ASPETTI FUNZIONALI DEL MINIBASKET

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1 FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTRO Corso Istr.Mb Luca Frigo 1 Anno Verona 2014 ASPETTI FUNZIONALI DEL MINIBASKET Da Marcangeli modificato

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3 MINIBASKET - BASKET SQUADRA SITUAZIONE MOTRICITA E SENSO - PERCEZIONE

4 MINIBASKET - BASKET SPORT DI GRUPPO-COOPERATIVO (medesima spinta motivativa) SPORT OPEN SKILL (analisi delle informazioni e risposta motoria coerente) SPORT ACICLICO SPORT DI CONTATTO-DI OPPOSIZIONE (ricco di situazioni strategico-tattiche complesse)

5 GRANDE VARIABILITA PER LIMITATA AREA DI GIOCO GRANDE VARIETA DI SITUAZIONI

6 ALLENAMENTO L allenamento rappresenta l attività motoria, volontaria e finalizzata, con grado di sollecitazione funzionale al di sopra di quello normale (supercompensazione), volta a sviluppare progressivi adattamenti per il miglioramento della resistenza strutturale e della funzionalità dei grandi apparati. Il carico fisico è la base dell allenamento.

7 ALLENAMENTO (Vittori) L allenamento è un processo pedagogicoeducativo complesso che si concretizza con l organizzazione dell esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti, i quali stimolino i processi di supercompensazione, e migliorino le capacità fisiche, psichiche, tecniche, tattiche dell atleta, al fine di esaltarne il rendimento in gara. Gli scopi dell allenamento sono l incremento delle capacità di prestazione, e la stabilizzazione degli incrementi.

8 ALLENAMENTO (Teodorescu 1981) L allenamento è un processo specializzato, su basi scientifiche, per lo sviluppo e la formazione della personalità del giocatore, considerato individualmente, e al tempo stesso integrato nella squadra, in vista della realizzazione di un massimo di capacità di prestazione, di uno stato di disponibilità, a carattere permanente, per elevate prestazioni. Il giocatore deve allenare azioni tecniche concatenate, adattate alle varie fasi di gioco, in condizioni di opposizione con l avversario, in regime di sollecitazione delle qualità motorie e della tensione psichica, ad intensità diverse.

9 ALLENAMENTO (Harre) L allenamento giovanile consiste nel preparare il giovane atleta, nell insieme e sistematicamente, ad ottenere elevate prestazioni sportive nell età adatta, e cercare quindi delle basi stabili. Bisogna porre l attenzione sullo sviluppo di una base ampia di prestazione, in riferimento alle capacità fisiche, alle abilità tecniche, alle capacità tattiche, alle caratteristiche psicologiche. Così facendo si crea il presupposto per l assimilazione dell allenamento di elevata prestazione.

10 ALLENAMENTO (Platonov) La preparazione muscolare specifica non può svilupparsi efficacemente se non nel caso che l organismo sia stato preventivamente sottoposto ad una preparazione generale ed, eventualmente, ausiliaria. Una preparazione esclusivamente specifica conduce ad una diminuzione difficilmente reversibile di alcune riserve funzionali, o a turbe degli schemi motori. La preparazione generale, se deve assicurare uno sviluppo armonico dell atleta, deve anche perfezionare le qualità sulle quali si appoggia l allenamento specifico. Aumentando l acquisizione della maestria, la preparazione generale perde il suo aspetto preponderante, e si trasforma in preparazione ausiliaria all allenamento specifico.

11 ALLENAMENTO (Verchoshanskij) L allenamento sportivo è un processo pedagogico multilaterale, diretto all educazione globale dell atleta, ed in particolare, all assimilazione di un ampio spettro di conoscenze, abilità e capacità, all aumento delle capacità del lavoro muscolare dell organismo, all assimilazione della tecnica degli esercizi sportivi e dell arte di gareggiare.

12 ALLENAMENTO GIOVANILE (Frohner) Un carico sportivo multilaterale precoce agevola la maturazione nervosa e lo sviluppo della muscolatura, e predispone ad una maggiore capacità di carico per la costruzione a lungo termine della prestazione nello sport di alto livello.

