Educazione alla cittadinanza e interculturalità Il Trentino come laboratorio di cittadinanza attiva e differenziata

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1 ecit Educazione alla cittadinanza e interculturalità Il Trentino come laboratorio di cittadinanza attiva e differenziata ISTITUTO PROVINCIALE PER LA RICERCA, L AGGIORNAMENTO E LA SPERIMENTAZIONE EDUCATIVI 2 Progetto triennale di ricerca ec it a cura di Metodologia della ricerca storica Quinto Antonelli e Luigi Dappiano PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Servizio Università e Ricerca Scientifica

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3 Metodologia della ricerca storica a cura di Quinto Antonelli e Luigi Dappiano Deliverable n. 2 Aprile 2005

4 Indice 1. Impostazione generale della ricerca 3 2. La storia locale e la sua conoscenza come componenti di cittadinanza vissuta 5 3. La formazione storica come vettore di cittadinanza vissuta 6 4. La definizione di formazione storica minima e delle sue fonti 7 5. I luoghi della memoria in Trentino 8 6. Esemplificazioni legate all attività del Museo storico in Trento 9

5 3 1. Impostazione generale della ricerca La ricerca Storia locale e spazi di cittadinanza si inserisce nel progetto ECIT - Educazione alla cittadinanza e interculturalità, ponendo e cercando di rispondere ad una domanda fondamentale: in che modo la (conoscenza della) storia del luogo in cui si vive concorre a definire gli standard di cittadinanza minimi - non semplicemente giuridici ma vissuti? Per comprendere il senso della domanda sono necessari alcuni chiarimenti terminologici: - con luogo intendiamo una zona di interazione tra ambiente e intervento umano, con la conseguente presenza di elementi culturali e di vettori di intenzionalità sociale. In questo senso, un luogo è la piattaforma ambientale su cui si organizzano specifici generi di vita; - con luogo in cui si vive intendiamo il luogo di cui si ha esperienza e in cui si fa esperienza; - con storia locale intendiamo la storia di un luogo specificato da una piattaforma ambientale, da generi di vita strutturati e da forme di consapevolezza, tanto più consolidato quanto più è connesso da reti comunicative in grado di produrre conoscenza locale e formazione storica. Ciò che caratterizza il locale, dunque, non sono tanto i confini tracciati sul territorio, quanto le esperienze e le forme di vita che emergono. Dal punto di vista delle scale spaziali, infatti, gli eventi del Novecento hanno piuttosto internazionalizzato il locale, includendolo prepotentemente nella storia globale. In questo, il Trentino ha una storia esemplare: emigrazioni di massa, spostamenti di confini, evacuazioni forzate, guerre mondiali combattute in valli remote, hanno travolto costumi, tradizioni, aggregazioni. Fare storia del Trentino nel Novecento significa occuparsi del mondo, letto attraverso un prisma fatto di esperienze, memorie (familiari e collettive), tracce depositate nel paesaggio. Un discorso particolare meritano le memorie; per più motivi incerte ed aleatorie per le nuove generazioni, esse possono trasformarsi, se incrementate, in occasione formativa e principio d azione per il presente. Quando infatti la memoria da letterale ed intransitiva di- Educazione alla cittadinanza e interculturalità Deliverable n. 2

