CAPITAN UNCINO. In mare aperto per tutte le abilità. associazione MAGNA GRECIA MARE
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1 CAPITAN UNCINO In mare aperto per tutte le abilità Progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell ambito della Legge 383 di promozione sociale. Lettera F/2011
2 L IDEA Ÿ Lo sport rappresenta uno strumento di aggregazione e integrazione sociale. Ÿ In particolare la vela, intesa sia come sport che come attività didattica e formativa, costituisce un valido strumento di integrazione tra ragazzi disabili e normodotati, attraverso la formazione di equipaggi misti, e di corretto sviluppo della personalità, ponendosi così anche a tutela dei rischi di devianza degli adolescenti. Ÿ La vela, infatti, consente la valorizzazione delle risorse di tutti, sulla base delle potenzialità di ognuno. Le difficoltà e gli ostacoli propri della vita in barca sono comuni sia ai normodotati che ai disabili, e diventano occasioni di dialogo e comunicazione, di reciproca comprensione e di confronto, favorendo il consolidamento del senso di condivisione.
3 LO SCENARIO PROGETTUALE ŸLo scenario progettuale prende spunto da una metafora, i pirati e le regole della filibusta (XVI - XVII secolo). ŸSulle navi della filibusta vigeva un accordo etico che impediva di lottare fra di loro e imponeva una mutua collaborazione. Le responsabilità erano condivise (democrazia partecipata), donne ed uomini godevano di uguali diritti (pari opportunità), tutte le etnie e le classi sociali erano rappresentate (multiculturalità) e i pirati diversamente abili (tipicamente rappresentati con gambe di legno, bende agli occhi e uncini), avevano ruoli e collocazioni utili a bordo (diverse abilità). ŸSu questa falsariga, l'idea prevede l'integrazione di ragazze/i normodotate/i e diversamente abili (l'equipaggio) nell'ambito di laboratori sperimentali di co-progettazione per la costruzione e l'utilizzo di barche a vela (navigazione). Il varo delle barche rappresenterà l'approdo della navigazione di ogni equipaggio.
4 LE ESIGENZE RILEVATE ŸNon esistono portatori di handicap, ma handicap, intesi come limiti imposti allo svolgimento di una vita "normale". Si tratta di limiti fisici, legislativi, sociali, culturali, che allontanano i diversi" dalle persone "normali" e dalle loro abitudini e ritmi. ŸLa vela, intesa come esperienza senza barriere condivisibile da persone disabili e normodotate, permette un viaggio verso un territorio in grado di accogliere la diversità e di valorizzarla, trasformarla in occasione di crescita, restituendola alla società come fonte di arricchimento e confronto con un punto di vista diverso. Inoltre, "alcune caratteristiche della vita di bordo (come le problematiche della convivenza), ne fanno un ambiente estremamente utile per la formazione della personalità e del carattere", sia dei ragazzi normodotati che dei disabili (Michael Stadler, Psicologia a bordo - gli effetti del mare sull'individuo e sull equipaggio ed. Zanichelli).
5 GLI OBIETTIVI 1) Favorire l inclusione sociale dei ragazzi disabili e sviluppare strumenti di tutela dell adolescenza. Il progetto vuole in particolare favorire l acquisizione, nelle giovani generazioni, di una migliore sensibilità verso dimensioni relazionali e comunicative quali: la convivenza fra pari, la collaborazione, l accettazione dei propri e altrui limiti, l aiuto vicendevole e la mediazione dei bisogni, l assunzione di responsabilità anche finalizzata alla soluzione di problemi, la leadership, il rapporto con un sistema di regole e con l autorità, la capacità di adattamento all ambiente circostante. 2) Promuovere spazi di collaborazione tra soggetti territoriali, quali, la scuola, le cooperative sociali, le associazioni di disabili, le ASL, gli Enti Locali, impegnati in politiche e azioni sociali a favore di adolescenti, giovani e disabili.
6 METODOLOGIE D INTERVENTO Il progetto prevede lo sviluppo di 8 laboratori sperimentali su tutto il territorio nazionale per la costruzione e l utilizzo di barche a vela ad opera di gruppi di ragazze/i disabili e normodotate/i (l equipaggio), attori e beneficiari dell intervento; i ragazzi saranno, infatti, coinvolti attivamente dalla progettazione, alla realizzazione, al varo e all utilizzo delle barche. Ogni gruppo/laboratorio, svilupperà un esperienza basata sulla compresenza di momenti di attività teorica (fase formativo/educativa) e di ricerca, con spazi di sperimentazione pratica (fase di progettazione condivisa), la cui efficacia, sarà facilitata dall azione di un coordinatore locale e dalle competenze fornite da operatori ed esperti. Tutte le sperimentazioni saranno coordinate nazionalmente per favorire una logica di sistema, grazie alla costituzione di una cabina di regia che garantirà la supervisione e il monitoraggio al lavoro svolto in ciascun territorio e un costante flusso di informazioni tra di esse.
