3 LEZIONE TEORIE DI CONTENUTO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "3 LEZIONE TEORIE DI CONTENUTO"

Transcript

1 3 LEZIONE TEORIE DI CONTENUTO

2 Valutazione della teoria di Maslow Nella teoria di Maslow vi sono ovvie implicazioni per il comportamento sul lavoro ma vi sono molte difficoltà quando si tenta di correlare tale teoria al procedimento di lavoro: 1 le persone non soddisfano necessariamente i loro bisogni, specialmente quelli più alti, nella situazione di lavoro, ma anche attraverso altre aree della loro vita;2 le differenze individuali fanno sì che le persone attribuiscano valori diversi allo stesso bisogno,vi è chi preferisce la sicurezza lavorativa in una organizzazione burocratica ad una posizione di più alto status, ma con minore sicurezza, in un organizzazione diversa;3 alcune ricompense o risultati del lavoro sono in grado di soddisfare più di un bisogno: più alti salari o promozioni, ad esempio, possono essere applicati a tutti i livelli della gerarchia;4 i fattori motivanti possono differire anche tra le persone che appartengono allo stesso livello della gerarchia. Infatti vi sono molti modi, diversi per ricercare la soddisfazione, ad esempio,del bisogno di stima;infine, per Maslow la soddisfazione rappresenta il principale risultato motivazionale del comportamento; ma la soddisfazione nel lavoro non comporta, necessariamente, l aumento della performance.

3 P

4 Il modello della gerarchia dei bisogni fornisce un utile base per la valutazione della motivazione al lavoro tanto che Steers e Porter (1991) propongono una lista di ricompense generali e fattori organizzativi che possono essere utilizzati per soddisfare i differenti bisogni. Tra le più recenti classificazioni delle teorie sulla motivazione al lavoro ricordiamo quella di Kanfer(1990) che individua tre diversi approcci: 1- approccio bisogni-motivi-valori: la gerarchia dei bisogni di Maslow, la teoria ERG di Alderfer, la teoria dei due fattori di Herzberg,la motivazione alla riuscita di McClelland, la teoria di Atkinson della motivazione a realizzarsi, la teoria dell equità di Adams. 2- approccio della scelta cognitiva : la teoria dell aspettativa di Vroom, la teoria dell orientamento al futuro di Raynor, la teoria dell attribuzione di Weiner, la teoria della dinamica dell azione. 3- approccio dell autoregolazione: il modello del goal setting, le teorie dell apprendimento sociale

5 LA TEORIA DI ALDERFER Il modello di Alderfer (1972) riduce la gerarchia di Maslow a tre livelli considerando i principali bisogni di esistenza, relazionalità e sviluppo (teoria ERG, dal termine greco, ergon = lavoro): i bisogni relativi all esistenza, si riferiscono alla sopravvivenza e riprendono i bisogni fisiologici e di sicurezza di natura materiale; i bisogni di relazione, considerano le relazioni nell ambiente sociale (i bisogni di amore o di appartenenza, affiliazione e relazioni di significato interpersonale di sicurezza e di stima); i bisogni di crescita, sono riferiti allo sviluppo del potenziale ai bisogni di autostima e di autorealizzazione.

6 Come Maslow, Alderfer suggerisce che le persone progrediscono, attraverso la gerarchia, dai bisogni di esistenza al bisogno di relazione a quello di crescita solo in seguito alla soddisfazione dei bisogni più bassi. Tuttavia, Alderfer suggerisce che questi bisogni danno vita più a un continuum che non a una gerarchia, poiché più di un bisogno può essere attivato nello stesso tempo ed, inoltre,le persone possono anche regredire. Si può verificare, ad esempio, una condizione di frustrazione-regressione quando per una persona, che continuamente vede bloccati i suoi tentativi di soddisfare i bisogni di crescita,per cui riacquisteranno importanza i bisogni di relazione. Si conferma, tuttavia, l idea che i bisogni più bassi, una volta soddisfatti, perdano la loro forza.

7 ... La teoria ERG sostiene che una persona è motivata a soddisfare uno o più sets di bisogni di base. Perciò se un bisogno, ad un particolare livello, è bloccato l attenzione tenderà a focalizzarsi sulla soddisfazione dei bisogni di altri livelli.

8 Teoria di FREDERICK HERZBERG Frederick Herzberg mette in discussione la teoria che fonda la motivazione su una gerarchia di bisogni. La sua analisi è rivolta alla situazione lavorativa e parte dalla constatazione che il lavoro, che occupa la maggior parte della giornata di ogni persona, costituisce per alcuni una fonte di soddisfazione mentre per altri è causa di frustrazione e di insoddisfazione. prende origine dalla domanda: Che cosa il lavoratore ricerca nel suo lavoro?

9 Herzberg e la teoria dei DUE FATTORI Herzberg aveva rilevato l esistenza di due differenti sets di fattori: il primo set è quello che, se assente, causa l insoddisfazione. Questi fattori sono definiti fattori d igiene (con significato analogo al termine utilizzato in ambito medico, cioè di prevenzione) o fattori di mantenimento, sono correlati al contesto lavorativo, si riferiscono all ambiente di lavoro, alle caratteristiche estrinseche del lavoro stesso e servono a prevenire l insoddisfazione (così come l igiene previene dalle infezioni).

10 L altro set è, invece, quello che se presente, serve a motivare l individuo a sforzi superiori e alla performance. Tra questi fattori, definiti motivatori, troviamo l achievement, il riconoscimento, la responsabilità e l autonomia, il contenuto del lavoro. La forza di questi fattori porterà alla soddisfazione o alla non soddisfazione ma non all insoddisfazione. I motivatori sono, quindi, in relazione al contenuto del lavoro mentre, i fattori d igiene, al contesto

11 I motivatori possono essere considerati come una forza che incide sull atteggiamento e sul rendimento mentre i fattori d igiene non hanno il potere di motivare; sono delle condizioni essenziali per rendere possibile la motivazione

12 Quindi, due tipi di fattori determinano l insoddisfazione e la soddisfazione del lavoratore. I primi sono detti fattori igienici: sono fattori che non motivano ma, se non vengono soddisfatti, producono malcontento ed insoddisfazione. Rientrano fra questi per esempio: Supervisione da parte dei superiori Le politiche delle risorse umane Le condizioni di lavoro (orario, riposo settimanale, stipendio) La sicurezza del lavoro Le relazioni interpersonali

13 I secondi, che sono detti fattori motivanti: sono quei fattori che appagano bisogni superiori e che portano la persona a una maggiore motivazione e produttività sul lavoro. Nel momento in cui non dovessero essere soddisfatti, questi fattori non comportano l'insoddisfazione dell'individuo. Rientrano in questa categoria per esempio: Il riconoscimento dei risultati raggiunti; La responsabilità, Lavoro qualificante, L avanzamento di carriera. Un fattore d igiene, una volta gratificato, perde la sua forza motivazionale mentre un motivatore continua ad esercitarla attivando nuovi comportamenti. I fattori d igiene possono essere approssimativamente posti in relazione con i bisogni più bassi di Maslow e i motivatori ai bisognipiù alti. Un mo tivatore è, quindi, una forza che ha generalmente un effetto stimolante sull atteggiamento e sul rendimento.

14 Da questi risultati derivano i principi cardine della teoria dei due fattori, cioè che la soddisfazione e l insoddisfazione si muovono su due piani paralleli e non sono l una il contrario dell altra così come sostenuto dalla gerarchia maslowiana. L opposto della soddisfazione è la non soddisfazione e non l insoddisfazione.