6 4 venta esemplare (exemplum), quando apriamo il ricordo all analogia, in quel momento siamo in grado, come scrive Todorov, di lasciare noi stessi per andare verso l Altro. Fare storia locale del Trentino non significa dunque solo ricostruire eventi accaduti in questo piccolo lembo di mondo; si tratta piuttosto di capire come e con quali selezioni questi eventi (che abbiamo comunque il dovere di ricostruire con rigore e onestà intellettuale) si sono sedimentati in generi di vita e in consapevolezze anche identitarie, contribuendo così a definire una prassi della cittadinanza. Le ricostruzioni storiche che proporremo saranno sempre di carattere documentario e gli eventi di cui tratteremo saranno sempre eventi basati su tracce. Di principi imperativi, il metodo con cui procederemo ne accetta uno solo, che possiamo esprimere con le parole di Michel Vovelle: Ogni storia tende ad annettersi tutte le fonti di cui ha bisogno ; ovvero, come disse con un espressione ben più colorita Marc Bloch: Il buon storico assomiglia all orco della favola: là dove fiuta carne umana, là sa che è la sua preda. Ciò significa che utilizzeremo per i nostri scopi tutte le fonti che ci potranno dare informazioni: orali e scritte, soggettive e oggettive, private e ufficiali, iconiche e musicali, mnestiche e paesistiche, comprendendo anche le fonti che si produrranno nel corso e all interno del progetto ECIT. Il rigore delle nostre ricostruzioni non sarà affidato al fatto di privilegiare una tipologia di fonte piuttosto che un altra, prescindendo dal valore informativo, bensì al fatto di utilizzare tecniche di interrogazione differenziate e adeguate alle specificità delle diverse fonti. - Questo unico principio metodologico, per essere efficace, richiede però di essere correlato a due operazioni, il cui svolgimento è altrettanto imprescindibile per la ricerca: - un censimento delle fonti disponibili, tra le quali un ruolo particolare, per le sua valenze formative e informative, è rivestito dai luoghi della memoria; - una fenomenologia delle esperienze e dei comportamenti storiografici diffusi, con un attenzione particolare per quelle esperienze e per quei comportamenti che possiamo qualificare come formazione storica. Sulla base di questi chiarimenti terminologici e di queste precisazioni metodologiche, possiamo dettagliare la ricerca Storia locale e spazi di cittadinanza in una sequenza ordinata di fasi, ciascuna delle quali affronta un particolare aspetto del problema: Metodologia della ricerca storica

7 5 - La storia locale e la sua conoscenza come componenti di cittadinanza vissuta. - La formazione storica come vettore di cittadinanza vissuta. - La definizione di formazione storica minima e delle sue fonti. - I luoghi della memoria in Trentino. - Esemplificazioni legate all attività del Museo storico in Trento. 2. La storia locale e la sua conoscenza come componenti di cittadinanza vissuta Questa prima fase della ricerca prende ad oggetto la storia del Trentino a partire dalla seconda metà dell Ottocento. Il punto di vista che si assume non mette in primo piano gli eventi, ma la loro memorizzazione e comunicazione. Il riferimento iniziale alla seconda metà dell Ottocento è dato dal fatto che in quel periodo iniziano (e non solo in Trentino) alcuni processi epocali, il cui effetto è stato quello di potenziare in modo straordinario i limiti spaziali e temporali delle memorie: l emigrazione di massa consente di fare esperienza (diretta o indiretta) di luoghi a volte impensabili e inauditi; l espansione della scolarità consente l accesso alla lettura e alla scrittura di fasce di popolazione tradizionalmente escluse; il rafforzarsi degli stati e il loro dotarsi di efficaci apparati ideologici è teso ad esercitare un controllo sulle memorie nel mentre ne favorisce la produzione e la comunicazione. Successivamente, l avvento dei mezzi di comunicazione di massa amplia, e spesso sovrappone alle memorie individuali, ciò che Halbwachs chiama memorie collettive, cioè le rappresentazioni del passato conservate e trasmesse mediante l interazione comunicativa dei membri di un gruppo. Questo è l ambito storico in cui cercheremo di capire la correlazione tra memoria del passato, comunicazione sociale e prassi della cittadinanza e cercheremo di seguirne evolversi. Un attenzione particolare sarà dedicata al problema della restituzione della memoria, perché questo ci permetterà di cogliere l ambivalenza costitutiva della memoria stessa, come modo di conservazione del passato, fattore d azione nel presente e prefigurazione del futuro. Educazione alla cittadinanza e interculturalità Deliverable n. 2

