AUSL LECCE 1 Chi ha paura del lupo cattivo?

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1 FORUMPA SANITA' 2001 AUSL LECCE 1 Chi ha paura del lupo cattivo? Nel corso dello sviluppo del bambino le paure rappresentano un avvenimento quasi costante e si collegano alle diverse fasi della maturazione psicologica Le paure si differenziano e si caratterizzano in base all età e alla particolarità dell esperienza emotiva vissuta di volta in volta da ogni singolo bambino E importante differenziare le c.d. paure normali da quelle patologiche che possono comparire in situazioni di stress emotivo o di maltrattamento fisico Per i bambini abusati le paure patologiche il più delle volte si trasformano in sentimenti di colpa e di vergogna La colpa e la vergogna sono delle emozioni più complesse rispetto a quelle della paura Le prime rimangono per lo più confinate nella mente del bambino impediscono il progressivo emergere del sentimento di individualità ingenerano nel bambino la c.d. angoscia impensabile Le seconde, per opposto, possono essere facilmente rappresentate nei disegni colora la paura racconta storie di paura disegna un sogno che ti ha fatto paura Atteggiamenti emotivi verso il maltrattamento dei bambini 1 Nei confronti del maltrattamento del bambino c è la fantasia di considerare la famiglia come luogo impensabile di possibili violenze. L abuso e il maltrattamento sono portati fuori, all esterno. La famiglia è intesa sempre e comunque come luogo degli affetti a tutti i costi. (Questo atteggiamento include il rischio di non farci curare il bambino)

2 2 Allorquando si è costretti a pensare alla famiglia come luogo di violenza allora si trasformano quei genitori in dei mostri. (Questo atteggiamento include il rischio di non farci curare il genitore maltrattante)

3 Come viene affrontato l abuso o il maltrattamento nei confronti dei bambini 1) Attraverso una spiegazione socio-culturale Ha una sua dignità, ma non può essere la sola risposta 2) Attraverso la spiegazione che il genitore abusante è una persona malata Chi abusa, però, è una persona parzialmente normale, che vive in una situazione anormale e che provoca un collasso morale in chi subisce o in chi assiste, anche indirettamente, alla sua recita. 3) Attraverso la spiegazione che un genitore maltrattante è un ex bambino maltrattato (il c.d. ciclo ripetitivo dell abuso) Anche questa sua spiegazione ha una sua serietà: quando diviene uno slogan, di fatto diamo un alibi a chi abusa e criminalizziamo chi sta subendo un abuso. Per opposto, si sa di persone che hanno subito violenza e che sono riusciti a cavarsela, divenendo poi genitori sufficientemente buoni. Le conseguenze psicologiche delle diverse forme di violenza e di abuso contro i bambini Fino agli anni 60 - Il bambino ricettore passivo di stimoli ambientali ed educativi. L attenzione è rivolta alle conseguenze negative delle carenze delle cure affettive. Con gli anni 60 - Il bambino è soggetto di diritti Attivo nell elaborazione delle informazioni, selettivo e predisposto all interazione sociale. Si sposta l accento dalla funzione di modellamento dell adulto contrastare e reprimere le spinte egoistiche del bambino per adeguarlo ai modelli della socializzazione. alla funzione di co-costruzione di competenze sociali e cognitive verso le quali il bambino è già predisposto, in quanto dotato di risorse proprie.

4 A una diversa concezione dell infanzia si connette un diverso modo di concepire l adulto. Fino agli anni 60 c è stata una vera e propri fioritura di studi sull età evolutiva: Winnicot: madre-oggetto madre-ambiente la preoccupazione materna primaria la madre sufficientemente buona Spitz: intossicazione o avitaminosi Tuttavia, a lungo si è creduto nella Non-intenzionalità dell azione abusante o violenta dei genitori, considerata casuale, rara, sporadica e, quindi, non grave. Al contrario, L azione abusante o violenta è ripetitiva, continua nel tempo e tendente a colpire i componenti più deboli della famiglia Una coscienza sociale più matura e consapevole attua misure di protezione che rendono i bambini capaci di elaborare, ricordare e, quindi, raccontare. I bambini vittime di abusi sono tutti accomunati da: gravi carenze nelle relazioni con gli adulti di riferimento immagine negativa di sé riduzione o mancanza nella fiducia di base (Spitz) incertezza e fragilità emotiva. Colpisce nelle piccole vittime la non omogeneità e la discontinuità delle reazioni psicologiche negative. Il bambino impara precocemente ad adattarsi alle diverse sfaccettature delle dinamica interna familiare e può apparire normale e compensato. (braek-down adolescenziale) Le difficoltà del bambino, definibili in quadri psicologici, sono: comportamenti antisociali disturbi dell alimentazione, del sonno incapacità a concentrarsi e caduta del profitto scolastico sintomi depressivi

5 tentativi, anche mascherati, di suicidio disturbi della personalità sindromi dissociative. Definizione di abuso (Consiglio d Europa - Strasburgo 1981) Insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale. L Assemblea generale dell ONU approva la Convenzione dei diritti dei minori in cui si fa riferimento a: danno o abuso fisico o mentale trascuratezza o trattamento negligente maltrattamento diverse forme di sfruttamento e abuso sessuali, intese come induzione e coercizione di un bambino/a in attività sessuale sfruttamento nella prostituzione sfruttamento in spettacoli e materiali pornografici torture, forme di trattamento o punizioni crudeli, inumane e degradanti. Sfruttamento economico. Forme di violenza dell infanzia Trascuratezza si intende una grave o persistente negligenza nei confronti del bambino o il fallimento nel proteggerlo dall esposizione a qualsiasi genere di pericolo, inclusi freddo o paura (madre-ambiente di Winnicot) Maltrattamento fisico - implica un danno o il fallimento nel prevenirlo Abuso sessuale comporta lo sfruttamento sessuale di un bambino o di un adolescente, dipendente e\o immaturo sul piano dello sviluppo

