Roberto Ventura (Università degli Studi di Firenze). La valutazione dell impatto sociale ed economico della biblioteca pubblica.

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1 N.B. Questo è il testo dell intervento che ho esposto in occasione del convegno; esso costituisce una versione notevolmente ridotta e priva di riferimenti bibliografici rispetto alla relazione stampata e distribuita per l occasione nonché destinata agli atti. La parola biblioteca denota una varietà non agevolmente precisabile di realizzazioni materiali ed operative, ben lungi dal rispondere a principi condivisi, corrispondenti ad una teoria della biblioteca. La biblioteconomia presenta una serie di metodi per organizzare una biblioteca, densi di tecnica ed esperienza, dalla catalogazione al management: in tal senso, una library science propriamente detta non esiste, forse non esiste neanche una biblioteconomia così come siamo abituati a concepirla (cioè nei termini di un entità intellettuale chiara e distinta); piuttosto, credo, sperimentiamo giorno dopo giorno una librarianship portatrice di teorie, modelli, applicazioni alla quale non possiamo certo rinunciare, ma che dovremmo stare bene attenti a non scambiare in modo automatico per una inequivocabile entità del reale, cioè per una struttura immateriale acriticamente condivisa nell ambito della comunità alla quale la biblioteca si rivolge. La biblioteca non è riducibile ad un organizzazione che distribuisce libri a chi ne ha bisogno: tale visione quantitativo-energetica non era prima, nell era della comunicazione cartacea, e tanto meno lo è oggi, alla luce dell impatto delle tecnologie digitali, in grado di illuminare né le ordinarie difficoltà di tipo pratico ed applicativo della biblioteca e men che meno le problematiche di principio della comunicazione bibliotecaria, inerenti cioè alla natura sia indicale sia sociale di tale organizzazione nonché al suo specifico ruolo culturale; e probabilmente lo sarà sempre meno in futuro. Lo «scambio ineguale» che si è instaurato tra biblioteca e società post-moderna, tra biblioteca e globalizzazione tecnologica, potrebbe essere proposto in questi termini: da un lato la biblioteca difficilmente può ambire a porsi al centro della società dell informazione, dal momento che i modelli tecnologici sembrano ampiamente prevaricare quelli bibliotecari consegnatici dalla tradizione, dall altro l odierno e caotico intreccio dei canoni comunicativi rende difficile comunicare un significato biblioteconomico dell identità e del potenziale alternativo della biblioteca in quanto istituto culturale e sociale. Le biblioteche servono e serviranno ancora? E se sì, in quale forma? Quegli oggetti della realtà che noi denotiamo con la parola biblioteca continueranno ad esistere nei termini di ciò che è teorizzato nei manuali specialistici o di ciò che è insegnato nei corsi universitari di biblioteconomia? Il discorso biblioteconomico trasmette una conoscenza disciplinare inequivocabile? La questione precede l impatto dell informatica, che ha messo in crisi il modello secondo cui la ricerca di informazione, documenti e sapere in biblioteca si caratterizza per un approfondimento, una specificità ed una precisione irraggiungibile altrove. I servizi remoti sono sempre più pervasivi e richiesti: la produzione scientifica, così come la ricerca di informazioni ad uso personale, prescinde sempre più dalla frequentazione fisica di una sala di lettura. Il paradigma dell open access, giustamente avanzato dai bibliotecari nei termini di una reazione qualificata alle nuove «recinzioni digitali» della conoscenza operate dalle multinazionali dell editoria accademica, rischia di ripercuotersi contro il concetto stesso di biblioteca: se è vero che comunque qualcuno, alle spalle del web, lavora per allestire repository e servizi digitali, dall altro, dal versante cioè del lettore, è evidente che la biblioteca fisica diventa un entità non più indispensabile alla 1

2 produzione intellettuale, perché con le risorse digitali si può lavorare a qualsiasi ora del giorno dal proprio computer. Siamo di fronte, a mio avviso, ad un doppio tiro di fuoco: da una parte, un apparente dissolvimento della biblioteca così come siamo abituati a conoscerla e concepirla, dall altro una crescente difficoltà della biblioteconomia a interpretare e governare la fenomenologia bibliotecaria in modo esaustivo e soddisfacente, probabilmente perché questo ruolo epistemologico è sovradimensionato rispetto a quanto è asseribile. Risulterebbe azzardato ravvisare nell impatto sociale un paradigma in grado di rendere conto in modo postumo della realtà delle cose. Esso può diventare un ipotesi di lavoro che non dà alcuna