Le dinamiche recenti nel comparto delle carni

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1 numero capi Le dinamiche recenti nel comparto delle carni Ancora incertezze sul mercato Meno ristalli quindi meno carne ingrassata in Italia nei prossimi mesi Malgrado i dati sui consumi interni fino al mese di settembre indichino una tenuta della domanda, sono comunque ancora molte le incertezze sul mercato delle carni, prima fra tutte quella della concorrenza estera a seguito delle maggiori disponibilità in ambito europeo. Nella prima metà del 2018, in tutto il Nord Europa si è registrato un anomalo andamento climatico che ha compromesso i pascoli e le scorte di foraggi: prima un lungo inverno e dopo una estate siccitosa hanno penalizzato i principali paesi produttori, soprattutto Irlanda, Germania, Inghilterra e Francia. L aumento dei costi di produzione ha spinto ad un maggior ricorso alle macellazioni. Le produzioni europee in aumento e il blocco delle esportazioni verso la Turchia e gli altri bacini del Mediterraneo hanno provocato un esubero di offerta in molti Stati Membri. Ne è scaturita una concentrazione d offerta (vedi paragrafo offerta europea) con inevitabili effetti negativi sui prezzi di vendita. Le carni europee di bovino adulto hanno ridotto i propri valori rivelandosi decisamente più competitive rispetto alla produzione nazionale e nel mese di luglio le importazioni di carne bovina fresca hanno registrato -dopo sei mesi di flessione- un incremento del 9% rispetto a luglio 2017, confermando i timori degli ingrassatori, che già da mesi avevano rallentato le operazioni di ristallo. Nelle stalle nazionali le operazioni di ristallo sono continuate durante tutta l estate a ritmi rallentati e con una evidente cautela. I capi importati dall estero per l ingrasso, (che rappresentano quasi il 9 dell offerta di vitelloni al macello) nei primi otto mesi del 2018 sono stati -secondo i dati provvisori Istat- il 7% in meno rispetto all scorso anno. In particolare, focalizzando l attenzione sui soli vitelli da ingrasso, sarebbero stati introdotti nelle nostre stalle circa 26 mila broutards in meno. Di minore entità la flessione delle importazioni di bovini vivi registrata da Anagrafe Nazionale (-0,9%), nel dato sono compresi però che vengono avviati al macello senza ulteriore fase di ingrasso. Inoltre va ricordato che in Veneto, principale regione dedita all ingrasso bovino, è in atto una sperimentazione che ha come obiettivo la produzione di carne 10 italiana, attraverso un alleanza tra allevatori di bovini da carne e allevatori di bovine da latte, finalizzata a ridurre la dipendenza dall estero, (uso del seme sessato), pertanto una parte dei ristalli si sta effettuando con vitelli nati in Italia Italia - Importazioni mensili di bovini da allevamento Calano le importazioni di carne fresca ma aumentano quelle di carne congelata gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat 1

2 I dati cumulati dell import di carne bovina totale (fresca + congelata) dei primi otto mesi 2018 segnavano comunque un incremento già del 2,7% dei volumi, da ascriversi al maggior arrivo di carne congelata (+24,6%) solo in parte compensata da un contenimento della fresca (-1,3%). In termini di spesa le importazioni di carni bovine crescono del 2,9% e in questo caso anche per la voce fresche e refrigerate il trend è in crescita dello 0,9% malgrado la flessione dei volumi, proprio perché vista l ampia disponibilità di carne di bovino adulto nazionale, ad essere importati sono stati tagli di maggior pregio. 300,00 Import nazionale di carni bovine (volumi) Periodo cumulato gennaio agosto - (000 t.e.c.) 250,00 43,56 42,03 52,21 200,00 150,00 100,00 233,93 227,39 224,53 50,00 0, fresche congelate Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat Interessante notare alcune variazioni nel quadro dei fornitori a favore delle imporazioni dei tagli pregiati piuttosto che per le mezzene, per le quali poteva essere interessante il fattore prezzo: tra i top ten Paesi fornitori i trend sono diversificati, risultano in aumento i volumi in arrivo di carne Irlandese, Danese, Argentina e Francese, tutte con elevati prezzi all import (proprio queste sono infatti particolarmente apprezzate presso i canali ristorazione specializzati in carne), mentre sono in contenimento gli arrivi di carni da Polonia, Paesi Bassi, Germania, (che rimangono tuttavia da soli fornitori di quasi la metà delle carni importate). Evidente dinamicità si registra oltre che per l Argentina, anche per Stati Uniti (+27%), e Australia (+64%). Italia - Trend 18/17* dei top ten fornitori carni bovine fresche (t.e.c.) % % % -8% 2-3% % 29% 0 *Periodo gennaio-luglio Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat 2

