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Transcript:

Start Cup 2012 Tutoring & Mentoring «Dall idea innovativa al Business Plan» Università degli Studi di Foggia a.corvino@unifg.it Foggia, 21 Giugno 2012 1

Agenda La gestione strategica dell impresa I livelli di Analisi Strategica 2 La Comunicazione della Strategia Aziendale: Il Business Plan

La Gestione Strategica Identità aziendale (effettiva o ricercata) La Strategia Aziendale definisce: Che cosa fa o vuole fare l impresa?? Perché lo fa o lo vuole Fare?? Comelo fa o lo vuole Fare?? 3 Coda, 1988

La Gestione Strategica il Come?? riguarda: il Perché?? essere impresa il Dove?? 4 Coda, 1988

La Gestione Strategica Ma qual è l obiettivo di una strategia aziendale?? 5

La Gestione Strategica L obiettivo strategico di un impresa è trarre profitto dal capitale investito. Se l utile conseguito nel lungo periodo non è soddisfacente, allora è necessario intervenire, oppure abbandonare l attività a favore di un altra più vantaggiosa (Sloan JR, General Motors, 1963) 6

La Gestione Strategica Il Processo di Sviluppo della Strategia Strategia intenzionale Strategia non realizzata Strategia realizzata 7 Strategia emergente Mintzberg, 1987

La Gestione Strategica Quali sono gli ingredienti necessari affinché una Strategia Aziendale sia Vincente? 8

La Gestione Strategica 1 2 Obiettivi Chiari Conoscenza dell ambiente competitivo 3 4 Valutazione delle Risorse Realizzazione Efficace 9 Grant, 1994

La Gestione Strategica Analisi delle opportunità/minacce Riconoscimento delle responsabilità sociali dell impresa Generazione di alternative economiche Valutazione delle alternative economiche Scelta Analisi dei punti forti/deboli Esplicitazione dei valori della direzione 10 Coda, 1988

I LIVELLI DI ANALISI STRATEGICA: OSF Strategia competitiva ASA1 Strategia di portafoglio Strategia competitiva ASA2 Strategia economicofinanziaria Strategia sociale Strategia organizzativa Strategia competitiva ASA3 Strategia marketing Strategia produttiva Strategia di R&S 11

I livelli di Analisi Strategica Strategia a livello Corporate 12 Tale strategia definisce i mercati ed i settori in cui l impresa compete e comprende le scelte di diversificazione, integrazione verticale, acquisizione, cessione oltre alle decisioni sulle nuove iniziative. Scelta di allocazione delle risorse tra le varie unità di business Selezione del portafoglio di attività dell impresa

I livelli di Analisi Strategica la Corporate Strategy, quindi, è da considerarsi come una sintesi dei bisogni dei clienti, delle attese di valorizzazione delle risorse e delle competenze/capacità aziendali nell ottica di aumentare il valore per l azionista Sinatra, 2006 13

I livelli di Analisi Strategica Strategia a livello di Business 14 Tale strategia determina il comportamento competitivo dell impresa all interno di un settore o di uno specifico mercato. Sopravvivenza Leadership di un settore Individuazione di un VANTAGGIO COMPETITIVO rispetto ai concorrenti

I livelli di Analisi Strategica Le Strategie Funzionali 15 Tale strategia rappresenta il terzo livello, ossia le strategie mirate a definire l utilizzo specifico di risorse a livello operativo. Politiche di Ricerca e Sviluppo Politiche di Produzione Politiche di prodotto Politiche di Marketing e Finanza

Qualsiasi impresa ha una sua formula (o impostazione) imprenditoriale che è il prodotto della sua storia e delle scelte che le hanno via via impresso una certa direzione Coda, 1988 Il modello dinamico che descrive ogni impresa secondo cinque fattori fondamentali Sinatra, 2006 16

Sistema di prodotto Sistema competitivo Struttura Sistema degli interlocutori sociali Prospettive offerte/contributi o consensi richiesti 17 Coda, 1988

