Indagine sociostatistica. - 1 La partecipazione delle donne al mondo del lavoro in. Nell affrontare le problematiche sull universo donna in Lombardia

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1 Indagine sociostatistica - 1 La partecipazione delle donne al mondo del lavoro in provincia di Varese. Nell affrontare le problematiche sull universo donna in Lombardia in particolare nella provincia di Varese i dati raccolti riguardanti il periodo 1993/2003 fotografano in maniera ideale lo schema dinamico riguardante il mutamento della popolazione in termini di condizione lavorativa e di genere avutosi nel corso di questi dieci anni in provincia di Varese. Dal confronto dei dati raccolti emerge che nell ambito locale della provincia di Varese c è un tendenziale aumento di forza lavoro caratterizzato da un aumento partecipativo della componente femminile attestato intorno al 12% per quanto riguarda Varese, intorno al 14% per quanto riguarda l insieme regionale della Lombardia. 1

2 Il tendenziale aumento di forza lavoro femminile registratosi nel corso dell ultimo decennio ( 1993/2003 ) ci ha consentito di individuare nel contesto locale della provincia di Varese, un luogo dove è stato possibile registrare una comune politica di organizzazione territoriale volta a standardizzarsi su modelli socioculturali di tipo europeo. Negli ultimi anni alcuni osservatori vanno sostenendo con forza che per poter meglio comprendere le dinamiche organizzative del mercato del lavoro in riferimento alla condizione di genere è necessario soffermare l attenzione sul passaggio da un sistema e/o modello tradizionale di divisione del lavoro ad un sistema e/o modello altro dove non è più la vecchia concezione del lavoro inteso come puro sostentamento ad appagare gli individui e a renderli partecipi del mercato lavorativo, bensì è la realizzazione e l appagamento personale nonché il riconoscimento sociale a rendere maggiormente soddisfatti i lavoratori/trici del terzo millennio 1. Nel periodo 1993/2003 si è assistito ad un numero di occupate che in provincia di Varese sono passate da 125 mila a 146 mila nel Si veda in A. Accornero: Il mondo della produzione: sociologia del lavoro e dell industria ed. Il Mulino, Bologna 2

3 mettendo ben in risalto un certo trend positivo che configura la provincia come un luogo segnato da un relativo benessere in termini di opportunità lavorative e partecipazione di genere. Risulta molto importante considerare il fenomeno dell invecchiamento della popolazione: a tale riguardo si può ben sostenere che le persone in età non lavorativa che superano i 65 anni dal 1993 al 2003 si attestano intorno al 13% per Varese, mentre raggiunge il 25% per l intera Lombardia. Confrontando i questionari somministrati sia alla popolazione femminile che alle aziende del varesino il quadro che emerge da questi primi dati decennio 93/03 è tutto sommato confortante per il territorio provinciale. In questo spazio geografico dell Italia Nord Occidentale, La Lombardia in genere e più in particolare l asse che va da Varese al Sempione periferico di Milano hanno pur in una fase di congiuntura molto debole mantenuto l occupazione e ridotto il tasso di disoccupazione: in questo caso un trend positivo è dato dall alta partecipazione di molte donne entrate nel mondo del lavoro. 3

4 In questi anni è apparso sempre più chiaro che la forza lavoro femminile tanto in ambito macro territoriale quanto in ambito micro viene a costituire un serbatoio sociale di fondamentale importanza soprattutto in questo ultimo decennio dove si assiste ad un aumento accentuato di invecchiamento di popolazione 2. Scendendo nel dettaglio della zona territoriale della provincia di Varese nel 2001 risulta esserci un tasso d attività femminile pari al 42,5% superiore di oltre un punto rispetto all intera regione Lombardia e di ben 6 punti superiore rispetto all Italia. Sebbene lo scarto sia rilevante in termini di rapporto numerico con la popolazione maschile ( 63.5% tasso d attività maschile ), Varese conferma una certa caratterizzazione femminile dell offerta di lavoro 3. Nel caso dell area territoriale di riferimento gli indici di invecchiamento della popolazione confermano un accentuato scarto a favore della popolazione femminile, facendo si che per effetto dell uscita dal mercato del lavoro da parte delle donne anticipata 2 Per un approfondimento sulle dinamiche di genere in ambito di organizzazione del lavoro e formazione si rimanda a: M.Giannini / B. Coriat Ripensare l organizzazione del lavoro Dedalo, Bari Si veda LIUC-IRS ( 2001 ) e Progetto Varese in rete per le pari opportunità, ( Provincia di Varese Assessorato al Lavoro e alle Pari Opportunità - )

5 rispetto a quella degli uomini si notano differenze di genere per le fasce d età ( 17.8% uomini, 15.4% donne ) e oltre i 65 anni ( 1.7% uomini, 0.8% donne ). Se nel corso del decennio appena trascorso molti sono stati i cambiamenti che hanno investito l universo femminile in termini di opportunità e policy, diversa sembra essere l effettivo rapporto in termini di scarti occupazionali tra maschi e femmine nella Lombardia. Passando dalle percentuali ai valori assoluti si può valutare in circa il numero di donne tra i 30 ed i 64 anni che non sono attualmente occupate. Questo sta a significare che facendo qualche calcolo, sarebbero circa le persone potenzialmente coinvolgibili soprattutto ( nel caso della Lombardia e dell asse Varese Saronno ) nel settore delle piccole e medie imprese del settore artigianato o manifatturiero 4. La provincia di Varese pur non essendo in termini di rilevazioni statistiche una zona a forte drasticità occupazionale mantiene 4 Fonte ISTAT per la Provincia di Varese Forza Lavoro Disponibile

6 ugualmente il 23 posto sulle 103 province italiane per quanto riguarda la disoccupazione relativa : nel 2003 la disoccupazione è scesa al 1.3% una performance soddisfacente, ma non ancora assoluta, se messa a confronto con altri territori che registrano tassi incredibilmente bassi dell 1.3% a Lecco o dell 1.9% a Bergamo. Nello spazio urbano della provincia di Varese si registra al 2003 tutte le frizioni e i disagi di un economia che lavora ai limiti della saturazione dei più importanti bacini occupazionali; i dati aggregati in questo caso confermano che esiste una disarmonia in termini di offerta di lavoro con cui le imprese si devono confrontare quotidianamente. Dalla ricerca, volta ad individuare le caratteristiche della popolazione femminile in provincia di Varese, ( in termini di fabbisogni ) per settori potenzialmente imprenditoriali agganciati al fare sistema per il potenziamento della Pmi, emerge da alcuni contatti telefonici con piccoli imprenditori e dai questionari ad essi somministrati che il problema di questa provincia è che essa sembra poggiare su un bacino di potenziale occupazione saturo in 6

