Equazioni differenziali
|
|
- Amando Salvatori
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Equazioni differenziali Samuele MONGODI - 14/08/01 Un equazione differenziale è un equazione che coinvolge una funzione reale u : R R, le sue derivate e la variabile indipendente (u = u(t)). Esempi 1. u = 0 Questa è un equazione differenziale del primo ordine (perché compare solo la derivata prima) a coefficienti costanti.. u + u = cos t Questa è un equazione differenziale del primo ordine (vi compaiono la derivata prima, la funzione e termini espliciti in t) a coefficienti costanti (il termine noto non conta). bis. u + u = 0 Come sopra; questa è l equazione omogenea associata alla precedente. Omogeneo significa senza termine noto, senza termini espliciti in t. 3. u + uu = arctan t Questa è un equazione differenziale del secondo ordine, a coefficienti costanti. A differenza delle precedenti, non è lineare, in quanto compare il prodotto uu. 4. t u + u /t u cos t = 4 Questa è un equazione differenziale del terzo ordine, lineare, a coefficienti non costanti. 5. u t cos u = cosh t Equazione del secondo ordine, a coefficienti non costanti, non lineare. Fatto 1: Le soluzioni di una equazione differenziale sono, solitamente, famiglie infinite dipendenti da uno o più parametri. Questi parametri si possono determinare se il problema fornisce condizioni aggiuntive (ad esempio il valore che deve avere la funzione ad un dato t, oppure la sua derivata e così via). Equazioni lineari del primo ordine Consideriamo l equazione Consideriamo prima alcuni casi particolari. u + a(t)u = b(t). i. a(t) = 0. In questo caso, l equazione è semplicemente u = b(t), che ha come soluzioni u = b(t)dt = B(t) + C con B(t) una primitiva di b(t) e con C una qualunque costante reale. Esempi 1. u = t = u(t) = t / + C. u = sin t = u(t) = cos t + C 3. u = te t = u(t) = e t (t 1) + C ii. b(t) = 0 Intanto, notiamo che u + a(t)u = 0 ha come soluzione u(t) = 0. supponendo u(t) 0), possiamo trovarne altre dividendo per u: Oltre ad essa (quindi che integrato in t dà u u = a(t) u (t) u(t) dt = a(t)dt 1
2 e ponendo y = u(t), abbiamo dy = u (t)dt, quindi 1 y dy = a(t)dt log y = A(t) + c con A(t) una primitiva di a(t) e c una costante reale. Dunque ossia y = Ce A(t) u(t) = Ce A(t). Assegnando poi il valore di u in un dato punto t 0, otteniamo che C = u(t 0 )e A(t0). Per il caso generale, procediamo come segue. Poniamo u(t) = v(t)e A(t), dove A(t) è una primitiva di a(t) e calcoliamo u (t) = v (t)e A(t) v(t)a(t)e A(t) quindi u + a(t)u = v (t)e A(t). Dunque questa nostra u è una soluzione se e solo se v (t)e A(t) = b(t) che è il tipo di equazione differenziale lineare di primo ordine che abbiamo risolto nel caso i. Quindi basta porre v(t) = b(t)e A(t) dt. Ricordiamo che il simbolo di integrale indefinito incorpora già, per definizione, l aggiunta di una arbitraria costante. Quindi u(t) = e A(t) b(t)e A(t) dt. Esempio Consideriamo l equazione in cui a(t) = t e b(t) = t 3. Allora u + tu = t 3 A(t) = t è una primitiva di a(t). Quindi u(t) = e t s 3 e s ds = 1 e t ye y dy = 1 e t (e t (t 1) + C) u(t) = Ce t + t 1. Non è importante mettere C/ nell ultima espressione, in quanto C è una costante generica. Esercizi 1. Risolvere u + u/t = 4t.. Risolvere u + u tan t = 3 sin t.
3 Equazioni a variabili separabili Così si dicono le equazioni che possono essere riscritte come con h, due funzioni esplicite note. La loro risoluzione è immediata: e dunque, integrando da cui, sostituendo y = u(t), si ha u = h(u)(t) u h(u) = (t) u (t) h(u(t)) dt = dy h(y) = (t)dt (t)dt F (y) = K(t) + C dove K è una primitiva di e F una primitiva di 1/h. Ora, se F è invertibile, possiamo applicare la funzione inversa e scrivere y = F 1 (K(t) + C) u(t) = F 1 (K(t) + C). Esempi 1. u = cos u sin t Si ha h(u) = cos u e (t) = sin t, quindi dy cos y = sin tdt tan y = cos t + C y = arctan(cos t + C) u(t) = arctan(cos t + C).. u = 4t 3 /u Qui h(u) = u 1 e (t) = 4t 3, da cui ydy = 4t 3 dt y = t4 + C y = ± t 4 + C u(t) = ± t 4 + C. Esercizi 1. Risolvere u = u(u + 1)t. Risolvere u = e t u 3. Risolvere u = t/ue u. 3
4 Struttura lineare ( ) Consideriamo un equazione differenziale lineare omogenea di ordine n: u (n) + a n 1 (t)u (n 1) a 1 (t)u + a 0 (t)u = 0 (1) dove a 0,..., a n 1 sono funzioni date e u (j) indica la j esima derivata di u. Supponiamo di aver trovato due soluzioni dell equazione (1), che chiamiamo v 1 (t) e v (t). Allora, dati due numeri reali c 1, c qualsiasi, si ha che v(t) = c 1 v 1 (t) + c v (t) (detta combinazione lineare di v 1 e v ) è ancora una soluzione. Infatti v (j) = c 1 v (j) 1 + c v (j) in quanto la derivata di una somma è la somma delle derivate. Dunque, se sostituiamo v nella (1), abbiamo (c 1 v (n) 1 + c v (n) ) + a n 1 (t)(c 1 v (n) 1 + c v (n) ) a 1 (t)(c 1 v 1 + c v ) + a 0 (t)(c 1 v 1 + c v ) = = c 1 (v (n) 1 + a n 1 (t)v (n 1) a 1 (t)v 1 + a 0 (t)v 1 )+ c (v (n) + a n 1 (t)v (n 1) a 1 (t)v + a 0 (t)v ) = c c 0 = 0. Poiché v 1 e v, separatamente, sono soluzioni. Dunque, l insieme S = {c 1 v 1 (t) + c v (t) : c 1, c R} è composto interamente di soluzioni di (1). Fatto : Per le equazioni lineari omogenee di primo ordine (n = 1), data una soluzione v non identicamente nulla, l insieme di tutte le soluzioni è dato da {cv : c R}. Fatto 3: Per le equazioni lineari omogenee di secondo ordine (n = ), date due soluzioni v 1, v che non siano multiple una dell altra, l insieme di tutte le soluzioni è dato da S = {c 1 v 1 (t) + c v (t) : c 1, c R}. Equazioni lineari del secondo ordine Tratteremo solo alcuni casi particolari. i. u = c(t) In questo caso basta integrare due volte, senza scordarsi le costanti. Poniamo v(t) = C(t) + A con C(t) una primitiva di c(t) e A una costante reale, allora u(t) = V (t) + B = C(t)dt + At dove V (t) è una primitiva di v(t). Esempio u = cos t ha come soluzioni u(t) = cos t + At + B. ii. u + a(t)u = 0 Qui basta sostituire v = u e risolvere ottenendo dove A(t) è una primitiva di a(t). Allora u(t) = C 1 v + a(t)v = 0 v(t) = Ce A(t) e A(t) dt + C. 4