Sistema Competitivo Sistema Prodotto Struttura Sistema degli interlocutori sociali Prospettive offerte/contributi o consensi richiesti 18 Coda, 1988

19 definisce la Strategia competitiva adottata dall impresa ossia il modo di essere dell impresa in una certa arena competitiva definisce la Strategia sociale adottata dall impresa ossia il modo di essere dell impresa in un sistema di forze economiche, politiche e sociali in cui cerca consensi e contributi per la sopravvivenza Sinatra, 2006

Finalismo dell azienda Successo Reddituale Successo Competitivo Successo Sociale SUCCESSO AZIENDALE 20

dall attrattività del SETTORE Il Successo Aziendale dipende: dalla posizione relativa dell azienda 21 Russo, 2001

Attrattività del Settore Cinque Forze Concorrenziali Posizione relativa dell azienda in termini di redditività l azienda occupa una posizione superiore o inferiore alla media del settore 22 Russo, 2001

l azienda rispetto ai concorrenti presenta una superiore capacità di contenere i costi senza essere costretta a sacrificare differenze negative nei prezzi di vendita i benefici così raggiunti (Vantaggio di Costo) il VC deriva da almeno una di queste condizioni l azienda offre ai propri clienti qualcosa di unico che viene da essi apprezzato e compensato con un premio di prezzo, senza che ciò comporti rispetto alla concorrenza divari di costo di entità tali da compensare il premio di prezzo così ottenuto (Vantaggio di Differenziazione) 23 Russo, 2001

Se l azienda soddisfa almeno una di queste condizioni essa ottiene una redditività di medio-lungo periodo superiore rispetto alla media del settore Russo, 2001 24

Il VC rappresenta una caratteristica dell azienda e non del prodotto o del servizio che la stessa offre ai propri clienti. Un prodotto unico non rappresenta una condizione sufficiente affinché l azienda sia dotata di un VC 25 Russo, 2001

i Sintomi del VC si riconoscono nella struttura organizzativa piuttosto che nella struttura economica dell azienda e possono sintetizzarsi nella presenza di una redditività del capitale investito nella gestione tipica superiore alla media del settore nel medio-lungo periodo Russo, 2001 26

Decisioni e azioni Direzionali ESIGENZA DI COLLEGARE Risultati Economici 27 Invernizzi, 2008

Valutazione EX ANTE Valutazione EX POST PER POTER VALUTARE I CORSI DI AZIONE PIÙ OPPORTUNI PER RENDERSI CONTO DELL ANDAMENTO REDDITUALE EFFETTIVO E RICAVARE INSEGNAMENTI UTILI PER L AZIONE FUTURA 28 Invernizzi, 2008

La possibilità di mantenere elevati risultati economico-finanziari per un periodo di tempo sufficientemente esteso dipende dalla capacità dell impresa di mettere a punto strategie competitive coerenti, uniche e non facilmente imitabili Strategia competitiva (o a livello ASA) Strategia complessiva (o a livello aziendale) Risultato reddituale di ASA (ROI) ROE 29 Invernizzi, 2008

ANALISI DEL «TESSUTO CAUSALE» RO CIN 30 Invernizzi, 2008

Analisi del RO Costi Variabili Costi di Struttura Ammortamenti Costi di Politica 31 Invernizzi, 2008

differenze di PREZZO rispetto alla concorrenza I Sintomi del VC: differenze di COSTO rispetto alla concorrenza (a livello di categorie o di variabili di costo) 32 Russo, 2001

Le Strategie Competitive di Base: Raggio di Azione ampio stretto Minori di Costi Leadership di Costo Focalizzazione orientata alla Riduzione dei Costi Tipologia di VC Differenziazione Differenziazione Focalizzazione orientata alla Differenziazione 33 Porter, 1994

I REQUISITI del VC di Costo: 34 La redditività del CI sia superiore alla media del settorenel medio-lungoperiodo I costi unitari di produzione sono inferiori ai costi unitari di produzione di tutti iconcorrenti diriferimento Le attività svolte all interno dell azienda presentano elementi di unicità rispetto aquelle deiconcorrenti Le attività svolte per produrre e offrire il prodotto sono coerenti dal punto di vista economico-finanziario