7 cui agisce un doppio vincolo : quello di avere uno scarso serbatoio di disoccupazione da attivare e quello di avere pochi margini per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di capitale sociale femminile questo sembra guardare più al settore terziario e/o dei servizi anziché al settore di impresa tradizionale La situazione occupazionale in Provincia di Varese. Durante la fase della raccolta dati sulla popolazione femminile in provincia di Varese un certo interesse è stato rivolto all analisi delle fonti ufficiali riguardanti l espansione della forza lavoro: emerge che ancora fino al 2001 c è una forza lavoro femminile che è assorbita dalla crescita occupazionale che ha consentito un aumento del tasso d occupazione 6. 5 Tuttavia gestire un impresa, di qualsiasi settore, non è sempre facile ed è necessario anche attivarsi per fare in modo di individuare forme di incentivazione agevolata, a questo scopo è significato mettere in risalto le iniziative che seguendo dei dettagliati programmi di sviluppo hanno presentato ( a Varese ) pacchetti di agevolazione a favore dell imprenditorialità femminile, in occasione del 5 bando della legge 215/92. Questa legge, operante su tutto il territorio nazionale ma con diverse intensità di aiuto in funzione dell area di ubicazione dell impresa, mette a disposizione dell imprenditoria femminile stanziamenti, sotto forma di contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti realizzati per l avvio di attività imprenditoriali, l acquisto di attività preesistenti, la realizzazione di progetti aziendali innovativi e l acquisizione di servizi reali. 6 Si veda in: Varese in rete per le Pari Opportunità : il lavoro femminile in provincia di Varese vol. II anno

8 Sia per Varese che per l intera regione Lombardia il trend di lungo periodo è di una crescita del tasso d occupazione femminile dal 35% del 1993 al 41,03% del Soffermando l attenzione sui tassi di occupazione femminili, con quelli riferiti alla popolazione maschile, ci si rende facilmente conto che nel 2003 il gap di genere in termini di differenze tra tasso d occupazione maschile e tasso d occupazione femminile, risulta piuttosto elevato ( all incirca 22.8% per Varese contro un 25,7% della Lombardia ), anche se in lieve diminuzione considerando l arco temporale 1993 / A tale proposito è utile mettere in risalto che nel caso dello spazio territoriale considerato assumono una forte connotazione i positivi tassi d occupazione che interessano le donne della provincia per la fascia d età 25 e 29 anni ( 73,2% ), mentre i valori più bassi sono relativi alle giovani donne tra i 15 e i 24 anni ( 24,5% ). La situazione d insieme per quanto riguarda l indice del tasso di occupazione si configura con un modello occupazionale decisamente più elevato per le giovani donne ( 24,5% Varese, 8

9 35.8% Lombardia ); considerando la popolazione in età lavorativa ( anni ) il tasso di attività femminile si attesta al 50% circa sia in provincia di Varese sia in Lombardia 7. I dati raccolti per tipologia d impiego indicano una composizione differenziata riferita all universo maschile e femminile: per l universo femminile si assiste ad una più elevata concentrazione di forza lavoro di tipo terziario ( assistenza, servizi, formazione ) mentre per la forza lavoro maschile si evidenzia una tendenziale propensione verso il settore industriale ( in termini numerici abbiamo un 67,4% del totale delle donne e 45.9% del totale degli uomini per il terziario mentre un 31.9% per le donne e 52,2% per il totale degli uomini nel settore industriale). Per quanto riguarda l agricoltura questo appare essere un settore in declino, che a partire già dalla fine degli anni ottanta del ventesimo secolo sino alle soglie del terzo millennio pesa poco in termini di incidenza sull intera struttura occupazionale: nella provincia di Varese ( solo 1,4% ) e, ancora meno considerando solo la componente femminile ( 0,7%). 7 Ibidem. 9

10 Nella gerarchia settoriale dell occupazione femminile il terziario occupa un posto predominante ( istituzioni di credito, assicurazioni, servizi per le imprese, insegnamento, sanità, commercio, ristorazione e settore alberghiero ) in particolare per le donne con titoli di studio elevati, mentre e diminuita per quelle senza titoli o in possesso della licenza elementare. Nel 2003 la situazione complessiva delle donne appare in forte miglioramento anche in termini di disoccupazione: il tasso di disoccupazione risulta essere in calo, nonostante confrontando i dati riguardanti la popolazione femminile in contrapposizione a quella maschile emerge che il numero di disoccupate si aggira intorno al 5,5% rispetto a quello maschile pari al 3,3%. La disoccupazione femminile nella provincia di Varese tende prevalentemente a concentrarsi nella fascia più bassa ( anni ) con un tasso di disoccupazione che supera il 22% mentre risulta contenuta per le donne dai 30 ai 64 anni d età ( 7,3% ). In questo distretto territoriale nel 2003 la ricerca di un lavoro per la fascia d età più bassa ha riguardato per la maggior parte persone 10

11 con un diploma di scuola media superiore, in particolare donne ( 55% delle donne e 41% degli uomini ) 8. Da questi dati in prima battuta si può sostenere che la situazione lavorativa riguardante la popolazione femminile appartenente all area geografica specifica è migliorata nel periodo considerato ( ), nonostante la provincia di Varese continua a presentare il tasso di disoccupazione femminile più alto in tutta la Lombardia, questo dato non deve essere interpretato esclusivamente come difficoltà d inserimento nel mondo del lavoro da parte della componente femminile, ma come segnale della forte e costante crescita dell offerta di lavoro femminile e come indicatore di determinazione ad entrare o ritornare nel mercato del lavoro, nonostante le difficoltà e anche a prezzo della disoccupazione 9. 8 Il titolo di studio risulta più basso man mano che si considerano fasce d età più elevate: il 48% delle persone in cerca di occupazione nella fascia anni ha una licenza di scuola media inferiore mentre per la fascia anni si ha una prevalenza di persone senza alcun titolo di studio ( 47%). Per quanto riguarda l ultima fascia d età il 70% delle donne in cerca di occupazione non ha alcun titolo di studio mentre l analoga percentuale per gli uomini è appena del 14%. Per un approfondimento si rimanda a progetto Varese in rete Op.Cit. 9 Ibidem. 11

