IL COLLEGIO DI ROMA. Finanziario. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Avv. Bruno De Carolis Presidente Avv. Massimiliano Silvetti Membro designato dalla Banca d'italia Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Prof. Avv. Liliana Rossi Carleo Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Membro designato dal C.N.C.U. [Estensore] nella seduta del 19/03/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Il ricorrente lamenta una serie di disservizi che hanno determinato il blocco e il ritiro della sua carta di credito procurandogli gravi disagi per essersi trovato all estero senza disporre di adeguata riserva di contante, peraltro in occasione di una vacanza organizzata per festeggiare il suo 25 anniversario di matrimonio. Con dovizia di particolari, fa presente, tra l altro, che il giorno 20/04/12, già «a corto di contanti», provava ad effettuare un prelievo in contanti presso un ATM di altro intermediario (intermediario X) : inseriva quindi la sua carta "Unica" ed eseguiva «la procedura di sempre per prelevare contante usandola come carta bancomat» ma, digitato il relativo PIN, dichiara essergli «apparsa a schermo la scritta "operazione non autorizzata"». Credendo alla sopravvenienza di problemi derivanti dalla disponibilità liquida sul c/c (cointestato a lui e alla moglie), ha ritenuto utile ricorrere ad una ulteriore possibilità. Dà atto, pertanto, di aver provato a «prelevare contante usandola come Pag. 2/7

2 carta di credito (cosa che peraltro aveva già fatto altre volte)». Tuttavia, «premuto il tasto carta di credito circuiti internazionali», la carta stessa è stata «immediatamente ritirata dallo sportello» senza avergli dato «neanche il tempo di inserire il relativo pin». Il ricorrente, nell elencare i disservizi, lamenta ancora di aver provato a contattare il numero dell assistenza carte «ma la voce preregistrata non gli avrebbe fornito alcun aiuto». Il ricorrente si premura di far presente che il giorno successivo, sabato 21 aprile, ha anche provveduto a controllare on line il conto, «non riscontrando alcun problema di disponibilità». Dopo aver forzatamente trascorso «il sabato 21 e la domenica 22 aprile (banche chiuse) con pochi spiccioli a disposizione», solo lunedì 23 aprile il ricorrente ha avuto la possibilità di recarsi presso la filiale dell intermediario X, chiedendo la restituzione della carta ritirata dall'atm, «cosa che è avvenuta solo nel tardo pomeriggio (persa quasi tutta la giornata tra telefonate e banca) solo dopo la ricezione (alquanto problematica) di un fax inviato dalla banca resistente, con il quale si autorizzava la restituzione della carta». Nella istanza si puntualizza che il dipendente dell intermediario resistente, che lo ha assistito, gli ha confermato l'assenza di problemi di disponibilità, assicurandogli che la carta Unica era «assolutamente funzionante ma non si spiegava perché fosse stata ritirata su richiesta dell intermediario resistente». Il giorno 24 aprile il ricorrente espone di aver subito nuovamente il ritiro della carta dopo aver tentato ancora una volta il prelevamento, questa volta presso ATM di altro intermediario (intermediario y). «Il risultato però è stato identico: la carta di credito "Unica" è stata, difatti, nuovamente ritirata dallo sportello automatico». La mattina dopo riferisce di essersi recato presso la filiale dove era stata ritirata la carta, senza riuscire a ricontattare l intermediario resistente essendo il 25 aprile e trattandosi, dunque, di un giorno festivo in Italia. Il giorno 28 aprile, rientrato in Italia, il ricorrente lamenta, ancora, di non ricevuto alcuna «spiegazione logica alle sue disavventure», dall intermediario presso il quale si è direttamente recato. Contesta, peraltro, quanto dedotto dall intermediario resistente in merito alla sua carta (Unica): secondo l intermediario la carta sarebbe «stata trattenuta Pag. 3/7