3 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 bovine fresche- Prezzi medi all'import applicati dai Paesi fornitori (Euro/Kg) 5,2 4,9 3,9 5,6 7,7 4,7 4,6 5,7 4,4 6,3 9,1 10,1 9,9 7,0 Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Eurostat Produzione UE: l aumento dei costi di alimentazione incentiva le macellazioni Nei primi sette mesi del 2018, in Europa, la produzione di carne -secondo i dati di macellazione dei singoli Paesi Membri- risulta in aumento rispetto allo scorso anno del 2,3% grazie agli incrementi registrati in tutti i principali Paesi. In particolar modo continua a crescere la produzione di Polonia, Francia e Regno Unito. Paesi Bassi Polonia Irlanda Spagna Italia Regno Unito Germania Francia Macellazioni in alcuni Paesi UE - t.e.c. - var. 2018/17 1,8% 5,4% 1,9% 2, 4, 2,6% 0, 2,5% gen-lug 2018 gen-lug 2017 Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Eurostat Anche in Italia la produzione è in aumento (+4% i volumi comunicati ad Eurostat nei primi 7 mesi) e a giudicare dai dati sembra che a contribuire siano stati soprattutto i capi del circuito latte. Conferma viene dai dati di macellazione dell Anagrafe Nazionale Bovina, secondo cui maggiori incrementi si sono avuti per le femmine sotto i 24 mesi e per le vacche, mentre la minor disponibilità di vitelloni negli allevamenti si ritrova nella flessione delle macellazioni di questi; nei primi otto mesi del 2018 le macellazioni di vacche e femmine sotto i 24 mesi (in n capi) hanno superato quelle di vitelli e vitelloni. 3

4 Macellazioni nazionali: numero di capi per categoria - Maschi con meno di 24 mesi periodo gennaio luglio variazione vs anno precedente Vacche 1-3 Femmine con meno di 24 mesi Vitelli 9% Fonte: elaborazioni Ismea su dati Anagrafe Nazionale Bovina In tenuta gli acquisti domestici I consumi di carne bovina fresca in ambito nazionale dichiarati dalle famiglie del Panel Consumer di Nielsen, fanno emergere per il periodo cumulato gennaio settembre 2018 un incremento dello 0,4% dei volumi acquistati rispetto allo scorso anno, in corrispondenza di un aumento ben più consistente livello di spesa: +3, da ascriversi al generale aumento dei prezzi medi. In otto mesi sono state vendute, esclusivamente per uso domestico, oltre 565 mila tonnellate di carne di cui oltre 200 mila di carne bovina (35% del totale). La spesa complessiva per l acquisto di carni nei primi otto mesi ha superato i 5 miliardi, mettendo a segno un incremento del 3, rispetto alla spesa dell analogo periodo del I consumatori hanno prediletto le carni avicole (+0,4) e quelle bovine a discapito delle suine per le quali si registrano flessioni (-0,8%). Continua la lenta ed inesorabile contrazione per i consumi delle carni minori (cunicola e ovicaprina) per le quali le perdite sono costanti ed importanti (vedi grafico). Entrando nel dettaglio delle singole referenze delle carni bovine si evidenziano lievi flessioni per i tagli di bovino adulto e di vitello, ed incrementi per la categoria scottona. Altri dati interessanti sono l incremento del 1,4% delle famiglie acquirenti, l incremento del numero degli atti d acquisto (+0,8%) e soprattutto di quelli in promozione (+2,8%) che sono il 39% degli acquisti complessivi. avicole 38% Acquisti domestici carni quote volumi (2018) ovicaprine cunicole bovine 35% suine 23% 4