15 Herzberg è stato il primo a dimostrare che la soddisfazione e l'insoddisfazione sul posto di lavoro dipendono da diversi fattori e che non sono semplicemente reazioni opposte agli stessi fattori. Porre rimedio alle cause di insoddisfazione non crea soddisfazione; aggiungere fattori di soddisfazione non elimina l'insoddisfazione. Herzberg, non ha sviluppato le sue teorie come "strumenti motivazionali" con lo scopo esclusivo di migliorare le performance organizzative. Ha invece cercato di spiegare come gestire correttamente le persone, per migliorare complessivamente il benessere delle risorse umane.

16 Herzberg ha concluso che il denaro non è un fattore motivante. Un aumento salariare avrebbe un effetto palliativo nell'immediato ma, nel medio-lungo termine, l'insoddisfazione o mancata motivazione della persona tornerebbero ai livelli precedenti. Il lavoro di Herzberg indica che è più probabile che una buona performance porti alla job satisfaction che non ilcontrario. Applicazione: Per applicare la teoria di Herzberg, è necessario adottare un processo in due fasi per motivare le persone. In primo luogo, è necessario eliminare le insoddisfazioni e, dall'altro, è necessario aiutarli a trovare soddisfazione.

17 LA MOTIVAZIONE ALLA RIUSCITA McClelland e Atkinson (McClelland et al., 1953; Atkinson, 1957, 1958) partirono dall assunto di Lewin che il comportamento è il risultato della relazione individuo-ambiente riprendendo anche il pensiero di Murray circa la possibilità di individuare delle classi generali di interrelazioni costituite sulla base di un particolare tema. Questi Autori hanno, inoltre, evidenziato l importanza della ricerca empirico-sperimentale in psicologia e fatto propria la concezione freudiana secondo la quale il soggetto non sempre conosce le determinanti del suo comportamento

18 Per Heckhausen (1965, p. 604) la motivazione alla riuscita può essere definita come «l intento di perfezionare o mantenere possibilmente forte la propria abilità in tutte le attività in cui è ritenuto vincolante uno standard di valore e la cui esecuzione può di conseguenza riuscire o fallire». Riprendendo il pensiero di Lewin la motivazione alla riuscita è, quindi, dipendente sia dall individuo che dalla situazione.

19 Per comprendere la motivazione alla riuscita è necessario tenere presente che non tutti i tentativi e gli sforzi di ottenere successo nelle varie attività hanno alla loro base il bisogno di riuscire. Motivi diversi, economici e di prestigio, possono determinare prestazioni lavorative caratterizzate dall impegno senza, però, che si possa riscontrare un nesso con la motivazione alla riuscita.

20 In psicologia un comportamento è motivato alla riuscita «solo se tende all autovalutazione della propria abilità e precisamente al confronto con degli standard di valore che si tratta di raggiungere o superare» (Rheinberg, 1995, p. 60). In altre parole, la persona mette alla prova le proprie capacità, si impegna e si confronta con uno standard di valore.

21 Il motivo di riuscita permette di differenziare gli individui e il modo in cui lo stesso individuo valuta l ambiente in cui si trova ad agire. In questo caso specifico la classe situazionale è definita, soprattutto, dal fatto che in essa hanno, o potrebbero avere, molta importanza gli standard di valore. Il motivo svolge, così, la funzione di filtro che permette di individuare situazioni del tutto particolari (delle affordance, cioè cogliere le opportunità presenti nell ambiente).

22 Dalle ricerche McClelland identificò quattro motivi principali basati sull attivazione e sullo sviluppo sociale: achievement, potere, affiliazione, evitamento. I primi tre corrispondono a grandi linee all autorealizzazione, al bisogno di stima e a quello di amore di Maslow. La relativa intensità di questi motivi è diversa nei vari individui e tende anche a variare tra le diverse occupazioni, così ad esempio, i managers hanno una motivazione più elevata in achievement che in affiliazione

23 IL MODELLO DELLE SCELTE A RISCHIO Il livello di aspirazione è dato dalla possibilità che l individuo ha di scegliere tra compiti, con gradi diversi di difficoltà; è stabilito in base alla probabilità di centrare l obiettivo o di realizzare il compito scelto tenuto conto del suo grado di difficoltà. Pertanto, il successo o l insuccesso non dipenderanno direttamente dal compito portato a termine o dal risultato conseguito ma dal livello di aspirazione.

24 La probabilità di successo è tanto più alta quanto più semplice è il compito o più basso l obiettivo; ma l incentivo al successo è tanto più grande quanto più difficile è il compito realizzato e, di conseguenza, quanto più basse sono le probabilità di successo. Pertanto tra probabilità e incentivo esiste un rapporto inversamente proporzionale

25 Per Atkinson la determinazione dell obiettivo dipende sia dalla probabilità che dall incentivo: un compito molto difficile avrà sì un alto incentivo ma sarà poco attraente perché la sua probabilità di riuscita è pari a zero. Al contrario, la probabilità di un compito molto semplice avrà incentivo pari a zero. Pertanto, sono i compiti di media difficoltà quelli che attraggono e suscitano la motivazione alla riuscita;

26 Inoltre, il grado di difficoltà dei compiti non può essere stabilito in termini assoluti ma deve sempre essere ricondotto alle abilità dell individuo. Le persone, poi, presentano delle differenze relativamente stabili nel tempo rispetto alla tendenza ad affrontare situazioni impegnative con la speranza del successo o la paura dell insuccesso. Pertanto, il motivo di riuscita è scomposto in motivo di successo e di insuccesso; le due componenti possono essere determinate separatamente e la somma dei due valori esprime, in quanto motivazione complessiva, l intensità con cui un individuo percepisce e sperimenta tali situazioni. La differenza tra i due valori, speranza netta, esprime la direzione prevalente del motivo

27 Atkinson ritiene che sono proprio i compiti di media difficoltà a mettere in luce l abilità di un individuo, questi compiti sono infatti preferiti dalle persone motivate al successo; mentre per una persona che teme l insuccesso costituiscono la categoria più pericolosa e da evitare. Per queste persone sono attraenti, invece, i compiti semplici che escludono l insuccesso: riuscire ad evitare un esperienza negativa è già un fatto relativamente positivo. Interessante è notare che coloro che temono l insuccesso non si sentono minacciati dai compiti estremamente difficili poiché, in questo caso l insuccesso che è scontato, non rappresenta una sconfitta in quanto nessuno sarebbe stato in grado di portare a termine tale compito.

28 LE PERSONE CON FORTE NEED FOR ACHIEVEMENT Nonostante l apparente natura soggettiva dei giudizi, McClelland ha, dopo anni di ricerca empirica, identificato quattro caratteristiche delle persone con un forte n-ach definibili come: una preferenza per compiti di moderata difficoltà, per assumersi la responsabilità della performance, il bisogno di feedback e di innovatività. Queste persone preferiscono, come abbiamo visto, compiti di moderata difficoltà per avere così la migliore opportunità di mettersi alla prova.

29 Se il compito fosse troppo difficile o troppo rischioso, esso ridurrebbe le possibilità sia di successo che di raggiungere la soddisfazione del bisogno. Se il corso dell azione fosse troppo facile o troppo sicuro vi sarebbe, al contrario, poca stimolazione nel realizzare il compito e, di conseguenza, poca soddisfazione deriverebbe dal successo. Chi ha un forte n-ach ricerca la responsabilità personale per la performance, vuole ottenere il successo facendo riferimento solo sulle proprie capacità ed impegno piuttosto che raggiungerlo per l intervento di fattori al di fuori del proprio controllo o lavorando in gruppo.

