Alessandro Gennaro FINANZA CONDIZIONATA E TEORIA DEL VALORE. Volume XIII. Governance e valore
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1 Alessandro Gennaro FINANZA CONDIZIONATA E TEORIA DEL VALORE Volume XIII Governance e valore
2 Copyright MMVIII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133 A/B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: dicembre 2008
3 INDICE PREFAZIONE MANAGEMENT E TEORIA DEI SISTEMI Sistema Impresa Soprasistemi Sottosistemi Trascendentale versus empirico Organo di governo trascendentale Organi di governo empirici Struttura operativa trascendentale Struttura operativa empirica Funzioni sistemiche trascendentali Funzioni sistemiche empiriche SISTEMA VITALE E SISTEMA ESISTENTE Vitalità sistemica dell impresa Immaterialità e valore Facoltà razionali o di governo Eticità e responsabilità sociale dell impresa Facoltà riflessive o di coscienza Responsabilità sistemica dell impresa VALORE SISTEMICO Valore sistemico d impresa
4 6 Indice 3.2 Property Theory versus Entity Theory Approcci gestionali: Systemic Value e Shareholder Value Origine del valore sistemico: il vantaggio competitivo Diffusione del valore sistemico Governance e valore sistemico d impresa CORPORATE GOVERNANCE Imprenditorialità e Management Manager, shareholder e stakeholder Corporate governance: tra regolamentazione ed azione La governance nella letteratura accademica La governance nei codici di autodisciplina La governance in Italia: norme, regolamenti e codici Un criterio interpretativo dei contributi esistenti DIMENSIONI DELLA CORPORATE GOVERNANCE I livelli di analisi della governance Governance Istituzionale Struttura dell organo di governo Struttura degli organi di controllo Strumenti di Governance Istituzionale La scelta della forma giuridica L assegnazione di quote di capitale di rischio La cooptazione La creazione di organi di governo supplementari La partecipazione al rendimento residuale Governance Strategica Strumenti di Governance Strategica La cultura e i valori d impresa Il sistema di pianificazione strategica Gli strumenti di pianificazione strategica
5 Indice Governance Funzionale Strumenti di Governance Funzionale Il modello organizzativo Il sistema informativo e il controllo di gestione Il sistema di control governance Governance Etica Strumenti di Governance Etica Codici etici Bilancio sociale e bilancio ambientale Certificazione e rating etico Governance Value Added FINANZA CONDIZIONATA E TEORIA DEL VALORE Teoria del pensiero condizionato Il valore come percezione di qualità distintive Paradigmi valutativi: rischio e rendimento Metodi valutativi: di flussi e di tassi Valore e governo dell impresa Rischio e vitalità dell impresa Rischio di non coscienza e Systemic Value at Risk Rischio e governo dell impresa CONDIVISIONE DEL VALORE SISTEMICO Verso la quantificazione del systemic value Remunerazioni e rischi degli stakeholder Teoria della conglobazione e condivisione del valore Copertura del Systemic Value at Risk Leverage nullo o non nullo Condivisione del rischio da parte dei creditori
6 8 Indice 7.7 Condivisione del rischio, costi del capitale e valore Sulla condivisione del valore Primo caso Secondo caso Terzo caso Quarto caso Confronti e deduzioni Conglobazione dell avviamento sistemico nel valore di mercato delle azioni Valore creato: avviamento sistemico e sua condivisione Formalizzazioni Esemplificazioni Considerazioni conclusive BIBLIOGRAFIA
7 PREFAZIONE Il pensiero condizionato, quale modalità di analisi e interpretazione dei processi aziendali di creazione di valore, ben si raccorda con l approccio sistemico al governo dell impresa. È proprio dalla loro integrazione che nasce la proposta di qualificare le organizzazioni imprenditoriali non come sistemi vitali, ma come sistemi esistenti. L esistenza, fenomeno tipicamente umano, è ben altra cosa rispetto alla semplice sopravvivenza: mentre quest ultima è mera espressione di vitalità, la prima è propria del vivere secondo coscienza, in modo libero, consapevole e socialmente responsabile. L esistenza consisterebbe, per le imprese, nel pianificare la propria evoluzione non soltanto secondo ragioni di convenienza economica, ma anche interiorizzando la realtà, riflettendo sui