12 Sistema flessibile del mercato del lavoro in ambito locale. Nel corso degli ultimi anni all interno del mercato del lavoro italiano ed europeo ( così come nell insieme del sistema globale delle politiche occupazionali riguardanti in prevalenza i paese occidentali ) si è affermata una politica di programmazione occupazionale tendente a flessibilizzare gli orari e i ritmi di lavoro. Per quel che riguarda il mercato del lavoro dipendente esistono in prevalenza due principali forme di lavoro: il lavoro a tempo determinato e il lavoro part-time. Per quanto la situazione occupazionale femminile, così come visto in precedenza, nella provincia di Varese nel corso dell ultimo decennio è nettamente migliorata, soffermando l attenzione su quelle che sono state negli ultimi tempi le nuove assunzioni emerge che è ancora molto alto il senso di instabilità occupazionale. Per quanto riguarda soprattutto il periodo emerge chiaramente che la fascia di lavoratrici assunte nella provincia di Varese si collocano sempre più marcatamente all interno di un 12

13 sistema di flessibilità del lavoro particolarmente elevato: se nel 2003 le donne avviate al lavoro con contratto a tempo determinato costituivano circa il 73%, dieci anni prima erano circa quattro volte meno; la stessa situazione dicasi per la flessibilità del mercato del lavoro che risulta oggi particolarmente elevato rispetto a dieci anni prima, basti pensare che nel 2003 il 73% delle donne avviate al lavoro tramite uffici di collocamento è stata assunta con un contratto di lavoro a tempo determinato, percentuale che dieci anni prima si aggirava attorno al 25% 10. Da questi primi dati si mette in rilevo che, cambiando l impostazione contrattuale da tempo indeterminato al tempo determinato, le aziende hanno privilegiato prevalentemente il lavoro femminile con contratti a tempo determinato, rispetto alla popolazione maschile che risulta ancora agganciata al lavoro con forme contrattuali a tempo indeterminato. Per quanto riguarda il lavoro parasubordinato si evidenzia che nell ambito dell intera regione Lombardia tocca quota 46%, mentre nell ambito provinciale di Varese nel 2003 si registra una presenza 10 Ibidem. 13

14 di lavoro parasubordinato pari al 45%: da questo indicatore si evince che in misura rilevante questo fenomeno riguarda la popolazione femminile che nel 2003 arriva a costituire un target privilegiato per la tipologia contrattuale. L elevato coinvolgimento femminile, tipico di questa forma di impiego, risulta più marcato a Varese rispetto alla media lombarda, infatti l incidenza di Varese sul totale della Lombardia per le sole donne sale al 9,6%: basti pensare che tra i lavoratori parasubordinati il peso maggiore è quello dei collaboratori che nel 2001 costituivano il 90% del totale, con peso più consistente per le donne ( 92%); anche per quanto riguarda il lavoro professionale si evidenzia che il segmento più forte di questo universo è più numeroso tra gli uomini con una quota del 10% sul totale mentre le donne professioniste sono solo il 5,9% 11. Nell insieme si denota un tendenziale aumento di contratti di lavoro parasubordinati con un aumento di contratti di collaborazione per le donne appartenenti alla fascia generazionale 25/39 anni. 11 Ibidem. 14

15 Tale tipologia contrattuale assume un significato forte all interno del mercato del lavoro in Lombardia e in particolare nella provincia di Varese costituisce un canale di ingresso nel mondo del lavoro per le giovani donne E necessario specificare che nell ambito del mercato del lavoro del terzo millennio in termini giuridici il contratto di lavoro a Collaborazione Coordinata e Continuativa si differenzia notevolmente dal lavoro subordinato per il fatto che il lavoratore/trice non risulta inserito nella pianta organica e gerarchica dell azienda e dunque non è sottoposto alla vigilanza e al potere direttivo del datore di lavoro ma gode di un certo grado di autonomia in merito alle modalità e ai tempi di esecuzione della prestazione. Nella pratica però accade spesso che il collaboratore sia sottoposto a direttive specifiche e vincolanti da parte del committente, specialmente se il committente è unico, e sia di fatto inserito nell organizzazione aziendale con orari da rispettare e una prestazione da eseguire a tempo pieno. I tratti tipici del rapporto di collaborazione sono: - la continuità, ovvero per l esecuzione il rapporto prevede un impegno costante da parte del lavoratore e la prestazione non ha carattere occasionale; - la coordinazione, ovvero esiste un collegamento funzionale con la struttura organizzativa del committente, il quale può dare direttive al collaboratore, nel rispetto della sua autonomia professionale; - la personalità, ovvero per l esecuzione della prestazione l attività del collaboratore ha carattere fondamentale e prevale sia sull eventuale attività di altri sia sul possibile utilizzo dei mezzi. 15

16 Situazione occupazionale in termini circoscrizionali. La situazione occupazionale femminile nell ambito delle circoscrizioni della provincia di Varese delinea dei profili differenziati per il Le circoscrizioni di Luino e Gallarate si caratterizzano per la presenza di un saldo negativo mentre nell ambito delle altre circoscrizioni le donne avviate al lavoro superano le cessazioni. Nell ambito territoriale varesino le circoscrizioni nel complesso evidenziano una situazione negativa per quanto riguarda il lavoro femminile all interno del settore industriale, cosa del tutto opposta per quanto riguarda le assunzioni di lavoratrici nell ambito del settore terziario e/o dei servizi. Se a Gallarate risulta essere negativo il saldo occupazionale tanto dell industria quanto dei servizi ( -148 unità ) l opposto accade a Luino dove si registra un +83 unità nel settore dei servizi e un -147 unità nel settore industriale. 16

