LE DROGHE nel Veneto

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1 Assessorato alle Politiche Sociali, Programmazione Socio Sanitaria, Volontariato e Non Profit Osserva torio Regionale sulle Dipendenze Progetto DRO.VAL LE DROGHE nel Veneto Indagine campionaria sull uso e gli atteggiamenti nei confronti delle droghe Opinioni dei giovani, genitori ed amministratori sulle modalità preventive ritenute più efficaci Immagine e notorietà dei servizi e degli interventi di prevenzione Su iniziativa dell Assessorato alle Politiche Sociali, Programmazione Socio Sanitaria, Volontariato e non Profit Assessore On. Antonio De Poli A cura di GIOVANNI SERPELLONI MONICA ZERMIANI

2 Le droghe nel Veneto Indagine campionaria sull uso e gli atteggiamenti nei confronti delle droghe Opinioni dei giovani, genitori ed amministratori sulle modalità preventive ritenute più efficaci Immagine e notorietà dei servizi e degli interventi di prevenzione Pubblicazione non profit Vietata la vendita Realizzata nell ambito del progetto DRO.VAL Sistema di valutazione dell impatto degli interventi di prevenzione delle dipendenze da sostanze d abusodella Regione Veneto (Assessorato alle Politiche Sociali, Programmazione Socio Sanitaria, Volontariato e Non Profit Ass. on Antonio De Poli) Per informazioni o richieste del volume: Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 Via Germania Verona Tel Fax pubblicazioni@dronet.org L intero manuale è scaricabile in formato elettronico dal sito nella sezione Pubblicazioni. La responsabilità dei dati scientifici e dei contenuti degli articoli è dei singoli autori. Stampato in Italia, 2006 Tipolitografia La Grafica, Vago di Lavagno (VR)

3 Senza differenza di idee non si danno né libertà, né conoscenza. K. Popper

4 AUTORI Giovanni Serpelloni Medico internista, con master in General Management in Public Health. E direttore dell Osservatorio Regionale sulle Dipendenze della Regione Veneto, direttore Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 Verona. Responsabile di molti progetti regionali, nazionali e europei inerenti la tossicodipendenza e l HIV/AIDS. Autore di 25 monografie, ha pubblicato oltre 200 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali. Monica Zermiani Psicologa, ricercatrice CNR. Consulente specializzata in attività di ricerca nel campo delle tossicodipendenze e dell HIV/AIDS. Specializzanda in psicoterapia cognitiva. Autrice di circa 40 pubblicazioni relative all HIV/AIDS, alla tossicodipendenza e agli approcci cognitivi alla depressione. Diana Candio Sociologa, consulente collaboratore Progetto DRO.VAL. Daniela Zusi Sociologa, consulente collaboratore Progetto DRO.VAL. Monica Lorenzetto Statistica, consulente collaboratore Progetto DRO.VAL. Supervisione tecnico-metodologica: Pasquale Bongiorno Sociologo, Consulente Formatore - Esperto in Programmazione, gestione, organizzazione e valutazione dei servizi socio-sanitari. Da svariati anni si è occupato e ha approfondito in particolare tematiche attinenti all'integrazione socio-sanitaria dei servizi nelle aree dei diversamente abili, anziani e della devianza e marginalità sociale. Attualmente è anche Presidente della Società Italiana di Sociologia della Salute.

5 INDICE Prefazione 11 Antonio De Poli Presentazione 13 Pasquale Bongiorno Introduzione 15 Giovanni Serpelloni CAPITOLO 1: LE POLITICHE ANTIDROGA E IL RUOLO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME: I NUOVI ORIENTAMENTI DELLA REGIONE VENETO Antonio De Poli Introduzione 17 Il riconoscimento delle nuove priorità di intervento 18 Le nuove strategie 20 Conclusioni 22 CAPITOLO 2: SINTESI DEI RISULTATI DELL INDAGINE Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Daniela Zusi Obiettivo del progetto 23 Metodologia 23 Campionamento 24 Risultati sui giovani 24 Risultati sui genitori 25 Risultati sugli amministratori (sindaci, vicesindaci, assessore competente) 27 Risultati sui direttori dei servizi sociali 27 Considerazioni interpretative 28 PARTE I - PREVENZIONE E COMUNICAZIONE SOCIALE CAPITOLO 3: IL FENOMENO DROGA E IL RUOLO SVOLTO DAI MASS MEDIA.LA COMUNICAZIONE SOCIALE Giovanni Serpelloni, Diana Candio, Anna Pompele, Monica Zermiani, Daniela Zusi La droga in televisione: strategie di comunicazione mediatica 37 Viaggio tra le campagne sociali antidroga 49 Up & Go e Dream On: progetti di prevenzione in Veneto 58 La valutazione della campagna sociale 64 Bibliografia 69 5

6 Le droghe nel Veneto PARTE II - INDAGINE DRO.VAL CAPITOLO 4: PRESENTAZIONE DELL INDAGINE E ANALISI DEI RISULTATI SOCIO-ANAGRAFICI Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 73 Obiettivi dello studio 74 Destinatari 75 Metodologia 77 Campionamento 80 Risultati complessivi 81 Caratteristiche socio-anagrafiche 84 Confronti tra ricerche 108 In sintesi 111 CAPITOLO 5: ANALISI DEI RISULTATI SUI BISOGNI PERCEPITI DAI CITTADINI IN MERITO AGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE DELL USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 113 Valutazione dei servizi per le tossicodipendenze 113 Valutazioni espresse dai genitori che hanno utilizzato i servizi per le 119 tossicodipendenze Influenza del livello di scolarizzazione sulla percezione della qualità dei servizi 121 Provincia di residenza e giudizio dei genitori sui servizi 122 Influenza dell orientamento politico sulla percezione della qualità dei servizi 124 Confronto tra target sull accessibilità dei servizi forniti dall ULSS 129 Confronto tra target sulla valutazione dell efficacia delle cure 130 Confronto tra target sulla tempestività degli interventi 132 Confronto tra target sulla competenza degli operatori 133 Confronto tra target sulla capacità di curare i diversi tipi di dipendenza 135 Grado di priorità di intervento sul territorio 137 In sintesi 140 CAPITOLO 6: ANALISI DEI RISULTATI SULLE URGENZE PERCEPITE DAI CITTADINI E SULLE AZIONI DA PORRE IN ATTO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 143 Informazione sulle strutture pubbliche specialistiche preposte al problema 144 6

