Un caso di buona pratica in Friuli Venezia Giulia:
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- Gianluigi Vitali
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1 EUROPA 2020 ED ENTI LOCALI: POLITICHE INTEGRATE DI WELFARE CONTRO LA POVERTA E LO SVANTAGGIO SOCIALE. 10 OTTOBRE 2014 GORIZIA Un caso di buona pratica in Friuli Venezia Giulia: LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA PER L INTEGRAZIONE E L INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE IN CONDIZIONE DI SVANTAGGIO SOCIALE E LAVORATIVO A cura di Miralda Lisetto Responsabile Ambito Distrettuale 6.1 di Sacile PN
2 Un po di storia L esperienza presentata trae origine da quanto introdotto alla fine degli anni 90, da professionisti (assistenti sociali ed educatori) operanti nel Servizio Sociale dei Comuni dell Ambito Distrettuale 6.5 di Pordenone. Si tratta di un modello operativo che ha inteso organizzare le risorse del servizio sociale in modo diverso da quanto fatto tradizionalmente, allo scopo di garantire che le operazioni quotidiane di presa in carico di soggetti con svantaggio sociale fossero più coerenti alla strategia di empowerment (far esprimere il potenziale di ciascuno) che ad una strategia meramente assistenziale.
3 Le applicazioni costruite, hanno riguardato prevalentemente le persone collocate nella fascia dell adultità con una condizione di generico svantaggio. Si tratta di «bussanti» che si rivolgono ai servizi soprattutto per questioni attinenti - il reddito - il lavoro
4 Presupposti e motivazioni L analisi sugli esiti del lavoro condotto fino ad allora, aveva messo in evidenza che le dimensioni di aiuto non potevano più soddisfare solo criteri di compensazione delle carenze ma dovevano consentire di potenziare maggiormente le risorse e le abilità di ciascuno, allo scopo di portare le persone che interrogavano i servizi, ad essere più capaci di convertire le proprie risorse in benessere, di autopromuoversi e di costruire un proprio progetto di vita.
5 La scommessa implicita, chiamava in causa la riduzione del rischio di derive assistenzialistiche che appariva evidente soprattutto in questa fascia di utenza. In un momento storico in cui la flessibilità del lavoro, di fatto trasferisce sulle persone il compito di mantenere quella continuità in termini tanto di accesso e riproduzione delle risorse che di corsi di azione e strategie (Meo) che veniva assicurata dal lavoro, secondo il modello industriale, è parso cruciale l impegno dei servizi a lavorare in modo più spinto per rendere le persone più capaci.
6 Queste capacità, si è visto, possono essere correlate in parte a condizioni sociali (capability) che l intervento pubblico è in grado di modificare ed in parte agendo sull individuo (funzionamenti). L acuirsi del fenomeno della povertà anche nel territorio considerato, indotto dalla crisi economica, ha condotto in seguito, tutti i servizi della provincia di Pordenone a confrontarsi sul significato di povertà e sulle teorie e strategie adottate dalle politiche pubbliche per affrontarla
7 Andamento della domanda dell area adulti in uno degli ambiti della provincia di Pordenone (ambito 6.1 Sacile)
8 Dalla sperimentalita al progetto Con la programmazione sociale tutti servizi sociali degli Ambiti del territorio della provincia di Pordenone hanno condiviso l opportunità di lavorare congiuntamente per due obiettivi: 1) non deprimere le capacitazioni delle fasce più deboli della popolazione (politiche redistributive) Con misure di sostegno al reddito pubbliche e private 2) sviluppare nuove capacitazioni congruenti alle nuove domande dell ambiente,( revisione e aggiornamento dei servizi) soprattutto nell area della finanza familiare e del lavoro.
