Pomeriggi pedagogici Progetto educazione: i modelli pedagogici di riferimento. Relatrice: Dott.ssa Vanin Manuela

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1 ANNO SCOLASTICO FISM VENEZIA Pomeriggi pedagogici Progetto educazione: i modelli pedagogici di riferimento Relatrice: Dott.ssa Vanin Manuela

2 PERCHE CI OCCUPIAMO DEL GIOCO?

3 Perché ci occupiamo di bambini e l infanzia è considerata il luogo in cui il gioco si manifesta nella sua purezza e originalità Perché siamo educatrici e conosciamo il valore educativo del gioco Perché nella documentazione legislativa c è scritto: la scuola dell infanzia valorizza il gioco anche attraverso la strutturazione ludiforme dell attività didattica (vale anche, se non di più, anche per il nido). E dunque il gioco e il giocare può diventare un modello pedagogico a cui riferirsi

4 CHE COS E UN GIOCO? CHI E UN GIOCATORE? VALORIZZARE IL GIOCO E STRUTTURARE IN MODO LUDIFORME LE ATTIVITA VUOL DIRE LA STESSA COSA?

5 IL GIOCO E : Un attività libera,, a cui la persona aderisce per scelta Un attività separata,, che instaura una realtà fittizia e, dunque, aperta al possibile Un attività profondamente regolata Un attività seria Circondato da un certo mistero Un azione a cui non è congiunto nessun interesse materiale: : compiuta per puro piacere, gratuita.

6 CATEGORIE FONDAMENTALI ALLA BASE DEL GIOCO AGON: Desiderio di competizione ( gare, giochi di regole, partite ) ALEA: : sfida alla sorte (conte, dadi, giochi di fortuna, lotteria ) MIMICRY: : bisogno di simulazione ( gioco simbolico) ILLINX: : la vertigine ( giorotondi, giostre, altalena )

7 Non sono caratteristiche solo dell attività di gioco

8 Che cosa fa sì che l uomo possa vivere tutto questo? Il suo essere essenzialmente un giocatore ( homo ludens) Egli, infatti, è dotato della FACULTAS LUDENDI cioè della innata capacità e possibilità di giocare. Si può chiamare anche ludicità,, cioè quel qualcosa che sta prima, durante e dopo il gioco e che lo permette; è un atteggiamento nei confronti di sé, degli altri, del mondo e delle situazioni che anima non solo il gioco ma anche la festa, la danza, il comico, lo sport, l arte, tutte, queste, espressioni della ludicità umana.

9 L uomo è pienamente tale solo quando gioca Schiller Gioco e ludicità componenti essenziale dell uomo Non possono non esserci Sono un bisogno primario a cui è necessario dar risposta Riconosciuto come un diritto inalienabile ( art.31 Convenzione Diritti sull Infanzia)

10 La LUDICITA non è la stessa cosa del GIOCO

11 CHI E ALLORA IL GIOCATORE? Colui che agisce: per libertà facendo in modo che ogni azione sia intimamente voluta, sia frutto di una scelta; per piacere con gratuità aprendosi al possibile, alla novità, alla prova, alla creatività; rispettando le regole perché è una cosa seria come serio è un gioco nel momento in cui lo si compie, ma non per questo noiosa.

12 Che cosa vuol dire, allora, strutturare in modo ludiforme l attivita didattica? Far sì che nella nostra proposta educativa siano presenti le caratteristiche della ludicità: Libertà Regola Apertura al possibile Piacere Gratuità Festosità Mistero

13 Come? Valorizzando il gioco e NON usando il gioco = si tradisce il gioco e il bambino ( il gioco ha valore in sé)

14 IL VALORE FORMATIVO DEL GIOCO l gioco favorisce lo sviluppo dell intera personalità del bambino e, in particolare: Sviluppo motorio attraverso il gioco il bambino, fin dalla nascita, può conoscere il proprio corpo, sperimentare diversi movimenti, posture, andature e scoprendo le proprie potenzialità, mettendosi alla prova, contribuendo in particolare all acquisizione del proprio schema corporeo e alla definizione di un Sè corporeo forte e competente.