5 Trend dei consumi di carni nei primi otto mesi 2018 cunicole ovicaprine -7,9% -4,6% -4,4% -4,3% avicole 0,4% 4,7% suine -0,8% 1,6% bovine 0,4% 3, -1-8% -6% -4% - 4% 6% In valore In quantità Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Nielsen Consumer Panel Sempre in bilico la situazione a valle della filiera, dove si registrano lievi miglioramenti nei prezzi di vendita in allevamento accompagnati da aumenti dei prezzi dei mezzi di produzione, con un conseguente equilibrio precario dei margini di redditività. A tal proposito l analisi dei costi di produzione svolta a cadenza trimestrale negli allevamenti del Veneto e del Piemonte evidenziano nei primi due trimestri del 2018 un preoccupante annientamento del margine di redditività. Di seguito i dati medi rilevati presso le aziende venete che ingrassano razze francesi, che entrano in stalla ad un peso di circa 430 Kg e vi stazionano per circa 200 giorni. RICAVI E COSTI /Capo Al netto dell aiuto accoppiato Aziende con più di 500 capi Charolais Costi totali partita /capo 2018_trim1 2018_trim2 Ristallo 1.237, ,97 Alimentazione 394,70 413,97 Carbur./lettiere/medicinali 63,43 65,36 Altri costi 49,21 52,15 Smaltimento carcasse 1,01 1,24 Totale costi correnti 1.745, ,70 Lavoro 47,32 50,14 Costi correnti+ lavoro 1.793, ,84 Interessi e ammortamenti 66,71 69,19 Costo totale 1.859, ,02 Altre spese correnti 113,65 118,75 Ricavi totali partita /capo 2018_trim1 2018_trim2 Costo totale 1.859, ,02 Ricavo 1.849, ,52 Margine sui costi correnti 104,10 32,83 Margine operativo lordo 56,78-17,32 Profitto/perdita -9,93-86,50 I prezzi in 5

6 Euro/Kg allevamento perdono quota dopo l estate I prezzi di vendita dei capi in allevamento, che nella prima parte dell anno erano superiori a quelli del 2017, non mostrano negli ultimi mesi dell anno le performance attese. Di seguito una sintesi degli andamenti dei prezzi medi nei mesi con il trend su base annua, da cui emerge, nel periodo post estate, un assottigliamento delle performance nella fase all origine e un generalizzato peggioramento della flessione nella fase uscita dal macello, determinata, come precedentemente evidenziato, dalla pressione esercitata dalla concorrenza delle carni estere. 1,4 1,3 1,2 1,1 1 0,9 0,8 0,7 0,6 Prezzi in allevamento delle vacche da macello (Euro/Kg peso vivo) 19% 16% 16% 17% 17% 17% 1,2 13% 8% 4% 2 16% 1 6% Prezzi in allevamento dei vitelli da macello (Euro/Kg peso vivo) 3,90 3,80 3,70 3,60 3,50 3,77 5% 4% 3% 6

7 Prezzi in allevamento dei vitelloni da macello ( /kg peso vivo) 2,45 2,40 2,35 2,30 2,25 2,20 2,15 4% 3% 5, 4, 3, 2, 1, 0, 7,50 Prezzi carni di vitello (Euro/Kg) 7,00-6,50 6,00 5,50-3% -3% % -4% -4% -4% -5% -6% 6,22-4% -6% -8% Prezzi carni di vitellone 5,60 5,40 (Euro/Kg) 4% 5,20 5,00 4,80 4, % -4% 4, % -6% 7