9 Nel primo caso i territori si sono attivati per mantenere gli standard di intervento garantiti fino ad allora dalla parte pubblica e al contempo hanno stimolato la messa in rete di risorse aggiuntive del privato nel campo dei riuso, nel campo dell approvvigionamento alimentare, nello sviluppo degli orti sociali, sollecitando un welfare di tipo comunitario. Nel secondo hanno stimolato lo sviluppo di una rete nuova di servizi con i soggetti istituzionali preposti alle politiche dell orientamento, della formazione e del lavoro, sollecitando delle trasformazioni istituzionali.
10 L innovazione di sistema Equipe ambito 6.1 Equipe ambito 6.2 Equipe ambito 6.3 Equipe ambito 6.4 Equipe ambito 6.5 Sistema assunto con Accordo di Programma dei Piani di Zona per tutto il territorio della provincia di Pordenone
11 Le equipe Hanno compiti di valutazione e di progettazione nell area dello svantaggio socio-lavorativo. Sono operative dal 2013 presso ciascun Ambito- Distrettuale ed hanno delle componenti fisse: Servizio Sociale dei Comuni Coordinamento equipe Centro di Orientamento Regionale Centri per l Impiego
12 Strumenti e profilatura delle persone svantaggiate Vengono utilizzati: 1) una scheda di presentazione che narra la storia personale e lavorativa; 2) due strumenti sperimentali di valutazione che consentono di profilare le persone rispetto al loro grado di occupabilità (64 quesiti che consentono di attribuire un punteggio ad ogni persona valutata); 3) una griglia di raccolta dati delle persone gestite dalle singole equipe 4) la Provincia di Pordenone si è fatta carico di formare il personale e di informatizzare il processo sopra descritto (strumenti, flussi, )
13 Mappa concettuale dello svantaggio Il punteggio e la valutazione così costruiti consentono di sviluppare una mappa concettuale dinamica dello svantaggio che lo articola e lo scompone in modo dettagliato: OCCUPABILITÀ VULNERABILITÀ TRANSITORIA Obiettivo generale : autonomia ORIENTAMENTO (non per tutti) AVVIABILI AL SISTEMA DELLE POLITICHE ATTIVE del LAVORO (valutare incentivazioni di legge all assunzione) FRAGILITÀ Obiettivo generale: autonomia AVVIABILI A FORMAZIONE QUALIFICANTE previo sostegno psicosociale Successivamente al SISTEMA DELLE POLITICHE ATTIVE del LAVORO SVANTAGGIO LIEVE Obiettivo generale: autonomia possibile, a determinate condizioni ATTIVAZIONI DI PERCORSI DI SVILUPPO ALMENO BIENNALI Seguiti da FORMAZIONE QUALIFICANTE Successivamente : politiche attive del lavoro o cooperazione sociale SVANTAGGIO COMPLESSO Obiettivo generale: diminuzione del disagio e stabilizzazione in contesti socio occupazionali Avviabili a COOPERAZIONE SOCIALE di TIPO B >>>>>>>>>>>>>>>>>>> GIOVANI : prolungamento dei percorsi di sviluppo per giungere a requisiti di occupabilità non protetta SVANTAGGIO CONCLAMATO Obiettivo generale: inclusione sociale con tutela della dignità di vita INTEGRAZIONE SOCIALE NON OCCUPABILITÀ AREA LAVORO AREA SOCIALE
14 Il dispositivo del progetto personalizzato Impiego nel mercato competitivo Inclusione sociale o Cittadinanza attiva Risultati attesi Impiego nella cooperazione Valutazione dell equipe territoriale Obiettivi del progetto personalizzato Altre forme sperimentali (auto-imprenditoria, microcredito, ) Domanda della persona
15 Misure ed Interventi Le misura utilizzate in modo più frequente per i progetti orientati all impiego: AREA SOCIALE AREA LAVORO misure Contributi e Crediti Borse Sociali ( Linee guida) Offerta professionale (COR/CPI) Formazione, Tirocini, work experience*, welfare to work *Si propone di riservare in quota parte lo strumento all area dello svantaggio Sportello Start-up Impresa e micro credito interventi Educazione finanziaria Osservazione abilità o accompagnamento alla costruzione di requisiti di base e propedeutici all occupabilità (formazione) Consulenza orientativa o couselling, accompagnamento percorsi formativi, laboratori Per le persone che manifestano un profilo di occupabilità favorire il contatto tra mondo del lavoro e persona costruendo competenze Orientamento e accompagnamento all avvio di impresa Sviluppo di proposte di fattorie sociali