7 Indice delle dipendenze Conoscenza delle iniziative di prevenzione e delle strutture pubbliche 147 specialistiche Iniziative di prevenzione 150 Influenza dell orientamento politico sulla percezione dell efficacia delle 166 iniziative di prevenzione Valutazione dei genitori che hanno usufruito dei servizi per le 170 tossicodipendenze Atteggiamento verso il libero uso delle sostanze 172 Atteggiamento verso il libero uso di hashish e accordo alla liberalizzazione 182 delle sostanze Influenza dell orientamento politico sull atteggiamento verso il libero uso di 183 sostanze Iniziative specifiche sulle dipendenze 188 In sintesi 191 CAPITOLO 7: ANALISI DEI RISULTATI SUL LIVELLO DI PENETRAZIONE DELLE CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE SOCIALE Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 193 Conoscenza delle campagne di informazione 193 Conoscenza dei giovani sulle iniziative e classi di età 198 Provincia di residenza dei giovani e conoscenza delle campagne 198 Influenza del livello di scolarizzazione sulla conoscenza delle campagne 200 Percezione del rischio per la salute 201 Percezione del rischio e giudizio sull efficacia della liberalizzazione delle 210 sostanze Percezione del rischio ed accordo al libero uso delle sostanze 211 Percezione del rischio e classi d età dei giovani 214 Conoscenza delle sostanze psicoattive 218 Conoscenza dei giovani sulle sostanze psicoattive 224 Offerta di sostanze 226 In sintesi 231 CAPITOLO 8: ANALISI DEI RISULTATI SUL CONSENSO DEI CITTADINI ALLE POLITICHE REGIONALI DI PREVENZIONE DELL USO DI SOSTANZE Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 233 Valutazione delle campagne informative 233 In sintesi 242 7

8 Le droghe nel Veneto CAPITOLO 9: ANALISI DEI RISULTATI SUI COMPORTAMENTI E LE SCELTE RISPETTO ALL USO DI SOSTANZE Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi Introduzione 243 Uso di alcolici e sigarette 243 Uso di sostanze stupefacenti 252 Uso di sostanze nei giovani articolato secondo alcune variabili socioanagrafiche 264 Confronto tra intenzione comportamentale rispetto l offerta e uso di sostanze 275 Uso di sostanze nei genitori articolato secondo alcune variabili socioanagrafiche 280 In sintesi 287 CAPITOLO 10: ANALISI COMPARATIVA DELLE INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE- A LIVELLO NAZIONALE E DELLA REGIONE VENETO- SULL ASSUNZIONE DI SOSTANZE STUPEFACENTI NEI GIOVANI Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Daniela Zusi Introduzione 289 Obiettivi 290 IPSAD 2003: Popolazione italiana di età compresa tra i anni 290 ESPAD 2004: Popolazione studentesca italiana tra i anni 293 Indagine HBSC 2000: Salute e Stili di vita nei giovani tra gli undici e i quindici 295 anni Indagine HBSC 2002: Secondo rapporto sullo stato di Salute e gli stili di vita 298 nei giovani tra gli undici e i quindici anni Indagine ESPAD nella popolazione studentesca veneta di anni Indagine Le Rappresentazioni Sociali delle droghe nei giovani e negli adulti 303 veneti 2000 Indagine Sport e salute: Indagine sullo stile di vita degli adolescenti che 306 praticano attività sportiva nel territorio veronese. Risultati su popolazione studentesca 2004 Indagine DRO.VAL Sistema di valutazione dell impatto degli interventi di 309 prevenzione delle dipendenze da sostanze d abuso 2005 Confronto tra le indagini condotte nella Regione Veneto 312 Analisi dell uso delle singole sostanze 319 Confronto tra le domande dei questionari relative all uso di sostanze 327 Osservazioni conclusive 337 Bibliografia 339 8

9 Indice APPENDICE 1: TABELLE DI FREQUENZA SUI GIOVANI SECONDO LA PROVINCIA DI APPARTENENZA Confronti sui principali risultati per province 341 Analisi dei risultati sui giovani secondo la provincia di residenza 347 APPENDICE 2: QUESTIONARI Questionario Giovani 439 Questionario Genitori 449 Questionario Amministratori 461 Questionario Direttori dei Servizi sociali 473 BIBLIOGRAFIA 481 9

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11 PREFAZIONE Antonio De Poli Assessore alle Politiche Sociali Programmazione Socio Sanitaria Volontariato e Non Profit La Regione Veneto in questi anni ha investito molte risorse ed energie nelle campagne di prevenzione contro l uso di sostanze stupefacenti e di alcol, ma ora si è sentita la necessità di valutare l impatto di questi investimenti nei giovani, nei genitori e nella società. Oltre a questo, per attuare una puntuale e più aderente programmazione regionale in ambito preventivo, questo Assessorato ritiene che sia indispensabile conoscere l opinione dei cittadini e degli amministratori, attraverso sondaggi ed indagini di settore in grado di rilevare bisogni e aspettative. Ci siamo posti, quindi, un obiettivo ambizioso ossia definire un sistema di valutazione, che vorremmo rendere permanente, una serie di parametri che permettano di comprendere l orientamento dei cittadini veneti nei confronti dell uso di droga, alcool, fumo di sigaretta, sostanze dopanti, ma anche l impatto delle attività nel campo delle prevenzione delle tossicodipendenze, i bisogni informativi e la necessità di supporto specifico delle famiglie. Tutto questo al fine di poter avere delle informazioni precise e indicazioni su diversi target che da sempre sono punti fondamentali nelle politiche sociali: le giovani generazioni a rischio, i genitori, gli insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori e gli amministratori pubblici. L utilità di questo progetto sta quindi nel fatto che fornisce informazioni essenziali per poter definire più correttamente i piani di comunicazione futuri in questo settore, realizzando specifici materiali informativi ed interventi di comunità, utilizzando, quindi, un modo scientificamente orientato e basato su dati che permettano una maggiore penetranza ed accettabilità dei messaggi di prevenzione. In futuro quindi ai giovani, ai genitori saranno offerte iniziative di prevenzione che loro stessi hanno ritenuto come le più efficaci e probabilmente anche più accettate. Vorrei esprimere il mio ringraziamento ai veri protagonisti di questo lavoro: giovani, genitori, amministratori che hanno dedicato parte del loro tempo, 11

