GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15"

Transcript

1 GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15 Nicola Ciccoli Contents 1 Preliminari Insiemi e applicazioni Gli insiemi e le loro operazioni Applicazioni Gruppi, anelli, campi Il campo dei numeri complessi Algebra delle matrici Esercizi di riepilogo Spazi vettoriali Spazi vettoriali Basi e dimensione

2

3 1 Preliminari 1.1 Insiemi e applicazioni Gli insiemi e le loro operazioni Tutta la matematica moderna è scritta nel linguaggio della teoria degli insiemi. Da un punto di vista ingenuo un insieme è definito da una legge che ci permette di distinguere se certi elementi appartengono o meno all insieme. Ad esempio l insieme dei numeri interi minori di 5 è un insieme ben definito (mentre non è ben definito l insieme delle persone belle perchè la bellezza non è un dato oggettivo). In realtà, come dimostrato da Bertand Russell con i suoi famosi paradossi, tale teoria ingenua è contraddittoria. Esiste una ben più complessa teoria assiomatica degli insiemi che risolve queste contraddizioni. Non avremo però bisogno di usarla nel seguito del corso e quindi ci baseremo sulla precedente definizione ingenua di insieme. L appartenenza di un elemento ad un insieme verrà indicata con la notazione di Peano: se l elemento a appartiene all insieme A scriveremo a A, se non vi appartiene a A. Un insieme particolare è l insieme vuoto, cioè per definizione l insieme che non contiene nessun elemento. Tale insieme si indica con. Attenzione a distinguere tale insieme dall insieme che contiene il numero intero 0 che si indica con {0} (e diversamente dal precedente contiene, appunto, un elemento). Il numero di elementi di un insieme si dice la sua cardinalità. L insieme vuoto ha cardinalità zero. Definizione Dati due insiemi A e B diremo che B è un 3 Data la difficoltà, con i primi computer, di distinguere il numero 0 dalla lettera O era invalsa l abitudine di indicare lo zero, appunto con l ambiguo simbolo. Oggi che l uso di font di qualità permette di evitare agevolmente questo problema non è più necessaria tale accortezza, che è anzi fonte di errori.

4 1. Preliminari sottoinsieme di A e scriveremo B A se ogni elemento di B è anche elemento di A. Esempio L insieme dei numeri pari è un sottoinsieme dell insieme dei numeri interi. 2. L insieme dei numeri divisibili per 3 non è un sottoinsieme dell insieme dei numeri divisibili per 2. Osservazione Se B A e A B allora A = B. 2. Si assume per convenzione che A per ogni insieme A. 3. A A. 4. Se C B e B A allora C A. Esercizio Elencare tutti i sottoinsiemi di un insieme di 3 elementi. Soluzione Poniamo A = {1, 2, 3}. E utile considerare i sottoinsiemi in base al numero di elementi che contengono. Esiste un solo sottoinsieme con 0 elementi ed è l insieme. I sottoinsiemi con 1 solo elemento sono {1}, {2}, {3}. I sottoinsiemi con due elementi sono {1, 2}, {1, 3}, {2, 3} (si noti che l ordine degli elementi non conta). Infine non bisogna dimenticare l insieme A stesso, che come tutti gli insiemi è sottoinsieme di sè stesso. Esercizio proposto: quanti sottoinsiemi ha un insieme di n elementi? Definiamo ora alcune operazioni fra insiemi. Definizione Dati due insiemi A e B: 4 1. si dice unione degli insiemi A e B e si indica con A B l insieme degli elementi che appartengono ad A oppure a B; 2. si dice intersezione degli insiemi A e B e si indica con A B l insieme degli elementi che appartengono sia ad A che a B;

5 1.1. Insiemi e applicazioni 3. si dice prodotto cartesiano degli insiemi A e B e si indica con A B l insieme delle coppie ordinate (a, b) in cui a A e b B. Si osservi che fra l unione e l intersezione di insiemi risultano le seguenti relazioni di inclusione: A B A, A B B, A A B, B A B. Da ciò segue facilmente che se B A allora A B = B e A B = A. L unione e la intersezione di insiemi si possono rappresentare visivamente tramite i cosiddetti diagrammi di Venn: Intersezione di insiemi A B A B Unione di insiemi A B A B Esercizio Si esplicitino l unione, l intersezione ed il prodotto cartesiano delle seguenti coppie di insiemi: 1. Siano A = {x R : x 1 } e B = { 2}; 2. Siano A = {1, 2, 5, 7} e B = {2, 3, 4, 5}; 3. Siano A = {x Q : x 2 } e B = {x Q : x 2 }; 4. Siano A = {x R : 3x + 2 = 1 } e B = {x R : x 2 1 }; 5. Siano A = {x R : x 1 } e B = {x R : x > 1 }; 5

6 1. Preliminari 6. Siano A = {x Z : x 3 } e B = {x R : x 6 }; Definizione Si dice differenza insiemistica tra due insiemi A e B l insieme A \ B = {x A x B} e si dice differenza simmetrica tra due insiemi l insieme A B = (A \ B) (B \ A) Anche in questo caso se ne può dare una rappresentazione tramite diagrammi di Venn. Differenza A \ B A B Differenza simmetrica A B A B Applicazioni Definizione (Imprecisa) Si dice applicazione fra gli insiemi A e B una legge f che associa ad ogni elemento di A uno ed un solo elemento di B. L insieme A si dice dominio dell applicazione e l insieme B si dice codominio. 6

7 1.1. Insiemi e applicazioni Definizione (Precisa) Si dice applicazione f : A B un sottoinsieme F di A B tale che per ogni elemento a A esiste uno ed un solo elemento (a, b) F. 1 Esercizio Si dica quali fra le seguenti leggi sono applicazioni e quali no: 1. Sia A = {uomini} e B = R +. La legge che associa ad ogni uomo la sua altezza in centimetri. 2. Siano A = {giornidelmese}, B = R +. La legge che associa al giorno del mese il prezzo della benzina in quel giorno. Esempio Dato un insieme qualunque A l applicazione id A : A A, id A (a) = a è detta funzione identica dell insieme A. Definizione Due applicazioni f : A B e g : A B sono uguali se e solo se f(a) = g(a) per ogni a A. Osserva che due applicazioni che differiscano per il dominio od il codominio vengono automaticamente considerate diverse. Definizione Un applicazione f : A B si dice iniettiva se elementi distinti del dominio hanno immagini distinte nel codominio; in formule se f(a 1 ) = f(a 2 ) a 1 = a 2, a 1, a 2 A. Esempio L applicazione f : N N, f(n) = 2n è iniettiva. Infatti se f(n 1 ) = f(n 2 ) allora 2n 1 = 2n 2 e pertanto n 1 = n L applicazione f : R R, f(x) = x 2 non è iniettiva. Infatti f(1) = f( 1) = 1. Si osservi che cambiando dominio un applicazione descritta dalla stessa legge matematica può diventare iniettiva oppure no. F. 1 Si tratta, in sostanza, di identificare una applicazione f con il suo grafico 7

8 1. Preliminari Definizione Sia data un applicazione f : A B. L insieme degli elementi del codominio che sono immagine di un elemento del dominio si dice immagine di f e si indica con Im f. L applicazione si dice suriettiva se ogni elemento del codominio è immagine di almeno un elemento del dominio, cioè se Im f = B. Definizione Un applicazione si dice biettiva o biunivoca se è sia iniettiva che suriettiva. In un applicazione biunivoca ogni elemento del codominio è immagine di uno ed un solo elemento del dominio. Ad esempio è facile provare che la funzione identica è sempre biettiva. Esercizio Si dica quali se le seguenti applicazioni sono iniettive, suriettive, biettive: 1. Sia f : R R, f(x) = 2x Sia f : Q R, f(x) = x Sia f : N Z, f(x) = x. 4. Sia f : Z R, f(x) = 3x. 5. Sia f : R Z, f(x) = Sia f : R R, f(x) = senx. 7. Sia f : R + R, f(x) = logx. 8. Sia f : R R, f(x) = e x. 1.2 Gruppi, anelli, campi Come prima cosa richiamiamo alcune semplici proprietà delle operazioni fra numeri. Esistono vari insiemi numerici che avete sin qui incontrato nei vostri studi. Con N indicheremo l insieme dei numeri naturali, ovvero dei numeri 8 0, 1,..., n,... ;

9 1.2. Gruppi, anelli, campi con Z (numeri interi) indicheremo l insieme ottenuto dall insieme dei numeri naturali aggiungendo ad essi tutti i negativi di numeri naturali e dunque l insieme dei numeri 0, ±1, ±2,.... Ancora più grande è l insieme dei numeri razionali Q ottenuto aggiungendo all insieme dei numeri interi tutti i possibili rapporti fra due numeri interi (con denominatore non nullo!), ovvero le frazioni 0, ±1, ± 1 2, ±1 3, ±2 5, Tali numeri corrispondono, come ricorderete, ai decimali periodici. Non tutti i numeri decimali sono però periodici; altrimenti detto esistono dei numeri non esprimibili come rapporto di interi, quali, ad esempio, π, 2, 3. Quando ai numeri decimali periodici si aggiungono i numeri decimali non periodici si ottiene l insieme dei cosiddetti numeri reali che indicheremo con R. Vedremo fra poco che il processo di estensione non è ancora finito potendo ai reali aggiungere anche i numeri immaginari ed ottenere il caso dei numeri complessi. Ci interessa ora richiamare quelle che sono le principali proprietà delle operazioni di somma e prodotto in questi insiemi numerici. Concentriamoci anzitutto sull insieme dei numeri naturali. Le seguenti proprietà dovrebbero essere note a tutti: 1. associatività di somma e prodotto: (a + b) + c = a + (b + c) (ab)c = a(bc) a, b, c R 2. commutatività di somma e prodotto: a + b = b + a ab = ba a, b R 3. esistenza dell elemento neutro per la somma: a + 0 = 0 + a = a a R 9

10 1. Preliminari 4. esistenza dell elemento neutro per il prodotto a1 = 1a = a a R. 5. distributività della somma rispetto al prodotto a(b + c) = ab + ac a, b, c R. Un operazione è una legge con cui ad una coppia di elementi di un insieme facciamo corrispondere un altro elemento dello stesso insieme. Da un punto di vista più formale possiamo allora dare la seguente definizione: Definizione Un operazione interna binaria sull insieme A è una applicazione del prodotto cartesiano A A (l insieme delle coppie ordinate di elementi di A) a valori in A, (a, b) a b. Tale operazione si dice: associativa se (a b) c = a (b c) per ogni a, b, c A; commutativa se a b = b a per ogni a, b A; un elemento e A si dice neutro per l operazione se a e = e a = a qualunque sia a A; qualora sull insieme A sia definita anche una seconda operazione si dice che è distributiva rispetto a se Osservazioni: 10 a (b c) = a b a c a, b, c A. 1. L elemento neutro se esiste è unico. Supponiamo, infatti, che esistano due elementi neutri e 1 ed e 2 : allora e 1 e 2 = e 1 perchè e 2 è neutro e e 1 e 2 = e 2 perchè e 1 è neutro. Dunque e 1 = e Nella proprietà distributiva il ruolo delle due operazioni non è interscambiabile. E la proprietà che si usa per giustificare i cosiddetti raccoglimenti.

