QUALI TRAFFICI PER IL PORTO DI CHIOGGIA RAPPORTO FINALE
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- Luisa Rossa
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1 SISTEMI OPERATIVI QUALI TRAFFICI PER IL PORTO DI CHIOGGIA RAPPORTO FINALE Venezia, settembre 1997
2 INDICE SINTESI DEI CONTENUTI 0 PREMESSA 1 IL PORTO DI CHIOGGIA OGGI E DOMANI 1.1 LE INFRASTRUTTURE E LE ATTREZZATURE: LA SITUAZIONE ATTUALE 1.2 IL RUOLO DELL ASPO NELLO SVILUPPO DEL PORTO 1.3 IL TRASFERIMENTO IN VAL DA RIO 1.4 UN CONFRONTO NECESSARIO: IL PORTO DI VENEZIA 2 ANALISI E PROSPETTIVE DEL TRAFFICO 2.1 LE FONTI DI INFORMAZIONE Descrizione delle fonti Omogeneizzazione delle fonti 2.2 IL TRAFFICO NEI PORTI ITALIANI Movimento di merci nei porti italiani Dinamiche del movimento di merci nei porti italiani Le prospettive 2.3 IL TRAFFICO NEI PORTI DELL ALTO ADRIATICO Movimento di merci nelle regioni italiane dell Alto Adriatico Il traffico internazionale nel litorale Alto Adriatico per categoria merceologica L avanmare del sistema portuale dell Alto Adriatico
3 Le prospettive 2.4 IL TRAFFICO NEI PORTI DELLA LAGUNA DI VENEZIA Movimento delle merci nei porti della Laguna di Venezia Il traffico nei porti della Laguna di Venezia per categoria merceologica L entroterra e l avanmare I traffici di Chioggia per tipologia di condizionamento Le prospettive 2.5 L INDAGINE DIRETTA PRESSO GLI SPEDIZIONIERI MARITTIMI Caratteristiche generali delle società di spedizione Caratteristiche del traffico Caratteristiche percepite del porto di Chioggia 3 VALUTAZIONI CONCLUSIVE 3.1 IL TRAFFICO IN PROSPETTIVA Le previsioni redatte nel 1986 (SIMPO) Le previsioni redatte nel 1996, a sostegno della domanda di finanziamento 3.2 IL PORTO IN PROSPETTIVA RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
4 SINTESI DEI CONTENUTI Nel giro di pochi anni, con il completo trasferimento del porto dall originaria sede (Isola Saloni) alla vicina localizzazione di Val da Rio, i servizi portuali che Chioggia mette a disposizione dell economia padana potranno aumentare in misura non marginale, migliorando significativamente anche sotto il profilo qualitativo. Si tratta di un opportunità che va sostenuta con azioni adeguate, che investono non solo gli aspetti infrastrutturali ma anche la capacità di prefigurare quella che sarà la nuova collocazione dello scalo nel contesto della portualità alto adriatica. La clientela consolidata, che oggi utilizza il porto in misura mai inferiore al milione e mezzo di tonnellate/anno, potrà trovare nuovi motivi per continuare a preferire lo scalo clodiense agli altri scali del litorale alto adriatico; con ogni probabilità (se sostenuta da azioni adeguate) nuova clientela potrà essere attratta, portando la movimentazione nel porto stabilmente oltre la soglia dei due milioni di tonnellate, soglia già sfiorata nel recente passato. Si tratta peraltro di una possibilità, e non di una certezza. Affinché ciò accada, il porto di Chioggia dovrà adeguare sé stesso ai mutamenti della domanda anche sotto il profilo organizzativo oltre che sotto il profilo infrastrutturale, adottando strategie di mercato in grado di comprendere le modificazioni in atto nel mercato del trasporto delle merci in generale e del trasporto marittimo in particolare, valorizzando così le proprie peculiarità. Sicuramente l azione avviata, mirante all adeguamento delle infrastrutture con il pieno trasferimento delle attività a Val da Rio Ovest, è un pre-requisito. Adeguare la superficie complessiva portuale, passando dagli odierni mq ai mq dell intervento in Val da Rio Ovest; dotarsi di banchine del 30% più estese e di canali in grado di accogliere navi con pescaggio superiore; adeguare la superficie dei piazzali, passando da una disponibilità di mq a mq; dotarsi di magazzini con dimensioni idonee; superare l isolamento sotto il versante delle connessioni ferroviarie dirette: sono tutti prerequisiti necessari per proporre Chioggia anche in futuro fra i porti alto adriatici più