7 I DESTINATARI Circa 640 ragazze/i tra disabili (50%) e normodotate/i (50%) parteciperanno e animeranno i laboratori. Fascia d età: anni IL LABORATORIO DI TRICASE HA L OBIETTIVO DI FORMARE CIRCA 100 «FILIBUSTIERI». Circa 20 persone, tra coordinatori locali, istruttori/operatori ed esperti parteciperanno al corso di formazione.
8 LE CITTÀ DEL PROGETTO CIVITAVECCHIA (RM) LAZIO COMO (CO) LOMBARDIA FERRARA (FE) EMILIA ROMAGNA LIVORNO (LI) TOSCANA NOTO (SR) SICILIA ORVIETO (TR) UMBRIA SALERNO (SA) CAMPANIA TRICASE (LE) PUGLIA
9 LE FASI DEL PROGETTO FASE 1 - ORGANIZZAZIONE FASE 2 - SPERIMENTAZIONE E COMUNICAZIONE FASE3 - CAPITALIZZAZIONE Le tipologie di azione previste la fase di sperimentazione sono: A) Attività didattica sui principi della convivenza basati sulla filosofia della filibusta; B) Laboratorio teorico-pratico finalizzato alla costruzione e conduzione di una barca; C) Organizzazione di eventi finali locali (varo della barca) nella fase di capitalizzazione è prevista la pubblicazione di un libro fotografico sulle esperienze realizzate oltre alla raccolta dei report narrativi.
10 I RISULTATI ATTESI l 8 comunità progettuali miste avviate; l Aumentata sensibilità dei ragazzi verso le dimensioni relazionali e comunicative quali la convivenza fra pari e l'integrazione dei ragazzi disabili; l Ragazze/i disabili e normodotate/i formati sui principi della convivenza e su competenze tecnico-pratiche relative alla costruzione e conduzione di una barca; l Barche per equipaggi misti (abili e disabili) varate e funzionanti; ldefinizione di una metodologia di lavoro condivisa e relative declinazioni territoriali; l Ricezione della metodologia da parte delle strutture del territorio.
11 TRASFERIBILITÀ DELL INIZIATIVA E/O DEI RISULTATI Uno dei principali punti di riferimento nell elaborazione del modello operativo è il territorio, inteso sia come oggetto specifico dell intervento sia come interlocutore e risorsa per lo sviluppo progettuale. Alla base della costruzione dei laboratori vi è la scelta di valorizzare le esperienze, favorendo lo sviluppo di buone pratiche attraverso la loro sperimentazione in nuovi contesti socio-educativi. I laboratori si struttureranno in 8 regioni, e ciascun laboratorio costruirà il proprio percorso funzionalmente all area tematica, alle esperienze, alle competenze ed alle relazioni, istituzionali e non, presenti in quel contesto specifico. Tale modello, innovativo, testato e validato a livello nazionale, ma allo stesso tempo applicabile attraverso l adeguamento funzionale al contesto specifico di attuazione, risulta essere, per sua stessa natura, facilmente trasferibile e riproducibile.
12 LA FASE DI SPERIMENTAZIONE A TRICASE 1) Presentazione del progetto e delle relative attività (costruzione della barca, vita e regole della filibusta, navigazione, rassegna fotografica). Suddivisione in gruppi rispetto alle attività. NOVEMBRE ) Elezione dei comandanti e dei quartiermastri, scelta e costruzione del jolly roger (bandiera), ideazione del motto, stesura e composizione dell inno. DICEMBRE - GENNAIO 2012/2013 (3 incontri al mese) 3) Laboratorio per la costruzione della barca. GENNAIO - APRILE 2013 (4 incontri al mese) 4) Lezioni di navigazione a vela. GENNAIO - APRILE 2013 (3 incontri al mese) 5) Realizzazione di documentazione fotografica. GENNAIO - APRILE 2013 (intera fase di sperimentazione) 6) Evento/Varo della barca. MAGGIO 2013
13 CONTATTI Associazione MAGNA GRECIA MARE Banchina Sud del Porto Vecchio Porto di Tricase (LE) Referente del progetto per Magna Grecia Mare: Francesco Altri contatti: Antonio Salvatore Alessandro
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