11 1.2. Gruppi, anelli, campi Le proprietà di un operazione dipendono anche dall insieme su cui essa è definita. Ad esempio passando dall insieme dei naturali all insieme degli interi si ottiene una nuova proprietà per l operazione di somma ovvero l esistenza di un elemento inverso (opposto) per la somma: per ogni a Z esiste un elemento a Z tale che a + ( a) = 0. E chiaro che in maniera analoga a quanto appena fatto è possibile definire in astratto la proprietà di esistenza di un elemento inverso rispetto ad una operazione in un insieme qualunque. Definizione Sia A un insieme con un operazione dotata di elemento neutro e. Si dice che un elemento a A è invertibile per se esiste un elemento b A tale che ab = e = ba. In tal caso si dirà anche che a ammette un inverso rispetto a e b si dirà l inverso di a e si indicherà con a 1. Osservazioni: 1. L inverso di un elemento a se esiste è unico. Infatti se b e c sono inversi di a risulta c = cab = b. 2. La notazione a 1 non indica un elevamento a potenza, è solo un simbolo formale. 3. Vedremo più avanti esempi di operazioni per cui non tutti gli elementi sono invertibili. Definizione Un insieme A con un operazione che sia associativa, dotata di un elemento neutro e e tale che ogni elemento di A abbia un inverso rispetto a si dice un gruppo. Se l operazione è anche commutativa si parla di gruppo abeliano. L insieme dei numeri interi con l operazione di somma è dunque un gruppo abeliano. E naturale chiedersi se sia un gruppo anche rispetto al prodotto. Ciò equivale a chiedere se dato n Z esiste m Z tale che nm = 1 Se n = 0 un tale m non può esistere. Se n 0 deve essere m = 1 e dunque m non è un numero intero n (a meno che non sia n = ±1). La richiesta dell esistenza di un numero inverso per il prodotto porta naturalmente alla costruzione dell insieme dei numeri razionali. 11

12 1. Preliminari Definizione Un insieme A su cui siano definite due operazioni e tali che: 1. A sia un gruppo abeliano per, con elemento neutro 0; 2. sia distributiva rispetto a ; 3. A \ {0} sia un gruppo rispetto a con elemento neutro 1; si dice un campo. L elemento neutro della somma si dice zero del campo e l elemento neutro del prodotto si dice unità del campo. L insieme dei numeri razionali e l insieme dei numeri reali sono esempi di campi. L insieme dei numeri interi non è un campo. Esercizio L operazione di unione di insiemi è associativa? E commutativa? Ammette elemento neutro? Esistono elementi invertibili per questa operazione? 2. Stesse domanda per l operazione di intersezione. Vale una proprietà di distributività fra le due? 3. Sia F(R; R) l insieme delle funzioni di dominio e codominio R. Definiamo su questo insieme l operazione di somma: f + g : R R; (f + g)(x) = f(x) + g(x) e l operazione di prodotto: fg : R R; (fg)(x) = f(x)g(x) Di quali proprietà godono tali operazioni? 1.3 Il campo dei numeri complessi Vogliamo ora costruire un campo sull insieme delle coppie di numeri reali che chiameremo campo dei complessi. Indichiamo con R 2 l insieme delle coppie ordinate di numeri reali: 12 R 2 = {(a, b) a, b R}

13 1.3. Il campo dei numeri complessi e definiamo su questo insieme le due seguenti operazioni (x, y) + (x 1, y 1 ) = (x + x 1, y + y 1 ) (1.1) (x, y)(x 1, y 1 ) = (xx 1 yy 1, xy 1 + x 1 y). (1.2) Proposizione Rispetto a queste due operazioni l insieme R 2 è un campo con zero 0 = (0, 0) e con unità 1 = (1, 0). Dim. La dimostrazione delle proprietà della somma viene lasciata come esercizio. Vediamo le proprietà del prodotto; iniziamo con l associatività: (x, y) ((x 1, y 1 )(x 2, y 2 )) = (x, y)(x 1 x 2 y 1 y 2, x 1 y 2 + x 2 y 1 ) = ((x(x 1 x 2 y 1 y 2 ) y(x 1 y 2 + x 2 y 1 ), x(x 1 y 2 + x 2 y 1 ) + y(x 1 x 2 y 1 y 2 )) = = (((xx 1 yy 1 )x 2 (xy 1 + yx 1 )y 2, (xx 1 yy 1 )y 2 + (xy 1 + yx 1 )x 2 )) (xx 1 yy 1, xy 1 + yx 1 )(x 2, y 2 ) = ((x, y)(x 1, y 1 )) (x 2, y 2 ) Dimostriamo la commutatività: (x, y)(x 1, y 1 ) = (xx 1 yy 1, xy 1 + x 1 y) = Proseguiamo con l elemento neutro: = (x 1 x y 1 y, y 1 x + yx 1 ) = (x 1, y 1 )(x, y) (x, y)(1, 0) = (1x 0y, 1y + 0x) = (x, y) e non è necessario provare l altra identità in virtù della commutatività. Proviamo infine la distibutività. (x, y)((x 1, y 1 ) + (x 2, y 2 )) = (x, y)(x 1 + x 2, y 1 + y 2 ) = (x(x 1 + x 2 ) y(y 1 + y 2 ), x(y 1 + y 2 ) + y(x 1 + x 2 )) = (xx 1 yy 1 + xx 2 yy 2, xy 1 + yx 1 + xy 2 + yx 2 ) = (xx 1 yy 1, xy 1 + yx 1 ) + (xx 2 + yy 2, xy 2 + yx 2 ) = (x, y)(x 1, y 1 ) + (x, y)(x 2, y 2 ) 13

14 1. Preliminari L insieme R 2 con la struttura di campo appena definita si dice campo dei numeri complessi e si indica anche con C. Una delle caratteristiche importanti del campo dei numeri complessi è legata al fatto che è possibile vedere ogni numero reale come un particolare numero complesso tramite l identificazione R a (a, 0) C. Questa è una buona identificazione perchè preserva le operazioni dei numeri reali, cioè (a, 0) + (b, 0) = (a + b, 0), (a, 0)(b, 0) = (ab, 0) e dunque possiamo indifferentemente calcolare somme e prodotti di numeri reali o dei numeri complessi a cui essi sono identificati ottenendo lo stesso risultato. A questa proprietà i matematici si riferiscono dicendo che esiste una immersione dei reali nei complessi. Indichiamo ora con ı il numero complesso (0, 1). E facile allora dimostrare la seguente proprietà algebrica di ı: i 2 = ( 1, 0) = 1. Il numero complesso ı si dice unità immaginaria. Dato un qualunque numero complesso (a, b) si ha (a, b) = (a, 0) + (0, 1)(b, 0) ovvero, identificando i numeri reali con le coppie (a, 0) e usando l unità immaginaria, (a, b) = a + ib.questa notazione è particolarmente comoda perchè permette di fare somme e prodotti di numeri complessi semplicemente ricordando le operazioni fra numeri reali ed il fatto che ı 2 = 1; infatti (a, b)(c, d) = (a + ib)(c + id) = ac + i 2 (bd) + iad + ibc = (ac bd) + i(ad + bc) = (ac bd, ad + bc). Infine questa notazione permette di introdurre una operazione tra numeri complessi particolarmente utile nell uso, il cosiddetto coniugio. Definizione Dato un numero complesso z = a + ib si dice coniugato di z il numero complesso z = a ib. 14

15 1.3. Il campo dei numeri complessi Si osservi allora che il prodotto zz è sempre un numero reale positivo (la cui radice quadrata indicheremo con z e chiameremo modulo del numero complesso). Infatti: zz = (a + ib)(a ib) = a 2 + b 2 Un applicazione di questa osservazione si ha per scrivere quelle frazioni che hanno numeri complessi al denominatore nella forma a + ib. Praticamente si procede come segue: i = 2 5i (2 + 5i)(2 5i) = 2 5i 13 = 2 13 i 5 13 Come ultimo aspetto della teoria dei numeri complessi vogliamo ora parlare della loro rappresentazione trigonometrica. Si tratta, sostanzialmente, di usare le cosiddette coordinate polari nella rappresentazione dei numeri complessi non nulli, identificati a punti del piano reale diversi dall origine. Le coordinate polari sono le coordinate che ad un punto del piano diverso dall origine fanno corrispondere la sua distanza dalla origine ρ (un numero reale positivo) e l angolo θ compreso fra la semiretta dell asse delle ascisse e la semiretta uscente dall origine e passante per il punto in questione. In formule, ad un punto di coordinate (a, b) (0, 0) vengono date le coordinate polari ρ R +, θ [0, 2π[ tali che { a = ρ cos θ b = ρ sin θ Con tali coordinate si ha che z = ρ(cos θ + ı sin θ) e pertanto z = ρ(cos θ ı sin θ). Dunque z z = ρ è proprio il modulo del numero complesso. L angolo θ si dice invece argomento del numero complesso z. 15

16 1. Preliminari ρ (a, b) { a = ρ cos θ b = ρ sin θ ρ > 0, θ [0, 2π[ θ Presi ora due numeri complessi z 1, z 2 di moduli rispettivi ρ 1 e ρ 2 e argomenti rispettivi θ 1 e θ 2 si ha: z 1 z 2 = ρ 1 (cos θ 1 + ı sin θ 1 )ρ 2 (cos θ 2 + ı sin θ 2 ) = ρ 1 ρ 2 [(cos θ 1 cos θ 2 sin θ 1 sin θ 2 ) + ı (cos θ 1 sin θ 2 + sin θ 1 cos θ 2 )] = ρ 1 ρ 2 (cos(θ 1 + θ 2 ) + ı sin(θ 1 + θ 2 )) dove nell ultimo passaggio abbiamo usato le formule di addizione per seno e coseno. Possiamo dunque dire che moltiplicando due numeri complessi i loro moduli si moltiplicano mentre i loro argomenti si sommano. Ciò permette anzitutto di osservare che il sottoinsieme costituito dai numeri complessi di modulo uno è chiuso rispetto al prodotto, vale a dire che il prodotto di due numeri complessi di modulo uno è ancora un numero complesso di modulo uno, e permette di dare una formula particolarmente conveniente per le potenze di un numero complesso non nullo (formula di De Moivre): z n = ρ n (cos nθ + ı sin nθ). Esercizio Dimostrare la formula di De Moivre. 1.4 Algebra delle matrici Sia K un campo qualunque (indicheremo con + la sua operazione abeliana e con la giustapposizione l altra operazione) e siano n e 16