fatti quotidiani e agendo secondo responsabilità e libero arbitrio. Soltanto le imprese dotate di facoltà riflessive, equivalenti a ciò che nell uomo è detta coscienza, possono qualificarsi come sistemi e- sistenti. Tali facoltà rendono l organo di governo non solo attento ai riflessi sociali ed ambientali generati dalle strategie e delle attività pianificate, ma anche consapevole della fondamentale distinzione tra ricchezza e valore. La prima è un bene materiale, da conseguire con logica e razionalità, mentre il secondo è un bene spirituale, è la qualità essenziale per cui un oggetto o un fatto assumono rilevanza nella coscienza degli individui. La ricchezza è una condizione reale, il valore è virtuale. Coerentemente con l impostazione soggettivistica a base del pensiero condizionato, l impresa esistente considera la creazione di valore, e non di ricchezza, l obiettivo delle strategie aziendali. La nuova accezione d impresa pone la necessità di adottare criteri di lettura ed interpretazione delle dinamiche imprenditoriali capaci di cogliere i caratteri qualificanti dell esistenza aziendale. Per questo viene utilizzata la dicotomia trascendentale - empirico, che consente di indagare la possibile esistenza di un sapere del sapere : nelle scienze manageriali l uso del termine trascendentale può rivelarsi uti- 9
8 10 Prefazione le per distinguere i principi (che sono a priori ) dall empirismo delle situazioni concrete. Infatti, un azienda, che si compone strutture fisiche, capitali e persone, è una esperienza concreta la cui essenza non potrebbe essere colta senza la conoscenza trascendentale dell astratto sistema di finalità e di criteri organizzativi che la guidano. Il confronto trascendentale empirico porta a chiarire le differenze tra i termini valore e profitto, governo e organi aziendali, governance e direzione. In altri termini, sotto il profilo sistematico e metodologico si definiscono meglio alcuni concetti che sono alla base dell attività aziendale: - il sistema, che come tale non esiste nella realtà in quanto frutto di un operazione cognitiva che un osservatore compie distinguendo una determinata entità da uno sfondo indistinto e attribuendo a tale entità un significato proprio; - l organo di governo dell'impresa, il quale è trascendentale rispetto agli organi di governo che compongono la gerarchia aziendale; - il valore, che è trascendentale riguardo all'elemento empirico del profitto; - la governance, che è trascendentale rispetto al governo economico dell impresa e, quindi, alle strategie e alle politiche a- ziendali. La ricerca dei trascendentali d impresa porta ad identificare nella creazione di valore sistemico il carattere essenziale dei sistemi aziendali capaci di perdurare e svilupparsi nel tempo. Esso è il frutto del perseguimento coraggioso di un principio di eccellenza imprenditoriale: il soddisfacimento delle attese dei vari interlocutori deve essere raggiunto in modo armonico e sinergico, mirando ad una profittabilità duratura, responsabile, eticamente accettabile e compatibile con l ambiente. Il concetto di valore d impresa assume, dunque, connotazioni particolari: non è più riconducibile al solo capitale economico aziendale, cioè allo shareholder s value, perché questo è soltanto uno dei valori che l impresa, complessivamente, crea per i suoi stakeholder. L impresa stessa viene a configurarsi come sistema di valori, cioè
9 Prefazione 11 come insieme di benefici economici e sociali di cui gono i diversi interlocutori che contribuiscono al successo delle sue strategie. La massimizzazione del valore sistemico, quale fine ultimo dell impresa sistema esistente, pone la necessità di riflettere: - da un lato, sugli assetti di governance più idonei allo scopo; - dall altro, sulle possibilità di quantificazione e monitoraggio del systemic value stesso. Le riflessioni sviluppate sul primo tema evidenziano la necessità di far evolvere gli usuali modelli di corporate governance verso schemi di riferimento fondati su una visione ampia ed integrata degli interlocutori e dei risultati aziendali. Infatti, favorendo la corretta assegnazione dei poteri decisionali, l allineamento degli interessi divergenti e la riduzione delle asimmetrie informative, si