SEZIONE IV LA SFIDA DEGLI INTANGIBILI

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1 SEZIONE IV LA SFIDA DEGLI INTANGIBILI Lo sviluppo degli intangibili: nuova rappresentazione e ruolo del Capitale intellettuale di imprese e territori per competere e per crescere Abstract: The Adriano Olivetti Foundation was established in 1962, with the aim of mobilizing and developing the civil, social, and political engagement that distinguished the work of this Piedmont entrepreneur. Since 2008 the Foundation has undertaken a program of action and studies focusing on the immaterial values or intangible assets of business derived from the capacity to plan and reinterpret new paradigms centered on Knowledge and Intellectual Capital. A new perspective for growth enhancing and competitive capabilities strengthening in enterprises and local communities, based upon the development of their intangible assets, is emerging. New models and practices for Intangible Capital accounting and management, within enterprises and communities, are described and explained in a Knowledge Economy global framework. In order to exploit such a new vision and its related innovation path, open to a wealthier Society, a new governance has to be defined and launched for local socioeconomic systems: these are analyzed as collective intelligence systems. Their intangible assets, which are fed by their Human and Relational/Social Capital, define the local content of the territories. Means, tools and actions for building a network among local actors are specified, in order to reinforce collaboration and improve their ability to compete in a sustainable future. The underlying concept of shared value creation is identified as the fundamental pillar to link enterprises and communities, to develop their Human and Social Capital, in the form of visible and reliable capabilities for leveraging on their accumulated knowledge and their individual and collective entrepreneurship. Tools are defined to draw Competence Maps that allow to track economic and social changes in territories up to present time, in order to build a common understanding of possible future trends for pursuing and sustaining change and growth. Introduzione Come avvio di riflessione, vorremmo partire da una considerazione espressa nel documento OBI per il Convegno Mezzogiorni d Europa e Mediterraneo nel tempo di mezzo. Economia, finanza e società: scenari e nuovi equilibri : 147

2 Da un vecchio ordine stiamo transitando gradualmente verso un nuovo ordine mondiale, siamo nel tempo di mezzo - il medioevo della globalizzazione - nuova fase il cui futuro richiede nuove visioni culturali e nuovi modelli economici, finanziari e sociali e nuovi livelli di governante. Qui si pongono in particolare due domande: 1. Quale economia per il futuro (e quindi: quali produttività, competizione e cooperazione, giacimenti produttivi e occupazionali)? 2. Quale modello interpretativo per analizzarla? Le soluzioni che proponiano all attenzione dei partecipanti al Convegno danno priorità al ruolo degli intangibili, intesi come presenza riconosciuta, nell economia di una comunità territoriale, di stock di risorse di conoscenza, racchiuse nelle imprese e nelle loro esternalità 1, con cui generare flussi di creazione di nuovo valore condiviso 2 nel territorio. Si propone, per lo sviluppo di tale intangibilità 3, un iniziativa per adeguare la governance del territorio, perché questa sia in grado di dispiegare effetti sulle sue capacità produttive e competitive. In convegni, seminari, progetti in corso la Fondazione Adriano Olivetti indica, per tale governance, la meta del territorio responsabile. Nel testo si descrivono le azioni, indirizzate alla costruzione della rete per condividere e collaborare. La nuova attenzione ai territori impone di ripensare i contenuti delle politiche pubbliche di sostegno all innovazione. Argomenti questi che sono stati ampiamente dibattuti da esperti, policy maker, imprenditori e manager intervenuti nell ambito del Convegno Innovazione, Intangibili, Territorio per i cinquant anni della Fondazione Adriano Olivetti, che si è svolto il 30 maggio 2012 presso la sede dell Accademia dei Lincei 4. In particolare l indagine illustrata in quell occasione da Carlo Trigilia 5 dimostra come sia ormai insufficiente l esclusivo criterio di sostegno economico alla singola impresa o al singolo settore ma come sia necessario indirizzarsi verso politiche di rete, che facilitino la creazione di relazioni tra i diversi attori dell innovazione, quali le imprese, le università, i centri di ricerca e le istituzioni finanziarie specializzate. Occorre individuare e valorizzare le specifiche caratteristiche vocazionali presenti nei singoli territori e cercare di promuovere beni collettivi tarati su tali caratteristiche. Occorre, in altre parole, ripensare i modi in cui l operatore pubblico può intervenire a sostegno dell innovazione e della crescita. Lo sviluppo è certamente elemento chiave per il Mezzogiorno d Italia, ma, in generale lo è per il nostro Paese. In base alla definizione che diamo a questo 1 Definizione in nota [19] 2 Definito nel Appartengono all intangibilità gli intangible assets, così definiti negli standard contabili internazionali Ias/Ifrs: IAS38 si definisce tale una risorsa identificabile come non-monetaria, senza sostanza fisica, utilizzata nella produzione o fornitura di beni e di servizi, per l affitto ad altri o per scopi ammininistrativi. 4 Atti pubblicati in: AA.VV, Innovazione, Intangibili, Territorio. Analisi e valorizzazione del capitale intellettuale per le politiche di sviluppo locale. - Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, Roma, n. 20, F. Ramella, C. Trigilia (a cura di), Imprese e territori dell'alta tecnologia in Italia, Il Mulino, Bologna 2010; F. Ramella, C. Trigilia (a cura di), Invenzioni e inventori in Italia, il Mulino, Bologna 2010; L. Burroni, C. Trigilia, Le città dell'innovazione. Dove e perché nasce l'alta tecnologia in Italia, Il Mulino, Bologna,