17 1.4. Algebra delle matrici m due interi fissati. Chiameremo matrice con m righe e n colonne (o matrice m n) una tabella rettangolare di elementi di K a 11 a a 1n a 21 a a 2n (1.3).... a m1 a m2... a mn L insieme di tali matrici si indica con M m n (K). Scriveremo anche A = (a ij ) per indicare tale matrice. La i esima riga della matrice A è la matrice 1 n A (i) = (a i1 a i2... a in ) e si dice anche essere un vettore riga. Allo stesso modo la j esima colonna è la matrice n 1 a 1j A (j) a 2j =. e si dice anche essere un vettore colonna. Fissato un elemento a ij di una matrice si dice che i è il suo indice di riga e j il suo indice di colonna. Una matrice con uguale numero di righe e di colonne si dice una matrice quadrata. In tal caso il numero di righe si dice anche ordine della matrice. Le matrici sono spesso utili per riassumere informazioni numeriche da associare a coppie di indici che parametrizzano insiemi diversi. Possiamo ad esempio pensare di riassumere in una matrice il modo in cui un contadino utilizza i suoi prodotti Facendo corrispondere agli indici di colonna da 1 a 4 rispettivamente olive, grano, pomodori e fieno e agli indici di riga da 1 a 3 rispettivamente l utilizzo per consumo familiare, le vendite al mercato del paese e le vendite ad una industria di trasformazione, posto di aver fissato l unità di misura in quintali, possiamo dire che la matrice a mj

18 1. Preliminari ci dice che il contadino usa in casa 10 chili di olive, che vende al mercato cinque chili di fieno, ecc.... Vedremo in quali e quanti modi le matrici si possono utilizzare sia per risolvere problemi di algebra (sistemi di equazioni lineari), sia per studiare le proprietà di oggetti geometrici (incidenza di rette e piani nello spazio, coniche, ecc...). Questi utilizzi dipendono anzitutto dal fatto che con le matrici, così come con i numeri, si possono effettuare varie operazioni algebriche. Definiamo anzitutto la somma di matrici: date due matrici con uguale numero di righe e colonne e con elementi in uno stesso campo K, A = (a ij ) e B = (b ij ) la matrice A + B è la matrice che si ottiene sommando gli elementi con uguale indice A + B = (a ij + b ij ). Questo in parte spiega anche perchè richiediamo matrici i cui elementi appartengano ad un campo: vogliamo poter sommare gli elementi. Esempio: = E importante sapere quali sono le proprietà di questa operazione: non differiscono dalle proprietà della somma di numeri reali. Proposizione La somma di matrici m n ad elementi in un campo K è un operazione associativa, commutativa, avente per elemento neutro la matrice con tutti gli elementi nulli; rispetto a tale operazione ogni matrice ha un inverso (opposto). In altri termini l insieme M m n (K) è un gruppo abeliano rispetto alla somma. Dim Associatività: (A + B) + C = ((a ij ) + (b ij )) + ((c ij ) = ((a ij + b ij ) + c ij ) = (a ij + (b ij + c ij )) = ((a ij )+((b ij )+(c ij )) = A + (B + C).

19 1.4. Algebra delle matrici 2. Commutatività A + B = (a ij ) + (b ij ) = (a ij + b ij ) = (b ij + a ij ) = (b ij ) + (a ij ) = B + A. 3. Indichiamo con (0) la matrice i cui elementi son tutti nulli. Allora A + (0) = (a ij ) + (0) = (a ij + 0) = (a ij ) = A. L altra uguaglianza segue dalla commutatività appena provata. 4. Data la matrice A consideriamo la matrice A = ( a ij ). Allora A + ( A) = (a ij ) + ( a ij ) = (a ij a ij ) = (0). L operazione di prodotto tra matrici è leggermente più complicata da definire (per togliere subito ogni dubbio NON è l operazione data dalla moltiplicazione degli elementi con uguale indice di riga e colonna) e non gode di tutte le proprietà del prodotto tra numeri. Anzi... La prima peculiarità sta nel fatto che per poter moltiplicare due matrici il numero di colonne della prima matrice deve essere uguale al numero di righe della seconda matrice. Siano allora A una matrice m n e B una matrice n r, entrambe con elementi in uno stesso campo K. Il prodotto di A e B è la matrice con m righe e r colonne il cui elemento di posto i, j è dato da: c ij = n a ik b kj = a i1 b 1j + a i2 b 2j a in b nj. k=1 Anche in questo caso facciamo osservare che è stato importante prendere gli elementi della matrice in un campo K perchè per poter definire l operazione prodotto righe per colonne è necessario poter sommare e moltiplicare questi elementi. Facciamo un esempio di calcolo del prodotto: ( ) ( ) = ( ). La prima differenza che salta all occhio è il fatto che il prodotto di matrici non è commutativo. Per un motivo molto importante: date due matrici A e B può capitare che si possa fare il prodotto AB ma non si possa fare il prodotto BA. Quando le matrici sono quadrate di uguale ordine è possibile fare entrambi i prodotti. Ma 19

20 1. Preliminari anche in questo caso non è garantito che sia AB = BA come mostra il seguente esempio: A = ( ) B = ( ) 0 1 AB = 0 0 ( ) 0 0 BA =. 0 0 ( Questo esempio mostra un altro comportamento strano: può capitare che due matrici non nulle abbiano prodotto uguale a zero (sono i cosiddetti divisori di zero). Parliamo anche delle proprietà della operazione di prodotto tra matrici. Le principali sono riassunte nella seguente proposizione che non dimostreremo. Proposizione Il prodotto tra matrici è associativo. La somma di matrici è distributiva rispetto al prodotto. Il prodotto di una matrice a destra o a sinistra per una matrice (con opportuno numero di righe o colonne) i cui elementi siano tutti nulli è una matrice con elementi tutti nulli. Occupiamoci, infine, del problema dell esistenza di un elemento neutro e della invertibilità rispetto al prodotto, quantomeno per quel che riguarda le matrici quadrate. Proposizione La matrice I n = detta matrice identica di ordine n, è l elemento neutro rispetto al prodotto di matrici quadrate di ordine n. 20 )

21 1.4. Algebra delle matrici Dim. Dobbiamo dimostrare che per ogni matrice A quadrata di ordine n, si ha AI n = I n A = A. Osserviamo che la matrice identità si può anche scrivere come quella matrice che ha elementi b ij con b ij = 0 se i j e b ij = 1 se i = j. Allora, usando la formula per il prodotto righe per colonne, l elemento di posto i, j della matrice AI n è dato da: n c ij = a ik b kj = a ij 1 k=1 e dunque AI n = A. Allo stesso modo si prova l uguaglianza opposta. Stabilita l esistenza dell elemento neutro per la moltiplicazione di matrici quadrate di ordine n ci si può chiedere se data una matrice A M n n (K) esiste il suo inverso rispetto al prodotto. Applicando la definizione a questo caso si può dare la seguente definizione. Definizione Una matrice A M n (K) si dice invertibile se esiste una matrice B M n n (K) tale che AB = I n = BA Se questo succede si dice che B è l inversa di A e si indica B = A 1. Per convincersi del fatto che non tutte le matrici sono invertibili osserviamo che se abbiamo una coppia di matrici quadrate M e N non nulle tali che MN = 0 allora M non può essere invertibili. Se lo fosse, infatti, avremmo M 1 MN = M 1 0 = 0, ma anche M 1 MN = I n N = N contraddicendo l ipotesi che N sia non nulla. Siccome esempi di matrici non nulle con prodotto nullo esistono, allora esistono anche esempi di matrici non invertibili. D altra parte esistono anche esempi di matrici invertibili. Sia ad esempio data la matrice D = α α α n 21

22 1. Preliminari Una matrice di questo tipo si dice matrice diagonale. Allora, con un po di pazienza, si può dimostrare che tale matrice è invertibile ed ha inversa α D 1 0 α2 1 0 = αn Esercizi di riepilogo 1. Siano A, B due insiemi. Definiamo A\B = {x A x B}. Dimostrare che A (B \ C) = (A B) \ (A C). 2. Sia X un insieme fissato e siano A, B X. Il complementare di B in X è l insieme B c = X \ B. Dimostrare le seguenti uguaglianza (leggi di de Morgan): (A B) c = A c B c (A B) c = A c B c 3. Semplificare le seguenti formule: a) (5 + 3i)(2 7i); b) (4 3i) 2 ; c) 1 3 2i ; d) 2 7i 5+3i ; e) i 3, i 4 ; f) (1 + 2i) 3 ; 4. Dati i numeri complessi z = 2 3i e w = 4+5i scrivere nella forma a + bi i numeri complessi z + w, zw, z/w, z, w. 5. Calcolare la somma di matrici ( ) ( ). 22

23 1.4. Algebra delle matrici 6. Date le matrici A = ( ) ( 1 2 3, B = ), C = calcolare (A + B)C; spiegare perchè non è possibile calcolare AB + C, (A + C)B e dire se è possibile calcolare BCA. 7. Sia f : R R espressa da un polinomio di secondo grado f(x) = ax 2 + bx + c. Dire se esistono valori di a, b, c, per cui f è iniettiva o per cui f è suriettiva Date le matrici 2 1 A = calcolare AB e BA., B = ( ) 9. Calcolare il prodotto di matrici (1, 7, 3, 4) Data la matrice A = ( calcolare le sue potenze A 2 e A 3. ) 11. Una matrice A M n n (K) si dice nilpotente se esiste n N tale che A N = 0. Dare esempi di matrici nilpotenti di ordine 2 e Una matrice A = (a ij ) M n n (K) si dice triangolare superiore (risp. triangolare inferiore) se a ij = 0 per ogni i > j (resp. per ogni i < j. Se in una matrice triangolare superiore (risp. inferiore) anche gli elementi diagonali a ii sono 23

24 1. Preliminari tutti nulli si parla di matrice strettamente triangolare superiore. Dimostrare che la somma ed il prodotto di matrici triangolari superiori (risp. di matrici triangolari inferiori) è ancora una matrice triangolare superiore (risp. triangolare inferiore). 24

25 2 Spazi vettoriali 2.1 Spazi vettoriali Sia fissato un campo K. Definizione Un insieme V si dice uno spazio vettoriale sul campo K se sono definite un operazione interna + : V V V ed una operazione esterna : K V V tali che: 1. (V, +) è un gruppo abeliano; 2. α (v + w) = α v + α w per ogni α K e v, w V ; 3. (α + β) v = α v + β v per ogni α, β K e per ogni v V ; 4. α (β v) = (αβ) v per ogni α, β K e per ogni v V ; 5. 1 K v = v per ogni v V, dove 1 K è l unità del campo. Gli elementi di uno spazio vettoriale si dicono vettori e quelli del campo si dicono scalari. L elemento neutro della somma in V si indicherà con 0 e si dirà vettore nullo. Primo esempio Lo spazio vettoriale M m n (K). Abbiamo visto che l insieme delle matrici m n ad elementi in un campo K è un gruppo rispetto alla somma di matrici. Ci chiediamo se è possibile dotare questo gruppo della struttura di spazio vettoriale su K. A tal fine è necessario definire il prodotto tra uno scalare ed una matrice. Definiamo 25

