ALLEVAMENTO BOVINO DA CARNE. Scheda di settore

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1 ALLEVAMENTO BOVINO DA CARNE Scheda di settore Settembre 2018

2 SCHEDA SETTORE CARNI BOVINE 1. LE CARATTERISTICHE DELLA FILIERA 2. LA FASE AGRICOLA 3. LA DOMANDA INTERNA 6. ANALISI SWOT 5. CONTESTO EUROPEO 4. SCAMBI CON L ESTERO 2

3 1.CARATTERISTICHE DELLA FILIERA l incidenza del settore su agricoltura e industria I numeri del settore I flussi degli animali Gli attori della filiera La mancata autosufficienza produttiva

4 LA RILEVANZA DEL SETTORE l incidenza del settore bovino da carne su agricoltura e industria FASE AGRICOLA CARNI BOVINE Produzione ai prezzi di base mln di euro INDUSTRIA CARNE BOVINA Fatturato mln di euro carni ovicaprine 0,3 carni suine 6,7 pollame 5,6 latte di vacca e bufala 8,9 Industria carne bovina 4,4 carni bovine 5,8 +2,2 var. 2017/16 Fonte: Ismea su dati Istat e Federalimentare Altri settori; 72,7 Altri settori industria alimentare 95,6 +2,4 var. 2017/16 4

5 I NUMERI DELLA FILIERA Unità di misura struttura Allevamenti da carne* (000 aziende) 85,7 83,7 81,0 Capi destinati alla macellazione (000 capi) 2.605, , ,0 Consistenze totali **, di cui: (000 capi) 5.781, , ,4 - vitelli (000 capi) 492,1 492,5 485,3 - vitelloni maschi (000 capi) 877,2 929,3 935,8 - manze (000 capi) 270,5 279,3 311,0 - vacche nutrici (000 capi) 319,7 300,3 290,5 - vacche da latte (000 capi) 1.826, , ,1 Imprese di macellazione carni rosse** (n ) 1.237, , ,0 offerta carni bovine*** (000 t) 754,4 764,0 765,4 PPB carni bovine (milioni ) 2.967, , ,1 PPB carni bovine/ppb allevamenti (%) 18,9 18,8 17,8 PPB carni bovine/ppb agricoltura (%) 6,0 5,9 5,8 fatturato industria carne bovina **** (milioni ) 5.800, , ,0 peso sul fatturato industria agroalimentare (% v.) 4,4 4,4 4,4 scambi con l'estero import (milioni ) 3.143, , ,1 peso sul tot. agroalimentare (% v) 7,7 7,4 7,2 export (milioni ) 693,8 691,0 691,1 peso sul tot. agroalimentare (% v) 1,9 1,8 1,7 saldo (milioni ) , , ,1 peso sul tot. agroalimentare (% v) 56,7 81,4 107,9 domanda consumo * pro-capite apparente (kg) 17,1 17,0 17,0 * Il dato è fonte Anagrafe Zootecnica ed è riferito al n allevamenti al 31/12 dell'anno indicato ** Ministero della Salute ***Stime Ismea su dati Istat e BDN **** Fonte: Federalimentare 5

6 I FLUSSI DI ANIMALI 2017 (.000 capi- 2017) import (vitelli da allevamento) allevamenti da latte Allevamenti da carne vitelli da allevamento vitelli da macello vitelle da allevamento >300 kg kg kg % - <80 kg 77 import (vitelli da macello) allevamento di capi di origine estera % 96% 44% vitelli: allevamenti nazionali 92% import vitelloni ingrssati in (vitelloni e 513 allevamenti nazionali manze da 8% macello) export (vitelli da allevamento) Rimonta stalle latte allevamento di capi di origine export (vitelli da 4% macello) 25 0,1 99,5% 0,4% vacche di 0,2% import scarto: export (vacche da allevamenti (vacche da macello) nazionali macello) 2,1 1,1 Macellazione legenda: vitelli 670 vitelli vitelloni vitelloni vacche 514 vacche tori/buoi 35 6

7 I PRINCIPALI ATTORI DELLA FILIERA Allevamenti da latte animali di scarto Aziende mangimistiche Mediatori Import animali da ingrasso Allevamenti ingrasso vitelli-vitelloni Allevamenti estensivi vacca-vitello Import animali da macello integrazione a monte (contratti, soccide,...) Mediatori Macelli a bollo CE macello-sez. integrato Import carcasse, quarti Import tagli Importatori circuito corto industria-dm DM Grossisti integrazione a valle (contratti, lavorazione c/o terzi,...) Sezionamento Grossisti Agenti Esportatori Export carne DT Ho.Re.Ca. 7