30 La soddisfazione personale deriva dalla realizzazione del compito e non dal riconoscimento che proviene da altre persone; importante è, quindi, avere un feedback rapido, chiaro e non ambiguo su come sta procedendo il loro lavoro.

31 Diverso è il n-ach tra le varie persone, alcune sono motivate più di altre, sono stimolate dalle opportunità e lavorano solo per raggiungere gli obiettivi, altre invece, hanno un basso n-ach. Per le persone con alto n-ach il denaro non è un incentivo ma serve solo come mezzo, come feedback relativo alla loro performance. È improbabile che le persone con alto n-ach rimangano a lungo in una organizzazione che non le retribuisce adeguatamente per la loro buona performance

32 Per le persone, invece, con basso n-ach il denaro può servire soprattutto come incentivo diretto per la performance.

33 Il modello delle scelte a rischio ha avuto risvolti di particolare importanza per la ricerca dato che è in grado di predire il comportamento, inteso come prodotto di interrelazioni individuosituazione. Rimane, però, ancora da spiegare cosa spinga un individuo ad agire in un modo piuttosto che in un altro.

34 LE TEORIE DI PROCESSO

35 IN SINTESI - Differenza fra Teorie di CONTENUTO e di PROCESSO - le teorie di contenuto tentano di identificare i bisogni fondamentali dell individuo, cercando di specificare i diversi risultati che possono stimolare il comportamento dei lavoratori; - le teorie di processo, sviluppatesi successivamente dal punto di vista storico, centrano la loro attenzione sul processo psicologico coinvolto nella motivazione..

36 Molte teorie motivazionali (Maslow, Herzberg solo per fare un esempio), non hanno preso in considerazione le differenze individuali, in questo modo tutte le persone si impegnerebbero per gli stessi obiettivi. Ma prendendo in esame la realtà lavorativa ci rendiamo conto che questa è molto più complessa e differenziata. Non è possibile ipotizzare una soluzione unica in grado di motivare tutte le persone.

37 LE TEORIE DI PROCESSO Campbell e Pritchard (1976) definiscono la motivazione come la forza risultante da tre variabili: aspettativa - Espectancy (E) strumentalità - Instrumentality (I) valenza - Valence (V) Il concetto di aspettativa non è nuovo in psicologia, già Tolman (1932) e Lewin (1938) avevano evidenziato la connessione esistente tra il comportamento di un individuo e la sua percezione e valutazione dei risultati conseguibili.

38 L utilizzo di questo concetto nello studio della motivazione al lavoro risale al 1957 ma è con Vroom (1964) che la teoria dell aspettativa entra nel campo della ricerca motivazionale fino a divenire una delle più seguite teorie della motivazione nei contesto organizzativi.

39 Secondo Vroom, la motivazione può essere definita, in maniera forse semplicistica ma sicuramente essenziale, come l insieme delle credenze o pensieri motivanti ovvero l insieme dei motivi che ad un certo livello ed in uno certo momento storico dell individuo, determinano in lui una serie di comportamenti o un certo orientamento comportamentale. In relazione a quelli che sono gli obiettivi dell individuo, si può parlare di un atteggiamento di positività rispetto alle azioni da svolgere (comportamento motivato) per raggiungere tale obiettivi.

40 La teoria dell aspettativa: i legami motivazionali La teoria di Vroom, con efficacia applicativa nei contesti organizzativi, pone la motivazione in relazione sia all aspettativa di risultato che precede il comportamento/azione sia al grado di attrattività dei risultati stessi. In sostanza, Vroom ritiene che Il comportamento della persona abbia origine da una scelta conscia, comporti la valutazione comparativa dei comportamenti alternativi e si basi sull aspettativa di ottenere i risultati più favorevoli.

41 In sostanza, alla base della teoria dell aspettativa vi è l assunzione che le persone sono influenzate dai risultati attesi dalle loro azioni. La motivazione è funzione della relazione tra: lo sforzo impiegato e il livello percepito di performance e l aspettativa che le ricompense (risultati desiderati) saranno correlate alla performance. Inoltre, ci deve essere anche l aspettativa che le ricompense (risultati desiderati) siano ottenibili Inoltre, ci deve essere anche l aspettativa che le ricompense (risultati desiderati) siano ottenibili. Queste relazioni determinano la forza del legame motivazionale

42 Vroom (1964) è stato il primo a proporre una teoria dell aspettativa che puntava specificamente alla motivazione al lavoro. È una teoria cognitiva che parte dal presupposto che l uomo sia un decisore fortemente razionale e cosciente e che sia motivato all attività lavorativa investendo impegno e sforzo in vista dell ottimizzazione dei risultati attesi.

43 Presuppone che le persone siano organismi decisionali che, anche se non sempre a livello conscio, prendono decisioni e tali decisioni sono basate sulle percezioni individuali che un dato comportamento produrrà uno specifico risultato. Le persone possono attribuire una valenza positiva all avanzamento di carriera o al riconoscimento (risultato) ma ritenere (percezione) che pur impegnandosi moltissimo non riusciranno ad ottenerlo.

44 LA TEORIA DELL ASPETTATIVA La teoria dell aspettativa - valenza si fonda su alcuni concetti base: L opera che presenta il modello interpretativo di Vroom è Work and Motivation (1964) dove l Autore affronta le problematicherelative alla scelta occupazionale, alla job satisfaction e alla job performance.

45 Valenza: è l attrattiva o la preferenza che un individuo attribuisce ad un particolare risultato. Per ogni coppia di risultati x e y una persona preferisce x ad y, y ad x o è indifferente ad ottenere x o y. La preferenza si riferisce alla relazione tra la forza del desiderio di una persona o all attrazione verso i due risultati.

46 Vroom distingue la valenza dal valore. Una persona può desiderare un obiettivo ma poi ricavare scarsa soddisfazione la valenza è la soddisfazione anticipata da un risultato, può differire sostanzialmente dal valore che è la soddisfazione attuale fornita da un risultato. Un esempio è il denaro, alcune persone possono vedere il denaro come avente un valore intrinseco e derivare la soddisfazione dall accumulazione della ricchezza. Altre, invece, considerano il denaro come indice di risultati soddisfacenti.

47 La Expectancy Theory di Vroom, presuppone che il comportamento dell individuo al lavoro sia la risultanza consapevole di scelte effettuate ed effettuabili tra diverse alternative possibili, al fine di massimizzare i benefici (pleasure) ed ovviamente minimizzare gli eventuale sforzi connessi (pain). Di conseguenza, secondo Vroom, l individuo si concentrerà sulla valutazione di una serie di vantaggi associati ai vari livelli di performance e sceglierà sempre di impegnarsi (sentendosi quindi motivato all azione) da quelli che promettono il raggiungimento di un maggior premio (controvalore motivante).