3 termine, numerosi sono gli elementi che compongono l intangibilità: tra questi alcuni sono rilevanti a spiegare e misurare il divario tra Nord e Sud. Ricordiamo al riguardo i libri di Carlo Trigilia (Non c è Nord senza Sud, 2012) e Carlo Borgomeo (L equivoco del Sud, 2013), che riportano analisi convergenti pur con strumenti diversi: il divario Nord Sud è dato dall inadeguato capitale sociale/civico (Trigilia), dalla distanza nei diritti di cittadinanza, nella scuola, nei servizi sociali, che sono premessa dello sviluppo (Borgomeo). Si tratta, anche per Borgomeo, di deficit di capitale sociale. Il capitale sociale è solo una parte del capitale intangibile di un territorio, la cui somma è maggiore delle singole parti quando l interazione è virtuosa 6 : iniziative dal basso, come quella del Territorio responsabile, mettono in moto in primo luogo le risorse di capitale sociale esistenti in un territorio - rendendole visibili e implementabili e creano così le premesse per lo sviluppo a partire dalle specificità stesse del territorio. Possiamo affermare che il nuovo ordine di cui si discute in questo Convegno è disponibile per tutti i Nord e per tutti i Sud, purché essi sappiano leggere le proprie capacità e le sappiano mettere a frutto. Di questo saper fare rimane traccia nell azione e nell esempio di Adriano Olivetti, dal Borgo La Martella a Matera alla costruzione dello stabilimento di Pozzuoli. Questa fabbrica produce ancora oggi lavoro, certo non più le calcolatrici meccaniche degli anni 50, ma nuove attività in buona parte legate all economia digitale. 1. Lo sviluppo degli intangibili: nuova visione del capitale d impresa e del suo management 1.1. Il capitale d impresa nell Economia della Conoscenza: un nuovo modello basato sugli intangibili Nuovi modelli di rappresentazione del capitale d impresa, in particolare quelli che incorporano elementi patrimoniali generati dagli asset intangibili dell impresa stessa, stanno assumendo visibilità e ruolo anche al di fuori dell accademia o di ristretti gruppi professionali, dagli analisti finanziari agli operatori del credito e del private equity, ai revisori dei conti, alla consulenza strategica, agli esperti di proprietà intellettuale, alla comunicazione d impresa. Tali rappresentazioni vengono proposte, con maggiore convinzione e risonanza comunicativa, in tutti quei casi in cui si vogliono identificare e valorizzare gli elementi necessari a descrivere e dimensionare i fenomeni produttivi, di crescita e di creazione di valore 6 Per la definizione data all intangibilità intesa come capitale intellettuale, infatti, può valere la seguente assunzione di Herbert Simon (Nobel 1978), L'architettura della complessità. [citazione da Wikipedia] "... il tutto è maggiore della somma delle parti, non in senso ultimo, metafisico, ma nell'importante senso pragmatico che, date le proprietà delle parti e le leggi della loro interazione, non è semplice dedurre le proprietà del tutto". Fondamentale in questo quadro il tema delle analytics (v. 2.2). 149

4 che caratterizzano la cosiddetta economia digitale 7 ed il capitale digitale 8, che la sostiene con le sue quote di capitale tangibile e di capitale intangibile. L economia digitale è un ambito specifico e trasversale dell economia della conoscenza 9. Di questa si dà la seguente definizione: E un'economia nella quale la conoscenza è il più importante fattore di input (entrata). La teoria economica per l'economia della conoscenza introduce i nuovi fattori di produzione derivanti dagli intangibili (le nuove basi di conoscenza), il mercato come meccanismo per stimolare e filtrare l'innovazione che alimenta la produzione di intangibili, lo studio dell'accesso a risorse abbondanti (es. del progresso tecnico) invece di quello dell allocazione di risorse scarse 10 Nella cornice dell Economia della Conoscenza si inseriscono nuovi modi di rappresentazione del capitale intellettuale d impresa e di territorio di cui daremo conto nel nostro paper. Questi determinano una ridefinizione di cultura, paradigmi e pratiche, vuoi per il management delle imprese, vuoi per le politiche di sviluppo locale che per la società civile nel suo complesso. Assumiamo dunque come baseline quei principi, teorie, metodi di rappresentazione e strumentazione di analisi e valutazione del capitale intellettuale approfonditi e sperimentati nelle ricerche condotte dalla Fondazione Adriano Olivetti nell ambito dell iniziativa Competere con la Conoscenza tra il 2008 e il L iniziativa non ha esaurito sicuramente il tema, complesso e in evoluzione, sia dal punto di vista delle riflessioni teoriche che delle sperimentazioni empiriche riferite a più specializzati ambiti e categorie di asset tangibili e intangibili. Tutto questo può apparire, non solo a chi scrive, ma, ce lo auguriamo, a tutti i lettori, come una nuova e grande opportunità: quella di alimentare (o contaminare) l ampia e crescente lista di suggestioni e azioni, basate sui nuovi modi di organizzare il business e le politiche di sviluppo secondo le risorse intangibili disponibili, generando produzione di cultura e di sviluppo imprenditoriale e sociale. Poiché le capacità di azione stanno prevalentemente nel sistema delle imprese del territorio e nella cultura e motivazione dei loro manager e imprenditori, occorre partire dall analisi dei loro asset intangibili per attivarne le iniziative di sviluppo verso i singoli e le comunità. Il capitale sociale e umano elementi essenziali del modello di capitale intellettuale rappresentato nella Figura 1 - costituiscono gli elementi di punta specifici di ogni territorio, in quanto lo definiscono, come si approfondisce nel capitolo 2. Il percorso dello sviluppo dovrà quindi passare 7 Si tratta di un economia in cui si stanno trasformando in maniera profonda i rapporti tra le aziende e i loro clienti e si innovano i modelli di business, basati su dispositivi mobili, social network, servizi di cloud computing e altre tecnologie. In questo testo è anche sinonimo di Internet economy. 8 We call digital capital the resources behind the processes key to developing new products and services for the digital economy, cit. da Jacques Bughin and James Manyika, Measuring the full impact of digital capital, in McKinsey&Co, McKinsey Quarterly Review, July Carlo Ronca, Il Capitale Intellettuale e il suo Report: una nuova cultura per sostenere i processi di innovazione e la competitività delle imprese e dei loro sistemi, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society, n. 1/ Traduzione da: A. Kling, N. Schulz, From Poverty To Prosperity. Intangible Assets, Hidden Liabilities And Lasting Triumph Over Scarcety, New York-London, Encounter Books,