17 Significativo è l indicatore qualifica professionale che aiuta a comprendere meglio le caratteristiche differenziali in termini di circoscrizioni per quanto riguarda la componente femminile: a Varese, Busto Arsizio e Tradate si registra un saldo positivo in tutte le categorie, mentre nel caso di Gallarate si evidenzia un saldo positivo per gli apprendisti e per gli operai qualificati mentre per quanto riguarda gli operai senza qualifica e gli impiegati la situazione risulta fortemente preoccupante. Nel caso delle altre circoscrizioni si ha la seguente situazione: Sesto Calende registra un segno negativo per gli apprendisti e operai qualificati; Laveno Mombello registra un saldo di poco inferiore allo zero per gli operai specializzati, positivo per tutte le altre categorie; Luino ha un saldo positivo solo per le categorie degli operai non qualificati; Saronno ha un segno positivo per le qualifiche più basse e negativo per gli operai qualificati ed impiegati. Per quanto riguarda la composizione degli avviamenti sia per settore che per qualifica appare un quadro particolarmente differenziato: la circoscrizione di Laveno Mombello è quella che più 17

18 delle altre mantiene una certa caratterizzazione industriale, con una quota di donne avviate nel settore industriale di poco inferiore al 42% mentre la media provinciale è del 23% circa. Nell ambito del settore industriale registrano bassi valori occupazionali sia Saronno che Sesto Calende; Busto Arsizio risulta essere la circoscrizione con il più basso tasso di avviati all industria e il più alto per quanto riguarda l avviamento nel settore dei servizi e un 1,5% come quote di assunzioni nella pubblica amministrazione ( insieme a Luino con 1,7% ). Lo schema settoriale della struttura produttiva delle circoscrizioni provinciali di Varese presenta una composizione altamente diversificata per quanto riguarda la base della qualifica. Nel caso della circoscrizione di Busto Arsizio e Saronno si registra un alta quota di impiegate seguita da Saronno, mentre per le circoscrizioni di Laveno Mombello, Sesto Calende, Luino, Gallarate, Tradate e Varese si registra la seguente situazione: Laveno Mombello registra le più alte percentuali nelle categorie meno 18

19 qualificate, seguita da Sesto Calende, mentre per Laveno la quota di donne avviate con la qualifica da impiegate è la più bassa, rispetto alla situazione intermedia di Tradate con la percentuale di apprendisti più bassa ( meno del 5% ) mentre per Varese si è in presenza di un alta percentuale di operai qualificati, mentre risultano pochi rispetto alla media gli operai non specializzati che sono riusciti a trovare lavoro in questa circoscrizione 13. Per quanto riguarda la tipologia contrattuale utilizzata per l assunzione di donne negli ultimi anni si rileva che una delle peggiori situazioni è presente all interno della circoscrizione di Tradate dove è molto accentuato il ricorso per l assunzione di donne tramite contratti a tempo determinato. La circoscrizione di Saronno sembra quella che registra la minore precarietà del lavoro femminile: l indice di instabilità occupazionale e l incidenza dei contratti a tempo determinato sono i più bassi, l incidenza del part-time risulta inferiore alla media e i contratti 13 Progetto Varese in rete Op.Cit. 19

20 trasformati in assunzioni stabili superano, anche se di poco, la media di Varese 14. Sesto Calende è la circoscrizione con il più alto ricorso al tempo parziale mentre registra valori migliori della media per le altre variabili. Anche a Laveno Mombello e Luino si assiste ad una elevata presenza di tipologie contrattuali tendenti a privilegiare il part-time e i contratti a tempo determinato e successivamente hanno trasformato questi contratti precari in assunzioni stabili ( 17% e 14% ). Varese e Busto Arsizio utilizzano contratti a brevissimo termine o di poche ore settimanali facendo registrare un indice alto rispetto alle altre circoscrizioni; le trasformazioni di contratti a termine in assunzioni definitive risultano inferiori alla media, in particolare per Busto Arsizio si evidenzia il valore più basso ( 7,7% ). Per Gallarate l utilizzo di contratti a tempo determinato e part-time è più alto rispetto alla media ma per periodi superiori a 4 mesi o per un orario settimanale di più di 20 ore Ibidem. 20

21 Dall andamento delle complessive circoscrizioni della provincia di Varese emerge che il lavoro femminile negli ultimi anni risulta differenziato e le peculiarità di ciascuna circoscrizione sono riassunte nel seguente modo: o Gallarate presenta un saldo avviamenti-cessazioni negativo sia per l industria che nei servizi; registra una situazione preoccupante per le operaie senza qualifica; o Luino c è un saldo positivo per i servizi, mentre risulta preoccupante la ofrte perdita di posti di lavoro nell industria; o Laveno Mombello in questa circoscrizione è positiva la presenza dell industria che riesce a mantenere un posizionamento forte riuscendo ad inserire nell avviamento soggetti meno qualificati; o Saronno c è un alta quota di avviamenti con qualifica di impiegate e registra alte presenze di precarietà del lavoro e di differenze tra i generi in termini di tipologia contrattuale; 15 Ibidem. 21

22 o Sesto Calende c è un elevata media di avviamenti di apprendisti e operai non specializzati, registra il ricorso più elevato al tempo parziale; o Busto Arsizio è la circoscrizione dove si evidenzia una più ampia quota di inserimento nel settore dei servizi e della pubblica amministrazione; elevata è la quota degli avviati come impiegati; i livelli di trasformazione di contratti a tempo determinato in indeterminato sono i più bassi; o Varese è la circoscrizione dove si registra la più alta percentuale di avviamenti di operai specializzati; utilizza in percentuale alla media i contratti a brevissimo termine ( sotto i 4 mesi ) e i contratti par-time di poche ore settimanali ( sotto le 20 ore ); o Tradate evidenzia la quota più bassa di apprendisti avviati al lavoro; l instabilità occupazionale raggiunge i livelli più elevati dato il massiccio ricorso a contratti a termine; elevate le differenze tra i sessi in termini di tipologia contrattuale Ibidem 22

