tipo di I-pad é per molti un "must" e non é sostituibile, e quindi la loro domanda é piuttosto rigida: o quel prodotto o null'altro; il servizio di trasporto rapido tra Milano e Roma fino a pochi anni or sono era offerto prevalentemente da una compagnia aerea ( Alitalia ), che da quando vi é la concorrenza ferroviaria di Freccia Rossa e Italo ha avuto una forte caduta della domanda. Come si può verificare graficamente (vedi ad es. fig.1 Appendice 3), la differenza tra RM - e quindi c - e il prezzo p aumenta con la pendenza della domanda: Il monopolista ha la quindi possibilità di fissare un prezzo tanto più alto quanto più rigida é la domanda, dato c. Il monopolista può sfruttare ancora maggiormente il proprio potere di mercato se valgono due condizioni: a) gli acquirenti dello stesso bene o servizio sono raggruppabili in due (o più ) insiemi, ciascuno dei quali é caratterizzato da una specifica e diversa disponibilità a pagare (ossia gli insiemi esprimono una domanda caratterizzati da una diversa elasticità per lo stesso bene o servizio); b) se il bene o servizio viene offerto ai due gruppi a un prezzo diverso, é possibile evitare che quello disponibile ad acquistare al prezzo superiore riesca ad acquistarlo a quello inferiore. Si può dimostrare (Appendice 3) che il monopolista massimizza i propri profitti vendendo il bene o servizio a un prezzo maggiore per quel gruppo la cui domanda é più rigida. In altri termini, il monopolista crea per lo stesso bene due mercati separati, differenziandone marginalmente le caratteristiche così da poter giustificarne il diverso prezzo, e si comporta da monopolista su ambedue i mercati. Quella appena descritta é chiamata politica di discriminazione del prezzo. Gli esempi sono numerosissimi. Si pensi ai prezzi nei servizi aerei e ferroviari (prima e seconda classe), a un libro venduto in hard back e paperback a prezzi diversi, o ai cd venduti full price in prima uscita e successivamente midprice. La differenziazione può avvenire anche nel tempo: ad es. vendo ai fan di Apple l'i-pad appena uscito - per loro un "must" - a un prezzo ben superiore a quello a cui si vende lo stesso I-pad un anno dopo. 13
14 6) Strategie delle imprese per difendere il potere di mercato La teoria statica del monopolio sopra descritta interpreta il comportamento del monopolista e ne indica gli effetti negativi. Essa però si riferisce a un mondo in cui domanda, tecnologia, e barriere all'entrata non mutano. La realtà é assai più dinamica. Le pagine che seguono danno qualche elemento per interpretarla. E' però opportuna una premessa. Sebbene il potere di mercato dipenda dall'unicità, esso può permanere anche in situazioni in cui non vi é solo un venditore. Nella realtà infatti i monopoli perfetti - unico venditore - sussistono prevalentemente quando la barriera é determinata da diritti di proprietà - brevetto, copyright, etc. - o da concessioni o licenze statali. Nelle altre circostanze il monopolio - e il potere che ne deriva - sussiste anche in circostanze in cui, accanto a un venditore che detiene una fetta elevata dl mercato (ad es. superiore al 75%), vi sono numerosi piccoli produttori più deboli, e marginali, che sono persino utili al monopolista perché svolgono il ruolo di "ammortizzatori di mercato" di fronte ad eventuali oscillazioni della domanda. Una situazione differente, ma pur sempre di tipo monopolistico, é quella in cui vi é un limitatissimo numero di venditori - oligopolio - che colludono dando vita a un cartello per ostacolare l'ingresso di nuovi concorrenti e ripartirsi la rendita monopolistica generata dall'accordo stesso. Ad esempio fissano un unico prezzo pari a quello che fisserebbe un monopolista perfetto e delle regole con cui ripartirsi la rendita complessiva; oppure si accordano di variare in modo coordinato le quantità prodotte per stabilizzare il prezzo; oppure si suddividono i mercati in "segmenti" disponibili solo a un venditore; e così via. Un esempio di cartello é quello dell'opec, (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) che raccoglie i principali produttori ed esportatori di petrolio, che nel 1974 ne imposero al mercato un fortissimo aumento (primo shock petrolifero). Oggigiorno i cartelli espliciti sono rari, anche perché sanzionati dalle Autorità Antitrust nazionali 16. Non sono 16 Vedi sotto 14