12 rispondendo alle domande anche difficili che sono state loro poste, convinto che il loro sia un contributo che renderà migliore la nostra società, per offrire alle nuove generazioni possibilità preventive più efficaci. A questi artefici del cambiamento sociale e a tutti gli operatori che si sono impegnati in questa ricerca va il mio personale ringraziamento. 12

13 PRESENTAZIONE dott. Pasquale Bongiorno Presidente Nazionale S.I.S.S. Società Italiana di Sociologia della Salute "Ho gettato via la mia tazza quando ho visto un bambino che beveva al ruscello dalle proprie mani". Diogene La presente ricerca, a quanto è dato conoscere, unica nel suo genere, per certi versi anche coraggiosa, si è posta l ardito obiettivo di indagare e di valutare l impatto degli interventi di prevenzione delle dipendenze da sostanze d abuso, ovvero di analizzare il livello di incisività, di comprensione, di efficacia delle campagne di prevenzione e di conoscenza stessa dei servizi, ha di fatto prodotto risultati che sicuramente porranno le premesse per i necessari ed ulteriori approfondimenti. Impostare un sistema aggiornato di monitoraggio dell efficacia degli interventi significa non solo essere nella condizione per avere il più possibile sotto controllo il fenomeno delle varie dipendenze, ma soprattutto permette di comprendere la tipologia dei risultati ottenuti in rapporto alle risorse investite, quindi diventare un agevole e concreto strumento di supporto per impostare politiche di prevenzione sempre più centrate sui reali bisogni del cittadino. Costituire, quale premessa metodologica, un apposito gruppo di lavoro caratterizzato dalla multidisciplinarietà di fatto ha rappresentato l intrinseco valore aggiunto di tutto il lavoro di ricerca, che ha richiesto costante impegno personale e professionale da parte di quanti hanno collaborato a vario titolo per la realizzazione della ricerca e della successiva elaborazione. Infatti, pur trattandosi di un indagine, si è cercato di renderla il più fluida possibile nel rispetto dei canoni di rigore scientifico, proprio perché oltre agli addetti ai lavori si propone anche ai vari target di popolazione intervistata per riflessioni e considerazioni in termini di feed-back, diventando essa stessa uno strumento di analisi, riflessione, di informazione e prevenzione. Proprio l analisi delle risposte, di fatto, ha imposto la scelta metodologica di tradurre i contenuti per renderli accessibili non solo agli esperti. Certo, si ha la consapevolezza che trattandosi di una sorta di incursione pionieristica sicuramente 13

14 presenterà taluni limiti, peraltro oggetto anche di considerazioni nel gruppo di lavoro, ma il materiale raccolto, opportunamente alimentato e costantemente aggiornato, permetterà di rappresentare un importante riferimento sia per il Veneto che per le altre Regioni. Spesso accade, quando si indagano situazioni nuove o si valuta l impatto degli interventi sulla gente e le loro reazioni, i comportamenti prodotti, che i risultati siano diversi da come vengono immaginati e percepiti dalle istituzioni, imponendo sicuramente riflessioni importanti sia sulle risorse che sulle strategie. Il consolidamento di strutture come l Osservatorio Regionale sulle Dipendenze che in modo discreto, vigile e tempestivo, diventi sicuro riferimento per la conoscenza del fenomeno delle dipendenze arricchito da interscambi e collaborazioni anche con Società Scientifiche al fine di rendere accessibile a tutti le informazioni, sicuramente permetterà di orientare sempre meglio ed in modo più efficace le risorse impiegate migliorando sempre di più la qualità della vita. 14

15 INTRODUZIONE dott. Giovanni Serpelloni Direttore Osservatorio Regionale sulle Dipendenze Regione del Veneto Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 Verona Questa pubblicazione è uno dei prodotti del progetto DRO.VAL (Sistema di valutazione dell impatto degli interventi di prevenzione delle dipendenze da sostanze d abuso), finanziato dalla Regione Veneto (Assessorato alle Politiche Sociali, Programmazione Socio Sanitaria, Volontariato e Non Profit - Assessore On. Antonio De Poli) e realizzato dall Osservatorio Regionale sulle Dipendenze, Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 Verona In questa pubblicazione si è scelto di presentare un rapporto esplicativo dei principali risultati emersi, finalizzati a valutare l impatto degli interventi di prevenzione delle dipendenze da sostanze d abuso sulla popolazione. Nel corso dell indagine sono stati raccolti i bisogni percepiti dalla popolazione (giovani e genitori) e da chi guida la collettività nell ambito della prevenzione, il loro atteggiamento verso le sostanze e verso l efficacia delle possibili iniziative. E stata, inoltre, indagata la notorietà dei servizi pubblici specifici per la diagnosi e la cura delle tossicodipendenze (Ser.T), da cui emergono interessanti motivi di riflessione. I dati relativi all uso di sostanze, nella popolazione giovanile e in quella dei genitori, permettono di quantificare meglio il fenomeno e di poter trarre utili indicazioni per la programmazione degli interventi preventivi. Alla fine sono stati inseriti, come appendice, i risultati emersi sulla popolazione dei giovani distribuiti secondo la provincia di residenza, che possono risultare un utile strumento di lavoro per gli operatori del settore. La pubblicazione è rivolta a operatori dei servizi pubblici e privati che, a vario titolo, si occupano di progetti di prevenzione; a insegnanti e dirigenti scolastici delle scuole medie inferiori e superiori; ai pubblici amministratori (sindaci, assessori alle politiche sociali), ai direttori dei servizi sociali e ai genitori. I risultati del progetto forniscono spunti interessanti per la programmazione di futuri interventi di prevenzione, fornendo un chiaro riscontro delle opinioni e del grado di soddisfazione dei giovani e degli adulti. Si propongono, inoltre, come occasione di riflessione sulla necessità di approfondire e migliorare le 15

16 capacità di dialogo e comunicazione tra chi eroga i servizi e progetta gli interventi, e chi li riceve. Ci auguriamo che sia apprezzato soprattutto lo sforzo nel definire un sistema di valutazione degli interventi di prevenzione e delle campagne informative che, sicuramente dovrà essere perfezionato, ma che rappresenta un punto di forza della Regione Veneto, impegnata ad investire in questo settore e ad ottenere un riscontro degli interventi realizzati. Infine, si ringraziano le numerose associazioni, gruppi, Direzioni scolastiche e Dipartimenti delle Dipendenze della Regione Veneto che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto. Rivolgo un ringraziamento particolare agli operatori che hanno realizzato tale progetto, al costante impegno e alla tenacia con cui hanno portato a termine tale lavoro. 16