Le determinanti del Vantaggio di Costo: Economieodiseconomie di scala Effetto di apprendimento Modello di impiegodellacapacitàproduttiva Collegamenti tra le attività della catena del valore (collegamenti interni) econ le attività delle altre aziende del sistema del valore (collegamentiesterni) Integrazione verticale Interrelazioni con altre ASA Localizzazione Politiche discrezionali Fattori istituzionali 35

Le condizioni per il Successo del VCC (Costo Medio Costo A) / Costo Medio non deve essere più che compensato Redditività del CI superiore alla media (Prezzo Medio Prezzo A) / Prezzo Medio 36 Invernizzi, 2008

I caratteri del vantaggio competitivo di costo 2 DETERMINANTI DEL MINOR COSTO 1. É... 10É.. Minori costi per unit di prodotto 6 1 Effetto positivo del contenimento dei costi unitari non compensato dagli effetti negativi della riduzione dei prezzi-ricavo (creazione di valore per lõazienda) 3 Combinaz. unica tra: a. prezzi (minori) b. requisiti del prodotto (uguali o in parte diversi) 5 4 Non crea valore per gli acquirenti é percepito dagli acquirenti Crea valore per gli acquirenti Non percepito dagli acquirenti 37 Bianchi Martini, 2009

I REQUISITI del VC di Diffne: 38 la redditività del CI sia superiore alla media del settore nel medio-lungoperiodo iprezzi di vendita sono maggiori rispetto al prezzo medio dei concorrenti i costi di produzione non presentano rispetto ai costi di produzione dei concorrenti una differenza tale da compensare il premio ottenuto neiprezzi di vendita il prodotto oil servizio offerti sono in certa misura percepiti e apprezzaticomeunici le attività svolte all interno dell azienda presentano elementi di unicitàrispetto aquelledeiconcorrenti le attività svolte per produrre e offrire il prodotto sono coerenti dalpunto di vista economico-finanziario

I caratteri del vantaggio competitivo di differenziazione DETERMINANTI DELLÕUNICITĖ 1. É... 10É.. 2 UNICITĖ 1 3 Non crea valore per gli acquirenti Crea valore per gli acquirenti a. minori costi per lõacquirente b. maggiori prestaz.per lõacquir. Controllo dei costi 6 Extra-cost di differenziazione non superiori a premium price od allõincremento dei ricavi 4 Non percepito dai clienti é percepito dai clienti 5 Premium Price Maggiori volumi Contenimento costi che non incidono sulla differenziazione 39 Bianchi Martini, 2009

I requisiti di distintività: LE VARIABILI DI ANALISI DEL ŅVALORE STRATEGICOÓ DELLE RISORSE 4. Affinit strutturale e coerenza funzionale 5. Durevolezza 1. Scarsit 2. Natura distintiva 3. Valenza concorrenziale 40 Bianchi Martini, 2009

Efficienza Superiore Capacità Superiore di innovare VANTAGGIO COMPETITIVO Bassi Costi Differenziazione Qualità Superiore 41 Capacità Superiore di rispondere al cliente

Quali sono le fonti di generazione del VC di Costo o di Differenziazione? dalle ATTIVITA che danno origine al VC 42 Russo, 2001

l Azienda può essere vista come un insieme di attività, che ne loro insieme costituiscono la Catena del Valore ovvero l insieme di attività che l azienda realizza per progettare, produrre, vendere, consegnare il proprio prodotto e per offrire il necessario servizio di supporto 43 Russo, 2001

la Catena del Valore: 44

Ma cosa s intende per VALORE? il VALORE rappresenta ciò che i clienti sono disposti a pagare per ciò che l azienda offre loro 45

secondo PORTER il VALORE é misurato dai R I C A V I le ATTIVITA generatrici di VALORE, invece, comportano dei C O S T I 46 Porter, 1994

il Valore creato per il cliente e da esso corrisposto il MARGINE deriva dalla differenza tra: e la somma dei costi sostenuti per determinarlo 47 Russo, 2001