3 dall'atm a seguito di erroneo inserimento codice pin e del superamento del numero massimo di tentativi previsti». Eccepisce, fra l altro, sul punto che nella documentazione contrattuale non si farebbe alcun riferimento al numero di tentativi di immissione del PIN errato ai fini del blocco, né tanto meno alla circostanza che i tentativi possano essere anche non consecutivi. A seguito dei fatti esposti il ricorrente chiede al Collegio: un risarcimento «a titolo equitativo di 300 euro per danni materiali» (telefonate, raccomandate, costi per ottenere nuova carta), nonché un risarcimento di 1000 euro per i danni non patrimoniali in considerazione del fatto che le circostanze, oggettivamente gravi, gli hanno impedito di festeggiare la ricorrenza del 25 anniversario di matrimonio, che è stata rovinata a causa dell inconveniente. L intermediario nelle proprie controdeduzioni conferma quanto già fatto presente al ricorrente in sede di risposta al reclamo, ribadendo che il blocco (e il ritiro) della carta sono avvenute in via cautelativa a seguito dell erronea digitazione del PIN. Al riguardo, l intermediario fa presente che «in adesione al circuito creditizio internazionale aderisce alle convenzioni di sicurezza che tutelano principalmente il cliente contro utilizzi fraudolenti della Carta, nei casi ad esempio di furto o smarrimento; ciò si verifica con il blocco apposto ovvero con possibili ritiri da parte di sportelli automatici della carta in tutti i casi in cui è plausibile un uso non scaturente dal diretto proprietario». In particolare, l intermediario rileva che: in data 20 aprile u.s. il ricorrente ha tentato un prelievo da uno sportello automatico di altro intermediario in stato estero, precisa a tale riguardo che «non è la posizione dello sportello a generare il blocco o ritiro bensì la circostanza per cui il cliente ha digitato erroneamente il codice segreto più volte consecutivamente generando il sospetto di azione scorretta e certamente non eseguita dallo stesso titolare». Precisa ancora che «in data 24 aprile il cliente ha riottenuto il possesso della carta che tuttavia continuava ad avere un blocco»; pertanto, non avendo il cliente provveduto allo sblocco, ha subito un nuovo ritiro da sportello automatico. Pag. 4/7

4 Il cliente avrebbe dovuto provvedere allo sblocco che «ai fini degli utilizzi è facilmente azionabile a mezzo di intervista telefonica ovvero di sms inviato al servizio titolari» e del quale manca l evidenza non risultando un contatto con gli appositi uffici. L intermediario resistente, nel ribadire la correttezza del suo operato, chiede all ABF di rigettare il ricorso perché infondato. DIRITTO La controversia verte sul blocco di una carta di credito/debito durante un soggiorno del ricorrente all estero, che l intermediario asserisce essere avvenuto in via cautelativa, per erroneo utilizzo del PIN. Nel rispetto dell art. 6 c.2 del d. lgs , n. 11, il contratto prevede il diritto del prestatore di bloccare lo strumento di pagamento in presenza di fattori di rischio; fra gli elementi che consentono una puntuale identificazione del fattore rischio sussiste la erronea digitazione del PIN. La procedura di sicurezza prevede, difatti, come puntualizza l intermediario, che il blocco cautelativo si attivi dopo aver digitato un PIN erroneo per 6 volte «in occasione di prelievi ovvero per il pagamento presso stazioni di servizio del carburante acquistato». L intermediario ipotizza che il ricorrente, il quale, peraltro contesta la puntualità della previsione così come è richiamata, abbia «digitato erroneamente il codice segreto più volte consecutivamente generando il sospetto di azione scorretta e certamente non eseguita dallo stesso titolare». La difesa dell intermediario è essenzialmente incentrata sul superamento del limite di errata digitazione che ha fatto scattare il blocco. Tuttavia, oltre al fatto che le parti non hanno allegato copia del contratto, si deve rilevare che l intermediario non produce alcuna evidenza in merito alla circostanza dell errata digitazione del PIN per 6 volte consecutive, che contesta al ricorrente. Peraltro, non risulta che il ricorrente sia stato informato del blocco. A tale riguardo l intermediario si limita ad eccepire che il ricorrente avrebbe omesso di attivarsi per lo sblocco della carta, una volta riottenutone il possesso (dopo il ritiro della carta presso il primo sportello automatico). L intermediario evidenzia solo che a tal fine sarebbe stato sufficiente per il ricorrente farsi identificare come Pag. 5/7