48

MOTIVAZIONE AL LAVORO

MOTIVAZIONE AL LAVORO MOTIVAZIONE AL LAVORO La motivazione è L insieme degli stimoli che determinano il comportamento umano; è una determinante dell essere umano attraverso la quale, avendo un bisogno, la donna/l uomo orientano

Dettagli

Lezione 10. Motivazione. Università Tor Vergata

Lezione 10. Motivazione. Università Tor Vergata Lezione 10 Motivazione Università Tor Vergata 1 Agenda Bisogni al lavoro La conoscenza dei risultati e l assegnazione di obiettivi La soddisfazione al lavoro e benessere Teorie sulla soddisfazione al lavoro

Dettagli

Lezione 2. La motivazione al lavoro: bisogni e processi (Cap. 2 - Decastri, 2016) Università Tor Vergata Anno Accademico 2016/2017

Lezione 2. La motivazione al lavoro: bisogni e processi (Cap. 2 - Decastri, 2016) Università Tor Vergata Anno Accademico 2016/2017 Lezione 2 La motivazione al lavoro: bisogni e processi (Cap. 2 - Decastri, 2016) Università Tor Vergata Anno Accademico 2016/2017 1 Contenuti La motivazione al lavoro (parte prima) 1. Il concetto di motivazione

Dettagli

Organizzazione Aziendale

Organizzazione Aziendale Organizzazione Aziendale Capitolo 6, Motivazione, di Silvia Bagdadli Learning goal Motivazione Definizione Teorie del contenuto (cosa motiva) Teorie del processo (come influenzare la motivazione degli

Dettagli

Persone, motivazioni e competenze

Persone, motivazioni e competenze Costa G., GianecchiniM., 2009, Risorse Umane. Persone, relazioni e valore(2 edizione), McGraw-Hill, Milano Capitolo 3 Persone, motivazioni e competenze Il ciclo del valore delle risorse umane Relazioni

Dettagli

La soddisfazione dei bisogni e la retribuzione

La soddisfazione dei bisogni e la retribuzione La soddisfazione dei bisogni e la retribuzione La retribuzione è la forma di ricompensa a cui il lavoratore presta maggiore attenzione, ma non è certamente l'unica. Gratificazioni personali Autonomia Equità

Dettagli

Le ragioni dell apprendere

Le ragioni dell apprendere Motivazione come variabile complessa 1 a Approccio comportamentista alla motivazione ed evoluzione 2 a La teoria degli obiettivi di riuscita 1 b Tre dimensioni nel concetto di motivazione ad apprendere

Dettagli

La motivazione al lavoro. Modulo: Individuo e organizzazione

La motivazione al lavoro. Modulo: Individuo e organizzazione La motivazione al lavoro Modulo: Individuo e organizzazione Definizione del costrutto Motivazione: Necessaria allo svolgimento di un attività Motore da cui prende avvio la volontà di programmare, perseguire

Dettagli

Le ragioni dell apprendere

Le ragioni dell apprendere Motivazione come variabile complessa 1 a Approccio comportamentista alla motivazione ed evoluzione 2 a La teoria degli obiettivi di riuscita 1 b Tre dimensioni nel concetto di motivazione ad apprendere

Dettagli

Lezione 2. Le persone: il comportamento e le competenze (parte seconda) (Cap. 1 - Decastri, 2016)

Lezione 2. Le persone: il comportamento e le competenze (parte seconda) (Cap. 1 - Decastri, 2016) Lezione 2 Le persone: il comportamento e le competenze (parte seconda) (Cap. 1 - Decastri, 2016) La motivazione al lavoro: bisogni e processi (parte prima) (Cap. 2 - Decastri, 2016) Università Tor Vergata

Dettagli

BISOGNI E PULSIONI (1 di 2)

BISOGNI E PULSIONI (1 di 2) ISTINTI (2 di 3) Il primo a parlare di istinto fu James (1890) che lo considerava come la facoltà di agire in modo da produrre certi effetti finali senza aver preveduto e senza previa educazione ad agire

Dettagli

Organizzazione Aziendale Gli attori Organizzativi

Organizzazione Aziendale Gli attori Organizzativi Organizzazione Aziendale Gli attori Organizzativi Dott.ssa Maria Zifaro maria.zifaro@unimc.it Contenuti del capitolo I soggetti e la loro razionalità Le competenze dei soggetti Le motivazioni dei soggetti

Dettagli

LA RISORSA UMANA COME VARIABILE. l elemento cruciale

LA RISORSA UMANA COME VARIABILE. l elemento cruciale LA RISORSA UMANA COME VARIABILE FONDAMENTALE l elemento cruciale RISORSE UMANE Nell ambito del lavoro le risorse umane sono l elemento cruciale La principale tecnologia di un organizzazione è La principale

Dettagli

Etimologia un movimento, quindi il dirigersi di un soggetto verso un oggetto desiderato, verso uno scopo

Etimologia un movimento, quindi il dirigersi di un soggetto verso un oggetto desiderato, verso uno scopo Etimologia motivazione (dal latino motus) indica un movimento, quindi il dirigersi di un soggetto verso un oggetto desiderato, verso uno scopo: la dinamica del desiderio implica una spinta, che può essere

Dettagli

MOTIVAZIONE TEORIE DEL PROCESSO

MOTIVAZIONE TEORIE DEL PROCESSO MOTIVAZIONE TEORIE DEL PROCESSO Teorie del processo L oggetto dell analisi della motivazione è il come contro il cosa considerato nella teoria del contenuto. Le persone si creano rappresentazioni della

Dettagli

VALORI, ATTEGGIAMENTI, BISOGNI, CAPACITA E SODDISFAZIONE LAVORATIVA

VALORI, ATTEGGIAMENTI, BISOGNI, CAPACITA E SODDISFAZIONE LAVORATIVA VALORI, ATTEGGIAMENTI, BISOGNI, CAPACITA E SODDISFAZIONE LAVORATIVA 1 1. Introduzione alle differenze individuali 2. Valori e Credenze 3. Bisogni 4. Atteggiamenti 5. Capacità 6. Soddisfazione lavorativa

Dettagli

La motivazione ad apprendere tra ricerca psicologica e senso comune

La motivazione ad apprendere tra ricerca psicologica e senso comune La motivazione ad apprendere tra ricerca psicologica e senso comune Pietro Boscolo Università di Padova Conegliano, 12 febbraio 2009 Due definizioni di motivazione 1. processo dinamico mediante cui caratteristiche

Dettagli

La motivazione. (Parte prima) Stefano Consiglio

La motivazione. (Parte prima) Stefano Consiglio La motivazione (Parte prima) Stefano Consiglio Non esiste nulla di più pratico di una buona teoria! Struttura lezione Concetti di base: Prestazione Capacità Motivazione Le teorie della motivazione Le teorie

Dettagli

MOTIVAZIONE AD APPRENDERE

MOTIVAZIONE AD APPRENDERE MOTIVAZIONE AD APPRENDERE La motivazione ad apprendere nella prospettiva cognitivista La persona motivata - tende ad un obiettivo (target) (si rappresenta un risultato da conseguire o evitare) - percepisce

Dettagli

Motivazione ed e-learning

Motivazione ed e-learning Istituto Nazionale Previdenza Sociale Gestione Dipendenti Pubblici Motivazione ed e-learning - Motivazione ed e-learning La formazione in e-learning richiede un notevole sforzo cognitivo La mancanza di

Dettagli

Leadership & Management: Come gestire ed ottenere il meglio dalle persone

Leadership & Management: Come gestire ed ottenere il meglio dalle persone Leadership & Management: Come gestire ed ottenere il meglio dalle persone Docenti: Prof. Vittorio D Amato Dott.ssa Francesca Macchi Dott. Roberto Zecchino- Bosch Leadership Leadership is about coping with

