RICERCA SU LIQUIDO DI DIALISI PERITONEALE CONTINUA AMBULATORIALE

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1 METODO STANDARD NAZIONALE RICERCA SU LIQUIDO DI DIALISI PERITONEALE CONTINUA AMBULATORIALE BSOP 25 Emesso dalla Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Specialist and Reference Microbiology Division Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 1 di 16

2 STATO DEI METODI STANDARD NAZIONALI I Metodi Standard Nazionali, che includono le standard operating procedures (SOPs), algoritmi e linee guida, promuovono l adozione di elevati livelli di qualità, contribuendo ad assicurare la possibilità di confronto delle informazioni diagnostiche ottenute in laboratori diversi Ciò consente la standardizzazione della sorveglianza sostenuta dalla ricerca, sviluppo e verifica, promovendo nello stesso tempo la salute pubblica e la fiducia del paziente nelle proprie strutture sanitarie. I metodi sono ben referenziati e rappresentano un buon standard minimo per la microbiologia clinica e per la salute pubblica. Comunque, utilizzando i Metodi Standard Nazionali, i laboratori dovranno tenere in considerazione le esigenze locali e potranno intraprendere ricerche addizionali. I metodi forniscono inoltre un punto di riferimento per un loro ulteriore sviluppo. I Metodi Standard Nazionali sono stati sviluppati, revisionati ed aggiornati con una procedura aperta di consenso ove le opinioni di tutti i partecipanti sono state tenute in adeguata considerazione ed i documenti elaborati riflettono il consenso della maggior parte degli stessi. I rappresentanti di alcune organizzazioni professionali, incluse quelle il cui logo appare sulla prima pagina, sono membri dei gruppi di lavoro che sviluppano i Metodi Nazionali Standard. L inclusione del logo di una organizzazione nella prima pagina implica sostegno agli obiettivi ed al processo di preparazione dei metodi standard. I componenti di queste organizzazioni scientifiche hanno partecipato allo sviluppo dei Metodi Nazionali Standard ma le loro opinioni personali non rispecchiano necessariamente quelle dell organizzazione di cui sono membri. L elenco attuale delle organizzazioni professionali partecipanti può essere ottenuto tramite all indirizzo standards@hpa.org.uk. Le prestazioni dei metodi standard sono condizionate dalla qualità di reagenti, strumentazione, procedure commerciali o prove messe a punto in loco. I laboratori dovrebbero assicurare che queste siano state validate e dimostrate idonee allo scopo prefissato. Devono essere adottate procedure di controllo di qualità interno ed esterno. Nonostante siano state osservate le più scrupolose attenzioni nella preparazione di questa pubblicazione, la Health Protection Agency o qualsiasi organizzazione di sostegno non può essere ritenuta responsabile dell accuratezza o dell utilizzo o di qualsiasi conseguenza derivante dall uso o da modifiche delle informazioni contenute in questo documento. Queste procedure sono intese solamente come una risorsa generale per i professionisti che esercitano in questo settore, operanti nel Regno Unito, pertanto si dovrà ricorrere ad altri consulenti quando ritenuto necessario. Se si apportano modifiche a questa pubblicazione, si deve porre in evidenza dove sono state apportate modifiche al documento originale. La Health Protection Agency (HPA) dovrà essere menzionata in ogni circostanza. La Health Protection Agency è una organizzazione indipendente che ha lo scopo di proteggere la salute della popolazione. Ad essa confluiscono esperienze professionali già appartenenti ad organizzazioni ufficiali. Maggiori informazioni riferibili alla HPA possono essere ottenute al sito La Health Protection Agency è un organizzazione che mira ad essere completamente in accordo con le direttive Caldicott. Ciò significa prendere ogni possibile precauzione per prevenire la diffusione non autorizzata di informazioni sui pazienti e di garantire che le informazioni relative agli stessi siano mantenute in condizioni di sicurezza 1. Maggiori dettagli possono essere ottenuti dal sito web. Contributi allo sviluppo dei documenti possono essere forniti contattando l indirizzo standards@hpa.org.uk. Per cortesia prendere nota che la bibliografia è attualmente formattata con il software Reference Manager. Se si modifica o si cancella il testo senza avere installato nel computer il Reference Manager, la bibliografia non sarà aggiornata automaticamente. Riferimento suggerito per questo documento: Health Protection Agency (2004). Investigation of Continuous Ambulatory Peritoneal Dialysis Fluid. National Standard Method BSOP 25 Emissione 4. Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 2 di 16