15 Sviluppo affettivo nel gioco il bambino manifesta la sua l interiorità ed emotività e, grazie alla simulazione e alla possibilità di sperimentare e sperimentarsi in mondi possibili diversi, impara a conoscerle e gestirle (consolazione, separazione, difesa, scarico della frustrazione )

16 Sviluppo cognitivo il gioco stimola memoria, attenzione, concentrazione e favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto, relazioni ecc. è un'attività costruttiva e ricostruttiva attarverso la quale può imparare a rappresentare, rappresentarsi e interpretare il mondo, a fare ipotesi su esso, a dargli forma e significato

17 Sviluppo sociale il gioco favorisce la collaborazione tra bambini, che diventa sempre più presente con l avvicinarsi dell età scolastica. prepara ai ruoli della vita ( prove di identità) sviluppa lo spirito di iniziativa, di intraprendenza, di perseveranza

18 SVILUPPO DELLA CAPACITA' tre fasi: DI GIOCARE gioco solitario, tipica dei bambini più piccoli; gioco parallelo, in cui i bambini tra i 12 e i 36 mesi iniziano a desiderare il rapporto con altri bambini gioco interattivo o sociale il bambino si rapporta agli altri in modo più sistematico, imparando a rispettare regole e turni.

19 Gioco è tutto ciò che è espressione della ludicità umana Oltre il gioco libero (IMPORTANTISSIMO!) e tutti i giochi più o meno strutturati, si esprime attarverso la danza, la musica, il teatro, il disegno, il canto, l esplorazione, la narrazione, le feste. Chiediamoci: Quanto e come si gioca nel nostro nido? Che tipi di gioco si fanno? Si fa teatro, musica, canto seriamente? L attività grafica è sempre finalizzata, è solo riempitivo? Si fa festa?

20 Ludiforme è tutto quello che viene fatto con le caratteristiche della ludicità LIBERTA : le mie attività sono scelte liberamente dai bambini o sono loro imposte? Anche quando si devono fare, come gliele propongo? Stimolo la curiosità, l interesse? Sto attenta agli umori, ai desideri, ai bisogni dei bambini o guardo solo la programmazione? Come programmo? APERTURA AL POSSIBILE? Che spazio ha il gioco simbolico? Come lo propongo? Nelle mie attività c è spazio per la creatività del bambino? Di chi sono i prodotti finali? Di cosa mi preoccupo: del prodotto finale o del processo per arrivarci? Quanto decidono i bambini? Sono protagonisti? REGOLE Ci sono? Sono chiare, condivise e comprese dai bambini, costanti? E dalle altre insegnanti? E io le rispetto? GRATUITA E PIACERE Ci sono dei momenti in cui il bambino sperimenta e basta? Fa le cose per il puro gusto di farle? Decide lui cosa fare? RELAZIONI AUTENTICHE Curo la dimensione relazionale tra adulto e bambino? E tra bambino e bambino Stimolo l empatia?

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22 L importanza del gioco nell educazione e nella socializzazione di bambini è stata, in questo secolo, contemporaneamente riconosciuta in teoria e negata nella pratica. Se da una parte, infatti, si è divenuti più consapevoli del significato pedagogico del gioco spontaneo, non strutturato, dall altra le esperienze di gioco libero concesso ai bambini appaiono sempre più ridotte. Le attività ludiche vengono sorvegliate e guidate e le giornate infantili vengono riempite da una così grande quantità di attività prefissate all aperto e al chiuso che ai bambini rimane molto poco tempo per giocare per conto proprio ( P. Neruda)

23 Più avanti l autore denuncia la mancanza di condivisione di gioco tra adulti e bambini (non se ne coglie il valore, non si è disponibili a farsi coinvolgere) Perché un bambino goda in pienezza del suo gioco deve esserci l attenzione, il sostegno e la comprensione dell adulto. Il nido e la scuola dell infanzia possono svolgere un ruolo importante in questo campo

24 Offrire un contesto adeguato Allestire spazi Prevedere momenti Offrire materiale al gioco significa: ma soprattutto: Pensare alle strategie per far sì che queste attività diventino efficaci veicoli di apprendimento Modalità in cui l adulto sorregge e promuove situazioni di gioco