5 iii. u + bu con b R. Distinguiamo due casi a seconda del segno di b. Se b > 0, poniamo v(t) = u(t/ b) e otteniamo che quindi v = 1 b u ( t b ) bv + bv = u + bu = 0 quindi v + v = 0. Procediamo a risolvere quest ultima equazione, utilizzando il seguente trucco: dopo aver notato che l unica soluzione costante è v = 0, moltiplichiamo tutto per v ottenendo v v + v v = 0 per qualche K R positiva. Dunque (v + v ) = 0 v + v = K da cui v = ± K v v K v = ±1 dy K y = ±t K y = v(t) z = y/ K dz 1 z = ± Kt arccos z = C ± t v(t) = K cos(c ± t) u(t) = ( K cos C ± t ) b. Ora, il segno ± si può ignorare, vista l arbitrarietà di C e visto che cos(x) = cos( x), quindi la soluzione generale è u(t) = K cos(c + t b) che, svolgendo il coseno, si può riscrivere come per opportune costanti A, B reali. u(t) = A cos(t b) + B sin(t b) Se b < 0, ponendo v(t) = u(t/ b ), otteniamo come prima l equazione v v = 0 che andiamo a risolvere nello stesso modo. Moltiplicando per v si ha v v = K con K costante reale. Sostituiamo y = v/ K, ottenendo y = y ± 1, con il segno che dipende dal segno di K. Risolvendo come prima, otteniamo dz z + 1 = C ± t 5
6 arcsinh(z) = C ± t y = sinh(c ± t) v(t) = K sinh(c ± t) u(t) = K sinh(c ± b t). Risolvendo invece con y 1, otteniamo u(t) = K cosh(c ± b t). In entrambi i casi, svolgendo i calcoli con la definizione di seno e coseno iperbolici si ottiene che la soluzione è del tipo cosh x = ex + e x sinh x = ex e x u(t) = Ae t b + Be t b. iv. u + au + bu = 0 con a, b R. Ispirati dai casi particolari, cerchiamo soluzioni della forma u(t) = e λt ; si ha u = λe λt u = λ e λt e dunque sostituendo si ottiene che si verifica se e solo se e λt (λ + aλ + b) = 0 λ + aλ + b = 0 quest ultima si chiama equazione (o polinomio) caratteristica dell equazione differenziale. Studiamo = a 4b. > 0. In questo caso esistono due soluzioni λ 1, λ distinte. Quindi le funzioni u 1 (t) = e λ1t u (t) = e λt sono soluzioni. In virtù del Fatto, tutte le soluzioni sono della forma u(t) = Ae λ1t + Be λt per A, B costanti reali. < 0. In questo caso esistono soluzioni complesse della forma α ± iβ. Ricordiamo che e α+iβ = e α (cos β + i sin β) e notiamo che le funzioni u 1 (t) = e αt (cos βt + i sin βt) u (t) = e αt (cos βt i sin βt) sono soluzioni complesse del sistema; per ottenere funzioni reali, facciamo le seguenti combinazioni lineari: u 1 + u = e αt cos βt i(u 1 u ) = e αt sin βt e quindi, sempre per il Fatto, scriviamo tutte le soluzioni come u(t) = Ae αt cos βt + Be αt sin(βt). = 0. In questo caso l unica soluzione è λ = a/ e notiamo (magia!) che le funzioni u 1 (t) = e λt u (t) = te λt 6
7 sono soluzioni. Quindi, ancora per il Fatto, abbiamo che la generica soluzione è u(t) = Ae λt + Bte λt. Esempi 1. Il moto di un corpo in un fluido in regime laminare è descritto dalla seguente equazione: m a = F A dove F A è la forza di attrito esercitata dal fluido ed è data da F A = γ v dove γ è una costante che dipende dalla densità del fluido e dalla forma del corpo e v è la velocità del corpo. Se dunque orientiamo l asse x nella direzione in cui si muove il corpo, abbiamo che l equazione diventa mẍ = γẋ (ẋ è il modo dei fisici di scrivere la derivata, quando la variabile è il tempo) ẍ + γ mẋ = 0. La soluzione è dunque x(t) = C 1 e γ m t dt + C = C 1 m γ γ e m t + C e se ad esempio vogliamo che il corpo parta, a t = 0, dal punto 0 con velocità ẋ(0) = 1m/s, dovremo imporre x(0) = C 1 m γ + C = 0 ẋ(0) = C 1 = 1m/s quindi C 1 = 1 e C = m/γ. Dunque in questo caso particolare la soluzione è x(t) = m γ e γ m t + m γ.. La forza di richiamo elastio per una molla di costante elastica è F H = x; se fissiamo il punto di riposo dell estremità libera in x = 0, la forza è F H = x, quindi l equazione del moto per la molla è mẍ = x ẍ + m x = 0. La soluzione generale è x(t) = A cos ( ) ( ) m t + B sin m t. Se ad esempio la molla viene portata ad un estensione di L rispetto alla posizione di riposo e rilasciata, la legge oraria dell estremità libera rispetterà la precedente equazione con A e B tali che x(0) = L ẋ(0) = 0 e dunque sarà A = L x(t) = L cos B m = 0 ( ) m t. 7