3 INDICE STATO DEI METODI NAZIONALI STANDARD INDICE PROCEDURA DI MODIFICA SCOPO DEL DOCUMENTO INTRODUZIONE CONSIDERAZIONI SULLA SICUREZZA RACCOLTA DEL CAMPIONE TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE PROCEDURA ANALITICA SUL CAMPIONE PRELIEVO DEL CAMPIONE TEMPO OTTIMALE PER IL PRELIEVO DEL CAMPIONE TIPO DI CAMPIONE APPROPRIATO E METODO DI PRELIEVO QUANTITA E NUMERO APPROPRIATO DI CAMPIONI TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE TEMPO FRA PRELIEVO DEL CAMPIONE E PROCEDURA ANALITICA ACCORGIMENTI PARTICOLARI PER RIDURRE IL DETERIORAMENTO PROCEDURA SUL CAMPIONE SELEZIONE DELLA PROVA ASPETTO MICROSCOPIA COLTURA E MODALITA DI RICERCA IDENTIFICAZIONE PROVE DI SENSIBILITA AGLI ANTIBIOTICI PROCEDURA DI REFERTAZIONE VOLUME MICROSCOPIA COLTURA PROVE DI SENSIBILITA' SEGNALAZIONI ALLA HPA (LOCALE ED AI SERVIZI NAZIONALI ED AL CENTRO CDSC PER LE INFEZIONI) BIBLIOGRAFIA Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 3 di 16

4 PROCEDURA DI MODIFICA Documento di riferimento controllato BSOP 25 Titolo del documento controllato Procedura Operativa Standard per la Ricerca su Liquido di Dialisi Peritoneale Continua Ambulatoriale Ciascun documento controllato possiede una registrazione separata con le correzioni specificate in modo dettagliato in questa Procedura di Modifica. Le precedenti modifiche sono disponibili presso la Sull emissione di pagine nuove o rivedute ciascun documento controllato deve essere aggiornato dal proprietario del Laboratorio Modifica Numero/ Data 8/ Emissione no. Scartata Inserita Emissione no Pagina Sessione(i) interessate Modifica 2 Prima pagina Stato del Documento Ridisegnata Revisionato 4 Pagina della procedura di modifica Ridisegnata Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 4 di 16

5 PROCEDURE OPERATIVE STANDARD PER LA RICERCA SU LIQUIDO DI DIALISI PERITONEALE CONTINUA AMBULATORIALE Tipo di campione: CAPD fluid (continuous ambulatory peritoneal dialysis fluid liquido di dialisi peritoneale ambulatoriale continua) SCOPO DEL DOCUMENTO Questa SOP descrive le procedure e l indagine batteriologica del liquido di dialisi peritoneale ambulatoriale continua. INTRODUZIONE La dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD) è utilizzata come alternativa alla emodialisi per il trattamento di pazienti con insufficienza renale in fase terminale. In questa procedura la membrana peritoneale dello stesso paziente è utilizzata per dializzare dal sangue i prodotti del catabolismo dello stesso paziente. La CAPD si avvale di un sistema commerciale chiuso di liquidi di dialisi sterili preparati in un contenitore, connesso tramite un tubo di materiale simile al silicone ad un catetere di Tenckhoff che trasporta il liquido nella cavità peritoneale. Questo induce un ultrafiltrazione iperosmolare attraverso la membrana peritoneale. Di solito sono infusi 1 o 2 litri di dialisato ogni 6 ore ed il drenaggio dell effluente è raccolto per gravità in una sacca vuota per dialisi al termine di ogni ciclo. La CAPD presenta numerosi vantaggi rispetto all emodialisi. Non sono richiesti speciali accessi vascolari o particolare strumentazione domiciliare. Inoltre, i pazienti dispongono di maggior mobilità ed indipendenza, e sono in grado di portarsi appresso i contenitori di ricambio senza richiedere assistenza. In ogni modo, l'infezione peritoneale è una frequente complicanza della CAPD 2. La maggior parte delle infezioni della CAPD insorgono per contaminazione diretta del catetere. Solo raramente possono originare da foci a sede intra-addominale come la diverticolite 2. La maggior parte delle infezioni della CAPD sono monomicrobiche. L'infezione può interessare il sito di uscita del catetere, il tunnel sottocutaneo, od il peritoneo 3. Le manifestazioni cliniche dell'infezione in pazienti sottoposti a CAPD presentano 4, 5 torbidità del liquido di dialisi effluente dolore addominale e tensione febbre nausea vomito brividi eritema nel sito del catetere secrezione nel sito del catetere malfunzionamento del catetere e problemi di drenaggio La diagnosi di peritonite da CAPD richiede elevati livelli di professionalità microbiologica e stretti rapporti con il dipartimento di microbiologia 6. La diagnosi clinica si avvale di solito della presenza di almeno due delle seguenti condizioni: torbidità del liquido di dialisi effluente sintomi di peritonite esame colturale e/o colorazione di Gram positiva del liquido peritoneale Microscopia - di solito la torbidità è riconducibile ad un conteggio dei globuli bianchi (GB) > 100 x 10 6 per litro 2. La presenza di chilo, fibrina o sangue può pure determinare la torbidità e pertanto l'esame microscopico è essenziale per confermare la presenza di GB. Liquidi con conteggi di GB di x 10 6 per litro possono presentare aspetto limpido all osservazione macroscopica. Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 5 di 16