5 attraverso la definizione e condivisione di nuovi comportamenti e relazioni collettivi, con cui progettare le azioni per costruire la rete per condividere e collaborare Il management degli intangibili: concetti, modelli, strumenti e metriche Nel contesto dell iniziativa Competere con la conoscenza 11 la competitività viene considerata in modo nuovo: non più legata alla prospettiva che induce a credere che i paesi, come le squadre di calcio, vincono solo se l altra squadra perde. Piuttosto, se si prendono in considerazione e si rileggono i concetti di creazione di valore e di catena del valore alla luce delle più recenti analisi sulla natura dell economia della conoscenza, la crescita economica di un paese 12, quando avviene, non comporta la sottrazione (sia in senso aritmetico che metaforico) di quella di un altro paese: e questo è un cambiamento di paradigma. I concetti e le proposizioni sin qui menzionati riconfigurano il contesto patrimoniale dell impresa - che include il suo Capitale Intellettuale (CI) 13 - nel modo rappresentato nella figura 1. Figura 1. Il Capitale Intangibile d impresa 11 Competere con la conoscenza è l obiettivo strategico del programma Ivrea e delle ricercheintervento che la Fondazione Adriano Olivetti ha avviato a partire dal 2008, in sostegno delle politiche di sviluppo locale per le imprese e per i loro sistemi. 12 Cfr. Innovation: Still full of ideas, but not making jobs, in The Economist, April 30th Il termine è usato come sinonimo di capitale intangibile e, comunque, tra i suoi elementi costituenti, ha, per definizione, tutte le risorse che determinano le attività iscrivibili in un bilancio degli intangibili, di cui la figura 1 raffigura la struttura patrimoniale. Il concetto di capitale intellettuale è definito: lo stock di intangibili interno (competenze, skills, capacità, ecc.) ed esterno (immagine, marchi, customer satisfaction, ecc.), proprio e a disposizione di un organizzazione, che le consente di trasformare un insieme di risorse materiali, finanziarie e umane in un sistema capace di creare valore per gli stakeholder mediante il raggiungimento di vantaggi competitivi sostenibili (Zambon, 2000). 151

6 Da questa rappresentazione appare evidente che proponiamo una classificazione del CI in linea con la consueta tassonomia del capitale d impresa, che individua un capitale fisso e un capitale variabile. Questa ripartizione consente di allocare gli asset intangibili rispetto a orizzonti temporali diversi, ma coerenti con la loro natura e ne permette sia la gestione strategica da parte dell imprenditore e dei manager, sia la corretta rappresentazione delle capacità aziendali per tutti gli stakeholder dell impresa. Tutto questo implica la determinazione iniziale del patrimonio intangibile disponibile, di cui si identificano gli asset più rilevanti, con la possibilità di valutazione/previsione del loro valore nel tempo 14. Questa classificazione del capitale intangibile ci permette di introdurre e descrivere quei nuovi modi di rappresentazione del capitale d impresa, di cui parlavamo in apertura di capitolo, mantenendo continuità concettuale ed applicativa rispetto ai criteri in uso nel Business management, ma, soprattutto, rispetto ai principi contabili (Ias/Ifrs) 15 che guidano le metriche di valorizzazione economica di quanto indicato in figura 1 come capitale fisso (si tratta di quote ascrivibili al capitale Organizzativo). Questo ulteriore aspetto crea una connessione importante rispetto ai molteplici esercizi disponibili sul tema del Bilancio degli intangibili 16 e, soprattutto, sul Reporting Integrato 17, che, con le più recenti bozze di standard presentate, introduce le categorie del capitale intellettuale nelle proposte più importanti per il Business reporting. Nel capitale fisso di Figura 1 sono identificate le peculiarità degli asset di conoscenza dell impresa che la patrimonializzano in modo identitario (come marchi, brevetti, etc.) e ne rappresentano la conoscenza esplicita e codificata (come gli investimenti in R&S applicata), quella con cui si compiono le transazioni di conoscenza. È l ambito che permette di integrare valutazioni e rating fondati su grandezze contabili sia con valorizzazioni basate sulla reale consistenza patrimoniale creata con le produzioni di conoscenza nell impresa, sia con quelle legate alla qualità e vitalità dell azione d impresa, alla trasparenza e affidabilità dei suoi risultati, alla gestione e alla consistenza dei piani prospettici, alla cultura del suo management. 14 Sono pratiche valide, anche e soprattutto, per la digital economy come si può vedere ad esempio: Jacques Bughin and James Manyika, Measuring the full impact of digital capital, in McKinsey Quarterly Review, July Il lavoro inquadra il tema della misura del capitale intangibile nell industria digitale. 15 Si fa riferimento in questo documento a Ias/Ifrs - avremmo potuto anche menzionare i GAAP-Generally Accepted Accounting Principles, standard americani - per sottolineare l esistenza di metriche monetarie note e sperimentate per valutare il valore di alcuni cespiti immateriali dell impresa. 16 Nell ottobre 2007 ha iniziato la propria attività il World Intellectual Capital Initiative (WICI network che mira a fondare un nuovo e più ampio conceptual framework per il Business reporting, capace di rappresentare in modo più soddisfacente ed esaustivo le varie dimensioni dei risultati d impresa, inclusa quella intangibile, e di fornire una più ampia piattaforma di informazioni non-finanziarie. Per alcuni riferimenti essenziali di esperienze e pratiche a livello internazionale, si rimanda al Volume 14 della Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, Società della Conoscenza, Sviluppo Locale e Competitività delle Imprese, op. cit., pagg In questo quadro si inseriscono le attività del Network Italiano per il Business Reporting (NIBR), che ha iniziato in via informale la propria attività fin dal novembre-dicembre E stato firmato recentemente il Protocollo d intesa che getta le basi per la costruzione di una solida piattaforma per la formazione di un Network Italiano dedicato al Business Reporting che possa anche costituire il referente ufficiale italiano per il Network WICI Global e per il WICI Europe. 152