8 6 Il discorso ci consegnerà alcune indicazioni per il nostro presente e per le prassi di cittadinanza che la restituzione della memoria può favorire: ovvero, cercheremo di capire come la restituzione della memoria possa dar luogo ad un processo formativo finalizzato all educazione alla cittadinanza. Le fonti documentarie che maggiormente utilizzeremo in questa fase saranno ovviamente quelle che più ci mettono a contatto con le dinamiche della memoria: archivi di varia tipologia (pubblici, privati, familiari), scritture autobiografiche, interviste, canzoni. Il riferimento privilegiato delle fonti sarà la storia del Trentino, ma potranno essere prese in considerazione, se significative, anche fonti riferite ad altre storie locali. Questa fase della ricerca si concluderà con la produzione di un report di 20/25 cartelle 1, che sarà consegnato dai due curatori entro il dicembre Orientativamente, e in via forfetaria, possiamo prevedere che ciò richiederà ai due curatori un tempo complessivo pari a 13 settimane lavorative 2, comprendendo il censimento delle fonti, la raccolta e l elaborazione delle informazioni, i processi di ricostruzione, interpretazione, valutazione critica e scrittura, le riunioni di lavoro. 3. La formazione storica come vettore di cittadinanza vissuta La seconda fase della ricerca si riallaccia direttamente alla prima sul problema della restituzione della memoria come processo formativo rivolto all educazione alla cittadinanza. Prendendo spunto da un analisi di alcune situazioni formative concrete, sia intenzionali che non intenzionali, sia presenti che passate, ci si interrogherà in primo luogo sulla valenza formativa della storia locale e sulla capacità del locale di produrre formazione storica su di sé. 1 Orientativamente, si fissa 1 cartella = 2500 caratteri (spazi compresi). 2 Si calcola una settimana lavorativa = 36 ore. Il tempo indicato è cumulativo del tempo impegnato da ciascuno dei due curatori. Eventuali aggiornamenti dei tempi, dovuti a cause di forza maggiore, saranno comunicati tempestivamente. Metodologia della ricerca storica

9 7 Le informazioni su cui riflettere verranno offerte da una fenomenologia dell esperienza storiografica (riferita ai processi di apprendimento storico attuali) e da una storia della formazione storica. Successivamente prenderemo in considerazione e cercheremo di valutare gli effetti della formazione storica sulla prassi della cittadinanza, ponendo attenzione anche al problema se e in quali forme l accesso alle fonti della storia locale possa essere considerato un diritto di cittadinanza da promuovere e garantire. Come per la prima fase, l ambito di riferimento di questa fase della ricerca è il Trentino, ma potranno essere prese in considerazione altre storie locali o esperienze significative avvenute altrove. Anche questa fase della ricerca si concluderà con la produzione di un report di 20/25 cartelle, che sarà consegnato dai due curatori entro il giugno Orientativamente, e in via forfetaria, possiamo prevedere che ciò richiederà ai due curatori un tempo complessivo pari a 13 settimane lavorative, comprendendo il censimento delle fonti, la raccolta e l elaborazione delle informazioni, i processi di ricostruzione, interpretazione, valutazione critica e scrittura, le riunioni di lavoro La definizione di formazione storica minima e delle sue fonti In questa fase della ricerca, i risultati delle fasi precedenti saranno rielaborati in modo sistematico, al fine di comprendere quale sia la soglia di formazione storica locale al di sotto della quale l esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza viene seriamente compromesso. Il discorso sarà sia generale, per ottenere una definizione corretta di formazione storica minima, sia riferito al caso del Trentino, per comprendere quali aspetti e quali elementi della sua storia concorrano a fissare la soglia di formazione storica locale, implicitamente o esplicita- 3 Vedi note 1 e 2. Educazione alla cittadinanza e interculturalità Deliverable n. 2