16 Le persone dell area svantaggio Nella nostra regione le persone con svantaggio intercettate dai servizi, sono più di 3300 all anno, di cui un 31.9% provenienti dai servizi sociali, 30,7% dall area della disabilità e 37,4% dalla psichiatria e dal settore delle dipendenze. Nella provincia di Pordenone sono circa 857 di cui 369 provenienti dall area del servizio sociale. Di questi passano in ETO circa un 100 all anno stimati in base all esperienza del I anno di attività e solo un 10% di quest ultimi avranno possibilità reali di inserimento nel MdL competitivo secondo gli standard vigenti. Per gli altri saranno necessarie percorsi più lunghi s strategie di raccordo più forte tra i due sistemi. * Fonte dati: «Ricerca borse lavoro» 2013 Regione fvg
17 Riflessioni sul progetto (1/2) Vantaggi prodotti dal progetto Integrazione istituzionale ed operativa tra sistema sociale e sistema lavoro funzionali alle problematiche emergenti nei territori Omogeneizzazione e riordino di procedure, regole e strumenti/metodiin primis tra gli Ambiti e i C.P.I Facilitazione dell integrazione tra i sistemi degli Ambiti, dei Centri per l impiego e del Servizio Sanitario Aumento delle relazioni e dei collegamenti tra gli attori territoriali competenti (Camera di Commercio, Confartigianato, Cooperazione, Enti di formazione, Associazioni datoriali, Parti sindacali, ) Appropriato utilizzo delle misure (distinzione tra misure sociali e misure lavoristiche) Efficace personalizzazione degli interventi Lettura più analitica del fenomeno svantaggio attualizzato e in forte incremento Modello esportabile in altre realtà
18 Riflessioni sul progetto (2/2) Possibili sviluppi Differenziazione delle risorse e delle misure nell area della formazione e del lavoro individuando specifiche forme di sostegno all area considerata ( wok experience?) Implementazione delle risorse dell area formazione e lavoro, favorendo la continuità tra Borse Lavoro e Work Experience, per sostenere lo sviluppo dell occupabilità della persona potenziamento dei servizi di orientamento Sviluppo di percorsi di micro credito accompagnati a forme di tutoraggio nell avvio di iniziative di piccola imprenditorialità Collegamento alle fattorie sociali e ai gestori di economie marginali (ridando nuova vita, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale e sociale, a porzioni di territorio che hanno irrimediabilmente perso ogni funzionalità, trasformandole in piattaforme per la produzione di energia rinnovabile o di turismo e cultura oltre che di agricoltura).
19 La relazione con il privato L esperienza praticata ha messo in evidenza, che pur nell ambito della contingenza sfavorevole in cui gli inserimenti lavorativi sono limitati, le aziende private hanno risposto in modo più attivo per esempio nell accogliere «borse sociali». La cooperazione sociale ha realizzato minori inserimenti di questo tipo e appare come luogo privilegiato di inserimento di persone che vengono segnalate dal DSM. Si è dato notevole impulso allo sviluppo di fattorie sociali nel territorio in questione e si sono riavviati forti collegamenti con le associazioni datoriali.
20 Criticità affrontate 1) accompagnare la diffusione del modello in modo da garantire omogeneità di offerta nei territori 2) accompagnare i processi integrativi tra i servizi e gli enti coinvolti mantenendo un interesse elevato sulla questione ed investendo risorse 3) collegare l esperienza al sistema complessivo 4) sviluppare modalità e strategie di contatto con il mercato innovative
21 Le istituzioni sono il riflesso della propria epoca e ciascuna generazione deve crearle e ricrearle da capo (Beveridge)
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