Dettagli

La relazione persona-organizzazione: il commmitment. Gianni Maria Strada Corso di sistemi organizzativi

La relazione persona-organizzazione: il commmitment. Gianni Maria Strada Corso di sistemi organizzativi La relazione persona-organizzazione: il commmitment Gianni Maria Strada Corso di sistemi organizzativi 2 Modello di consapevolezza di Johari Quadrante aperto Si riferisce al comportamento, ai sentimenti

Dettagli

LA MOTIVAZIONE DEI COLLABORATORI

LA MOTIVAZIONE DEI COLLABORATORI LA MOTIVAZIONE DEI COLLABORATORI Come motivare un T.E.A.M. 1 2 COSA E LA MOTIVAZIONE Dal latino MOTUS motivazione indica un movimento, quindi il dirigersi di un Soggetto verso un oggetto desiderato, verso

Dettagli

LE DIFFICOLTA E I DISTURBI DELL APPRENDIMENTO A SCUOLA

LE DIFFICOLTA E I DISTURBI DELL APPRENDIMENTO A SCUOLA Corso di aggiornamento per insegnanti Montichiari 15 dicembre 2008 LE DIFFICOLTA E I DISTURBI DELL APPRENDIMENTO A SCUOLA 5 Incontro: Gli aspetti emotivo-motivazionali associati ai disturbi dell apprendimento

Dettagli

Lezione 7. La microstruttura organizzativa. Il job design e la motivazione

Lezione 7. La microstruttura organizzativa. Il job design e la motivazione Lezione 7 La microstruttura organizzativa Il job design e la motivazione 1 UN MODELLO DI PROGETTAZIONE DELL ASSETTO ORGANIZZATIVO D IMPRESA Obiettivi e strategia Ambiente Cultura Macro Struttura 1. Formalizzazione

Dettagli

MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE NEL LAVORO

MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE NEL LAVORO UNIVERSITÁ DI CATANIA ------- Corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche (Enna) (A.A. 2003-2004) Corso di PSICOLOGIA DEL LAVORO Prof. G. SANTISI MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE NEL LAVORO 1 Un collegamento:

Dettagli

Autosviluppo Personale Tracce di un percorso evolutivo per profili manageriali e professional

Autosviluppo Personale Tracce di un percorso evolutivo per profili manageriali e professional Autosviluppo Personale Tracce di un percorso evolutivo per profili manageriali e professional M.Gabriella Manno Chi conosce gli altri è sapiente ma chi conosce se stesso è saggio. Chi vince gli altri è

Dettagli

Silvia Bagdadli. Olbia, 14 Giugno 2013

Silvia Bagdadli. Olbia, 14 Giugno 2013 Silvia Bagdadli Olbia, 14 Giugno 2013 Agenda Perché motivare? Quale ruolo per le competenze? Come motivare? I soldi motivano? Un esercizio Le competenze Skill Idea di sè Tratti Superficie Più visibile,

Dettagli

La gestione delle risorse umane

La gestione delle risorse umane Corso di Economia e gestione delle imprese e Marketing A.A. 2015-2016 Lezione 7 La gestione delle risorse umane La collocazione della funzione «Direzione del Personale» Funzione aziendale (allo stesso

Dettagli

PSICOLOGIA COGNITIVA. Gaia Vicenzi - Psicologia Cognitiva

PSICOLOGIA COGNITIVA. Gaia Vicenzi - Psicologia Cognitiva PSICOLOGIA COGNITIVA Che cosa studia la psicologia sociale? Doise (1982) ha individuato quattro diversi livelli in cui lo studio della psicologia si colloca a seconda della natura delle variabili coinvolte

Dettagli

AUTODETERMINAZIONE: ESSERE SOGGETTO ATTIVO DEL PROPRIO APPRENDIMENTO ATTRIBUZIONE: RICERCA DI CAUSE PER SPIEGARE PERCHÈ SI OTTENGONO ALCUNI RISULTATI

AUTODETERMINAZIONE: ESSERE SOGGETTO ATTIVO DEL PROPRIO APPRENDIMENTO ATTRIBUZIONE: RICERCA DI CAUSE PER SPIEGARE PERCHÈ SI OTTENGONO ALCUNI RISULTATI MOTIVAZIONE PULSIONI, PROCESSI, COMPORTAMENTI ETEROGENEI: TENDENZA DELL ORGANISMO A SODDISFARE I BISOGNI PRIMARI; ATTIVITÀ ESPLORATIVA DEL PICCOLO; CURIOSITÀ DELLO SCIENZIATO; PAURA DI FALLIRE DEFINIZIONI

Dettagli

FATTORI SOTTESI AI COMPORTAMENTI DI CONSUMO

FATTORI SOTTESI AI COMPORTAMENTI DI CONSUMO PROGRAMMAZIONE + PSICOLOGIA DEL MARKETING FATTORI SOTTESI AI COMPORTAMENTI DI CONSUMO StudiAssociati 2013 PARLEREMO DI: Il marketing dal punto di vista del decisore I fattori sottesi al comportamento di

Dettagli

Sommario. Capitolo 1: La psicologia della motivazione, teorie a confronto Motivazione, volontà, bisogno: qualche definizione

Sommario. Capitolo 1: La psicologia della motivazione, teorie a confronto Motivazione, volontà, bisogno: qualche definizione Sommario Capitolo 1: La psicologia della motivazione, teorie a confronto 11 1.1 Motivazione, volontà, bisogno: qualche definizione 11 1.2 La scuola psicoanalitica 22 - Freud e il concetto di pulsione 22

Dettagli

Clima organizzativo/ Cultura. Prof.ssa Ernestina Giudici

Clima organizzativo/ Cultura. Prof.ssa Ernestina Giudici Clima organizzativo/ Cultura Cenni.. storici Negli anni 30 il clima veniva considerato in stretta correlazione con la motivazione al lavoro e con la produttività Cenni.. storici Alcuni contributi significativi:

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 Il Comportamento Razionale: Razionalità assoluta Razionalità limitata Processo Decisionale Razionale 3 1. Noti: Obiettivi espliciti

Dettagli

Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale Principi di marketing turistico. Lezione aprile 2012

Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale Principi di marketing turistico. Lezione aprile 2012 Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale Principi di marketing turistico Lezione 17 24 aprile 2012 Temi trattati Variabili culturali e marketing Prodotti globali vs prodotti locali

Dettagli

La Motivazione. Giovani e Impresa. La vita in azienda

La Motivazione. Giovani e Impresa. La vita in azienda La Motivazione Giovani e Impresa La vita in azienda 1 Scopo della presentazione Scoprire l energia che è in noi e che ci spinge ad agire Scala dei bisogni individuali Secondo MASLOW DI AUTOREALIZZAZIONE

Dettagli

Job Design. Elementi essenziali della progettazione del lavoro secondo il classico approccio del JOB CHARACTERISTCS MODEL

Job Design. Elementi essenziali della progettazione del lavoro secondo il classico approccio del JOB CHARACTERISTCS MODEL Job Design Elementi essenziali della progettazione del lavoro secondo il classico approccio del JOB CHARACTERISTCS MODEL Evoluzione del job design il job design da tempo tenta di incorporare logiche motivazionali

Dettagli

DSA e ricadute emotive-motivazionali. Elena Bortolotti

DSA e ricadute emotive-motivazionali. Elena Bortolotti DSA e ricadute emotive-motivazionali Elena Bortolotti Alta percentuale di bambini (stima dell 80%) con difficoltà di apprendimento presenta anche disturbi emotivi e/o sociali Insuccesso scolastico spesso