8 ago-16 set-16 ott-16 nov-16 dic-16 gen-17 feb-17 mar-17 apr-17 mag-17 giu-17 lug-17 ago-17 set-17 ott-17 nov-17 dic-17 gen-18 feb-18 mar-18 apr-18 mag-18 giu-18 lug-18 ago-18 Prezzi carni di bovino adulto (Euro/Kg) 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2, % 8% 7% 7% 7% -5% -4% 2,89 25% 2 15% 1 5% -5% -1 L indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione segna nei mesi estivi un ridimensionamento per i mangimi dopo una cuspide nel mese di aprile; restano elevati i prezzi dei prodotti energetici e dei capi da ristallo. Nel complesso considerando il periodo gennaio-agosto l indice dei costi risulta in aumento di 4,6 punti percentuali, incremento a cui contribuiscono tutte le voci: l alimentazione (+1) i ristalli (+) e i prodotti energetici (+8,5%) Indice dei prezzi dei mezzi di produzione Prospettive nel quadro europeo Animali da allevamento Mangimi Prodotti energetici Secondo quanto evidenziato nell Outlook della Commissione Europea, dopo la ricapitalizzazione della mandria da latte negli anni , con il conseguente decremento dell offerta di carne bovina, la produzione Europea si è stabilizzata nel 2017, ma tornerà ad avere una nuova tendenza flessiva dal 2018 al 2030 per via della minor 8

9 domanda interna e della riduzione delle mandrie per rispettare gli obiettivi ambientali in termini di riduzione emissioni di gas serra. Come nel caso del latte e dei prodotti lattiero-caseari, il mercato europeo delle carni sarà sostenuto da una maggiore domanda globale fino al Questo, a sua volta, dovrebbe portare a maggiori esportazioni: da 4,35 mt nel 2017 a 4,7 mt nel Questo aumento rispecchia il consumo mondiale di carne, che dovrebbe crescere in media dell all anno che corrisponderà a un +14% tra il 2017 e il Nonostante il previsto aumento globale, il consumo europeo di carne si sta stabilizzando, per cui si prevede nel prossimo decennio una diminuzione del consumo di carne, compensato in parte da un maggiore uso di prodotti a base di carne come ingredienti negli alimenti trasformati. Secondo il rapporto della Commissione Europea, il 9 della produzione totale di carne nell UE sarà destinato al consumo interno fino al 2030, quando la produzione totale dovrebbe salire a circa 47,5 milioni di tonnellate, di cui 44,1 milioni destinati al mercato europeo. La produzione di carne bovina dovrebbe stabilizzarsi nel 2017, ma tornerà ad avere una tendenza al ribasso per il resto del periodo, scendendo a 7,5 mt nel 2030, rispetto agli 8,1 mt del La minore domanda interna e il calo del numero di animali saranno i principali fattori che causeranno questa caduta. Le previsioni per l Europa riguardo la presenza di vacche nutrici è tuttavia stimata in aumento nel 2030, soprattutto per l apporto di Polonia, Ungheria e Bulgaria, paesi in cui già negli ultimi anni si sta registrando un trend positivo per la presenza di vacche nutrici. Anche per l Italia, le previsioni inviate alla Commissione Europea per il lungo termine indicano un trend crescente, probabilmente ci si aspetta un positivo riscontro alla politica dell aiuto accoppiato e al tentativo di produrre bovini da carne 10 italiani, ma al momento, sui dati statistici nazionali, non sono ancora evidenti i segnali di crescita ,00 Patrimonio vacche nutrici nei principali Paesi Europei 3.000, , ,00 0,00 Belgium Germany Ireland Spain France Italy Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Unità Operativa Studi e Analisi Responsabile: Antonella Finizia Redazione a cura di: Paola Parmigiani 9

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