26 2. Spazi vettoriali α a 11 a a 1n a 21 a a 2n.... = αa 11 αa αa 1n αa 21 αa αa 2n.... a m1 a m2... a mn αa m1 αa m2... αa mn cioè moltiplichiamo per α ogni elemento della matrice. Non è difficile dimostrare che gli assiomi di spazio vettoriale sono verificati. Secondo esempio I vettori applicati in un punto. Consideriamo come insieme V l insieme dei vettori dello spazio ordinario applicati in uno stesso punto. Definiamo la somma di due tali vettori usando la regola del parallelogramma. Con questa operazione V è un gruppo abeliano. Il suo elemento neutro è il vettore di lunghezza zero. Poi posso definire la moltiplicazione fra un numero reale e un vettore nel modo seguente: se α R e v V allora α v è il vettore applicato con direzione uguale a v, lunghezza modificata di un fattore α e verso uguale o discorde a v a seconda del segno di α. In questo modo l insieme dei vettori dello spazio applicati in un punto risulta essere uno spazio vettoriale su R. Più avanti daremo una descrizione diversa di questo esempio. Terzo esempio Lo spazio K n. Questo è l esempio più importante di spazio vettoriale e fra non molto spiegheremo il perchè. Consideriamo l insieme K n delle n uple ordinate di elementi di K; K n = {(x 1,..., x n ) x1,..., x n K}. Questo spazio coincide con lo spazio delle matrici 1 n è pertanto in esso è definita una somma (x 1,..., x n ) + (y 1,..., y n ) = (x 1 + y 1,..., x n + y n ) che lo rende un gruppo. 26

27 2.1. Spazi vettoriali Definiamo anche l operazione di prodotto per uno scalare K esattamente come abbiamo fatto per le matrici: α (x 1,..., x n ) = (α x 1,..., α x n ). Non è difficile verificare che con queste operazioni K n risulta essere uno spazio vettoriale. Esercizi: 1. Si dice successione ad elementi in un campo K una qualunque applicazione s : N K. Se s(n) = a n la successione si indica anche con (a n ). Sia S K l insieme di tutte le successioni ad elementi in K e definiamo su di esso le seguenti operazioni: (a n ) + (b n ) = (a n + b n ), k(a n ) = (ka n ) per ogni (a n ), (b n ) S K e k K. Dimostrare che con queste operazioni S K è uno spazio vettoriale su K. 2. Sia K[X] l insieme dei polinomi a coefficienti in K. Si considerino l operazione di somma di polinomi e l operazioni di prodotto fra i polinomi qualunque ed i polinomi costanti. Si dimostri che con queste operazioni K[X] è uno spazio vettoriale su K. 3. Sia F(R; R) l insieme delle funzioni da R a R. Si considerino l operazione di somma di funzioni e quella di prodotto fra una funzione qualunque ed una funzione costante. Si dimostri che con queste operazioni F(R; R) è uno spazio vettoriale su R. Definizione Sia W un sottoinsieme non vuoto dello spazio vettoriale V. Diremo che W è un sottospazio di V se soddisfa le seguenti proprietà: 1. per ogni u, v W si ha u + v W ; 2. per ogni u W e ogni α K si ha αu K. Esempi: 27

28 2. Spazi vettoriali Il sottoinsieme di R 3 dato dalle terne con le prime due coordinate nulle è un sottospazio di R 3. Il sottoinsieme di R 3 dato dalle terne con prima coordinata uguale al quadrato della seconda non è uno spazio vettoriale. L insieme {0} costituito dal solo vettore nullo è un sottospazio di V (qualunque sia V ). Se U e W sono due sottospazi di V allora U W è un sottospazio di V. ATTENZIONE: l unione di due sottospazi non è un sottospazio (perchè? date un esempio). Esercizi: dire quali dei seguenti sottoinsiemi sono sottospazi di spazi vettoriali: Il sottoinsieme B R delle successioni limitate in S R. Il sottoinsieme dei polinomi di grado k in K[X]. Il sottoinsieme delle matrici diagonali in M n n (K). Il sottoinsieme di M 3 3 (R) delle matrici A tali che A 2 = 0. X = {(x, y, z) R 3 x 2 + y = 0}. X = {(x, y, z) R 3 x + y + z = 0}. X = {(x, y, z) R 3 x + y + z = 1}. Definizione Siano v 1,..., v n vettori di uno spazio vettoriale V. Un vettore w si dice combinazione lineare di v 1,..., v n se esistono degli scalari α 1,..., α n tali che Esempi: 28 w = α 1 v α n v n 1. In R 3 il vettore (0, 1, 0) è combinazione lineare dei vettori (2, 1, 0) e (1, 0, 0) in quanto (0, 1, 0) = 1(2, 1, 0)+( 2)(1, 0, 0). Viceversa il vettore (0, 0, 1) non è combinazione lineare di

29 2.1. Spazi vettoriali v 1 e v 2. Se lo fosse, infatti, dovrebbe essere a(2, 1, 0) + b(1, 0, 0) = (0, 0, 1), uguaglianza equivalente al sistema: 2a + b = 0 a = 0 0 = 1 che, chiaramente, non ammette soluzioni. (2.1) 2. In K[X] ogni polinomio di primo grado è combinazione lineare dei polinomi 1 e X. 3. In Z 3 5 il vettore ([4], [0], [0]) è combinazione lineare dei vettori ([2], [3], [1]) e ([1], [1], [2]) in quanto uguale a ([2], [3], [1]) + [2]([1], [1], [2]). Proposizione Sia W un sottospazio di V e siano v 1,..., v n W. Allora ogni combinazione lineare α 1 v α n v n appartiene ancora a W. Dim. In base alla proprietà 2) possiamo dire che α i v i W, i = 1,..., n. Ora per la proprietà 1) abbiamo che la somma di due vettori di W è in W. Dunque α 1 v 1 + α 2 v 2 W, ma quindi anche (α 1 v 1 + α 2 v 2 ) + α 3 v 3 W. Iterando l argomento si ottiene la tesi. Definizione L insieme dei vettori che si scrivono come combinazione lineare di v 1,..., v n si dice spazio generato da v 1,..., v n e si indica v 1,..., v n. Se coincide con tutto V allora v 1,..., v n si dicono un sistema di generatori per V. Proposizione Lo spazio generato dai vettori v 1,..., v n in V è un sottospazio dello spazio vettoriale V. Dim. Siano v, w v 1,..., v n. Allora esisteranno degli scalari α 1,..., α n e β 1,..., β n tali che: v = α 1 v α n v n, w = β 1 v β n v n 29

30 2. Spazi vettoriali e pertanto v + w = (α 1 + β 1 )v (α n + β n )v n v 1,..., v n. Inoltre se k K kv = (kα 1 )v (kα n )v n v 1,..., v n. Proposizione Dato uno spazio vettiorale V sul campo K e dati i vettori v 1,..., v n V, lo spazio generato v 1,..., v n è il più piccolo sottospazio di V contenente v 1,..., v n. Dim. Sia W un sottospazio di V contenente v 1,..., v n. Allora essendo un sottospazio anche le combinazioni lineari α 1 v 1 + +α n v n appartengono a W. Quindi v 1,..., v n W. In generale non è detto che uno spazio vettoriale ammetta un insieme v 1,... v n che sia un sistema di generatori. Quando questo accade lo spazio vettoriale si dice finitamente generato. Nel seguito, a meno che non si dichiari esplicitamente il contrario, gli spazi vettoriali presi in considerazione si intenderanno sempre finitamente generati. Definizione Siano v 1,..., v n vettori di uno spazio vettoriale V sul campo K. Si dice che i vettori v 1,..., v n sono linearmente dipendenti se esistono degli scalari α 1,..., α n non tutti nulli tali che α 1 v α n v n = 0. In caso contrario i vettori si dicono linearmente indipendenti. Alcuni casi speciali due vettori sono linearmente dipendenti se e solo se uno è multiplo dell altro; infatti se α 1 v 1 + α 2 v 2 = 0 e α 1 0 allora v 1 = α 2 /α 1 v 2.

31 2.1. Spazi vettoriali 2. se un insieme di vettori contiene il vettore nullo allora è un insieme di vettori linearmente dipendenti; infatti se abbiamo l insieme di vettori v 1,..., v n 1, 0 allora abbiamo la combinazione lineare nulla 0v 1 + 0v n = 0 Esercizi: Si dica se i seguenti insiemi di vettori sono linearmente dipendenti o indipendenti: 1. I vettori v 1 = (2, 1, 1), v 2 = (3, 2, 1) e v 3 = (6, 2, 2) in R I polinomi 1, X, X 2, X 3 in C[X]. 3. I vettori ([1], [1], [0], [0]), ([1], [0], [1], [0]), ([0], [0], [1], [0]) in Z Le seguenti matrici di M 2 2 (R): ( ) ( ) ( ,, Proposizione Un insieme di vettori non nulli I = {v 1,..., v n } in uno spazio vettoriale V è linearmente dipendente se e solo se almeno uno dei suoi elementi è combinazione lineare degli altri. Dim. Supponiamo che I sia linearmente dipendente. Allora esistono degli scalari α 1,..., α n K non tutti nulli tali che Supponiamo α k 0 allora: α 1 v α n v n = 0. v k = 1 α k (α 1 v α k 1 v k 1 + α k+1 v k α n v n ) e dunque v k è combinazione lineare degli altri. Viceversa supponiamo che esistano degli scalari α i tali che v k = α 1 v α k 1 v k 1 + α k+1 v k α n v n ) 31

32 2. Spazi vettoriali allora portando v k a destra del segno di uguale α 1 v 1 + α k 1 v k 1 + ( v k ) + α k+1 v k α n v n = 0 Proposizione Un sottoinsieme di un insieme di vettori linearmente indipendenti è ancora linearmente indipendente. Dim. Supponiamo, per assurdo, che I sia un insieme di vettori linearmente indipendenti e che J I sia un sottoinsieme di vettori dipendenti. Allora esiste un vettore in J che si scrive come combinazione lineare degli altri. Ma allora si esprime anche come combinazione lineare dei vettori di I e quindi I è un insieme linearmente dipendente contraddicendo l ipotesi. 2.2 Basi e dimensione Definizione Un insieme di vettori linearmente indipendenti che sia un sistema di generatori per lo spazio vettoriale V si dice una base per V. Teorema Se B = {v 1,..., v n } è una base per V e v V allora esiste ed è unica la n upla di scalari (α 1,..., α n ) tale che v = α 1 v α n v n Dim. Essendo B un sistema di generatori ogni v V si scrive come combinazione lineare degli elementi di B, cioè esistono scalari α 1,..., α n tali che: v = α 1 v α n v n. Dimostriamo l unicità di tale combinazione: supponiamo che sia anche v = β 1 v β n v n. 32