incentivano i soggetti coinvolti nella vita aziendale a promuovere e mettere in atto comportamenti che favoriscano la creazione di valore sistemico. La governance, quale trascendentale delle imprese esistenti, include molteplici dimensioni che rinviano: al sistema di norme vigenti e di regole morali condivise; all esigenza di strategie competitive fondate sulla coesione di aspettative divergenti; all esercizio organico e coordinato delle primarie funzioni aziendali; all assunzione di comportamenti socially responsible. Alla luce di tali riflessioni, nell approccio sistemico esistente si propone un sistema di governo composto di quattro aree: - una relativa agli aspetti giuridico formali, che disciplini la dimensione istituzionale del governo d impresa; - due relative, rispettivamente, agli aspetti strategici ed operativi, che indirizzino la dimensione oggettiva della conduzione aziendale; - una riguardante gli aspetti etici, riconducibile alla dimensione soggettiva del governo. Infine, per quanto riguarda il secondo tema, intendendo la creazione di valore sistemico come di accrescimento della dimensione economica delle risorse investite da ciascuna categoria di stakeholder diretti, si indagano le possibilità di applicazione di un particolare modello di stima: il Metodo dei Tassi Attualizzati. Tuttavia, la quantificazione ed il monitoraggio del valore sistemico, e quindi l applicazione del
10 12 Prefazione metodo stesso, costringono a prendere posizione su questioni di non poco rilievo, quali: - la determinazione del costo del capitale da utilizzare nell attualizzazione dei benefici monetari percepiti degli interlocutori aziendali differenti dai proprietari; - la condivisione del valore creato tra i diversi stakeholder o la sua conglobazione nel capitale economico dell impresa; - l analisi dei fattori di rischio, la misurazione del loro impatto sulla creazione di valore, nonché l individuazione dei presidi più idonei a fronteggiarli. UNIVERSITÀ LA SAPIENZA ROMA, DICEMBRE 2008 FRANCESCO COLOMBI ORDINARIO DI FINANZA AZIENDALE
11 1 - MANAGEMENT E TEORIA DEI SISTEMI 1.1 Sistema Impresa L impresa viene generalmente concepita quale istituzione sociale, economica e tecnica con prevalenti caratteri e finalità di natura economica e finanziaria 1. Essa si configura come una organizzazione e- conomica che, mediante l impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di acquisizione e di produzione di beni o servizi, da scambiare con entità esterne al fine del conseguimento di un profitto 2. Da tale definizione si ricavano i caratteri generali delle organizzazioni imprenditoriali: - la presenza di una struttura organizzativa come complesso differenziato di risorse umane, tecniche e finanziarie; - l evolversi di processi produttivi, atti ad accrescere l utilità delle risorse acquisite attraverso la loro trasformazione nello stato, nel tempo o nello spazio; - l esistenza di relazioni di scambio esogene, necessarie all approvvigionamento di risorse ovvero allo smercio dei beni o servizi prodotti; - il perseguimento di risultati economici e finanziari commisurati all entità dei rischi assunti. La contemporanea presenza di tali caratteri fa dell azienda un sistema, cioè un complesso differenziato di parti interrelate e coese nel perseguire una comune finalità, un insieme che agisce e sopravvive in virtù di un legame funzionale con l ambiente esterno 3. Fin dalla prima metà del secolo scorso, la letteratura aziendale basava l analisi dei fenomeni imprenditoriali su sostanziali logiche si- 1 AIROLDI G., BRUNETTI G., CODA V., Lezioni di economia aziendale, Il Mulino, Bologna, SCIARELLI S., Il sistema d impresa. Strategie, politiche e tecniche di gestione dell impresa industriale, Cedam, Padova, 1991, pag Rispetto al grado di evoluzione e di complessità del sistema, si possono osservare differenti tipologie di sistemi che secondo una nota classificazione possono essere così individuati in: schemi, meccanismi, sistemi cibernetici, sistemi aperti, sistemi a crescita programmata, sistemi ad immagine interna, sistemi che trattano simboli, sistemi sociali, sistemi trascendentali. Cfr. PERRONE V., Le strutture organizzative d impresa, pag