15 invece infrequenti gli accordi taciti, pur sempre illegali. Si noti però che ogni accordo, soprattutto se tacito, ha un punto debole: chi lo sottoscrive é anche interessato a trasgredirlo di nascosto dalle altre imprese del cartello. Quindi questi accordi sono instabili. Poniamoci ora in una prospettiva dinamica e vediamo come il monopolista, una volta conseguita la posizione di dominio, possa cercare di conservarla e rafforzarla. Il monopolista garantito dalla legge - brevetti, copyright, marchio - può cercare di influenzare il legislatore affinché modifichi le norme a suo vantaggio, attraverso operazioni di lobbying o altre poco trasparenti. Ad esempio nel caso del copyright le major discografiche, di fronte alla diffusione di internet come mezzo di distribuzione gratuita della musica, cercarono a lungo di indurre il legislatore americano e britannico a sanzionare duramente chi infrangeva diritti che in realtà erano legati alla vecchia tecnologia del cd, principale strumento di diffusione della musica 17. Inoltre questo tipo di monopolista protetto dovrà sostenere anche costi legali più o meno elevati per far fronte alle inevitabili infrazioni del suo diritto da parte di terzi. La previsione di questi costi, che possono essere molto elevati, spesso induce chi ha generato un prodotto intellettuale a sfruttarlo senza ricorrere al relativo diritto, cercando invece nuovi spazi di mercato con altri prodotti simili a quello protetto ( ad es. lanciando nuovi cantanti ). Il monopolista che invece ha la propria posizione garantita da concessioni o licenze cerca di difenderle ricorrendo a vari strumenti. Una modalità sta nel crearsi un ampio consenso ( o benevolenza) collettivo: ad esempio i dipendenti 17 Osserviamo che questo non é certamente l'unico caso in cui le imprese si muovono su due mercati ( o tavoli ): quello dei beni, dove competono con le altre imprese oppure impongono il loro potere di mercato, e quello delle regole dove contrattano con il legislatore ( lobbying o corruzione ) per ottenere regole a loro più favorevoli. 15
16 dei monopoli pubblici sono spesso meglio pagati e queste aziende spendono molto per consolidare buone relazioni pubbliche. Il consenso pubblico non cresce invece per i taxisti che osteggiano in vari modi interventi che cercano di limitare l'estensione delle loro licenze o aprire alla concorrenza di Huber, quasi sempre riuscendoci. Nello stesso tempo gli stessi hanno trasformato le licenze comunali, che sono ad personam, in una licenza disponibile e vendibile sul mercato a un prezzo che ne rispecchia la rendita. Tutte queste attività di sostegno del monopolio hanno un costo per il monopolista, che in tal modo "dissipa" la propria rendita. Il monopolista che non ha protezione legale deve tenere d'occhio l'evoluzione tecnologica che riguarda i modi di produzione dei prodotti potenzialmente sostituibili a quello che egli produce. Le nuove tecnologie produttive, abbassando i costi, potrebbero infatti indurre nuove imprese a entrare sul mercato. Al riguardo un caso interessante é quello in cui si rendono disponibili nuove tecnologie che riducono la scala di produzione necessaria per entrare 18 e quindi favoriscono l'ingresso di concorrenti più piccoli del monopolista che si sentiva protetto dalle forti economie di scala (un quasi monopolio naturale). Sono però soprattutto le innovazioni di prodotto che, rendendo disponibili beni sostitutivi, modificano le curva di domanda del bene venduto dal monopolista, aumentandone l'elasticità e quindi riducendo il suo potere di mercato. Si pensi all'entrata sul mercato della Pepsi Cola che contendeva il forte potere di mercato di Coca Cola sul mercato delle così dette soft drink. La curva di domanda di Coca Cola ha subito una riduzione dei due coefficienti a e b. Si pensi ancora al caso delle pellicole fotografiche, dove la Kodak aveva una posizione fortissima, ridottasi a poca cosa per effetto delle macchine fotografiche digitali; oppure si pensi al caso dell'ibm, quasi monopolista nel settore dei computer, assolutamente ridimensionata dall'innovazione dei p.c.. 18 Questo avviene ad esempio quando vi sono economie di scala. E' il caso dell'acciaio, caratterizzato tradizionalmente da alte economie di scala, dove invece le nuove tecnologie dei forni elettrici negli anni '70/'80 hanno favorito l'ingresso di piccoli produttori. 16
17 Il monopolista lungimirante, diversamente da quello pigro, che già abbiamo incontrato, cercherà di essere lui stesso innovatore o di diversificare i prodotti. Ad es. Kellog's, produttore leader di breakfast cereals, ha affiancato agli originari fiocchi di mais più o meno zuccherati molti altri tipi di cereals, riducendo gli spazi di mercato a terzi. In tal modo ha reso più difficile l'ingresso di nuovi contendenti. Questo comportamento rafforza il potere di mercato, ma riduce anche gli effetti negativi del monopolista immobile, generando una maggiore varietà d'offerta. E' comunque vero che l'impresa che gode di una posizione monopolistica non protetta é sempre sotto minaccia di concorrenza. Questa minaccia può indure il monopolista a mettere in azione strategie miranti a ostacolare la concorrenza ponendo in essere azioni abusi