garanzia di rappresentare la reale natura della comunità, la reale natura della biblioteca, la reale natura delle relazioni che si instaurano tra biblioteca e lettori. In altre parole, dobbiamo stare attenti a non trasfigurare l impatto sociale della biblioteca in un dogma più o meno innovativo ma pur sempre necessario. È invece preferibile dare a tale filtro interpretativo della biblioteca la valenza di una lente di lettura tra le esistenti o le formulabili in biblioteconomia. La questione chiave è: quale immagine della biblioteca emerge dallo studio dell impatto sociale ed economico? Fino a che punto tale immagine può essere considerata inedita, e in che modo risulta compatibile con la visione che la biblioteconomia dà della biblioteca? Fino a che punto, in altre parole, possiamo ritenere ammissibili tali forme di valutazione della biblioteca? Certamente noi bibliotecari non possiamo prescindere da un idea identitaria della biblioteca. La biblioteca può essere basata su tre pilastri, per così dire, non contrattabili: quello della prevalenza del paradigma conoscitivo (che presuppone un certo grado di stabilità e approfondimento) rispetto a quello informativo (votato in fondo all estemporaneità); quello della storia bibliografica che caratterizza la formazione delle raccolte (su cui si fonda la coerenza storica e la programmazione futura delle collezioni); quello della contestualizzazione dei documenti nell ambito di una collezione coerente, ordinata e comunicata tramite il linguaggio bibliografico (che restituisce una visione sistematica sotto il profilo intellettuale e documentario della raccolta e dell esperienza della lettura). Tuttavia, non possiamo nascondere che l utenza reale e potenziale sia talvolta inconsapevole di questo profilo tripartito e le modalità di interazione con la biblioteca e i suoi servizi può essere condotta secondo modalità differenti. Le biblioteche più agguerrite, a coronamento delle tre funzioni cardine di conservazione e accesso e circolazione documentaria, organizzano attività e servizi che oscillano tra il centro culturale e il servizio sociale, all insegna della multifunzionalità, dell accoglienza e della polivalenza fruizionale, parametri che la biblioteconomia non considera propriamente caratterizzanti la specifica funzione della biblioteca ma che, con tutta probabilità, potrebbero risultare tali da snaturare l identità dell istituto se portati all eccesso, perché avvallerebbero l idea che in biblioteca si può fare un po di tutto e qualche volta anche leggere. Anzitutto l impatto sociale non comporta la rinuncia ad altro genere di approccio: non sta scritto da nessuna parte che se ci si occupa di impatto sociale vadano espulse dalla biblioteconomia la catalografia, la bibliografia, la teoria dell informazione, l ermeneutica dei testi, la misurazione e la valutazione dei servizi, il reference, le pratiche della lettura, e chi più ne ha più ne metta: 2

3 l impatto sociale non è una legge abrogativa dei altri possibili percorsi normativi o di ricerca né mira a fagocitarli o a piegarli ai suoi servigi. L impatto sociale, inoltre, non è una riduzione della biblioteconomia alle scienze sociali, così come l impatto economico non è un appiattimento della biblioteconomia sulle discipline economiche, ma è piuttosto l esito della decisione del biblioteconomo di impadronirsi di strumenti di analisi provenienti da altre discipline per rendere la biblioteconomia teoricamente arricchita nonché in grado di dominare le problematiche sul tappeto. Vi è poi l obiettivo anche pragmatico di rendere le biblioteche più forti rispetto alle sfide della contemporaneità. Un lato immediato dell impatto bibliotecario è fotografabile tramite indicatori di carattere monetario nei termini di valore delle collezioni, delle risorse elettroniche, del reference e del valore dell uso, ma ve n è uno più complesso, che estende la nozione di valore del bene culturale verso esiti differenti ma non per questo dicotomici rispetto a quello economico: 1. un valore di esistenza: la comunità beneficia della circostanza che le biblioteche esistono, indipendentemente dal fatto che una parte dell utenza potenziale risulterà anche in futuro estranea all utenza attiva dei servizi bibliotecari. 2. un valore di prestigio: le biblioteche promuovono un senso di identità nazionale, regionale, locale perché documentano storia e valori del territorio a cui esse si rivolgono. 