6 Abuso emozionale si riferisce a persistenti maltrattamenti emotivi e ad atteggiamenti di rifiuto e di denigrazione che determinano conseguenze negative nello sviluppo affettivo e comportamentale Vittimizzazioni pandemiche - sono quelle che toccano la maggior parte dei bambini nel corso dello sviluppo e includono punizioni fisiche, aggressioni dei coetanei e dei fratelli, atti di vandalismo (fenomeno del bullismo) Vittimizzazioni acute - possono includere l abuso sessuale, la trascuratezza e il sequestro nelle famiglie o da parte di qualche familiare Violenza straordinaria comprende l omicidio, il sequestro da parte di estranei. Rapporto CENSIS Analisi dei procedimenti penali del Tribunale di Roma nell anno % degli abusi avviene in famiglia ad opera del padre naturale, del patrigno o più raramente della madre o matrigna. 8% degli abusi avviene in ambiti extra - familiari, come la scuola o la palestra ad opera di persone conosciute. 2 % degli abusi viene perpetrato da abusanti del tutto sconosciuti alla vittima. I padri appaiono in maggioranza perpetratori di abuso sessuale, di maltrattamento fisico e psicologico, entrambi i genitori sono responsabili delle situazioni a rischio, entrambi i genitori o la sola madre sono autori di trascuratezza. Da una ulteriore ricerca italiana (1999), condotta su casi attraverso la raccolta di dati provenienti da centri specialistici e territoriali, emerge un quadro che si caratterizza per una prevalenza del 33, 46 % di bambini oggetto di abuso sessuale

7 18, 26 % di maltrattamenti multipli 16, 27 % di trascuratezza 11, 67 % di maltrattamenti fisici 6, 16 % di maltrattamenti psicologici 14, 15 % di bambini a rischio

8 Negli Stati Uniti è stato fatto un confronto tra due periodi, il 1986, data di pubblicazione del primo rapporto sugli abusi sui bambini e il 1993, data di pubblicazione del secondo rapporto tutti i tipi di violenza accertati e documentati situazioni a rischio incremento pari al 67 % in particolare abusi sessuali da a trascuratezza fisica da a trascuratezza emotiva da a (+333%) maltrattamento fisico da a (+ 42%)

9 Analisi della casistica dal Gennaio 1985 a Giugno 1997 giunta all attenzione del Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare di Milano. 448 minori appartenenti a 261 nuclei familiari. Caratteristiche principali dei bambini vittime di violenza e di abuso, a partire dai più semplici elementi quali sesso, età e tipo di maltrattamento. Si trova una leggera prevalenza di vittime di sesso femminile (231 femmine, pari al 51,56 /%) rispetto a quelle di sesso maschile (217 maschi, pari al 48,44 /%) Il fenomeno che maggiormente ha inciso sul totale facendo prevalere la vittimizzazione delle bambine è certamente l emersione dell abuso sessuale che negli ultimi anni ha subito un notevole incremento.

10 Forme di violenza e maltrattamento psicologico Le diverse forme di violenza sono frequentemente compresenti e associate tra loro o nella stessa unità di tempo o come effetto della cronicizzazione. La violenza psicologica o maltrattamento psicologico è presente in tutte le altre forme di violenza (nell abuso sessuale, nel maltrattamento fisico, nella trascuratezza) e si manifesta con : - manipolazione affettiva, imbroglio - confusione delle emozioni - svalutazione. Maltrattamento psicologico è la reiterazione di pattern comportamentali o modelli relazionali che convogliano sul bambino l idea che vale poco, non è amato, non è desiderato, vive un isolamento forzato (c è disparità e preferenza verso altri fratelli, presenza di minacce verbali, è spettatore di aggressioni fisiche di un genitore nei confronti dell altro o verso i fratelli) Si propongono 5 categorie comportamentali distinte per determinare il maltrattamento psicologico : 1- disprezzare 2- terrorizzare 3- isolare 4- sfruttare e \ o corrompere 5- mancare di responsività emozionale. Può spesso accadere che, mentre un genitore è attivamente violento o abusante, l altro è magari disinteressato affettivamente, trascurante sul piano emozionale ed educativo, instaurando con il bambino legami insicuri e precari. E utile tener presente che alcune combinazioni di violenza sono più negative di altre e la progressione con cui forme diverse si succedono o si sommano rappresentano una condizione esplicita dell aggravarsi delle condizioni psicologiche del bambino. Le aree compromesse dal maltrattamento psicologico sono: - enuresi, encopresi disturbi dell alimentazione, del sonno bassa stima di sé instabilità emozionale, dipendenza mancanza di fiducia negli altri depressione

11 decalaggio delle tappe evolutive (se precedentemente avviate) difficoltà di apprendimento scolastico (con riduzione delle capacità del problem solving I principali indicatori fisici sono: -difficoltà nella crescita -disturbi del linguaggio -ritardi nello sviluppo dell età prescolare. I principali indicatori comportamentali sono: - comportamenti impulsivi - iperadattamento o disordini di condotta paure notturneautodistruttività tentativi di suicidio Trascuratezza La caratteristica principale della trascuratezza, inclusa quella emozionale intesa come indifferenza emotiva, è data dall omissione generalizzata di cure. Il bambino ha una estrema difficoltà a prenderne atto, poiché essa non si manifesta attraverso azioni lesive esplicite, ma implica omissioni gravi sulle quali egli non può esercitare un azione autoriflessiva. In casi estremi, per carenze alimentari e per mancanza di protezione e di cure, la trascuratezza è addirittura fatale e porta alla morte; in altri casi l assenza di contatto emotivo e di attenzioni porta progressivamente alla morte psicologica e spirituale, silente, strisciante, progressiva, una morte causata dalla indifferenza emozionale e dalla mancanza di relazione con gli altri. La trascuratezza fisica si identifica sia con gli atti che indicano omissioni nel provvedere ai bisogni di base del bambino (viene meno la funzione di madre ambiente) sia con gli insuccessi nel predisporre condizioni di protezione necessari ad evitare che possano determinarsi eventuali incidenti o danni.