23 FABBISOGNI PROFESSIONALI DELLE P.M.I. Nell affrontare in ambito provinciale, all interno di un contesto territorialmente definito come luogo assiale ad economia altamente competitiva, la ricerca quantiqualitativa volta ad individuare i fabbisogni del mondo delle piccole e medie imprese in relazione al bacino sociale di competenze femminili, diventa necessario concentrare da prima l attenzione su quelli che vengono definiti in linguaggio sociostatistico indicatori ciclici di domanda e offerta di lavoro tendenti a caratterizzare un particolare ambiente territoriale, che nel presente caso riguarda la provincia di Varese, in particolare i comuni di Gallarate, Luino, Laveno Mombello, Saronno, Sesto Calende, Busto Arsizio, Tradate e Varese 17. Nell osservare l andamento ciclico del mercato del lavoro nell ultimo decennio ( ) per quanto riguarda la situazione nazionale e in particolare la situazione locale della Lombardia si evince che gli andamenti occupazionali dipendono innanzitutto dalle tendenze della domanda, cioè da quante persone e con quali 17 La scelta di prendere in considerazione i medesimi comuni è motivata da alcuni fattori: ampiezza di popolazione rispondente ai criteri dei cinquemila novantamila abitanti ; presenza diffusa di una filiera imprenditoriale di piccola e media impresa che in alcuni di questi comuni costituisce l asse centrale nonché il motore di forza economica; ampia presenza di popolazione immigrata che in questi comuni risulta essere maggiore rispetto a comuni provinciali al disotto di cinquemila abitanti. 23

24 requisiti ( istruzione, qualifica, sesso, età, ecc ) vengono richieste in quel dato periodo e in quella data località. La presente ricerca ha privilegiato la modalità di individuazione dei fabbisogni aziendali, ovvero la domanda proveniente dal sistema delle PMI rivolta ad un target di genere femminile residente nella provincia del varesino. Parlare di esigenze in termini di fabbisogni aziendali da parte del mondo delle piccole e medie imprese in relazione all universo femminile ( di solito considerando una fascia generazionale 19/45 anni ) emerge da alcuni contatti avuti con piccoli imprenditori del settore artigianato che non è sufficiente creare lavoro quanto cercare di trovare chi lo fa. Non si può prescindere dalla volontà né dai requisiti. L idea che si creano mille posti di lavoro dove saranno impiegate mille persone è un idea del tutto fuorviante oggi in un mercato sempre più globalizzato, l idea dell offerta di lavoro non è affatto priva di conseguenze sociali e/o di genere; questo fa sì che si esige da parte del mondo delle imprese sempre di più una forza lavoro specializzata e competente e che abbia delle doti particolari 24

25 ( si pensi al settore del tessile che ancora sino a qualche anno fa privilegiava una forza lavoro prettamente femminilizzata capace di abilità manuali per la lavorazione, cucitura e confezionamento dei tessuti, oppure si pensi agli anni più recenti dove risulta del tutto evidente che il maggior numero di richieste di lavoratrici interessa in prevalenza il settore terziario e dei servizi). La presente analisi territoriale riguardante i fabbisogni aziendali in provincia di Varese è nata dal desiderio di comprendere la femminilizzazione del mercato del lavoro e il livello di partecipazione delle donne nel tessuto imprenditoriale locale. Per quanto riguarda il contesto nazionale dagli ultimi dati ISTAT risalenti al periodo 1993/2003 si evidenzia che negli ultimi vent anni c è stato un incremento delle donne fra le forze lavoro quasi di un quintuplo rispetto a quello degli uomini. In questo arco di tempo l occupazione femminile rispondente ai fabbisogni aziendali è cresciuta del 15% mentre quella maschile è calata sia in termini percentuali che in termini assoluti. 25

26 Secondo il parere di Aris Accornero docente di sociologia industriale presso l Università di di Roma oggi la diversa composizione della famiglia e il minor numero di figli, insieme ai maggiori livelli di reddito, consentono alle donne di restare più a lungo al lavoro o di rientrarci dopo la maternità. Pertanto in termini di fabbisogni aziendali ci si rende conto dai questionari somministrati ai responsabili delle realtà d impresa della provincia di Varese ( vedi allegato ) che il modello di attesa da parte del mondo del lavoro nei confronti della popolazione femminile è del tutto simile e/o prossimo a quello maschile: basti pensare che nel biennio si sono avviati ben 2700 nuovi posti di lavoro che hanno interessato l area di Varese e provincia, rispetto ai 169 degli uomini, mostrando una continuità con il trend di crescita dell occupazione femminile riscontrato negli anni precedenti. Mentre la loro vita lavorativa si allunga, si scopre che le donne stentano a fare carriera non perché rendono di meno o non vogliono farla, ma perché il loro curriculum è tuttora più breve di 26

27 quello degli uomini, sebbene la loro esistenza sia più lunga, giacchè si sobbarcano il lavoro di riproduzione, di servizio e di cura 18. Nonostante questo andamento ciclico delle condizioni lavorative di genere in provincia di Varese il gender gap, ovvero la differenza tra il tasso d occupazione maschile e quello femminile, resta comunque più elevato 19 : gli ultimi dati macroterritoriali riguardanti la ricerca del lavoro in Europa tanto per le donne quanto per i maschi indicano che nel 2000 le persone che cercavano lavoro da un anno erano il 50% del totale ( contro il 45% del 1980 ) e in Italia arrivano al 95%. Questo dato ovviamente venendo rapportato al contesto italiano necessita di essere ulteriormente specificato in termini di posizionamento geografico tra aree del centro sud e aree del centro nord: differenze nelle modalità di reclutamento di personale da parte delle Pmi e ricerca di lavoro da parte delle fasce di 18 Si veda in A.Accornero, Op.Cit ; oppure per un approfondimento più dettagliato su genere e mercato del lavoro in Italia si rimanda in La disoccupazione. Interpretazioni e punti di vista ( a cura di ) Calza Bini P. Napoli; Liguori Oggi secondo alcuni ricercatori ( Accornero 2001; De Nardis 1997; Ciocca 1997; Saraceno ) la condizione del disoccupato e dell inoccupato è così diffusa che l età media di chi cerca lavoro tende ad abbassarsi benché l età media della popolazione stia salendo. La tipica persona senza lavoro non è più l adulto maschio che ha perso l impiego bensì il giovane d ambo i sessi che vive nella famiglia d origine ed è un sottoccupato in nero, oppure un lavoratore o lavoratrice immigrata o una persona con contratto temporaneo che stenta a trovare un impiego stabile. 27