MARGINE = 9% M A R G I N E Attività di supporto -approvvigionamento (0,5 %) -sviluppo tecnologia e innovazione (2%) -risorse umane (0,5 %) -attività infrastrutturali (2,5 %) PREZZO DI VENDITA = 100 Attività primarie -logistica in entrata (1 %) -produzione (80 %) -logistica in uscita (1 %) -marketing e vendite (2,5 %) -servizi (1 %) 48

MARGINE = 2% M A R G I N E Attività di supporto -approvvigionamento (0,5 %) -sviluppo tecnologia e innovazione (4%) -risorse umane (1,5 %) -attività infrastrutturali (2,5 %) PREZZO DI VENDITA = 100 Attività primarie -logistica in entrata (1 %) -produzione (84 %) -logistica in uscita (1 %) -marketing e vendite (2,5 %) -servizi (1 %) 49

ATTIVITA PRIMARIE ATTIVITA DI SUPPORTO Logistica in Entrata Attività Operative Logistica in Uscita Marketing e Vendite Servizi Approvvigionamenti Sviluppo della Tecnologia Gestione delle Risorse Umane 50 Porter, 1994

ATTIVITA INFRASTRUTTURALI realizzano un attività di supporto all intera catena del valore, invece che a singole attività in esse comprese (come accade per le attività di supporto) vi rientrano la Direzione Generale, la Pianificazione, la Finanza, i Servizi Legali e la gestione della Qualità 51 Porter, 1994

Attrattività del settore la Redditività nel m/l termine Qualità della Strategia adottata 52 Invernizzi, 2008

La Valutazione della Redditività Strutturale presente e futura comporta: l Investimento in una nuova ASA l Investimento/il Disinvestimento in un ASA già esistente 53 Invernizzi, 2008

La Redditività Media Strutturale segnala: Risultati reddituali conseguiti dall impresa DIVARIO TRA: Risultati conseguiti in media dalle altre aziende del medesimo settore 54 Invernizzi, 2008

PdF e PdD di un ASA i VC da ricercare l Analisi del Settore consente di valutare: le Risorse e le CD da detenere i FCS 55 Invernizzi, 2008

il modello delle 5 Forze di Poter consente di individuare la CONFIGURAZIONE DEL SETTORE le 5 Forze costituiscono il SISTEMA COMPETITIVO 56 Invernizzi, 2008

57 Porter, 1994

Clienti con un elevato potere contrattuale Fornitori con un elevato potere contrattuale Basse Barriere all entrata Determinanti del Decremento della RMS Forte Rivalità interna al settore Presenza di validi Prodotti Sostitutivi 58 Invernizzi, 2008

Analisi delle determinanti TECNICHE del settore Analisi delle determinanti ECONOMICHE Comprensione della direzione e dell intensità delle 5 Forze 59 Invernizzi, 2008

Minaccia derivante dall ingresso di POTENZIALI ENTRANTI valutazione delle dimensioni delle Barriere all entrata gravità delle Ritorsioni poste in essere dalle aziende già presenti sui nuovi entranti 60 Invernizzi, 2008

Brand forti Economie di scala Tipologie di Barriere all Entrata: Fabbisogno finanziario elevato Concessioni Amministrative 61 Invernizzi, 2008

Forma e Asprezza della RIVALITÀ INTERNA Numerosità delle aziende operanti Grado di differenziazione del prodotto/servizio Rilevanza delle Economie di Scala Eventuale eccesso della capacità produttiva Livello dei CF 62 Invernizzi, 2008

63 Potere negoziale degli Acquirenti: Ètanto più forte quanto maggiore èla loroconcentrazione; Quanto più ampia è la base informativa; Quanto maggioreèilricorso aprodotti sostitutivi; Quanto più bassi sono i costi di riconversionepericlienti; Quanto più èelevata la sensibilità al prezzo Invernizzi, 2008