12 La trascuratezza emotiva (quella più difficile da documentare) caratterizza l intero contesto di vita del bambino che non riceve cure adeguate e non è in grado di comprendere la disattenzione e la non disponibilità di cui è oggetto. La trascuratezza educativa implica non solo inadempienza e abbandono scolastico, ma rifiuto dei genitori a coinvolgersi nelle iniziative e nei programmi indicati dagli insegnanti. La trascuratezza medico-sanitaria si concretizza nella mancanza di quegli standard minimi richiesti per salvaguardare le condizioni di salute fisica e mentale, e concerne il rifiuto o l omissione delle cure mediche e psicologiche. Bambini maltrattati fisicamente Bambini trascurati Per entrambi sono stati rilevati problemi scolastici e nell apprendimento, connessi a bassi livelli intellettivi, difficoltà di concentrazione e di attenzione, aggressività, bassa stima di sé e, a lungo termine, delinquenza giovanile. Differenze Tendenzialmente presentano livelli più alti di aggressività presentano un maggiore isolamento e una incapacità ad entrare in rapporto con i pari Sebbene entrambi presentino difficoltà nello sviluppo del linguaggio, i bambini trascurati presentano questi stessi problemi in forma più grave. Una verifica di follow-up, condotta raccogliendo anche il parere degli insegnanti, ha mostrato come la trascuratezza emozionale nei primi due anni di vita continuasse a manifestare i suoi effetti negativi, generando soprattutto aggressività, disattenzione e distraibilità, ancora negli anni della scuola elementare. Abuso sessuale Tra le forme di violenza, soprattutto per il fatto che non si presenta mai da solo ma sempre associato alle altre, l abuso sessuale è certamente il più grave e pericoloso per la salute psichica a breve e a lungo termine. Nell abuso sessuale entrano fortemente in conflitto due interessi : quello dello Stato, che ha l obbligo di perseguire il colpevole anche penalmente e di tutelare il bambino, e quello del presunto colpevole che deve

13 essere adeguatamente garantito ma che, essendo spesso l unico insieme al bambino, a conoscere la verità, potrebbe usare tutti gli strumenti a sua disposizione per denigrare la vittima pur di difendere se stesso. Una differenza sostanziale rispetto alle altre forme di violenza è costitutita da quell insieme di problemi che attengono l area del comportamento sessualizzato. (Ci si riferisce ad atteggiamenti e conoscenze sessuali impropri del bambino come possibili indicatori di esperienze sessuali) Appare ridotta la socialità con tendenza all isolamento; sono consistenti i comportamenti instabili, i tentativi di fuga, la mancanza di fiducia negli altri; sono frequenti i sintomi post-traumatici da stress. La caratteristica essenziale del disturbo post-traumatico da stress è lo sviluppo di sintomi tipici che seguono l esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica - l esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all integrità fisica - o la presenza di un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all integrità fisica di un altra persona - o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui è in stretta relazione. La risposta della persona all evento deve comprendere paura intensa, il sentirsi inerme, o il provare orrore, oppure, nei bambini, la risposta deve comprendere comportamento disorganizzato o agitazione.

14 I sintomi caratteristici che risultano dall esposizione ad un trauma estremo includono il continuo rivivere l evento traumatico, l evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, l ottundimento della reattività generale. Gli eventi traumatici vissuti direttamente includono combattimenti militari, aggressione personale violente, violenza sessuale, attacco, rapina, rapimento, essere presi in ostaggio, attacco terroristico, tortura, disastri naturali, gravi incidenti automobilistici. Per i bambini (come anche per gli adulti) sono eventi drammatici quelli vissuti anche in qualità di testimoni o quelli di cui si è venuti a conoscenza. Il disturbo risulta particolarmente grave quando l evento stressante è ideato dall uomo (violenza, tortura, rapimento). Nel trauma singolo, denominato di tipo uno, i bambini sono generalmente in grado di ricordare la situazione traumatica in modo vivido, con dettagli sui luoghi e sull abbigliamento, anche se possono presentare distorsioni nel senso del tempo e alcuni ricordi non corretti. Essi, inoltre, cercano di padroneggiare la riattualizzazione del trauma attraverso una sua rielaborazione Nel trauma di tipo due, quello caratterizzato da eventi ripetitivi, la razione del soggetto è inizialmente di sorpresa e successivamente di forte senso di orrore e di anticipazione. Possono verificarsi perdite di memoria difensive poiché il bambino mette in atto il diniego, la rimozione, la dissociazione (tutti meccanismi di difesa) e mostra comportamenti aggressivi che sono diretti soprattutto verso se stesso. In seguito a questo tipo di trauma si manifestano anche sintomi che comportano un attenuazione della reattività generale, evitamento degli stimolo associati a trauma, dissociazione e depersonalizzazione, sentimenti costanti di tristezza e scoppi di collera diretti verso sé e verso gli altri. Questi ultimi possono essere talmente violenti da spaventare il bambino che,di conseguenza, può difendersene manifestando una estrema passività Non è sempre chiaro quale sia l evoluzione dei sintomi e, sebbene molti ritengano che essi peggiorino col tempo, alcuni studi mostrano che, in una percentuale di bambini tra il 10 e il 24 %, essi restano stabili, in altri bambini, che pure avevano problemi all inizio, si incrementano col tempo, in altri ancora non seguono un andamento lineare e tendono a fluttuare nel tempo.