competitivi. Sotto il profilo infrastrutturale, le difficoltà odierne del porto di Chioggia sono senz altro riconducibili innanzitutto alla crisi di spazi interni e di accosti, ma certo in misura non irrilevante sono riconducibili alle carenze nei collegamenti con l entroterra: una situazione che crea oggettive difficoltà nell organizzare razionalmente i servizi offerti e nell acquisire nuovi traffici. Gli effetti attesi a seguito del potenziamento delle strutture del porto, conseguenti il trasferimento in nuova sede, sono misurabili in termini di opportunità offerte dalla nuova configurazione per procedere, congiuntamente: ad un aumento della movimentazione delle merci nel porto, ad un aumento dell efficienza interna,
5 entrambe necessarie al fine di garantire anche in futuro una collocazione competitiva del porto, attenta alle trasformazioni che nel contempo stanno interessando le strutture concorrenti, Venezia innanzitutto. La variazione nelle performance effettive di traffico, espresse nei termini della conquista di nuovi segmenti di mercato rispetto ai porti concorrenti (o, per determinate componenti del traffico, nei termini del mantenimento delle quote di mercato odierne), dipenderà infatti dal presentarsi di ulteriori condizioni oltre alla mera disponibilità di infrastrutture e attrezzature idonee, che pur risultano essere per Chioggia, come si è notato, comunque indispensabili. Nella nuova stagione della portualità italiana che si è aperta con la progressiva privatizzazione degli scali (e, per quel che qui interessa, di Venezia in particolare), il nuovo porto di Chioggia si troverà ad operare in una realtà sempre più competitiva, in grado di erodere parte dei vantaggi comparati che hanno fin qui permesso allo scalo clodiense di ritagliare per sé nicchie di mercato sufficienti a garantirne una stabile presenza nel novero dei porti commerciali nord adriatici. È evidente che in una situazione che vede i porti concorrenti in rapida evoluzione, la risposta di Chioggia sotto il profilo infrastrutturale assolutamente necessaria, stante la qualità delle infrastrutture e degli spazi disponibili a Isola Saloni potrà rivelarsi non sufficiente se non verrà accompagnata da risposte incisive anche sotto il profilo delle strategie da porre in atto per conservare e accrescere le proprie quote di mercato, risposte che richiedono una capacità di analisi dei punti di forza (e di debolezza) odierni di Chioggia, di cosa nel frattempo sta mutando nei porti con i quali Chioggia entra in competizione (Venezia innanzitutto), di quali azioni risultano indispensabili per garantire a Chioggia un futuro nel mercato del trasporto marittimo. In termini sintetici possiamo definire l attuale un periodo di rapida transizione verso la costruzione, anche in Italia, di un vero e proprio «terziario marittimo avanzato», cui anche Chioggia dovrà rapportarsi: stanno progressivamente venendo meno, infatti, alcune delle condizioni che hanno garantito allo scalo clodiense quelle performance che pur ne hanno determinato quella «crisi da saturazione», perdurante da oltre un decennio, che risulta essere il motivo primo del trasferimento in nuova sede. L ingresso dei privati nella gestione degli scali maggiori provoca da un lato la spinta a una più forte concorrenza fra gli scali stessi (nei servizi offerti, nelle politiche di prezzo), dall altro l inserimento di quote sempre maggiori del traffico marittimo in catene logistiche complesse e altamente informatizzate, meno vincolate che in passato rispetto ai punti in cui le merci vengono materialmente caricate e scaricate (dunque, meno legate «per tradizione» a specifici scali marittimi). Quali che siano i passi che Chioggia sarà in grado di intraprendere negli anni a venire, con il volgere del secolo il mercato del trasporto marittimo in Italia è destinato a mutare dunque radicalmente, e radicalmente sta mutando già oggi la portualità lagunare per quanto attiene allo scalo veneziano. In questo panorama per Chioggia si pongono due questioni: la prima, deriva dalla constatazione che alle positive performance di Chioggia non è fin qui stata estranea la scarsa attenzione dello scalo veneziano rispetto a determinate componenti merceologiche del trasporto marittimo, considerate per lungo tempo economicamente poco appetibili e
