MODULO RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 19/20 Gennaio 2017

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1 Pagina 1 di 8 rassegna stampa 19/20 Gennaio 2017 IL CITTADINO Meningite, la rivoluzione del Dna: al Maggiore la diagnosi in un ora (19/01/2017) Vaccinazioni, ancora proteste per le linee (19/01/2017) Influenza, tutto esaurito in ospedale (20/01/2017) Scritte a mano e cartelli posticci, è un ascensore fai da te (20/01/2017) Lettere & opinioni Ho pagato un ora di telefonata e non ho avuto alcuna risposta (20/01/2017) IL GIORNO

2 Pagina 2 di 8 Prima per identificare il batterio era necessario molto più tempo Meningite, la rivoluzione del Dna: al Maggiore la diagnosi in un ora di Cristina Vercellone Meningite, scatta la rivoluzione all ospedale di Lodi. Da oggi, grazie alle analisi sul Dna, la diagnosi sarà in un ora. A spiegarlo è il responsabile del laboratorio di microbiologia Adriano Anesi. Lo specialista tiene un intero laboratorio nel pugno della mano. «Prima ci volevano due stanze - dice -, adesso guardi qui». Anesi mostra un pezzetto di plastica con una fila di cellette e una mini piastra metallica. La nuova metodica si chiama Filmarraymultiplex Pcr.Basta introdurre il liquor raccolto dal midollo spinale dentro queste mini capsule, collegarsi al computer e in un ora arriva la diagnosi sul tipo esatto di meningite. Il medico del reparto potrà, in breve tempo, sapere qual è l antibiotico giusto per l ammalato e, se serve, per le persone venute a contatto con lui. Fino a un mese fa per una diagnosi ci volevano dalle 24 alle72 ore, adesso ne basta una soltanto. Si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana.«siamo passati da Pasteur akary Mullis, leggendario inventore della Pcr e premio Nobel della chimica nel annota con entusiasmo Anesi -. Abbiamo fatto un salto di 100 anni. Usare questa tecnica è facile. Possiamo metterla in atto 365 giorni all anno, 24 ore su 24. Il personale è già stato formato». Il problema della meningite, annota Anesi, che snocciola dei dati mondiali da brivido come 171milamorti e il 20 per cento di persone con danni neurologici permanenti, è che«i sintomi compaiono all improvviso e peggiorano rapidamente. I batteri causano meningite quando riescono a entrare nel liquor cefalorachidiano che avvolge il cervello ed è contenuto nel midollo - spiega Anesi -. I batteri sono presenti ovunque,nell uomo, nell ambiente, negli animali. Il contagio avviene in diversi modi,dalla stretta di mano alla saliva. Spesso quando uno ha una meningite ha un altra infezione importante in corpo,magariuna sinusite trascurata, un otite o una faringite. A volte, invece, le meningiti vengono da sole e non si sa da dove. I sintomi sono aspecifici e fino ad oggi si faceva fatica a riconoscerli. Spesso se uno assumeva un antibiotico prima della diagnosi diventava impossibile identificare il battere. Si

3 Pagina 3 di 8 raccoglieva il liquor con la puntura lombare tra la prima e la seconda vertebra e poi si cercava di far crescere i batteri. Spesso però non crescevano e si restava senza risposte. A volte eravamo costretti, per precauzione, a prescrivere la profilassi antibiotica a 100 persone venute in contatto con l ammalato, salvo poi scoprire 72 ore dopo che non serviva. Questa nuova tecnica, invece, estrae il Dna dal battere, lo amplifica e lo identifica sempre e comunque. Fare la diagnosi in poco tempo significa più possibilità di sopravvivenza per le persone e meno possibilità di avere danni neurologici. Siamo solo in 10 circa in tutta Italia e 3 in Lombardia ad avere questa tecnica: oltre a noi, il policlinico dimilano e il SanMatteo di Pavia. Un doveroso ringraziamento per la sensibilità dimostrata va ai direttori dell Asst Giuseppe Rossi e Roberto Riva e al nucleo aziendale di valutazione delle tecnologie. Il futuro è tutto