7 Il concetto di bene collettivo 18 informa invece alcune dotazioni di capitale variabile (al cui ambito attribuiamo il contributo patrimoniale del capitale umano e relazionale dell impresa), che tengono conto delle esternalità 19 e interazioni di conoscenza da e per le comunità e la società civile. Sono prevalentemente tali dotazioni 20 a darci evidenza e misura della sostenibilità e della capacità di mitigare il rischio d impresa su orizzonti temporali lunghi. Ci portano infatti anche il concetto di liquidità 21 del sistema patrimoniale che comprende sia l impresa che il contesto socio-economico in cui opera, con e oltre il mercato. Sono questi gli aspetti che, se non correttamente e completamente rappresentati, possono costituire il vincolo maggiore ad azioni di sostegno all impresa da parte di stakeholder quali il sistema del credito o del welfare di territorio. Nell impresa, i patrimoni intangibili, che si trovano in input dei processi di creazione di valore basati sulla conoscenza, ci portano dunque verso nuove modalità di lettura e di analisi delle determinanti della crescita, in particolare della crescita economica dell impresa. Più sopra, ispirandoci a riflessioni di carattere macroeconomico sui sistemipaese, si era anticipata l esistenza di situazioni di non rivalità per lo sviluppo e la crescita in contesti di Knowledge Economy. Ugualmente rispetto a questa ipotesi, la prosperità di un impresa non toglie necessariamente quote di prosperità ad altre imprese, quando si faccia riferimento allo sviluppo di nuove capacità, per meglio competere con la conoscenza. Si estende in particolare il concetto di valore che l impresa prenderà in considerazione nella valutazione delle proprie risorse e delle proprie strategie di sviluppo: la teoria della catena del valore 22 implica anche l uso e il beneficio delle risorse esterne, quelle della società civile, che danno sostanza al capitale intangibile variabile. Si parlerà in questo caso di creazione di valore condiviso (shared value) 23, facendo riferimento sia al miglioramento della posizione competitiva dell impresa sia al progresso delle condizioni economiche e sociali delle comunità in cui l azienda opera. 18 Ci si riferisce a quella categoria di beni rivali nel consumo, ma non escludibili. 19 Le esternalità di conoscenza sono definibili come interdipendenze non commerciali tra imprese. Queste interdipendenze non sono mediate dal meccanismo dei prezzi e non implicano alcun costo aggiuntivo per quelle imprese che possono sfruttarne la redditività. Il concetto di esternalità di conoscenza spiega come la conoscenza generata da una determinata impresa diventi un fattore che influisce sui processi produttivi e innovativi di altre imprese per mezzo di effetti accidentali di co-locazione e di apprendimento spontaneo. Cfr. AA.VV., Economia e Società della Conoscenza: le sfide in atto per imprese e territori. Intangibili di Comunità: i beni collettivi della conoscenza tra impresa e territorio, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society, n.7/ V. 2.2: Il territorio come palcoscenico di un sistema di intelligenza collettiva. 21 Si vedano, per analogia, le voci delle quote di capitale variabile tangibile, come le rimanenze di magazzino ed i modi per ottimizzarle. 22 V. Michael E. Porter, Competitive Advantage: Creating and Sustaining Superior Performance, The Free Press, New York V. Michael E. Porter, Mark R. Kramer Creating shared value- How to reinvent capitalism- and unleash a wave of innovation and growth, Harvard Business Review, January-February

8 Questo salto è, soprattutto, di practice di management, e porta a muovere un altro passo fondamentale verso il governo degli intangibili che sostengono le imprese. Si tratta del passo per la definizione del modello interpretativo del sistema socio-economico, in cui l impresa e le sue reti sono collocate. Siamo dunque in un campo delle discipline e pratiche di management, ove, nell edificazione del patrimonio intangibile, le preoccupazioni sociali, intese come costruzione di benefici per la comunità con cui si condivide la creazione di valore complessivo, hanno lo stesso rilievo di quelle ambientali. Poiché con il modello interpretativo occorre produrre informazioni e dati per le valutazioni e le analisi prospettiche proprie del management, si sono integrati tra loro teorie (d impresa), concetti e metodi scelti per il modello d interpretazione, mettendo a punto la metodologia dell Intellectual Capital Reporting (ICR) 24. Questa è vista come strumento di governo degli intangibili nell impresa. Con ciò si dà priorità alla cultura, ai paradigmi e alle prassi basate sulla valorizzazione del capitale intellettuale nelle imprese, trasformando lo sviluppo degli intangibili, patrimonio unico e specifico di ogni impresa, il suo capitale organizzativo (vedi Figura 1), in un attività consapevole dell imprenditore e del management d impresa, simile a quanto già si deve fare per le parti patrimoniali tangibili. Si sottolinea qui con forza l aspetto delle pratiche di rilevazione, rendicontazione e analisi del capitale intellettuale dell impresa, che si sono concentrate sul tema delle relazioni e della loro qualità e intensità. Nella scheda di Figura 2 sono riassunti i risultati raggiunti con l analisi del capitale relazionale di un campione di imprese aggregate ai Poli di Innovazione Piemontesi, nell ambito del progetto di ricerca realizzato dalla Fondazione Adriano Olivetti nel triennio Intellectual Capital Reporting (ICR): è il processo attraverso cui si rende conto di come un impresa crea valore per i suoi stakeholder usando il suo capitale intellettuale. Questo implica sia l'identificazione del capitale intellettuale, sia la sua misura, nonché la stesura del relativo rapporto, con la costruzione di una presentazione, a tutto ciò aderente, di come l impresa usa le proprie risorse di conoscenza (elaborazione da R.I.C.A.R.D.I.S.: Reporting Intellectual Capital To Augment Research, Development And Innovation In SMEs, Appendix d: Glossary of terms, 2006, p Cfr.: AA.VV., Competere con la Conoscenza. L Osservatorio per i Poli di Innovazione della Regione Piemonte e il Dossier sul Capitale Intellettuale di impresa, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.5, V.: AA.VV., Competere con la Conoscenza. L Osservatorio per i Poli di Innovazione della Regione Piemonte e il Dossier sul Capitale Intellettuale di impresa, op. cit.; Migheli M., Il valore degli intangibili e del capitale relazionale per un impresa: inquadramento teorico, evidenze empiriche, analisi econometriche, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.2,