3. un valore di opzione: la parte della comunità che in un dato momento non è utente della biblioteca è in tal caso beneficiaria della possibilità di frequentarne i servizi nel futuro prossimo, qualora deciderà di utilizzarne le opportunità informative: salvaguardare l opzione d uso futuro apporta un valore aggiuntivo rispetto alle comunità in cui la biblioteca non è presente; 4. un valore educativo: le biblioteche contribuiscono alla crescita culturale degli individui e allo sviluppo della creatività con potenziali risvolti positivi sulla qualità della vita e sulla formazione professionale. 5. un valore di eredità: le persone beneficiano della possibilità di ereditare la cultura dalle generazioni passate e di trasmetterla alle generazioni future, in modo che coloro che non hanno preso parte all evoluzione culturale del passato e del presente possano ripercorrerne le strade e prendere parte alla formazione delle conoscenze. È evidente come tali nozioni abbiano molto a che fare con una concezione del benessere che riguarda la qualità della vita e possono connotare la biblioteca nei termini di uno spazio in cui è offerta ai lettori la possibilità di creare senso e di contribuire allo sviluppo della propria personalità. Il benessere individuale coinvolge categorie quali la felicità, la soddisfazione, lo stile di vita, il grado socializzazione della propria individualità, la qualità ambientale e urbana, l ampiezza dei consumi e delle esperienze culturali. La biblioteca diventa allora un organizzazione destinata al trasferimento sociale di capacità, un contesto in cui è possibile creare conoscenza, gusto e qualità della vita. La rilevazione dell impatto è un attività che tenta di gettare luce sul ruolo e sulle strategie culturali assunte dalla biblioteca, per meglio tararne il posizionamento nell ambito del sistema comunicativo: essa dovrebbe focalizzare l attenzione anzitutto sulle persone, sulla valorizzazione degli attori sociali individuali e collettivi indipendentemente dall intensità di utilizzo dei servizi. Così, in virtù di tali considerazioni preliminari è possibile proporre una sistematizzazione generale di questo genere di valutazione, che distingue due modalità di interazione: Impatto sociale: deriva dalla ricaduta che la biblioteca ha sull inclusione sociale, sulla formazione del capitale sociale, sulla formazione 3

4 accurata di opinioni rispetto a quanto offrono i mass-media; Impatto economico: concerne la ricaduta economica della biblioteca sul territorio, le esternalità positive prodotte nei confronti della comunità, l incisività sull innovazione e la creatività, sullo sviluppo territoriale locale, sulla formazione professionale e culturale della popolazione attiva. Potremmo spingerci a dire che il concetto di impatto rappresenta un evoluzione dei concetti di output e di outcome, in grado di cogliere valenze più profonde. Si traccia così un salto evolutivo della valutazione bibliotecaria perché tramite l impatto siamo indotti a osservare la biblioteca dal punto di vista della rete di relazioni cognitive e sociali in cui essa agisce. Potremmo conferire un significato più limitato al termine impatto, che si giocherebbe sul medio termine, mentre potremmo intendere per valore gli obiettivi politici ottenuti dalla biblioteca sul lungo termine. Pensiamo, ad esempio, alle seguenti quattro aree di cambiamento personale, su cui la biblioteca può produrre una ricaduta variamente spalmata nel tempo: sfera affettivo-emotiva: senso di appartenenza alla comunità tramite le opportunità di interazione sociale e culturale offerte dalle sue organizzazioni pubbliche e in modo specifico dalla biblioteca; sfera comportamentale: maggiore autonomia individuale e maggiore consapevolezza negli orientamenti politici, nei consumi culturali e di mercato; sfera della conoscenza: autonomia nella ricerca di informazione, capacità di formarsi un opinione personale, capacità di acquisire la conoscenza necessaria a una consapevole partecipazione democratica alla vita della comunità; sfera della competenza: maggiore produttività nella formazione personale e migliore qualità delle abilità richieste dal mercato del lavoro. La rilevazione dell impatto della biblioteca, come tutte le metodologie che attraversano una fase sperimentale, presenta una serie di criticità: gli studi effettuati fino ad oggi ricorrono ad una varietà di metodologie e sistemi di campionamento, rendendo le indagini disponibili non immediatamente confrontabili; le metodologie adottate fino ad oggi sono in genere o economicamente o temporalmente dispendiose e ciò rende difficile adottare questo approccio come strumento gestionale ordinario. Le biblioteche pubbliche producono valori di portata generale, del tipo: democrazia; inclusione sociale e partecipazione alla vita della comunità; vita culturale e identità locale; apprendimento permanente; benefici diretti per l utente attivo della biblioteca; benefici indiretti prodotti grazie all esistenza della