CINEMA E FORMAZIONE IL CINEMA CHE STA NEL MONDO CHE STA NEL CINEMA
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- Giulietta Celia Brescia
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1 CINEMA E FORMAZIONE IL CINEMA CHE STA NEL MONDO CHE STA NEL CINEMA appunti sul convegno tenutosi a Milano, Università degli studi Bicocca, il 17 e 18 ottobre 2003 venerdì 17 Intervento di Gianni Canova, Direttore di DUEL, Docente di cinematografia IULM, Milano: Il cinema è una finestra per guardare il mondo: durante tutto il secolo scorso ha contribuito alla negoziazione fra noi e la realtà esterna, è quindi un complemento oggetto. In particolare, in questa nostra società dell immagine il cinema contribuisce al sensemaking, ossia aiuta l uomo a produrre il senso delle cose a partire dalla loro immagine. L immagine è quindi l unica forma di socialità che ci rimane, in quanto l uomo moderno non ha più bisogno di cose, ma di immagini. Il cinema è quindi una traccia, un impronta del mondo in cui viviamo. Ormai però il visibile è saturo, al cinema non resta quindi che occuparsi del non visibile, in quanto dispositivo visivo capace di dare un effetto di realtà alle immagini trasmesse. La formazione che utilizza il cinema deve allora fare attenzione al contesto, in quanto le immagini da sole non sono più in grado di dare significato, è necessario spingersi nel fuori campo. Intervento di Angelo M. Franza, Università di Bologna: Il cinema è un simulacro che supera la morte: le sue immagini sono fisse, condannate alla ciclicità e all eterna ripetizione. Inoltre il tempo del cinema è un tempo speciale, diverso da quello della storia: in questo è simile al tempo della letteratura in quanto come essa spesso anticipa la storia. Per parlare del rapporto fra cinema e formazione, bisogna innanzitutto vedere il formatore come portatore non tanto del know how ma soprattutto del know why. Il formatore infatti deve chiedersi perché lui vede quel film in quel determinato modo, capire quali categorie di pensiero, quali percezioni lo spingono a vedere il film così. In questo senso deve cercare di costruire dei ponti fra la realtà ed il cinema, cercando il Action Learning Srl via Isonzo 21 Usmate Velate tel
2 collegamento fra lo sguardo che usa per vedere il film e lo sguardo che usa per attribuire significato al mondo. Inoltre il formatore deve fare del cinema un uso performativo e perlocutorio, ossia andare al di là di quello che subito appare, al di là delle semplici emozioni: deve cercare di smontare il film attraverso i propri costrutti semantici. Deve quindi arrivare a trasformare il film per riuscire a collegarlo con le proprie esperienze personali e professionali. In ultimo deve fare attenzione al fatto che ogni film è portatore di n mondi, tanti almeno quanti sono gli spettatori. Intervento di Giorgio Grossi, docente di sociologia presso l Università di Milano-Bicocca: L intervento utilizza un approccio sociologico, mira cioè ad analizzare il rapporto fra cinema e cultura. Il cinema, nel corso del 900, è passato da una dimensione collettiva ad una individuale. Negli anni 30,il cinema era il dispositivo formativo per eccellenza, in quanto, senza la televisione, tutti andavano al cinema, era quindi produttore di una cultura di massa. Adesso il cinema ha una funzione più marginale ed è molto legato all età giovanile. Ha principalmente una funzione esperienziale, ossia è un elemento con cui si interagisce in un esperienza di crescita individuale, ci aiuta a diventare noi stessi e a riconoscere o rifiutare una determinata realtà. In questa accezione si deve fare un uso connotativo del cinema, ossia considerarlo uno strumento in grado si produrre senso, uno strumento in gradi di aiutare l individuo a costruire il suo percorso di vita. E quindi un mezzo formativo al pari della letteratura. Intervento di Giuseppe Varchetta, già responsabile sviluppo organizzativo e risorse umane Unilever Italia, docente Università di Milano-Bicocca: Il cinema è entrato nelle aule di formazione manageriale grazie soprattutto all accresciuta disponibilità dell hardware. Dagli anni 90 in poi videocassette, videoregistratori ed in seguito DVD sono diventati sempre più diffusi e disponibili. Il formatore deve però fare molta attenzione, se decide di usare il cinema in aula, ad Action Learning Srl via Isonzo 21 Usmate Velate tel
