1 Sistemi di equazioni lineari 1. 2 Alcuni risultati generali Il teorema di Rouché Capelli Il teorema e la regola di Cramer...
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- Federica Cavalli
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1 SISTEMI DI EQUAZIONI LINEARI Sistemi di equazioni lineari Indice Sistemi di equazioni lineari 2 Alcuni risultati generali 2 2 Il teorema di Rouché Capelli 2 22 Il teorema e la regola di Cramer 3 3 Il calcolo delle soluzioni nel caso generale 4 4 Soluzioni degli esercizi 0 Sistemi di equazioni lineari Con il termine equazione lineare in n incognite si intende un equazione del tipo a x +a 2 x 2 ++a n x n = b, dove a,a 2,,a n e b sono numeri reali fissati e x,x 2,,x n sono le incognite Con sistema di m equazioni lineari in n incognite si intende la scrittura a x +a 2 x 2 ++a n x n = b a 2 x +a 22 x 2 ++a 2n x n = b 2 a m x +a m2 x 2 ++a mn x n = b m Ciascuna riga del sistema è ovviamente un equazione lineare nelle incognite x,x 2,,x n Solitamente i numeri a ij, con i m e j n, si dicono i coefficienti del sistema, i numeri b i, con i m, sono i termini noti e le x j, con j n, sono appunto le incognite del sistema Talvolta, anziché dire più correttamente sistema di equazioni lineari, diremo più sinteticamente sistema lineare o semplicemente sistema È immediato osservare che il sistema (di m equazioni ed n incognite si può scrivere, in forma matriciale, con Ax = b, avendo posto a a 2 a n x b a 2 a 22 a 2n x 2 b 2 A =, x = e b = a m a m2 a mn (A si dice la matrice del sistema, x il vettore delle incognite e b il vettore dei termini noti Ribadisco che A e b si presumono fissati, cioè sono rispettivamente una matrice ed un vettore di numeri reali assegnati Con il termine soluzione del sistema intendiamo ogni vettore x tale che Ax = b Risolvere il sistema significa trovare tutte le sue soluzioni Un sistema si dice possibile se ha almeno una soluzione Si dice impossibile se non ha soluzioni Si è soliti anche chiamare determinato un sistema possibile che abbia un unica soluzione, indeterminato un sistema possibile che abbia più di una soluzione Un sistema si dice quadrato se la matrice A è quadrata Osservazione Dato il sistema Ax = b, è chiaro che risolvere il sistema significa trovare la controimmagine di b attraverso la trasformazione lineare f rappresentata dalla matrice A (f : R n R m, con f(x = Ax, cioè l insieme Ricordo che in generale, data una funzione g : X Y, se B Y, allora la controimmagine di B attraverso la funzione g è l insieme x n b m Quindi la controimmagine di b attraverso f è g (B = x X : g(x B} f (b} = x R n : f(x = b}
2 2 ALCUNI RISULTATI GENERALI 2 dei vettori di R n che la f trasforma nel vettore b È evidente che il sistema è possibile se e solo se b Imf o, se si preferisce, se e solo se b si può scrivere, in R m, come combinazione lineare delle colonne di A 2 Definizione Un sistema si dice omogeneo se b = 0 Osservazione Si osservi che risolvere il sistema omogeneo Ax = 0 equivale a determinare il nucleo della trasformazione lineare f rappresentata da A Infatti ricordo che il nucleo di f è l insieme dei vettori che la f trasforma nel vettore nullo, cioè appunto l insieme degli x tali che f(x = Ax = 0 Un sistema omogeneo Ax = 0 è sempre possibile, avendo sicuramente almeno la soluzione nulla x = 0 Quindi la domanda interessante nel caso di sistema omogeneo è se esso ha altre soluzioni oltre a quella nulla, oppure no Osservazione L insieme delle soluzioni di un sistema omogeneo Ax = 0, essendo il nucleo della trasformazione lineare rappresentata da A, è un sottospazio di R n Si noti che invece, se il sistema non è omogeneo, l insieme delle sue soluzioni non è un sottospazio di R n (non contiene infatti il vettore nullo Il teorema che segue illustra quale è in generale la struttura dell insieme delle soluzioni di un sistema lineare Esercizio Si scrivano in forma matriciale i seguenti sistemi lineari: (a x y = x+2y = 2 (b x+z = 3 y z = 2 (c y +t = x z = 0 2 Alcuni risultati generali Il seguente teorema fornisce in un certo senso la struttura dell insieme delle soluzioni, quando queste esistono Teorema Se x è una soluzione del sistema Ax = b, allora l insieme delle sue soluzioni è dato da dove f è la trasformazione lineare rappresentata da A S = x+y : Ay = 0 } = x}+kerf, Osservazione Dato un sistema Ax = b, si usa chiamare sistema omogeneo associato il sistema Ax = 0 Il teorema dice quindi che (tutte le soluzioni di un sistema si ottengono sommando ad una soluzione particolare del sistema stesso (indicata nell enunciato da x il nucleo di f, ossia sommando ad una soluzione particolare le soluzioni del sistema omogeneo associato Questo risultato è importante e molto generale Presento anche la dimostrazione, che è semplice Dimostrazione Dobbiamo dimostrare due cose: che ogni soluzione del sistema può essere scritta come somma di x e di un elemento del nucleo di f e che, viceversa, ogni vettore di questo tipo è soluzione Per ipotesi Ax = b Sia v una generica soluzione del sistema Possiamo scrivere v = x+(v x Ora il vettore v x è soluzione del sistema omogeneo associato, infatti A(v x = Av Ax = b b = 0 e la prima parte è dimostrata (il vettore v x è il vettore y dell enunciato Viceversa, dato un vettore del tipo x + y, con Ay = 0, chiaramente si ha A(x + y = Ax + Ay = b + 0 = b e quindi un tale vettore è soluzione Osservazione L insieme delle soluzioni di un sistema non omogeneo, pur non essendo un sottospazio di R n, tuttavia gli assomiglia molto, essendo sostanzialmente una traslazione di un sottospazio propriamente detto: viene detto sottospazio affine Si può parlare di dimensione del sottospazio affine x } +kerf, riferendosi alla dimensione di kerf Osservazione Il teorema appena visto ha un importante conseguenza Se un sistema è possibile, cioè ha soluzioni, allora o ne ha una o ne ha infinite Infatti se non ne ha soltanto una, il nucleo di f non è banale e quindi ha almeno dimensione, ma sappiamo bene che un sottospazio di dimensione ha pur sempre infiniti elementi 2 Il teorema di Rouché Capelli Il seguente è un risultato fondamentale e fornisce una condizione necessaria e sufficiente affinché un sistema abbia soluzioni Conviene prima dare questa Definizione Dato un sistema Ax = b, la matrice, che si indica con A b, ottenuta affiancando ad A il vettore b quale ulteriore colonna, si chiama matrice completa del sistema Solitamente A viene detta allora matrice incompleta 2 Si ricordi che l immagine di una trasformazione lineare è generata dalle colonne della sua matrice di rappresentazione
3 2 ALCUNI RISULTATI GENERALI 3 Teorema (di Rouché Capelli Un sistema Ax = b ha almeno una soluzione se e solo se ra = r(a b Osservazione Il teorema di Rouché Capelli fornisce quindi una condizione del tutto generale (necessaria e sufficiente per l esistenza di soluzioni di un sistema Osservazione Quando un sistema Ax = b è possibile, con A matrice m n, la dimensione dello spazio delle sue soluzioni è n ra Infatti, per quanto visto sopra, la dimensione dello spazio delle soluzioni è la dimensione del nucleo della trasformazione associata alla matrice A Per il teorema nullità + rango tale dimensione è appunto n ra Grazie al teorema di Rouché Capelli è relativamente semplice sapere se un sistema ha soluzioni oppure no Come trovare le soluzioni (quando esistono lo vediamo tra breve Vediamo intanto un altro importante risultato 22 Il teorema e la regola di Cramer Il teorema di Cramer parla di sistemi quadrati Teorema (di Cramer Un sistema quadrato Ax = b ha una sola soluzione se e solo se deta 0 Osservazione Si noti che quindi, nel caso sia deta = 0, ci si può attendere che il sistema o sia impossibile oppure abbia più di una soluzione Osservazione Relativamente al calcolo della soluzione di un sistema quadrato Ax = b, con deta 0, il modo più naturale per trovare la soluzione è sicuramente x = A b 3 Esiste un metodo equivalente che consente di trovare la soluzione componente per componente, evitando così il calcolo della matrice inversa Si tratta della cosiddetta regola di Cramer: dato il sistema Ax = b, con A quadrata di ordine n non singolare, l unica soluzione del sistema è il vettore x R n la cui i-esima componente è x i = deta deta i, dove A i è la matrice che si ottiene da A, sostituendo alla i-esima colonna il vettore b Non fornisco una giustificazione della regola di Cramer; vediamo invece un paio di esempi Esempio Risolvere il sistema x x 2 = 2x +x 2 = Dopo averosservatoche deta = 3, possiamodire che c èuna solasoluzione e utilizzando la regoladi Cramerotteniamo x = ( 3 det = 2 3, x 2 = ( 3 det = 2 3 L unica soluzione è quindi il vettore ( 2 3, 3 Esempio Risolvere il sistema x +x 2 x 3 = 0 x +x 3 = x x 2 = 2 Risulta deta = 3 e pertanto anche in questo caso il sistema ha una sola soluzione Applicando la regola di Cramer si ottiene x = 3 det 0 0 = ; 2 0 x 2 = 3 det 0 = ; 2 0 x 3 = 3 det 0 0 = 0 2 L unica soluzione è quindi il vettore (,, 0 3 Dall equazione matriciale Ax = b, moltiplicando ambo i membri a sinistra per A, che esiste in quanto deta 0, si ottiene appunto x = A b