15 I bambini che seguono un trattamento terapeutico hanno un miglioramento nella remissione dei sintomi, sebbene certi meccanismi dissociativi, esiti post-traumatici o comportamenti sessuali inadeguati richiedano trattamenti a lungo termine Certamente il discorso dei sintomi non può essere slegato dal modo in cui contemporaneamente si sviluppano e si orientano le condizioni ambientali, quali ad esempio la presenza o meno di un adulto protettivo, il grado di esposizione sociale della vittima, le capacità protettive delle istituzioni.

16 Maltrattamento fisico E la forma di maltrattamento individuata e riconosciuta per prima I maltrattamenti sono anch essi eventi traumatici che possono assumere le caratteristiche di traumi acuti o cronici i cui effetti possono perdurare nel tempo e continuare a manifestarsi nell adolescenza e nell età adulta Le conseguenze psicologiche del maltrattamento fisico possono essere gravi come quelle provocate dall abuso sessuale: - disturbi della socialità: incapacità di assumere la prospettiva altrui, di attivare comportamenti empatici verso gli altri; memorie ricorrenti e intrusive, comportamenti ripetitivi, atti oppressivi - effetti a lungo termine, quali il restringimento degli affetti, i sintomi depressivi, la bassa stima di sé, i disturbi bordeline, i disordini della condotta sociale e i comportamenti autolesionisti - deficit neurologici e cognitivi nello sviluppo delle competenze precoci, dell intelligenza e del linguaggio - caratteristiche in comune con la trascuratezza sono: maggiore vulnerabilità alle malattie fisiche, legami insicuri, sfiducia in se stessi e difficoltà a fidarsi degli altri Anche nei casi di maltrattamento fisico i sintomi post-traumatici e i fenomeni di rimozione sono segnali di quanta incidenza e quanta devastazione hanno apportato allo sviluppo dell Io del bambino Il conflitto tra i genitori e la mancanza di informazioni sono due condizioni che influenzano gravemente e negativamente il bambino e lo inducono a porsi le seguenti domande : Cosa succede? Perché è successo? E colpa mia? Cosa posso fare io? Nella fase dell elaborazione primaria il bambino tenta di ricavare informazioni sul grado di minaccia della situazione, per verificare se è pericolosa o no. Nei bambini molto piccoli l elaborazione può sfociare in un comportamento reattivo o in un sintomo, interferendo in modo rilevante nello sviluppo dell Io. Nei bambini più grandi ed evoluti sul piano cognitivo l obiettivo è quello di ricavare maggiori informazioni nel tentativo di comprendere e far fronte al conflitto.. Riuscire a rintracciare la causa di un evento -soprattutto se questo è drammatico- rappresenta un meccanismo mentale che ha lo scopo di aiutare il bambino ad affrontarlo, sia per anticipare l evenienza di simili episodi, sia per poterli poi superare. Questa modalità è l unica in possesso del bambino per affrontare la percezione oggettiva di impotenza.

17 Attribuire la causa di un evento a fattori interni a sé (l Io cattivo) stabili e duraturi costituisce l insieme delle condizioni più negative in assoluto, perché il bambino entra in una spirale di annientamento in cui vengono compromesse sistematicamente ( e per sempre) le sue reazioni emotive. Il bambino in età prescolare possono pensare (erroneamente) che il loro comportamento sia la causa più probabile del conflitto dei genitori. I bambini che subiscono anche maltrattamenti fisici finiscono per pensare di avere sollecitato e indotto la violenza che si riversa su di loro. I bambini che vivono con genitori depressi o che li ipercoinvolgono in un ruolo adulto si sentono colpevoli e impotenti per non riuscire ad alleviare il malessere dell adulto. I bambini vittime di abusi sessuali percepiscono l ambiguità delle attenzioni sessuali dell adulto, si sentono traditi, colpevoli per non riuscire a difendersi e provano vergogna, che convogliano direttamente su un sé svalutato e denigrato. Conseguenza di tutto ciò: bassa autostima, vergogna, colpa, confusione, sentimenti di rabbia e impossibilità di internalizzare le figure dei genitori Lo sviluppo emotivo del bambino molto piccolo Rappresentiamo l organismo vivente nella sua forma più semplificata possibile, come una vescichetta indifferenziata di una sostanza suscettibile di stimolazioni. Le due fonti possibili di stimolo sono: - una fonte esterna. - una fonte interna La parte esterna (la superficie dell organismo rivolta verso il mondo esterno)sarà differenziata in virtù della stessa posizione e funzionerà come organo che riceve gli stimoli. La superficie si trasforma gradualmente in una corteccia e per finire in una barriera protettiva, come protezione contro gli stimoli (rivestimento protettivo) L idea di Freud era che la protezione dagli stimoli fosse una funzione quasi più importante della ricezione degli stessi.