5 titolare della carta, anche con un intervista telefonica o l invio di un sms. Dalla ricostruzione dei fatti di causa, non specificamente contestata sul punto dall intermediario, risulta però che per ottenere la restituzione della carta, il ricorrente ha contattato l intermediario resistente e che la dipendente dell intermediario resistente che lo ha assistito gli ha confermato l'assenza di problemi di disponibilità, assicurandogli che la carta Unica era «assolutamente funzionante ma non si spiegava perché fosse stata ritirata su richiesta dell intermediario resistente». Il disagio prolungato del cliente non appare, quindi, giustificato in quanto gli eventuali motivi di sicurezza non sono sufficienti ad esonerare l intermediario da un responsabilità contrattuale per quanto riguarda il ripristino della funzionalità dello strumento di pagamento. In questo senso il Collegio ritiene che la fattispecie concreta consenta di richiamare un filone interpretativo ormai consolidato (v. Collegio Roma n del 10/11/2010, n del 12/11/2010) che ha portato ad evidenziare come, in presenza di determinate circostanze, occorre censurare il comportamento della banca qualora esso non risponda ai canoni della correttezza professionale e, in senso più lato, della buona fede che è tenuta ad osservare e che si concretano in un dovere giuridico «espressione di un generale principio di solidarietà sociale, che, nell ambito contrattuale, implica un obbligo di reciproca lealtà di condotta che deve presiedere sia all esecuzione del contratto che alla sua formazione ed interpretazione, accompagnandolo in definitiva in ogni sua fase (Cass., Sez. III civ., n del ; conformi tra le tante: n del 2007, n del 2010)». Il succedersi degli avvenimenti rendono evidente che l intermediario, seppure fosse stato legittimato ad operare il blocco, non ha poi operato correttamente, limitandosi a porre in rilievo solo ciò che il cliente avrebbe dovuto fare e non menzionando affatto i suoi obblighi, seppure espressamente previsti dall art. 6, commi 3 e 4 del d.l. 11/2010. Pertanto il Collegio riconosce la responsabilità dell intermediario convenuto per comportamento non conforme ai doveri di buona fede e di diligenza professionale e inoltre per violazione degli obblighi di legge sopra menzionati. Tale accertamento impone, dunque, di tener conto delle pretese risarcitorie avanzate dal ricorrente., il quale chiede un risarcimento per il danno patrimoniale, che quantifica in euro 300 e di un danno non patrimoniale che Pag. 6/7

6 quantifica in 1000 euro. Va, tuttavia, osservato a tale riguardo che il ricorrente non fornisce alcuna prova documentale per quanto riguarda la sussistenza del danno patrimoniale, la cui domanda non può pertanto essere accolta. Per quanto riguarda il risarcimento del danno non patrimoniale il ricorrente, riecheggiando la ipotesi del danno da vacanza rovinata, fa riferimento, essenzialmente, allo stress subito a causa della lesione di un interesse non patrimoniale, aggravato dalla impossibilità di utilizzare lo strumento di pagamento in una occasione unica e irripetibile: il festeggiamento del proprio anniversario di matrimonio. II Collegio ritiene che la richiesta di un risarcimento del danno non patrimoniale come autonoma voce di danno così come è stata configurata dal ricorrente non possa essere accolta, riguardando sostanzialmente pregiudizi consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione concernente gli aspetti più disparati della vita quotidiana che ciascuno conduce nel contesto sociale, che in quanto tali non appaiono meritevoli di tutela risarcitoria (Cass. S.U., sentenza n dell 11 novembre Cfr., in proposito, Dec. di questo Collegio n.1312/2010). P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7