3 avere la giusta attrezzatura, in quanto come spettatori siamo diventati molto esigenti. Per usare il cinema nella formazione aziendale bisogna avere un approccio clinico: bisogna quindi stare attenti ad instaurare una relazione significativa fra ciò che si fa vedere e la materia da trasmettere. E fondamentale inoltre essere cinefili, ossia avere un autentica passione per il cinema, in modo da trasmettere la passione ai partecipanti. In ultimo bisogna porre attenzione a due aspetti: il primo è il nesso fra vedere e conoscere, il secondo è che le immagini mentali sono prodotti della società. Sul modo di leggere le immagini e sulla loro successiva rielaborazione influiscono molto gli schemi sociali e mentali dell individuo Sabato 18: (gli interventi di questa giornata sono testimonianze di docenti e formatori che utilizzano spezzoni o blob per la formazione: ogni relatore ha mostrato alcuni spezzoni per dimostrare e sottolineare la tesi sostenuta a parole) Intervento di Alberto Agosti docente all università di Verona e alla Scuola per Assistenti sociali: Si possono fare due utilizzi nel film in formazione: 1. un uso fenomenologico, ossia chiedere semplicemente di analizzare le sequenze in termini di gesti, dialoghi, silenzi, ecc 2. un uso valutativo, ossia spingere chi vede a ragionare su ciò che ha visto. Se si privilegia il secondo tipo di utilizzo bisogna fare attenzione alla didattica che non deve essere né troppo moralistica, né troppo convergente. Intervento di Duccio Demetrio docente all università di Milano Bicocca: Per quanto riguarda la formazione autobiografica, ossia lo scrivere di se, l uso del film porta le persone ad una maggiore riflessione su: Action Learning Srl via Isonzo 21 Usmate Velate tel
4 1. il tema della memoria 2. il rapporto con la propria invisibilità, cioè una maggiore focalizzazione sugli stili cognitivi di carattere retrospettivo. Inoltre il cinema è una metafora, quindi strumento per l apprendimento analogico. Intervento di Paolo Mottana docente all università di Milano Bicocca: Quando si usa il cinema in formazione è preferibile prima far vedere le immagini e dopo il commento. Spesso è utile privilegiare spezzoni di film in cui non ci siano parole e musica, solo immagini. L immagine da sola infatti è un invito al silenzio e quindi all ascolto, alla lentezza, a guardare le cose da un altro punto di vista. Sempre per privilegiare la scoperta di un altro punto di vista sulle cose è bene usare immagini in lentezza: lo scorrere lento delle immagini infatti consente la fissità dello sguardo. Lentezza e silenzio sono infine due capisaldi per rieducare lo sguardo, che è poi l obiettivo principale di un educazione all immagine. Intervento di G.Piero Quaglino docente all università di Torino e formatore aziendale: Utilizzando già da molto tempo gli spezzoni nelle aule di formazione manageriale, ha operato due scelte ben precise: 1. il rifiuto di usare film eroici (di guerra, di battaglie, di grandi condottieri ) per affrontare tematiche aziendali; 2. sempre far vedere prima all aula le immagini e poi suscitare un dibattito su che cosa le immagini hanno trasmesso agli spettatori /partecipanti. Solo in un secondo tempo suggerire la propria visione e a quel punto far rivedere lo spezzone. Ci sono due modalità per usare il cinema in formazione: 1 Farlo vedere come stimolo per poi riprodurre i comportamenti desiderati in aula, magari tramite altre esercitazioni; 2 Stimolare la lettura dei simboli di cui sono portatrici le immagini e quindi stimolare i partecipanti a ricercare le assonanze fra quanto visto e la vita reale. Action Learning Srl via Isonzo 21 Usmate Velate tel
5 Intervento di Massimiliano Santoro docente all IED e formatore per gli MBA: Si possono fare due utilizzi nel film in formazione: 1. usare il cinema come codice, cioè privilegiare la chiave didascalica di interpretazione delle immagini. In questo caso si privilegeranno i brevi spezzoni e si mostreranno film semplici, con un linguaggio veloce, chiaro e comprensibile a tutti. Questo modo di usare i film funziona se si vuole coinvolgere ed intrigare la platea o per stimolarla a farsi venire delle idee su di una determinata tematica. 3. C è poi un altro utilizzo, che va a toccare una dimensione più profonda, cioè tentare di suscitare emozioni attraverso l identificazione della platea con i personaggi del film. Questo è sicuramente un uso più stimolante anche per il formatore ma presenta dei rischi. Se si privilegia allora questo utilizzo bisogna stare attenti al contesto in cui si proietta il film, che non è quello di una sala cinematografica, quindi i rischi di distrazione sono maggiori, ma anche al clima che il formatore ha saputo instaurare con l aula. Per questo tipo di proiezione infatti ci deve essere un contesto di fiducia, una relazione positiva con l aula. Action Learning Srl via Isonzo 21 Usmate Velate tel
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