8 BILANCIO DI APPROVVIGIONAMENTO Il settore soffre una forte dipendenza dall estero Il tasso di autoapprovvigionamento (prossimo al 52%) è il più basso tra i prodotti agroalimentari. Il saldo della bilancia commerciale è tra i più negativi tra le filiere agricole (tra vivi e carni nel 2017 il saldo è milioni). Bilancio di approvvigionamento nazionale carne bovina (.000 tec) AUTOAPPRIVVIGIONAMENTO (%) (1) Elab. Ismea su dati ISTAT e BDN Anagrafe Nazionale (2) in equivalente carne (3) produzione+import-export carni (4) Produzione interna/consumi apparenti *dati provvisori * var.% 17/16 Macellazioni (1) ,2% Produzione interna ,6% Importazioni di animali vivi (2) ,9% Esportazioni di animali vivi (2) ,7% Produzione netta ,2% Importazioni di carne ,9% Disponibilità ,2% Esportazioni di carne ,6% Consumo umano apparente (3) ,1% Consumo pro capite (kg) 17,1 17,0 17,0 0,9% tasso autoapprovvigionamento (4) 52,8% 52,7% 52,4% Saldo della bilancia commerciale 2017 (Miliardi di Euro) Ittico Bovini Oli e grassi Latte e der. Foraggere Florovivaismo Frutta Ortaggi Cereali e der. Vino e mosti -2,

9 2. LA FASE AGRICOLA Sistemi aziendali di riferimento La localizzazione delle aziende Le consistenze e gli orientamenti produttivi La produzione nazionale

10 SISTEMI AZIENDALI DI RIFERIMENTO Caratteristiche Vitello Vitellone intensivo leggero pesante Vitellone estensivo Alimentazione Razza polvere di latte Frisona, Bruna insilato di mais e concentrato Incroci con razze da latte insilato di mais e concentrato Razze da carne (Charolaise, Limousine, Piemontese) o incroci pascolo e concentrato Chianina, Marchigiana, Podolica, Maremmana, Romagnola, Sarda Zona di produzione Lombardia e Veneto Veneto, Piemonte e Emilia Romagna Veneto, Piemonte e Emilia Romagna Appennino centromeridionale e isole Incremento peso medio giornaliero (kg) 1,6-1,8 1,1-1,3 1,3-1,5 1,1-1,3 Peso alla macellazione kg kg kg kg Età alla macellazione 5-6 mesi mesi mesi mesi Resa 59% Incidenza su offerta di carne bovina vitelloni maschi 58%, manze 56% vitelloni maschi 58%, manze 56% vitelloni maschi 58%, manze 56% 12% 11-13% 44-48% 14-18% 10

11 LA LOCALIZZAZIONE DEGLI ALLEVAMENTI Dei 5,9 milioni di capi, circa il 43% alimenta la filiera da carne. L allevamento pur concentrato nella Pianura Padana è importante anche nell economia di altre regioni, dove il peso del patrimonio da carne sul totale bovino è molto elevato: Lombardia (21%), Veneto (23%), Piemonte (14%), Emilia Romagna (11%). Nelle aree meridionali le aziende sono molte ma di piccole dimensioni, l orientamento prevalente è quello della produzione di carne. Distribuzione aziende con vitelloni da macello (1 e 2 anni) 80% 76% Orientamento produttivo allevamenti aree settentrionali (Su 4 milioni di capi oltre 1,5 milioni sono misto 6% da carne) carne 36% 70% 60% 62% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 14% 14% 21% 23% 7% 8% 11% 4% 38% 24% latte 58% misto 17% aree meridionali (su oltre 1,4 milioni di capi oltre 800 mila sono da carne) Quota % capi Quota % aziende latte 25% carne 58% Fonte: Istat indagine SPA