di posizione dominante sanzionate dalla Autorità Antitrust 19. Facciamo alcuni esempi. La compagnia di navigazione TC ha la concessione per l'uso di un porto su un'isola da cui partono le sue navi per il Continente. E' quindi monopolista. Accanto a questo porto ve ne é un altro in disuso, che un concorrente potenziale, NE, decide di rimettere in funzione e di utilizzare. TC, volendo far fallire NE, abbassa i propri prezzi della rotta al di sotto del costo variabile, ossia comincia a vendere in perdita, potendo disporre alle spalle di una solida situazione finanziaria che gli consente di resistere. E' un comportamento illegale e sanzionato dall' Antitrust, perché mira a impedire la concorrenza, e che viene chiamato "politica dei prezzi predatori". L'azienda pubblica monopolista del servizio telefonico, TI, decide di monopolizzare il mercato degli apparecchi telefonici, ovviamente collegato a quel servizio. Ai clienti che pagano per il suo servizio telefonico impone l'acquisto dei telefoni da lui prodotti. La pratica é illegale, perché i due mercati sono separati e la concessione governativa di cui dispone riguarda solo il servizio di collegamento telefonico, non gli apparecchi telefonici. Vincolando l'allacciamento telefonico all'acquisto di un suo apparecchio telefonico TI estende la propria posizione monopolistica a un mercato potenzialmente concorrenziale. 19 Vedi paragrafo successivo 17
18 Facciamo un ulteriore esempio. La casa farmaceutica ABC produce apparecchi per verificare lo stato di gravidanza di una donna. La verifica richiede, oltre alla macchina, l'uso un certo materiale sensibile per il test. La macchina é brevettata, ma non il materiale. Se ABC impone l'uso obbligatorio del materiale da lui stesso prodotto per monopolizzare il mercato del materiale sensibile, vi impedisce la concorrenza e quindi agisce illegalmente. Il comportamento rappresentato nei due ultimi casi si chiama "tying"- 7) Politiche pubbliche per contrastare il potere di mercato Conquistare potere di mercato é dunque molto vantaggioso per un'impresa, ma il suo esercizio danneggia i consumatori e/o le altre imprese che acquistano i beni e servizi venduti a prezzo di monopolio. Inoltre, come sappiamo, il monopolista é meno interessato a innovare e investire che a utilizzare gli extra-profitti in spese che lo dissipano (sprechi e protezione del monopolio). Ci si chiede allora se vi siano politiche pubbliche mirate a limitare il potere di mercato. Per rispondere distinguiamo tra i tipi di monopolio a cui ci siamo riferiti nel paragrafo 4. Le posizioni di monopolio acquisite come indicato in 4.1. sono legali, essendo frutto di un successo competitivo. Peraltro, una volta raggiunte, pongono il monopolista nella condizione di poterne abusare, comportamento illegale. In Italia la legge n.287/90 ha istituito l' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha il potere di indagare sui presunti "abusi di posizione dominante" e sanzionarli 20. Oltre a questi abusi la legge sanziona le intese restrittive della libertà di concorrenza (cartelli formali e taciti) e pone un limite alle acquisizioni e fusioni di imprese, onde prevenire la conquista di posizioni dominanti. L'Antitrust non é però che uno degli strumenti che rendono più difficile la vita ai monopoli. In generale ogni legge che riduce il grado di protezione delle imprese di un certo mercato - protezione doganale, aiuti di stato, regole 20 Si suggerisce di visitare il sito ricco di informazioni istituzionali e di casi 18
19 restrittive della concorrenza -, favorisce di per sé la concorrenza e attenua le posizioni monopolistiche presenti. Ad esempio l'industria italiana dell'auto nel Dopoguerra, dominata da un produttore, é stata a lungo protetta da limitazioni dell'importazione di auto giapponesi. Più complesso é il caso del monopolio naturale, che riguarda in particolare i servizi di pubblica utilità offerti tramite una rete creata con grandi investimenti fissi. Come si é detto, questo caso pone un dilemma: se lo stato opta per l'efficienza accettando un unico produttore che produce a costi minimi, gli offre anche l'opportunità di esercitare potere di mercato. Il dilemma é stato risolto in modi diversi nel tempo. Fino a tutti gli anni '80 in Italia, e negli altri paesi europei, il monopolista efficiente era un'impresa statale o a controllo pubblico (ENEL, Telecom, FF.SS. ENI, Autostrade) a cui era imposta una politica di tariffe quanto più possibile prossime al costo medio variabile c (vedi fig1 Appendice 2). Questa politica aveva però alcuni punti deboli: c che CF erano variabili controllate dalle imprese stesse, che avevano tutto l'interesse a gonfiarli; inoltre il monopolista pubblico é tendenzialmente pigro. A partire da allora la politica é mutata. Le