«SCHERZI O PREPOTENZE?» Un piano di prevenzione e contrasto al fenomeno bullismo combinato con la pet-terapy
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1 «SCHERZI O PREPOTENZE?» Un piano di prevenzione e contrasto al fenomeno bullismo combinato con la pet-terapy (A. S ) Montanaro Patrizia
2 DESTINATARI DEL PROGETTO Piano formativo ed informativo rivolto a: - famiglie - insegnanti scuola secondaria, 7 I. C.- Padova allievi: tot. 8 classi (3 classi prime, 3 classi seconde, 2 classi terze). Il progetto si colloca in un ottica di prevenzione sia primaria (mira ad accrescere la consapevolezza sui fattori di rischio).
3 Soggetti coinvolti 2 psicologhepsicoterapeute Educatori pet-terapy Docenti/alunni/ genitori Cani: razza «barboni gigante», «labrador», ecc. Associazione privata (finanziamento)
4 Livelli di intervento Gruppo dei pari: essendo il bullismo un fenomeno relazionale, un ruolo importante, per modificare la situazione, spetta a chi sostiene o aiuta il bullo, a chi difende la vittima, a chi resta a guardare. Cultura della scuola: una scuola che prevede un progetto antibullismo dà subito l immagine, per chi la frequenta e vi lavora, di un ambiente che non ammette la prevaricazione Relazione insegnanti-alunni: per potenziare le capacità di ascolto attivo e di comunicazione nel rapporto insegnante/alunno. Rapporto con le famiglie: lo scopo è di creare un clima di collaborazione scuola-famiglia, in cui gli adulti di riferimento per i giovani possano svolgere ciascuno il proprio ruolo educativo.
5 Analisi dei bisogni Presenza di relazioni conflittuali in alcune classi Priorità dei docenti del plesso alla progettualità bullismo in ottica preventiva Bisogno formativo dei docenti sulla tematica Richiesta di molte famiglie di lavorare sul bullismo (già dal precedente anno scolastico)
6 Diffondere la conoscenza del fenomeno bullismo OBIETTIVI Creare una politica antibullismo Apprendere strategie per gestire le difficoltà Potenziare abilità competenze di aiuto e Aumentare la capacità comunicativa e di empatia Migliorare le relazioni all interno del gruppo classe
7 Tempi di realizzazione Inizio progetto: Gennaio 2014 Conclusione progetto: Maggio 2014 Distribuzione ore: 3 classi 1^: 6 h (tot. 18 h) 3 classi 2^: 8 h (tot. 24 h) 3 classi 3^: 10 h (tot. 30 h) incontri genitori: 4 h incontri docenti: 4 h tot. h: 80
8 PREMESSE DEL PERCORSO ATTUATO Bullismo: fenomeno relazionale (coinvolge tutti gli attori presenti) La chiave per affrontare il problema del bullismo è l adozione di una politica scolastica integrata (un insieme coordinato di interventi che coinvolgano tutte le componenti scolastiche e nella quale gli adulti della scuola (inclusi i genitori) si assumano la responsabilità della relazione con i ragazzi) Bullismo: fenomeno favorito da deficitarie competenze emotive La scuola è il primo luogo dove inizia la prevenzione
9 Si passa da A
10 Descrizione fase Fase 1: Informazioni per genitori ed insegnanti + somministrazione questionario conoscenze del fenomeno FASI DEL PROGETTO Risultati da conseguire Incontro finalizzato alla presentazione del progetto e alla informazione sul fenomeno bullismo (caratteristiche del fenomeno) Fase 2: Somministrazione agli allievi di un questionario di verifica della conoscenza del fenomeno pre e postintervento in classe Fase 3: Intervento curricolare condotto in classe con il supporto degli esperti Conoscenza e rilevazione quantitativa del problema bullismo - 4 incontri di 2 ore con ciascuna classe 1^ e 3^; - 3 incontri di 2 ore per le classi 2^A-2^ B; - 5 incontri di 2 ore per la classe 2^C. Obiettivo: favorire l apprendimento di nuove modalità comportamentali e relazionali, con attività guidate condotte dagli esperti, basate su schede, visione di filmati, brani della letteratura e giochi di ruolo, incontri con animali.