4 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 4 3 Il calcolo delle soluzioni nel caso generale Al momento abbiamo imparato a risolvere un caso particolare di sistemi, quelli quadrati con determinante di A diverso da zero Ora vediamo come affrontare il caso generale Prima però facciamo qualche ulteriore considerazione sui sistemi omogenei Come già osservato in precedenza, essi hanno sempre almeno la soluzione nulla Sull esistenza di altre soluzioni, distinguiamo i due casi: se il sistema Ax = 0 è quadrato, con A matrice n n, in base al teorema di Cramer possiamo dire che esso ha soluzioni non nulle se e solo se A è singolare, cioè deta = 0 4 Condizioni equivalenti per l esistenza di soluzioni non nulle sono: ra < n oppure kerf 0}, dove come sempre f è la trasformazione lineare reppresentata da A; se il sistema Ax = 0 non è quadrato, con A matrice m n e m n, il sistema ha soluzioni non nulle se e solo se kerf 0}, e quindi se e solo se ra < n A tale proposito si osservi che la condizione è sicuramente verificata se m < n, cioè se il sistema ha più incognite che equazioni Vediamo ora come si possono calcolare le soluzioni di un sistema in tutti i casi diversi da quello di sistema quadrato con deta 0 5 Esiste un metodo generale che porta ad esprimere le soluzioni in funzione di un certo numero di parametri arbitrari Vediamo questo metodo e poi lo applicheremo ad alcuni esempi conclusivi Dato il sistema Ax = b, supponiamo di aver trovato che ra = r(a b = r e indichiamo con A una sottomatrice quadrata di A non singolare di ordine r (potrebbero ovviamente esserci più sottomatrici con queste caratteristiche Riscriviamo il sistema eliminando le eventuali equazioni corrispondenti a righe di A che non figurano in A e portando a secondo membro le eventuali incognite relative a colonne di A che non figurano in A 6 Si può dimostrare che in questo modo otteniamo un sistema ridotto equivalente a quello dato (cioè con lo stesso insieme di soluzioni 7 In tale sistema ridotto le r incognite relative alle colonne di A che figurano in A vengono espresse in funzione delle altre n r, che a questo punto diventano parametri arbitrari Infatti è chiaro che, fissati in modo arbitrario i valori di questi n r parametri, e cioè per ogni scelta di questi, il sistema ha una ed una sola soluzione poiché è un sistema quadrato e il determinante della matrice di questo sistema (cioè A è non nullo 8 Osservazione Il fatto che tutte le soluzioni si possano esprimere al variare di n r parametri arbitrari è una sorta di modo operativo di affermare che la dimensione dello spazio delle soluzioni è n r Come anticipato nella nota, è evidente che, nel caso sia r = n, avremo necessariamente m > n (altrimenti il sistema è quadrato con matrice non singolare e si ricade nel teorema di Cramer e il procedimento descritto sopra consiste nella sola eliminazione delle equazioni superflue : una volta eliminate queste equazioni, il sistema è quadrato ed ha una sola soluzione per il teorema di Cramer Per il calcolo esplicito delle soluzioni basta risolvere il sistema ridotto con la regola di Cramer, considerando parametri arbitrari, come già detto, le incognite che figurano a destra Concludiamo allora con un certo numero di esempi che illustrano i vari casi possibili Esempio Risolvere il sistema Poniamo A b = ( x y +z = 2 x+y +z = 2 Risulta ra = r(a b = 2 Il sistema è quindi possibile e lo spazio delle sue soluzioni ha dimensione n ra = 3 2 = Quale sottomatrice ( di ordine massimo non singolare possiamo prendere quella formata dalla a e dalla 3 a colonna di A, e cioè A = Si noti che invece, ad esempio, la sottomatrice formata dalle prime due colonne è singolare Riscriviamo allora il sistema dato nel sistema equivalente (non ci sono equazioni da eliminare x+z = 2+y x+z = y 4 Infatti il sistema è certamente possibile e quindi la condizione deta = 0 equivale alla non unicità della soluzione 5 Quindi qui si considerano sistemi o con m n o con m = n ma deta = 0 6 Si ottiene così un sistema di r equazioni, con r incognite a sinistra e n r incognite a destra Le incognite a destra assumono ora il significato di parametri, come vediamo subito 7 Il portare a destra alcune incognite è chiaro che non fa cambiare le soluzioni L eliminazione delle equazioni è un azione più pericolosa ovviamente, ma in questo caso non modifica l insieme delle soluzioni poiché si tratta di equazioni dipendenti dalle altre 8 Aggiungo solo che, se fosse r = n (e quindi n r = 0, quello che resta dopo aver eliminato le equazioni in più è semplicemente un sistema quadrato di Cramer, senza parametri
5 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 5 Osservando che deta = 2, con la regola di Cramer si ottiene x = ( 2+y 2 det = y 2 (2+y +y = 2 +y, z = ( 2+y 2 det = y 2 ( y +2+y = 3 2 Pertanto le soluzioni si possono scrivere come i vettori ( 2 +y,y, 3 2, dove y è un numero reale arbitrario Possiamo esprimere le soluzioni trovate nella forma x+kerf: basta scrivere ( 2 +y,y, 2 3 = ( 2,0, ( y,y,0 = ( 2,0, 3 2 +y (,,0 }}}} x kerf Si tratta, al variare di y R, del sottospazio generato dal vettore (,,0, traslato del vettore ( 2,0, 3 2 Il vettore (,,0 è chiaramente una base dello spazio delle soluzioni del sistema omogeneo associato al sistema dato, o se si preferisce una base del nucleo della trasformazione associata alla matrice A Osservazione Quello seguito non era l unico modo di procedere Si poteva anche porre ( A = (2 a e 3 a colonna di A, riscrivere il sistema come y +z = 2 x y +z = +x, trovare, con la regola di Cramer (ora deta = 2, y = ( 2 x 2 det +x z = 2 det ( 2 x +x = 2 (2 x x = 2 +x, = 2 ( x 2+x = 3 2, ed esprimere quindi le soluzioni con i vettori ( x, 2 +x, 3 2 = ( 0, 2, ( x,x,0 = ( 0, 2, 3 2 +x(,,0, con x R È chiaro che questo è un modo solo formalmente diverso di scrivere le soluzioni trovate prima: al variare dei parametri in tutto l insieme R si ottiene lo stesso insieme di vettori in R 3 Si osservi che non era invece possibile esprimere le soluzioni in funzione di z, in quanto la sottomatrice di A formata dalla a e 2 a colonna è singolare Esempio Risolvere il sistema Poniamo A b = ( 0 0 x y +t = 0 x+y +z = 0 Risulta ra = r(a b = 2 Il sistema è possibile e lo spazio delle soluzioni ha dimensione n ra = 4 2 = 2 Quale sottomatrice ( di ordine massimo non singolare possiamo prendere quella formata dalla a e dalla 3 a colonna 0 di A, e cioè A =
