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1 Scuola Calcio COSA FARE PER INSEGNARE A CALCIARE LA PALLA AD UN BAMBINO NOTEVOLMENTE SCOORDINATO. A cura di Ernesto Marchi L IMPORTANZA DI UNA CORRETA VALUTAZIONE INIZIALE Da cosa bisogna iniziare per insegnare a calciare la palla ad un bambino notevolmente scoordinato? Per prima cosa bisognerà fugare anche il ben che minimo dubbio che il bambino scoordinato non sia un bambino DISPRASSICO, dato che i bambini disprassici rappresentano il 6% della popolazione del nostro paese compresa tra i 6 e i 12 anni (corrispondente al ciclo della Scuola Calcio). Il bambino disprassico è un bambino goffo, maldestro con un disturbo congenito e/o acquisito precocemente che, pur non alterando nella sua globalità lo sviluppo motorio, presenta difficoltà nella gestione dei movimenti comunemente utilizzati nelle attività quotidiane (ad esempio vestirsi, svestirsi, allacciarsi le scarpe ) e nel compiere gesti espressivi (che servono a comunicare emozioni e stati d animo). I bambini disprassici presentano, quindi, un deficit psicomotorio grave dovuto a cause di tipo congenito che li porta ad avere problemi di dislessia, disgrafia, discalculia. Le cause della DISPRASSIA ad oggi non risultano molto chiare, ma sembrerebbero risalire ad un immaturità di sviluppo del sistema neuronale centrale. Spesso i bambini disprassici presentano un problematico rapporto coordinativo con l attrezzo palla e, conseguentemente, con le attività sportive. Pagina 1

2 L'attività motoria può essere per il bambino apparentemente facile e svolta con rapidità e potenza, ma nel momento in cui deve essere finalizzata ad uno scopo, quando richiede precisione nel movimento e nella gestione dello spazio, risulta scoordinata e spesso associata a movimenti non necessari. Rilevato che le cause di deficit COORDINATIVO non dipendono dal fatto di trovarci di fronte ad un bambino DISPRASSICO, a quel punto l Istruttore sarà portato a pensare che tali cause possano risalire al fatto che il bambino scoordinato non abbia potuto avere uno sviluppo normale dal punto di vista motorio e sviluppare un background all altezza della situazione. Il percorso di recupero potrà essere in entrambi i casi più o meno simile, solamente che, pur perseguendo gli stessi obiettivi, nel caso del bambino DISPRASSICO i contenuti dovranno essere maggiormente ad INDIRIZZO ANALITICO. Vediamo un esempio di PROTOCOLLO RIABILITATIVO riguardante le principali AREE DI LAVORO, con alcuni esempi di esercizi particolarmente caratterizzanti per ciascuna area. Partiamo dalle AREE DI LAVORO che presupporranno l utilizzo di ESERCIZI A SECCO, ovvero aree di lavoro propedeutiche all utilizzo di esercitazioni specifiche per il gesto del CALCIARE LA PALLA senza, appunto, la presenza dell attrezzo palla. AREE DI LAVORO CON UTILIZZO DI ESERCIZI PROPEDEUTICI A SECCO Prima Area di Lavoro Solitamente i bambini con forti problemi di coordinazione presentano notevoli difficoltà nel calciare la palla per la grande rigidità dei movimenti (SCARSA MOBILITA, MOVIMENTI POCO AMPI) e, soprattutto, per la scarsa armonia e fluidità nel riprodurre qualsiasi movimento (POCA AGILITA ). Il problema può essere bypassato lavorando moltissimo per migliorare la FLESSIBILITÀ dell articolazione coxo-femorale e per migliorare l AGILITÀ intesa come capacità di eseguire qualsiasi movimento con scioltezza, naturalezza ed in rapida successione. Il mezzo di allenamento migliore per sviluppare queste qualità è rappresentato dai PERCORSI DI AGILITA con utilizzo di esercizi di vario tipo ed il più possibile diversificati (nell archivio Articoli di sono presenti varie proposte di PERCORSI DI AGILITA ). Pagina 2

3 Seconda Area di Lavoro Bisognerà poi lavorare per cercare di fare acquisire la corretta RITMICA DELLA RINCORSA attraverso la capacità di accorciare ed allungare il passo alternando i due momenti in modo fluido e naturale (SAPER PASSARE DA UN MOMENTO ALL ALTRO con fluidità ed armonia, senza intoppi ed interruzioni). La rincorsa che precede l atto del CALCIARE presuppone una RITMICA ben precisa per quanto riguarda lunghezza e frequenza dei passi: PASSI cosiddetti di PRE-INGRESSO rappresentati da tre/quattro passi molto CORTI, rapidi ed estremamente accorciati rispetto alla misura normale; PASSO FINALE, rappresentato dall ultimo passo, per posizionare il piede di appoggio di fianco alla palla, che deve essere più LUNGO rispetto alla misura normale, ma soprattutto rispetto ai passi utilizzati nella fase di pre-ingresso. ESERCIZI Esercizio N 1 Correre all interno di CERCHI dislocati a distanze diverse, ma soprattutto uniformi (figura 1); all interno di ogni cerchio effettuare un appoggio monopodalico in rapida successione alternata. Figura 1 Pagina 3

4 Esercizio N 2 Effettuare, ogni due appoggi rettilinei, un appoggio esterno; nell esempio della figura 2, all interno del primo cerchio bisognerà appoggiare in modo vincolante il piede sinistro; questo per imparare a portare gli appoggi del piede lateralmente come avviene del resto nell atto del calciare (specie per calciare in porta). Figura 2 Esercizio N 3 Riprodurre con i cerchi la ritmica della rincorsa che precede l atto del calciare: CORTO/CORTO/CORTO/LUNGO (Figura 3). Figura 3 Pagina 4

5 Terza Area di Lavoro Spesso i bambini con difficoltà nel CALCIARE LA PALLA presentano difficoltà nello STABILIZZARE L ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA (CAVIGLIA) nel momento dell impatto con il pallone. Questa difficoltà nello stabilizzare la caviglia impedisce di trasmettere la necessaria FORZA CINETICA all attrezzo palla, IMPEDENDO ALLA STESSA di scivolare, poi, sul terreno con la necessaria VELOCITA e FUNZIONALITA ALLO SCOPO. Per cercare di ottenere CAVIGLIE FORTI bisognerà lavorare utilizzando esercizi di FETWORK e di SENSIBILIZZAZIONE PROPRIOCETTIVA DEI PIEDI (nell archivio Articoli di sono presenti varie proposte sia per quanto concerne gli esercizi di FEETWORK che per quanto riguarda gli esercizi di PROPRIOCEZIONE PER I PIEDI). Continua Trovi l Articolo Completo all Interno del Sito Web: Pagina 5

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