8 Equazioni lineari non omogenee del secondo ordine Supponiamo di avere l equazione u + a(t)u + b(t)u = c(t) () e supponiamo di saper determinare l insieme S 0 delle soluzioni dell equazione omogenea associata u + a(t)u + b(t)u = 0. Supponiamo infine di aver trovato una (una sola!) soluzione u 1 (t) dell equazione (). Allora, tutte le soluzioni dell equazione () sono S = {u 1 (t) + v(t) : v(t) S 0 }. Esempi: 1. Caduta di un corpo con resistenza dell aria in regime laminare. Come prima la resistenza dell aria è della forma F A = γ v, dunque la forza totale sul corpo è mg F A e l equazione del moto è ẍ = g γ mẋ. Noi sappiamo risolvere ẍ + mẋ γ = 0, ottenendo la soluzione generale v(t) = m γ C 1e γ m t + C. Per trovare una soluzione particolare dell equazione in questione, proviamo a vedere se esitono soluzioni di moto uniforme: poniamo u 1 (t) = ct e cerchiamo di determinare c in modo che u 1 soddisfi l equazione iniziale. u 1 = c u 1 = 0 quindi u 1 + γ m u 1 = 0 + c γ m = g e basta imporre c = gm/γ per ottenere la soluzione particolare Quindi le soluzioni dell equazione iniziale sono u 1 (t) = mgt/γ. x(t) = m γ C 1e γ m t + mg γ t + C.. Molla con attrito. Supponiamo che una molla sia collegata ad una massa che si muove su un piano con attrito. Le forze agenti sulla massa (escluse gravità e reazione del piano) mentre la molla va da massima estensione a massima compressione sono la forza elastica e la forza di attrito, quindi mẍ = x + mgα dove α è il coefficiente di attrito dinamico. Noi sappiamo risolvere mẍ + x = 0 che ha come soluzione generale ( ) ( ) v(t) = A cos m t + B sin m t e non ci resta che trovare la soluzione particolare. costante: u 1 (t) = c. Si avrà ẍ = 0 = m c + gα e dunque se c = mgα/, abbiamo la soluzione particolare. Quindi le soluzioni dell equazione iniziale sono ( ) ( ) x(t) = A cos m t + B sin m t + mgα. Proviamo questa volta con una soluzione 8
9 Notiamo che questa equazione vale solo finché il corpo si muove dal punto di massima estensione della molla al punto di massima contrazione (cioè dalle x positive a quelle negative). Nel percorso inverso, l equazione del moto sarà e dunque la soluzione sarà x(t) = A cos ẍ = 0 = m c gα ( ) ( ) m t + B sin m t mgα. Quest ultima osservazione, comunque non ha a che fare con la matematica del problema, ma con la fisica. Indovinare soluzioni particolari - 1 Se il termine noto è un polinomio in t, si può provare a cercare, come soluzione particolare, un polinomio dello stesso grado o, se non funziona, di grado maggiore. 1. Data u + u + u = t, possiamo cercare una soluzione particolare nella forma f(t) = at + bt + c, determinando a, b, c di modo che sia una soluzione. Calcoliamo f (t) = a f (t) = at + b e dunque quindi da cui La soluzione particolare allora è f(t) = t 4t. f + f + f = a + at + b + at + bt + c = t a + b + c = 0, a + b = 0, a = a =, b = 4, c = 0.. Se l equazione manca del termine in u, il polinomio da considerare dev essere di grado 1 in più. Data u + u = t, se poniamo g(t) = qt + r, si ottiene g = 0, g = q e dunque g + g = t non ha soluzioni. Se invece poniamo f(t) = at + bt + c, allora f = a e f = at + b, quindi f + f = a + 4at + b = t ha come soluzione a = 1/4, b = 1/4, f(t) = t/4 1/4. Indovinare soluzioni particolari - Se il termine noto è una somma di seni e coseni, un buon tentativo è una somma di seni e coseni con lo stesso periodo, eventualmente moltiplicati per potenze di t. 1. Prendiamo u u + u = cos(t + π/4). Un candidato come soluzione particolare può essere per la quale si ha f(t) = A cos(t) + B sin(t) f (t) = A sin(t) + B cos(t) f (t) = 4A cos(t) 4B sin(t) e dunque poniamo quindi f f + f = (3A + B) cos(t) (3B A) sin(t) (3A + B) cos(t) (3B A) sin(t) = cos(t + π/4) = cos(t) 1 sin(t) 1 dunque 6A + 4B =, 6B 4A = 9
10 da cui e quindi A = 5 13, B = 1 13 f(t) = 5 cos(t) 13 + sin(t) 13.. Consideriamo u + u = cos(t + π/3). Se proviamo a sostituire f(t) = A cos t + B sin t, otteniamo 0 = cos(t + π/3), in quanto quella è la forma generica della soluzione dell equazione omogenea associata. Dunque proviamo con (di solito = 1, ma non si sa mai). Si ha f(t) = At cos t + Bt sin t f (t) = At 1 cos t + Bt 1 sin t At sin t + Bt cos t f (t) = ( 1)At cos t + ( 1)Bt sin t At 1 sin t + Bt 1 cos t At cos t Bt sin t e dunque f + f = ( 1)At cos t + ( 1)Bt sin t At 1 sin t + Bt 1 cos t = cos(t + π/3). Se imponiamo = 1, otteniamo A sin t + B cos t = 1 cos t 3 sin t. da cui e dunque A = 3, B = 1 f(t) = 3 t cos t + 1 t sin t. Indovinare soluzioni particolari - 3 Stessa cosa per gli esponenziali. 1. u + u = e t. Si pone f(t) = Ae t e si calcola f = Ae t. Quindi f + f = 3Ae t = e t quindi A = 1/3, f(t) = e t /3.. Come sopra, se il termine noto è anche soluzione, bisogna moltiplicare per t. Quindi, data u u 3u = e t si ha che f(t) = Ae t non può essere soluzione particolare, infatti Ae t + Ae t 3Ae t = 0. Dunque proviamo con f(t) = At e t, ottenendo f = At 1 e t At e t f = ( 1)At e t At 1 e t At 1 e t + At e t dunque f f 3f = ( 1)At e t 4At 1 e t e ponendo = 1, si ottiene 4Ae t che per A = 1/4 dà la soluzione voluta: f(t) = te t /4. 10
11 Indovinare soluzioni particolari - 4 Se il termine noto è una somma di elementi come sopra (polinomiali, seni e coseni, esponenziali), la soluzione particolare andrà cercata come somma di termini dello stesso tipo, eventualmente moltiplicati per una potenza di t, se fossero già di per se soluzioni dell equazione omogenea. Esercizi 1. u 3u + u = sin t + cos t. u u u = e t e t 3. u u = t + 4t 1 4. u + u = e t + t 5. u + u 1u = e 3t e 4t. 11
Equazioni differenziali lineari del secondo ordine a coefficienti costanti
Equazioni differenziali lineari del secondo ordine a coefficienti costanti 0.1 Introduzione Una equazione differenziale del secondo ordine è una relazione del tipo F (t, y(t), y (t), y (t)) = 0 (1) Definizione
Dettagli7. Equazioni differenziali
18 Sezione 7. Equazioni differenziali 7. Equazioni differenziali [versione: 25/5/2012] Richiamo delle nozioni fondamentali In un equazione differenziale l incognita da determinare è una funzione (e non
Dettaglideterminare una soluzione y(t) dell equazione completa e, quindi dedurne tutte le y(t) soluzioni dell equazione.