imprese pubbliche sono state privatizzate - ossia il controllo azionario o comunque una quota maggioritaria 21 é passato nelle mani di privati - e il mercato é stato liberalizzato. Questo significa che l'accesso alla rete é stato consentito, a un prezzo, a operatori privati in competizione tra di loro per l'erogazione del servizio. La rete é passata a società diverse da quelle che erogano il servizio, per evitare conflitto d'interesse e abusi da parte dell'ex monopolista. Il buon funzionamento concorrenziale di questo mercato presuppone però l'esistenza di un regolatore pubblico - le Autorità di regolazione di settore 22 -, per regolare le modalità d'accesso alle reti da parte delle imprese, o per porre regole nella fissazione delle tariffe Ma non necessariamente tale da togliere allo stato il potere di controllo ( vedi ENI e ENEL ) Attualmente in Italia esistono tre autorità di regolazione: energia elettrica,gas e acqua (AEEG); telecomunicazioni e radiotelevisione ( AGcom ); trasporti ferroviari, autostrade etc. ( ART ). 19
20 Vi sono poi le situazioni di monopolio protette da diritti di proprietà intellettuale o da concessioni e licenze. Anche il primo caso pone il legislatore di fronte a un dilemma: quanto maggiori sono le garanzie offerte al detentore di brevetti o copyright, tanto più gli si consente di sfruttare monopolisticamente un prodotto intellettuale della cui libera disponibilità beneficerebbe tutti. Il fatto é che senza questa esclusività di sfruttamento meno persone o imprese potrebbero essere incentivate a produrre idee. Una variabile su cui lo stato può giocare é la durata temporale di questi diritti, la cui estensione avvantaggia le imprese. Ci si può chiedere ad esempio, se la durata del copyright in Italia - 70 anni dopo la morte dell'autore - faccia un giusto bilanciamento tra gli interessi dei consumatori e dei possessori del diritto, che spesso non sono neppure gli autori, ma i soggetti a cui essi li hanno ceduti. Le concessioni e le licenze talvolta sono necessarie, ma spesso potrebbero essere utilmente eliminate, lasciando spazio alla concorrenza, pur regolata da norme di protezione dei consumatori. In molti paesi taxi, farmacie, attività notarili, attività professionali in genere, per fare solo qualche esempio, sono meno condizionate a concessioni e licenze come in Italia. Un esempio particolare, ma abbastanza clamoroso, é quello della SIAE, società che raccoglie e distribuisce i redditi derivanti dal copyright. Negli altri paesi europei questo servizio é aperto alla concorrenza, mentre in Italia é gestito in regime di monopolio protetto da concessione pubblica. Il problema é che queste situazioni, così come moltissime altre analoghe, sono il terreno di cultura che alimenta un rapporto simbiotico tra interessi economici e politici e che porta frutti copiosi ad ambedue: da un lato i voti e i finanziamenti e dall'altro le rendite. A. Smith, riconosciuto padre fondatore dell'economia politica, usa parole severe contro i monopoli individuandone l'origine principale nelle leggi, concessioni e licenze offerte dallo stato. Ogni forma di esclusività non motivata economicamente ha un effetto negativo sul benessere e sullo sviluppo, ed é l'anticamera della corruzione. Per ridurre questi effetti vi é solo una strada, promuovere e difendere la concorrenza ed eliminare le leggi e gli interventi amministrativi che danno vita a monopoli il cui unico senso é quello di 20
Il mercato di monopolio
Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con
DettagliCapitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 12 Il monopolio IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza fondamentale
DettagliIl monopolio (Frank, Capitolo 12)
Il monopolio (Frank, Capitolo 12) IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza
DettagliCapitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore
Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:
DettagliEconomia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi
Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Cap 15 Il monopolio Inquadramento generale In questa sezione prenderemo
DettagliAntonella Laino Il monopolio naturale
A13 477 Antonella Laino Il monopolio naturale Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-4809-2
DettagliMONOPOLIO, MONOPOLISTA
Barbara Martini OBIETTIVI IL SIGNIFICATO DI MONOPOLIO, IN CUI UN SINGOLO MONOPOLISTA È L UNICO PRODUTTORE DI UN BENE COME UN MONOPOLISTA DETERMINA L OUTPUT ED IL PREZZO CHE MASSIMIZZANO IL PROFITTO LA
DettagliEsercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA
Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esistono quattro principali tipi di strutture di mercato: concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica e oligopolio.
