IL RECLUTAMENTO: IL RUOLO DELL ALLENATORE-FORMATORE

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1 Corso Allievi Allenatori - Mestre 11 dicembre 2007 TEORIA DELL' ALLENAMENTO Lezione 3B : IL RECLUTAMENTO: ORGANIZZAZIONE, PIANIFICAZIONE, INIZIATIVE IL RUOLO DELL ALLENATORE-FORMATORE dr. Alfio Checchin psicologo 1

2 (Amatoriale Professionistica) SOCIETA SPORTIVA è M/F lavora/studia ha famiglia ha una certa età ha una sua cultura GENITORI ALLENATORE ATLETA maschio femmina TIPO DI SPORT GRUPPO Problematiche familiari (6 anni 46 anni) 2

3 altra lettura con tante altre frecce da aggiungere genitori ATLETi tecnici Società Sportiva GIOCO SPORT sponsor RUOLI ASPETTATIVE? DIALOGO? 3

4 NERUDA : il bambino che non gioca non è un bambino, ma l adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che c è dentro di sè DEBESSE : comportamento che si incontra nell uomo in ogni età GIOCO PIAGET : funzione centrale nello sviluppo della sfera cognitiva e affettiva della personalità è un'attività ricreativa che coinvolge una o più persone (i giocatori) il GIOCO è necessario per crescere 4

5 SPORT qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo; 1. l espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, 2. lo sviluppo delle relazioni sociali 3. l ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli 5 Carta Europea dello Sport (Consiglio d Europa, Rodi 1992)

6 Definizione di ALLENAMENTO (da Vittori, 1980) : Processo PEDAGOGICO-EDUCATIVO complesso che si concretizza nell organizzazione dell esercizio fisico, ripetuto in quantità e con intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti, che stimolino i processi fisiologici di supercompensazione dell organismo e favoriscano l aumento delle capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell atleta al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara 6

7 CORSI DI AVVIAMENTO ALLO SPORT un qualcosa che è bello fare, di divertente Il CONI prevede, per i bambini/e tra i 5 ei 7 anni, che l attività sportiva sia orientata a fini fisico-formativi : 1. Il fattore auxologico 2. Il fattore psicologico-sociale 3. La strutturazione delle attività basilari di moto 4. Le modalità di apprendimento. 7

8 1. Il fattore auxologico Tra i 5 e i 6 anni nel bambino c è il primo allungamento, ( lo scheletro aumenta di peso, le leve ossee si allungano, ) Dai 7 anni incrementa la capacità respiratoria, Dagli 8 anni c è un certo aumento della massa e della forza muscolare, 2. Il fattore psicologico-sociale vi sono sensibili differenze fra queste età: A 5 anni il bambino risente ancora del processo di identificazione con il genitore dello stesso sesso; il gioco è caratterizzato da continui litigi ed aggressioni fisiche... Dai 6 anni, invece, cominciano ad esserci notevoli progressi nell acquisizione della consapevolezza del proprio corpo e della propria psiche A 7 anni si manifesta un notevole interesse per il proprio corpo e si diverte ad esplorarne le caratteristiche e le capacità. La sua capacità di socializzazione aumenta Verso gli 8 anni aumenta il bisogno, da parte del bambino, di autorealizzarsi 3. La strutturazione delle attività basilari di moto Lateralizzazione, schema corporeo, organizzazione spazio-temporale, sono i presupposti ed il risultato della maturazione del bambino 4. Le modalità di apprendimento A partire dai 5 anni l apprendimento motorio deve avvenire per gradi e favorendo l espressione spontanea ed individuale, in forma gioiosa e ludica; i bambini imparano dai propri errori, quindi non solo apprendimento motorio per imitazione 8

9 GIOCO-SPORT: MINIVOLLEY Secondo la FIPAV possono praticare il minivolley gli atleti/e di 6-12 anni suddivisi in 4 livelli Micro o palla rilanciata (misto) 6-7 anni 1 livello (misto) 8-9 anni 2 livello (maschile, femminile e misto) anni 3 livello (maschile, femminile e misto) 12 anni 9