12 14 Capitolo 1 stemiche 4 : già Gino Zappa 5, negli anni 50, concepiva l azienda come una coordinazione economica in atto, i cui elementi strutturali e le cui manifestazioni funzionali non sono suscettibili di essere indagati separatamente, ma soltanto in una visione d insieme, che considera i vincoli spazio-temporali caratterizzanti l unitarietà della gestione. Nel tempo, in Italia ed all estero, si è sviluppato un contesto teorico sempre più orientato all indagine dei fenomeni d impresa secondo approcci sistemici. Per quanto riguarda il nostro Paese, basti citare Aldo A- maduzzi 6 che fu tra i primi a concepire l azienda come un sistema dinamico di natura economica e finanziaria. Nelle opere dei diversi studiosi che hanno affrontato i temi della gestione aziendale, si guarda infatti ad un insieme aperto, dinamico, governato ed indirizzato a conseguire maggiori capacità di sopravvivenza. Numerose sono state le proposte di adottare l ottica sistemica mediante il ricorso ad analogie e metafore, che, volta per volta, hanno portato a considerare l azienda come un complesso meccanico 7, organico, cibernetico 8, auto-poietico, cognitivo 9. Un recente lavoro 10, di riesame critico e sistematico di tali contributi, ha condotto a qualificare l impresa come sistema vitale, cioè come un insieme strutturato di forze sociali, economiche e tecniche 11, avente specifiche qualificazioni che derivano dal suo particolare rapporto con l ambiente esterno. La prima è la parziale (o relativa) apertura: l impresa, per sopravvivere e svilupparsi, deve intrattenere continue relazioni di tipo input-output con l ambiente esterno necessarie per il suo funzionamento; il grado di apertura regola il flusso di mate- 4 GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. L impresa sistema vitale, Cedam, Padova, 2000, pag ZAPPA G., Le produzioni nell economia delle imprese, Giuffrè, Milano, AMADUZZI A., L Azienda nel suo Sistema e nell Ordine delle sue Rilevazioni, UTET, Torino, TAYLOR F. W., Principles of scientific management, Harper & Row, BEER S., L azienda come sistema cibernetico, Isedi, VICARI S., L impresa vivente. Itinerario in una diversa concezione, Etas, GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. Voll. I, II, Cedam, Padova, 2000, vol. III, Tale qualifica si giustifica considerando: la presenza del fattore umano, la necessità di acquisizione di risorse fisico-tecniche, le finalità economiche che indirizzano l agire d impresa.
13 Management e teoria dei sistemi 15 rie, energia ed informazioni in ingresso ed in uscita dal sistema 12. La seconda qualificazione è la contestualizzazione: il sistema opera in un ambiente costituito da altri soggetti, sistemici e non, con i quali intrattiene necessarie relazioni non soltanto di carattere economicofinanziario, ma anche competitivo e sociale 13. La terza caratteristica è la dinamicità: le relazioni che integrano le componenti della struttura e il contesto esterno subiscono veloci variazioni, per quantità e qualità, che determinano la dinamica evolutiva del sistema. Tali caratteri consentono di rileggere in chiave sistemica tre teorie che tentano, per diverse vie, di analizzare e spiegare le relazioni impresa-ambiente. Queste, ciascuna con approcci e modelli propri, pongono in rilievo i diversi aspetti del governo dell impresa, consentendo di individuare le variabili fondamentali che consentiranno, nel proseguo del lavoro, di ripensare, in ottica sistemica, il valore d impresa e la sua corporate governance. La prima di esse è la teoria degli stakeholder 14, che si consolida verso la fine degli anni sessanta 15 sulla base del riconoscimento della 12 l impresa è un sistema aperto e la sua struttura è stata progettata [ ] in modo da consentire, attraverso atti di scambio con l esterno, l immissione di energia, materia ed informazioni (input), nonché l emissione dell output risultante dai processi interni, in vista del conseguimento della sua finalità. Il maggiore o minore grado di apertura dell impresa nei confronti dell ambiente esterno e la sua variabilità nel tempo dipendono da diversi fattori, connessi alle sue esigenze di sopravvivenza. GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. vol. I, cit., pag Il concetto di ambiente definisce dunque il contesto nel quale l