DettagliEconomia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)
Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina
DettagliUna tassonomia dei mercati
Monopolio capitolo 15 Una tassonomia dei mercati concorrenza perfetta monopolio oligopolio concorrenza monopolistica 1 Concorrenza perfetta tanti venditori, tanti compratori bene omogeneo (identico o perfettamente
DettagliLa teoria dell offerta
La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare
DettagliFallimenti del mercato: Il monopolio
Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Fallimenti del mercato: Il monopolio Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Concorrenza imperfetta La concorrenza
DettagliELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso
Esercizio 1 Data la funzione di domanda: ELASTICITÀ Dire se partendo da un livello di prezzo p 1 = 1.5, al produttore converrà aumentare il prezzo fino al livello p 2 = 2. Sarebbe conveniente per il produttore
DettagliCapitolo 10 Z Elasticità della domanda
Capitolo 10 Z Elasticità della domanda Sommario Z 1. L elasticità della domanda rispetto al prezzo. - 2. La misura dell elasticità. - 3. I fattori determinanti l elasticità. - 4. L elasticità rispetto
DettagliLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ
LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ In questa Appendice mostreremo come trovare la tariffa in due parti che massimizza i profitti di Clearvoice,
DettagliMassimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI
Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale 1 Mercati perfettamente concorrenziali 1. Price taking Poiché ogni impresa vende una porzione relativamente piccola della produzione complessiva del
DettagliCapitolo 8. La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale. F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1
Capitolo 8 La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1 Argomenti trattati nel capitolo I mercati in concorrenza perfetta La massimizzazione del profitto
DettagliLa concorrenza perfetta
La concorrenza perfetta Caratteristiche POLVERIZZAZIONE DEL MERCATO: molti piccoli acquirenti e produttori, incapaci di influire sul prezzo di mercato OMOGENEITÀ DI PRODOTTO : le imprese producono beni
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e
DettagliI ricavi ed i costi di produzione
I ricavi ed i costi di produzione Supponiamo che le imprese cerchino di operare secondo comportamenti efficienti, cioè comportamenti che raggiungono i fini desiderati con mezzi minimi (o, che è la stessa
DettagliREGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE
REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE Nella Sezione 16.5 abbiamo visto come un regolatore che voglia fissare il prezzo del monopolista in modo da minimizzare la
DettagliMaster della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa
Master della filiera cereagricola Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa Facoltà di Agraria Università di Teramo Impresa e mercati Parte prima L impresa L impresa e il suo problema economico L economia studia
DettagliIstituzioni di Economia
Corso di laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia I costi di produzione (Capitolo 13) I costi di produzione La legge dell offerta P Offerta Le imprese sono disposte a produrre e vendere quantità
DettagliUniversità degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali
Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali ECONOMIA MODULO TEORIA A.A. 2013/2014 IL O Fabio Clementi E-mail: fabio.clementi@unimc.it
DettagliCAPITOLO SECONDO RICHIAMI DI MICROECONOMIA
CAPITOLO SECONDO RICHIAMI DI MICROECONOMIA SOMMARIO: 2.1 La domanda. - 2.2 Costi, economie di scala ed economie di varietà. - 2.2.1 I costi. - 2.2.2 Le economie di scala. - 2.2.3 Le economie di varietà.
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1
DettagliIndice di rischio globale
Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario
DettagliCapitolo 4. Elasticità. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke. Copyright 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 4 Elasticità In questa lezione introdurremo il concetto di elasticità: un indicatore dell entità con cui domanda e offerta reagiscono a variazioni di prezzo, reddito ed altri elementi. Nella lezione
DettagliBelowthebiz idee in rete
Le 5 forze di Porter Nella formulazione di una strategia un passo fondamentale è la definizione e lo studio delle principali caratteristiche del settore in cui si opera. Lo schema di riferimento più utilizzato
DettagliIntroduzione all economia
Introduzione all economia 4.X.2005 Macro e microeconomia La teoria economica è divisa in due sezioni principali: la microeconomia e la macroeconomia La microeconomia studia il comportamento dei singoli
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della
DettagliMICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza
MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 Dotazioni iniziali Il consumatore dispone ora non di un dato reddito monetario ma di un ammontare
DettagliIl vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato
Il vantaggio comparato Nel giorno di San Valentino la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni. Coltivare rose negli Stati Uniti d inverno è difficile. E necessario l uso di serre riscaldate.