18 Il rivestimento protettivo è dotato di una propria provvista di energia e deve sforzarsi anzitutto di tutelare che all interno dell organismo non vi sia un immissione eccessiva - e quindi distruttiva- di energia proveniente dal mondo esterno" Freud suppose che questa corteccia sensibile, che successivamente diventa il sistema conscio, riceva degli eccitamenti anche dall interno. La protezione è minore nei confronti degli stimoli interni e un modo con cui l organismo si protegge dal carattere sgradevole degli stimoli interni è quello di proiettarli sull ambiente esterno e di trattarli come se non agissero dall interno, ma dall esterno, al fine di poter usare contro di essi gli stessi mezzi di difesa con cui il sistema si protegge contro gli stimoli esterni. sistema conscio eccitamenti interni (ambiente esterno) eccitamenti esterni Freud chiama traumatici tutti quegli eccitamenti che provengono dall esterno e sono abbastanza forti da spezzare lo scudo protettivo Penso che il concetto di trauma implichi quest idea di breccia inferta nella barriera protettiva, che di norma respinge efficacemente gli stimoli dannosi Un evento come il trauma esterno provocherà certamente un enorme disturbo nell economia energetica dell organismo e mobiliterà tutti i possibili mezzi di difesa. Nello stesso tempo il principio di piacere è messo fuori combattimento. Diventa sempre più difficile evitare che l apparato psichico sia sommerso da grandi masse di stimoli; sorge così il compito di padroneggiare lo stimolo, di legare psichicamente le masse di stimoli che hanno fatto irruzione nell apparato psichico in modo da potersene poi sbarazzare. Se sostituiamo, nel modello freudiano, alla vescichetta indifferenziata di una sostanza suscettibile di stimolazione un neonato umano, il cucciolo dell uomo, abbiamo ciò che Winnicot (1960) ha descritto come un bambino da assistere. Il suo scudo protettivo è la madre che gli prodiga le sue cure. Il trauma cumulativo deriva così dalle tensioni e dalle pressioni che il bambino piccolissimo sperimenta nel contesto della dipendenza del suo io dalla madre, in quanto scudo protettivo e ausiliario. Le brecce nella barriera protettiva materna sono quantitativamente e qualitativamente diverse dalle intrusioni di una grave patologia materna. Queste brecce nella barriera protettiva materna, prese separatamente, non sono traumatiche. Le brecce che ho in mente corrispondono ad una incapacità di adattamento ai bisogni analitici del bambino (Winnicot)

19 Il ruolo materno di scudo protettivo è una costruzione teorica: esso comprende sia l intervento personale della madre verso il bambino, sia la sua organizzazione dell ambiente materiale. Le brecce hanno il carattere di una pressione e non costituiscono tanto una deformazione dello sviluppo dell io e dell evoluzione psicosessuale, quanto una loro deviazione. Sarebbe più corretto dire che queste brecce si accumulano silenziosamente e invisibilmente nel corso del tempo e attraverso il processo dello sviluppo: donde la difficoltà di scoprirle nell infanzia. Tali brecce assumono il valore di trauma solo cumulativamente e retrospettivamente Il bambino Un bambino che nasce si trova in uno spazio mentale dei genitori già precostituito. Sin da prima del concepimento egli ha un posto definito all interno del mondo fantasmatico e affettivo dei genitori..il bambino deve appagare i sogni e i desideri irrealizzati dei suoi genitori (Freud 1914) Possiamo dire che ciò che esiste all inizio è un sogno condiviso tra madre e bambino che, seguendo Winnicot, denominiamo Preoccupazione materna primaria, un identificazione conscia, ma anche profondamente inconscia, della madre con il suo bambino ( Winnicot 1958 ). In tale stato le pulsioni corrispondono al desiderio che l oggetto risponda, e che al desiderio istintuale e alle idee predatorie di un bambino corrisponda una madre con il seno colmo di latte e l idea che le piacerebbe essere attaccata da un bambino affamato. (Winnicot 1945). Nei primi giorni di vita non c è differenza tra madre e bambino. In alcune aree i confini tra madre e figlio si dissolvono, esiste solo un fluire comune di immagini e affetti, senza che ancora esista nel bambino l inizio della funzionalità dell Io: è l universo fusionale in cui si riattivano bisogni e fantasie della madre già in contatto (sintoniche) con quelle del bambino. La madre è in grado di riattualizzare nell esperienza con il figlio, il suo essere bambina, regredire fino ad incontrare i suoi bisogni e i suoi desideri, riconoscerli, per poi distaccarsi. La presenza del padre protegge la coppia madre-bambino dalla realtà: permette alla donna di vivere la preoccupazione materna primaria e dà l avvio all holding, il tenere, contenere e sostenere tra le braccia e nella mente il proprio bambino.