64 Potere negoziale dei Fornitori: Ètanto più forte quanto maggiore èla loroconcentrazione; Quanto più ristretta è la base informativa; Quanto minore èil ricorso aprodotti sostitutivi; Quanto più elevati sono i costi di riconversione; Quanto più minore èla sensibilità al prezzo Invernizzi, 2008

Valore / Prezzo di tali prodotti La pressione esercitata dai PRODOTTI SOSTITUTIVI dipende da: Costi di Passaggio Propensione al cambiamento degli acquirenti 65 Invernizzi, 2008

nella formulazione della Strategia competitiva le 5 Forze che bisogna considerare l Analisi di Settore consente di individuare 66 Invernizzi, 2008

5 Forze Raggruppamenti Strategici Analisi complessiva del settore Analisi della Struttura interna del settore 67 Invernizzi, 2008

Ma cosa è un Raggruppamento Strategico (RS)? «un gruppo di imprese che seguono strategie simili» 68 Invernizzi, 2008

Ma le aziende di un RS conseguono una Redditività uguale? NO!! 69 Invernizzi, 2008

agevola l attività di gestione strategica l Analisi della Struttura Interna del Settore consente di focalizzare i problemi e le priorità della Strategia Competitiva 70 Invernizzi, 2008

Ma come si può approfondire lo studio della struttura interna del settore? mediante le MAPPE 71 Invernizzi, 2008

Elevata Integrazione GRADO DI INTEGRAZIONE Decentramento Totale GRADO DI SPECIALIZZAZIONE Ampia gamma Ampio assortimento Personalizzazione Pochi modelli Alta integrazione Personalizzazione C A B Pochi modelli std Prodotti medio piccoli Decentramento produttivo 72 Invernizzi, Molteni, 1993

individuare le più importanti barriere alla mobilità interna; Valutare l attrattività struttura dei diversi RS; Ricostruire i percorsi interni attuati o tentati dalle imprese del settore le MAPPE consentono di: Identificare i gruppi marginali; Comprendere le dinamiche concorrenziali tra i diversi RS; Prevedere la reazione più probabile delle imprese appartenenti ai diversi RS a fronte di determinati eventi 73 Invernizzi, 2008

La Comunicazione della SA Un percorso di analisi: 74 Corvino, 2008

La Comunicazione della SA Gli strumenti: il Piano Industriale Obiettivi 1. Costringe gli uomini d azienda a meditare sull idea imprenditoriale e sulla validità della formula strategica in atto e da realizzare; 2. costituisce una guida per la gestione e supporta il processo di realizzazione della strategia 3. favorisce il coinvolgimento del sistema del management tramite la comunicazione e la condivisione degli obiettivi 75 Garzella, 2007

La Comunicazione della SA Gli strumenti: il Piano Industriale Obiettivi 4. Consente una verifica delle azioni poste in essere per la realizzazione e la valutazione della strategia; 5. Favorisce la comunicazione alle diverse classi di stakeholder dell idea imprenditoriale e della formula strategica dell azienda 76 Garzella, 2007

La Comunicazione della SA Gli strumenti: il Piano Industriale i caratteri salienti realistico chiaro Sintetico e, al contempo, analitico Coerente 77 Flessibile Corvino, 2008

La Comunicazione della SA Gli strumenti: il Piano Industriale Errori da evitare 1. Sopravvalutare la propria idea imprenditoriale sottovalutandone i rischi 2. Considerare il PI un puro obbligo formale finendo per sottovalutarne le potenzialità gestionali 78 Garzella, 2007

La Comunicazione della SA Gli strumenti: il Piano Industriale Errori da evitare 3. Delegare completamente a soggetti esterni la redazione del PI, non apportando le indispensabili conoscenze circa la propria azienda e il proprio business 4. Eccedere nella ricerca e nella produzione di informazioni a discapito della chiarezza del documento 79 Garzella, 2007

La Comunicazione della SA ma quale format è consigliato?? Borsa Italiana 80 Garzella, 2007

La Comunicazione della SA ma se volessimo analizzare un esempio di PI? il caso: ExpriviaS.p.a. 81

La Comunicazione della SA GRAZIE PER L ATTENZIONE!!! 82