6 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 6 Riscriviamo allora il sistema dato nel sistema equivalente x = y t x+z = y Con la regola di Cramer (ma è sicuramente più semplice in questo caso sostituire ad x nella seconda equazione y t si ottiene 9 x = y t z = t Pertanto le soluzioni si possono scrivere come i vettori ( y t,y, t,t, con y,t R Anche qui possiamo esprimere le soluzioni nella forma x+kerf: ( y t,y, t,t = ( 0,0,,0 + ( y,y,0,0 + ( t,0, t,t = ( 0,0,,0 +y (,,0,0 +t (,0,, }} x } } kerf dove y e t sono numeri reali arbitrari I vettori (,,0,0 e (,0,,, essendo li, sono una base dello spazio delle soluzioni del sistema omogeneo associato, cioè una base del nucleo della trasformazione associata alla matrice A Osservazione Anche in questo caso non era l unico modo di procedere Si poteva anche porre ( A = ( 0 a e 4 a colonna di A, riscrivere il sistema come x+t = y x = y z ed esprimere le soluzioni come i vettori ( +y +z,y,z, z = (,0,0, +y (,,0,0 +z (,0,,, con y,z R, Non era invece possibile esprimere le soluzioni in funzione di x e y, in quanto la sottomatrice di A formata dalla a e 2 a colonna è singolare Osservazione Lo studente, prendendo in esame i due esempi visti, può osservare che in entrambi abbiamo risolto il sistema in due modi alternativi Per chiarire bene le osservazioni che seguono, riportiamo qui le soluzioni trovate e utilizziamo la forma x+kerf Nel primo esempio abbiamo trovato ( 2,0, ( ( 2 3 +y,,0 oppure 0, 2, ( 2 3 +x,,0, mentre nel secondo abbiamo trovato ( 0,0,,0 +y (,,0,0 +t (,0,, oppure (,0,0, +y (,,0,0 +z (,0,, Ora il commento è: nel primo esempio i vettori x sono diversi, ma il generatore del nucleo è lo stesso vettore, cioè (,,0 Nel secondo esempio sono diversi sia x sia i generatori (meglio: uno dei due generatori è diverso, l altro è lo stesso Non ci si deve assolutamente aspettare che in generale i vettori siano gli stessi, né gli x, né i generatori del nucleo Nel primo esempio il nucleo ha dimensione e quindi i possibili generatori sono tutti proporzionali tra loro Abbiamo trovato lo stesso, ma potevamo trovare l opposto o anche ad esempio (2, 2, 0 Nel secondo esempio il nucleo ha dimensione 2 e qui potevamo trovare due vettori completamente diversi o meglio diversi, ma pur sempre generatori dello stesso sottospazio 9 Attenzione quando, per risolvere il sistema, si usa una sostituzione anziché la regola di Cramer: è facile fare confusione tra vere incognite e parametri Basta però tenere presente questo: se ho portato a destra y e t vuol dire che ho deciso di usare y e t come parametri, e quindi le incognite (qui x e z devono essere espresse in funzione di y e t
7 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 7 Esempio Risolvere il sistema Poniamo A b = ( x+y z t = x+y +z t = Risulta ra = r(a b = 2 Il sistema è possibile e lo spazio delle soluzioni ha dimensione n ra = 4 2 = 2 Quale sottomatrice ( di ordine massimo non singolare possiamo prendere quella formata dalla 2 a e dalla 3 a colonna di A, e cioè A = Riscriviamo allora il sistema dato nel sistema equivalente y z = x+t y +z = x+t Con la regola di Cramer si ottiene (si ha deta = 2 y = ( x+t 2 det = x+t e z = ( x+t x+t 2 det x+t Pertanto le soluzioni si possono scrivere come i vettori ( ( x, x+t,0,t = 0,,0,0 +x (,,0,0 +t ( 0,,0,, }}}} x kerf dove x e t sono numeri reali arbitrari Esempio Risolvere il sistema Poniamo x 2y = x+3y = x y = 3 2 A b = 3 Risulta ra = r(a b = Il sistema è possibile e lo spazio delle soluzioni ha dimensione n ra = 2 2 = 0, cioè la soluzione è unica Quale sottomatrice di ordine massimo non singolare ( possiamo ad esempio prendere quella formata dalle prime due 2 righe e dalle prime due colonne di A, e cioè A = 3 Possiamo quindi eliminare la terza equazione, perché dipendente dalle altre due Il sistema si riduce allora al sistema equivalente x 2y = x+3y =, che è un sistema quadrato con determinante della matrice diverso da zero L unica soluzione è il vettore di componenti ( ( 2 x = det = 5 e y = det = 2 3 = 0 Pertanto la soluzione è (5, 2 Esempio Risolvere il sistema x 2y+z = x+3y +z = 2 y +2z = 3 0 Si noti che l annullarsi del determinante della matrice A b è in questo caso condizione necessaria (ma non sufficiente affinché esista almeno una soluzione Infatti, se così non fosse, cioè se il determinante fosse diverso da zero, il rango della matrice completa sarebbe 3, mentre quello della matrice incompleta è certamente al più 2
8 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 8 Poniamo 2 A b = Il sistema è quadrato, ma il determinante di A è nullo Il rango di A è 2 e anche il rango di A b è 2 Quindi il sistema è possibile e lo spazio delle soluzioni ha dimensione n ra = 3 2 = Quale sottomatrice di ordine massimo non singolare ( possiamo ad esempio prendere quella formata dalle prime due 2 righe e dalle prime due colonne di A, e cioè A = 3 Possiamo eliminare la terza equazione, perché dipendente dalle altre due Il sistema si riduce allora al sistema equivalente x 2y+z = x+3y +z = 2 Si può far diventare parametro la z e, con il metodo già visto prima, si trovano le soluzioni ( ( 7 5z,3 2z,z = 7,3,0 +z ( 5, 2,, con z R }}}} x kerf Esempio Risolvere il sistema Poniamo A b = x x 2 +x 3 = 2x x 3 = 0 x +x 2 x 3 = x x 2 +2x 3 = La matrice completa A b è quadrata e risulta deta b = 0 (la prima e la terza riga sono opposte Si noti, come già osservato in precedenza in un caso analogo, che l annullarsi del determinante di A b è una condizione necessaria per l esistenza di soluzioni: infatti se fosse det(a b 0, avremmo che r(a b = 4, mentre sicuramente ra < 4 Risulta (lo studente faccia la verifica ra = r(a b = 2 Per il teorema di Rouché Capelli lo spazio delle soluzioni ha dimensione Possiamo scegliere ( quale sottomatrice di ordine massimo non singolare quella formata da a e 2 a riga, 2 a e 3 a colonna, e cioè A = Il sistema equivalente è 0 x2 +x 3 = x x 3 = 2x Con la regola di Cramer (ma qui è più veloce una semplice sostituzione si trova x3 = 2x x 2 = 3x Le soluzioni sono i vettori ( x,3x,2x = (0,,0+x (,3,2, al variare di x in R Osservazione Anche in questo caso si potevano considerare altre sottomatrici non singolari, ad esempio ( 2 0 A = (2 a e 3 a riga, a e 2 a colonna 0 Avremmo ottenuto il sistema equivalente 2x = x 3 x +x 2 = x 3 e quindi x = 2 x 3 x 2 = 3 2 x 3, L annullarsi del determinante di A b non è ovviamente una condizione sufficiente per l esistenza di soluzioni dato che, con deta = 0, si potrebbe comunque avere ad esempio r(a b = 3 e ra = 2
9 3 IL CALCOLO DELLE SOLUZIONI NEL CASO GENERALE 9 da cui le soluzioni ( 2 x 3, 3 2 x 3,x 3 = (0,,0+x3 ( 2, 3 2, con x 3 R arbitrario È ovviamente lo stesso insieme di prima: infatti la soluzione particolare è la stessa e il nucleo è generato da un vettore proporzionale al precedente, dato che è il generatore di prima diviso per 2 Esercizio 3 Si risolvano i seguenti sistemi lineari (l insieme delle soluzioni deve essere espresso con la notazione insiemistica; nel caso il sistema sia indeterminato, è richiesta l indicazione di una soluzione particolare e di un insieme di generatori del nucleo della trasformazione associata (a x y = x+2y = 2 (b x y = x+y = 2 (c x+y z = 0 x+z = y z = 2 (f x+y = x z = 0 (i (d (g x+y +z = x y z = 2 2x y = x+y = 2 x 2y = x y +2z = 3 x+y z = 2 2x+z = (j (e (h x y +t = y +z t = x 2y z +2t = 0 x y z +t = x+y z t = 2 2x y +z = x+2z = x y z = 0 Esercizio 32 Si determinino una base dell immagine e una base del nucleo delle trasformazioni lineari rappresentate dalle seguenti ( matrici ( (a A = (b A 2 2 = 2 ( 0 (c A 3 = (d A 0 4 = 0 0 (e A 5 = 0 (f A 6 = Esercizio 33 Per ciascuno dei seguenti sistemi lineari (dipendenti da un parametro k si dica per quali valori reali del parametro il sistema ha soluzioni e in questi casi si dica qual è la dimensione dello spazio delle soluzioni Si trovi infine l insieme delle soluzioni (c (f (a kx y +2z = 0 x+y 2z = k 2 x y+z = 2 2x+y +z = k x 4y +2z = 5 x+ky = x y = 2 (d (g (b x y +kz = 0 x+z = x+2y = 3 x+ky = x y = kx+y = x+2y = 3x+ky = 3 (h (e x+y = 0 x+2y = k x+y = kx+2y z = x+y 2z = 0 y z = 0 x y+2z = k