6 oggi, sulla via della privatizzazione, nuovamente oggetto di interesse (ad esempio, i rottami e gli sfarinati); Chioggia dunque rischia di «perdere» quote di traffico a favore dello scalo veneziano, con il quale intrattiene da sempre un rapporto di complementarità; la seconda, deriva dalla constatazione che il porto di Chioggia sta aprendo per sé stesso una nuova stagione, che prende il via proprio con le opere infrastrutturali in via di realizzazione; anche Chioggia, nel giro di pochi anni, sarà in grado di mettere a disposizione degli operatori privati nuove banchine, nuovi spazi portuali e nuovi collegamenti con l entroterra (su ferrovia con il nuovo raccordo, ma anche su strada con la prevista nuova Romea Commerciale e su vie d acqua con il completamento degli interventi lungo la rete idroviaria già esistente e lungo l asta Brondolo-Volta Grimana innanzitutto); Chioggia dunque ha avviato quel processo di «riposizionamento» nel mercato che progressivamente può mettere in grado lo scalo di mutare, anche radicalmente, la composizione dei propri traffici. In questa situazione, stabilire oggi, per Chioggia, quale potrà essere il livello futuro dei traffici nella nuova configurazione infrastrutturale non appare pertanto un compito che possa essere portato a termine ricorrendo a semplici procedure di stima che intendano definire il livello e l articolazione futura dei traffici sulla base della mera estrapolazione del trend fin qui evidenziato. Pur se si tratta di una procedura utilizzata sovente in passato, anche per Chioggia, la discontinuità derivante dal trasferimento in nuova sede è tale che una siffatta metodologia risulta con ogni probabilità scarsamente significativa. Con l obiettivo di esaminare i possibili scenari evolutivi, questo studio ha inteso dunque innanzitutto procedere ad un analisi approfondita dello sviluppo passato del traffico di Chioggia, ponendo l enfasi soprattutto sul confronto fra le performance di Chioggia e quelle di Venezia, al fine di evidenziare le complementarità esistenti fra i due porti e le rispettive aree di specializzazione. Una complementarità, che non è certo destinata a svanire in futuro. È, questa, la parte centrale del lavoro, in quanto è apparso subito evidente come uno dei limiti odierni per la programmazione delle attività del porto di Chioggia consiste proprio nella carenza di una tradizione di analisi retrospettiva, di un adeguato apparato statistico, in grado di fornire i necessari elementi analitici per tenere sotto controllo gli sviluppi del traffico non solo dello scalo, ma dello scalo inserito nel proprio contesto d azione, la portualità lagunare. Si è voluto così consegnare agli operatori interessati allo sviluppo del porto di Chioggia una quadro, per la prima volta esauriente, dello stato delle conoscenze sui traffici del porto, senza rinunciare ad evidenziare le carenze che ancora permangono, conseguenti l assenza di un rigoroso sistema di rilevamento. Al fine di indicare la strada per procedere a colmare le più evidenti carenze conoscitive (sull entroterra e sull avanmare dei traffici che si rivolgono a Chioggia, innanzitutto) è stata condotta un indagine ad hoc presso gli spedizionieri marittimi operanti nel porto. Il lavoro si conclude con l esame degli obiettivi di vendita del nuovo porto di Chioggia, quali si desumono dalla recente scheda predisposta dall ASPO per il CIPE in occasione