DettagliFABBISOGNO DI FINANZIAMENTO
FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,
DettagliLa Minimizzazione dei costi
La Minimizzazione dei costi Il nostro obiettivo è lo studio del comportamento di un impresa che massimizza il profitto sia in mercati concorrenziali che non concorrenziali. Ora vedremo la fase della minimizzazione
DettagliLa Concorrenza Monopolistica
La Concorrenza Monopolistica Caratteristiche Molteplicità di imprese Libertà di entrata (entreranno imprese finché vi sarà possibilità di profitti positivi). L entrata di nuove imprese favorisce i consumatori
DettagliDomande a scelta multipla 1
Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco
DettagliCapitolo 26: Il mercato del lavoro
Capitolo 26: Il mercato del lavoro 26.1: Introduzione In questo capitolo applichiamo l analisi della domanda e dell offerta ad un mercato che riveste particolare importanza: il mercato del lavoro. Utilizziamo
DettagliEdited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.
In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.
Dettaglidella funzione obiettivo. Questo punto dovrebbe risultare chiaro se consideriamo una generica funzione:
Corso di laurea in Economia e finanza CLEF) Economia pubblica ************************************************************************************ Una nota elementare sulla ottimizzazione in presenza di
DettagliCapitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.
Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;
DettagliIl concetto di valore medio in generale
Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo
DettagliCorso di Economia Politica prof. S. Papa. Lezione 17: Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza
Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 17: Il monopolio Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Concorrenza imperfetta La concorrenza perfettaè una forma di mercato identificata dalla
DettagliEconomia Politica 2 - MICROECONOMIA ESERCITAZIONE 6 PRIMA PARTE
Economia Politica 2 - MICROECONOMIA ESERCITAZIONE 6 Martedì 23 Novembre 2004 PRIMA PARTE Si risponda alle seguenti domande: (N.B. le risposte riportate rappresentano una traccia per lo studente, a cui
DettagliIndice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6
INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------
DettagliCOME SI FORMA E COME SI RICONOSCE UN ROSS HOOK
COME SI FORMA E COME SI RICONOSCE UN ROSS HOOK di Francesco Fabi Trader Professionista e Responsabile di Joe Ross Trading Educators Italia PREMESSA Il Ross Hook è una delle formazioni grafiche che sono
DettagliTeoria del commercio internazionale
Teoria del commercio internazionale (Krugman e Obstfeld Economia Internazionale Hoepli, 2003. Capp. 2, 4 leggere; 6 studiare) Vantaggi dallo scambio Differenze nelle caratteristiche dei paesi danno luogo
DettagliCapitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica
Capitolo 17 I mercati con informazione asimmetrica Introduzione L incertezza sulla qualità e il mercato dei bidoni I segnali di mercato Il rischio morale Il problema agente-principale L informazione asimmetrica
DettagliIl mercato dei beni. Prof. Sartirana
Il mercato dei beni Prof. Sartirana Gli scambi di beni economici avvengono tra soggetti che vengono definiti: soggetti economici I soggetti economici sono 4 ed ognuno di essi ha necessità diverse. I soggetti
DettagliEsercizi svolti per l esame di Microeconomia
Esercizi svolti per l esame di Microeconomia Università di Bari aa. 014-15 CL Economia e Commercio CL Scienze Statistiche Es. 3.1 Concorrenza perfetta In un mercato in concorrenza perfetta in equilibrio
Dettaglib. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?
Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.
DettagliTeoria dei Giochi. Anna Torre
Teoria dei Giochi Anna Torre Almo Collegio Borromeo 14 marzo 2013 email: anna.torre@unipv.it sito web del corso:www-dimat.unipv.it/atorre/borromeo2013.html IL PARI O DISPARI I II S T S (-1, 1) (1, -1)
DettagliCAPITOLO 10 I SINDACATI
CAPITOLO 10 I SINDACATI 10-1. Fate l ipotesi che la curva di domanda di lavoro di una impresa sia data da: 20 0,01 E, dove è il salario orario e E il livello di occupazione. Ipotizzate inoltre che la funzione
DettagliMD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte
MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.
DettagliApplicazioni dell'analisi in più variabili a problemi di economia
Applicazioni dell'analisi in più variabili a problemi di economia La diversità tra gli agenti economici è alla base della nascita dell attività economica e, in generale, lo scambio di beni e servizi ha
DettagliCome affrontare i monopoli naturali
Come affrontare i monopoli naturali Il problema del monopolio naturale è che se anche l impresa volesse fissare il prezzo a un livello pari al costo marginale (efficienza sociale), produrrebbe in perdita
Dettagli12.4 Risposte alle domande di ripasso
Il monopolio 81 12.4 Risposte alle domande di ripasso 1. Controllo su input fondamentali; economie di scala; brevetti; economie di rete; licenze governative. Nel lungo periodo il controllo sugli input
DettagliCapitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni
Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel
DettagliESERCITAZIONE 8: GIOCHI SEQUENZIALI, ASIMMETRIE INFORMATIVE ED ESTERNALITA
MICRECNMI CLE.. 003-004 ssistente alla didattica: Elena rgentesi ESERCITZINE 8: GICHI SEUENZILI, SIMMETRIE INFRMTIVE E ESTERNLIT Esercizio : Giochi sequenziali e minacce credibili Si consideri un mercato
DettagliAPPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI
APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................