10 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 0 4 Soluzioni degli esercizi Esercizio (a La scrittura matriciale è (b La scrittura matriciale è ( ( ( x = 2 y 2 ( 0 0 x y z = ( 3 2 (c La scrittura matriciale è 2 ( x ( 0 0 y 0 0 z = 0 t Esercizio 3 Indicherò sempre con A la matrice del sistema (incompleta, con A b la matrice completa e con S l insieme delle soluzioni dei sistemi (a Si tratta di un sistema quadrato Si ha deta = 3 e quindi il sistema ha un unica soluzione Con la regola di Cramer si ottiene x = ( 3 det = e Quindi S = (0, } y = ( 3 det = 2 (b Si tratta ancora di un sistema quadrato Questa volta però si ha deta = 0 La matrice incompleta ha rango, mente la matrice completa ha rango 2 Quindi il sistema è impossibile e risulta S = (c Si ha A b = ( 0 0 Risulta ra = 2 = ra b, e quindi il sistema è possibile Possiamo anche affermare che lo spazio delle soluzioni ha dimensione, dato che vi sono 3 incognite e il rango di A è 2 Osservando che il minore che si ottiene con le prime due colonne è diverso da zero, possiamo far diventare parametro z (e quindi esprimere poi le soluzioni in funzione di z e riscrivere il sistema nel sistema equivalente x+y = z x = z cioè x = z y = 2z Pertanto le soluzioni sono S = } } ( z,2z,z : z R = (,,0+z(,2, : z R A commento dell ultima scrittura, possiamo dire che il vettore(,, 0 è una soluzione particolare del sistema e il vettore (, 2, è un generatore del nucleo della trasformazione associata, cioè della trasformazione f(x = Ax Si può anche dire che (,2, è un generatore dello spazio delle soluzioni del sistema omogeneo associato, cioè Ax = 0 2 Scelgo il seguente ordine nelle incognite del sistema: x,y,z,t Non è evidentemente l unica scelta possibile Uno potrebbe seguire ad esempio l ordine alfabetico t, x, y, z Questo comporterebbe soltanto un riordinamento delle colonne della matrice e un riordinamento delle componenti del vettore delle incognite Nulla cambia nelle soluzioni del sistema, a parte l ovvio riordinamento
11 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI (d Si ha A b = ( 2 Anche qui ra = 2 = ra b e lo spazio delle soluzioni ha dimensione, dato che vi sono 3 incognite e il rango di A è 2 Possiamo riscrivere il sistema nel sistema equivalente (facendo diventare parametro z x+y = z x y = 2+z Con la regola di Cramer si ottiene x = ( z 2 det = 2+z 2 ( +z 2 z = 3 2, y = ( z 2 det = 2+z 2 (2+z +z = z 2 Pertanto } S = ( 32, z 2,z : z R = ( 32, 2,0+z(0,, : z R } (e Si ha A b = ( 2 Risulta ra = 2 = ra b Lo spazio delle soluzioni ha dimensione 2, dato che vi sono 4 incognite e il rango di A è 2 Si tratta ora di scegliere quali incognite far diventare parametri (sono 2 Qui attenzione: non si può portare a destra a parametro z e t, dato che il minore che si ottiene con le prime due colonne è nullo Osservando invece che il minore ottenuto con la seconda e terza colonna di A è diverso da zero (vale 2, possiamo riscrivere il sistema nel sistema equivalente y z = x t y z = 2+x+t Con la regola di Cramer si ottiene y = ( x t 2 det = 2+x+t 2 ( +x+t+2+x+t = x+t+ 2, z = ( x t 2 det = 2+x+t 2 ( 2 x t +x+t = 3 2 Pertanto } S = (x,x+t+ 2, 32,t : x,t R = (0, 2, 32,0+x(,,0,0+t(0,,0, : x,t R } A conclusione possiamo dire che il vettore (0, 2, 3 2,0 è una soluzione particolare del sistema e che i vettori (,,0,0 e (0,,0, sono generatori del nucleo della trasformazione associata (sono anche una base di tale spazio (f Questo è un sistema quadrato Si ha 0 2 A b = 0 0 0
12 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 2 Risulta deta = 2 Quindi il sistema ha un unica soluzione e con la regola di Cramer si ottiene x = 2 2 det 0 = 2, 0 0 y = 2 det = 3 2, 0 z = 2 det 0 2 = Pertanto S = ( 2, 32, 2 } (g È un sistema quadrato e si ha 2 3 A b = Qui si può intuire che il sistema è impossibile osservando che nella matrice A la terza riga è la somma delle prime due, mentre questo non è vero nella matrice A b Comunque procediamo con il confronto dei ranghi Risulta deta = 0 e ra = 2 Invece ra b = 3, dato che ad esempio il determinante della sottomatrice di A b formata dalle ultime tre colonne vale 4 Il sistema è quindi impossibile (h Si ha 2 A b = Questa volta ra = 2, ma anche ra b = 2, dato che la terza riga è la differenza delle prime due, che sono indipendenti Il sistema è possibile e lo spazio delle soluzioni ha dimensione Possiamo eliminare la terza equazione e quindi il sistema si può ridurre al sistema equivalente 2x y +z = 2x y = z x = 2z e quindi al cioè x+2z = x = 2z y = 3z Pertanto le soluzioni sono S = } ( 2z, 3z,z : z R = } (,,0+z( 2, 3,: z R A conclusione possiamo affermare allora che il vettore (,,0 è una soluzione particolare del sistema e che il vettore ( 2, 3, è un generatore del nucleo della trasformazione associata (i Si ha 2 A b = 2 2 In questo caso abbiamo la matrice completa quadrata e la matrice incompleta non quadrata Il sistema è possibile solo se deta b = 0 3 Risulta deta b = 0 Si ha ra = ra b = 2 e quindi il sistema è possibile Lo spazio delle soluzioni ha dimensione 0, il che significa che c è un unica soluzione Possiamo eliminare un equazione, ad esempio la terza Il sistema equivale allora a 2x y = x+y = 2 Con la regola di Cramer si trova S = } (, 3 Infatti, se fosse deta 0, avremmo che il rango di A b sarebbe 3, mentre il rango di A non può essere più di 2
13 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 3 (j Si ha 0 A b = Lo studente calcoli i ranghi delle due matrici (sono entrambi uguali a 2: possiamo concludere che ra = ra b = 2 anche osservando che la terza riga è la differenza delle prime due, che sono indipendenti Possiamo eliminare la terza equazione e il sistema equivale allora al sistema x y +t = y +z t = Osservando che è diverso da zero il minore ottenuto con le colonne relative a x e y, possiamo far diventare parametri z e t e riscrivere x y = t x = 2 z cioè y = z +t y = z +t Le soluzioni sono allora 4 } S = (2 z, z +t,z,t : z,t R = } (2,,0,0+z(,,,0+t(0,,0, : z,t R A conclusione come sempre possiamo dire che il vettore (2,,0,0 è una soluzione particolare del sistema e che i vettori (,,,0 e (0,,0, sono generatori (e anche base del nucleo della trasformazione associata Esercizio 32 (a Indichiamo con f la trasformazione lineare rappresentata da A : f è una trasformazione da R 2 a R 2 L immagine di f, che è un sottospazio di R 2, è generata dalle colonne della matrice A Si tratta di due vettori linearmente indipendenti, dato che deta 0 Pertanto una base di Imf è costituita dall insieme dei due vettori Possiamo scrivere quindi (3 ( } base di Imf =, Imf coincide con tutto lo spazio R 2 Ora passiamo al nucleo di f Si tratta anch esso di un sottospazio di R 2 : il teorema nullità + rango ci permette di dire che è un sottospazio di dimensione 0, e cioè il sottospazio banale fatto dal solo vettore nullo Possiamo quindi scrivere kerf = (0,0} (b Indichiamo con f 2 la trasformazione lineare rappresentata da A 2 : f 2 è una trasformazione da R 2 a R 2 L immagine di f 2, che è un sottospazio ( di R 2, è generata ( dalle colonne della matrice A 2, che però sono due vettori linearmente dipendenti, dato che 2 = 2 Pertanto una base di Imf 2 2 è costituita da uno solo dei due vettori (indifferentemente Quindi, ad esempio, possiamo scrivere ( } base di Imf 2 = Imf 2 è un sottospazio di R 2 di dimensione Ora passiamo al nucleo di f 2 Si tratta anch esso di un sottospazio di R 2 : il teorema nullità + rango ci permette di dire che è un sottospazio di dimensione Esso è dato dalle soluzioni del sistema che si ottiene dall equazione vettoriale f(0 = 0 (dove gli zeri rappresentanovettori nulli, in questo caso entrambi in R 2 Il sistema nel nostro caso è x 2x 2 = 0 x +2x 2 = 0 4 Si noti che talvolta per il calcolo delle soluzioni ho usato la regola di Cramer, altre volte, quando la presenza di zeri rende il calcolo quasi immediato, ho ricavato direttamente i valori delle incognite in funzione dei parametri 5 Le basi sono insiemi di vettori Vanno quindi indicate utilizzando le parentesi graffe