impresa è inserita, opera e dal quale trae risorse, consenso e legittimazione [ ]. In base a queste considerazioni, la possibilità di sopravvivenza dell impresa e la sua capacità di generare valore sono determinate non solo dalla sua struttura, dalle capacità incorporate nell ambito di quest ultima, dalle risorse disponibili, ma anche dalle relazioni e interazioni che l impresa riesce ad instaurare con il contesto ambientale. GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. vol. I, cit., pag Per l accezione di stakeholder si può far riferimento a Freeman, secondo il quale a stakeholder is any group or individual who can affect, or is affected by, the achievement of a corporation s purpose. Stakeholder include employees, customers, suppliers, stockholders, banks, environmentalist, government and other groups who can help or hurt the corporation. Si veda, per una trattazione più diffusa, FREEMAN R. E., Strategic management. A stakeholder approach, Pitman, Già nella prima metà del novecento si hanno i primi tentativi di porre le basi per lo sviluppo di un approccio al governo d impresa fondato su una visione ampia degli obiettivi a- ziendali. Si può ricordare, a tal riguardo, come la General Electric (anni 30), la Johnson & Johnson (anni 40) e la Sear s (primi anni 50) identificavano quattro principali gruppi di in-
14 16 Capitolo 1 cresciuta influenza che l ambiente, e i soggetti che lo compongono, esercitano sul perseguimento delle finalità aziendali. Secondo tale approccio, le tendenze evolutive d impresa dovrebbero derivare da decisioni che riflettano le aspettative dei suoi interlocutori sociali. Questi, infatti, ricercano nella gestionale aziendale la soddisfazione dei propri particolari bisogni, direttamente o indirettamente a seconda della tipologia di interessi che sono in grado di esprimere. Per tale ragione, si può affermare che la proiezione sull impresa degli interessi manifestati da soggettività differenti influenza il comportamento e l azione dell impresa, condizionandone le logiche evolutive 16. In realtà, nel termine stakeholder si racchiude una molteplicità di soggetti, di diversa natura e di differente influenza per le scelte di governo. Numerosi autori hanno cercato di definirne con maggiore precisione le principali categorie, arrivando a distinguere gli stakeholder primari da quelli secondali, quelli volontari da quelli involontari, quelli interni da quelli esterni, quelli che rientrano in una accezione allargata da quelli che ricadono in una accezione ristretta 17. La diversità di interessi e di risorse di cui gli stakeholder sono portatori dà lo spunto per un collegamento anche con la teoria della dipendenza dalle risorse esterne 18. Questa esamina il rapporto tra impresa ed ambiente sulla base del presupposto che le organizzazioni non siano autosufficienti, ma, al contrario, necessitino di attingere riterlocutori aziendali: i clienti, gli azionisti, i prestatori di lavoro e i manager, la collettività in generale. 16 RULLANI E., La Teoria dell impresa: soggetti, sistemi, evoluzione, in RISPOLI M. (a cura di), L impresa industriale. Economia, tecnologia, management, Il Mulino, Bologna, 1989, pag Nel presente lavoro particolare rilevanza assumono le divisioni tra soggetti interni ed e- sterni, nonché tra attori primari e secondari. Gli stakeholder interni, che agiscono nell ambito del sistema impresa, sono gli azionisti, i manager e le risorse umane che prestano lavoro in azienda; quelli esterni sono, invece, coloro che esercitano un influenza esogena sulle vicende dell impresa, come ad esempio i consumatori, i concorrenti, i fornitori, i creditori, lo Stato e la collettività in generale. Gli uni e gli altri possono essere a loro volta distinti in stakeholder primari, se hanno una relazione formale di natura contrattuale con l impresa (fornitori, lavoratori, clienti) e senza i quali l impresa non può sopravvivere; e secondari, se possono influenzare o essere influenzati dall attività d azienda, pur senza avere con essa alcuna transazione e pur non essendo essenziali per la sua sopravvivenza Più approfonditamente si veda PFEFFER J., SALANCIK G. R., The external control of organization. A resource dependance perspective, Harper & Row, 1978.