33 2.2. Basi e dimensione Sottraendo queste due equazioni 0 = (α 1 β 1 )v (α n β n )v n da cui α 1 β 1 =... = α n β n = 0 in virtù della lineare indipendenza dei vettori di B, e dunque α 1 = β 1,...,α n = β n. Gli scalari (α 1,..., α n ) si dicono le componenti di V sulla base B. Esercizio. Si dimostri che B = {(1, 1), (2, 0)} è una base di R 2 e si determinino le componenti di v = ( 3, 1) rispetto a questa base. Soluzione: chiaramente i vettori di B sono linearmente indipendenti in quanto (2, 0) non è multiplo di (1, 1). Dimostriamo che sono un sistema di generatori. Sia (x, y) R 2 e cerchiamo a, b R tali che (x, y) = a(1, 1) + b(2, 0) = (a + 2b, a) dovrà dunque essere a = y e, pertanto b = x+y 2 e ciò è sempre possibile. In particolare ( 3, 1) = ( 1)(1, 1) + ( 1)(2, 0) e dunque le componenti di v sulla base B sono ( 1, 1) B. Domanda: Dato uno spazio vettoriale V sul campo K esiste sempre una base per V? Proposizione Nello spazio vettoriale K n i vettori v 1 = (1, 0,..., 0),...,v n = (0,..., 0, 1) costituiscono una base. Dim. 1. Verifichiamo che sono un sistema di generatori. Dato (x 1,..., x n ) K n abbiamo che (x 1,..., x n ) = α 1 (1, 0,..., 0) + + x n (0,..., 0, 1) 2. Verifichiamo che sono linearmente indipendenti: per ogni n- upla di scalari (α 1,..., α n ) se α(1, 0,..., 0) + + α n (0,,..., 0, 1) = 0 allora si ha (α 1,..., α n ) = (0,..., 0) e quindi α 1 = = α n = 0. 33

34 2. Spazi vettoriali La base appena descritta si dice base canonica di K n. Teorema Sia G = {v 1,..., v n } un sistema di generatori per lo spazio vettoriale V. Esiste allora un sottoinsieme di G che sia una base per V. Dim. Sia v h il primo vettore non nullo di G e poniamo w 1 = v h. Consideriamo il sottospazio di V generato da w 1. Sia v k il primo vettore non appartenente a w 1. Poniamo v k = w 2. Allora w 1 e w 2 sono linearmente indipendenti. Iteriamo questo procedimento. Determiniamo un insieme B = {w 1,..., w r } tale che per ogni intero i si ha w i w 1,..., w i 1. I vettori di B sono linearmente indipendenti e un sistema di generatori e quindi una base. Osserviamo che la dimostrazione del teorema precedente fornisce un algoritmo esplicito per determinare una base di uno spazio vettoriale quando ne sia noto un sistema di generatori. Ha per conseguenza, inoltre, che ogni spazio vettoriale finitamente generato ammette una base. Teorema (Teorema dello scambio) In uno spazio vettoriale V siano {v 1,..., v n } e {w 1,..., w r } due basi di V. Scelto v i nella prima base esiste w j nella seconda tale che scambiando v i con w j l insieme {w 1,... w j 1, v i, w j+1,... w r } sia ancora una base per V. Dim. DA INSERIRE Osservazione Dal teorema dello scambio segue che due qualunque basi di uno spazio vettoriale hanno uguale numero di elementi. Infatti se B = {v 1,..., v n } e B = {w 1,..., w r } sono due basi di V allora scegliamo v 1 e scambiamolo con uno dei vettori di B ; ripetiamo l operazione con v 2, poi con v 3 e così via. Quando abbiamo ripetuto l operazione n volte otteniamo una base che contiene gli n vettori di B più eventualmente alcuni dei vettori w. Quindi è n r. Scambiando i ruoli delle due basi si ha anche r n e quindi. n = r. Tale numero è pertanto univocamente associato 34

35 2.2. Basi e dimensione allo spazio vettoriale (non dipende dalla particolare base scelta) e ne rappresenta una caratteristica importante. Definizione Il numero di elementi di una qualunque base di uno spazio vettoriale V si dice dimensione dello spazio vettoriale e si indica con dim V. Teorema Siano V uno spazio vettoriale di dimensione n e v 1,..., v r vettori linearmente indipendenti di V. Esistono allora dei vettori {v r+1,..., v n } tali che {v 1,..., v n } sia una base per V. Dim. Se {v 1,... v r } non è una base vuol dire che non è un sistema di generatori. dunque esiste v v 1,... v r. Poniamo v r+1 = v. Se {v 1,... v r, v r+1 } è una base abbiamo finito. Altrimenti esiste u v 1,... v r+1. Poniamo v r+2 = u. E chiaro che iterando questo procedimento n r volte si giunge alla conclusione. Corollario Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n; siano v 1,..., v r V vettori linearmente indipendenti. Allora r n. Corollario Sia W un sottospazio vettoriale dello spazio vettoriale V. Allora dim W dim V. Dim. Infatti una base di W, {w 1,..., w r } è, in particolare, un insieme di vettori linearmente indipendenti in V. Pertanto per il teorema dello scambio risulta r n. Teorema Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n e siano v 1,..., v n vettori linearmente indipendenti di V. Allora {v 1,..., v n } è una base per V. Dim. Dobbiamo mostrare che v 1,... v n sono anche un sistema di generatori. Supponiamo per assurdo che non lo siano. Dunque esiste v v 1,..., v n. Dimostriamo che allora {v, v 1,..., v n } ottenendo 35

36 2. Spazi vettoriali una contraddizione del teorema dello scambio. Se esistesse una combinazione lineare allora α 0, perchè altrimenti αv + α 1 v α n v n = 0 v = 1 α (α 1v α n v n ) che contraddice v v 1,..., v n. Sostituendo α = 0 si ottiene α 1 v α n v n = 0 da cui α 1 =... = α n = 0 perchè v 1,..., v n sono linearmente indipendenti. 36

37 2.2. Basi e dimensione Esercizi di riepilogo 1. Dire quali dei seguenti sottoinsiemi di R 3 sono sottospazi vettoriali: A = {(x, y, z) R 3 x 2 + y 2 = 1}. A = {(x, y, z) R 3 x = y, x + z = 0}. A = {(x, y, z) R 3 y 5 = 0}. A = {(x, y, z) R 3 2x 3 + y = 0}. A = {(x, y, z) R 3 x + y 1 = 0}. 2. Dati i vettori v 1 = (1, 1, 0) e v 2 = (1, 1, 0) dire quali dei seguenti vettori si possono scrivere come combinazione lineare di v 1 e v 2. (0, 0, 1). (2, 3, 0). (2, 2, 1). 3. Dire quali dei seguenti insiemi di vettori sono linearmente indipendenti. {(1, 2, 1), (2, 1, 2), (3, 1, 1)} in R 3. {([1], [1], [1], [0]), ([2], [1], [0], [1]), ([1], [2], [1], [2]), ([0], [0], [0], [1])} in Z 4 3. {X + X 2, 1 X 3, X + 2X 3, 3X 1} in R[X]. 4. Dire quali dei seguenti insiemi di vettori sono sistemi di generatori per gli spazi vettoriali cui appartengono. Le matrici di M 2 2 (R): ( ) ( ) ( ,, ) ( 1 1, 1 0 {(1, 1, 1), (2, 1, 1), (3, 1, 1), (4, 1, 1), (5, 1, 1)} in R 3. {(1, 0, 1, 0), (0, 1, 0, 1), (2, 3, 2, 3), (0, 0, 0, 0), (0, 1, 1, 1), (3, 3, 4, 3)} in R 4. ) 37

38 2. Spazi vettoriali 5. Determinare una base dei seguenti sottospazi vettoriali. Il sottospazio dei polinomi a coefficienti reali di grado 4. Il sottospazio delle successioni (a n ) S R tali che a n = 0 se n 3. Il sottospazio delle matrici M 3 3 (Z 3 ) che verificano a ii = [0] per ogni i e a ij = a ji se i < j. Il sottospazio di R 4 dato da A B dove A = (1, 0, 0, 0), (0, 1, 0, 0) e B = {(x, y, z, t) R 4 x = t = 0}. 38

GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15

GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15 GEOMETRIA NOTE DEL CORSO A.A. 2014/15 Nicola Ciccoli Contents 1 Preliminari 3 1.1 Insiemi e applicazioni................. 3 1.1.1 Gli insiemi e le loro operazioni........ 3 1.1.2 Applicazioni..................

Dettagli

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n NOTE DI ALGEBRA LINEARE 2- MM 9 NOVEMBRE 2 Combinazioni lineari e generatori Sia K un campo e V uno spazio vettoriale su K Siano v,, v n vettori in V Definizione Un vettore v V si dice combinazione lineare

Dettagli

Esempi. In R 2, le coppia (2, 5) è combinazione lineare dei vettori (0, 1) e (1, 1). Infatti:

Esempi. In R 2, le coppia (2, 5) è combinazione lineare dei vettori (0, 1) e (1, 1). Infatti: Combinazioni lineari [Abate, 4.2] Sia V uno spazio vettoriale e v 1, v 2,..., v n dei vettori di V. Diremo che un vettore w V è combinazione lineare dei vettori v 1,..., v n se esistono a 1, a 2,..., a

Dettagli

APPLICAZIONI. Im f = {b B a A tale che f (a) = b}.