14 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 4 Le due equazioni sono evidentemente dipendenti (la seconda si ottiene dalla prima cambiando il segno Quindi il sistema equivale alla sola equazione x 2x 2 = 0 che equivale alla x = 2x 2 Quindi possiamo dire che kerf 2 è dato dai vettori (x,x 2 R 2 del tipo (2α,α, con α R 6 Pertanto } } kerf 2 = (2α,α : α R = α(2, : α R Quindi (2 } base di kerf 2 = (c Indichiamo con f 3 la trasformazione lineare rappresentata da A 3 : f 3 è una trasformazione da R 3 a R 2 L immagine di f 3, che è un sottospazio di R 2, è generata dalle colonne della matrice A 3, che però sono certamente dipendenti, essendo tre vettori in uno spazio di dimensione 2 Per trovare una base di Imf 3 occorre trovare dei generatori indipendenti Possiamo osservare che le prime due colonne sono i vettori fondamentali di R 2 e quindi la terza colonna è certamente cl delle prime due Possiamo scrivere pertanto 7 ( ( } base di Imf 3 =, 0 0 Imf 3 è un sottospazio di R 2 di dimensione 2, e quindi è tutto R 2 Ora passiamo al nucleo di f 3 Si tratta di un sottospazio di R 3 : il teorema nullità + rango ci permette di dire che è un sottospazio di dimensione Esso è dato dalle soluzioni del sistema x x 3 = 0 x 2 +x 3 = 0, cioè x = x 3 x 2 = x 3 Possiamo quindi scrivere Quindi kerf 3 = } } (α, α,α : α R = α(,, : α R base di kerf 3 = } (d Indichiamo con f 4 la trasformazione lineare rappresentata da A 4 : f 4 è una trasformazione da R 2 a R 3 L immagine di f 4 è un sottospazio di R 3 ed è generata dalle colonne della matrice A 4 Sono due vettori li (è immediato vedere che il rango della matrice è 2 I due vettori sono quindi una base dell immagine di f 4 Pertanto base di Imf 4 = 0, } 0 Imf 4 è un sottospazio di R 3 di dimensione 2 Ora passiamo al nucleo di f 4 Si tratta di un sottospazio di R 2 : il teorema nullità + rango ci permette di dire che è un sottospazio di dimensione 0, cioè si riduce al solo vettore nullo Verifichiamolo: esso è dato dalle soluzioni del sistema Possiamo quindi scrivere x 2 = 0 x = 0 x x 2 = 0, che equivale a kerf 4 = (0,0 } x = 0 x 2 = 0 6 Ho in pratica chiamato α quello che era x 2 (il parametro: quindi x diventa 2α Ovviamente la notazione è irrilevante: si poteva benissimo scrivere (2x 2,x 2, con x 2 R 7 Qui ho chiamato α quello che era x 3 : quindi x diventa α e x 2 diventa α
15 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 5 (e Indichiamo con f 5 la trasformazione lineare rappresentata da A 5 : f 5 è una trasformazione da R 3 a R 3 L immagine di f 5 è un sottospazio di R 3 ed è generata dalle colonne della matrice A 5 Possiamo osservare che il determinante di A 5 è nullo: lo si vede o dal calcolo diretto, o notando che la terza riga è la somma delle prime due Questo dice che le colonne sono dipendenti Si vede facilmente che il rango di A 5 è 2 e ad esempio le prime due colonne sono indipendenti, dato che il minore che si ottiene dalla sottomatrice formata con la prima e seconda colonna e prima e seconda riga è diverso da zero Quindi possiamo dire che dim(imf 5 = 2 e che base di Imf 5 = 0, } 8 0 Ora passiamo al nucleo di f 5 Si tratta anch esso di un sottospazio di R 3 : il teorema nullità + rango ci permette di dire che è un sottospazio di dimensione Esso è dato dalle soluzioni del sistema x 2 +x 3 = 0 x +x 2 +x 3 = 0 x +2x 3 = 0 Il sistema equivale a Possiamo quindi scrivere Si ha kerf 5 = x3 = x 2 x +2x 2 = 0 e cioè x3 = x 2 x = 2x 2 } } ( 2α,α,α : α R = α( 2,, : α R } base di kerf 5 = 2 (f Indichiamo con f 6 la trasformazione lineare rappresentata da A 6 : f 6 è una trasformazione da R 4 a R 3 L immagine di f 6 è un sottospazio di R 3 ed è generata dalle colonne della matrice A 6 Come sempre la dimensione di Imf 6 coincide con il rango della matrice A 6, che può essere al più 3 (è anche evidentemente almeno 2 Procedendo al calcolo dei minori del terzo ordine, si può verificare che essi sono tutti nulli (lo si faccia Si arriva più rapidamente al risultato se ci si accorge che c è una dipendenza tra le righe, in quanto la prima è due volte la seconda meno la terza Quindi il rango non è 3, ma 2 Si vede facilmente che ad esempio le prime due colonne sono indipendenti (il minore che si ottiene dalla sottomatrice formata con la prima e seconda colonna e prima e seconda riga è diverso da zero Quindi possiamo dire che dim(imf 6 = 2 e che base di Imf 6 = 0, } 9 3 Ora passiamo al nucleo di f 6 Si tratta questa volta di un sottospazio di R 4, dato che f 6 : R 4 R 3 Il teorema nullità + rango ci permette di dire che kerf 6 è un sottospazio di dimensione 2 Esso è dato dalle soluzioni del sistema x x 2 +2x 4 = 0 x 2 x 3 +x 4 = 0 x +3x 2 2x 3 = 0 Ricordando che il rango di A 6 è 2, possiamo ridurre il sistema ad esemio alle prime due equazioni: x x 2 +2x 4 = 0 x 2 x 3 +x 4 = 0 cioè x x 2 = 2x 4 x 2 = x 3 x 4 cioè ancora x2 = x 3 x 4 x = x 3 3x 4 8 Indicando con c,c 2,c 3 le tre colonne di A 5, possiamo dire che sono basi di Imf 5 c,c 2 }, c,c 3 }, c 2,c 3 } 9 Si verifichi che scegliendo in tutti i modi possibili due delle quattro colonne si ottiene sempre una base di Imf 6
16 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 6 Possiamo quindi scrivere } kerf 6 = (α 3β,α β,α,β : α,β R = } α(,,,0+β( 3,,0, : α,β R Questo significa che i due vettori (,,,0 e ( 3,,0, sono generatori del nucleo di f 6, ma è immediato capire che sono linearmente indipendenti (la matrice da essi formata ha rango 2 e che quindi essi costituiscono una base di kerf 6 Pertanto 3 base di kerf 6 =, 0 0 Esercizio 33 (a Scriviamo le matrici del sistema: A b = ( k 2 Si tratta di un sistema quadrato Calcoliamo il determinante di A Risulta deta = k Allora possiamo dire che, se k, per il teorema di Cramer il sistema ha una sola soluzione, che poi troveremo Se invece k = allora il rango di A è Il rango di A b invece è 2 Quindi per il teorema di Rouché Capelli, se k =, il sistema non ha soluzioni Per tutti i valori di k la soluzione è (con la regola di Cramer: x = ( k +k det = +2k 2 +k e y = ( +k det = 2 +k L insieme delle soluzioni è quindi S = ( +2k +k, +k }, per ogni k (b Scriviamo le matrici del sistema: A b = ( 2 3 k 3 Calcoliamo il determinante di A: risulta deta = k 6 Allora possiamo dire che, se k 6, per il teorema di Cramer il sistema ha una sola soluzione, che poi troveremo Se invece k = 6 allora il rango di A è Anche il rango di A b è Quindi per il teorema di Rouché Capelli, se k = 6, il sistema ha soluzioni Possiamo dire che la dimensione dello spazio delle soluzioni è (dato dalla differenza tra n = 2 e ra = Il sistema quindi ha soluzioni per ogni valore del parametro k Risolviamo ora il sistema Se k 6 la soluzione è (regola di Cramer: x = ( 3 k 6 det = 2 k e y = ( 3 k 6 det = 0 3 L insieme delle soluzioni è quindi S = (,0}, per ogni k 6 Se k = 6 il sistema si può ridurre ad una sola equazione, ad esempio x + 2y =, cioè x = 2y Pertanto l insieme delle soluzioni si può scrivere come S = ( 2y,y : y R} = (,0+y( 2, : y R} (c Scriviamo le matrici del sistema: A b = ( k Qui il sistema non è quadrato Dobbiamo studiare il rango delle due matrici Possiamo dire subito che il rango di A b è 2, dato che la sottomatrice di A b formata dalle ultime due colonne è non singolare Ora si tratta di vedere se il rango di A è 2 oppure Si noti che il minore di A che si ottiene dalla seconda e terza colonna è
17 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 7 nullo e che quindi dobbiamo considerare un altro minore Consideriamo quello che si ottiene con le prime due colonne: esso risulta uguale a k+ Possiamo quindi dire che se k il rango di A è 2 e quindi per tali valori del parametro il sistema ha soluzioni Invece per k = le due righe di A sono opposte e quindi risulta ra = e il sistema è impossibile Troviamo allora le soluzioni per k La dimensione dello spazio delle soluzioni è (n = 3 e ra = 2 Il sistema si può riscrivere come kx y = 2z x+y = +2z Risolto con la regola di Cramer esso fornisce x = ( 2z k + det = +2z k + e y = ( k 2z k + det = +2z 2(k +z +k k + L insieme delle soluzioni è quindi S = ( k+, 2(k+z+k k+,z : z R}, per ogni k 20 (d Scriviamo le matrici del sistema: k 0 A b = Si tratta di un sistema quadrato Calcoliamo il determinante di A Risulta deta = 2k 3 Allora possiamo dire che, se k 3 2, per il teorema di Cramer il sistema ha una sola soluzione, che poi troveremo Se invece k = 3 2 allora il rango di A è 2 (il minore che si ottiene con le prime due righe e le prime due colonne è diverso da zero Il rango di A b è pure 2, dato che la colonna dei termini noti (b è la somma delle prime due Quindi per il teorema di Rouché Capelli, se k = 3 2, il sistema ha soluzioni Troviamo ora le soluzioni Se k 3 2 la soluzione è (regola di Cramer: x = 2k 3 det 0 k 0 =, y = 2k 3 det 0 k = 3 0 e z = 2k 3 det 0 0 = L insieme delle soluzioni è quindi S = (,,0}, per ogni k 3 2 Se k = 3 2 lo spazio delle soluzioni ha dimensione n ra = 3 2 = Il sistema si può ridurre al sistema (prime due equazioni: x y = 3 2 z x = z cioè x = z y = + 2 z Pertanto l insieme delle soluzioni è S = ( z,+ 2 z,z : z R} = (,,0+z(, 2, : z R} (e Scriviamo le matrici del sistema: 0 A b = 2 k Il sistema non è quadrato ma la matrice A b è quadrata Possiamo allora iniziare calcolando il determinante di A b: risulta deta b = 2k Allora possiamo dire che, se k 2, il sistema non può avere soluzioni, dato che il rango di A b è 3, mentre il rango di A non può essere più di 2, visto che A ha solo due colonne 20 Quindi per ogni valore di k abbiamo infinite soluzioni, espresse in funzione del parametro z