28 popolazione femminile e/o maschile sono entrambe variabili strutturali che si differenziano fra nord e sud Italia, all interno di due contesti con differenti condizioni economiche e tradizioni socioculturali. Infatti osservando l andamento occupazionale e i fabbisogni aziendali in provincia di Varese emerge che nel contesto del mercato locale il postfordismo ha accresciuto l importanza delle reti informali come risorsa per l individuazione sia di un potenziale serbatoio di lavoratrici/tori sia come risorsa per la ricerca da parte di una potenziale forza lavoro di ricerca del job. Nel caso della Lombardia e in particolare dell area territoriale che si estende da Varese sino a Saronno nell ultimo decennio si è assistito ad accresciuto meccanismo di reclutamento da parte delle imprese nei confronti della forza lavoro che si è poggiato molto attraverso il canale delle reti sociali. Questa situazione indirettamente viene confermata anche da Holzer quando sostiene che in America le aziende tendono molto a privilegiare le assunzioni mediante il ricorso delle reti informali: 28

29 negli Usa oltre un quarto delle assunzioni passa attraverso questo canale di legami del passa parola tra i dipendenti di una stessa azienda, un altro quarto attraverso il canale delle inserzioni, mentre appena il 15% passa attraverso le agenzie per l impiego private e pubbliche H. J. Holzer : What employers want. Job prospects for less-educated workers, New York, Russel Sage Foundation

30 Fabbisogni aziendali nel periodo Dopo aver visto la situazione d insieme in termini di condizione occupazionale femminile in provincia di Varese e dopo aver soffermato l attenzione sul concetto di opportunità in termini di residenza provinciale, legata al discorso delle politiche di genere e di integrazione della donna nel tessuto socioimprenditoriale, la ricerca intende ora sviluppare una serie di approfondimenti riguardanti i veri e propri fabbisogni aziendali, in relazione alla capacità di approfondimento delle caratteristiche e delle competenze richiesta da parte delle aziende nei confronti della popolazione femminile residente in provincia di Varese. La ricerca svoltasi nell anno 2003 segnala per quanto riguarda i fabbisogni aziendali nella provincia medesima una previsione di assunzioni pari a assunzioni a fronte delle 6500 circa uscite con un saldo positivo pari a 3500 unità. Tuttavia è diventato necessario durante la fase di ricerca segmentare il mercato del lavoro in: settore primario, secondario e terziario. 30

31 In questo caso, relazionando l andamento per i tre settori su richiamati, è possibile individuare i settori ad attività economicamente rilevante in base alle dimensioni aziendali. Nell industria in base ad una serie di contatti avuti con dei responsabili del personale è emerso che i tassi di nuovi assunti in entrata e di quelli in uscita si attesta intorno al 2,3%; tale valore risulta essere chiaramente inferiore al dato regionale determinato da tassi di entrata e di uscita pari a rispettivamente al 5% e al 3%. Significativo a tale proposito risulta essere la situazione lavorativa presente nel settore del tessile, dove ci si trova dinanzi a un indicatore che registra le prospettive occupazionali in termini di nuovi dipendenti con un tasso di crescita negativa intorno al - 0,4% determinato dall ingresso di un numero di assunti nel periodo 2002/2003 di 610 unità rispetto al numero di uscite pari a 640 dipendenti. Differente risulta essere il settore dell edilizia dove si registra nel periodo preso in considerazione un andamento ciclico di occupati prevalentemente maschi, che presenta un saldo complessivo pari al 31

32 810 unità, rispetto al settore con un incidenza più bassa quale è il settore dell industria meccanica e mezzi di trasporto, elettrica ed elettronica ( con l ingresso di 360 nuovi assunti e la perdita di 320 posti di lavoro ), industrie della carta e della stampa ( con 97 nuovi assunti e 83 dipendenti in uscita ). Del tutto diverse appare essere la situazione nel settore dei servizi dove si registra una prevalenza di manodopera femminile accompagnata da un incremento dei dipendenti superiori al valore complessivo pari a + 4,5% ( conto il 3,8% a livello regionale ), a cui bisogna far corrispondere un saldo netto di 1970 lavoratori dipendenti; il medesimo risultato viene scaturito da un tasso di entrata pari all 8% ( 5000 nuovi assunti ) e da un indicatore uscite pari al 3,5% ovvero a circa 3000 lavoratori. Un interessante indicatore emerge per quanto riguarda l ambito dei servizi alla persona, dove emerge che nel biennio 2001/2003 si sono avuti delle crescite pari al 6,4% con una entrata di personale pari a circa 400 lavoratori ed una uscita di 110; significativo risulta essere anche il settore del comparto turistico alberghiero (dove la 32

33 crescita del 5,5% deriva da una entrata di 800 e da una uscita di 460 addetti) e nel commercio (1650 l entrata e 660 l uscita prevista dei lavoratori). Successivamente si è passati ad esaminare la caratteristiche quantitative dei dati complessivi delle aziende della provincia di Varese tenendo conto delle dimensioni. Da questa panoramica conoscitiva è emerso che a Varese così come in tutta la Lombardia, la piccola impresa è quella che appare collocarsi come perno dinamico dell economia territoriale 21, registrando tassi di variazione ( 8,1% ) notevolmente superiori a quelli medi generali, seguiti da quelle imprese a dimensione media ( con un numero di impiegati oscillante tra le 10 e le 49 unità ) che nel caso specifico presentano tassi pari al 2,3%. Mentre per quel che riguarda la grande realtà d impresa ( con un numero minimo di dipendenti pari a 250 ) si è in presenza di tassi nulli, confermando che la struttura imprenditoriale della Lombardia e in particolar modo quella varesina tende a privilegiare la realtà organizzativa di piccola e media dimensione. 21 Si veda come approfondimento gli ultimi dati pubblicati dall ISFOL nel periodo 2000/