13 PRINCIPI PEDAGOGICI DELL ALLENAMENTO Priorità dello sviluppo completo della personalità rispetto a quello della prestazione Consapevolezza di quanto si fa in allenamento Mantenimento e salvaguardia della salute Conformità tra pratica e sviluppo Aumento dell autoresponsabilizzazione dell atleta Chiarezza nella prestazione delle decisioni e della loro successiva realizzazione Orientamento dell azione di allenamento sui bisogni e gli interessi degli atleti

14 ALLENAMENTO ETA ADULTA-BASKET POTENZIAMENTO CAPACITA CONDIZIONALI SISTEMA SOMATICO- ENERGETICO ETA EVOLUTIVA- MINIBASKET APPRENDIMENTO CAPACITA COORDINATIVE SISTEMA NERVOSO

15 ALLENAMENTO ATLETI ADULTI : - Il modello di allenamento è il risultato delle esperienze accumulate; - Si ha alternanza tra carichi di lavoro elevati o medi; - Si limitano all essenziale gli obiettivi da perseguire, valorizzando le esercitazioni specifiche. ATLETI GIOVANI : - L attività di gruppo (ma non per tutta la durata dell allenamento) è da preferire, per esigenze metodologiche, didattiche e organizzative; - Il perseguimento di numerosi obiettivi metodologici favorisce la costruzione delle esperienze motorie di base; - Si sviluppano le capacità motorie per ricercare un miglioramento agonistico più accentuato.

16 Non esistono fattori genetici che determinino direttamente il risultato sportivo; L allenamento permette al patrimonio genetico di estrinsecarsi sotto forma di mutamenti indotti dall allenamento; Strategia dell allenamento : individuare le fasi sensibili pianificare compiti e carichi individuare metodi e esercizi idonei.

17 In età evolutiva l effetto dell allenamento non viene ottenuto attraverso la supercompensazione (allenamento metabolico), ma attraverso una ottimizzazione della coordinazione neuromuscolare. L efficacia del processo di allenamento dipende da una corretta trasmissione e presa di informazione, che richiede lo stesso carichi con pause adeguate.

18 CARICO Il carico fisico si realizza attraverso attività motorie volontarie e finalizzate, INTERNO = reazione dei sistemi di organi ESTERNO = gli esercizi : - DURATA dell azione di uno o più stimoli - VOLUME (durata e numero stimoli) - INTENSITA (forza dello stimolo) - DENSITA (rapporto tra esercizi e tempi di recupero)

19 PRINCIPI DEL CARICO ADEGUATEZZA UNITA TRA CARICO E RECUPERO PROGRESSIVITA CONTINUITA CORRETTA SUCCESSIONE UNITA TRA CARICO GEN. E SPEC. SISTEMATICITA STABILITA EVIDENZA CONSAPEVOLEZZA

20 ADEGUATEZZA : tenere conto dell età, sesso, tipologia nervosa e costituzionale, stato della preparazione fisicomotoria ed esperienza sportiva; UNITA TRA CARICO E RECUPERO : alternanza corretta tra carico e recupero per il ristabilimento del livello iniziale; PROGRESSIVITA : il processo di adattamento dell organismo si stabilizza a livello di prestazione se i suoi indici (volume, intensità, etc.) non sono elevati; se si elevano, l adattamento sarà maggiore;

21 CONTINUITA : l incremento necessario del carico avviene con periodi lunghi ed ininterrotti di attività; UNITA TRA CARICO GENERALE E SPECIALE : esercizi generali migliorano la funzionalità dell organismo, sui quali si innesta l allenamento specifico; SISTEMATICITA : progressione sequenziale in accordo con le leggi dello sviluppo delle capacità fisiche e abilità motorie con il carico (dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal conosciuto all ignoto);

22 STABILITA : i risultati vanno consolidati e stabilizzati (ripetizione sistematica (con molta attenzione?!) e verifiche regolari); EVIDENZA : la costruzione delle abilità motorie è possibile sulla base immediata delle sensazioni (analizzatori); CONSAPEVOLEZZA : lo svolgimento della seduta di allenamento deve essere chiaro e stimolante dal punto di vista emotivo e conoscitivo.

23 Intensita R V A E P L I O D C I I T T A A Tattica Tecnica Qualsiasi Cosa. R E S I S T E N Z A tempo

24 RISCALDAMENTO Preparare fisicamente e psicologicamente la ricerca di concentrazione e attenzione; Prevenire infortuni muscolari; Attività volta all aumento progressivo (valenza individuale); Fondamentale nell adulto non nel bambino; Il suo obiettivo è quello di aumentare la T corporea e muscolare di circa 2 gradi.

25 CAPACITA FISICA DI CARICO Comprende quella di recupero e ripristino dopo sforzi sportivi; dipende dal livello di sviluppo, da quello di adattamento, dalla costituzione del soggetto, e viene influenzata dall alimentazione, dal regime di vita, dal genere e intensità del carico.

26 LA CAPACITA DI CARICO IN ETA INFANTILE E GIOVANILE (Frohner) NELL ETA INFANTILE E ADOLESCENZA VIENE MENO IL PRINCIPIO BASE DELL ADATTAMENTO ATTRAVERSO L AUMENTO CONTINUO DEL CARICO.