18 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 8 Il sistema può avere soluzioni solo per k = 2, ma occorre controllare che sia effettivamente così2 Si vede facilmente che, con k = 2, si ha ra = ra b = 2 Il sistema ha quindi soluzioni La dimensione dello spazio delle soluzioni è data da n ra = 2 2 = 0, quindi c è una sola soluzione La possiamo trovare riducendo il sistema ad esempio alla prima e terza equazione: x+y = 0 che ha l unica soluzione ( 2, 2 (f Scriviamo le matrici del sistema: x+y = k 2 2 A b = 2 k VistocheAèquadratacominciamodaldeterminantediA: risulta( a rigadeta = k ( 9 = 6(k 2 Allora possiamo dire che, per k e k il sistema ha una sola soluzione, che ora calcoliamo con la regola di Cramer: x = 6(k 2 det 2 k = = 3(k +, y = 6(k 2 det k2 2 2 k = = 2k2 3k 4, 6(k z = 6(k 2 det k2 2 2 k = = 4k2 +9k +8 6(k Studiamo ora i casi che restano Per k = sostituiamo e otteniamo 2 A b = Risulta che il rango di A è 2, dato che ad esempio la sottomatrice formata dalle prime due righe e dalle prime due colonne è non singolare Per calcolare il rango di A b si potrebbe cercare di scoprire una dipendenza tra le righe (o colonne, ma non è così evidente Calcoliamo allora i minori del terzo ordine Si ha det 2 2 = 0, det 2 2 = 0, det 2 = Quindi il rango non è 3 ed è sicuramente 2 per quanto già osservato su A Pertanto il sistema ha soluzioni con k = e lo spazio delle soluzioni ha dimensione 3 2 = Le soluzioni si trovano riducendo prima il sistema a (prime due equazioni e parametro z: x y = 2 z Ora con la regola di Cramer: e 2x+y = z x = ( 2 z 3 det = z 3 (3 2z y = ( 2 z 3 det = (z 3 2 z 3 Le soluzioni per k = sono quindi date dall insieme S = ( 3 (3 2z, 3 (z 3,z}, con z R Per k = sostituiamo e otteniamo 2 A b = Non siamo infatti sicuri che i due ranghi siano uguali: potrebbe essere che il rango di A b è 2 mentre il rango di A è 5
19 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 9 Risulta che il rango di A è ancora 2 (A è la stessa di prima Questa volta però il rango di A b è 3, dato che la sottomatrice di A b formata da a, 2 a e 4 a colonna è non singolare (il minore corrispondente vale 6 Quindi per k = il sistema non ha soluzioni (g Scriviamo le matrici del sistema: k A b = k La matrice A b è quadrata e conviene iniziare calcolando il determinante di A b: risulta deta b = k 2 Allora possiamo dire che, se k ±, il sistema non può avere soluzioni, dato che il rango di A b è 3, mentre il rango di A non può essere più di 2, visto che A ha solo due colonne Il sistema quindi può avere soluzioni solo per k = oppure k = e occorre controllare che sia effettivamente così Con k = si ha A b = Si vede facilmente che ra = ra b = 2 Il sistema ha quindi soluzioni e la dimensione dello spazio delle soluzioni è data da 2 2 = 0, quindi c è una sola soluzione La possiamo trovare riducendo il sistema a: che ha l unica soluzione (, 0 Con k = si ha x+y = x y = A b = Ora il rango di A è, dato che le due colonne sono dipendenti Il rango di A b invece è 2, dato che ad esempio la seconda e terza colonna sono indipendenti Quindi il sistema non ha soluzioni per k = (h Scriviamo le matrici del sistema: k 2 A b = k La matrice A b è quadrata e conviene iniziare calcolando il determinante di A b Sviluppando il calcolo rispetto alla quarta colonna si ottiene 2 deta b = det 0 +kdet k 2 2 = k(k 2 0 Allora possiamo dire che, se k 0 e k, il sistema non può avere soluzioni, dato che il rango di A b è 4, mentre il rango di A non può essere più di 3, visto che A ha solo tre colonne Il sistema quindi può avere soluzioni solo per k = 0 oppure k = e occorre controllare che sia effettivamente così Con k = 0 si ha 0 2 A b =
20 4 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI 20 Il rango di A è 3, dato che la sua sottomatrice formata dalle prime tre righe è non singolare Il rango di A b è quindi anch esso 3 Il sistema ha dunque soluzioni per k = 0 Troviamole Riduciamo il sistema eliminando la quarta equazione: il sistema diventa 2y z = x+y 2z = 0 y z = 0 La soluzione (unica si trova facilmente con la regola di Cramer ed è (,, Con k = si ha 2 A b = Per il calcolo del rango di A possiamo osservare che in A la quarta riga è l opposto della seconda e quindi può essere trascurata Resta allora da esaminare il minore che deriva dalle prime tre righe, che risulta essere 0 Allora il rango di A è 2 Il rango di A b invece è 3, dato che ad esempio il minore di ordine 3 che deriva dalle prime tre righe e dalle ultime tre colonne è diverso da zero Pertanto con k = il sistema non ha soluzioni
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Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)
SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n
SPAZI E SOTTOSPAZI 1 SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n Spazi di matrici. Spazi di polinomi. Generatori, dipendenza e indipendenza lineare, basi e dimensione. Intersezione e somma di sottospazi,
Esercizi svolti. risolvere, se possibile, l equazione xa + B = O, essendo x un incognita reale
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SISTEMI LINEARI, METODO DI GAUSS
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2x 5y +4z = 3 x 2y + z =5 x 4y +6z = A =
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APPLICAZIONI LINEARI
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Lezione 10: Teorema di Rouchè-Capelli e la classificazione dei sistemi lineari
Lezione 10: Teorema di Rouchè-Capelli e la classificazione dei sistemi lineari In questa lezione ci dedicheremo a studiare a fondo quali proprietà della matrice dei coefficienti di un sistema (e della
a + 2b + c 3d = 0, a + c d = 0 c d
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ESERCIZI SULLE MATRICI
ESERCIZI SULLE MATRICI Consideriamo il sistema lineare a, x + a, x + + a,n x n = b a, x + a, x + + a,n x n = b a m, x + a m, x + + a m,n x n = b m di m equazioni in n incognite che ha a, a,n A = a m, a
1 Equazioni parametriche e cartesiane di sottospazi affini di R n
2 Trapani Dispensa di Geometria, Equazioni parametriche e cartesiane di sottospazi affini di R n Un sottospazio affine Σ di R n e il traslato di un sottospazio vettoriale. Cioe esiste un sottospazio vettoriale
1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee
1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee Vogliamo dare una idea, senza molte pretese, dei concetti che stanno alla base di alcuni calcoli svolti nella classificazione delle coniche. Supponiamo di
Applicazioni lineari tra spazi euclidei. Cambi di base.
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Geometria BIAR Esercizi 2
Geometria BIAR 0- Esercizi Esercizio. a Si consideri il generico vettore v b R c (a) Si trovi un vettore riga x (x, y, z) tale che x v a (b) Si trovi un vettore riga x (x, y, z) tale che x v kb (c) Si
Sistemi di equazioni lineari
Sistemi di equazioni lineari I sistemi di equazioni si incontrano in natura in molti problemi di vita reale. Per esempio, prendiamo in considerazione una bevanda a base di uova, latte e succo d arancia.
Lezione 7: Il Teorema di Rouché-Capelli
Lezione 7: Il Teorema di Rouché-Capelli In questa lezione vogliamo rivisitare i sistemi lineari e dare alcuni risultati che ci permettono di determinare dato un sistema lineare se ammette soluzioni e da
Argomento 13 Sistemi lineari
Sistemi lineari: definizioni Argomento 3 Sistemi lineari I Un equazione nelle n incognite x,,x n della forma c x + + c n x n = b ove c,,c n sono numeri reali (detti coefficienti) eb è un numero reale (detto
Dipendenza e indipendenza lineare
Dipendenza e indipendenza lineare Luciano Battaia Questi appunti () ad uso degli studenti del corso di Matematica (A-La) del corso di laurea in Commercio Estero dell Università Ca Foscari di Venezia campus
Esercizi svolti sui sistemi lineari
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Esercizi di ripasso: geometria e algebra lineare.