20 Successivamente, il ruolo del padre sarà di sedurre di nuovo la donna tanto da spingerla a separarsi dalla regressione del rapporto fusionale con il bambino per tornare di nuovo a modelli adulti di relazione oggettuale. Il padre che ha sorretto e protetto la donna a entrare nella preoccupazione materna primaria è anche colui che le permetterà maggiormente di risolverla.(fusione genitoriale). Se l area fusionale copre per intero l apparato mentale è probabile che nessun nuovo funzionamento mentale possa svilupparsi (psicosi simbiotica) Se l inizio della relazione madre-bambino è abbastanza buono, la fusionalità occupa solo in parte l organizzazione primitiva della mente infantile, (quel tanto che corrisponde all immagine di una madre capace di rispondere in modo complementare al bisogno e alla fantasia del bambino). La realtà della relazione e la fantasia sulla relazione devono, almeno su alcune aree, sovrapporsi. Allorquando una si impone e trionfa sull altra, il bambino rimane come intrappolato nell area materna e l unica opportunità per il bambino è quella di adeguarsi a ciò che l ambiente si aspetta da lui, fino a rinunciare a importanti aspetti personali, come avviene nei disturbi dell identità. Tale rinuncia a se stessi è il vero trauma. Per opposto, la madre, incapace di andare verso il bambino reale, si mantiene nella sua fantasia di bambina, sul bambino prefigurato prima della nascita e mai abbandonato. Questa è la violenza originale, da cui si generano tanti piccoli traumi, che non permettono al bambino la sua nascita psicologica. Pensare a questa serie di piccoli traumi, questo accumularsi silenzioso e invisibile delle brecce nello scudo protettivo della madre, che M.Kahan ha definito trauma cumulativo, può sembrare riduttivo rispetto alla concretezza dello scoppio della violenza e dell abuso. Dobbiamo, però, chiederci se sia più traumatica la violenza fisica o questo cumulo di delusioni e ferite che il bambino riceve dall ambiente. Nella normale interazione tra madre e bambino, il bambino ricerca il volto, lo sguardo della madre, come conferma e rispecchiamento, migliaia di volte in un giorno e ogni volta corre il rischio di trovare un rifiuto, la rabbia, lo spavento, invece dell accettazione ricercata: il bambino immaginato dalla madre non corrisponde, è altro rispetto ai suoi bisogni.

21 Avremo, quindi, il significato cumulativo e retrospettivo del trauma, secondo il quale il singolo episodio non può assumere una funzione traumatica in assoluto, ma solo relativamente alla sommativa degli eventi precedenti. Il bambino reagisce a tale cumulo di disillusioni, di risposte mancate, di non riconoscimenti con la negazione, con il tentativo di mantenere l illusione di un ambiente sufficientemente buono da proteggerlo. Quando negare non è più possibile, l esperienza del dolore psichico irrompe come allagando e travolgendo la struttura mentale : c è la resa psichica, c è la totale sopraffazione dell Io del bambino piccolo L angoscia primitiva o angoscia impensabile. L angoscia impensabile è l esperienza che un bambino può vivere quando c è un insufficiente sostegno all Io da parte della madre: il bambino può così avere l impressione : - di andare in pezzi - di cadere per sempre - di essere senza alcuna relazione con il corpo - di essere senza orientamento Tutti questi aspetti (conseguenza di insuccessi) determinano nel bambino piccolo una reazione che interferisce con il continuare ad esistere. E quindi possibile che un fattore molto precoce (un ambiente incapace di accogliere il bambino) e che si potrebbe verificare già nei primi giorni di vita, può essere presente nella etiologia della irrequietezza e del deficit dell attenzione, che più tardi sarà chiamato incapacità a concentrarsi. E l angoscia la pietra di paragone che consente di differenziare ciò che è traumatico da ciò che è patogeno(che produce situazioni gravi di patologia). Si fa riferimento a quest ultimo aspetto del trauma solo a-posteriori,sulla base cioè degli effetti che un evento violento poi produce. La colpa e la vergogna Sono le conseguenze psicologiche più durature delle diverse forme di abuso o di maltrattamento (oltre ai sentimenti più immediati della collera e della rabbia) Per i bambini la colpa e la vergogna sono delle emozioni più complesse rispetto a quelle della paura, della tristezza o della collera. Dove si origina il senso di colpa e che cos è che lo differenzia dalla vergogna?

22 Il senso di colpa è un aspetto dello sviluppo dell individuo umano e non la conseguenza di un indottrinamento morale o religioso. In un bambino succede pressappoco questo: via via che cresce e inizia ad uscire dalla dipendenza assoluta e ad avviarsi verso quella relativa, inizia a provare un particolare tipo di angoscia, sentito a causa del conflitto tra amore e odio. In altri termini il bambino comincia ad avere dei sentimenti di ambivalenza verso le persone che ha amato e da cui ancora dipende. Il senso di colpa è un sentimento che nasce nel bambino e che gli permette di tollerare prima e risolvere poi il conflitto di tale ambivalenza. In uno sviluppo normale il livello massimo dell angoscia e del senso di colpa viene attinto in una data epoca (2\3 anni), ossia in una prima situazione d importanza vitale, quando il piccolo bambino vive in famiglia e sperimenta la prima relazione triangolare. La vergogna, invece, è un sentimento per così dire- reattivo a determinate situazioni vissute dal bambino, non escluse quelle rubricabili sotto la voce abusanti. Tant è che la vergogna, all opposto del senso di colpa, è sempre distruttiva, devastante e maladattiva all esperienza della crescita. La colpa è generalmente giudicata un emozione meno dolorosa della vergogna, poiché non tocca l intera identità e implica sentimenti di rimorso, dolore e rimprovero per le trasgressioni o le azioni compiute o i pensieri pensati. La vergogna,invece, è un emozione acuta di sofferenza, tipicamente accompagnata dal senso del ritrarsi, del sentirsi piccolo,dal senso di mancanza di valore e di indegnità, di impotenza e inefficacia. La vergogna è associata all immagine di come un se stesso difettoso potrebbe apparire agli altri. Implica inoltre che gli individui si sentano piccoli e inferiori agli altri. Quando una persona prova vergogna è più incline a nascondere o a nascondersi, a non parlare di ciò che ha fatto o è accaduto.