12 000 capi 000 capi IL PATRIMONIO NAZIONALE Il capitale bovino al 1 dicembre 2017 è di poco più di 5,9 milioni di capi di cui oltre 2,1 per la filiera carne, tra questi solo 0,5 milioni appartengono alle razze autoctone Patrimonio bovino per destinazione produttiva Trend del patrimonio bovino 2017 Mandria ciclo latte -0,5% 7,7% ,9% Mandria ciclo carne 1,8% capi da carne capi da latte Mandria bovina totale Var%17/10 2,0% 0,3% Var%17/ Patrimonio bovino per età degli animali vacche nutrici vitelloni maschi 1-2 anni vitelli Fonte: ISMEA su dati Istat Le consistenze bovine dal 2010 al 2017 sono in aumento del 2% solo grazie all incremento del patrimonio da latte. Il patrimonio da carne perde dal 2010 quasi il 7% malgrado il +1,8% del In particolare però, il calo delle vacche nutrici (-22% sul 2010), essendo correlato alla disponibilità di capi da ingrassare, evidenzia la difficoltà nel prossimo futuro di ridurre il tasso di dipendenza dall estero per i ristalli. 12

13 .000 capi tonnellate peso morto LA PRODUZIONE NAZIONALE capi bovini macellati Macellazioni ripartizione % capi per categoria Vacche 20% altro 1% Vitelli 25% Fonte: BDN - Anagrafe Nazionale Bovini Vitelloni femmine 20% Vitelloni maschi 34% Macellazione mensili di capi specie bovina Il numero dei capi macellati in Italia nel periodo si è contratto di 24 punti percentuali, ma negli ultimi anni sembrano stabilizzarsi gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic peso morto (t) - dx 2016 peso morto (t) - dx 2017 capi (.000) - sx 2016 capi (.000) - sx 2017 Fonte: Istat Fonte: Istat 13

14 3. LA DOMANDA INTERNA La spesa delle famiglie: tipologie di carni e format distributivo Dinamica dei consumi di proteici I consumi pro-capite e gli indicatori di acquisto

15 LA DOMANDA INTERNA DI CARNI BOVINE FRESCHE La spesa domestica per le carni rappresenta il 10 % del totale agroalimentare (2017) e le carni bovine rappresentano in valore il 45% del comparto carni CARNI CUNICOLE 2% CARNI OVICAPRINE 3% CARNI SUINE 17% Altri 13,4% Oli e grassi veg. 2,0% Frutta 9,1% Ortaggi 10,4% Bevande e vino 9,9% Uova 1,0% Quote in spesa 2017 ALTRO 6% CARNI AVICOLE 27% Derivati dei cereali 14,2% Ittici 8,3% CARNI BOVINE 45% Carni 10,0% Salumi 6,2% Latte e der. 13,8% Fonte: elaborazione ISMEA su dati Nielsen Consumer Panel I canali di vendita tradizionali rivestono ancora un ruolo rilevante in questa filiera, superiore a quello della maggior parte delle altre. Quote per canale di vendita 2017 TRADIZIONALI 22% LIBERO SERVIZIO 8% CARNI OVICAPRINE 2% CARNI SUINE 21% DISCOUNT 12% Quote in volume 2017 CARNI CUNICOLE 2% ALTRO 7% CARNI AVICOLE 35% IPERMERCATI 20% SUPERMERCATI 38% CARNI BOVINE 33% 15

16 LA DOMANDA INTERNA DINAMICA DEGLI ACQUISTI DOMESTICI DEI PRODOTTI PROTEICI La contrazione dei consumi alimentari ha investito soprattutto i prodotti proteici. In particolare carne e lattiero-caseari perdono quote a due cifre nell arco dell ultimo quinquennio. Nel 2017 una ripresa dei consumi ha segnato l inversione di tendenza Evoluzione della spesa prodotti sostituivi (2017/2013) -2,1% UOVA FRESCHE -0,2% Trend 2017 vs 2016 dei consumi per le diverse tipologie di carne CARNI FRESCHE TOTALI 3% 0,8% SALUMI -4,6% 2,9% CARNI AVICOLE 0,1% 3% LATTE E DERIVATI -5,1% -7,0% CARNI BOVINE 3% 1,7% ITTICI 3,1% 14,5% CARNI SUINE CARNI CUNICOLE -12,9% -7% 3% 1,4% CARNI -10,1% -12,9% CARNI OVI_CAPRINE -4% -5,9% -20,0% -10,0% 0,0% 10,0% 20,0% spesa volume spesa volume Fonte: elaborazione ISMEA su dati Nielsen 16