7 della richiesta di finanziamento per il completamento del primo lotto del nuovo porto (1996). Si tratta di una serie di proiezioni più che di vere e proprie previsioni che indicano una possibile situazione di equilibrio fra costi e ricavi portuali in un anno futuro caratterizzato dall avvenuta realizzazione degli interventi previsti. Tale aspetto bene si integra con le analisi condotte in questo studio, in quanto evidenziando una delle possibili configurazioni del traffico del nuovo porto, apre la strada all approfondimento dei passi necessari (promozione e marketing) per raggiungere gli obiettivi prefissati. Con questa procedura, esaminando cioè quello che viene comunemente indicato come il «valore di rovesciamento», ossia quel valore del traffico tale per cui l intervento raggiunge un adeguato livello di redditività economica, l enfasi comunemente posta sulle stime del traffico futuro (sempre aleatorie per quanto attiene alle attività portuali, in special modo nelle situazioni caratterizzate da una sostanziale marginalità nel mercato, qual è il caso di Chioggia) è stata in parte attenuata. 0 PREMESSA Il sistema portuale italiano conosce in questi anni una profonda trasformazione del proprio assetto istituzionale ed economico. I motivi del cambiamento sono molteplici: essi sono riconducibili in parte a trasformazioni della tecnologia del settore dei trasporti e della competizione nel settore della logistica, in parte alla trasformazione della normativa italiana che regola l attività portuale. Per quanto concerne la nuova definizione delle strategie competitive dei settori dei trasporti e della logistica, investiti più di altri dai processi di globalizzazione dei mercati, ricordiamo i nodi cruciali che devono essere valutati dagli operatori portuali. L evoluzione della tecnologia di trasporto, con particolare attenzione allo sviluppo del traffico merci in container. La riorganizzazione dei flussi di traffico oltremare, ossia la modifica delle direttrici di traffico. Il ruolo dei porti italiani nel quadro internazionale. Per quanto concerne invece gli effetti dell introduzione della legge 84/1994, la fase di transizione da imprese portuali operanti in condizioni di monopolio ad imprese portuali operanti in condizioni di concorrenza costituisce un passaggio estremamente delicato per la totalità degli operatori portuali nazionali ed i suoi effetti devono ancora esprimersi compiutamente. La riforma della normativa, che introduce la logica di mercato nella gestione dei terminal portuali, determina la necessità di assumere un ottica di elaborazione strategica nelle fasi di pianificazione, progettazione e valutazione degli investimenti infrastrutturali. Questa ricerca intende fornire alcune riflessioni motivate ed alcuni dati di riferimento essenziali che consentano innanzitutto di comprendere l evoluzione del porto di Chioggia
8 negli ultimi 25 anni, e di individuare quindi i capisaldi sulla base dei quali elaborare le principali strategie di guida per indirizzare e garantire lo sviluppo futuro del porto. Il presente Rapporto Finale si articola in tre capitoli principali: Il porto di Chioggia oggi e domani. Analisi e prospettive del traffico. Valutazioni conclusive. Il primo capitolo è dedicato ad una descrizione del sistema di offerta del porto di Chioggia, così come si articola al giorno d oggi, e come risulterà al termine degli interventi di investimento che porteranno al trasferimento in Val da Rio delle attività di commercio marittimo. Il secondo capitolo presenta un indagine approfondita sulle caratteristiche del traffico in transito nel porto di Chioggia. L analisi dei movimenti di merce che hanno avuto luogo nel passato consente di determinare le principali tendenze evolutive in atto, e quindi di evidenziare, in fase di commento e di valutazione delle possibilità di traffico prospettiche del porto, alcune possibili strategie che possono essere adottate per stimolare uno sviluppo soddisfacente dei traffici. Il terzo capitolo apre infine nuovi settori di approfondimento, alla luce degli esiti del presente lavoro. Tutte le elaborazioni statistiche sono riportate negli Allegati Tecnici che accompagnano il Rapporto Finale.
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