11 Descrizione fase Risultati da conseguire Fase 4: Verifica in itinere Monitorare e verificare le conoscenze e le abilità acquisite dai ragazzi mediante giochi di ruolo Fase 5: Verifica finale Compilazione del questionario iniziale alla fine dell intervento
12 Di cosa abbiamo parlato con genitori/docenti/allievi. 1. COS E IL BULLISMO E COSA NON E 2. DIFFUSIONE DEL FENOMENO 3. SESSO, ETA E LUOGHI DEL BULLISMO 4. CARATTERISTICHE 5. CAUSE 6. RUOLI NEL BULLISMO: BULLI, VITTIME E SPETTATORI (bullo dominante e bullo gregario/passivo; vittime passive/sottomesse e vittime provocatrici o bullo/vittima; spettatori: difensori del bullo, difensori della vittima, astanti); 7. CONSEGUENZE PER I BULLI E PER LE VITTIME (a breve e a lungo termine) 8. FORME DI BULLISMO (cyberbullismo) 9. STEREOTIPI SUL BULLISMO 10. INDICATORI PER INDIVIDUARE BULLI E VITTIME 12. COME DIFENDERSI DAL BULLISMO E DAL CYBERBULLISMO
13 Rappresentazione delle relazioni tra i ruoli dei partecipanti al bullismo SOSTENITORE AIUTANTE BULLO DIFENSORE VITTIMA ESTERNO ESTERNO ESTERNO
14 STRUMENTI UTILIZZATI NEL PERCORSO Attività per creare il clima-classe Questionario di autovalutazione «La mia vita a scuola» (Arora, 1994): a inizio e fine percorso Questionario sulla percezione del fenomeno a genitori, docenti e allievi: a inizio e fine percorso Questionario sulle nomine tra pari (Menesini, 1999) Sociogramma di Moreno: per individuare le relazioni tra gli allievi in classe: a inizio e fine percorso
15 ATTIVITA PROPOSTE Visione cortometraggio sul bullismo: Game over e relativo lavoro in gruppi di apprendimento cooperativo Scheda E bullismo oppure no? : lavoro in piccoli gruppi di apprendimento cooperativo Lavori in piccoli gruppi di apprendimento cooperativo (dando importanza ai ruoli di ciascun membro all interno dei sottogruppi: abilità sociali) su brani letterari aventi come tematica il bullismo Role-playing per rappresentare il bullo, la vittima e gli spettatori
16 Scheda La mia classe ideale Presentazione finale degli aspetti salienti del fenomeno attraverso slide Schede di riflessione per casa, al fine di riprendere le tematiche affrontate nell intervallo tra un incontro e l altro Attività assistita con i cani Somministrazione di un questionario di gradimento e riflessioni in gruppo
17 Che cosa sono gli Interventi Assistiti con Animali (IAA)? Gli IAA costituiscono una forma di co-terapia, per migliorare la Qualità di Vita (QdV) di diverse categorie di utenti (L.R. 3/2005) EDUCAZIONE ASSISTITA CON ANIMALI (EAA) Intervento di tipo educativo che ha l obiettivo di favorire il miglioramento delle capacità cognitive ed emotivo-relazionali, con attività che hanno finalità specifiche e predefinite. È gestita da un insegnante o da un educatore nell ambito dell esercizio della propria professione.
18 Perché la mediazione degli animali? Rappresentano qualcosa da dover curare, essendo attivi e vivi favoriscono l empatia e il senso di responsabilità fanno sentire accettati, offrendo affetto e accettazione incondizionata rappresentano un ottimo stimolo educativo accarezzandoli e spazzolandoli rendono più rilassati e tranquilli sono piacevoli anche da guardare
19 PROGETTO BULLISMO e ATTIVITA ASSISTITE CON GLI ANIMALI: QUALI OBIETTIVI? Conoscenza delle caratteristiche degli animali e del corretto approccio Incremento dell autocontrollo, dell ascolto e gestione delle emozioni Potenziament o dell autostima Incremento delle abilità prosociali ed empatiche Miglioramento nelle relazioni tra pari Apprendimento di modi adeguati di interazione con l animale Offerta di modelli di comportament o e strategie per situazioni - problema
20 La modalità di attuazione del progetto ha privilegiato il fare come modalità di apprendimento, infatti, i ragazzi sono stati coinvolti in esercizi, role playing, simulazioni, improvvisazioni, giochi; favorendo così la partecipazione attiva.
21 ROLE-PLAYING VIDEO scena di bullismo al maschile e femminile Ha permesso agli allievi di sperimentare alcuni ruoli (bullo, vittima, spettatore passivo e d intervento). Al termine dell'esperienza di role-playing è stato predisposto uno spazio, che ha permesso agli allievi di prendere le distanze dal ruolo assunto e di esprimere il significato emotivo e cognitivo che tale esperienza ha avuto per loro (debriefing).
22 Problem solving Indica l insieme dei processi necessari ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche. Gli allievi sono stati stimolati a riflettere su un problema attraverso la presentazione di un brano o di un episodio da loro raccontato legato alla tematica del bullismo. La soluzione prescelta dunque è stata prodotta dalla riflessione di tutti per poter rappresentare l intera classe.
23 RISULTATI PRINCIPALI QUESTIONARI COMPILATI DAI GENITORI (La percezione del fenomeno bullismo ) 127 genitori hanno compilato il questionario
24 Prima area del questionario: Conoscenza degli episodi di bullismo La maggior parte dei genitori afferma di non essere mai o qualche volta venuto a conoscenza di episodi di bullismo a scuola. Le forme più frequenti rilevate sono il bullismo fisico e verbale (accuse, derisione e offese verso il ragazzo e la famiglia). La maggioranza dei genitori sostiene di aver saputo che i bambini e gli insegnanti sono intervenuti a volte in difesa di un allievo oggetto di prepotenze.