17 (kg/anno pro capite) LA DOMANDA INTERNA Il consumo pro capite di carne bovina passa in 10 anni da 25 a 17 Kg, ma il dato 2016 segna l arresto della caduta. Nell ultimo quinquennio la contrazione dei consumi domestici delle famiglie è del 12,5%. L indice di penetrazione evidenzia che solo 83 famiglie su 100 hanno acquistato carne bovina almeno una volta nell anno, erano 86/100 nel ,0 26,0 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 Consumo pro-capite carne bovina 17,0 Carne bovina fresca Trend indicatori di acquisto var.% '17 vs 13 Acquisti domestici in Quantità -12,5% Acquisti domestici in Valore -10,9% Indice di penetrazione -2,4% 2017 Prezzo medio di acquisto ( /Kg) 10,7 Spesa media annua famiglia ( ) 371 Acquisto medio per atto (Kg) 0,45 Indice di penetrazione (famiglie acquirenti su Universo) 83% Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat e Nielsen Numero medio atti di acquisto annui -6,3% Acquisto medio per atto (Kg) -8,5% Spesa media annua per famiglia ( ) -8,1% Prezzo medio di acquisto ( /Kg) 1,9% 17

18 4. GLI SCAMBI CON L ESTERO L import delle carni L import dei capi da ristallo

19 milioni di euro ITALIA IMPORT DI CARNI PEGGIORA IL SALDO NEGATIVO LA GEOGRAFIA DEI FORNITORI MUTA LENTAMENTE A FAVORE DELLA POLONIA, CHE SUPERA LA FRANCIA. Saldo della bilancia commerciale del bovino da carne IL SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE PER IL BOVINO REGISTRA UN PEGGIORAMENTO MALGRADO LE MINORI IMPORTAZIONI PER VIA DELL AUMENTO DEI PREZZI DEI PRINCIPALI FORNITORI 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1, Prezzi medi all import ( /kg) 3,66 4,92 5,30 4, , ,00 4,29 Polonia Francia Paesi Bassi Germania Irlanda Spagna Austria Irlanda 8% Principali fornitori di carne fresca quota in volume (2017) Altri 26% Polonia 21% Francia 20% Germania 9% Paesi Bassi 15% Import carni bovine fresche (volumi t.e.c.) Austria Spagna Irlanda Germania Paesi Bassi Francia Polonia -11% 5% 0% 8% -4% 2% -9% Fonte: elab. ISMEA su dati Istat 19

20 ITALIA EXPORT NEL 2017 SI CONTRAGGONO GLI SCAMBI SIA IN ENTRATA CHE IN USCITA Import carni (000 ton) carni bovine fresche e refrigerate carni bovine congelate Totale complessivo Export carni bovine (000 ton) carni bovine fresche e refrigerate carni bovine congelate Totale complessivo

21 numero capi ITALIA IMPORT DI ANIMALI VIVI NEGLI ULTIMI ANNI LA DEBOLEZZA DELLA DOMANDA E L INCERTEZZA DEL MERCATO SI ERANO TRADOTTI IN UNA FLESSIONE DELLE IMPORTAZIONI DI CAPI DA RISTALLO, MA DAL 2016 SI ASSISTE AD UN INVERSIONE DI TENDENZA; NEL ,7% DOPO IL +6% DEL IL FORNITORE QUASI ESCLUSIVO RESTA LA FRANCIA CON UNA QUOTA DELL 86% IN ESPANSIONE RISPETTO AL 2016 (+6,5%) Francia 81% Principali fornitori di bovini da allevamento (% capi ) Import di bovini da allevamento Irlanda Altri 6% Polonia 2% Austria 6% Germania Romania 3% 2% Import bovini da allevamento Belgio Polonia Romania Germania Austria +6,5% Francia Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat.000 capi

22 5. LO SCENARIO EUROPEO E MONDIALE Produzioni Evoluzione dei consumi pro-capite Outlook 2026

23 Spagna Grecia Germania Portogallo Regno Unito Irlanda Italia Olanda Francia Svezia Danimarca SCENARIO EUROPEO 2017 Evoluzione di produzione e consumi Trend produzioni (volumi) 2017/2016 UE 28-0,4% Paesi Bassi 5,9% Polonia 11,4% Paesi Bassi 5,7% Top ten Paesi produttori UE 2017 (macellazioni in 000 tons) Austria Belgio 2,9% 3,6% Altri 10,4% Francia 18,5% Irlanda Spagna Italia 0,6% 0,0% 4,9% Polonia 7,2% Germania 14,4% Regno Unito Germania -2,2% Francia -3,0% -1,4% -5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% Irlanda 7,9% Spagna 8,2% Italia 9,7% Consumi pro-capite di carne bovina nell UE e trend (kg/anno) Regno Unito 11,5% 12 12,9 13,7 16,7 17,5 19, ,1-19,5-8,1-14,1-16, Consumi di Carne bovina Var.% ,1 25,9 27-8,3 1,1-2, Fonte: Elaborazione ISMEA su dati Commissione Europea DG Agricoltura 23