9 Figura 2. Progetto Competere con la Conoscenza: analisi empirica del capitale relazionale nel sistema dei Poli d innovazione piemontesi SCHEDA- Misurare il capitale intangibile : un analisi empirica del capitale relazionale nel sistema dei «poli d innovazione» FAO: nel ha realizzato un indagine nell ambito della misura dei Poli di innovazione piemontesi. Rilevazione operata con questionario: Campione di imprese aggregate ai poli tasso di risposta: dati su 136 imprese I dati raccolti contengono informazioni su: Relazioni con soggetti pubblici operanti sul territorio (amministrazioni locali, università) Relazioni con altri soggetti pubblici/privati (centri di ricerca, consulenze marketing) Relazioni con altre imprese (fornitori/clienti) Utilizzo di canali innovativi per la proposta (vendita/pubblicità) dei propri prodotti. I risultati dell analisi empirica mostrano che: Il capitale relazionale informale ha effetti positivi sulla profittabilità delle imprese, anche se, con i dati disponibili, non è possibile calcolare con esattezza il contributo del CI all utile Il capitale relazionale formale (cioè sancito da contratti formali di collaborazione) ha invece effetti negativi sulla profittabilità (in linea con Granovetter, 1973). Il capitale relazionale in generale ha invece un effetto sempre positivo sull accesso da parte dell impresa a nuove linee di credito L incertezza sull utile può essere dovuta agli impegni economici previsti da relazioni formali, che possono, almeno nel breve periodo, rappresentare oneri che sono superiori ai benefici per l impresa Tuttavia il contributo innovativo della ricerca è legato soprattutto all analisi delle relazioni informali Il sistema territoriale può essere così letto attraverso mappe di rappresentazione delle risorse di conoscenza/competenza messe in gioco dalle imprese nelle loro relazioni. Tali mappe consentono di costruire nuove catene del valore, basate sugli schemi delle offerte generate dalle imprese nel sistema territoriale, anche se in presenza di politiche pubbliche demand-side, come vedremo nel paragrafo Una nuova governance dei territori: l iniziativa Territorio responsabile Per perseguire il disegno della creazione di valore in una comunità territoriale, come condizione per il suo sviluppo, occorre guardare con priorità alla governance del territorio. L azione di partenza, che ci fa muovere appunto verso il territorio responsabile, è l operazione di aggregazione in direzione bottom- up della rete collaborativa tra gli attori Il territorio responsabile, i beni collettivi e il ruolo della filantropia 26 Se il capitale intangibile è oggi il fattore decisivo per la crescita, per progettare e realizzare nuove politiche di sviluppo, è necessario in primo luogo intercettare le radici della crescita nella creazione di valore condiviso e nell implementazione 26 Cfr. Carlo Ronca, La filantropia per un progetto di territorio responsabile: come trovare i nuovi spazi di crescita, in AA.VV, Innovazione, Intangibili, Territorio. Analisi e valorizzazione del capitale intellettuale per le politiche di sviluppo locale, op.cit. 155

10 collettiva di capitale intellettuale. Come realizzare dunque un ipotesi progettuale di territorio responsabile, che attivi nell insieme le proprie risorse per uno sviluppo sostenibile? Vorremmo proporre alcune riflessioni per una proposta concreta di intervento in cui la filantropia possa svolgere un ruolo attivo, di mediazione e incontro tra interessi collettivi non sempre condivisi e/o espliciti. Queste riflessioni trovano le loro fondamenta nei valori e nei principi dell esperienza olivettiana, per farne riferimento di pratica applicativa nel presente delle nostre imprese, dei nostri territori e delle nostre comunità, che nella crisi attuale cercano in primo luogo soluzioni e prospettive diverse rispetto ad un idea di sviluppo non più sostenibile. Nella prospettiva del valore condiviso, assicurare oggi un futuro ai nostri territori rende necessario spostarsi dal livello dell impresa a quello dei sistemi di intelligenza collettiva. I rapporti che intercorrono tra l impresa e il tessuto territoriale sono fondamentali: il capitale intellettuale e il sapere sono anche e soprattutto fatti collettivi, quindi difficilmente producibili ed appropriabili individualmente. Da questa concezione di bene collettivo, deriva la necessità di comprendere in primo luogo natura e dinamiche del CI: occorre quindi rilevare la relazione e l interazione tra creazione di valore nell impresa e la presenza e l uso di esternalità nella comunità locale, sia quelle che vincolano/legano tale creazione, sia quelle che la alimentano. Questo vuol dire partire dallo studio approfondito delle componenti condivise di CI, che sono in particolare la componente relazionale/sociale e quella del capitale umano. Per lo sviluppo sostenibile dei nostri territori il capitale umano deve essere considerato in diretta relazione con il capitale sociale, partendo dalla seguente schematizzazione del CI di un Territorio, luogo di un sistema d imprese, ove ogni impresa è nodo della rete che tale sistema forma, come rappresentato in Figura 3: Figura 3. Il Capitale intangibile nel sistema economico Il Capitale intangibile nel sistema economico 3 156