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1 DETERMINANTE DI UNA MATRICE 1 Determinante e rango Indice 1 Determinante di una matrice 1 2 Calcolo della matrice inversa 7 3 Calcolo del rango 8 4 Soluzioni degli esercizi 12 1 Determinante di una matrice
Algebra lineare Geometria 1 11 luglio 2008
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Soluzioni delle Esercitazioni VIII 21-25/11/2016. = lnx ln1 = lnx. f(t)dt.
Esercitazioni di Matematica Esercitazioni VIII -5//6 Soluzioni delle Esercitazioni VIII -5//6 A. Funzione integrale. La funzione integrale di f nell intervallo [, ] è per definizione F() = dt con [,].
LEZIONE Equazioni matriciali. Negli Esempi e si sono studiati più sistemi diversi AX 1 = B 1, AX 2 = R m,n, B = (b i,h ) 1 i m
LEZIONE 4 41 Equazioni matriciali Negli Esempi 336 e 337 si sono studiati più sistemi diversi AX 1 = B 1, AX 2 = B 2,, AX p = B p aventi la stessa matrice incompleta A Tale tipo di problema si presenta
Esercizi Applicazioni Lineari
Esercizi Applicazioni Lineari (1) Sia f : R 4 R 2 l applicazione lineare definita dalla legge f(x, y, z, t) = (x + y + z, y + z + t). (a) Determinare il nucleo di f, l immagine di f, una loro base e le
= (cioè le due terne di numeri direttori ( devono essere ) proporzionali). Tale uguaglianza non è verificata, poiché risulta ρ
Alcuni esercizi sullo spazio euclideo R Nel seguito R indicherà lo spazio euclideo tridimensionale standard, dotato del riferimento cartesiano naturale (pag 56-57 del libro Nota: gli esercizi proposti
Esercizi di Matematica di Base Scienze biologiche e Scienze e Tecnologie dell Ambiente
Esercizi di Matematica di Base Scienze biologiche e Scienze e Tecnologie dell Ambiente Dati i vettori di R (i) Calcolare il prodotto scalare v w, (ii) Stabilire se v e w sono ortogonali, (ii) Stabilire
SPAZI VETTORIALI. Esercizi Esercizio 1. Sia V := R 3. Stabilire quale dei seguenti sottoinsiemi di V sono suoi sottospazi:
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Prodotto scalare e ortogonalità
Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano
FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA
Cognome Nome Matricola FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Ciarellotto, Esposito, Garuti Prova del 21 settembre 2013 Dire se è vero o falso (giustificare le risposte. Bisogna necessariamente rispondere
Precorso di Matematica
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI ARCHITETTURA Precorso di Matematica Anna Scaramuzza Anno Accademico 2005-2006 4-10 Ottobre 2005 INDICE 1. ALGEBRA................................. 3 1.1 Equazioni
Metodo dei minimi quadrati e matrice pseudoinversa
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Dipartimento Tecnologie Innovative Metodo dei minimi quadrati e matrice pseudoinversa Algebra Lineare Semestre Estivo 2006 Metodo dei minimi quadrati
Prodotto scalare, ortogonalitá e basi ortonormali
CAPITOLO 0 Prodotto scalare, ortogonalitá e basi ortonormali Esercizio 0.. Dati i seguenti vettori di R si calcoli il prodotto scalare (v i,v j per i,j =,,...,6: v = (6,3 v = (,0 v 3 = (, v 4 = (,0 v 5
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Corso di Geometria 2- BIAR, BSIR Esercizi 2: soluzioni Esercizio Calcolare il determinante della matrice 2 3 : 3 2 a) con lo sviluppo lungo la prima riga, b) con lo sviluppo lungo la terza colonna, c)
Sistemi lineari - Parte Seconda - Esercizi
Sistemi lineari - Parte Seconda - Esercizi Terminologia Operazioni elementari sulle righe. Equivalenza per righe. Riduzione a scala per righe. Rango di una matrice. Forma canonica per righe. Eliminazione
Esercitazione n 6. Esercizio 1: Determinare i punti di massimo e minimo relativo delle seguenti funzioni: (b)f(x, y) = 4y 4 16x 2 y + x
Esercitazione n 6 1 Massimi e minimi di funzioni di più variabili Esercizio 1: Determinare i punti di massimo e minimo relativo delle seguenti funzioni: (a)f(x, y) = x 3 + y 3 + xy (b)f(x, y) = 4y 4 16x
Massimi e minimi relativi in R n
Massimi e minimi relativi in R n Si consideri una funzione f : A R, con A R n, e sia x A un punto interno ad A. Definizione: si dice che x è un punto di massimo relativo per f se B(x, r) A tale che f(y)
Massimi e minimi vincolati
Massimi e minimi vincolati Data una funzione G C 1 (D), dove D è un aperto di R 2, sappiamo bene dove andare a cercare gli eventuali punti di massimo e minimo relativi. Una condizione necessaria affinché
Sviluppi e derivate delle funzioni elementari
Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim
Corso di Matematica e Statistica 3 Algebra delle matrici. Una tabella rettangolare: la matrice. Una tabella rettangolare: la matrice
Pordenone Corso di Matematica e Statistica 3 Algebra delle UNIVERSITAS STUDIORUM UTINENSIS Giorgio T. Bagni Facoltà di Scienze della Formazione Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Udine
Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni.
Politecnico di Torino. Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni. Argomenti: Sottospazi. Generatori. Confrontando sottospazi: intersezione.
Prima di risolverli, è necessario prevedere se ci saranno soluzioni e, eventualmente, quante saranno.
Sistemi lineari Prima di risolverli, è necessario prevedere se ci saranno soluzioni e, eventualmente, quante saranno. La discussione di un sistema si imposta in questo modo: 1 studiare il rango della matrice
Esercizi svolti sui sistemi lineari
Esercizio 1. Risolvere il seguente sistema lineare al variare del parametro reale t: t x + (t 1)y + z = 1 (t 1)y + t z = 1 2 x + z = 5 Soluzione. Il determinante della matrice dei coefficienti è t t 1
Equazioni lineari con due o più incognite
Equazioni lineari con due o più incognite Siano date le uguaglianze: k 0; x + y = 6; 3a + b c = 8. La prima ha un termine incognito rappresentato dal simbolo letterale k; la seconda ha due termini incogniti
0.1 Spazi Euclidei in generale
0.1. SPAZI EUCLIDEI IN GENERALE 1 0.1 Spazi Euclidei in generale Sia V uno spazio vettoriale definito su R. Diremo, estendendo una definizione data in precedenza, che V è uno spazio vettoriale euclideo
La retta nel piano. Supponiamo che la retta r sia assegnata attraverso un suo punto P 0 (x 0, y 0 ) e un vettore v (l, m) che ne indichi la direzione.
La retta nel piano Equazioni vettoriale e parametriche di una retta Supponiamo che la retta r sia assegnata attraverso un suo punto P 0 (x 0, y 0 ) e un vettore v (l, m) che ne indichi la direzione. Condizione
La circonferenza nel piano cartesiano
6 La circonferenza nel piano cartesiano onsideriamo la circonferenza in figura in cui il centro è ; e il raggio 5 r : se indichiamo con P ; un punto della circonferenza avremo, per definizione, che la
Applicazioni lineari e diagonalizzazione. Esercizi svolti
. Applicazioni lineari Esercizi svolti. Si consideri l applicazione f : K -> K definita da f(x,y) = x + y e si stabilisca se è lineare. Non è lineare. Possibile verifica: f(,) = 4; f(,4) = 6; quindi f(,4)
Sistemi di equazioni lineari
Sistemi di equazioni lineari A. Bertapelle 25 ottobre 212 Cos è un sistema lineare? Definizione Un sistema di m equazioni lineari (o brevemente sistema lineare) nelle n incognite x 1,..., x n, a coefficienti
LEZIONE 3. Typeset by AMS-TEX
LEZIONE 3 3 Risoluzione di sistemi Supponiamo che AX = B sia un sistema di equazioni lineari Ad esso associamo la sua matrice completa (A B Per la Proposizione 236 sappiamo di poter trasformare, con operazioni
LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X),
LEZIONE 1 1.1. Matrice di un applicazione lineare. Verifichiamo ora che ogni applicazione lineare f: R n R m è della forma µ A per un unica A R m,n. Definizione 1.1.1. Per ogni j 1,..., n indichiamo con
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Definizione di matrice Una matrice (di numeri reali) è una tabella di m x n numeri disposti su m righe e n colonne. I numeri che compaiono nella tabella si dicono elementi della matrice. La loro individuazione
Metodo di Gauss-Jordan 1
Metodo di Gauss-Jordan 1 Nota Bene: Questo materiale non debe essere considerato come sostituto delle lezioni. Ārgomenti svolti: Riduzione per righe e matrici equivalenti per righe. Forma echelon e sistemi
LE EQUAZIONI DI SECONDO GRADO
LE EQUAZIONI DI SECONDO GRADO Definizione: un equazione è di secondo grado se, dopo aver applicato i principi di equivalenza, si può scrivere nella forma, detta normale: ax + bx + c 0!!!!!con!a 0 Le lettere
Esercizi di Algebra lineare
Esercizi di Algebra lineare G. Romani December, 006 1. Esercizi sulle n-ple 1) Eseguire i seguenti calcoli. (, 1) + (1 3); 4(, ) + 3(4, ); 3(1,, 3) + ( )(,, 1) (3, 3, 3) + (4,, 1) + ( )(1, 4, ); (1, 4,
A.A CORSO DI ALGEBRA 1. PROFF. P. PIAZZA, E. SPINELLI. SOLUZIONE ESERCIZI FOGLIO 5.