15 Management e teoria dei sistemi 17 sorse dal contesto nel quale operano 19. L impresa ricerca i fattori necessari al raggiungimento dei propri scopi, tenendo conto che le risorse, in quanto limitate, hanno un costo e sono quindi contese tra più attori. Assumono importanza le capacità di influenza ed il potere di mercato che l impresa può sfruttare al fine di assicurarsi il maggior controllo sui fattori produttivi necessari per la sua sopravvivenza. Infatti, la dipendenza, ponendo le aziende in competizione per l acquisizione delle risorse, le costringe ad interessarsi delle richieste di chi, controllando i mezzi, ne decide anche l allocazione. Di fronte all influenza esterna sul comportamento organizzativo, l impresa deve ricercare il suo principale punto di forza nella capacità di influenzare l ambiente che ne vincola l attività. L impegno principale di imprenditori e manager è quindi di far fronte a tale dipendenza tentando di acquisire maggiore libertà dai possibili condizionamenti, pur nella consapevolezza che questi non si possono comprimere oltre un certo limite se non ponendo a rischio la stessa vitalità aziendale. Un terzo filone di studi, strettamente correlato al precedente e noto come teoria delle contingenze 20, si propone di analizzare e spiegare i comportamenti aziendali in ragione di un continuo adattamento all emergere di contingenze ambientali. Le capacità dell impresa, di percepire o anticipare le dinamiche ambientali e di adattare ad esse la propria struttura e le proprie condotte, spiegherebbero, in una concezione situazionista della realtà economica, i ripensamenti strategici ed i cambiamenti organizzativi, nonché il loro successo o insuccesso. La visione sistemica consente di coniugare tali teorie facendo e- mergere il ruolo svolto dalle due componenti fondamentali del sistema impresa: l organo di governo e la struttura operativa. È evidente come l ottenimento delle risorse, di cui l azienda ha bisogno per attivare profittevolmente i suoi processi, dipenda dalla soddisfazione degli interessi e delle aspettative degli stakeholder, i quali pongono vincoli e regole d azione per l impresa. Le possibilità di sopravvivenza e di sviluppo aziendali dipendono dalla capacità dell organo di governo di cogliere i cambiamenti nel ruolo strategico delle risorse e nelle aspet- 19 GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. vol. I, cit., pag RULLANI E., La teoria dell impresa: soggetti, sistemi, evoluzione, cit., pagg
16 18 Capitolo 1 tative dei vari stakeholder, mutamenti che segnano le situazioni contingenti nelle quali l azienda esiste 21 e si determina. Nell approccio sistemico le categorie di interlocutori corrispondono a soprasistemi e l impresa viene interpretata come un insieme inserito in un contesto di entità difformi, aventi caratteristiche sistemiche più o meno compiute, portatrici di interessi, aspettative, pressioni e condizionamenti nei confronti dell impresa stessa. Ecco quindi che l esistenza del sistema aziendale è improntata alla ricerca della consonanza e, ove possibile, della risonanza con i soggetti che costituiscono l ambiente esterno e con i quali si relaziona 22. Le risorse acquisite sotto forma di materie, energie e informazioni sono le componenti originarie dalle quali, una volta organizzate ed indirizzate, emerge il sistema impresa. Qualunque entità sistemica, infatti, si caratterizza per le interazioni dinamiche tra gli elementi che ne compongono la struttura, la quale può definirsi come un insieme in cui ai singoli elementi siano assegnati ruoli, attività e compiti da svolgere nel rispetto di vincoli e regole, posti tra loro in relazione per rendere possibile, attraverso l implementazione di un sistema, il conseguimento di un fine comune 23. Per struttura, quindi, s intende l insieme degli elementi sia umani che tecnici, tangibili o intangibili, i quali, opportunamente raggruppati in unità o aree organizzative, concorrono alla migliore realizzazione dei processi produttivi. L impresa assume una tipica configurazione sistemica quando le sue componenti, per effetto degli stimoli provenienti dall organo di governo, iniziano ad interagire tra loro e con l ambiente esterno, attivando i processi necessari al conseguimento delle finalità imprenditoriali. Affinché ci sia coesione e possibilità di efficaci interazioni tra le componenti della struttura, occorre tuttavia che si abbia una finalità chiara e condivisa, che orienti il comportamento di ciascuna unità e- lementare. 21 Una teoria dell impresa in quanto sistema esistente è suggerita da: COLOMBI F.. Finanza Condizionata e Teoria del Valore, vol. 1, Aracne Editrice, Roma, La consonanza riguarda la compatibilità strutturale tra l impresa e le entità che formano il contesto; la risonanza concerne il recepimento delle aspettative dei soprasistemi rilevanti e l adattamento a queste del suo agire. 23 GOLINELLI G.M., L approccio sistemico al governo dell impresa. vol. I, cit., pag. 82.
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