4 Pagina 4 di 8 Vaccinazioni, ancora proteste per le linee Vaccinarsi contro la meningite resta ancora complicato. Continuano a fioccare le lamentele per le linee sempre occupate sia a Lodi che a Melegnano (0371/372870; 02/ ). «Non c è alcuna emergenza - ha detto l assessore regionale al welfare Giulio Gallera -,non è necessario prenotare adesso, si può fare anche più avanti». Non tutti però sono d accordo.«da quando è morta mia figlia Azzurra a 11 anni - annota Antonella Salimbene di Casalmaiocco - la vaccinazione è un emergenza. Per ogni bimbo che muore è allerta. Ho fatto 200 chiamate al numero di Lodi per il meningococco B ed era sempre occupato. Perché non aggiungono una linea in più? Dicono di non prendere d assalto il telefono, ma come si fa a prenotare? Era prevedibile un afflusso del genere. La gente ha paura. Hanno fatto veramente una cosa bellissima a introdurre il vaccino contro il meningococco B,ma poi tanti genitori sono impossibilitati a prendere l appuntamento. La gente non sa cosa fare, anche a Melegnano decidono poi di andare là di persona. Poi si trovano 200 persone agli sportelli e si crea caos quando basterebbe aggiungere qualche linea telefonica in più. È una malattia che è capace di portarti via un figlio in due ore senza darti il tempo di accorgerti né di intervenire. Ci sono stati dei medici del territorio che hanno detto che mia figlia era immunodepressa o aveva problemi di tiroide. Non era né immunodepressa, né aveva problemi di tiroide, era una bimba sana. Invito i medici a dare le giuste informazioni per portare i genitori a una scelta consapevole. Mia figlia, in due ore, tempo di dirmi mi scoppia a testa, è entrata in coma; non aveva segni che facessero pensare a una meningite batterica, era in sepsi e non aveva macchie sul corpo. Voglio che i genitori capiscano che è proprio un attimo». «Mio figlio insegna e tra un po deve andare in Toscana -aggiunge R. V. di Codogno -. Ebbene, ha dovuto comperare il vaccino di tasca sua perché non riusciva a prenotare al numero assegnato. È dovuto andare poi da un medico privato a farselo somministrare perché il nostro medico di famiglia si è rifiutato. È assurdo».

5 Pagina 5 di 8 Continua la situazione di sovraffollamento: il numero delle richieste di ricovero è superiore ai posti disponibili, non mancano i malati a casa che aspettano di essere ricoverati per accertamenti Influenza, tutto esaurito in ospedale di Cristina Vercellone I letti sono occupati, 10 malati della pneumologia sono stati accolti in chirurgia e il Pronto soccorso anche ieri ha dovuto creare un area apposta per i pazienti onboarding in attesa di un letto Letti dell ospedale al top e ancora un super lavoro per il Pronto soccorso di Lodi. Se la maxi emergenza di venerdì 13 gennaio è ormai alle spalle, quello che non è alle spalle è il sovraffollamento dell ospedale guidato dal manager Giuseppe Rossi. Causa influenza e patologie croniche che si riacutizzano. A parlare sono il primario del Pronto soccorso di Lodi e Codogno Stefano Paglia e il primario di pneumologia Luigi Negri. Ieri, tutti i letti dell ospedale erano occupati e anche ieri il Pronto soccorso ha dovuto allestire un area ad hoc, nell area a bassa intensità di cure, per i cosiddetti pazienti on boarding, cioè quelli in attesa di essere imbarcati in reparto. I codici minori sono stati a loro volta spostati in un altra area. A mezzogiorno, ieri, erano presenti 40 pazienti in Pronto soccorso, 8 in on boarding e 7 in osservazione breve. Quelli in attesa di un posto libero sono soprattutto i pazienti che dovrebbero essere ricoverati in medicina, cardiologia o pneumologia. Tutti reparti questi, costantemente pieni e con pazienti già in appoggio nei reparti chirurgici. «Noi - spiega Paglia - apriamo la scheda on line delle disponibilità dei posti letto e poi la confrontiamo con il menu giornaliero dei ricoveri prefissati. Un foglio appeso nella bacheca dello studio medico. Questa mattina, incrociando i due documenti, la risposta è che non c è alcun posto libero». Anche Codogno, fatte le debite proporzioni, non se la passa meglio. Sempre alle 12, ieri, erano presenti contemporaneamente 15 pazienti. Verso sera, poi, la situazione si è sbloccata. Il fenomeno dell overcrowding, cioè del numero di domande di ricovero più elevate rispetto al numero dei posti, è comune negli ospedali lodigiani. «Per quanto ci riguarda - annota il primario della