17 LE POLITICHE ANTIDROGA E IL RUOLO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME: I NUOVI ORIENTAMENTI DELLA REGIONE VENETO 1 Antonio De Poli Assessore alle Politiche Sociali, Programmazione Socio Sanitaria, Volontariato e Non Profit Venezia INTRODUZIONE Alcuni giorni fa è stata celebrata la giornata mondiale di lotta alla droga e l Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine ha lanciato uno slogan semplice ma sicuramente incisivo DRUGS ARE NOT CHILD S PLAY (le droghe non sono un gioco per ragazzi) a cui tutti ci siamo associati avendo ben chiaro quanto devastanti siano le conseguenze di queste sostanze sul fisico, sulla mente e sullo spirito delle persone. Molte persone purtroppo considerano l assunzione di droghe un gioco da ragazzi, esponendo se stessi e gli altri a rischi e pericoli inaccettabili sotto tutti i punti di vista. E per questo che si ritiene necessario nella giornata mondiale di Lotta alla Droga ribadire alcuni concetti che sicuramente faranno la differenza delle politiche di questa Regione dalle attuali politiche governative che non riescono ancora a comprendere i reali ed odierni problemi e le giuste soluzioni che dovremmo attuare. Relativamente a chi sono, in termini concreti, i veri attori delle politiche territoriali, è ormai consolidato il concetto che, nel nostro paese, sono le Regioni/Province Autonome che hanno il compito della programmazione e dell organizzazione dei servizi nel campo delle dipendenze. Un concetto questo però che va ricordato e ribadito fin da subito avendo ben chiaro che solo una politica fortemente territoriale ed integrata con le varie amministrazione locali è in grado di assicurare una reale efficacia agli interventi. In tema di droga, tra le varie Regioni esistono molte diversità e pareri a volte anche contrastanti ma tutte sono concordi sul fatto che l autonomia di programmazione degli interventi e di gestione delle risorse è un principio irrinunciabile e che va anche in questo contesto ricordato. 17

18 Le droghe nel Veneto Certamente si sente il bisogno di integrazione e concertazione delle linee di intervento anche a livello nazionale e con le Amministrazioni centrali dello Stato, che devono però garantire dei tavoli permanenti di concertazione con le Regioni e le Province Autonome al fine di concordare sempre in anticipo le scelte strategiche e l utilizzo delle scarse risorse che comunque esistono e vanno gestite al meglio. È proprio l utilizzo di queste risorse centralizzate, derivanti dalla legislazione sulla droga e alcol, che dovrà essere ridiscusso con la finalità di decentrarle quanto più possibile presso le amministrazioni Regionali al fine di poterle utilizzare al meglio. Un altra importante questione riguarda quali rappresentanze questo Governo, in linea prioritaria, vorrà tenere in considerazione nell attivare i rapporti istituzionali. È necessario che prima di tutto si comprenda che gli operatori delle tossicodipendenze del sistema pubblico ma anche del privato sociale accreditato, fanno parte integrante dei vari sistemi Regionali e che quindi i rapporti istituzionali con le Amministrazioni Centrali devono essere sempre e solo attraverso le amministrazioni Regionali, competenti per territorio e funzioni. In altro modo si creerebbero scollature e asincronie che porterebbero inevitabilmente a creare inefficienza e dispersioni. Questo coordinamento quindi auspica che il Ministero della Solidarietà Sociale voglia attivare subito tavoli permanenti con le Regioni e le Province Autonome sui quali concertare veramente le politiche di intervento, indipendentemente dalle numerose associazioni, federazioni e società scientifiche che molto spesso sono risultate in passato, interlocutori privilegiati se non addirittura unici, ancor più delle stesse amministrazioni Regionali competenti dove tra l altro detti operatori erano impiegati. IL RICONOSCIMENTO DELLE NUOVE PRIORITÀ DI INTERVENTO Non vi è dubbio che gli scenari in questi ultimi anni siano fortemente cambiati ed i modelli interpretativi e di intervento basati soprattutto sul problema eroina, sono diventati non più idonei a fronteggiare la nuova emergenza. Non tutti però sono d accordo sull interpretazione del fenomeno ed esistono varie opinioni in merito. Ma nell intento di non farci condizionare dal passato e da atteggiamenti autoreferenziali, è necessario affrontare il problema con vero spirito innovativo e moderno, che riesca a liberarsi di vecchi stereotipi e modelli superati di prevenzione e cura ma anche considerando che forse il nostro problema non è sempre e solo l eroina. 18

19 Capitolo 1 Vi è quindi la necessità di riconoscere le nuove emergenze con sguardo strategico e proiettato negli anni a venire e non solo al passato. Le nuove priorità vengono dettate da una serie di cattive novità che ad oggi risultano essere: 1. la grande diffusione che sta avendo la cocaina e fra non molto il crack, 2. l investimento sempre di più delle fasce giovanili in età precoce, 3. la comparsa di droghe stimolanti sempre più potenti e pericolose (ecstasy modificata, ketamina, ecc.), 4. la diffusione di cannabis geneticamente modificata con principi attivi 5 volte maggiori e quindi molto più tossica, 5. il grande incremento del doping ed in particolare dell uso di steroidi anche tra i giovanissimi, 6. la comparsa di nuove forme di dipendenza da: gioco d azzardo patologico (gambling), da videogiochi e tecnologia digitale, 7. l incremento dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia) spesso associati all uso di sostanze. Tutto questo avviene in un contesto dove il policonsumo di droghe rappresenta il nuovo modo di drogarsi e soprattutto l alcol è diventato sempre di più la base su cui si assume ogni sostanza, creando combinazioni pericolosissime. Abbiamo segnalazioni allarmanti anche dalle Associazioni degli Psichiatri che ci allertano da tempo sul fatto che vi è un elevatissimo incremento delle patologie psichiatriche nelle fasce giovanili e che questo è sicuramente da mettere in relazione al sempre più elevato uso di sostanze stupefacenti. Sono cambiati anche gli scenari della produzione illegale. Si assiste ormai da tempo alla sintesi di droghe sempre più forti e devastanti e ad un abbassamento dei prezzi per renderle sempre più accessibili anche ai giovanissimi. Anche la rete dello spaccio è variata. Molte sono le persone insospettabili che sono coinvolte nel traffico e nello spaccio al dettaglio e la rete distributiva è sempre più capillare e polverizzata in modo da essere sempre meno identificabile e nel contempo più efficiente. Gli stessi spacciatori sono cambiati. Siamo di fronte (e i nostri giovani relazionano con loro) a persone senza scrupoli, molto più violente ed aggressive, provenienti spesso da zone di guerra con organizzazioni criminali alle spalle estremamente addestrate se non addirittura militarizzate, come ci segnalano le forze dell ordine. L eroina non è certamente scomparsa ma come si può comprendere quindi ci sono forse altre priorità all orizzonte. A questo punto sorgono spontanei alcuni interrogativi: dove dobbiamo concentrare la nostra attenzione? Vale la pena riproporre modelli che in altri paesi sono stati definiti ed adottati ormai 15 anni fa, o non serve invece una nuova politica originale e più tarata sulla realtà, sulle problematiche e sulla cultura Italiana? 19