24 OFFERTA NEL PANORAMA EUROPEO L ITALIA PRESENTA NEL LUNGO PERIODO LE MAGGIORI CONTRAZIONI DELLA PRODUZIONE , , , , , , , ,00 500,00 0,00-9% -1,6% UE- Macellazioni (000 tec) variazioni 2008/2017-9% 4,1% 4% -31% -4% 13% 16% 11% ,2% France Spain United Kingdom Patrimonio vacche nutrici -6,6% -6,7% 10,7% -15,4% Ireland Germany Portugal Belgium Italy % L Italia in ambito europeo è il 4 produttore di carne bovina, ma nel decennio è quello che più degli altri ha mostrato una contrazione perdendo quasi un terzo della produzione in 10 anni. Nel 2018 sia la mandria da latte che da carne sono previste in contrazione. In Nord Europa il taglio della mandria sarà da ascriversi soprattutto alla mancanza di foraggi e mangimi. Situazione analoga per le vacche nutrici, per le quali la contrazione dal 2010 ad oggi è del 19%. Espansioni della mandria previste in Spagna, Polonia, Ungheria e Bulgaria grazie ai sussidi UE. Fonte: Elaborazione ISMEA su dati Commissione Europea DG Agricoltura 24

25 PROSPETTIVE DI MEDIO-LUNGO PERIODO OUTLOOK DI SETTORE UE-28 Mercato carni bovine proiezioni tec tvma tvma Produzione interna lorda ,2% -0,8% Import capi vivi 1,2 0,2 0,2-16,4% -0,4% Export capi vivi 48,84 241,0 200,0 17,3% -1,8% Produzione netta ,5% -0,7% Import carne 469, ,7% 2,0% Export carne 93, ,2 11,1% -2,6% Consumo ,9% -0,6% Consumo pro-capite (kg) 12,1 10,8 10,1-1,1% -0,6% Fonte: Commissione Europea Tec= Tonnellate Equivalente Carcassa Tvma: tasso di variazione medio annuo 25

26 LO SCENARIO MONDIALE La produzione mondiale di carne bovina è prevista in crescita nel 2018 del 4,5% : tra il 2015 ed il 2017 è stata mediamente di 68,4 milioni di tonnellate. Gli incrementi saranno da ascriversi a Stati Uniti, Argentina, Brasile, ma anche Asia USA - aumento della produzione e dell'export (nel 2022 dovrebbe detenere una quota superiore al 14% del mercato mondiale), soprattutto verso Canada e Messico. Produzioni previste in aumento (+9% nel 2026) Sud America - Brasile: leader mondiale, nel 2022 deterrà una quota superiore al 17% delle esportazioni grazie a un aumento della produzione e alla competitività di prezzo. Maggiori flussi esportativi verso l Asia, ma anche leggera ripresa dei consumi interni in concomitanza della ripresa economica. Aumentate le forniture alla Russia dopo l embargo. - Argentina: crescita dell export grazie alla rimozione di barriere tariffarie e liberalizzazione degli scambi. Oceania Offerta influenzata dal clima e dall'andamento del mercato del latte - Australia, primo fornitore del mercato cinese, nel 2022 dovrebbe detenere una quota pari a circa il 15% dell'export mondiale di carne bovina. Produzioni previste in aumento (+12% nel 2026) Unione Europea Secondo produttore mondiale, l'ue continua a registrare una contrazione del numero degli allevamenti da carne e della produzione a causa della stagnazione del consumo interno. In calo anche gli scambi di animali vivi e carni. Nel 2026 la produzione dovrebbe registrare un calo del 7% arrivando a 7,6 mln di tonnellate a causa della debolezza della domanda e dei poco competitivi costi di produzione. Asia - India: previsti aumenti nella produzione e nel consumo, nel 2026 potrebbe detenere il 15% dell'export mondiale. (soprattutto Sud est asiatico e paesi arabi). - Cina: crescita dei consumi del 22% nel 2025 e forte aumento dell'import - Russia: produzione in forte aumento (+13% al 2026). Importazioni in netta contrazione Fonte: OECD-FAO Produzione in contrazione Produzione in crescita 10