11 Lo schema di Figura 3 rappresenta il business landscape in cui vive l impresa e che ne definisce o condiziona prospettive e strategie. L impresa, nodo della rete, deve trovare le risorse che l abilitano a produrre competenze e capacità allineate con le sue strategie e prospettive. Sono le stesse risorse che decretano la sostenibilità e capacità di mitigazione del rischio da parte dell impresa. Ci interessano qui le risorse che stanno nell area intangibile del suo capitale variabile (v. Figura1); è infatti quello stesso capitale variabile che, per la sua quota tangibile, in particolare nella manifattura, può essere indizio di vigore e forti aspettative, di continuità aziendale o, al contrario, di cattiva programmazione e future perdite. Per quanto detto sin qui si tratta delle risorse generate dal capitale umano 27, con cui l impresa organizza e sviluppa il suo ruolo di nodo nella rete Capitale umano e sviluppo di valore aggiunto: patrimoni intangibili per la crescita Il capitale umano è il puntatore al valore aggiunto realizzato dall impresa, punto cruciale nella fase di trasformazione in atto nell economia del nostro paese, ove si contrae il valore aggiunto ad alta intensità di capitale tangibile. Ritornando alla rappresentazione della figura 1, nella galassia del capitale intangibile variabile si introduce anche il capitale umano, costituito dall insieme delle conoscenze possedute da un individuo, da un gruppo di persone e, a un livello ancora superiore e meta-strutturale, da un intera popolazione. In questo insieme di risorse umane e di relazioni sono rappresentati quelli che potremmo definire, riallacciandoci all esperienza di Adriano Olivetti, gli Intangibili di comunità, l insieme di valori, conoscenze e competenze che concorrono alla crescita e allo sviluppo non solo economico ma anche sociale delle comunità. Questo insieme di elementi e risorse concorre a formare il valore aggiunto nell economia che si va profilando nel nostro presente e futuro, a bassa intensità capitalistica tangibile e fondata sulla capacità di creare ricchezza dal capitale umano. Basta applicare la metodologia contabile del PIL, calcolato con il metodo del valore aggiunto, incrociandola con i ben noti percorsi dei capitali globali - sempre più orientati a far crescere altre economie industriali - per renderci conto di quanto dobbiamo prendere a cuore l obiettivo di rendere più produttivo 28 il capitale umano, innanzitutto per non decrescere in maniera incontrollata e disastrosa, ma soprattutto per riguadagnare il nostro posto nel novero dei paesi con un alto livello di qualità della vita e quindi di civiltà Il capitale umano è costituito dall'insieme delle risorse umane, in particolare è un insieme di conoscenze, d istruzione, d informazione, di capacità tecniche, che dà luogo alla capacità umana di svolgere attività di trasformazione e di creazione. 28 La produttività è data dal valore aggiunto prodotto per ora lavorata. 29 Cfr. Cristiano Antonelli, La mossa del cavallo. Verso una economia politica liberalsocialista, Rosenberg & Sellier, Torino,

12 Il tema del capitale umano e della sua produttività, inteso come parte del capitale intellettuale, è dunque strategico, a partire dal breve termine, per guardare ad un futuro di sviluppo e di mitigazione e sostenibilità del rischio competitivo nell impresa. E soprattutto strategico per affrontare il tema del merito di credito, trattato dalla Fondazione Adriano Olivetti in uno specifico Working Paper. 30 Il capitale umano 31 e la sua produttività costituiscono dunque il tema prioritario: per questo tema occorre costruire un quadro di lavoro dotato sia di rappresentazioni di dettaglio del capitale organizzativo del sistema socio-economico, che quel capitale umano ha in dotazione, sia delle reti (relazioni) su cui s innescano interazioni e transazioni produttrici di conoscenza. La metafora del magazzino o quella dei semilavorati, capitale variabile per la manifattura, che deve corrispondere al bill of material dei prodotti richiesti dal mercato, si trasforma in quella del contenitore di competenze e abilità disponibili per realizzare i contenuti di conoscenza nelle forme che il sistema/comunità richiede Il territorio come palcoscenico di un sistema di intelligenza collettiva Dall impresa alla comunità locale: le basi concettuali, metodologiche e gli strumenti per l analisi dei sistemi di conoscenza locali Per i sistemi di conoscenza locali, il ruolo delle analytics interpretative diventa preponderante: infatti si deve cercare di posizionare correttamente la relazione tra creazione di valore nell impresa e le esternalità, vuoi quelle che vincolano/legano tale creazione, che quelle che la alimentano. Le risorse esterne sono in generale radicate in un bene collettivo della società: passiamo dal livello dell impresa a quello dei sistemi di intelligenza collettiva come avevamo anticipato in 2.1. Quest ultimo livello caratterizza l attività della Fondazione, con lo studio approfondito delle componenti collettive del capitale intellettuale. Ogni sistema di intelligenza collettiva o più specificatamente ciò che si definisce local context 32 - è caratterizzato da una specifica rete di attori e da specifici assetti e modalità operative. Per ciò che concerne gli attori si tratta, per lo più, degli stakeholder del sistema sotto esame: imprenditore, responsabile di politiche, ente di alta formazione, sistema del credito e della finanza, etc. I sistemi di intelligenza collettiva identificano una struttura sociale complessa (chiamata comunità locale o local context) ove ciascun elemento, a partire dell impresa, ha bisogno degli altri elementi della struttura; occorre dunque allargare l analisi introducendo il concetto di creazione di valore condiviso 30 V. Berti S, Ronca C., Il Capitale Intellettuale: come condividere la gestione del rischio tra impresa e finanza, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society, n.4/ Il capitale umano e le sue relazioni con la crescita economica trovano una loro specifica trattazione negli scritti dell'economista americano e premio Nobel 1992 Gary Becker. La letteratura economica, la sociologia, le indagini dell'ocse e la programmazione comunitaria attribuiscono fondamentale importanza al capitale umano per la crescita sociale ed economica delle comunità. 32 A proposito di quest ultimo, si veda il saggio di Cristiano Antonelli e Federico Barbiellini Amidei, The Dynamics of Knowledge Externalities.Localized technological change in Italy, Edward Elgar,