6 Pagina 6 di 8 pneumologia Luigi Negri - viaggiamo sempre con 10 pazienti fuori reparto. Già alle prese con la scarsità di letti, dopo il boom chirurgico del gelicidio di venerdì e l epidemia influenzale, il problema della degenza è aumentato. I nostri 15 posti della pneumologia sono tutti occupati e 10 malati sono stati dirottati in chirurgia. A questi poi dobbiamo aggiungere i 4 o 5 in lista d attesa a casa. Si tratta di malati che attendono un ricovero per accertamento diagnostico. Per fortuna non si tratta di un attesa lunga. La cosa grave è che abbiamo tutti i letti dell ospedale occupati, ma è così in tutta la Lombardia. A Crema hanno dovuto raddoppiare il triage. Speriamo che questo periodo finisca perché siamo tutti mobilitati. Abbiamo i letti pieni di pazienti con influenza, pleuriti e polmoniti, anche pazienti giovani». Il giorno della maxi emergenza, venerdì 13 gennaio, sono arrivati al Pronto soccorso di Lodi e Codogno quasi 500 pazienti. La maggior parte di questi erano lodigiani caduti sul ghiaccio, che hanno messo in moto anche sedute straordinarie di interventi ortopedici. Il 14 erano 260, il 17 gennaio 256 e il 18 erano 239. Ieri, festa del patrono, fino alle 4 del pomeriggio, il sistema ha contato 160 ammalati.

7 Pagina 7 di 8 Scritte a mano e cartelli posticci, è un ascensore fai da te Ascensore fai da te. La foto che ha fatto il giro del Web e dei social in questi giorni è quella degli ascensori dell ospedale. Quelli dell ala vecchia del Maggiore, ai quali si accede entrando da via Secondo Cremonesi fanno sorridere i pazienti. L elevatore collocato a destra della scala ha un cartello in cartone rosso scocciato di fianco alla porta esterna d ingresso, proprio sulla tastiera che recita Fuori servizio. Sopra la tastiera interna del secondo ascensore, invece, è affisso un foglio di quaderno a quadretti, con dei numeri scritti a biro e poi cancellati. Portata massima, recita il quadrettato, 3. Sotto entrambi i cartelli non manca la firma della famosa ditta degli ascensori. Il mancato funzionamento degli ascensori è stato denunciato più volte dai visitatori dell ospedale, anche se in misura minore rispetto al blocco della scala mobile del padiglione di accoglienza. In questi giorni, inoltre, per l ennesima volta, si è inceppato il portellone automatico di accesso delle ambulanze al Pronto soccorso. Il meccanismo lento di apertura della porta ha causato varie volte sfondamenti da parte delle ambulanze

8 Pagina 8 di 8 Lettere & opinioni Ho pagato un ora di telefonata e non ho avuto alcuna risposta In relazione al n. Tel. 0371/ dedicato alle prenotazioni per il vaccino della meningite, attivo il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 13 alle 14, volevo segnalare quanto segue. Chiamato più volte lunedì 16 nell orario indicato e trovato sempre occupato. Stessa cosa martedì. Oggi, mercoledì 18, telefonato alle ore 13,00, riesco finalmente a prendere la linea. Rimango in attesa confortata dal messaggio che ogni tanto ripete «gli operatori sono occupati vi preghiamo di rimanere in attesa per non perdere la priorità acquisita». La telefonata è durata 1 ora esatta e alle ore 14 precise la comunicazione è stata interrotta. Risultato ho praticamente pagato un ora di traffico col cellulare per non avere ottenuto nessuna risposta. Mi domando... ma è questo il servizio che viene dato ai cittadini? Considerando poi che il vaccino e comunque a pagamento! No comment... In attesa di un cenno di riscontro porgo distinti saluti. In allegato videata della mia telefonata odierna. Lidia Lomi