DettagliLaboratorio di Progettazione Esecutiva dell Architettura 2 Corso di Estimo a.a. 2007-08 Docente Renato Da Re Collaboratore: Barbara Bolognesi
Laboratorio di Progettazione Esecutiva dell Architettura 2 Corso di Estimo a.a. 2007-08 Docente Renato Da Re Collaboratore: Barbara Bolognesi Microeconomia venerdì 29 febbraio 2008 La struttura della lezione
Dettaglif(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da
Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede
DettagliDomande a scelta multipla 1
Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco
DettagliCapitolo 7. Efficienza e scambio. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke
Capitolo 7 Efficienza e scambio Pareto-efficienza L efficienza in senso economico ha una definizione ristretta che prende il nome da un economista italiano (Vilfredo Pareto) una allocazione è efficiente
DettagliLe altre forme di mercato
CL Medicina Veterinaria Anno Accademico 2014-15 Le altre forme di mercato 1 Critiche alla forma di mercato della concorrenza perfetta La forma di mercato della concorrenza perfetta (che è alla base di
DettagliGli input sono detti anche fattori di produzione: terra, capitale, lavoro, materie prime.
LA TECNOLOGIA Studio del comportamento dell impresa, soggetto a vincoli quando si compiono scelte. La tecnologia rientra tra vincoli naturali e si traduce nel fatto che solo alcuni modi di trasformare
DettagliESEMPI DI DOMANDE per la prova scritta dell esame di Istituzioni di Economia.
ESEMPI DI DOMANDE per la prova scritta dell esame di Istituzioni di Economia. La prova scritta consta di dodici domande, formulate come test a risposta multipla. Una sola delle cinque risposte fornite
DettagliLezione 23 Legge di Walras
Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 23 Legge di Walras Funzione del Consumo Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Perché la macroeconomia I problem illustrati nelle lezione precedente
DettagliEsercitazione 23 maggio 2016
Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione
DettagliCorso di Marketing Industriale
U N I V E R S I T A' D E G L I S T U D I D I B E R G A M O Corso di Marketing Industriale Prof. Ferruccio Piazzoni L analisi di competitività dei segmenti I Mktg-L06 SISTEMA DI SORVEGLIANZA DELLA CONCORRENZA
DettagliCapitolo 6. Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi
Capitolo 6 Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi Costo opportunità Adalberto può guadagnare 6 all ora come cameriere; in alternativa può effettuare raccolta per riciclaggio al prezzo di 2
Dettagli5 Risparmio e investimento nel lungo periodo
5 Risparmio e investimento nel lungo periodo 5.1 Il ruolo del mercato finanziario Il ruolo macroeconomico del sistema finanziario è quello di far affluire i fondi risparmiati ai soggetti che li spendono.
DettagliECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)
ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA
DettagliMassimizzazione del profitto
Massimizzazione del profitto Diversi tipi di impresa Obiettivo dell impresa: massimo profitto Profitto Economico e Profitto Contabile Costo Economico (Costo Opportunità) Profitto Normale e Extra-Profitto
DettagliRisparmio, investimenti e sistema finanziario
Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci
Dettagli2. Leggi finanziarie di capitalizzazione
2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M
DettagliEconomia Industriale
Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro Facoltà di Economia A.A. 2005/2006 Economia Industriale Dott. Massimiliano Piacenza Lezione 3 Monopolio e regola dell elasticità Monopolio naturale e regolamentazione
DettagliCorso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo
Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 14 Equilibrio economico generale (efficienza nello scambio) e fallimenti del mercato Facoltà di Scienze della Comunicazione
DettagliRELAZIONI VERTICALI. Le restrizioni verticali limitano la concorrenza, ma possono avere anche effetti positivi su efficienza e benessere
RELAZIONI VERTICALI Relazione tra un impresa a monte (produttore) e un impresa a valle (rivenditore). Produttore Rivenditore Consumatore Relazione tra imprese. Le restrizioni verticali limitano la concorrenza,
Dettagli6 IL TRASFERIMENTO DEI BENI AZIENDALI
6 IL TRASFERIMENTO DEI BENI AZIENDALI L IMPRESA è L ATTIVITA SVOLTA DALL IMPRENDITORE IN MODO PROFESSIONALE ED ORGANIZZATO DIVERSO è IL CONCETTO DI AZIENDA AZIENDA COMPLESSO DI BENI ORGANIZZATI DALL IMPRENDITORE
DettagliIl mercato mobiliare
Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente
DettagliIl mercato del lavoro
Il mercato del lavoro Dati mercato del lavoro: Un confronto (2012) Italia Francia Germania OECD Tasso disoccupazione 10.7 10.3 5.5 8.0 Tasso occupazione (*) 57.6 63.9 72.8 65.1 Femminile 47.8 60 68 57.2
DettagliIl mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria
Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Esercizio 1 Ci sono 2000 individui ciascuno con funzione di utilità Von Neumann-Morgestern
Dettagli4. IMPRESA. 4.1. Un isoquanto è: 4.2. La retta di isocosto di un'impresa che usa macchine e lavoro inizialmente è PQ.