ANALISI VETTORIALE Soluzione esercizi 4 febbraio 2011 10.1. Esercizio. Assegnata l equazione lineare omogenea di primo ordine y + a y = 0 determinare le soluzioni di tale equazione in corrispondenza ai
DettagliEquazioni differenziali ordinarie (ODE) lineari del secondo ordine a coefficienti costanti
Equazioni differenziali ordinarie (ODE) lineari del secondo ordine a coefficienti costanti Fulvio Bisi Corso di Analisi Matematica A (ca) Università di Pavia Facoltà di Ingegneria 1 ODE lineari del secondo
Dettagliẋ 1 = 2x 1 + (sen 2 (x 1 ) + 1)x 2 + 2u (1) y = x 1
Alcuni esercizi risolti su: - calcolo dell equilibrio di un sistema lineare e valutazione delle proprietà di stabilità dell equilibrio attraverso linearizzazione - calcolo del movimento dello stato e dell
DettagliCalcolo integrale: esercizi svolti
Calcolo integrale: esercizi svolti Integrali semplici................................ Integrazione per parti............................. Integrazione per sostituzione......................... 4 4 Integrazione
DettagliINTEGRALI INDEFINITI e DEFINITI Esercizi risolti
INTEGRALI INDEFINITI e DEFINITI Esercizi risolti E data la funzione f( = (a Provare che la funzione F ( = + arcsin è una primitiva di f( sull intervallo (, (b Provare che la funzione G( = + arcsin π è
Dettagliy 3y + 2y = 1 + x x 2.
Università degli Studi della Basilicata Corsi di Laurea in Chimica / Scienze Geologiche Matematica II A. A. 03-04 (dott.ssa Vita Leonessa) Esercizi svolti: Equazioni differenziali ordinarie. Risolvere
DettagliESERCIZI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI
ESERCIZI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI 1. Generalità 1.1. Verifica delle soluzioni. Verificare se le funzioni date sono soluzioni delle equazioni differenziali. xy = 2y, y = 5x 2. y = x 2 + y 2, y = 1
DettagliTEMI D ESAME DI ANALISI MATEMATICA I
TEMI D ESAME DI ANALISI MATEMATICA I Corso di laurea quadriennale) in Fisica a.a. 003/04 Prova scritta del 3 aprile 003 ] Siano a, c parametri reali. Studiare l esistenza e, in caso affermativo, calcolare
DettagliEquazioni differenziali. f(x, u, u,...,u (n) )=0,
Lezione Equazioni differenziali Un equazione differenziale è una relazione del tipo f(x, u, u,...,u (n) )=, che tiene conto del valori di una funzione (incognita) u e delle sue derivate fino ad un certo
DettagliEquazioni differenziali del secondo ordine a coefficienti costanti Un equazioni differenziale del secondo ordine a coefficienti costanti è del tipo
9 Lezione Equazioni differenziali del secondo ordine a coefficienti costanti Def. (C) Un equazioni differenziale del secondo ordine a coefficienti costanti è del tipo u + au + bu = f(t), dove a e b sono
DettagliEsercitazioni di Fisica 1
Esercitazioni di Fisica 1 Ultima versione: 6 novembre 2013 Paracadutista (attrito viscoso). Filo con massa che pende da un tavolo. 1 Studio del moto di un paracadutista Vogliamo studiare il moto di un
DettagliCampi conservativi e forme esatte - Esercizi svolti
Campi conservativi e forme esatte - Esercizi svolti 1) Dire se la forma differenziale è esatta. ω = 2 2 (1 + 2 2 ) 2 d + 2 2 (1 + 2 2 ) 2 d 2) Individuare in quali regioni sono esatte le seguenti forme
DettagliModelli matematici ambientali a.a. 2015/16 Introduzione alle equazioni differenziali
Modelli matematici ambientali a.a. 2015/16 Introduzione alle equazioni differenziali Argomenti trattati Introduzione ai modelli Equazioni differenziali del primo ordine Metodi risolutivi:integrazione diretta
Dettagli1 Primitive e integrali indefiniti
Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 2 CALCOLO INTEGRALE Primitive e integrali indefiniti. Definizione di primitiva e di integrale indefinito Data una funzione
DettagliSoluzioni. 152 Roberto Tauraso - Analisi Risolvere il problema di Cauchy. { y (x) + 2y(x) = 3e 2x y(0) = 1
5 Roberto Tauraso - Analisi Soluzioni. Risolvere il problema di Cauchy y (x) + y(x) = 3e x y() = R. Troviamo la soluzione generale in I = R. Una primitiva di a(x) = è A(x) = a(x) dx = dx = x e il fattore
DettagliIntegrazione di Funzioni Razionali. R(x) = P 0 (x) + P 1(x) Q(x)
Integrazione di Funzioni Razionali Un polinomio di grado n N è una funzione della forma P () = a 0 + a +... + a n n dove a 0, a,..., a n sono costanti reali e a n 0. Una funzione della forma R() = P ()
DettagliEQUAZIONI DIFFERENZIALI Esercizi svolti. y = xy. y(2) = 1.