6 La presenza di GB > 100 x 10 6 per litro correla in modo significativo con l'infezione 2, sebbene siano stati riportati numerosi risultati di culture falsamente negative 7. Ciò si verifica meno frequentemente con conteggi di GB di 500 x 10 6 per litro o superiori 2. In ogni caso, conteggi di GB <100 x 10 6 per litro possono essere associati a stadi precoci di infezione 2,7-9. Nella maggior parte dei liquidi di dialisi infetti predominano i leucociti polimorfonucleati (PMN) 2,8. La differenziazione morfologica di routine dei GB ha scarso valore diagnostico 10. In ogni caso, conteggi di eosinofili >100 x 10 6 per litro possono suggerire una reazione di tipo allergico, e si riscontrano in pazienti con peritonite eosinofila ad eziologia incerta, a peritoniti fungine, o in soggetti che hanno ricevuto antibiotici per via intraperitoneale 2. Non esiste correlazione fra il conteggio dei GB ed il numero di batteri presenti nell effluente di dialisi 11. Nonostante il numero elevato di GB, i microrganismi possono non essere visibili o possono essere presenti in scarso numero per via del loro sequestro all'interno dei fagociti. Pertanto la sensibilità della colorazione di Gram è ridotta (circa al 50%) tranne quando siano presenti elevate concentrazioni di microrganismi 11. Colture il riscontro dei microrganismi nelle colture può rappresentare un problema perché in alcuni centri la percentuale di negatività può raggiungere il 10 30%. Nei pazienti con sintomi clinici di peritonite, la Renal Association of UK raccomanda che la percentuale dei liquidi peritoneali negativi siano inferiore al 10% rispetto a quelli che sviluppano microrganismi nelle colture; il riscontro di questi ultimi può essere aumentato con la lisi dei GB, che rilasciano i microrganismi sequestrati 6. Sono stati descritti numerosi metodi di lisi dei GB che hanno raggiunto un diverso grado di capacità d isolamento dei microrganismi. La lisi con acqua e raccomandata per ridurre al minimo i problemi di tossicità che si sono manifestati coi microrganismi fragili quando si sono stati utilizzati agenti litici quali i sali biliari o il Triton-X 17. Il metodo di lisi per centrifugazione raggiunge una quota di circa l 85% di culture positive 12,13,18. Attualmente non sono disponibili metodi culturali soddisfacenti per il rilievo degli agenti causali nel rimanente 15% di colture negative prelevate a pazienti clinicamente infetti 10. La filtrazione dell'effluente non lisato della CAPD ed i metodi di arricchimento delle colture sono meno sensibili della centrifugazione dopo lisi dei globuli bianchi; entrambi sono più sensibile della centrifugazione senza lisi dei globuli bianchi 17,18. I risultati dei metodi di arricchimento devono essere interpretati con cautela. Gli stafilococchi coagulasi negativi sono la più frequente causa di peritonite in corso di CAPD ma sono anche i contaminanti più frequenti riscontrati in laboratorio 10. La semina diretta dei flaconi da emocoltura da parte di un gruppo specializzato dedicato alla CAPD sta divenendo sempre più frequente I flaconi dovrebbero essere associati ad un campione separato per l esame microscopico e l esame colturale diretto. Questo metodo di coltura può essere utile per il rilievo precoce dell infezione qualora si verifichi un ritardo nel ricevimento del dializzato della CAPD in laboratorio 22. Si deve predisporre con i clinici un protocollo per ridurre al minimo la contaminazione in corsia nella fase di campionamento e di inoculo dei flaconi per emocoltura. Per i pazienti in trattamento è segnalato in letteratura il raggiungimento di maggiori percentuali di isolamento quando si utilizzano flaconi per emocoltura contenenti resine che rimuovono gli antibiotici rispetto a quelli che ne sono privi 20, I microrganismi più comunemente isolati dal dialisato della CAPD sono 5,10,17,25. stafilococchi coagulasi-negativi Staphylococcus aureus enterobatteriaceae pseudomonas specie Acinetobacter enterococchi streptococchi specie Corynebacterium Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 6 di 16