biblioteca (come la qualità della vita urbana e del tempo libero); benessere personale; un valore d opzione per usi futuri della biblioteca da parte di attuali utenti potenziali; alfabetizzazione dei bambini; consolidamento delle abitudini di lettura negli adulti; luogo di incontro culturale; ricerca di informazione e accesso all informazione. Riguardo alla ricaduta economica che il settore bibliotecario ha sulla comunità va ricordato che ciascuna biblioteca produce redditi diretti tramite il pagamento di stipendi e l acquisto di forniture; tale reddito viene in parte immesso dai beneficiari nell economica locale e investito in ulteriori servizi, creando un effetto moltiplicatore che incrementa la produzione di valore, la circolazione monetaria e il livello occupazionale del territorio. Per comodità di esposizione possiamo suddividere le metodologie di ricerca in due grandi famiglie: nella prima rientrano le indagini tese a valutare l impatto sui singoli utenti e sulla comunità nel suo complesso, dai benefici diretti al capitale sociale; nella seconda il focus è sulla ricaduta economica della biblioteca 4

5 pubblica, alla ricerca delle esternalità positive, dei benefici monetari prodotti, del supporto allo sviluppo dei sistemi economici regionali. Per quanto concerne l impatto sociale, i metodi di rilevazione spaziano dall uso degli indicatori quantitativi di misurazione e valutazione bibliotecaria di fattura tradizionale all individuazione di altre lenti di lettura quali focus group, interviste o veri e propri sondaggi che vedono la partecipazione di utenti attivi, del pubblico potenziale e degli stessi bibliotecari. Si colgono così le modalità dell interazione che la biblioteca ha con i lettori e la notorietà e i valori con i quali la biblioteca è percepita in seno alla comunità a prescindere dalla eventuale frequentazione; riguardo all utenza attiva ci si concentra sulla frequenza degli spazi, sull uso delle raccolte e delle risorse digitali, sulla partecipazione alle attività formative, educative e di intrattenimento promosse dalla biblioteca. Le metodologie per rilevare il valore monetario e i benefici economici apportati dalle biblioteche a vantaggio delle comunità di riferimento sono spesso intrecciate e risulta difficile operare una demarcazione netta; si ricorre in genere a: analisi costi-benefici, valutazione contingente e ipotetica disponibilità a pagare; modelli di ottimizzazione; prezzi-ombra o costi di sostituzione dei servizi; costoopportunità (costi del tempo e costo del viaggio sostenuti dall utente); surplus del consumatore (disponibilità a pagare confrontata col prezzo effettivo di mercato); spesa dei visitatori nelle attività commerciali e pubbliche limitrofe alla biblioteca; percezione dei benefici economici della biblioteca da parte di membri della comunità; impatto dell informazione fornita dalla biblioteca sul successo delle attività commerciali; valori di non-uso e di esistenza dei beni culturali; impatto monetario secondario basato sui moltiplicatori economici; impatto della biblioteca in termini di creazione di posti di lavoro diretta o nell indotto. Le principali ricerche condotte del mondo anglosassone sembrano convergere nel mostrare che l impatto economico della biblioteca conferma una versione che per molti aspetti non si discosta da una concezione tradizionale della stessa, sebbene si tratti di una versione relativa ad un servizio pubblico ben radicato nella comunità di riferimento, capace di raggiungere all incirca il cinquanta per cento dell utenza potenziale e di risultare conosciuta anche a quei cittadini che la biblioteca non frequentano o la frequentano sporadicamente. La questione dell impatto economico, che appare agli occhi di molti (ma non dei decisori politici o degli alti livelli della pubblica amministrazione) così estranea, riduzionistica e straniante la missione della public library potrebbe rivelarsi, così com è, inadeguata a rendere conto delle trasformazioni a cui la natura della biblioteca si sta più o meno consapevolmente esponendo, proprio perché ne confermerebbe gli aspetti concettuali e di servizio più radicati - e, forse, più scontati - sotto il profilo storico e disciplinare. Spetta a chi si occupa di impatto sociale ed economico fare forza sugli studi già effettuati e, nonostante la fase sperimentale che questi stanno ancora attraversando, cominciare a porsi il problema di uno sviluppo di essi, di una elaborazione in grado di guardare avanti, verso un futuro in cui probabilmente predomineranno più le incertezze esistenziali che non i paradigmi consolidati delle discipline umanistiche, sociali ed economiche. 5

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