13 (shared value) 33, concetto sviluppato dalla scienza del management e alla base degli sviluppi teorici e pratici dell innovazione sociale 34. Secondo questa definizione il valore condiviso è creato con politiche e pratiche operative che fanno progredire le condizioni economiche e sociali delle comunità (local context) mentre simultaneamente accrescono la competitività di un azienda che in queste opera. Creare valore condiviso non vuol dire ridistribuire il valore economico già creato dall azienda; vuol dire far leva sulle risorse e sulle abilità che sono proprie dell azienda per creare valore economico attraverso la creazione di valore sociale 35. Si tratta di un passaggio ineludibile, che proponiamo di sperimentare attraverso le azioni che abbiamo complessivamente organizzato, a partire dal Canavese, nell iniziativa Territorio responsabile Il local content e gli strumenti di rilevazione e analisi di capitale intellettuale Il modello metodologico proposto dalla Fondazione Adriano Olivetti, descritto e sperimentato per imprese singole o appartenenti anche a cluster specifici 36, ma estendibile a istituzioni sociali più ampie e complesse 37, prevede che la rilevazione e la successiva analisi del Capitale Intellettuale d impresa si strutturino in base a tre componenti 38 ritenute fondamentali per identificare gli elementi dello stock di risorse disponibili. Ogni componente contiene l insieme delle risposte agli 33 Cfr. Carlo Ronca, Il Capitale Intellettuale e il suo Report: una nuova cultura per sostenere i processi di innovazione e la competitività delle imprese e dei loro sistemi, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society Series, n.1/2012. Il concetto di valore condiviso (shared value) è presentato come elaborazione da: Michael E. Porter, Mark R. Kramer Creating shared value. How to reinvent capitalism and unleash a wave of innovation and growth, Harvard Business Review, January-February Con il termine Innovazione sociale si intendono nuove strategie, concetti e progetti che mirano a rafforzare il tessuto civico delle nostre società per generare il cambiamento. Citiamo la definizione contenuta nel lavoro di Hallie Preskill and Tanya Beer Evaluating Social Innovation, FSG, 2012: A social innovation is a novel solution to a social problem that is more effective, efficient, sustainable, or just than present solutions and for which the value created accrues primarily to society as a whole rather than private individuals. [19]. 35 Creare valore sociale attraverso processi di Innovazione Sociale. 36 Come prodotto dello studio dell'esperienza dei Poli di Innovazione della Regione Piemonte, il gruppo di lavoro della Fondazione Adriano Olivetti ha redatto una serie di dossier sulle singole imprese in relazione al settore produttivo di appartenenza, tramite i quali è possibile valutare in chiave comparativa il peso delle risorse strategiche nei processi di innovazione. 37 Cfr. Michael E. Porter, Competitive Advantage: creating and sustaining superior performance, The Free Press, New York 1985; cfr. anche Michael E. Porter, Il vantaggio competitivo, Edizioni di Comunità, Milano 1987; Michael E. Porter, Mark R. Kramer, Creating shared value - How to reinvent capitalism- and unleash a wave of innovation and growth, in "Harvard Business Review", January-February 2011; Michael E. Porter, Greg Hills, Marc Pfitzer, Sonja Patscheke, Elizabeth Hawkins, Measuring Shared Value. How to unlock Value by Linking Social and Business Results, Report di FSG, nonprofit consulting firm specializing in strategy, evaluation and research, October 2012; Peter H. Christensen, Knowledge management: perspectives and pitfalls, Business School Press DK, Copenhagen, 2003; Tom Davenport, Enterprise 2.0: The New, New Knowledge Management?, Harvard Business Online, Feb. 19, 2008; Thomas W. Malone, The Future of Work. How the New Order of Business Will Shape Your Organization, Your Management Style, and Your Life, Harvard Business School Press, Si tratta rispettivamente del capitale organizzativo, di quello relazionale e di quello umano. 159