27 FASI SENSIBILI : FORZA FORZA RAPIDA : fase sensibile verso gli 8 aa. (piccoli attrezzi, salti, lanci, giochi di lotta e opposizione). Prima di aa. È difficile ottenere un aumento della sezione delle fibre. (Liesen-Hollman) L allenabilità inizia con sufficiente tasso di testosterone. Nel lavoro pre-puberale e puberale : sempre lavoro combinato di forza e coordinazione. Fase sensibile per la forza max nella prima fase della maturazione sex (differenze tra sex). Elevati livelli di incremento dopo aa. (Hettinger)

28 FASI SENSIBILI : VELOCITA Vanno stimolati più precocemente possibile la reazione motoria e le frequenze di movimento, comunque difficilmente migliorabili dopo la pubertà (Calligaris). La velocità di spostamento e la capacità di accelerazione hanno picchi in età puberale, con buona capacità anaerobica e coordinazione.

29 FASI SENSIBILI : RESISTENZA Capacità neutra rispetto allo sviluppo, con fenomeni di adattamento uguali all adulto, senza rischi di sovraccarico. Dipendente da apparato cardio-respiratorio, coordinazione neuro-muscolare, capacità volitive (motivazione).

30 Il bambino è una debole macchina aerobica, (Calligaris) I bambini sopportano carichi di resistenza per lunghi periodi di tempo. (Kindermann) I bambini hanno buoni presupposti per l allenamento alla resistenza, (Martin) Già da 8 aa. vi sono piccole stimolazioni di crescita del volume del miocardio. (Hollman) La spinta evolutiva puberale dà miglioramento della resistenza (Demeter)

31 FASI SENSIBILI : MOBILITA Precoce in periodo prescolare. Nella prima fase puberale si inserisce la mobilità attiva (massa muscolare e aumento del volume articolare).

32 PRE-REQUISITI capacità coordinative PERCEZIONE SPAZIO-TEMPORALE RITMO (coord. intra e inter-muscolare) RAPIDITA (reazione motoria a stimoli) EQUILIBRIO (statico / dinamico) PROPRIOCETTIVITA

33 CAPACITA COORDINATIVE GENERALI : - CAPACITA DI APPRENDIMENTO; - CAPACITA DI ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE; - CAPACITA DI DIREZIONE E CONTROLLO. SPECIALI : - CAPACITA DI REAZIONE; - CAPACITA DI ORIENTAMENTO; - CAPACITA DI DIFFERENZIAZIONE (MODULAZIONE DELLA FORZA); - CAPACITA DI EQUILIBRIO; - CAPACITA DI RITMIZZAZIONE; - CAPACITA DI COMBINAZIONE; - CAPACITA DI ANTICIPAZIONE; - FANTASIA MOTORIA.

34 CAPACITA COORDINATIVE GENERALI APPRENDIMENTO MOTORIO : acquisizione e assimilazione di movimenti, precedentemente non posseduti; CONTROLLO MOTORIO : raggiungimento del risultato programmato; ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO : cambiare ed adattare il programma motorio alla modificazione improvvisa.

35 CAPACITA DI ORIENTAMENTO E LA CAPACITA DI MANTENERE IL GIUSTO RAPPORTO CON IL CAMPO D AZIONE E CON I SUOI RIFERIMENTI SPAZIALI, ANCHE IN PRESENZA DI FATTORI DI DISTURBO CHE INTERFERISCONO CON LE FUNZIONI DELL APPARATO VESTIBOLARE. IL CAMPO D AZIONE PUO ESSERE PREDETERMINATO, OPPURE VARIABILE, A SECONDA DELL AZIONE O DEL GESTO SPORTIVO DA SVOLGERE. PUO ESSERE ALLENATA CREANDO SITUAZIONI NELLE QUALI I RIFERIMENTI SPAZIALI VARIANO SISTEMATICAMENTE, RENDENDO PIU DIFFICILE LA RISOLUZIONE DEL COMPITO.

36 CAPACITA DI COMBINAZIONE CAPACITA DI SINCRONIZZARE AZIONI MOTORIE; PUO ESSERE RIFERITA A STRUTTURE SEGMENTARIE ED ABILITA DIVERSE SECONDO PARAMETRI DI SIMULTANEITA, ALTERNANZA E SUCCESSIONE; E LEGATA ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI.

37 CAPACITA DI EQUILIBRIO CAPACITA LEGATA ALLA FUNZIONALITA DELL APPARATO VESTIBOLARE ED ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI, RIVOLTA A MANTENERE LA POSTURA UTILE PER LA REALIZZAZIONE DEL GESTO PREVISTO.

38 CAPACITA DI RITMIZZAZIONE LEGATA ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI, E DEFINISCE L OPERAZIONE DI SCELTA TEMPORALE DEGLI IMPULSI IDONEI A REALIZZARE, IN MODO ADEGUATO ALLA STRUTTURA SPAZIALE, UN AZIONE FINALIZZATA.