APPLICAZIONI. Im f = {b B a A tale che f (a) = b}. APPLICAZIONI Diremo applicazione (o funzione) da un insieme A ad un insieme B una legge f che associa ad ogni elemento a A uno ed un solo elemento b B. Scriviamo f : A B e il corrispondente o immagine

Dettagli

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n =

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n = LEZIONE 12 12.1. Combinazioni lineari. Definizione 12.1.1. Sia V uno spazio vettoriale su k = R, C e v 1,..., v n V vettori fissati. Un vettore v V si dice combinazione lineare di v 1,..., v n se esistono

Dettagli

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari 1. Sottospazi Definizione. Sia V uno spazio vettoriale sul corpo C. Un sottoinsieme non vuoto W di V è un sottospazio vettoriale di V se è chiuso rispetto alla

Dettagli

GEOMETRIA 1 seconda parte

GEOMETRIA 1 seconda parte GEOMETRIA 1 seconda parte Cristina Turrini C. di L. in Fisica - 2014/2015 Cristina Turrini (C. di L. in Fisica - 2014/2015) GEOMETRIA 1 1 / 40 index Spazi vettoriali 1 Spazi vettoriali 2 Sottospazi 3 Sistemi

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2016/2017 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2016/2017) Elementi di Algebra Lineare 1 / 41 index Spazi vettoriali

Dettagli

04 - Numeri Complessi

04 - Numeri Complessi Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Statistica per l Analisi dei Dati Appunti del corso di Matematica 04 - Numeri Complessi Anno Accademico 2013/2014 M. Tumminello, V. Lacagnina e

Dettagli

APPUNTI DI ALGEBRA LINEARE

APPUNTI DI ALGEBRA LINEARE APPUNTI DI ALGEBRA LINEARE. Definizione Si dice spazio vettoriale (sul campo dei numeri reali R) un insieme V per il quale siano definite l operazione interna di somma (che ad ogni coppia di vettori e

Dettagli

1 PRELIMINARI 1.1 NOTAZIONI. denota l insieme vuoto. a A si legge a appartiene a A oppure a è elemento di A.

1 PRELIMINARI 1.1 NOTAZIONI. denota l insieme vuoto. a A si legge a appartiene a A oppure a è elemento di A. 1 PRELIMINARI 1.1 NOTAZIONI denota l insieme vuoto. a A si legge a appartiene a A oppure a è elemento di A. B A si legge B è un sottoinsieme di A e significa che ogni elemento di B è anche elemento di

Dettagli

Anno Accademico 2015/2016

Anno Accademico 2015/2016 Mod. 136/1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Anno Accademico 2015/2016 Scuola di Scienze Corsi di Laurea o di Diploma Triennale in Matematica (nuovo ordinamento) Insegnamento Geometria I Docente

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2015/2016 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2015/2016) Elementi di Algebra Lineare 1 / 37 index Spazi vettoriali

Dettagli

1.1 Esempio. Siano A = {11, f, β,,, } e B = {x, 11,,,, α, γ} e le seguenti leggi:

1.1 Esempio. Siano A = {11, f, β,,, } e B = {x, 11,,,, α, γ} e le seguenti leggi: 1. Relazioni. 1 Dati due insiemi possiamo stabilire in modo del tutto arbitrario una legge che associ elementi di un insieme ad elementi dell altro insieme. Ovviamente, data la totale arbitrarietà di tale

Dettagli

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva;

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva; 1 Spazi vettoriali 11 Definizioni ed assiomi Definizione 11 Un campo è un insieme K dotato di una operazione somma K K K, (x, y) x + y e di una operazione prodotto K K K, (x, y) xy tali che i) la somma

Dettagli

LEZIONE 11. s V : V V V (v 1, v 2 ) v 1 + v 2 = s V (v 1, v 2 ), p V : k V V. per cui valgono:

LEZIONE 11. s V : V V V (v 1, v 2 ) v 1 + v 2 = s V (v 1, v 2 ), p V : k V V. per cui valgono: LEZIONE 11 11.1. Spazi vettoriali ed esempi. La nozione di spazio vettoriale generalizza quanto visto nelle lezioni precedenti: l insieme k m,n delle matrici m n a coefficienti in k = R, C, l insieme V

Dettagli

Le matrici. Sia K un campo con elemento neutro dell addizione 0 ed elemento neutro della moltiplicazione 1.

Le matrici. Sia K un campo con elemento neutro dell addizione 0 ed elemento neutro della moltiplicazione 1. Le matrici Sia K un campo con elemento neutro dell addizione 0 ed elemento neutro della moltiplicazione 1. Siano m, n N\{0}. Una matrice m n a coefficienti in K è una tabella di m n elementi di K disposti

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2017/2018 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2017/2018) Elementi di Algebra Lineare 1 / 37 index Spazi vettoriali

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Cristina Turrini UNIMI - 2018/2019 Cristina Turrini (UNIMI - 2018/2019) Elementi di Algebra Lineare 1 / 32 index Spazi vettoriali 1 Spazi vettoriali 2 Sottospazi

Dettagli

I numeri complessi. Andrea Corli 31 agosto Motivazione 1. 2 Definizioni 1. 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3

I numeri complessi. Andrea Corli 31 agosto Motivazione 1. 2 Definizioni 1. 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3 I numeri complessi Andrea Corli 3 agosto 009 Indice Motivazione Definizioni 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3 4 Radici di un numero complesso 4 5 Equazioni di secondo grado e il teorema fondamentale

Dettagli

Corso di GEOMETRIA Dipartimento di Ingegneria ed Architettura Università degli Studi di Trieste Prof. Fabio Perroni 2. MATRICI

Corso di GEOMETRIA Dipartimento di Ingegneria ed Architettura Università degli Studi di Trieste Prof. Fabio Perroni 2. MATRICI Corso di GEOMETRIA Dipartimento di Ingegneria ed Architettura Università degli Studi di Trieste Prof Fabio Perroni 2 MATRICI Siano m, n N \ {0}, sia K un campo Una matrice m n a coefficienti in K è una

Dettagli

M.P. Cavaliere ELEMENTI DI MATEMATICA E LOGICA MATEMATICA DISCRETA STRUTTURE ALGEBRICHE

M.P. Cavaliere ELEMENTI DI MATEMATICA E LOGICA MATEMATICA DISCRETA STRUTTURE ALGEBRICHE M.P. Cavaliere ELEMENTI DI MATEMATICA E LOGICA MATEMATICA DISCRETA STRUTTURE ALGEBRICHE Operazioni in un insieme Sia A un insieme non vuoto; una funzione f : A A A si dice operazione binaria (o semplicemente

Dettagli

MATRICI E OPERAZIONI

MATRICI E OPERAZIONI MATRICI E SISTEMI MATRICI E OPERAZIONI Matrici, somma e prodotto (definizioni, esempi, non commutatività del prodotto, legge di annullamento del prodotto Potenze e inverse di matrici quadrate (definizioni

Dettagli

Anno Accademico 2017/2018

Anno Accademico 2017/2018 Mod. 136/1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Anno Accademico 2017/2018 Scuola di Scienze Corsi di Laurea o di Diploma Triennale in Matematica (nuovo ordinamento) Insegnamento Geometria I Docente

Dettagli

Esempio. L immagine di f è l insieme dei vettori w = (w 1, w 2 ) R 2 che hanno w 1 = w 2. Quindi:

Esempio. L immagine di f è l insieme dei vettori w = (w 1, w 2 ) R 2 che hanno w 1 = w 2. Quindi: Nucleo, immagine e loro proprietà [Abate, 5.2] Data una applicazione lineare f : V W, chiamiamo nucleo di f l insieme N(f) := { v V : f(v) = 0 W } Se S V è un sottoinsieme del dominio, indichiamo con f(s)

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

A =, c d. d = ad cb. c d A =

A =, c d. d = ad cb. c d A = Geometria e Algebra (II), 271112 1 Definizione D ora innanzi, al posto di dire matrice quadrata di tipo n n o matrice quadrata n n diremo matrice quadrata di ordine n o in breve matrice di ordine n Il

Dettagli

Esercizi di Geometria - Foglio 1 Corso di Laurea in Fisica 24 Settembre 2003

Esercizi di Geometria - Foglio 1 Corso di Laurea in Fisica 24 Settembre 2003 Esercizio 1.1 Esercizi di Geometria - Foglio 1 Corso di Laurea in Fisica 24 Settembre 2003 1. Teoria elementare degli insiemi Descrivere in modo esplicito i seguenti insiemi: (i) L = {x x e una lettera

Dettagli

2.1 Numeri naturali, interi relativi, razionali

2.1 Numeri naturali, interi relativi, razionali 2.1 Numeri naturali, interi relativi, razionali Definizione L insieme N = {0, 1, 2, 3,...} costituito dallo 0 e dai numeri interi positivi è l insieme dei numeri naturali. Se a, b 2 N, allora mentre non

Dettagli

Esercizi Di Geometria 1 (BAER) Canale 1 Da consegnare Lunedi 19 Ottobre

Esercizi Di Geometria 1 (BAER) Canale 1 Da consegnare Lunedi 19 Ottobre Esercizi Di Geometria (BAER Canale Da consegnare Lunedi 9 Ottobre SETTIMANA 3 (2 8 Ottobre Moltiplicazione di matrici Gli esercizi sono presi dal libro Intorduction to Linear Algebra di Serge Lang Esercizio

Dettagli

Insiemi numerici. Teoria in sintesi NUMERI NATURALI

Insiemi numerici. Teoria in sintesi NUMERI NATURALI Insiemi numerici Teoria in sintesi NUMERI NATURALI Una delle prime attività matematiche che viene esercitata è il contare gli elementi di un dato insieme. I numeri con cui si conta 0,,,. sono i numeri

Dettagli

Operazioni tra matrici e n-uple

Operazioni tra matrici e n-uple CAPITOLO Operazioni tra matrici e n-uple Esercizio.. Date le matrici 0 4 e dati λ = 5, µ =, si calcoli AB, BA, A+B, B A, λa+µb. Esercizio.. Per ognuna delle seguenti coppie di matrici A, B e scalari λ,

Dettagli

Nozioni e notazioni: concetti primitivi di insieme, elemento ed appartenenza.

Nozioni e notazioni: concetti primitivi di insieme, elemento ed appartenenza. Geometria I lezione del 30 settembre 2013 Presentazione del corso. Nozioni e notazioni: concetti primitivi di insieme, elemento ed appartenenza. Insiemi numerici: i numeri naturali, gli interi, i numeri

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

Appunti di ALGEBRA LINEARE

Appunti di ALGEBRA LINEARE Appunti di ALGEBRA LINEARE Corso di Laurea in Chimica A. A. 2009/200 Capitolo SPAZI VETTORIALI In matematica si incontrano spesso insiemi di elementi su cui sono definite delle operazioni che godono di

Dettagli

Capitolo 1. Insiemi e funzioni. per elencazione: si elencano uno ad uno gli elementi dell insieme.

Capitolo 1. Insiemi e funzioni. per elencazione: si elencano uno ad uno gli elementi dell insieme. Capitolo 1 Insiemi e funzioni Con gli insiemi introduciamo il linguaggio universale della matematica. Il linguaggio degli insiemi ci permette di utilizzare al minimo le lingue naturali. 1.1 La descrizione

Dettagli

RELAZIONI, FUNZIONI, INSIEMI NUMERICI. 1. Relazioni. Siano X e Y due insiemi non vuoti. Si definisce il prodotto cartesiano

RELAZIONI, FUNZIONI, INSIEMI NUMERICI. 1. Relazioni. Siano X e Y due insiemi non vuoti. Si definisce il prodotto cartesiano RELAZIONI, FUNZIONI, INSIEMI NUMERICI C. FRANCHI 1. Relazioni Siano X e Y due insiemi non vuoti. Si definisce il prodotto cartesiano X Y := {(x, y) x X, y Y } dove con (x, y) si intende la coppia ordinata

Dettagli

Rango di una matrice e teorema di Rouché-Capelli

Rango di una matrice e teorema di Rouché-Capelli Rango di una matrice e teorema di Rouché-Capelli Sappiamo che a una matrice m n, A, è associata l applicazione lineare L A : R n R m, L A (X) = AX, X R n. Definizione 1. Lo spazio nullo di A, N (A), è

Dettagli

Spazi vettoriali euclidei.