20 Le droghe nel Veneto L eroina è ancora la sostanza che deve condizionare in via prioritaria la nostra programmazione e le nostre discussioni o esistono anche altri scenari? LE NUOVE STRATEGIE A questo punto, al solo fine di contribuire ad una discussione costruttiva e realistica, non resta che mettere in evidenza quali potrebbero essere le principali (anche se non esaustive) buone prassi ed indicazioni innovative da seguire nei vari campi per rendere più efficaci gli interventi. Prima di elencarle brevemente però è utile ribadire che tutti dobbiamo fare uno sforzo per uscire dalla sterile polemica proibizionismo contro antiproibizionismo. È necessario uscire da questa logica e superare pregiudizi e vecchi schemi. Bisogna andare oltre la riduzione del danno e recuperare la centralità della persona. Vi è una terza via, più razionale ed innovativa, che sta sopra a questi conflitti che non risolvono il problema: la via del creare consapevolezza e responsabilizzazione delle persone e delle amministrazioni affinché si facciano scelte personali e comunitarie che proteggano, conservino e promuovano la salute attraverso l adozione di stili di vita sani, tra cui inevitabilmente si contempla il non uso di sostanze tossiche e il vivere quindi sobri e liberi da condizionamenti chimici. I giovani, ma anche gli adulti, dovrebbero essere educati a questo concetto sapendo che la scelta migliore è non usare alcun tipo di droga o sostanza tossica. Non si può condividere quindi la normalizzazione che da molte organizzazioni ci viene proposta dell uso di sostanze. Nessuna discriminazione per chi usa ma sicuramente tali comportamenti devono essere considerati come devianti e da abbandonare, con la convinzione che essi possono portare e dei veri stati patologici e di malattia (addiction) che nulla hanno a che vedere con un vivere libero e normale. Sinteticamente prendiamo in considerazione quali potrebbero essere le indicazioni che come Regione possiamo dare e fornire come contributo alla discussione, oltre che indirizzo per gli operatori e le aziende sanitarie: 1. PREVENZIONE a. è necessario abbassare il limite di età a cui fare interventi di prevenzione. E necessario partire con interventi di prevenzione già nelle scuole elementari inserendo la prevenzione delle droghe e alcol in un più ampio programma di educazione alla salute. 20

21 Capitolo 1 b. Rendere permanente ed esplicita l informazione sui danni a tutti i livelli che le droghe e alcol sono in grado di produrre. c. Non creare confusione nei ragazzi facendo sbagliate distinzioni tra droghe pesanti e leggere. Tutte le droghe possono essere dannose nel cervello di un ragazzino oltre che di un adulto. d. Rivalutare e supportare con programmi specifici il ruolo della famiglia che va aiutata molto di più di quanto non si faccia tuttora, con progetti specifici e duraturi. e. Incentivare l offerta dei test antidroga da mettere a disposizione, anche tramite i medici di medicina generale e i dipartimenti delle dipendenze, per i genitori con figli minori a rischio o che abbiano anche il semplice sospetto di assunzione di sostanze e non aspettare, magari dopo anni, di scoprire una vera e propria tossicodipendenza cronicizzata. 2. CURA a. Integrare molto di più gli interventi farmacologici con quelli psicosociali e riabilitativi. Rompere quindi i vecchi schemi avendo anche il coraggio di introdurre, se necessario, nuove sperimentazioni. Tali sperimentazioni devono essere eticamente accettabili e scientificamente supportate in un contesto però di risoluzione delle dipendenze e di affrancamento dall uso di droghe e alcol (non è questo il caso della somministrazione controllata dell eroina). b. Prevenzione delle patologie correlate come parte integrante delle terapie. Andare quindi oltre la riduzione del danno, rendendo obbligatorie le attività di prevenzione secondaria nei servizi pubblici e del privato sociale accreditato. c. Integrare e valorizzare molto di più il privato sociale accreditato con il pubblico. d. Attivare interventi orientati alla cura delle codipendenze (droghe + alcol). 3. REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO a. È necessario rilanciare politiche ed investimenti maggiori su questo aspetto ancora oggi troppo trascurato. b. È necessario richiedere un maggior impegno di vera solidarietà al mondo imprenditoriale e del lavoro per il recupero di queste persone. 21

22 Le droghe nel Veneto 4. ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI a. È necessario coordinare meglio gli interventi a livello territoriale tra pubblico e privato sociale accreditato tramite l attivazione e il supporto dei dipartimenti delle dipendenze, strumenti organizzativi che si sono dimostrati validi nel creare sinergie molto operative. b. Servono meno servizi ma più specializzati e professionalizzati, integrati e coordinati negli interventi, in grado di dare risposte mediche, psicosociali ed educative di alto livello. Serve uscire dai vecchi schemi. c. Molta più attenzione dovrà essere data alle problematiche sanitarie dei tossicodipendenti in carcere. d. Valorizzazione dei Coordinamenti nazionali istituzionali al fine di concertare politiche interregionali veramente efficaci e coordinate. CONCLUSIONI E da augurarsi che si inizi fin da subito e con il piede giusto il rapporto tra Amministrazioni Centrali e Regioni e Province Autonome, avendo ben chiari i ruoli, i compiti e le proprie responsabilità, senza interferenze reciproche ma trovando il giusto spirito di collaborazione per rendere la lotta alla droga e all alcol veramente incisiva ed efficace. Si ricorda che non sarà comunque una sola giornata, seppur importante come la giornata mondiale di Lotta alla Droga, a far vincere questa guerra ma il lavoro costante e paziente che ognuno, nel proprio campo (familiare, lavorativo, sociale, politico ecc.) avrà il coraggio di fare ed esplicitare giorno dopo giorno, per dire no alla droga e all alcol attraverso i propri comportamenti e le proprie parole. 22