10 giocosport MINIVOLLEY pallavolo per adulti ridimensionata per bambini, un giocosport che si deve adeguare al livello psicologico, motivazionale e di pensiero del bambino un gioco fatto di ALLEGRIA, CREATIVITÀ, LIBERTÀ di azione, movimento e di espressione 10

11 Allenamento di costruzione (12/13-16/17 anni) Specializzazione nella quale si sviluppano la condizione specifica, il repertorio tecnico specifico e la tattica di base, attraverso esercitazioni in prevalenza speciali Allenamento di alto livello (17/18 anni ) Ottimizzazione per ottenere la massima forma sportiva, il massimo rendimento agonistico 11

12 I Ruoli : ALLENATORE Deve allenare un atleta e/o una squadra cioè EDUCARE E anche un protagonista SOCIETA SPORTIVA Deve coordinare, motivare, informare GENITORI Devono sostenere ATLETA E il protagonista principale 12

13 L allenatore e il reclutamento Individua allievi, gruppi sportivi scolastici, amanti della pallavolo Suscita interesse e accende la motivazione Organizza gruppi omogenei Pianifica il lavoro Crea senso di appartenenza al movimento e alla Società Sportiva (anche al fine di limitare il drop out ) 13

14 SI LAVORA SULLE EMOZIONI E Non è per niente facile... 14

15 skill dell allenatore : METODOLOGIA E ABILITA DIDATTICHE LEADERSHIP CAPACITA DI COMUNICAZIONE RELAZIONI DI SQUADRA E/O SINGOLI ATLETI GESTIONE INSICUREZZA PERSONALITA GESTIONE DELLO STRESS E DELL ANSIA PERSONALE 15

16 La COMUNICAZIONE : È un processo di trasmissione di informazioni fra 2 o più soggetti. Il PROCESSO si svolge in questo modo: EMITTENTE Processo di strutturazione del messaggio Processo di decodifica del messaggio RICEVENTE messaggio messaggio RICEVENTE Processo di decodifica del messaggio Processo di strutturazione del messaggio EMITTENTE (FEED-BACK tra EMITTENTE e RICEVENTE) 16

17 skill dell allenatore : CAPACITA DI COMUNICAZIONE COMUNICANDO i soggetti, interagendo, creano: # una RELAZIONE # una serie di SIGNIFICATI Pertanto ogni COMUNICAZIONE presenta 2 aspetti: # come lo dico (relazione) # cosa dico (contenuto) I CANALI della COMUNICAZIONE : VERBALE VOCALE NON VERBALE utilizza il linguaggio verbale per trasmettere il contenuto informativo è prevalentemente consapevole e controllabile il coach dà consigli tecnici/tattici veicola significati aggiuntivi che integrano quelli espressi a parole è relativamente consapevole e controllabile il coach usa un tono particolare di voce utilizza il corpo come canale di trasmissione è difficilmente consapevole e controllabile il coach gesticola in un certo modo verso un atleta 17

18 Durante la comunicazione il messaggio mediamente si suddivide in: Quindi gran parte della comunicazione avviene non verbalmente. 18

19 PIANO DEL CONTENUTO Se si vuole essere convincenti i due piani devono essere congruenti PIANO DELLE RELAZIONI Esempio: Informare di una situazione pericolosa ridendo: dire Mi dispiace con il sorriso sulle labbra dire Mi sto divertendo in tono grave 19

20 La comunicazione assertiva "l'assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell'ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni negative". (Libet e Lewinsohn) Si ha in presenza di: Un comportamento partecipe attivo e non "reattivo" Un atteggiamento responsabile, caratterizzato da piena fiducia in sé e negli altri Una piena e completa manifestazione di se stessi, funzionale all'affermazione dei propri diritti senza la negazione di quelli altrui e senza ansie o sensi di colpa Un atteggiamento non censorio avulso dall'uso di etichette, stereotipi e pregiudizi Una capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara e diretta ma non minacciosa o aggressiva. 20

