TEORIE CONCETTI CHIAVE. Teorie dell impresa
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- Baldassare Carlini
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1 Table A Teorie dell impresa TEORIE CONCETTI CHIAVE 1. T. neoclassica Impresa come funzione di produzione. Massimizzazione del profitto in condizione di concorrenza perfetta e comportamento perfettamente razionale. 2.T. schumpeteriana Imprenditore innovativo. Il profitto è il risultato dell attività creative. Schumpeter (1912). 3. T. knightiana. Il profitto è un residuo derivante dalla superiore capacità di giudizio dell imprenditore in condizioni di reale incertezza (non di rischio). Knight (1921). 4. T. dei costi di transazione L impresa è vista come un unità amministrativa autonoma che sostituisce il meccanismo di mercato attraverso il coordinamento manageriale al fine di risparmiare sui costi di transazione. Coase (1937); Commons (1934). 5. T. penrosiana L impresa si espande utilizzando la conoscenza e l esperienze per sfruttare nuove opportunità produttive, sviluppare nuovi mercati e produrre nuove merci. Penrose (1959). 6. T. comportament. Il vantaggio della relazione di lavoro dipendente sta nella flessibilità in condizione di razionalità limitata. Aspiration level invece di massimizzazione. Simon (1951); Cyert (1988); March (1988); Egidi (1992b).
2 7. T. manageriali Separazione della proprietà dal controllo. Massimizzazione dei ricavi. Baumol (1959); Marris (1964). 8. Analisi della struttura org. 9. Il modello fondiflussi 10. Nesso di contratti - T. dell agenzia - T. degli incentivi Analisi dei legami tra economia di scala e di varietà produttiva. Analisi dei modi in cui le competenze dell organizzazione evolvono al fine di sfruttare le potenzialità offerte da queste economie. Chandler (1962, 1977, 1990, 1991). Analisi del profilo temporale dei processi produttivi. Misurazione dell efficienza in relazione a diverse strutture organizzative. Georgescu-Roegen (1970, 1986) Morroni (1992, 2011), Scazzieri (1993), Vittucci Mazzetti (2011). In un contesto caratterizzato da relazioni tipo principale-agente, multitasking e problemi di misurazione della performance, la proprietà degli asset è rilevante in quanto concorre con altri meccanismi (contratti incentivanti, job design, ecc.) a fornire il giusto mix di incentivi. L impresa è vista come un meccanismo che risolve i problemi di agenzia che sorgono all interno della team production. L impresa stipula di contratti ottimi in presenza di selezione avversa e moral hazard (informazione asimmetrica ma contratti completi e perfetta razionalità). Alchian & Demsetz (1972); Jesen & Meckling (1976); Holmström (1979); Fama & Jensen (1983).
3 11. Transaction cost economics In un contesto caratterizzato da incompletezza contrattuale e opportunismo degli agenti economici, tre sono i fattori chiave in relazione all opportunità di trasferire una transazione dal mercato (non-integrazione) all interno di un impresa (integrazione): 1) la frequenza dello scambio tra i contraenti; 2) l incertezza; 3) il grado di specificità delle risorse. I costi connessi alla rinegoziazione dei contratti si manifestano principalmente in termini di inefficienze expost. Williamson (1975, 1981).
4 12. Diritti di proprietà 13. Vantaggio competitivo 14. Approccio basato sulle risorse La proprietà delle risorse fisiche dell impresa dà il diritto al reddito residuo e il potere di controllo nelle decisioni non definite contrattualmente, influendo sull esito (efficiente ex-post) della contrattazione e quindi sugli incentivi ex-ante dei contraenti a realizzare investimenti specifici (non contrattabili, né alienabili). La proprietà unificata può risolvere i problemi di hold-up che derivano da una insufficiente capacità enforcement. Gli agenti sono perfettamente razionali, simmetria informative tra i due contraenti, ma asimmetria informative tra i due contraenti e la terza parte. Grossman & Hart (1986); Hansmann (1988); Hart & Moore (1990); Barzel (1997). Analisi delle determinanti del vantaggio competitive: 1 basso costo e 2. Differenziazione. Porter (1980). La performance relative si basa sull accesso a (e sull uso di) risorse diverse non reperibili direttamente sul mercato in quanto rare e imperfettamente imitabili. Wernerfelt (1984); Rumelt (1984); Barney (1991).
5 15. Appr. basato sulle capabilities 16. T. evolutiva dell impresa 17. Contratti relazionali Analisi del ruolo della conoscenza e delle capabilities nello spiegare la performance relative. Le capabilities sono definite come le abilità di produrre beni e servizi per il mercato. Le imprese tendono a specializzarsi in attività basate su capabilities non imitabili al fine di mantenere un vantaggio competitivo. Richardson (1974); Teece et al. (1990); Prahalad & Hamel (1990); Loasby (1994, 1999). Becker, Cohendet and Llerena, (2005). La teoria dell impresa emerge in risposta al bisogno di uno strumento concettuale che ci perfetta di analizzare la relazione tra cambiamento tecnico e sviluppo economico. Presenza di razionalità limitata e utilizzo di routine come risposta alle difficoltà conoscitive. Nelson & Winter (1982); Dosi (1988); Dosi, Nelson & Winter (2000). In un contesto dinamico, in cui le transazioni sono ripetute nel tempo, e in presenza di contratti completi, è necessario che le parti coinvolte nella transazione abbiano convenienza a rispettare accordi impliciti ed informali (contratti relazionali). In certe situazioni, un contratto relazionale efficiente tra due contraenti potrebbe essere sostenibile (self-enforcing) nel caso di integrazione e non in quello di non integrazione (all interno dell impresa piuttosto che tra imprese differenti), mentre in situazioni diverse potrebbe valere il contrario. Baker, Gibbons e Murphy (2001, 2002, 2008).
6 18. Contratti come reference points In presenza di contratti incompleti, se ex-post i payoffs si rivelano diversi da quelli attesi, i contraenti possono essere spinti a ridurre, con i loro comportamenti, il valore della transazione. In tale scenario: a) le inefficienze, connesse all incompletezza contrattuale, si manifestano solo ex-post; b) la proprietà delle risorse può influenzare gli incentivi a realizzare i comportamenti che determinano tali inefficienze; e c) è l incertezza dei payoffs a determinarne l allocazione. Hart e Moore (2007, 2008); Hart (2008, 2009); Hart e Holmstrom (2010).
7 19. Appr. basato sul coordinam. organizzativo Analisi delle relazioni tra le condizioni di base, i meccanismi decisionali, il coordinamento organizzativo e la performance delle imprese. Perfomance diverse derivano da differenti opportunità e abilità di sfruttare i vantaggi combinati derivanti dai tre aspetti del coordinamento organizzativo: lo sviluppo della conoscenza, l organizzazione delle transazioni e lo sfruttamento delle economie di scala e di varietà produttiva. L interazione di questi tre aspetti è rilevante quando le capacità cognitive sono limitate, vi è incertezza radicale, alcuni input sono indivisibili e complementari, parte della conoscenza produttiva e transazionale è tacita, non trasmettibile e caratterizzata da costi di set-up. Morroni (2006).
8 Teorie dell impresa: tre linee di ricerca 1) Teorie cognitive ed evoluzionistiche A) Approccio delle capabilities B) Teorie evoluzionistiche A) Transaction cost economics 2) Teorie dei contratti impefetti basati sull esistenza di costi di transazione B) Diritti di proprietà C) Contratti relazioni D) Contratti come reference points 3) Analisi dell organizzazione dei processi A) Scale-scope view B) Modello fondi-flussi
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