23 LE DROGHE NEL VENETO: SINTESI DEI RISULTATI DELL INDAGINE DEL PROGETTO DRO.VAL 2 Giovanni Serpelloni, Monica Zermiani, Diana Candio, Monica Lorenzetto, Daniela Zusi OBIETTIVO DEL PROGETTO L obiettivo generale del progetto è definire contestualmente un sistema di valutazione permanente, una serie di parametri che permettono di comprendere l atteggiamento e il comportamento dei cittadini veneti nei confronti dell uso di droga, alcool, fumo di sigaretta, sostanze dopanti e psicofarmaci, ma anche l impatto delle attività nel campo della prevenzione delle tossicodipendenze, i bisogni informativi e di supporto specifico delle famiglie. Questo progetto di valutazione, dell impatto degli interventi di prevenzione delle dipendenze da sostanze d abuso, si è posto i seguenti obiettivi: 1) valutare i bisogni percepiti dai cittadini della Regione Veneto in merito alla prevenzione dell uso di sostanze stupefacenti; 2) raccogliere le indicazioni sulle urgenze percepite dai cittadini, quindi sulle azioni da porre in atto da parte delle istituzioni, sul tema dell uso e della prevenzione delle sostanze stupefacenti; 3) osservare il livello di penetrazione delle campagne di comunicazione sociale sui rischi, sui pericoli e sui danni derivanti dall uso di droghe in termini di ricezione del messaggio, visibilità della campagna e giusta sintonizzazione (fine tuning) sul target obiettivo; 4) cogliere il grado di consenso alle politiche regionali di prevenzione dell uso di sostanze stupefacenti da parte dei cittadini; 5) valutare il consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione generale e nei giovani. METODOLOGIA Il metodo di ricerca utilizzato è quello dell inchiesta campionaria tramite la somministrazione di questionari a più campioni rappresentativi della popolazione della Regione Veneto: giovani, genitori, amministratori e direttori dei servizi sociali. 23

24 Le droghe nel Veneto Lo strumento di indagine è il questionario auto-compilato. La somministrazione dei questionari è avvenuta nel periodo compreso tra Luglio 2005 e Marzo CAMPIONAMENTO Il campione dei genitori, in mancanza di una lista per la selezione delle unità, è stato realizzato con un piano di campionamento per quote rispetto alle dimensioni della provincia di residenza. Il campione dei giovani, che rappresentava l oggetto di indagine principale, è stato realizzato con una doppia fase al fine di non avere soggetti esclusivamente reclutati all interno delle scuole (luoghi pressoché esclusivi di reclutamento delle precedenti indagini): a) una prima fase, durante la quale sono stati raccolti circa questionari, che ha tenuto conto della rappresentatività di tutte le province della Regione Veneto coinvolgendo strutture private ed enti locali, ossia i luoghi di ritrovo informali dei giovani (centri sociali, piscine, Informa Giovani, ecc.), b) una seconda fase, in cui si è provveduto al calcolo della numerosità campionaria con un livello di confidenza del 99%, e un intervallo uguale a 2 per la popolazione di età anni al (dati ISTAT), corrispondenti nel 2005 alla fascia di età anni delle Regione Veneto. Per raggiungere la numerosità prevista sono state contattate le scuole medie superiori pubbliche; durante la fase di aggiustamento del campione si è tenuto conto delle caratteristiche di quello già raccolto in relazione a: sesso, fascia d età, tipo di scuola frequentata. In sintesi possiamo affermare quindi che il campione dei giovani, oltre ad essere rappresentativo dei giovani del Veneto, ha la peculiarità di aver contattato i giovani non solo nelle scuole ma anche nei luoghi di aggregazione giovanile. RISULTATI SUI GIOVANI Il campione coinvolto è composto di 4917 giovani, l età media è pari a 16 anni (range anni), maschi e femmine sono equamente rappresentati. Tutte le province della Regione Veneto sono rappresentate. Più del 80% ha bevuto almeno una volta nella vita bevande alcoliche (vino, birra) e il 65% negli ultimi 30 giorni, i superalcolici li ha sperimentati il 68%, mentre il 52% li ha usati negli ultimi 30 giorni. La sostanza più utilizzata dai giovani è la cannabis, sperimentata dal 25% e utilizzata negli ultimi 30 giorni dal 15% dei soggetti; la cocaina è stata provata dal 4% e usata nell ultimo periodo dal 1,8% dei soggetti. 24

25 Capitolo 2 La posizione religiosa rappresenta un fattore protettivo rispetto al consumo di sostanze, infatti i credenti praticanti dichiarano un consumo di superalcolici e cannabis inferiore sia ai non credenti, sia ai credenti non praticanti. L appartenenza politica dei soggetti influenza il consumo relativo alla cannabis, il 43% dei giovani che si dichiara di sinistra ha fumato marijuana almeno una volta nella vita, rispetto al 30% di chi si dichiara di destra. Alcol e marijuana sono le sostanze che attraggono maggiormente, il 74% dei giovani accetterebbe alcol in caso di offerta, il 23% accetterebbe marijuana. La percezione del rischio dei giovani è alta per sostanze come l eroina (92%), le amfetamine (91%), la cocaina (90%), l alcol (80%); meno alta per altre sostanze come la cannabis (76%), gli steroidi (68%) e il tabacco (41%). Vi è una relazione statisticamente significativa tra i soggetti che hanno un elevata percezione del rischio e la valutazione sull inefficacia della liberalizzazione delle sostanze, quale iniziativa di prevenzione delle dipendenze (p < 0.001). I giovani rappresentano il campione meno informato, in particolare si osserva che il 46% dei soggetti ha scarse conoscenze sugli effetti della cocaina, il 79% sulla marijuana e l 80% sugli steroidi. Nell atteggiamento verso il libero uso delle droghe si osserva un netto disaccordo verso sostanze come l eroina (92%), le amfetamine (90%), la cocaina (89%), mentre sono favorevoli al libero uso dell hashish circa il 30% dei giovani. Per quanto riguarda le sostanze alcoliche si registra un atteggiamento sostanzialmente liberale (81% dei ragazzi sono d accordo all uso libero di alcolici e il 58% ai superalcolici). Relativamente alla conoscenza dei servizi e delle iniziative di prevenzione si sono riscontrati i seguenti dati: Il 27% indica il Ser.T come la struttura specifica per la cura delle dipendenze. Il 65% ha visto e conosce le campagne informative della Regione Veneto. Il 78% ritiene molto efficaci le iniziative volte al dialogo e all informazione, ma con altrettanta convinzione i giovani chiedono iniziative di controllo sociale (il 60% chiede di effettuare controlli per chi svolge mansioni pericolose o di responsabilità verso altre persone). RISULTATI SUI GENITORI Il campione coinvolto è composto da 975 genitori. L età media corrisponde a 41 anni, il genere femminile rappresenta il 64% del campione. Sorprendono i dati dei genitori indagati soprattutto relativamente al cospicuo uso di sostanze che si riscontra anche in questo gruppo. 25