4. IMPRESA 4.1. Un isoquanto è: 1) L'insieme delle combinazioni di due beni il cui costo per il consumatore è costante 2) L'insieme delle combinazioni dei fattori della produzione che comportano il medesimo
DettagliEsercitazione del 5/10/09
Esercitazione del 5/10/09 A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) Corso di Microeconomia, Docente Luigi Marattin 1 Esercizi. 1.1 Le curve di domanda e di offerta in un dato mercato sono date da:
DettagliLE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE
LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe
DettagliRETI D IMPRESA. Un alternativa a società e consorzi per integrare e valorizzare in modo innovativo la propria individualità e le proprie competenze
110 BUSINESS & IMPRESE Maurizio Bottaro Maurizio Bottaro è family business consultant di Weissman Italia RETI D IMPRESA Un alternativa a società e consorzi per integrare e valorizzare in modo innovativo
DettagliL IMPRESA NELL AMBIENTE
L IMPRESA NELL AMBIENTE General environment P Settore e mercati del settore (task environment) D O ORGANIZZAZIONI OVUNQUE E SISTEMI OVUNQUE General environment 2 SETTORE, MERCATI E IMPRESA L ambiente viene
DettagliMario Porzio & Carlo Spampatti. Bergamo a.a. 09/10
Mario Porzio & Carlo Spampatti Università degli studi di Università degli studi di Bergamo a.a. 09/10 Catena elettrica Produzione:costruzione e gestione degli impianti mirati a produrre energia elettrica
DettagliLezione 13 Il mercato e il prezzo
Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 13 Il mercato e il prezzo Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Ricapitoliamo Nelle lezioni precedenti ci siamo occupati dei problemi di scelta
DettagliRichiami di teoria della domanda di moneta
Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale
DettagliI margini lordi nelle aziende che producono su commessa Il caso Sicilyelectronic srl
I margini lordi nelle aziende che producono su commessa Il caso Sicilyelectronic srl Corso di Economia Aziendale (esercitazioni) Università degli Studi di Palermo Agenda Caratteristiche delle aziende che
DettagliLezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale
Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Scelta
DettagliLezione 1 Introduzione
Lezione 1 Introduzione Argomenti Cosa è l Economia politica I principi fondamentali dell Economia politica Cosa studia l Economia politica Perché studiare l Economia politica 1.1 COSA È L ECONOMIA POLITICA
DettagliROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato
Articolo pubblicato sul n 22 / 2004 di Amministrazione e Finanza edito da Ipsoa. ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Premessa
DettagliElasticità dell offerta rispetto al. prezzo. L elasticità dell offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del
Elasticità dell offerta rispetto al prezzo L elasticità dell offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del prezzo. Formula ε= ΔQ/Q = (P/Q) x (1/pendenza) ΔP/P L offerta di
DettagliAnalisi Costi-Benefici
Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome Analisi Costi-Benefici Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma Scelta pubblica Intervento pubblico realizzazione di progetti esempi: infrastrutture,
DettagliLe strategie di marketing
Stampa Le strategie di marketing admin in Professione Consulente Con l analisi di mercato è possibile mettere a punto i prodotti o servizi corrispondenti alle esigenze di ogni segmento di mercato. Essa
DettagliViene utilizzato in pratica anche per accompagnare e supportare adeguatamente le richieste di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto.
BUSINESS PLAN Un business plan o (piano di business, o progetto d'impresa) è una rappresentazione degli obiettivi e del modello di business di un'attività d'impresa. Viene utilizzato sia per la pianificazione
DettagliLa valutazione delle immobilizzazioni immateriali
CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO 2 La valutazione delle immobilizzazioni immateriali Seconda lezione 1 DEFINIZIONE condizioni produttive controllate dall impresa, utili per l esercizio della sua gestione
Dettagli