Spazi vettoriali euclidei. Spazi vettoriali euclidei Prodotto scalare, lunghezza e ortogonalità in R n Consideriamo lo spazio vettoriale R n = { =,,, n R}, n con la somma fra vettori e il prodotto di un vettore per uno scalare definiti

Dettagli

a + 2b + c 3d = 0, a + c d = 0 c d

a + 2b + c 3d = 0, a + c d = 0 c d SPAZI VETTORIALI 1. Esercizi Esercizio 1. Stabilire quali dei seguenti sottoinsiemi sono sottospazi: V 1 = {(x, y, z) R 3 /x = y = z} V = {(x, y, z) R 3 /x = 4} V 3 = {(x, y, z) R 3 /z = x } V 4 = {(x,

Dettagli

Parte I. Algebra lineare teorica

Parte I. Algebra lineare teorica Parte I Algebra lineare teorica 1 1 Gli spazi vettoriali 11 Definizione ed esempi Consideriamo come esempio di riferimento lo spazio R n, n 1, ossia l insieme delle n uple di numeri reali con n fissato

Dettagli

Dim. Usare la chiusura rispetto al prodotto esterno (vedi appunti lezione o libri di testo).

Dim. Usare la chiusura rispetto al prodotto esterno (vedi appunti lezione o libri di testo). ESERCIZI PER CASA di GEOMETRIA per il Corso di Laurea di Scienze dei Materiali, Facoltà di Scienze MM.FF.NN., UNICAL (Dott.ssa Galati C.) Rende, 28 maggio 29 Sottospazi di uno spazio vettoriale, sistemi

Dettagli

MATRICI E SISTEMI LINEARI

MATRICI E SISTEMI LINEARI MATRICI E SISTEMI LINEARI - PARTE I - Felice Iavernaro Dipartimento di Matematica Università di Bari 27 Febbraio 2006 Felice Iavernaro (Univ. Bari) Matrici e Sistemi lineari 27/02/2006 1 / 1 Definizione

Dettagli

Geometria analitica: rette e piani

Geometria analitica: rette e piani Geometria analitica: rette e piani parametriche Allineamento nel piano nello spazio Angoli tra rette e distanza 2 2006 Politecnico di Torino 1 Esempio 2 Sia A = (1, 2). Per l interpretazione geometrica

Dettagli

ELEMENTI di TEORIA degli INSIEMI

ELEMENTI di TEORIA degli INSIEMI ELEMENTI di TEORI degli INSIEMI & 1. Nozioni fondamentali. ssumeremo come primitivi il concetto di insieme e di elementi di un insieme. Nel seguito gli insiemi saranno indicati con lettere maiuscole (,,C,...)

Dettagli

Numeri complessi. Hynek Kovarik. Università di Brescia. Analisi Matematica 1

Numeri complessi. Hynek Kovarik. Università di Brescia. Analisi Matematica 1 Numeri complessi Hynek Kovarik Università di Brescia Analisi Matematica 1 Hynek Kovarik (Università di Brescia) I numeri complessi Analisi Matematica 1 1 / 34 Introduzione L introduzione dei numeri complessi

Dettagli

Matrici e sistemi. Geometria. Matrici e operazioni tra matrici. Operazioni elementari e riduzione Sistemi lineari Matrici invertibili Determinante

Matrici e sistemi. Geometria. Matrici e operazioni tra matrici. Operazioni elementari e riduzione Sistemi lineari Matrici invertibili Determinante Geometria Matrici e sistemi Operazioni elementari e riduzione Sistemi lineari Matrici invertibili Determinante 2 2006 Politecnico di Torino 1 Matrici e sistemi Matrici: definizione e notazioni Somma e

Dettagli

Appunti del Corso Analisi 1

Appunti del Corso Analisi 1 Appunti del Corso Analisi 1 Anno Accademico 2011-2012 Roberto Monti Versione del 5 Ottobre 2011 1 Contents Chapter 1. Cardinalità 5 1. Insiemi e funzioni. Introduzione informale 5 2. Cardinalità 7 3.

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

Per capire meglio il concetto di combinazione lineare prendiamo in considerazione alcuni esempi.

Per capire meglio il concetto di combinazione lineare prendiamo in considerazione alcuni esempi. Lezione 14 14.1 Combinazioni lineari Definizione 14.1. Sia V uno spazio vettoriale su un campo K = R, C esiano v 1,...,v n 2 V vettori fissati. Un vettore v 2 V si dice combinazione lineare di v 1,...,v

Dettagli

25 - Funzioni di più Variabili Introduzione

25 - Funzioni di più Variabili Introduzione Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Statistica per l Analisi dei Dati Appunti del corso di Matematica 25 - Funzioni di più Variabili Introduzione Anno Accademico 2013/2014 M. Tumminello

Dettagli

1 Linguaggio degli insiemi

1 Linguaggio degli insiemi Lezione 1, Analisi, 18.09.2017 1 Linguaggio degli insiemi Ricordiamo di seguito in modo informale le prime notazioni e nozioni sugli insiemi. Il discorso sugli insiemi si sviluppa a partire dai termini

Dettagli

Geometria per Fisica e Astrofisica

Geometria per Fisica e Astrofisica Geometria per Fisica e Astrofisica Soluzione esercizi - Foglio 3 Esercizio. Risolvere i seguenti sistemi lineari al variare dei parametri reali α β e k < < (a) x + y z = αx + αy + βz = x + y z = β. (b)

Dettagli

Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61

Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61 Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61 (15.9) Teorema. Consideriamo il piano affine. Se A A 2 (K) è un punto e r una retta che non passa per A, allora esiste unica la retta per A che non interseca

Dettagli

Capitolo 2. Cenni di geometria analitica nel piano

Capitolo 2. Cenni di geometria analitica nel piano Capitolo Cenni di geometria analitica nel piano 1 Il piano cartesiano Il piano cartesiano è una rappresentazione grafica del prodotto cartesiano R = R R La rappresentazione grafica è possibile se si crea

Dettagli

Fattorizzazione QR e matrici di Householder

Fattorizzazione QR e matrici di Householder Fattorizzazione QR e matrici di Householder ottobre 009 In questa nota considereremo un tipo di fattorizzazione che esiste sempre nel caso di matrici quadrate non singolari ad entrate reali. Definizione

Dettagli

Esercizi svolti. delle matrici

Esercizi svolti. delle matrici Esercizi svolti. astratti. Si dica se l insieme delle coppie reali (x, y) soddisfacenti alla relazione x + y è un sottospazio vettoriale di R La risposta è sì, perchè l unica coppia reale che soddisfa

Dettagli

FUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale

FUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale FUNZIONI Siano X e Y due insiemi. Def. Una funzione f definita in X a valori in Y è una corrispondenza (una legge) che associa ad ogni elemento X al più un elemento in Y. X Y Def. L insieme Y è detto codominio

Dettagli

APPUNTI SULLA DIAGONALIZZAZIONE Corso Prof. F.Podestà, a.a

APPUNTI SULLA DIAGONALIZZAZIONE Corso Prof. F.Podestà, a.a APPUNTI SULLA DIAGONALIZZAZIONE Corso Prof FPodestà, aa 003-004 Sia V uno spazio vettoriale e sia f : V V una applicazione lineare una tale applicazione da uno spazio vettoriale in se stesso è chiamata

Dettagli

FUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale

FUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale FUNZIONI Siano X e Y due insiemi. Def. Una funzione f definita in X a valori in Y è una corrispondenza (una legge) che associa ad ogni elemento X al piú un elemento in Y. X Y Def. L insieme Y è detto codominio

Dettagli

Note per il corso di Geometria e algebra lineare 2009-10 Corso di laurea in Ing. Elettronica e delle Telecomunicazioni

Note per il corso di Geometria e algebra lineare 2009-10 Corso di laurea in Ing. Elettronica e delle Telecomunicazioni Note per il corso di Geometria e algebra lineare 009-0 Corso di laurea in Ing. Elettronica e delle Telecomunicazioni Spazi di n-uple e matrici. I prodotti cartesiani RR R e RRR R 3, costituiti dalle coppie

Dettagli

Algebra Lineare ed Elementi di Geometria Corso di Laurea in Matematica Applicata MODULO 1

Algebra Lineare ed Elementi di Geometria Corso di Laurea in Matematica Applicata MODULO 1 Algebra Lineare ed Elementi di Geometria Corso di Laurea in Matematica Applicata MODULO 1 Prof. Lidia Angeleri Anno accademico 2015-2016 1 1 appunti aggiornati in data 14 gennaio 2016 Indice I Gruppi 3

Dettagli

ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA: ESERCIZI 5. Indice. 2. Esercizi 5

ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA: ESERCIZI 5. Indice. 2. Esercizi 5 ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA: ESERCIZI 5 Indice 1. Principali definizioni 1 2. Esercizi 5 Operazioni con le matrici 1. Principali definizioni Ricordiamo le principali definizioni legate alle matrici a coefficienti

Dettagli

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E COMPLEMENTI DI GEOMETRIA

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E COMPLEMENTI DI GEOMETRIA ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E COMPLEMENTI DI GEOMETRIA Foglio 4 Esempio. Sia V = P 5 (R) lo spazio dei polinomi di grado strettamente minore di 5. Si considerino i seguenti sottoinsiemi di V (i) Dimostrare

Dettagli

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale . I numeri reali e le funzioni di variabile reale Introduzione Il metodo comunemente usato in Matematica consiste nel precisare senza ambiguità i presupposti, da non cambiare durante l elaborazione dei

Dettagli

1 Numeri reali. 1.1 Linguaggio degli insiemi

1 Numeri reali. 1.1 Linguaggio degli insiemi 1 Numeri reali. 1.1 Linguaggio degli insiemi Ricordiamo di seguito in modo informale le prime notazioni e nozioni sugli insiemi. Il discorso sugli insiemi si sviluppa a partire dai termini elemento, insieme,

Dettagli

= elemento che compare nella seconda riga e quinta colonna = -4 In generale una matrice A di m righe e n colonne si denota con

= elemento che compare nella seconda riga e quinta colonna = -4 In generale una matrice A di m righe e n colonne si denota con Definizione di matrice Una matrice (di numeri reali) è una tabella di m x n numeri disposti su m righe e n colonne. I numeri che compaiono nella tabella si dicono elementi della matrice. La loro individuazione

Dettagli

Note per il corso di Geometria Corso di laurea in Ing. Edile/Architettura. 4 Sistemi lineari. Metodo di eliminazione di Gauss Jordan

Note per il corso di Geometria Corso di laurea in Ing. Edile/Architettura. 4 Sistemi lineari. Metodo di eliminazione di Gauss Jordan Note per il corso di Geometria 2006-07 Corso di laurea in Ing. Edile/Architettura Sistemi lineari. Metodo di eliminazione di Gauss Jordan.1 Operazioni elementari Abbiamo visto che un sistema di m equazioni

Dettagli

Definizione 1 Un insieme (V, +, ) dotato delle due operazioni: - + somma di elementi v 1 V, v 2 V ;

Definizione 1 Un insieme (V, +, ) dotato delle due operazioni: - + somma di elementi v 1 V, v 2 V ; Spazi vettoriali Definizione Un insieme (V, +, ) dotato delle due operazioni: - + somma di elementi v V, v V ; - prodotto per uno scalare λ K, (K campo); e chiuso rispetto ad esse, è uno spazio vettoriale

Dettagli

NUMERI COMPLESSI. Rappresentazione cartesiana dei numeri complessi

NUMERI COMPLESSI. Rappresentazione cartesiana dei numeri complessi NUMERI COMPLESSI Come sappiamo, non esistono nel campo dei numeri reali le radici di indice pari dei numeri negativi. Ammettiamo pertanto l esistenza della radice quadrata del numero 1. Questo nuovo ente

Dettagli

Gli insiemi N, Z e Q. I numeri naturali

Gli insiemi N, Z e Q. I numeri naturali Università Roma Tre L. Chierchia 1 Gli insiemi N, Z e Q Il sistema dei numeri reali (R, +,, ) può essere definito tramite sedici assiomi: quindici assiomi algebrici (si veda ad esempio 2.3 in [Giusti,

Dettagli

(V) (FX) L unione di due basi di uno spazio vettoriale è ancora una base dello spazio vettoriale.