EQUAZIONI DIFFERENZIALI Esercizi svolti 1. Determinare la soluzione dell equazione differenziale (x 2 + 1)y + y 2 =. y + x tan y = 2. Risolvere il problema di Cauchy y() = 1 2 π. 3. Risolvere il problema
DettagliSistemi differenziali 2 2: esercizi svolti. 1 Sistemi lineari Stabilità nei sistemi lineari
Sistemi differenziali : esercizi svolti 1 Sistemi lineari Stabilità nei sistemi lineari 14 1 Sistemi differenziali : esercizi svolti 1 Sistemi lineari Gli esercizi contrassegnati con il simbolo * presentano
DettagliEsercizi svolti sugli integrali
Esercizio. Calcolare il seguente integrale indefinito x dx. Soluzione. Poniamo da cui x = t derivando rispetto a t abbiamo t = x x = t dx dt = quindi ( t x dx = ) poiché t = t, abbiamo t dt = = in definitiva:
DettagliEquazioni differenziali
4 Equazioni differenziali Determinare le primitive di una funzione f(x) significa risolvere y (x) = f(x) dove l incognita è la funzione y(x). Questa equazione è un semplice esempio di equazione differenziale.
DettagliCalcolo degli integrali indefiniti
Appendice B Calcolo degli integrali indefiniti Se f è una funzione continua nell intervallo X, la totalità delle sue primitive prende il nome di integrale indefinito della funzione f, o del differenziale
DettagliAlcuni esercizi sulle equazioni di erenziali
Alcuni esercizi sulle equazioni di erenziali Calcolo dell integrale generale Per ciascuna delle seguenti equazioni di erenziali calcolare l insieme di tutte le possibili soluzioni. SUGGERIMENTO: Ricordatevi
DettagliFunzioni derivabili (V. Casarino)
Funzioni derivabili (V. Casarino) Esercizi svolti 1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in = 0 delle funzioni: a) 5 b) 3 4 c) + 1 d) sin. ) Scrivere l equazione della retta tangente
DettagliA Analisi Matematica 1 (Corso di Laurea in Informatica e Bioinformatica) Simulazione compito d esame
COGNOME NOME Matr. A Analisi Matematica (Corso di Laurea in Informatica e Bioinformatica) Firma dello studente Tempo: 3 ore. Prima parte: test a risposta multipla. Una ed una sola delle 4 affermazioni
DettagliESERCIZI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI
ESERCIZI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI a cura di Michele Scaglia ESERCIZI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI DEL PRIMO OR- DINE A VARIABILI SEPARABILI TRATTI DA TEMI D ESAME 3) [TE /0/00] Determinare
DettagliCIRCUITI IN CORRENTE CONTINUA
IUITI IN ONT ONTINUA Un induttanza e tre resistenze 2 J J 2 L Il circuito sta funzionando da t = con l interruttore aperto. Al tempo t = 0 l interruttore viene chiuso. alcolare le correnti. Per t 0 circola
Dettagli1 Equazioni Differenziali
Equazioni Differenziali Un equazione differenziale è un equazione che esprime un legame tra una variabile indipendente x (o t, quando ci riferiamo al tempo) una variabile dipendente y o incognita che sta
DettagliPrecorso di Matematica
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI ARCHITETTURA Precorso di Matematica Anna Scaramuzza Anno Accademico 2005-2006 4-10 Ottobre 2005 INDICE 1. ALGEBRA................................. 3 1.1 Equazioni
DettagliSistemi di equazioni differenziali
Capitolo 5 Sistemi di equazioni differenziali Molti problemi sono governati non da una singola equazione differenziale, ma da un sistema di più equazioni. Ad esempio questo succede se si vuole descrivere
DettagliEquazioni differenziali Corso di Laurea in Scienze Biologiche Istituzioni di Matematiche A.A. 2007-2008. Dott.ssa G. Bellomonte
Equazioni differenziali Corso di Laurea in Scienze Biologiche Istituzioni di Matematiche A.A. 2007-2008 Dott.ssa G. Bellomonte Indice 1 Introduzione 2 2 Equazioni differenziali lineari del primo ordine
DettagliEsercitazioni di Matematica
Università degli Studi di Udine Anno Accademico 009/00 Facoltà di Agraria Corsi di Laurea in VIT e STAL Esercitazioni di Matematica novembre 009 Trovare le soluzioni della seguente disequazione: x + +
DettagliESERCIZI DI ANALISI II Ingegneria Civile e dei Trasporti (M-Z) a.a. 2006/2007
ESERCIZI I ANALISI II Ingegneria Civile e dei Trasporti (M-Z) a.a. 006/007 1 FUNZIONI IN UE VARIABILI (I parte) Insiemi di definizione eterminare gli insiemi di definizione delle seguenti funzioni in due
DettagliRisolvere i problemi di Cauchy o trovare l integrale generale delle seguenti equazioni differenziali del II ordine lineari a coefficienti costanti:
Risolvere i problemi di Cauchy o trovare l integrale generale delle seguenti equazioni differenziali del II ordine lineari a coefficienti costanti: 1. y 5y + 6y = 0 y(0) = 0 y (0) = 1 2. y 6y + 9y = 0
DettagliESERCIZI sui VETTORI
ESERCIZI sui VETTORI 1. Calcolare la somma di v 1 (2, 3) e v 2 (1, 4). 2. Calcolare la somma di v 1 (1, 5, 4) e v 2 (6, 8, 2). 3. Calcolare il prodotto di α = 2 e v 1 (1, 4). 4. Calcolare il prodotto di
DettagliEquazioni differenziali. Elisabetta Colombo
Corso di Approfondimenti di Matematica per Biotecnologie, Anno Accademico 2011-2012, http://users.mat.unimi.it/users/colombo/programmabio.html Inversa Eq. diff. 1 Un equazione differenziale e un equazione
DettagliAnalisi Matematica 1+2
Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria - Polo di Savona via Cadorna 7-700 Savona Tel. +39 09 264555 - Fax +39 09 264558 Ingegneria Gestionale Analisi Matematica +2 A.A 998/99 - Prove parziali
DettagliMatematica II. Risolvere o integrare una e.d. significa trovarne tutte le soluzione, che costituiscono il cosidetto integrale generale.
Definizione Si dice equazione differenziale di ordine n nella funzione incognita y = y (x) una relazione fra y, le sue derivate y,..., y (n), e la variabila indipendente x Risolvere o integrare una e.d.
DettagliDipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango)
CAPITOLO 5 Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) Esercizio 5.1. Scrivere un vettore w R 3 linearmente dipendente dal vettore v ( 1, 9, 0). Esercizio 5.2. Stabilire se i vettori
DettagliI. Foglio di esercizi su vettori linearmente dipendenti e linearmente indipendenti. , v 2 = α v 1 + β v 2 + γ v 3. α v 1 + β v 2 + γ v 3 = 0. + γ.
ESERCIZI SVOLTI DI ALGEBRA LINEARE (Sono svolti alcune degli esercizi proposti nei fogli di esercizi su vettori linearmente dipendenti e vettori linearmente indipendenti e su sistemi lineari ) I. Foglio
DettagliIndice slides. 1 Oscillatore semplice 5. 2 Equazione caratteristica 6. 3 Radici complesse 7. 4 Integrale generale 8. 5 Forza Peso 9.
Moto di Oscillatori Pietro Pantano Dipartimento di Matematica Università della Calabria Slides 1 di 27 Slides 2 di 27 1 Oscillatore semplice 5 2 Equazione caratteristica 6 3 Radici complesse 7 4 Integrale
DettagliLa trasformata di Laplace
La trasformata di Laplace (Metodi Matematici e Calcolo per Ingegneria) Enrico Bertolazzi DIMS Universitá di Trento anno accademico 2005/2006 La trasformata di Laplace 1 / 34 Outline 1 La trasformata di
DettagliApplicazioni delle leggi della meccanica: moto armnico
Applicazioni delle leggi della meccanica: moto armnico Discutiamo le caratteristiche del moto armonico utilizzando l esempio di una molla di costante k e massa trascurabile a cui è fissato un oggetto di
DettagliAlcune primitive. Francesco Leonetti (1) 5 giugno 2009
Alcune primitive Francesco Leonetti ) 5 giugno 009 Introduzione La risoluzione di alcune equazioni differenziali ci ha mostrato come sia importante la capacità di trovare le primitive di funzioni assegnate.
DettagliPrima prova in itinere di Analisi Matematica 2 Ingegneria Elettronica. Politecnico di Milano. A.A. 2017/2018. Prof. M. Bramanti.
Prima prova in itinere di Analisi Matematica Ingegneria Elettronica. Politecnico di Milano Es. Punti A.A. 07/08. Prof. M. Bramanti Tema n 4 5 6 Tot. Cognome e nome (in stampatello) codice persona (o n
DettagliIntegrale indefinito
Integrale indefinito 1 Primitive di funzioni Definizione 1.1 Se f: [a, b] R è una funzione, una sua primitiva è una funzione derivabile g: [a, b] R tale che g () = f(). Ovviamente la primitiva di una funzione,
DettagliEquazioni differenziali lineari a coefficienti costanti
Equazioni differenziali lineari a coefficienti costanti Generalità Il modello matematico di un qualsiasi sistema fisico in regime variabile conduce alla scrittura di una o più equazioni differenziali.
DettagliCalcolo integrale. Regole di integrazione
Calcolo integrale Linearità dell integrale Integrazione per parti Integrazione per sostituzione Integrazione di funzioni razionali 2 2006 Politecnico di Torino Proprietà Siano e funzioni integrabili su
DettagliSVILUPPI DI TAYLOR Esercizi risolti
Esercizio 1 SVILUPPI DI TAYLOR Esercizi risolti Utilizzando gli sviluppi fondamentali, calcolare gli sviluppi di McLaurin con resto di Peano delle funzioni seguenti fino all ordine n indicato: 1. fx log1
DettagliCalcolo di integrali definiti utilizzando integrali dipendenti da parametri
Calcolo di integrali definiti utilizzando integrali dipendenti da parametri Mosè Giordano 6 novembre Introduzione I seguenti esercizi mostrano alcuni esempi di applicazioni degli integrali dipendenti da
DettagliLE EQUAZIONI DI SECONDO GRADO
LE EQUAZIONI DI SECONDO GRADO Definizione: un equazione è di secondo grado se, dopo aver applicato i principi di equivalenza, si può scrivere nella forma, detta normale: ax + bx + c 0!!!!!con!a 0 Le lettere
Dettagli7. Forze elastiche. Nella figura 1 il periodo è T = 2s e corrisponde ad un moto unidimensionale limitato tra i valori x = 0 ed x = 1.
1 Moti periodici 7. Forze elastiche Un caso particolare di moto accelerato è un moto periodico. In figura 1 è riportato un esempio di moto periodico unidimensionale. Un moto periodico si ripete identicamente
DettagliRicordiamo ora che a è legata ad x (derivata seconda) ed otteniamo
Moto armonico semplice Consideriamo il sistema presentato in figura in cui un corpo di massa m si muove lungo l asse delle x sotto l azione della molla ideale di costante elastica k ed in assenza di forze
DettagliCapitolo Quattordicesimo EQUAZIONI DIFFERENZIALI
Capitolo Quattordicesimo EQUAZIONI DIFFERENZIALI. INTRODUZIONE DEFINIZIONE. Sono dette equazioni funzionali quelle equazioni in cui l'incognita è una funzione. ESEMPIO. ) Trovare una funzione f: Â Â tale
DettagliANALISI MATEMATICA PER IL CdL IN INFORMATICA ESERCIZI SULLE DISEQUAZIONI
ANALISI MATEMATICA PER IL CdL IN INFORMATICA ESERCIZI SULLE DISEQUAZIONI Risolvere le seguenti disequazioni: ( 1 ) x < x + 1 1) 4x + 4 x ) x + 1 > x 4x x 10 ) x 4 x 5 4x + > ; 4) ; 5) 0; ) x 1 x + 1 x
DettagliDerivazione. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara
Derivazione Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)
DettagliSoluzioni dello scritto di Analisi Matematica II - 10/07/09. C.L. in Matematica e Matematica per le Applicazioni
Soluzioni dello scritto di Analisi Matematica II - /7/9 C.L. in Matematica e Matematica per le Applicazioni Proff. K. Payne, C. Tarsi, M. Calanchi Esercizio. a La funzione f è limitata e essendo lim fx
DettagliSoluzioni dei quesiti della maturità scientifica A.S. 2009/2010
Soluzioni dei quesiti della maturità scientifica AS 009/010 Nicola Gigli Sun-Ra Mosconi giugno 010 Quesito 1 Un generico polinomio di grado n si può scrivere nella forma p(x) a 0 + a 1 x + + a n x n dove
DettagliIst. di Fisica Matematica mod. A Quarta esercitazione
Ist. di Fisica Matematica mod. A Quarta esercitazione Francesca Arici (farici@sissa.it Domenico Monaco (dmonaco@sissa.it 3 Novemre La numerazione seguita per gli Esercizi è quella delle note del corso.