Dettagli

RICETTIVITÀ TURISTICA a.a. 2008/09

RICETTIVITÀ TURISTICA a.a. 2008/09 RICETTIVITÀ TURISTICA a.a. 2008/09 PROF. FRANCESCO MARANGON Dipartimento di Scienze Economiche Come è descritto in microeconomia il problema di scelta del Secondo l ottica consequenzialista la scelta tra

Dettagli

Organizzazione. Organizzazione per l innovazione 2013/2014

Organizzazione. Organizzazione per l innovazione 2013/2014 Organizzazione Organizzazione per l innovazione 2013/2014 Scientific management (Taylor, 1856-1915) Organizzazione scientifica del lavoro Schema: One best way Principi normativi di direzione Strutture

Dettagli

Paola Magnano

Paola Magnano LA MOTIVAZIONE AL LAVORO Paola Magnano paola.magnano@unikore.it COS È LA MOTIVAZIONE dal latino motus (moto) e movere (muovere) insieme dei processi psicologici alla base delle azioni volontarie dirette

Dettagli

La gestione delle risorse umane

La gestione delle risorse umane Corso di Economia e gestione delle imprese e Marketing A.A. 2015-2016 Lezione 7 La gestione delle risorse umane La collocazione della funzione «Direzione del Personale» Funzione aziendale (allo stesso

Dettagli

Economia e gestione delle imprese. Funzione di conduzione del personale 03/05/2018 Francesca Cabiddu Università degli Studi di Cagliari

Economia e gestione delle imprese. Funzione di conduzione del personale 03/05/2018 Francesca Cabiddu Università degli Studi di Cagliari Economia e gestione delle imprese Funzione di conduzione del personale 03/05/2018 Francesca Cabiddu Università degli Studi di Cagliari Cosa impareremo oggi Funzione di conduzione del personale La motivazione

Dettagli

Definizione e campi della Psicologia dell educazione; Le definizioni dell apprendimento per studenti e insegnanti; Le metafore dell apprendimento:

Definizione e campi della Psicologia dell educazione; Le definizioni dell apprendimento per studenti e insegnanti; Le metafore dell apprendimento: Definizione e campi della Psicologia dell educazione; Le definizioni dell apprendimento per studenti e insegnanti; Le metafore dell apprendimento: trasmissione, costruzione, partecipazione, transazione;

Dettagli

Primo studio di Herzberg condotto negli anni 50 nell ambito della motivazione al lavoro industriale

Primo studio di Herzberg condotto negli anni 50 nell ambito della motivazione al lavoro industriale Frederick Herzberg Nato a Lynn (Massachusetts) il 18 aprile 1923, morì a Salt Lake City (Utah) nel 2000. Durante la seconda guerra mondiale, divenne Patrol Sergeant e fu il primo liberatore ad entrare

Dettagli

Teorie sulla motivazione. Seminario sulle metodologie didattiche innovative Doretta Ardu Russell-Moro

Teorie sulla motivazione. Seminario sulle metodologie didattiche innovative Doretta Ardu Russell-Moro Teorie sulla motivazione Seminario sulle metodologie didattiche innovative Doretta Ardu Russell-Moro Il buon apprendente Le caratteristiche del buon apprendente (P.M. Lightbown, N. Spada, Howlanguagesare

Dettagli

ANALISI DELLE POSIZIONI

ANALISI DELLE POSIZIONI ANALISI DELLE POSIZIONI L analisi delle posizioni rappresenta un focus strategico per la funzione RU; tutte le attività di GRU poggiano sull analisi delle posizioni in quanto rappresentano uno strumento

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione. Corso di laurea in Economia e Metodi Quantitativi per le Aziende

Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione. Corso di laurea in Economia e Metodi Quantitativi per le Aziende Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione Marketing MARKETING DEL Corso di laurea in Economia e Metodi Quantitativi per le Aziende TURISMO II MODULO STATISTICA ECONOMICA E MARKETING

Dettagli

MyDrive. Report di Profilo 04. gg/mm/aaaa. L.Borgogni - C.Consiglio - R.Cenciotti UTilia All rights reserved

MyDrive. Report di Profilo 04. gg/mm/aaaa. L.Borgogni - C.Consiglio - R.Cenciotti UTilia All rights reserved MyDrive L.Borgogni - C.Consiglio - R.Cenciotti Report di Profilo 04 gg/mm/aaaa 2013 UTilia All rights reserved Sommario Introduzione al Report... 3 Profilo individuale... 4 Profilo di sintesi... 9 2013

Dettagli

Il Formatore in... sicurezza

Il Formatore in... sicurezza Il Formatore in... sicurezza dal committente ai comportamenti sicuri Elena Foddai elenafoddai@hotmail.com https://www.youtube.com/watch?v=0qvdr8w1xn 4 Guardare le cose da punti di vista diversi da Qualcosa

Dettagli

La vocazione professionale e la carriera accademica. Report della prima fase di ricerca

La vocazione professionale e la carriera accademica. Report della prima fase di ricerca La vocazione professionale e la carriera accademica Report della prima fase di ricerca 1 Obiettivi dell indagine Il focus della nostra ricerca è la vocazione professionale: l esperienza di una passione

Dettagli

Innovazione e risorse umane: Concetti e relazioni fondamentali. Pratiche di gestione risosre umane. Strategie competititive dell'impresa

Innovazione e risorse umane: Concetti e relazioni fondamentali. Pratiche di gestione risosre umane. Strategie competititive dell'impresa Innovazione e risorse umane: Concetti e relazioni fondamentali Pratiche di gestione risosre umane Esigenze dei dipendenti Relazioni di scambio Strategie competititive dell'impresa Forme di organizzazione

Dettagli

Teorie classiche della Motivazione

Teorie classiche della Motivazione Teorie classiche della Motivazione prof. Giovanni Masino Università di Ferrara_AA 2014/2015 Maslow e i motivazionalisti Teoria centrata sul concetto di bisogno Need-Satisfaction Theories Le ragioni del

Dettagli

Indice. XI Introduzione

Indice. XI Introduzione XI Introduzione 3 Capitolo 1 La ricerca sulla motivazione scolastica: cenni storici e concetti di base 5 1.1 L evoluzione del concetto di motivazione 1.1.1 L approccio comportamentista: pulsioni e rinforzi,

Dettagli

Per "motivazione" s'intende il perché, la causa o il "motivo" di un'azione o

Per motivazione s'intende il perché, la causa o il motivo di un'azione o MOTIVAZIONE Per "motivazione" s'intende il perché, la causa o il "motivo" di un'azione o di un comportamento. Si tende a confondere, come generici sinonimi, "motivazioni", "istinti", "pulsioni" in modo

Dettagli

La soddisfazione lavorativa

La soddisfazione lavorativa Università degli Studi di Verona A.A. 2008/2009 Scienze della Comunicazione corso di Psicologia del Lavoro LA SODDISFAZIONE LAVORATIVA Serena Cubico Ricercatore Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni

Dettagli

Il quadro di riferimento

Il quadro di riferimento Il quadro di riferimento A.A. 2013-2014 Dott.ssa Alessandra Stefanoni 1 L oggetto di studio L azienda La ricerca, l individuazione e la condivisione dei caratteri universali dell azienda Caratteri riscontrabili

Dettagli

Unità didattica 1 Formazione, funzionamento, strutture delle organizzazioni. Organizzazioni e soggetti. Le organizzazioni come sistemi cooperativi

Unità didattica 1 Formazione, funzionamento, strutture delle organizzazioni. Organizzazioni e soggetti. Le organizzazioni come sistemi cooperativi Unità didattica 1 Formazione, funzionamento, strutture delle organizzazioni Organizzazioni e soggetti. Le organizzazioni come sistemi cooperativi Premessa Oltre l organizzazione razionale Frederick W.