A.A. 2015-2016. CORSO DI ALGEBRA 1. PROFF. P. PIAZZA, E. SPINELLI. SOLUZIONE ESERCIZI FOGLIO 5. Esercizio 5.1. Determinare le ultime tre cifre di n = 13 1625. (Suggerimento. Sfruttare il Teorema di Eulero-Fermat)
CAPITOLO IV RISOLUZIONE DEI SISTEMI LINEARI COL METODO DEI DETERMINANTI
CAPITOLO IV RISOLUZIONE DEI SISTEMI LINEARI COL METODO DEI DETERMINANTI 1. REGOLA DI CRAMER Sia S un sistema lineare di n ( 2) equazioni in n incognite su un campo K : a 11 x 1 + a 12 x 2 + + a 1n x n
Sistemi di 1 grado in due incognite
Sistemi di 1 grado in due incognite Problema In un cortile ci sono polli e conigli: in totale le teste sono 7 e zampe 18. Quanti polli e quanti conigli ci sono nel cortile? Soluzione Indichiamo con e con
x1 + 2x 2 + 3x 3 = 0 nelle tre incognite x 1, x 2, x 3. Possiamo risolvere l equazione ricavando l incognita x 1 x 1 = 2x 2 3x 3 2r 1 3r 2 x 2 x 3
Matematica II -..9 Spazio delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo.. Consideriamo l equazione lineare omogenea nelle tre incognite x, x, x 3. x + x + 3x 3 = Possiamo risolvere l equazione ricavando
Parte 4. Spazi vettoriali
Parte 4. Spazi vettoriali A. Savo Appunti del Corso di Geometria 23-4 Indice delle sezioni Spazi vettoriali, 2 Prime proprietà, 3 3 Dipendenza e indipendenza lineare, 4 4 Generatori, 6 5 Basi, 8 6 Sottospazi,
I coefficienti delle incognite sono proporzionali fra loro ma NON coi termini noti, e il sistema è dunque IMPOSSIBILE (si dice anche: INCOMPATIBILE).
RISOLUZIONI DEGLI ESERCIZI SUI SISTEMI DI 1 GRADO IMPOSSIBILI E INDETERMINATI Per ciascuno dei seguenti sistemi, stabilisci se è determinato, impossibile, o indeterminato. In caso di indeterminazione,
( ) TEORIA DELLE MATRICI. A. Scimone a.s pag 1
. Scimone a.s 1997 98 pag 1 TEORI DELLE MTRICI Dato un campo K, definiamo matrice ad elementi in K di tipo (m, n) un insieme di numeri ordinati secondo righe e colonne in una tabella rettangolare del tipo
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Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette Annalisa Amadori e Benedetta Pellacci amadori@uniparthenope.it pellacci@uniparthenope.it Università di Napoli Parthenope Contenuti Nel Piano
Esercizi sulle coniche (prof.ssa C. Carrara)
Esercizi sulle coniche prof.ssa C. Carrara Alcune parti di un esercizio possono ritrovarsi in un altro esercizio, insieme a parti diverse. È un occasione per affrontarle più volte.. Stabilire il tipo di
Esercitazione di Calcolo Numerico 1 22 Aprile Determinare la fattorizzazione LU della matrice a 1 1 A = 3a 2 a 2a a a 2 A =
Esercitazione di Calcolo Numerico 22 Aprile 29. Determinare la fattorizzazione LU della matrice a A = 3a 2 a 2a a a 2 ed utilizzarla per calcolare il det(a). 2. Calcolare il determinante della matrice
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FUNZIONI ELEMENTARI, DISEQUAZIONI, NUMERI REALI, PRINCIPIO DI INDUZIONE Esercizi risolti Discutendo graficamente la disequazione x > 3 + x, verificare che l insieme delle soluzioni è un intervallo e trovarne
Esercitazioni di Geometria A: curve algebriche
Esercitazioni di Geometria A: curve algebriche 24-25 maggio 2016 Esercizio 1 Sia P 2 il piano proiettivo complesso munito delle coordinate proiettive (x 0 : x 1 : x 2 ). Sia r la retta proiettiva di equazione
CLASSIFICAZIONE DELLE CONICHE AFFINI
CLASSIFICAZIONE DELLE CONICHE AFFINI Pre-requisiti necessari. Elementi di geometria analitica punti e rette nel piano cartesiano, conoscenza delle coniche in forma canonica). Risoluzione di equazioni e
ALGEBRA LINEARE PARTE II
DIEM sez. Matematica Finanziaria Marina Resta Università degli studi di Genova Dicembre 005 Indice PREMESSA INVERSA DI UNA MATRICE DETERMINANTE. DETERMINANTE DI MATRICI ELEMENTARI................. MATRICI
LUISS Laurea specialistica in Economia e Finanza Anno Accademico 2010/2011
LUISS Laurea specialistica in Economia e Finanza Anno Accademico 1/11 Corso di Metodi Matematici per la Finanza Prof. Fausto Gozzi, Dr. Davide Vergni Soluzioni esercizi 4,5,6 esame scritto del 13/9/11
1 Definizione di sistema lineare omogeneo.
Geometria Lingotto. LeLing1: Sistemi lineari omogenei. Ārgomenti svolti: Definizione di sistema lineare omogeneo. La matrice associata. Concetto di soluzione. Sistemi equivalenti. Operazioni elementari
Geometria analitica del piano pag 12 Adolfo Scimone
Geometria analitica del piano pag 12 Adolfo Scimone Fasci di rette Siano r e r' due rette distinte di equazioni r: ax + by + c r': a' x + b' y + c' Consideriamo la retta combinazione lineare delle due
Chi non risolve esercizi non impara la matematica.
5.5 esercizi 9 Per trovare la seconda equazione ragioniamo così: la parte espropriata del primo terreno è x/00, la parte espropriata del secondo è y/00 e in totale sono stati espropriati 000 m, quindi
z =[a 4 a 3 a 2 a 1 a 0 ] 10
Esercizio 1. Sia z =[a 4 a 3 a 2 a 1 a 0 ] 10 un numero intero (la notazione significa che le cifre con cui rappresento z in base 10 sono a 4,..., a 0 {0, 1,..., 9}, ecioè z = a 4 10 4 + a 3 10 3 + a 2
Condizione di allineamento di tre punti
LA RETTA L equazione lineare in x e y L equazione: 0 con,,, e non contemporaneamente nulli, si dice equazione lineare nelle due variabili e. Ogni coppia ; tale che: 0 si dice soluzione dell equazione.
LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3
LEZIONE 4 4.. Operazioni elementari di riga. Abbiamo visto, nella precedente lezione, quanto sia semplice risolvere sistemi di equazioni lineari aventi matrice incompleta fortemente ridotta per righe.
Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo.
Capitolo 3 Il campo Z n 31 Introduzione Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo 32 Le classi resto Definizione
LEZIONE 9. Figura 9.1.1
LEZIONE 9 9.1. Equazioni cartesiane di piani. Abbiamo visto come rappresentare parametricamente un piano. Un altro interessante metodo di rappresentazione di un piano nello spazio è tramite la sua equazione
OPERAZIONI IN Q = + = = = =
OPERAZIONI IN Q A proposito delle operazioni tra numeri razionali, affinché il passaggio da N a vero e proprio ampliamento è necessario che avvengano tre cose: Q risulti un ) le proprietà di ciascuna operazione
1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4
1 POLINOMIO DI TAYLOR 1 Formula di Taylor Indice 1 Polinomio di Taylor 1 Formula di Taylor 3 Alcuni sviluppi notevoli 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei iti 4 5 Soluzioni degli esercizi 6 La
Esercizi per Geometria II Geometria euclidea e proiettiva
Esercizi per Geometria II Geometria euclidea e proiettiva Filippo F. Favale 8 aprile 014 Esercizio 1 Si consideri E dotato di un riferimento cartesiano ortonormale di coordinate (x, y) e origine O. Si
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Corso di Geometria Ing. Informatica e Automatica Test : soluzioni k Esercizio Data la matrice A = k dipendente dal parametro k, si consideri il k sistema lineare omogeneo AX =, con X = x x. Determinare
Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 2008/2009
Capitolo Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 8/9. Esercii svolti su rette e piani Eserciio. Stabilire se le due rette r e s sono coincidenti oppure no: ( ( ( ( ( ( 7 r : = + t ; s : = + t