DettagliIntroduzione alla Meccanica: Cinematica
Introduzione alla Meccanica: Cinematica La Cinematica si occupa della descrizione geometrica del moto, senza riferimento alle sue cause. E invece compito della Dinamica mettere in relazione il moto con
DettagliProve scritte di Analisi I - Informatica
Prove scritte di Analisi I - Informatica Prova scritta del 3 gennaio Esercizio Stabilire il comportamento delle seguenti serie: n= n + 3 sin n, n= ( ) n n + 3 sin n, n= (n)! (n!), n= n + n 9 n + n. Esercizio
DettagliArgomento 14 Esercizi: suggerimenti
Argomento 4 Esercizi: suggerimenti Ex.. Equazione differenziale lineare del primo ordine, cioè del tipo: y + a(x) y = f(x) il cui integrale generale è dato dalla formula: ] y(x, C) = e [C A(x) + f(x)e
DettagliEsercizi: circuiti dinamici con generatori costanti
ezione Esercizi: circuiti dinamici con generatori costanti ezione n. Esercizi: circuiti dinamici con generatori costanti. Esercizi con circuiti del I ordine in transitorio con generatori costanti. ircuiti..
DettagliOperazioni tra matrici e n-uple
CAPITOLO Operazioni tra matrici e n-uple Esercizio.. Date le matrici 0 4 e dati λ = 5, µ =, si calcoli AB, BA, A+B, B A, λa+µb. Esercizio.. Per ognuna delle seguenti coppie di matrici A, B e scalari λ,
DettagliCALCOLO DEGLI INTEGRALI
CALCOLO DEGLI INTEGRALI ESERCIZI SVOLTI DAL PROF. GIANLUIGI TRIVIA INTEGRALI INDEFINITI. Integrazione diretta.. Principali regole di integrazione. () Se F () f (), allora f () F () dove C è una costante
DettagliMatrice esponenziale e sistemi differenziali lineari a coefficienti costanti
Matrice esponenziale e sistemi differenziali lineari a coefficienti costanti Matrice esponenziale Sia A R n,n una matrice quadrata n n Per definire l esponenziale di A, prendiamo spunto dall identità e
DettagliProdotto scalare e ortogonalità
Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano
DettagliIntegrali indefiniti fondamentali. Integrali indefiniti riconducibili a quelli immediati. a dx ax c. log. e dx e c. cos xdx senx c.
Integrali indefiniti fondamentali Integrali indefiniti riconducibili a quelli immediati d f ( c d f ( c a d a c n n d c con n - n a a d log k e d e k k e c a c e d e c d log c send cos c cos d sen c senhd
DettagliMonomi L insieme dei monomi
Monomi 10 10.1 L insieme dei monomi Definizione 10.1. Un espressione letterale in cui numeri e lettere sono legati dalla sola moltiplicazione si chiama monomio. Esempio 10.1. L espressione nelle due variabili
DettagliFenomeni Oscillatori: Equazioni di Base della Meccanica del Punto Materiale
Fenomeni Oscillatori: Equazioni di Base della Meccanica del Punto Materiale Lezione del Corso di Esercitazioni di Laboratorio di Meccanica, Roma, 5 Maggio, 2014 Roberto Bonciani 1, Diparto di Fisica dell
DettagliEsercizi sulla soluzione dell equazione delle onde con il metodo della serie di Fourier
Esercizi sulla soluzione dell equazione delle onde con il metodo della serie di Fourier Corso di Fisica Matematica 2, a.a. 2013-2014 Dipartimento di Matematica, Università di Milano 13 Novembre 2013 1
DettagliCorso di Analisi Matematica. Polinomi e serie di Taylor
a.a. 2011/12 Laurea triennale in Informatica Corso di Analisi Matematica Polinomi e serie di Taylor Avvertenza Questi sono appunti informali delle lezioni, che vengono resi disponibili per comodità degli
DettagliRette e piani in R 3
Rette e piani in R 3 In questa dispensa vogliamo introdurre in modo elementare rette e piani nello spazio R 3 (si faccia riferimento anche al testo Algebra Lineare di S. Lang). 1 Rette in R 3 Vogliamo
DettagliEquazioni differenziali
Equazioni differenziali Antonino Polimeno Università degli Studi di Padova Equazioni differenziali - 1 Un equazione differenziale è un equazione la cui soluzione è costituita da una funzione incognita
DettagliCalcolo Integrale. F (x) = f(x)?
3 Calcolo Integrale Nello studio del calcolo differenziale si è visto come si può associare ad una funzione la sua derivata. Il calcolo integrale si occupa del problema inverso: data una funzione f è possibile
Dettagli1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee
1 Ampliamento del piano e coordinate omogenee Vogliamo dare una idea, senza molte pretese, dei concetti che stanno alla base di alcuni calcoli svolti nella classificazione delle coniche. Supponiamo di
DettagliDispense del corso di Analisi II
Dispense del corso di Analisi II versione preliminare Paolo Tilli Dipartimento di Matematica Politecnico di Torino email: paolo.tilli@polito.it 21 dicembre 2004 Capitolo 4 Equazioni differenziali 4.1 Introduzione
DettagliLEZIONI DI ANALISI MATEMATICA I. Equazioni Differenziali Ordinarie. Sergio Lancelotti
LEZIONI DI ANALISI MATEMATICA I Equazioni Differenziali Ordinarie Sergio Lancelotti Anno Accademico 2006-2007 2 Equazioni differenziali ordinarie 1 Equazioni differenziali ordinarie di ordine n.................
Dettagli1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: c) x + 1 d)x sin x.