10 8 mente richiesta per l esercizio dei diritti di cittadinanza. Analizzeremo tale soglia sia nella sua evoluzione storica, sia nelle indicazioni ch essa può dare a politiche o ad azioni tendenti a favorire l educazione alla cittadinanza. Questa fase della ricerca si concluderà con la produzione di un report di 10/15 cartelle, che sarà consegnato dai due curatori entro l ottobre Orientativamente, e in via forfetaria, possiamo prevedere che ciò richiederà ai due curatori un tempo complessivo pari a 6 settimane lavorative, comprendendo elaborazione delle informazioni, interpretazione, valutazione critica e scrittura, le riunioni di lavoro I luoghi della memoria in Trentino Questa fase della ricerca fornisce la seconda parte di una fenomenologia dell esperienza storiografica, dopo quella riguardante i processi di apprendimento storico attuali. Dopo aver dato una definizione tassonomica di ciò che intendiamo con luogo della memoria, procederemo ad una ricognizione dei luoghi, presenti in Trentino, in cui si ha produzione e racconto di memoria. Si tratterà di una ricerca sul campo, attraverso la quale cercheremo non solo di mappare questi luoghi e di arricchire il censimento delle fonti compiuto fino ad ora, ma anche di capire che tipo di racconto essi, globalmente, offrono della storia locale (sinfonico, polifonico, contraddittorio, ), se sono luoghi afasici o eloquenti, se sono intenzionali o non intenzionali, ecc. Si potrà così avere un quadro delle occasioni, di contesti comunicativi e delle modalità con cui il locale si rappresenta e produce conoscenza di sé, a prescindere dalle occasioni, dai contesti comunicativi e dalle modalità legate a situazioni formative strutturate e riconosciute come tali (innanzitutto l insegnamento scolastico). Si cercherà altresì di comprendere se e come questi luoghi sono tra loro coordinabili, secondo disegni rico- 4 Vedi note 1 e 2. Metodologia della ricerca storica

11 9 struttivi e formativi che sappiano favorire l accesso alle fonti della storia locale e il raggiungimento della soglia minima di formazione storica. Le fonti documentarie con cui si avrà a che fare in questa fase saranno soprattutto fonti paesistiche, monumentali, museali, iconiche, orali, non escludendo tuttavia quelle forme di scrittura e di archiviazione che, pur non destinate alla produzione di memoria, possono essere utilizzate con questa funzione. Questa fase della ricerca si concluderà con la produzione di un report di 20/25 cartelle, che sarà consegnato dai due curatori entro l aprile Orientativamente, e in via forfetaria, possiamo prevedere che ciò richiederà ai due curatori un tempo complessivo pari a 13 settimane lavorative, comprendendo il censimento e la mappazione dei luoghi, il loro esame, i processi di ricostruzione, interpretazione, valutazione critica e scrittura, le riunioni di lavoro Esemplificazioni legate all attività del Museo storico in Trento I due curatori, in quanto ricercatori del Museo storico in Trento, sono collocati in un punto di osservazione privilegiato e interno all oggetto della loro ricerca: un luogo della memoria che è anche produttore consapevole di conoscenza e di formazione storica locale. Il Museo storico concorre in misura decisiva sia a definire la soglia minima di formazione storica locale, sia a favorirne il superamento ed è per questo, potremmo dire, un agente di cittadinanza. Appare dunque opportuno concludere la ricerca mettendo in evidenza l azione concreta che il Museo svolge in questa direzione, e che coinvolge quotidianamente i due curatori. In particolare, l attenzione sarà rivolta ai progetti di raccolta e restituzione delle memorie e a quelli legati al Laboratorio di formazione storica. 5 Vedi note 1 e 2. Educazione alla cittadinanza e interculturalità Deliverable n. 2

12 10 Questa fase della ricerca si concluderà con la produzione di un report di 10/15 cartelle, che sarà consegnato dai due curatori entro l ottobre Orientativamente, e in via forfetaria, possiamo prevedere che ciò richiederà ai due curatori un tempo complessivo pari a 4 settimane lavorative, comprendendo elaborazione delle informazioni, interpretazione, valutazione critica e scrittura, le riunioni di lavoro. 6 6 Vedi note 1 e 2. Metodologia della ricerca storica

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