25 Tempi di gioco Non è possibile dare indicazioni su quanto bisogna giocare al nido e alla scuola dell infanzia: - valorizzazione del gioco - Strutturazione ludiforme delle attività; Non tutto è gioco o meglio, tutto si può fare come se fosse gioco: si tradisce il gioco e il bambino Imparare a proporre le attività con stile ludico

26 Organizzazione didattica Prevedere momenti costanti e ricorrenti per le diverse attività ludiche ( fare un calendario settimanale o su altri periodi) in quanto il gioco in tutte le sue forme non è solo ricreazione e dunque ha diritto ad avere un tempo dignitoso per essere svolto Tempo pensato, voluto e desiderato dall educatore e dal bambino = non improvvisato e perciò un tempo abitato dalla spontaneità e non dallo spontaneismo dare il tempo giusto per i giochi ( che hanno una fase di riscaldamento, un momento di attualizzazione, un momento di chiusura). Baden Powell (fondatore degli scout) diceva che un gioco deve terminare quando è nel momento di massimo divertimento. Osservare i bambini che giocano e il grado di coinvolgimento ed eccitazione che mettono nel gioco e trovare delle strategie per chiudere o far chiudere il gioco prima che questo scivoli in altre cose o comincia a languire ( si perde l effetto piacere del gioco e la sua valenza educativa) Non interrompere mai un gioco improvvisamente ma dare dei segnali, degli avvisi; Guardare in modo creativo al tempo del nido che non è dato una volta per tutte ma è modificabile a seconda delle esigenze e dei progetti

27 Lo spazio del gioco Guardare con occhi nuovi, creativi, lo spazio a disposizione a partire dalle esigenze, dalle idee, dai progetti ( e non solo viceversa) Osservare tutto lo spazio ( piccoli angoli ) Flessibilità/costanza Riconoscibilità Sicurezza A misura di bambino (per l autonomia, la libertà e la creatività)

28 Alcuni esempi: Gioco simbolico : piccoli spazi e intimi Gioco motorio: ampi spazi più o meno attrezzati Giochi di costruzione: per terra o su tavoli Lettura e narrazione: angolo morbido Disegno, attività grafica: tavolini, cavalletti, armadi dove trovare il materiale Danza: ampi spazi Musica: spazi comodi, morbidi Giochi e momenti solitari e comuni Giochi di manipolazione, esplrazione : luoghi e arredi lavabili, dove può rimare là

29 Materiale È importante avere materiale buono, abbondante e sicuro ma attenzione a non fare un alibi della mancanza di materiale e arredi Molto può essere recuperato, costruito con i bambini. Importante avere materiale umano e di idee. Materiale a portata di mano dei bambini

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31 L ADULTO CHE GIOCA CON I BAMBINI Tutti sono d accordo che è opportuno che l adulto giochi con il bambino. È principalmente all adulto che i bambini si rivolgono per condividere per proprie creazioni simboliche, per godere con lui del piacere della finzione, per farlo partecipe di quanto lo interessa e lo coinvolge. Capacità empatica: : sintonizzazione con il registro emotivo del bambino, soddisfacendo così il suo bisogno di comunicare e di essere compreso emotivamente riferimento alla propria capacità di accedere ad un esperienza transizionale: possibilità di ridiventare bambino e di giocare in maniera adulta = usare le proprie competenze simboliche mature per mettersi al servizio del bambino

32 Quale ruolo per l adulto che gioca con il bambino? Custode fisico ed affettivo-emotivo Portare aiuto Giocatore in prima personae commentare ad alta voce Promotore, preparatore, organizzatore, conduttore ( mediatore simbolico) Modello positivo di identificazione Disciplinatore

33 Cosa non deve fare? Imporre temi di gioco o svalutare quelli intrapresi dai bambini; Richiedere che il gioco sia verosimile e plausibile Interrompere bruscamente Far vincere sempre e comunque il bambino Sgridare in modo forte il bambino che non rispetta le regole Intervenire quando non richiesto Non saper gestire le proprie sensazioni e pulsioni

34 BUON GIOCO A TUTTI!!!

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