Funzioni derivabili Esercizi svolti 1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in x = 0 delle funzioni: a)2x 5 b) x 3 x 4 c) x + 1 d)x sin x. 2) Scrivere l equazione della retta tangente
DettagliSISTEMI LINEARI A COEFFICIENTE COSTANTE
SISTEMI LINEARI A COEFFICIENTE COSTANTE Per studiare la velocità, la precisione e la stabilità di un sistema bisogna individuare il modello matematico del sistema Abbiamo visto che un sistema di controllo
DettagliIntegrali inde niti. F 2 (x) = x5 3x 2
Integrali inde niti Abbiamo sinora studiato come ottenere la funzione derivata di una data funzione. Vogliamo ora chiederci, data una funzione f, come ottenerne una funzione, che derivata dia f. Esempio
DettagliTRIGONOMETRIA: DISEQUAZIONI TRIGONOMETRICHE
FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSI DI POTENZIAMENTO - MATEMATICA E LOGICA ANNO ACCADEMICO 008-009 ESERCIZI DI TRIGONOMETRIA: DISEQUAZIONI TRIGONOMETRICHE Esercizio : Risolvere la seguente disequazione >. Svolgimento:
DettagliIngegneria civile - ambientale - edile
Ingegneria civile - ambientale - edile Analisi - Prove scritte dal 7 Prova scritta del 9 giugno 7 Esercizio Determinare i numeri complessi z che risolvono l equazione Esercizio (i) Posto a n = n i z z
DettagliESERCIZI SVOLTI SUL CALCOLO INTEGRALE
ESERCIZI SVOLTI SUL CALCOLO INTEGRALE * Tratti dagli appunti delle lezioni del corso di Matematica Generale Dipartimento di Economia - Università degli Studi di Foggia Prof. Luca Grilli Dott. Michele Bisceglia
DettagliEsercizi sulle Funzioni
AM0 - A.A. 03/4 ALFONSO SORRENTINO Esercizi sulle Funzioni Esercizio svolto. Trovare i domini di definizione delle seguenti funzioni: a) f) sin + cos ; b) g) log ) ; c) h) sin + e sin. Soluzione. a) La
DettagliI teoremi della funzione inversa e della funzione implicita
I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita Appunti per il corso di Analisi Matematica 4 G. Mauceri Indice 1 Il teorema della funzione inversa 1 Il teorema della funzione implicita 3 1
DettagliFisica Generale I (primo modulo) A.A , 9 febbraio 2009
Fisica Generale I (primo modulo) A.A. 2008-09, 9 febbraio 2009 Esercizio 1. Due corpi di massa M 1 = 10kg e M 2 = 5Kg sono collegati da un filo ideale passante per due carrucole prive di massa, come in
DettagliCompito del 14 giugno 2004
Compito del 14 giugno 004 Un disco omogeneo di raggio R e massa m rotola senza strisciare lungo l asse delle ascisse di un piano verticale. Il centro C del disco è collegato da una molla di costante elastica
Dettagli0.1 Numeri complessi C
0.1. NUMERI COMPLESSI C 1 0.1 Numeri complessi C Abbiamo visto sopra come l introduzione dei numeri irrazionali può essere motivata dalla necessità di trovare soluzione all equazione x = 0 che non ha soluzioni
DettagliFUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale
FUNZIONI Siano X e Y due insiemi. Def. Una funzione f definita in X a valori in Y è una corrispondenza (una legge) che associa ad ogni elemento X al più un elemento in Y. X Y Def. L insieme Y è detto codominio
DettagliFUNZIONI. y Y. Def. L insieme Y è detto codominio di f. Es. Siano X = R, Y = R e f : x y = 1 x associo il suo inverso). (ad un numero reale
FUNZIONI Siano X e Y due insiemi. Def. Una funzione f definita in X a valori in Y è una corrispondenza (una legge) che associa ad ogni elemento X al piú un elemento in Y. X Y Def. L insieme Y è detto codominio
DettagliESERCITAZIONE 9: INTEGRALI DEFINITI. CALCOLO DELLE AREE E ALTRE APPLICAZIONI
ESERCITAZIONE 9: INTEGRALI DEFINITI. CALCOLO DELLE AREE E ALTRE APPLICAZIONI Tiziana Raparelli 5/5/9 CONOSCENZE PRELIMINARI Vogliamo calcolare f ( x, ax + bx + c ) dx. Se a =, allora basta porre bx + c
DettagliEQUAZIONI DI LAGRANGE E STAZIONARIETÀ DEL POTENZIALE
EQUAZIONI DI LAGRANGE E STAZIONARIETÀ DEL POTENZIALE Equazioni di Lagrange in forma non conservativa Riprendiamo l equazione simbolica della dinamica per un sistema olonomo a vincoli perfetti nella forma
DettagliTipologia delle funzioni studiate: 1. y= ax n + bx n y= e x 3. y= (ax + b)/ (cx + d) 4. y= (ax 2 + b) (cx + d)
- ricerca dei punti di flesso - ricerca dell asintoto orizzontale - ricerca dell asintoto verticale - ricerca dell asintoto obliquo - ricerca dei punti di intersezione con gli assi Tipologia delle funzioni
DettagliCapitolo 6. Sistemi lineari di equazioni differenziali. 1
Capitolo 6 Sistemi lineari di equazioni differenziali L integrale generale In questo capitolo utilizzeremo la forma canonica di Jordan per studiare alcuni tipi di equazioni differenziali Un sistema lineare
DettagliLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI. che, insieme alle loro derivate, soddisfano un equazione differenziale.
LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI I problemi incontrati fin ora nel corso di studi di matematica erano tutti di tipo numerico, cioè la loro risoluzione ha sempre portato alla determinazione di uno o più numeri
DettagliEQUAZIONI DIFFERENZIALI / ESERCIZI SVOLTI
ANALISI MATEMATICA I - A.A. 011/01 EQUAZIONI DIFFERENZIALI / ESERCIZI SVOLTI L asterisco contrassegna gli esercizi più difficili. Determinare l integrale generale dell equazione differenziale y = e x y
DettagliDERIVATE E LORO APPLICAZIONE
DERIVATE E LORO APPLICAZIONE SIMONE ALGHISI 1. Applicazione del calcolo differenziale 1 Abbiamo visto a lezione che esiste un importante legame tra la continuità di una funzione y = f(x) in un punto x
DettagliFunzioni e grafici. prof. Andres Manzini
Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Dipartimento di Scienze e Metodi dell Ingegneria Corso MOOC Iscriversi a Ingegneria Reggio Emilia Introduzione Definizione Si dice funzione (o applicazione)
Dettagli