25 Seconda area del questionario: Percezione di ciò che avviene in classe secondo i genitori Secondo i genitori, gli allievi, indipendentemente dalla classe frequentata: riferiscono a sufficienza se subiscono prepotenze a scuola per nulla se le commettono chiedono aiuto a sufficienza, se sono vittime
26 Terza area del questionario: Percezione di sé come genitore rispetto al bullismo La maggioranza dei genitori afferma di: sentirsi capace a sufficienza di affrontare la situazione; di essere molto disposto a parlarne e chiedere aiuto; di essere molto disposto a richiedere tale aiuto all interno della scuola
27 QUESTIONARIO PER GLI INSEGNANTI SULLA PERCEZIONE DEL BULLISMO A SCUOLA
28 Secondo i docenti le forme prevalenti di bullismo sono quello verbale, quello fisico e l emarginazione essi possono fare di più per evitare il bullismo nelle loro classi rispetto a quello fuori dalla scuola sul bullismo incidono negativamente il metodo di lavoro e la personalità dell insegnante le prepotenze influenzano negativamente la didattica e la qualità delle relazioni in classe.
29 Questionari allievi «La mia vita a scuola»: al termine del progetto In tutte le classi gli indici di bullismo sono medio-bassi (<10%), con una prevalenza del bullismo indiretto e verbale In quasi tutte le classi si osserva una riduzione significativa degli indici di bullismo rilevati Laddove emerge nel re-test un aumento dell indice di bullismo verbale miglior capacità di riconoscere ed esplicitare le prepotenze verbali (IB-IIB-IIC- IIIB) L intervento in classe sembra essere stato efficace nel ridurre tutte le forme di prepotenza evidenziate e ha riscontrato un buon gradimento da parte dei ragazzi.
30 RISULTATI DEL SOCIOGRAMMA E DEL QUESTIONARIO «NOMINE DEI PARI» RESTITUITI AI DOCENTI
31 MI È PIACIUTO DI PIÙ... 0 lavorare con i miei compagni le attività svolteesprimere la mia opinione LE ATTIVITÀ SVOLTE MI SONO SERVITE A.. Questionario di gradimento allievi ( tot. 180 soggetti) abbastanza molto moltissimo DURANTE LE ATTIVITÀ MI SONO SENTITO.. desideroso di esprimermi ascoltato abbastanza molto moltissimo molto moltissimo 10 0 imparare cose nuove sul bullismo imparare cose nuove sulle relazioni in classe
32 L'ATTIVITÀ CON I CANI È STATA... IL MIO RAPPORTO CON I COMPAGNI È STATO molto moltissimo abbastanza molto moltissimo interessante divertente ottimo GLI INCONTRI CON GLI ESPERTI SONO STATI.. L'ATMOSFERA DEGLI INCONTRI È STATA molto moltissimo molto moltissimo 10 0 interessanti serena
33 A conclusione del progetto Maggior consapevolezza da parte degli allievi del disagio e del malessere determinato dal deteriorarsi dei rapporti interpersonali Incremento del desiderio di chiedere aiuto agli adulti di riferimento per superare la fase di difficoltà Occasione di discutere sulla qualità dei rapporti, sulla capacità di affrontare eventuali conflittualità, ma anche di saper costruire relazioni soddisfacenti con i propri pari. I genitori hanno trovato formativo il progetto non solo per le conoscenze acquisite ma soprattutto perché è stato per loro un occasione di conoscenza del loro figlio
34 Apprendimento cooperativo tra pari Abilità sociali: - Chiedere aiuto - Aspettare il proprio turno - Mediare un conflitto Su cosa continuare a lavorare.. Riconoscimento delle proprie e altrui emozioni Strategie didattiche/di gestione della classe dei docenti Continuità nel tempo del progetto
35 Bibliografia Menesini E. (2000). Bullismo: che fare?. Giunti, Firenze. Menesini E. (a cura di) (2003). Bullismo. Le azioni efficaci della scuola. Erickson, Trento. Olweus D. (1978). Aggression in the Schools. Bullies and Whipping Boys. Hemisphere, Washington, D.C. Olweus D. (1993). Bullying at school: what we know and what we can do. Oxford and Cambridge (tr. it. Il bullismo a scuola, 1996, Giunti Firenze). Sharp S., Smith P.K. (1994). Bulli e prepotenti nella scuola. Prevenzione e tecniche educative (tr. it.). Erickson, Trento. Oliviero Ferraris A. (2006). Piccoli bulli crescono. Come impedire che la violenza rovini la vita ai nostri figli, BUR, Milano. Formella Z., Ricci A. (a cura di, 2010), Bullismo e dintorni. Le relazioni disagiate a scuola, Franco Angeli, Milano.
36 GRAZIE PER L ATTENZIONE
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