21 I messaggi verbali che un allenatore invia ai propri atleti devono : essere diretti, completi e specifici essere espressi in maniera coerente e personale saper mantenere separati i fatti dalle opinioni focalizzarsi su 1 obiettivo alla volta non avere significati nascosti incoraggiare rilevare l errore essere appropriati al livello di chi li riceve, cioè rapportati all età, al sesso, al momento (fisico, emotivo, relazionale), al contesto 21

22 In relazione alla gestione di atleti, occorre definire il punto di riferimento comune. Cioè parlare la stessa lingua, usare lo stesso metro di misura, in modo tale da CAPIRSI, da comprendere cosa e perché ci si vuole comunicare Questo è decisivo per stabilire gli obiettivi comuni, e per poter poi valutarli sia per l allenatore che per l atleta Quindi una volta definiti assieme quali sono i riferimenti si può cominciare a parlare di QUALITA di una squadra Devono essere definiti assieme, ognuno con i propri ruoli e pesi, per fare in modo che l esigenza di raggiungere gli obiettivi sia effettivamente di tutta la squadra e non imposta dall allenatore. 22

23 L allenatore deve fissare prima con la società e poi con l atleta/squadra gli obiettivi, che devono essere: Definiti in positivo descrivendo ciò che si desidera come qualcosa a cui tendere e non da cui allontanarsi esempio: non "Voglio smettere di essere ansioso ed agitato", bensì "Voglio imparare ad essere tranquillo e determinato" Verificabili "Come saprò di aver raggiunto il mio obiettivo, come lo sapranno gli altri?" Specificati rispetto a : chi, come, quando, dove, perché quali sono le persone, gli strumenti, i mezzi, i tempi, i luoghi e le motivazioni coinvolte nel progetto Ecologici l'obiettivo scelto dall'atleta sarà accettato dalle persone per lui significative? Gli procurerà dei vantaggi? 23

24 Decaloghi utili CARTA DEI DIRITTI DEL BAMBINO NELLO SPORT 1- DIRITTO di divertirsi e di giocare come un bambino 2- DIRITTO di fare dello sport 3- DIRITTO di beneficiare di un ambiente sano 4- DIRITTO di essere trattato con dignità 5- DIRITTO di essere allenato e circondato da persone qualificate 6- DIRITTO di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi 7- DIRITTO di misurarsi con giovani che abbiano la stessa % di successo 8- DIRITTO di partecipare a gare adeguate 9- DIRITTO di praticare il suo sport nella massima sicurezza 10- DIRITTO di avere tempi di riposo 11- DIRITTO di non essere un campione 24

25 Decaloghi utili per l allenatore - L'Allenatore-educatore sa, sa essere, sa fare, sa far fare, - Sa dialogare e instaurare nel gruppo validi rapporti interpersonali, - Considera le difficoltà come problemi risolvibili, non come difetti da punire, - Sa vivere in mezzo ai ragazzi ed aiuta lo sviluppo psicofisico degli stessi, - Sa fare autocritica, - L'Allenatore è educatore in campo, in tribuna, negli spogliatoi. Negli spogliatoi: - Controlla se i ragazzi si rispettano, se sono ordinati, - Consiglia l'abbigliamento da indossare, a seconda se in palestra fa + o - freddo, - E' disponibile a suggerire indicazioni di igiene personale, - Spiega l'importanza di portare le ciabatte e non camminare a piedi scalzi negli spogliatoi, nonché di fare la doccia dopo ogni allenamento, In campo: - E' sereno e tranquillo e comunica in termini "positivi", - Considera chi è in panchina alla stregua di chi è in campo, - La sostituzione è un cambio di atleti che si svolge in allegria e non per punizione, - Considera l'arbitro come un collega che educa al rispetto delle norme di gioco, - Definisce la vittoria come un premio per tutti, mentre la sconfitta è considerata uno stimolo per migliorarsi durante gli allenamenti successivi, 25

26 In conclusione : Errare èumano dare la colpa ad un altro anche!! ma insistendo caparbiamente si ottengono risultati strabilianti 26

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