27 CONSUMI DI CARNE PRO-CAPITE NEL MONDO Il titolo di più grandi consumatori di carne appartiene agli australiani. Gli abitanti di questo paese mangiano in media 90,2 kg di carne all'anno. L'Unione europea si classifica al decimo posto, con 64,8 kg di consumo annuo. I residenti di Bangladesh, India ed Etiopia sono agli ultimi posti per quanto riguarda la quantità di carne sulle loro tavole rispettivamente 3,3 kg, 3,3 kg e 4,1 kg. 27

28 6. ANALISI SWOT

29 PUNTI DIFORZA E DEBOLEZZA DELLA FILIERA elevato know how negli allevamenti intensivi del Nord Italia specializzati nell ingrasso di vitelloni di razze francesi forte caratterizzazione e tipicità di alcune realtà produttive nel Centro Italia (circuito IGP) con sbocchi commerciali consolidati ruolo strategico dell allevamento per l attivazione di indotto a monte (industria mangimistica) e a valle (macelli) della filiera attitudine alla valorizzazione delle aree svantaggiate, in particolare nel caso di allevamenti della linea vaccavitello incentrati sulle razze autoctone elevato livello di specializzazione della fase industriale e impiego di tecnologie avanzate nel trattamento dei tagli e dei semilavorati carnei integrazione verticale dell industria di macellazione e lavorazione immagine consolidata del prodotto carne italiana, cui si attribuiscono elevati standard di qualità, tracciabilità e salubrità sostanziale tenuta della distribuzione tradizionale (macellerie), grazie al rapporto di fiducia e prossimità nei confronti del consumatore ridotta dimensione degli allevamenti, soprattutto nelle aree marginali presenza di vincoli legislativi restrittivi (benessere degli animali, gestione dei reflui e nitrati) con impatto negativo sui costi e sulla gestione economico-finanziaria degli allevamenti scarso ricambio generazionale nella conduzione delle aziende agricole elevata frammentazione delle strutture di macellazione, soprattutto nelle aree meno vocate, con conseguente sottodimensionamento della capacità produttiva lontananza dai circuiti distributivi moderni, assenza di servizi di conservazione scarso livello organizzativo nella concentrazione dell offerta (soprattutto al Sud) e scarso potere contrattuale nei confronti della DM insufficiente politica di differenziazione, carenza di marchi riconoscibili e azioni di comunicazione, soprattutto nei canali di vendita della DM dove è molto presente la carne di provenienza estera 10

30 PUNTI DIFORZA E DEBOLEZZA DELLA FILIERA sviluppo di filiere incentrate su sistemi di qualità certificati, volti a differenziare il prodotto soprattutto rispetto alla carne di importazione espansione del mercato di alta fascia per le carni di qualità e garantite incentivi allo sviluppo della linea-vacca vitello, anche attraverso sinergie con la filiera latte, per la produzione di ristalli nazionali e la salvaguardia delle razze autoctone sostegno alla diversificazione del reddito degli allevatori attraverso risorse PSR (produzione di energie rinnovabili, vendita diretta, fattorie didattiche, ecc.) integrazione orizzontale di filiera (associazioni/organizzazioni di allevatori) finalizzata al rafforzamento del potere contrattuale, sia nella fase a monte (fornitori di ristalli) che a valle (rapporti con la GDO), anche attraverso gli strumenti dei PSR e i contratti di filiera campagne di comunicazione a sostegno del consumo di carne attraverso la valorizzazione del prodotto (origine locale, salubrità, sicurezza, benessere animale) e la maggiore riconoscibilità del marchio IGP ricerca scientifica e innovazione, finalizzate al miglioramento genetico (maggiore resa alla macellazione razze autoctone e degli incroci) e della qualità della carne ottenuta, nonché alla valorizzazione degli scarti di macellazione affermazione di modelli di consumo, che per motivi etico, religiosi e/o di salute sono orientati a ridurre o eliminare la carne dalla dieta (vegetarianismo, veganismo) crescente concorrenza internazionale, da parte sia dei paesi UE (ad es. Polonia) sia dei paesi del Mercosur fallimento del trattato di libero scambio Usa-Ue (TTIP) volatilità dei prezzi, soprattutto con riferimento agli input produttivi (mangimi e prodotti energetici) riduzione del sostegno al settore (revisione della PAC) delocalizzazione della produzione di tagli e semilavorati in altri Paesi riduzione della risorse finanziarie destinate alla ricerca scientifica 2610

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