26 Le droghe nel Veneto Rispetto al consumo di sostanze, oltre il 65% degli intervistati fa uso attuale di vino e birra, l uso nella vita supera l 80%. Tra le sostanze illegali, quella più diffusa è la cannabis, utilizzata nella vita dal 25% dei soggetti e negli ultimi 30 giorni dal 6,3%; rispetto a sostanze come amfetamine ed ecstasy si osserva un uso nella vita pari al 3% e un uso negli ultimi 30 giorni pari allo 0,3%. Per la cocaina l uso nella vita è pari al 4,2%, negli ultimi 30 giorni allo 0,5%; per l eroina l uso nella vita è inferiore all 1%, l uso attuale è pari allo 0,2%. Il 64% è contrario alla liberalizzazione dell uso di sostanze. La percezione del rischio per la salute derivante dall assunzione di sostanze è elevata nei confronti di sostanze come l eroina (95%), le amfetamine (92,6%), la cocaina (92%). I genitori si collocano al penultimo posto, prima dei giovani, nella classifica sulle conoscenze degli effetti delle sostanze psicoattive. Steroidi e amfetamine sono sostanze per lo più sconosciute, solo il 24% degli intervistati possiede conoscenze adeguate. La sostanza maggiormente conosciuta tra i genitori è l eroina, 88%. Il 57% dei genitori non possiede informazioni adeguate relative agli effetti della marijuana. Nell atteggiamento verso il libero uso, i genitori si dimostrano favorevoli all uso di alcolici (50%), contrari all uso di tabacco (54%). Il 16% degli intervistati dichiara di essere favorevole al libero uso di hashish. Il 31,6% dei genitori conosce il Sert, quale struttura pubblica specialistica per la cura delle tossicodipendenze. Il 50% del target ha visto le campagne di prevenzione realizzate dalla Regione Veneto o dall Ulss nel corso del I genitori si dimostrano il target più critico nel valutare la qualità dei servizi per la cura delle tossicodipendenze, esprimendo in media una valutazione positiva pari al 57%. Il 51% dei genitori che ha usufruito dei servizi per le tossicodipendenze ritiene che le prestazioni fornite siano state utili. Il 94% dei soggetti ritiene che, dare informazioni nelle scuole e favorire il dialogo con i giovani, siano le iniziative di prevenzione più efficaci. 26

27 Capitolo 2 RISULTATI SUGLI AMMINISTRATORI (SINDACO, VICESINDACO, ASSESSORE COMPETENTE) Il numero degli amministratori coinvolti è pari a 192 soggetti, rappresentativi dei comuni della Regione con più alto numero di abitanti (> abitanti). L età media corrisponde a 47 anni, il genere maschile rappresenta il 70% del campione. Rispetto alla priorità degli interventi su specifiche realtà sociali (famiglia, minori, handicap, anziani, tossicodipendenze, emigrati), le dipendenze si posizionano al penultimo posto con un grado di priorità pari a 4 (scala di priorità da 1=alta a 6=bassa). Le conoscenze specifiche sulle sostanze sono complessivamente buone anche se, rispetto alla marijuana e agli steroidi, la mancanza di conoscenze raggiunge rispettivamente il 50% e il 70%. Le iniziative di prevenzione che gli amministratori ritengono maggiormente efficaci sono orientate sul versante preventivo (il dialogare con gli adolescenti registra una valutazione di efficacia pari al 90%, punteggi analoghi anche nel dare maggiore informazioni nelle scuole e organizzare corsi per i genitori). Più della metà dei comuni aderenti all indagine ha realizzato progetti specifici sulle dipendenze, con tematiche relative alle droghe, alcol e tabacco. Il 33% dei comuni ha stanziato, oltre ai finanziamenti specifici del Fondo Lotta Nazionale alla Droga, altre risorse economiche a favore di interventi di prevenzione sulle sostanze stupefacenti. Gli amministratori esprimono una valutazione positiva sull efficacia dei servizi per la cura delle dipendenze nel 73% dei casi, il fattore sul quale esprimono la valutazione più alta è la competenza degli operatori (93%), il fattore che registra la valutazione più bassa è la tempestività degli interventi (62%). RISULTATI SUI DIRETTORI DEI SERVIZI SOCIALI Il numero dei direttori dei servizi sociali coinvolti è pari a 21. Per chiare esigenze legate all anonimato non è stata chiesta loro alcuna informazione di carattere socio-anagrafico. Tutti i direttori si dichiarano, all unisono, contrari all uso di eroina, cocaina ed amfetamine. Nell atteggiamento verso il libero uso, oltre il 55% degli intervistati è favorevole al libero uso di alcolici e tabacco. I direttori stimano le valutazioni date dalla cittadinanza sulla qualità dei servizi per la cura delle tossicodipendenze, esprimendo una visione totalmente 27