14 interrogativi, qui formulati per l impresa autonoma 39, ma estendibili a sistemi più complessi e ricchi di innovazione sociale 40 : COSA?: le risposte riguardano i contenuti effettivi di Capitale Intellettuale, descrivibili secondo modelli consolidati, di natura scientifica, tecnologica, organizzativa, normativa, gestionale e sociale; COME?: le risposte definiscono le Forme assunte dai contenuti del capitale intellettuale, perché questi possano essere effettivamente ed efficacemente utilizzati come asset di conoscenza per generare valore nelle attività e nei processi aziendali, in particolare in quelli di funzione e quindi: progetti, ricerche, brevetti, marchi, procedure, modelli, banche dati, software, etc.; CHI?: le risposte ci informano sulla collocazione di forme e contenuti del capitale intellettuale nel contesto e nel flusso dei processi e delle attività dell'azienda. Il senso della parola collocazione è il lo snodo fondamentale per estendere il modello interpretativo, adottato per l impresa, all analisi di sistemi sociali, qui rappresentati dai sistemi d intelligenza collettiva. Nell analisi organizzativa il CHI (Who) è l attore che fa l azione, cioè, secondo le convenzioni da noi adottate per definire e descrivere il Capitale Intellettuale, colui che trasforma input di conoscenza in output. Ad esempio un progetto è quella forma che trasforma contenuti secondo modalità organizzate da un attore (o pluralità d attori) e da questi eseguite. Il CHI quindi individua il responsabile dell esecuzione, collocandolo nella catena del valore dell organizzazione. La rilevazione e analisi delle risorse di local content, rilevabili con i metodi e strumenti di Intellectual Capital Reporting possono essere ulteriormente estese o approfondite attingendo a set di dati già esistenti, riferiti ai territori, in modo da giungere ad una rappresentazione il più possibile esaustiva della quota di capitale intangibile che lo caratterizza L azione di lancio del progetto Territorio responsabile : costruzione della rete per condividere e collaborare. L azione è schematizzabile nelle seguenti fasi e aree di lavoro: Identificazione e coinvolgimento e della committenza. Rilevazione del local content del territorio: mappa delle competenze 41. Dispiegamento Analytics: approfondimenti della mappa delle competenze e delle eccellenze esplicite ed implicite nel territorio, derivante dagli intangibili di ogni impresa, quando siano messi a sistema (condivisione del local content ). 39 Le domande sono quelle tipiche dell'analisi organizzativa. Si veda la descrizione di un analogo approccio metodologico, riportata in Thomas W. Malone, Robert Laubacher, Chrysantos Dellarocas. The collective intellingence genome, in "MIT Sloan Management Review", Spring Center for Social Innovation, Stanford Graduate School of Business. Per approfondimenti sulle varie definizioni di innovazione sociale si veda: 41 La Fondazione Adriano Olivetti e la Fondazione Eni Enrico Mattei stanno sviluppando una ricerca pilota, con riferimento al contesto territoriale del Canevese, focalizzata sulla trasformazione del tessuto produttivo del territorio nel periodo e 2001 ad oggi, con utilizzo dei database ASIA di ISTAT e AIDA. 160

15 Iniziativa di action research per sviluppare un linguaggio comune tra imprese e società civile per definire e organizzare il local context (in termini di condivisione e protezione dei beni e dei meriti che il territorio deve far valere ogni giorno per lo sviluppo della comunità, a partire dalla rappresentazione delle attività e risorse intangibili dei propri sistemi d impresa e dall accumulo di capitale umano e sociale). Il punto focale dell azione iniziale riguarda la mappa delle competenze. Ciò vuol dire conoscere le esternalità di conoscenza del territorio e rappresentarle in un sistema esplicito, che consente di identificare in particolare l insieme delle relazioni che alimentano le risorse collettive. Si rende dunque necessario sviluppare teoria e pratica per la rilevazione e la misura del capitale relazionale/sociale del sistema locale 42. A partire dalla mappa delle competenze si può rappresentare il valore creato dall impresa e quello, additivo, espresso dalle esternalità e, dunque, condiviso dalla e nella comunità. Per questo il tema della creazione di valore condiviso si propone come nuovo paradigma per indirizzare lo sviluppo locale. In particolare si pongono infatti riferimenti concreti alle comunità locali per prendere in mano il loro futuro, potendo esse contare su una visione comune e condivisa delle risorse collettive umane e sociali di cui dispongono nel presente. CARLO RONCA Bibliografia 43 AA.VV., Innovazione, Intangibili, Territorio. Analisi e valorizzazione del capitale intellettuale per le politiche di sviluppo locale, Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, n. 20, Roma, RONCA C., Società della Conoscenza, Sviluppo locale e competitività delle imprese, Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, n. 14, Roma, AA.VV., Appunti per uno studio sui fattori competitivi di un azienda, Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, n. 8, Roma, AA.VV., Il Censimento, Gli intangibili strategici nelle imprese, Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, n. 6, Roma, Vedi Matteo Migheli, Il valore degli intangibili e del capitale relazionale per un impresa: inquadramento teorico, evidenze empiriche, analisi econometriche, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society WP2/ Tutti i volumi sono disponibili in formato digitale alla sezione Pubblicazioni del sito 161

16 AA.VV., Lisbon Hearings. Società della Conoscenza, sviluppo locale e prestazione produttive, Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti, n. 1, Roma, AA.VV., Economia e Società della Conoscenza. Le sfide in atto per imprese e territori. Programma Intangibili di Comunità: I beni collettivi della conoscenza tra impresa e territorio, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society, n. 7, AA.VV., Intangibles di impresa e valore: competenze per l innovazione. Azione di accompagnamento Piano Formativo P.I.C. Portatori di Innovazione e di Crescita. Avviso n.3/2010 Fondimpresa, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.6, AA.VV., Competere con la Conoscenza. L Osservatorio per i Poli di Innovazione della Regione Piemonte e il Dossier sul Capitale Intellettuale di impresa, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.5, BERTI S., RONCA C., Il Capitale Intellettuale: come condividere la gestione del rischio tra impresa e finanza, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.4, ARFAIOLI F., Il capitale intellettuale del Polo di Innovazione BioPMed, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.3, MIGHELI M., Il valore degli intangibili e del capitale relazionale per un impresa: inquadramento teorico, evidenze empiriche, analisi econometriche, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.2, RONCA C., Il Capitale Intellettuale e il suo Report: una nuova cultura per sostenere i processi di innovazione e la competitività delle imprese e dei loro sistemi, Fondazione Adriano Olivetti Working Paper on Knowledge Society n.1, I Rapporti della Fondazione Adriano Olivetti Fondazione Adriano Olivetti (a cura di), Rapporto Ivrea Competere con la Conoscenza, maggio

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