34 In fine per quel che riguarda il settore dell artigianato anche qui ci si trova dinanzi ad un tasso di variazione molto alto e superiore alla media regionale ( 5,9% contro un 6,8% ). Da questi dati emerge che nella provincia di Varese il volume della domanda di lavoro prevista dalle imprese nel periodo 2002/2003 presenta saldi positivi che assumono un posizionamento rilevante soprattutto per il sistema compartimentale delle piccole e medie imprese e per il settore dei servizi. Accanto ai fabbisogni aziendali un altra significativa variabile è costituita dalla capacità di previsione occupazionale che spesso spinge l organizzazione di piccola e media impresa nel prevedere quali potranno essere gli andamenti caratteristici in termini di occupazione riferito ad uno specifico target d utenza: nel nostro caso la ricerca ha continuato a focalizzare l attenzione sull universo femminile della provincia di Varese, in particolar modo per le donne dei comuni sopra citati. Dalla ricerca svolta, nel periodo all interno delle realtà aziendali di piccola e media dimensione del varesino, ricorrendo alla 34

35 somministrazione di un questionario a risposte chiuse e a risposte aperte rivolto ai responsabili delle singole realtà d impresa è emerso che: un particolare interesse è dato dalle previsioni delle assunzioni indicato in termini di livello di inquadramento, professione, titolo di studio, tipologia contrattuale, altre precedenti esperienze lavorative, fascia d età. Per quel che riguarda il livello di inquadramento aziendale si rileva che calcolando in termini di valori saldo le entrate e le uscite dal sistema lavorativo emerge un segno positivo per quasi tutti i componenti aziendali, ad eccezione dei soggetti inquadrati all interno del sistema organizzativo come dirigenti. Nel periodo dalle risposte emerse dai questionari si evince che sono circa sette i lavoratori/trici che subiscono in ambito provinciale un espulsione dal sistema d impresa pari allo 0, 3%; accanto a questo dato c è da segnalare ugualmente un aumento che in questo caso riguarda i quadri e gli impiegati pari al 2%, mentre per gli operai il dato si aggira all 1,8%. 35

36 Per quanto riguarda la Lombardia il saldo è invece positivo per tutti i livelli d inquadramento con un andamento pari allo 0,2%, al 2,4% e al 2,8%. Così come per la Lombardia anche per la provincia di Varese emerge che le figure professionali maggiormente richieste sono gli operai specializzati con un dato pari al 25% mentre per la regione nel suo insieme si aggira il dato intorno al 21,5% seguito dalle professioni della vendita e dei servizi alle famiglie con circa duemila nuovi addette/i che dovrebbero rispondere alle esigenze dei fabbisogni delle piccole e medie imprese dislocate sia in ambiti territoriali come Gallarate, Luino, Busto Arsizio, Saronno, Varese ecc. e sia nella regione Lombardia in genere. In termini di fabbisogni aziendali uno degli aspetti centrali che sembra accomunare l universo imprenditoriale è dato dal fattore qualifica che inevitabilmente per quanto riguarda sia il settore primario che secondario e terziario spinge l impresa nel richiedere e privilegiare personale femminile che abbia un grado di competenze qualificate idonee alle esigenze organizzative d impresa. 36

37 In questo caso la qualifica, intesa come una delle variabili intervenienti nel misurare il grado di incidenza in termini di assunzioni di genere in ambito provinciale, viene richiesta nel 31% dei casi delle aziende contattate nel periodo 2003: un significativo indicatore oltre alla qualifica professionale in genere è dato dal fattore peso del titolo di studio che ci mostra a tinte forti come nel corso del decennio 1993/2003 siano cambiate le esigenze dei responsabili delle Pmi nel richiedere nuove figure professionali in base al criterio del titolo di studio. All interno dei diversi comparti delle varie organizzazioni d impresa si rileva come il personale laureato sia richiesto in particolar modo nel settore dei servizi alle persone, istruzione e servizi sanitari privati, del credito, dei servizi avanzati alle imprese e nel settore industriale della chimica e della farmaceutica 22 : in modo del tutto evidente la ricerca svolta nel 2002 dalla Provincia di Varese conferma che in termini quantitativi i dati per i settori sopra richiamati sono distribuiti nel seguente modo con percentuali che oscillano tra il 20% per quello che riguarda i nuovi assunti con titolo 22 Progetto Varese in rete, Op. Cit. 37

38 di studio universitario; nel settore del credito gli assunti sono pari al 18,9%, nei servizi avanzati alle imprese ci si attesta intorno a un 12,6% mentre per quel che riguarda il settore dell industria chimica e farmaceutica si ha una percentuale pari al 28,2%. Una differenza tra piccole e medie imprese è data dal fatto che nelle prime per quel che concerne la provincia di Varese la preferenza in termini di fabbisogni è maggiormente orientata verso l assunzione di personale in possesso di licenza media inferiore, mentre per l azienda media e grande le preferenze sono rivolto maggiormente verso l individuazione di personale competente in possesso di laurea e diploma superiore. Un altro elemento di forza inteso in termini di fabbisogni aziendali per quel che concerne la realtà delle Pmi a Varese e provincia è dato dal fattore Part-time inteso come elemento di forza imprescindibile per meglio conciliare l esigenze della singola lavoratrice o lavoratore ai bisogni aziendali ( in termini di tempi e ritmi di lavoro ): in relazione ad una serie di colloqui avuti con dei responsabili aziendali di Busto Arsizio operanti nel settore 38

39 informatico emerge che una delle tante esigenze in termini di attesa da parte della direzione è data dalla capacità di individuazione di capitale sociale locale che sia flessibile e adattabile ai tempi di lavoro della singola realtà d impresa. In questo caso il part-time diventa uno dei fattori centrali tendente a dare opportunità per l inserimento all interno del mercato del lavoro locale in particolar modo per la forza lavoro femminile 23. A tale riguardo è interessante mettere in rilievo come le aziende in Lombardia in nome della flessibilità e della competitività chiedono sia ai sindacati che alla forza lavoro femminile ( e maschile ) nonché al governo di rendere più leggere ed elastiche le norme che regolano i rapporti di lavoro al fine di consentire che si creino quei presupposti da garantire nel futuro delle differenziazioni contraddistinte in tre tipi di vincoli: 1 numerici, per ottenere maggiore elasticità in entrata-uscita, più libertà di assunzione e licenziamento; 23 Dal lato dell offerta di lavoro il part-time e tutte le altre forme di lavoro temporaneo rappresentano una importante opportunità per l inserimento nel lavoro di fasce secondarie dell offerta di lavoro ( donne con familiari a carico, giovani, anziani ) che hanno esigenze di allocazione del tempo di lavoro diverse dai lavoratori primari perché coinvolti in attività alternative al lavoro ( famiglia, studio, tempo libero, etc ) in particolare la letteratura sul tema evidenzia ad esempio l esistenza di una correlazione positiva tra diffusione del part-time e partecipazione/occupazione femminile. Ibidem. 39