28 Le droghe nel Veneto positiva dei servizi che si discosta notevolmente da quella data dai genitori e dagli amministratori. I direttori dei servizi sociali sono favorevoli alle iniziative di prevenzione orientate all organizzazione di corsi specifici per i genitori (90,5%), ma sono contrari a fare test antidroga periodici sui ragazzi minorenni nelle scuole (90,5%). Sulla tempestività degli interventi emerge il gap maggiore tra la stima dei direttori (100%) e il giudizio dei genitori (52,7%), con 47,3 punti percentuali di differenza. Secondo i direttori, l 86% dei cittadini giudicano credibili i messaggi informativi sul problema droga diffusi dalla Regione Veneto. In realtà, considerate le valutazioni espresse da giovani e genitori, emerge che in media solo il 59,3% dei soggetti li considera affidabili. CONSIDERAZIONI INTERPRETATIVE Dalla ricerca effettuata e dai dati presentati nelle pagine precedenti discendono alcune considerazioni conclusive, che possono essere uno spunto di riflessione da cui partire per analisi e approfondimenti futuri. Metodologia Uno dei risultati più significativi del progetto Dro.Val (al di là dei dati raccolti ed elaborati), è stata l ideazione e la messa a punto di procedure metodologiche (questionari, creazione di reti nel territorio, costruzione database, ecc.) che possono essere di supporto per successive indagini e audit. In altre parole si è sperimentato un sistema di valutazione degli interventi e delle opinioni dei cittadini, che potrebbe diventare permanente (Capitolo 4 Metodologia). Altro aspetto di forza dell indagine è rappresentato dal reclutamento del campione dei giovani (target principale del progetto), che con una tecnica di mixing ha contattato i soggetti nelle scuole e nei luoghi ricreazionali (luoghi di aggregazione, centri sociali, strutture sportive, ecc.), al fine di avere un campione più rappresentativo della realtà (Capitolo 4 Destinatari). Età Considerando l età media dei giovani contattati, che è pari a 16,3 anni, si osserva come l indagine sia stata focalizzata su ragazzi in una fascia d età particolarmente a rischio per l uso di droghe, raggiungendo quindi l obiettivo 28

29 Capitolo 2 prioritario di realizzare un osservazione rappresentativa e centrata sulla fascia a maggior rischio (Capitolo 4 Caratteristiche socio-anagrafiche). Consumo di alcol Il consumo di alcolici tra i giovani è allarmante, nonostante l alta percezione del rischio derivante dall assunzione di questa sostanza, più dell 80% dei ragazzi ha usato almeno una volta nella vita vino o birra, e un ragazzo su due beve abitualmente superalcolici. Il 19% dei giovani consuma alcolici una volta al mese, il 21% una vota alla settimana, il 15% più volte alla settimana e il 2,5% tutti i giorni (Capitolo 9 Uso di alcolici e sigarette). L uso attuale dei superalcolici nel target dei genitori, anche se relativamente in età giovanile (età media 40,5 anni), è decisamente inferiore rispetto a quello dei giovani, che mostrano quindi un preoccupante coinvolgimento con le sostanze alcoliche. Nel passaggio da una generazione all altra il consumo di superalcolici tende infatti a raddoppiarsi (Capitolo 9 Uso di alcolici e sigarette). Uso di sostanze illegali La maggior parte delle persone intervistate non fa uso di sostanze illegali. Infatti, la percentuale dei consumatori rappresenta una piccola parte della popolazione, e dimostra una certa variabilità nell uso delle sostanze. Questo dato è confermato in parte anche dal parere sostanzialmente contrario, formulato da tutti i target intervistati (compresi i giovani), alla liberalizzazione delle sostanze. Questo trend può confutare l idea, presente in taluni, che la maggior parte dei giovani faccia uso di sostanze e sia favorevole alla loro liberalizzazione (Capitolo 9 Uso di sostanze stupefacenti). Come osservato da studi prospettici l uso precoce di sostanze legali (alcol, sigarette) prelude, tendenzialmente, ad un maggior rischio di futuro consumo di sostanze illegali. In questa ricerca si può osservare che l età media di inizio di uso di sostanze legali è attorno ai 14 anni (con una deviazione standard variabile da 1.5 a 2.3 anni), mentre quella delle sostanze illegali si sposta a 15 anni (con una deviazione standard variabile da 1.3 a 2.3 anni) (Capitolo 9 Uso di sostanze stupefacenti). Intenzione di comportamento Dall osservazione incrociata dei dati emerge che i giovani esprimono un intenzione di comportamento contraria all uso di sostanze, che varia dal 29

30 Le droghe nel Veneto 72% dell hashish al 95% dell eroina, coerentemente con i comportamenti d uso riferiti. Tali percentuali sono pressoché dimezzate nei genitori; in sostanza quindi la maggior parte dei giovani e genitori sono contrari all uso di sostanze (Capitolo 7 Offerta di sostanze). Atteggiamento verso il libero uso In merito all atteggiamento favorevole al libero uso di sostanze illegali, da parte dei giovani, i dati oscillano tra il 30.3% dell hashish all 8.1% dell eroina. Nei genitori tali percentuali scendono al 16% per l hashish, e al 6% per l eroina (Capitolo 6 Atteggiamento verso il libero uso di sostanze). Percezione del rischio All aumentare dell età aumenta la percezione del rischio nei confronti di sostanze come l eroina, la cocaina, le amfetamine, mentre si assiste ad una diminuzione del rischio percepito nei confronti della marijuana, del tabacco e in maniera minore dell alcol. Verosimilmente la diminuzione della percezione è in relazione anche all aumento dell uso, che si verifica con il crescere dell età. Si ricorda che un alta percezione del rischio non sempre costituisce un fattore protettivo, in quanto tale variabile deve essere messa in relazione con un altro fattore modulante rappresentato dall attitudine al rischio. Si è dimostrato, infatti, che in alcuni soggetti con alta attitudine al rischio (novelty seeking), la percezione del pericolo nell intraprendere alcune attività può costituire un fattore stimolante all esplicitazione del comportamento (Capitolo 7 Percezione del rischio e classi d età dei giovani). Giovani e genitori esprimono una percezione del rischio minore nei confronti delle sostanze legali (tabacco, bevande alcoliche) rispetto a quella espressa nei confronti delle sostanze illegali, quali, eroina, cocaina ed amfetamine. La marijuana rappresenta una sostanza critica rispetto alla quale, in tutti i target, emerge una bassa percezione del rischio, soprattutto per la salute fisica (Capitolo 7 Percezione del rischio per la salute). Possibili trend Nella prossima tabella si è proceduto ad un confronto della situazione odierna, rispetto al consumo di droghe da parte dei giovani (uso passato e presente), con la situazione di circa venti anni fa, estrapolata dalle risposte dei genitori relativi all uso passato di sostanze. Nella valutazione dei dati la 30

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