(V) (FX) L unione di due basi di uno spazio vettoriale è ancora una base dello spazio vettoriale. 8 gennaio 2009 - PROVA D ESAME - Geometria e Algebra T NOME: MATRICOLA: a=, b=, c= Sostituire ai parametri a, b, c rispettivamente la terzultima, penultima e ultima cifra del proprio numero di matricola

Dettagli

Matematica discreta 1 [145016]

Matematica discreta 1 [145016] Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali anno accademico 2008/09 Registro dell'attività didattica Matematica discreta 1 [145016] Attività didattica: Attività didattica [codice] Corso di studio

Dettagli

Corso di Geometria Lezione II: Spazi vettoriali

Corso di Geometria Lezione II: Spazi vettoriali .. Corso di Geometria Lezione II: Spazi vettoriali F. Baldassarri 8 ottobre 2013 Definizione di spazio vettoriale Uno spazio vettoriale su un campo C (ad es. Q,R,C,{0, 1}) è un insieme V dotato di due

Dettagli

Qualche informazione su gruppi e anelli

Qualche informazione su gruppi e anelli Qualche informazione su gruppi e anelli 1. Gruppi e sottogruppi: prime proprietà Cominciamo subito scrivendo la definizione formale di gruppo. Definizione 0.1. Un gruppo G è un insieme non vuoto dotato

Dettagli

Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento)

Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento) Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento) Relazioni 1) Quali delle seguenti relazioni sono di equivalenza? x, y R {0} xry x/y Q x, y Z xry x + y è divisibile per 17

Dettagli

Complemento 1 Gli insiemi N, Z e Q

Complemento 1 Gli insiemi N, Z e Q AM110 Mat, Univ. Roma Tre (AA 2010/11 L. Chierchia) 30/9/10 1 Complemento 1 Gli insiemi N, Z e Q Il sistema dei numeri reali (R, +,, ) può essere definito tramite sedici assiomi: quindici assiomi algebrici

Dettagli

R 2 e i numeri complessi

R 2 e i numeri complessi L. Chierchia. Dipartimento di Matematica e Fisica, Università Roma Tre 1 R e i numeri complessi 1. R come spazio vettoriale R, ossia l insieme delle coppie ordinate x, y con x e y in R è uno spazio vettoriale

Dettagli

Numeri complessi. Hynek Kovarik. Analisi A. Università di Brescia. Hynek Kovarik (Università di Brescia) I numeri complessi Analisi A 1 / 37

Numeri complessi. Hynek Kovarik. Analisi A. Università di Brescia. Hynek Kovarik (Università di Brescia) I numeri complessi Analisi A 1 / 37 Numeri complessi Hynek Kovarik Università di Brescia Analisi A Hynek Kovarik (Università di Brescia) I numeri complessi Analisi A 1 / 37 Introduzione I numeri complessi vengono introdotti perché tutte

Dettagli

Anno Accademico 2016/2017

Anno Accademico 2016/2017 Mod. 136/1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Anno Accademico 2016/2017 Scuola di Scienze Corsi di Laurea o di Diploma Triennale in Matematica (nuovo ordinamento) Insegnamento Geometria I Docente

Dettagli

Testi consigliati e contatti

Testi consigliati e contatti Testi consigliati e contatti P.Bonacini, M. G. Cinquegrani, L. Marino, Algebra lineare: esercizi svolti, Cavallotto Edizioni, Catania P. Bonacini, M. G. Cinquegrani, L. Marino, Geometria analitica: esercizi

Dettagli

Corso di Matematica per la Chimica. Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a

Corso di Matematica per la Chimica. Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a Dott.ssa Maria Carmela De Bonis a.a. 2013-14 Spazio dei vettori Il primo oggetto matematico che definiamo sarà il vettore. Partendo dai numeri reali come rappresentazione dei punti della retta reale R,

Dettagli

Geometria BAER I canale Foglio esercizi 2

Geometria BAER I canale Foglio esercizi 2 Geometria BAER I canale Foglio esercizi 2 Esercizio 1. Calcolare il determinante e l inversa (quando esiste) della matrice ( ) cos θ sin θ R θ =, θ [0, 2π] sin θ cos θ Soluzione: Il determinante ( é cos

Dettagli

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X),

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X), LEZIONE 1 1.1. Matrice di un applicazione lineare. Verifichiamo ora che ogni applicazione lineare f: R n R m è della forma µ A per un unica A R m,n. Definizione 1.1.1. Per ogni j 1,..., n indichiamo con

Dettagli

GE110 - Geometria 1. Prova in Itinere 2 27 Maggio 2010

GE110 - Geometria 1. Prova in Itinere 2 27 Maggio 2010 GE110 - Geometria 1 Prova in Itinere 2 27 Maggio 2010 COGNOME e NOME : Problema 1: Problema 2: Problema 3: 1 2 Problema 1. Nello spazio affine reale A 5 R si fissi il riferimento affine canonico, e siano

Dettagli

Capitolo 3 Matrici. Marco Robutti. Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia. Anno accademico

Capitolo 3 Matrici. Marco Robutti. Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia. Anno accademico Capitolo 3 Matrici Marco Robutti Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia Anno accademico 2017-2018 Tutorato di geometria e algebra lineare Definizione (Matrice) Una matrice A M R (k, n) è

Dettagli

p(ϕ) = a 0 Id + a 1 ϕ + + a n ϕ n,

p(ϕ) = a 0 Id + a 1 ϕ + + a n ϕ n, 1. Autospazi e autospazi generalizzati Sia ϕ: V V un endomorfismo. Allora l assegnazione x ϕ induce un morfismo di anelli ρ: K[x] End K (V ). Più esplicitamente, al polinomio p dato da viene associato

Dettagli

SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n

SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n SPAZI E SOTTOSPAZI 1 SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n Spazi di matrici. Spazi di polinomi. Generatori, dipendenza e indipendenza lineare, basi e dimensione. Intersezione e somma di sottospazi,

Dettagli

1 Introduzione alle matrici quadrate 2 2 a coefficienti in R.

1 Introduzione alle matrici quadrate 2 2 a coefficienti in R. 1 Introduzione alle matrici quadrate 2 2 a coefficienti in R Per introdurre il concetto di matrice, a 2 righe e 2 colonne, iniziamo col considerare griglie o tabelle di numeri Gli elementi della griglia,

Dettagli

Esercizi di Geometria 1 - Foglio 1

Esercizi di Geometria 1 - Foglio 1 Esercizi di Geometria 1 - Foglio 1 Alessandro Rubin (alex.rubin@outlook.com) Si ringrazia Ricardo Tzantzoglou per il codice L A TEX condiviso 22 dicembre 2017 Esercizio 1. Sia V uno spazio vettoriale sul

Dettagli

Gruppi, anelli, campi e polinomi: le prime definizioni.

Gruppi, anelli, campi e polinomi: le prime definizioni. Gruppi, anelli, campi e polinomi: le prime definizioni. Ilaria Del Corso 1 GRUPPI Definizione 1.1. Sia G un insieme, G e sia un operazione su G. Si dice che (G, ) è un gruppo se 1. è associativa, ossia

Dettagli

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA INGEGNERIA INDUSTRIALE 27 GENNAIO 2014

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA INGEGNERIA INDUSTRIALE 27 GENNAIO 2014 FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA INGEGNERIA INDUSTRIALE 27 GENNAIO 2014 DOCENTE: MATTEO LONGO Rispondere alle domande di Teoria in modo esauriente e completo. Svolgere il maggior numero di esercizi

Dettagli

Algebra lineare. Laboratorio di programmazione e calcolo CdL in Chimica. Pierluigi Amodio

Algebra lineare. Laboratorio di programmazione e calcolo CdL in Chimica. Pierluigi Amodio Algebra lineare Laboratorio di programmazione e calcolo CdL in Chimica Pierluigi Amodio Dipartimento di Matematica Università di Bari pierluigi.amodio@uniba.it http://dm.uniba.it/ amodio A.A. 2016/17 P.

Dettagli

Soluzioni agli Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento)

Soluzioni agli Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento) Soluzioni agli Esercizi di Geometria e Algebra per Ingegneria Aerospaziale (nuovo ordinamento) Relazioni 1) Quali delle seguenti relazioni sono di equivalenza? x, y R {0} xry x/y Q x, y Z xry x + y è divisibile

Dettagli

Matematica per Analisi dei Dati,

Matematica per Analisi dei Dati, Matematica per Analisi dei Dati, 230209 1 Spazio vettoriale R n Sia n un intero positivo fissato Lo spazio vettoriale R n e l insieme delle n ple ordinate di numeri reali, che rappresenteremo sempre come

Dettagli

LEZIONE 1 C =

LEZIONE 1 C = LEZIONE 1 11 Matrici a coefficienti in R Definizione 111 Siano m, n Z positivi Una matrice m n a coefficienti in R è un insieme di mn numeri reali disposti su m righe ed n colonne circondata da parentesi

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA REGISTRO DELLE LEZIONI-ESERCITAZIONI- SEMINARI. Corso di laurea INGEGNERIA ELETTRONICA/INFORMATICA.

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA REGISTRO DELLE LEZIONI-ESERCITAZIONI- SEMINARI. Corso di laurea INGEGNERIA ELETTRONICA/INFORMATICA. REGISTRO DELLE LEZIONI-ESERCITAZIONI- SEMINARI Anno accademico 2018/19 Cognome e Nome BISI FULVIO Qualifica PROFESSORE ASSOCIATO MAT/07 DIPARTIMENTO DI MATEMATICA Insegnamento di GEOMETRIA E ALGEBRA (500473)

Dettagli