39 CAPACITA DI DIFFERENZIAZIONE (MODULAZIONE DELLA FORZA) CAPACITA DI DOSARE FINEMENTE L ENTITA DELLA FORZA AL FINE DI CONSEGUIRE LA MASSIMA EFFICACIA DEL GESTO, IN RAPPORTO ALL OBIETTIVO. UTILIZZA TUTTE LE GRADAZIONI POSSIBILI DI FORZA ED I PASSAGGI RAPIDI DA UNA GRADAZIONE ALL ALTRA.

40 CAPACITA DI REAZIONE CAPACITA DISTINTA IN DUE FASI : - ELABORAZIONE IN TEMPI BREVI DELLE INFORMAZIONI IN ENTRATA, PRECEDENTEMENTE DISCRIMINATE SUL PIANO SENSO-PERCETTIVO; - VELOCITA CON LA QUALE LO STIMOLO ELABORATO VIENE TRASMESSO AGLI ORGANI EFFETTORI.

41 CAPACITA DI ANTICIPAZIONE PROCESSO MENTALE PRESUPPOSTO A QUALSIASI ATTO MOTORIO; LA PRIMA FASE SI IDENTIFICA CON LA PREVISIONE PROBABILISTICA DI SITUAZIONI NON ANCORA VERIFICATESI O IN CORSO DI SVOLGIMENTO; SULLA BASE DI UNA PERCEZIONE LEGATA ALLA SOMMA DI EVENTI CONTEMPORANEI E APPENA PRECEDENTI, SI PRECOSTITUISCE IL SUCCESSIVO SVOLGIMENTO DELL AZIONE E IL SUO RISULTATO FINALE; LA PRECISIONE E L EFFICACIA DELL ANTICIPAZIONE SONO LEGATE FORTEMENTE AL BAGAGLIO INDIVIDUALE DI CONOSCENZE.

42 CAPACITA DI ANTICIPAZIONE L ANTICIPAZIONE NON E RIFERITA AD UN CONCETTO ASTRATTO, MA INTESA COME ANTICIPAZIONE DELLA SITUAZIONE. L ANTICIPAZIONE DELLA SITUAZIONE E IL CONTESTO E AL TEMPO STESSO IL PRESUPPOSTO PER L ANTICIPAZIONE DELL AZIONE. OCCORRE ANTICIPARE SOLUZIONI TECNICHE OTTIMALI IN SITUAZIONI VARIABILI, E RIUSCIRE AD IMPORLE ANCHE IN SITUAZIONI DIFFICILI.

43 FANTASIA MOTORIA CAPACITA DI UTILIZZARE AL MOMENTO OPPORTUNO LE ABILITA IMMAGAZZINATE NELLA MEMORIA MOTORIA, ANCHE COMBINANDOLE TRA DI LORO, IN MANIERA PRATICA ED EFFICACE, PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL OBIETTIVO; L ORIGINALITA QUALIFICA LE SOLUZIONI INDIVIDUALI, DETERMINANDO L IMPREVEDIBILITA DI SVILUPPO DELLE AZIONI CON IL CAMBIAMENTO DI SITUAZIONI.

44 ALLENAMENTO E PROCESSO EVOLUTIVO LO STRESS E IL GIUSTO STIMOLO ALLA CRESCITA (BAYLEY-MIRWALD), PERO NEI BAMBINI E DIFFICILE DISTINGUERE I CAMBIAMENTI DOVUTI ALL ACCRESCIMENTO, E QUELLI DA ESERCIZIO ED ALLENAMENTO. (BAR-OR)

45 CRITICHE ALL ALLENAMENTO INFANTILE (Maertens) LO SPORT E CONVENIENTE PER LA SALUTE PSICOFISICA DEI BAMBINI? TROPPE PRESSIONI PER LA VITTORIA? ALLENAT./ISTRUTTORI INCOMPETENTI? C E ANCORA GIOIA E DIVERTIMENTO?

46 BIBLIOGRAFIA Meinel-Schnabel : Teoria e metodologia dell allenamento sportivo Costill : Fisiologia della prestazione Hahn : L allenamento infantile

47 Gli ultimi consigli Non dimentichiamoci mai chi sono i soggetti, i destinatari delle nostre azioni, delle nostre programmazioni, delle nostre comunicazioni. Instaurate dei buoni rapporti, un clima relazionale positivo, non dimenticate di stimolare la motivazione lavorate sulla loro autostima verificate e valutate spesso dove volete arrivare e come ci state andando

48 BUON MINIBASKET Luca Frigo Istruttore Nazionale Minibasket Docente Formatore Regionale Settore Minibasket & Scuola Contatti: Cell.392/ Mail:

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