23 Quello che succede nei bambini che subiscono maltrattamenti e abusi è la coesistenza di sentimenti di colpa, che li spingono a preoccuparsi per gli altri e a voler riparare, e di vergogna che implica una complessa deformazione della percezione e dell immagine di sé. Il bambino tende ad attribuire al proprio comportamento sbagliato, alle proprie reazioni negative, ai propri errori ciò che di nocivo sente risvegliarsi contro: percepisce come segni della propria inettitudine il fallimento dei timidi tentativi con cui cerca di difendersi e giustificarsi. Sente l ambiguità delle attenzioni sessuali dell adulto e si vergogna sia di mostrare il proprio corpo, che percepisce diverso da quello degli altri, sia di far intravedere i lividi di cui è coperto, come se fossero stati provocati da qualche propria mancanza. Colpa e vergogna influenzano quindi i vissuti soggettivi, la rappresentazione del sé, le interazioni con gli altri, l autoconsapevolezza e, probabilmente, la stessa narrazione dei fatti. Il senso di colpa per se stesso possiede una sua qualità positiva, perché è associato alla riparazione e alla possibilità di provare sentimenti empatici. Diventa invece negativo quando è pervasivo, intenso, stabile e cronico, e quando ad esso si associa la vergogna. Ad esempio, il dispiacere empatico per il dolore percepito nell altro si può trasformare in senso di colpa, se il bambino si rende conto di essere lui la causa del disagio dell altro o se viene indotto a crederlo. Il groviglio determinato da sensi di colpa cronici e di vergogna è tipicamente rintracciabili nei figli di madri depresse i quali, visto il fallimento dei propri tentativi di aiutare la madre in difficoltà, cominciano a provare sentimenti di colpa, di impotenza e di inutilità. Il bambino viene precocemente ipercoinvolto e, nel contempo, sperimenta progressivamente l inefficacia dei propri tentativi di soccorrere l adulto. Più in generale, i bambini esposti a ripetute esperienze di malessere da parte degli adulti possono sviluppare la propensione a pensare di esserne responsabili, soprattutto i bambini piccoli, i quali non distinguono il danno che essi causano con il proprio comportamento da quello che accade nell ambiente.

24 Sono così pronti ad assumersi la responsabilità per il disagio e il malessere altrui, non solo quando ritengono di essere stati essi stessi a causarli, ma anche quando vengono determinati da altri e sotto l effetto di particolari circostanze. Questo implica dover convivere con sentimenti di inefficacia, di impotenza, che possono tradursi in tratti depressivi che impediscono o rallentano il processo di separazione-individuazione e interferiscono con i processi e le capacità cognitive, affettive e relazionali. Le reazioni del bambino alla vittimizzazione Dopo una prima fase acuta in cui appaiono reazioni immediate di: disorganizzazione, disorientamento, incredulità, bisogno di isolarsi e senso di annichilimento emergono emozioni e sentimenti più articolati: paura, rabbia, percezione inadeguata di sé, colpevolizzazione per la propria inadeguatezza, umiliazione e vergogna. Coesistono in sostanza alcune componenti fondamentali: da un lato autocolpevolizzazione per l incapacità a sottrarsi o ad opporsi all ingiustizia, dall altro rabbia verso l aggressore che, se è un familiare, continua comunque a suscitare affetti positivi. I bambini che subiscono violenza, anche se piccoli, percepiscono dentro di sé la presenza simultanea di molte emozioni confuse e contrastanti, lo lasciano trasparire dal comportamento e un osservatore esterno può accorgersene, ma essi non possono rendersene conto.

25 Le emozioni della colpa fanno parte di un preciso processo evolutivo che riguarda e coinvolge il bambino dai 6 mesi circa ai 2 anni (dopo di che il bambino può avere ben integrato l idea di distruggere e amare uno stesso oggetto) La madre è necessaria per tutta quest epoca per il suo valore di garante della sopravvivenza. Essa è una madre-ambiente e nello stesso tempo una madre-oggetto, che può essere in quest ultimo aspetto ripetutamente distrutta o danneggiata Questa fase coinvolge il bambino in un tipo speciale di angoscia, chiamato senso di colpa, che lo spinge verso un comportamento costruttivo e attivamente affettuoso nei limiti del suo mondo, riparando e rendendo migliore l oggetto amato. Questo passaggio è di vitale importanza per l età evolutiva e influenzerà ciò che il bambino sarà da grande. Il bambino rivendica il bisogno di vivere e risolvere il paradosso che l oggetto d amore può essere attaccato e riparato per poi di nuovo essere amato e di nuovo attaccato e riparato, perché questa disponibilità (offerta dalla madre) permette al bambino di poter acquisire la capacità di sentirsi responsabile delle idee distruttive per il fatto di aver acquisito fiducia nelle pulsioni riparative. Allorquando la madre non si presta ad essere né madre-ambiente, né madre-oggetto, allora diventa difficile per il bambino sperimentare il senso di colpa e l ambivalenza ad esso associata, favorendo così l emergere del sentimento della vergogna come preludio alla nascita di un falso sé: il bambino diventerà allora passivo e compiacente. Per un bambino essere compiacenti, registrarsi per ciò che i genitori vogliono, per lui significa letteralmente rinunciare alla conquista delle tappe più significative (come un esercito che avanza..) Qual è il destino del senso di colpa nei bambini maltrattati o abusati sessualmente? Per questi bambini si ritiene che le cose vadano diversamente. Infatti, il riconoscimento consapevole dell ambivalenza emotiva emerge piuttosto tardi rispetto ai bambini che non subiscono violenza. Quello che qui manca è la possibilità per i bambini abusati di poter sperimentare la madre (o un suo sostituto significativo) nella doppia funzione di madre-ambiente e madre-oggetto Questa è una vera e propria rottura nell equilibrio evolutivo del bambino che, coniugata con la mancanza di continuità delle cure materne, porta il bambino all angoscia cosiddetta impensabile. Non avendo sperimentato la possibilità di proiettare all esterno in un periodo molto precoce sentimenti legati oltre all amore anche all odio, il bambino è -come dire costretto a riversarli dentro di sé, a mantenerli, sentendo di essere lui l origine di tutto ciò che di cattivo succede su di lui e attorno a lui, attribuendosi la colpa e la vergogna.