40 2 funzionali, per ottenere maggiori variabilità di ruolo-posto, più facilità di modificare la mansione o spostare la sede; 3 salariali, per legare maggiormente la paga all andamento dell impresa, ai risultati di mercato e di bilancio 24. Accanto alla variabile tempo di lavoro un altra variabile di riferimento è data dal fattore conoscenze linguistiche ( che nel caso della provincia di Varese non rappresenta un elemento particolare di forza ): infatti dalla somministrazione dei questionari a risposte chiuse e aperte è emerso che all incirca un 21% delle aziende non richiede il possesso di questo requisito da parte di eventuali potenziali lavoratori; un dato questo che si differenzia rispetto alla media regionale che al contrario nel 26% dei casi dei potenziali assunti viene richiesta da parte delle Pmi. Questi indicatori numerici stanno a segnalarci che nel caso del titolo di studio richiesto l importanza della conoscenza delle lingue cresce con l aumentare della formazione scolastica; in particolare la richiesta della conoscenza delle lingue straniere passa dal 4% degli 24 A.Accornero, Op. Cit. 40

41 assunti con titolo di studio di licenza media al 53% dei nuovi assunti con titolo di studio laurea 25. Le conoscenze informatiche appaiono indubbiamente più importanti rispetto a quelle linguistiche, essendo infatti richieste in ben il 31% delle nuove assunzioni ( che sale a più del 40% in Lombardia ). Anche in questo caso la quota di personale con conoscenza informatica risulta crescere con l aumentare della formazione scolastica e passa dal 7,2% dei nuovi assunti con licenza media al 71,9% dei laureati 26. Dalla ricerca condotta nell arco di due anni e prendendo in considerazione l arco temporale 1993/2003 in termini di fabbisogni aziendali/ assunzioni si nota un dinamico mutamento organizzativo tra domanda e offerta nel mercato del lavoro locale; un mutamento che all inizio del terzo millennio pare che accosti sempre di più l ambito locale del varesino e della Lombardia alla realtà europea Progetto Varese in Rete, Op. Cit. 26 Ibidem. 27 In questo caso è significativo mettere in risalto il cambiamento avvenuto sia in ambito nazionale che in ambito locale ed europeo delle politiche di genere: importante per l esperienza italiana è stata la legge 215/92 che ha consentito alle donne di poter entrare nel mercato del lavoro sia come figura professionale dipendente che come piccola e/o media imprenditrice. Grazie alla riforma del sistema dell amministrazione pubblica e delle politiche del lavoro nel corso del decennio 93/03 si è assistito soprattutto in Lombardia ad una serie di esperienze partecipative di genere e policy community. In questo caso un significativo esempio è stato dato in ambito regionale dalle Politiche di incentivazione per l attivazione di asili nido territoriali a gestione femminile. Si Veda in Corriere della Sera,aprile

42 Richieste professionali nell ambito imprenditoriale. Dal confronto dei questionari somministrati mediante invio , contatti diretti, e interviste telefoniche, è emerso che nel corso del decennio le aziende della provincia di Varese hanno richiesto nel corso di questi anni figure professionali sempre più rispondenti alle logiche organizzative di ogni singola realtà nonché a specifiche competenze tecnico professionali. Nell insieme dell economia locale della provincia di riferimento soffermando l attenzione in prevalenza sull ultimo periodo emerge che da parte delle Pmi è diventata maggiore l esigenza di assunzioni: o per il 25,3% ad operai specializzati; o per il 20,7% ad addetti alle vendite ; o per il 16,4% a conduttori di impianti; o per il 12,2% tecnici; o per l 11,9% a personale non qualificato; o per il 9,7% ad impiegati esecutivi; 42

43 o per il 3,5% ad impiegati con elevata specializzazione; o per lo 0,3% a dirigenti 28. Rispetto alle previsioni degli anni passati in particolare al periodo ci si trova dinanzi ad una variazione molto marcata tendente ad incidere in termini di riduzione del livello di qualifiche richieste: l incidenza del segmento più basso, il personale non qualificato, passa dal 4% all 11% a scapito: o della quota della manodopera più qualificata: in particolare le previsioni di aumento delle assunzioni degli operai specializzati, che passano da 1400 a 2450 unità non risulta essere sufficientemente consistente da compensare il calo da a unità dei conduttori di impianti ( il 32,3% e il 16,4% ) o dei segmenti più elevati, la contrazione da 47 a 30 addetti dei dirigenti ( da 0,6% a 0,3% ), da 361 a 340 lavoratori appartenenti al gruppo delle professioni intellettuali e 28 Progetto Varese in Rete, Op.Cit. 43

44 scientifiche ( 4,6% e 3,5% ) e da 1490 a 1184 lavoratori dei tecnici intermedi ( da 19,1% a 12,2% ). Si nota un certo aumento per entrambe le professioni esecutive: gli addetti alle professioni di vendita e servizi per le famiglie passano da 1120 a 2006 ( 14,3% e 20,7% ) e quello delle professioni di amministrazione e gestione aumentano da 547 a 935 ( da 7% a 9,7%). In termini di figure professionali richieste, le previsioni di assunzione per il per quanto riguarda le imprese lombarde non si distinguono da quelle della provincia di Varese; infatti la domanda di lavoro riguarda in primo luogo gli operai specializzati, seguiti dagli addetti alle vendite. Solo al terzo posto si verifica una differenza rispetto alle previsioni formulate dalle imprese varesine: in Lombardia i tecnici ( 15,5% ) sono più richiesti dei conduttori di impianti ( 13,3% ), mentre a Varese si verifica la situazione opposta; per tutte le altre figure la graduatoria regionale non si discosta da quella provinciale. 44

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