Dettagli

Progetto di analisi di clima e benessere organizzativo. Ing. Giuseppe Galvan

Progetto di analisi di clima e benessere organizzativo. Ing. Giuseppe Galvan Progetto di analisi di clima e benessere organizzativo Ing. Giuseppe Galvan Rischio Lavorativo R = M x P Probabilità Bassa Media Alta Magnitudo Lieve 1 2 3 Grave 2 4 6 Gravissima 3 6 9 Il Clima Organizzativo

Dettagli

Università degli Studi di Roma La Sapienza

Università degli Studi di Roma La Sapienza Università degli Studi di Roma La Sapienza Facoltà di Psicologia Le determinanti del comportamento organizzativo di successo di Andrea Boldrin Relatore Laura Borgogni A. A. 2009-10 INTRODUZIONE Il comportamento

Dettagli

Quali sono le motivazioni che vi spingono a studiare? Quando avete delle difficoltà cosa fate per aumentare la motivazione nello studio?

Quali sono le motivazioni che vi spingono a studiare? Quando avete delle difficoltà cosa fate per aumentare la motivazione nello studio? Quali sono le motivazioni che vi spingono a studiare? Quando avete delle difficoltà cosa fate per aumentare la motivazione nello studio? La motivazione nel processo di apprendimento.. Cos è la motivazione?

Dettagli

Il processo di acquisto del consumatore

Il processo di acquisto del consumatore Il processo di acquisto del consumatore Le fasi del processo di acquisto del consumatore: Riconoscimento del bisogno Stimolo interno / stimolo esterno La piramide di Maslow Ricerca delle alternative Valutazione

Dettagli

IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE: le variabili personali, sociali e psicologiche

IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE: le variabili personali, sociali e psicologiche IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE: le variabili personali, sociali e psicologiche 1. BACKGROUND Chi acquista? Quando acquista? Perché acquista? Quando acquista? Chi consuma? Quando consuma? Perché consuma?

Dettagli

Corso di Rivalidazione manageriale

Corso di Rivalidazione manageriale Organizzazione come sistema Corso di Rivalidazione manageriale Le organizzazioni sanitarie alla Luce della riforma Mario Faini 1 Progea Un organizzazione può essere letta come un sistema, comunicante con

Dettagli

PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, LA MOTIVAZIONE

PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, LA MOTIVAZIONE PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, LA MOTIVAZIONE INTRODUZIONE LA psicologia del lavoro e delle organizzazioni e' lo studio dei comportamenti delle persone nel contesto lavorativo e nello svolgimento

Dettagli

H. Simon e la razionalità limitata

H. Simon e la razionalità limitata H. Simon e la razionalità limitata H. Simon e J. March Administrative Behavior (1947) e Organizations (1958, con J. March) La teoria organizzativa va fondata sulla decisione come concetto centrale, vera

Dettagli

COME I VALORI INFLUENZANO IL WORK-LIFE BALANCE: UNA RICERCA SUL CAMPO

COME I VALORI INFLUENZANO IL WORK-LIFE BALANCE: UNA RICERCA SUL CAMPO COME I VALORI INFLUENZANO IL WORK-LIFE BALANCE: UNA RICERCA SUL CAMPO Gloria Zoggia Paolo Bigotto Come i valori influenzano il work-life balance: una ricerca sul campo. Work-life balance: il livello di

Dettagli

LE MOTIVAZIONI ALLA PRATICA MOTORIA E SPORTIVA

LE MOTIVAZIONI ALLA PRATICA MOTORIA E SPORTIVA LE MOTIVAZIONI ALLA PRATICA MOTORIA E SPORTIVA 1. PREMESSA I comportamenti umani sono sostenuti da complessi processi motivazionali spesso difficilmente comprensibili dall esterno. La loro interpretazione

Dettagli

Organizzazione Aziendale

Organizzazione Aziendale Corso di Laurea in Economia Organizzazione Aziendale prof. Giovanni Masino AA 2017-2018 2 Gli approcci teorici alla motivazione DI COSA CI OCCUPEREMO 1_ La teorie del contenuto > Maslow: la gerarchia dei

Dettagli

CORSO DI ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE. Gianni Maria Strada

CORSO DI ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE. Gianni Maria Strada CORSO DI ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Gianni Maria Strada 1 La politica retributiva e l incentivazione del personale Anno Accademico 2017 2018 Sistemi organizzativi 2 Significato e ruolo delle

Dettagli

Per conoscere l agire individuale e sociale

Per conoscere l agire individuale e sociale Per conoscere l agire individuale e sociale Imparare dagli altri La psicologia definisce l apprendimento come qualsiasi modifica del comportamento causata dall esperienza. Il comportamento è quell insieme

Dettagli

Come sostenere la motivazione allo sport: il ruolo dello psicologo. ( Movimento Rivista di Psicologia e Scienze del Movimento e dello Sport )

Come sostenere la motivazione allo sport: il ruolo dello psicologo. ( Movimento Rivista di Psicologia e Scienze del Movimento e dello Sport ) Come sostenere la motivazione allo sport: il ruolo dello psicologo ( Movimento Rivista di Psicologia e Scienze del Movimento e dello Sport ) Obiettivo di questo articolo è di fornire alcune linee guida

Dettagli

Motivazione ed emozione

Motivazione ed emozione Motivazione ed emozione Motivazione le varie teorie Emozioni e ricerca di forte sensazioni Emozioni Motivazione un stretto legame Motivazione emozione - decisioni LA MOTIVAZIONE Definizione di MOTIVAZIONE:

Dettagli

.POSSIBILI STRATEGIE DI INTERVENTO

.POSSIBILI STRATEGIE DI INTERVENTO .POSSIBILI STRATEGIE DI INTERVENTO Roma, 31-03-2016 Dott.ssa Rosa Pappalardo Psicologa e Psicoterapeuta TSMREE RM 1 ADHD e difficoltà di autoregolazione Il livello di motivazione, la fiducia nell impegno

Dettagli

ADDETTO ALLA VENDITA. Durata: 132 ore

ADDETTO ALLA VENDITA. Durata: 132 ore Durata: 132 ore ADDETTO ALLA VENDITA Trasferire e sperimentare le metodologie e i comportamenti di base per intraprendere con successo la professione di commerciale. Sviluppare un sistema vincente di organizzazione

Dettagli

Antonio Pulerà Psicologo clinico, Psicogeriatra U.O. Geriatria Arezzo

Antonio Pulerà Psicologo clinico, Psicogeriatra U.O. Geriatria Arezzo Antonio Pulerà Psicologo clinico, Psicogeriatra U.O. Geriatria Arezzo pulera61@gmail.com Le convinzioni circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre

Dettagli

MOTIVAZIONE, AUTOSTIMA E CAPACITA DI SCELTA NELLE PERSONE ADULTE CON DISABILITA' COGNITIVA. Dott.ssa Stefania Mazotti

MOTIVAZIONE, AUTOSTIMA E CAPACITA DI SCELTA NELLE PERSONE ADULTE CON DISABILITA' COGNITIVA. Dott.ssa Stefania Mazotti MOTIVAZIONE, AUTOSTIMA E CAPACITA DI SCELTA NELLE PERSONE ADULTE CON DISABILITA' COGNITIVA Dott.ssa Stefania Mazotti Chi, tra gli ospiti, sa scegliere in queste situazioni? Scegliere un paio di scarpe

Dettagli

I VALORI OGGI. relativizzazione dei valori soggettivizzazione dei valori sistema individuale che guida scelte e comportamenti

I VALORI OGGI. relativizzazione dei valori soggettivizzazione dei valori sistema individuale che guida scelte e comportamenti UNIVERSITÀ KORE DI ENNA I VALORI PERSONALI IN AMBITO LAVORATIVO Paola Magnano paola.magnano@unikore.it I VALORI OGGI relativizzazione dei valori soggettivizzazione dei valori sistema individuale che guida

Dettagli

Gennaio Insoddisfazione da lavoro: gli impiegati italiani sono insoddisfatti

Gennaio Insoddisfazione da lavoro: gli impiegati italiani sono insoddisfatti Gennaio 2019 Insoddisfazione da lavoro: gli impiegati italiani sono insoddisfatti Un messaggio di Quella sensazione. Quando il lunedì affronti il mondo con un sorriso. Quando la stampante stampa. Quando

Dettagli

TRA TEORIA E PRATICA. Quando la prassi educativa promuove l essere adulto

TRA TEORIA E PRATICA. Quando la prassi educativa promuove l essere adulto TRA TEORIA E PRATICA Quando la prassi educativa promuove l essere adulto Dalla pratica Il Laboratorio Sociale nasce nel 1977: - Risposta alle richieste delle famiglie - Convinzione che il «fare» sia terapeutico

Dettagli

L inserimento lavorativo dei soggetti deboli

L inserimento lavorativo dei soggetti deboli 9 1 L inserimento lavorativo dei soggetti deboli Questo libro illustra una metodologia di lavoro e riporta materiali operativi per la programmazione degli interventi psicoeducativi di supporto all adattamento

Dettagli

Management delle risorse umane

Management delle risorse umane Gestione delle carriere: ricerca, selezione, coaching e training delle persone Docente: Prof.ssa Elena Tosca 27 settembre / 4-13 ottobre 2016 Management delle risorse umane Obiettivi e contenuti M anagem

Dettagli

C.I. Diritto e psicologia

C.I. Diritto e psicologia CdS TPALL Tecniche della Prevenzione nei Luoghi e negli Ambienti di Lavoro C.I. Diritto e psicologia Psicologia Generale 1 CFU Lezione 2 Dott.ssa Maiolo M. Elisa 1 Glossario Essenziale per la Psicologia

Dettagli

PSICOLOGIA GENERALE La motivazione lezione 4. ANNO 2017/18 DOCENTE: Spagnoletti Maria, Stella

PSICOLOGIA GENERALE La motivazione lezione 4. ANNO 2017/18 DOCENTE: Spagnoletti Maria, Stella PSICOLOGIA GENERALE La motivazione lezione 4 ANNO 2017/18 DOCENTE: Spagnoletti Maria, Stella La motivazione La motivazione può essere descritta come una situazione in cui per la persona esiste un oggetto-meta

Dettagli

ISTITUTO BENALBA per l aggiornamento e la formazione

ISTITUTO BENALBA per l aggiornamento e la formazione ISTITUTO BENALBA per l aggiornamento e la formazione PUBBLICAZIONE EDITA IN PROPRIO Napoli, maggio 2010 IMPARARE AD IMPARARE: LA METACOGNIZIONE TRA MOTIVAZIONE E APPRENDIMENTO 1. Introduzione La presente

Dettagli

Occupazione e disoccupazione

Occupazione e disoccupazione Lezione 20 1 Occupazione e disoccupazione L occupazione ha una fortissima importanza sociale, e pone molti problemi di rilevazione. In questa lezione vediamo come la definizione di occupazione fa emergere

Dettagli

IL SIGNIFICATO DI CLIMA ORGANIZZATIVO. Andrea Di Lenna 8 giugno 2010

IL SIGNIFICATO DI CLIMA ORGANIZZATIVO. Andrea Di Lenna  8 giugno 2010 IL SIGNIFICATO DI CLIMA ORGANIZZATIVO Andrea Di Lenna www.performando.it 8 giugno 2010 Il clima organizzativo Può essere analizzato in tre dimensioni: individuale interpersonale strutturale. Queste tre

Dettagli

Indagine conoscitiva sul livello di BENESSERE ORGANIZZATIVO Della CAMERA DI COMMERCIO DI VERONA Edizione 2018

Indagine conoscitiva sul livello di BENESSERE ORGANIZZATIVO Della CAMERA DI COMMERCIO DI VERONA Edizione 2018 Indagine conoscitiva sul livello di BENESSERE ORGANIZZATIVO Della CAMERA DI COMMERCIO DI VERONA Edizione 2018 a cura dello Staff Sistema Qualità e del Servizio Promozione e Sviluppo Indice Introduzione.

Dettagli

Come gestire lo stress

Come gestire lo stress Come gestire lo stress COME GESTIRE LO STRESS Dott.ssa Alessandra Grassi Ricercatore Psicologa Partiamo anzi partite ;) Il Modello ABC per la GESTIONE degli EVENTI STRESSANTI (A. Ellis) A (evento attivante)

Dettagli

IL SENSO DELLA PSICOLOGIA

IL SENSO DELLA PSICOLOGIA INSEGNAMENTO DI: PSICOLOGIA GENERALE IL SENSO DELLA PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 IL SENSO DELLA PSICOLOGIA -----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Condizioni di efficacia del lavoro di gruppo

Condizioni di efficacia del lavoro di gruppo GRUPPI Condizioni di efficacia del lavoro di gruppo D status E norme e regole F team leadership G relazioni di influenza H cultura di gruppo Dott.ssa Maria Zifaro 2 dinamiche e processi di gruppo - dimensione

Dettagli

Il comportamento del consumatore. Agenda

Il comportamento del consumatore. Agenda Il comportamento del consumatore Prof. Francesco Paoletti Corso di laurea in Scienze della comunicazione Università di Milano - Bicocca Agenda Come opera il consumatore nel processo di acquisto? Quali

Dettagli

Capitolo VII. Il mercato del lavoro

Capitolo VII. Il mercato del lavoro Capitolo VII. Il mercato del lavoro 1 In questa lezione parleremo di: Mercato del lavoro in Italia Disoccupazione Determinazione dei salari e dei prezzi Equilibrio del mercato del lavoro e tasso naturale

Dettagli

Se è possibile che esistano altre motivazioni ad agire, come questo incide sull approccio standard alla scienza economica?

Se è possibile che esistano altre motivazioni ad agire, come questo incide sull approccio standard alla scienza economica? Se è possibile che esistano altre motivazioni ad agire, come questo incide sull approccio standard alla scienza economica? (Zamagni, 2006) In altre parole, la domanda chiave cui l economia neoclassica

Dettagli

Individui & Organizzazioni

Individui & Organizzazioni Individui & Organizzazioni Per approfondimenti sul tema: Costa G. e Gubitta P., Organizzazione aziendale, McGraw-Hill, 2004, cap. 2 Tomasi D. (a cura di), Organizzazione d azienda, Giappichelli, 2006,

Dettagli