26 Il maltrattamento fisico più di frequente agisce nel produrre imponenti sentimenti di colpa oltre che di vergogna. Le caratteristiche stesse dell atto maltrattante, che è esplicito e provoca un danno percepibile, fanno sì che nella maggior parte dei casi i bambini più grandi siano facilitati nel riconoscerne il responsabile. Questi hanno maggiori strumenti per poter differenziare e distinguere i sentimenti di colpa da cui sono dominati ed effettuare più precise attribuzioni di colpa all esterno. Questa maggiore consapevolezza ovviamente non è sufficiente ad eliminare l enorme carica di sofferenza e di impotenza che comunque invade la vita emotiva e che, se non viene elaborata, può perdurare anche nell adolescenza e nell età adulta. Un passaggio importante nell elaborazione delle esperienze di violenza è quella che consente al soggetto, adulto o bambino, di rileggere le proprie esperienze accettando il dolore di dover ammettere di non essere stati contenuti. Se questo non avviene o l intervento è tardivo si corre il rischio di stabilizzare un insieme di risposte che potranno essere: - di tipo depressivo, quando i sentimenti di colpa sono rivolti prevalentemente all interno - di tipo antisociale, qualora siano rivolti all esterno. Spesso le due componenti coesistono seppure con diversa accentuazione. Nella gran parte dei bambini vittime di abusi sessuali la vergogna, la timidezza e l imbarazzo finiscono per essere rinforzati proprio dalla sensazione di sentirsi inadeguati e diversi a causa di quegli stessi comportamenti sintomatici percepiti acutamente come inaccettabili e inesprimibili. Si può ragionevolmente ritenere che in questi bambini, quanto più forti e pervasivi sono i sentimenti di vergogna, tanto più venga compromessa la possibilità di esprimere, attraverso le parole e la narrazione, il complesso contenuto delle esperienze subite. Comportamento sociale: norme e regole Un aspetto che risulta in buona parte compromesso nei bambini vittime di maltrattamenti e abusi è quello relativo a come viene concepito, vissuto e interiorizzato il senso di giustizia e di norma.

27 Il primo giudizio morale sostenuto da un bambino è non è giusto" E implicito in queste tre parole un insieme complesso e profondo di rivendicazioni e valutazioni.

28 L acquisizione delle norme Dopo la metà del secondo anno di vita i bambini piccoli cominciano a voler comprendere la causa degli eventi che fanno parte del loro mondo relazionale (inizio della capacità di preoccuparsi) L acquisizione delle norme si accompagna nel bambino alla: capacità di contestualizzare cioè di individuare le cose giuste al posto giusto: il bambino manifesta sforzo nel comprendere quali eventi possono aver prodotto una certa situazione (fatti che contraddicono l apparenza per loro ordinaria delle cose) capacità di provare empatia verso gli altri: il bambino comincia a vedere nelle azioni che danneggiano il prossimo una violazione delle norme. (Intuiscono precocemente la sofferenza altrui e vi reagiscono cercando di soccorrerlo e di andare in aiuto) - acquisizione della padronanza cioè del desiderare di riuscire ad attenersi ad una norma.

29 Già verso i 3-4 anni i bambini diventano capaci sia di contestualizzare sia di distinguere tra comportamenti morali - picchiare un altro bambino - spintonare - rubare un piccolo oggetto - non condividere un giocattolo e comportamenti convenzionali - mangiare un gelato con le dita - chiedere una cosa senza dover dire per favore I bambini che vivono in contesti familiari caratterizzati da violenza e abuso, e quindi subiscono profonde ingiustizie, vedono compromessi tutti e tre questi meccanismi che predispongono a creare delle regolarità normative. Tali contesti sono caratterizzati, tra l altro, da mancanza di regolarità, dalla imprevedibilità che rende difficile comprendere quale sia il comportamento giusto e quale quello sbagliato. Viene così a mancare una fonte di sicurezza emotiva interna per l assenza di ancoraggi, ritmi e regolarità esterne fornite dagli adulti. Non esiste chiarezza tra causa ed effetto e il bambino diventa incapace di trovare sistemi coerenti di spiegazioni di eventi simili. (Per esempio, quando il bambino piange a volte viene consolato, altre volte denigrato, altre volte picchiato) Sentimenti empatici Le conseguenze psicologiche dell abuso e del maltrattamento compromettono nel bambino la capacità di provare sentimenti ed emozioni empatiche L empatia viene concepita come una spinta emozionale e sociale universale e primaria, precursore e segnale della capacità di percepire e sentire le esigenze altrui. I bambini vittime di violenze diventano incapaci di soccorrere e aiutare chi è in difficoltà, di tollerare le manifestazioni di dolore e di sofferenza altrui, a cui reagiscono con quella rabbia e aggressività tipiche di chi vorrebbe rapidamente estinguere il segnale di dolore. Un bambino maltrattato per proteggersi finisce per anestetizzarsi e di fronte alla sofferenza altrui prova il desiderio di interrompere il disagio anche con forza e violenza Incapacità di tollerare la riattivazione del dolore riflesso nell altro Solo se i soggetti sono in grado di differenziare il proprio stato emotivo da quello di un altro possono sviluppare sentimenti di compassione e di compartecipazione emotiva, capaci di sollecitare tentativi di aiuto adeguati ad alleviare lo stato di bisogno altrui.

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