7 Sono stati isolati dal dialisato della CAPD alcuni microrganismi inusuali 26,27 Sono state riscontrate alcune pseudomonas psicrofile. Ciò sottolinea la necessità di eseguire esami colturali a temperature inferiori a 35-37C 2,12 In casi di peritonite da CAPD è stata accertata una varietà di microrganismi esigenti includenti: Specie Haemophilus Specie Neisseria Specie Campylobacter I batteri anaerobi sono una causa relativamente insolita di peritonite da CAPD, ma possono essere riscontrati come risultato di perforazione intestinale (come nella diverticolite). Specie Mycobacterium - se gli esami colturali di routine rimangono negativi e persistono riscontri anomali nel dialisato dopo trattamento di una presunta o documentata peritonite batterica, deve essere valutata la possibilità di una infezione da M. tuberculosis 31. L'infezione da M. tuberculosis è particolarmente frequente nei pazienti asiatici dializzati, probabilmente dovuta alla riattivazione di una tubercolosi pre-esistente in un sito con immunità locale deficitaria 32,33. Le specie di Mycobacterium non tubercolari, sebbene raramente, sono state identificate come causa di peritonite infettiva in pazienti sottoposti a CAPD. La peritonite fungina è segnalata con frequenza in aumento. Gli isolati più comuni sono attribuibili alla specie Candida 37,38. Sebbene raramente, può essere isolato il Cryptococcus neoformans 39. Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 7 di 16

8 1.0 CONSIDERAZIONI SULLA SICUREZZA RACCOLTA DEL CAMPIONE N/D 1.2 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE Contenitori impermeabili sterili in sacchetti di plastica chiusi Volumi consistenti o sacche di dialisato intere possono richiedere particolari precauzioni per il trasporto in accordo ai protocolli locali. Questi dovrebbero essere trasportati in contenitori rigidi ed impermeabili 1.3 PROCEDURA ANALITICA SUL CAMPIONE Livello di Contenimento 2 tranne il caso che si sospetti un infezione da microrganismo del Gruppo di Rischio 3, nel qual caso le manipolazioni devono essere eseguite in cabina microbiologica di sicurezza in condizioni di Contenimento di Livello 3 Le procedure di laboratorio che si ritiene possano generare aerosol infettivi devono essere eseguite in cabina microbiologica di sicurezza Fare riferimento alle vigenti linee guida sulla sicurezza per la manipolazione di tutti i microrganismi riportati in questa SOP Le linee guida precedentemente esplicitate devono essere supplementate con la COSHH locale e con la valutazione del rischio E essenziale l adeguamento alle regolamentazioni della posta e del trasporto 2.0 RACCOLTA DEI CAMPIONI 2.1 TEMPO OTTIMALE DI PRELIEVO DEL CAMPIONE Prima della terapia antimicrobica se possibile 2.2 TIPO DI CAMPIONE E METODO DI PRELIEVO APPROPRIATO E preferibile il ricevimento del contenitore con l intero dialisato poiché il campionamento può essere approntato in condizioni controllate di laboratorio Nel caso siano considerati impraticabili un trasporto sicuro e l accettazione di tutto il dialisato, prelevare asetticamente il liquido dalla porta di riempimento del contenitore di plastica 47 utilizzando un ago sterile ed una siringa e trasferire in un contenitore sterile ed impermeabile Se si utilizzano flaconi da emocoltura questi devono essere inoculati in modo asettico con 5-10 ml di dialisato 2.3 QUANTITA ADEGUATA E NUMERO APPROPRIATO DI CAMPIONI In modo ottimale, un volume minimo di 50 ml Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 8 di 16

9 3.0 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE 3.1 TEMPO FRA PRELIEVO DEL CAMPIONE E PROCEDURA ANALITICA I campioni devono essere trasportati e processati il più presto possibile 3.2 ACCORGIMENTI SPECIALI PER RIDURRE IL DETERIORAMENTO Se la semina è ritardata, si preferisce la conservazione refrigerata a quella a temperatura ambiente. Si devono evitare ritardi superiori a 12 ore PROCEDURA SUL CAMPIONE 4.1 SELEZIONE DELLA PROVA Microscopia ed esame colturale per specie di Mycobacterium se gli esami colturali di routine sono negativi e persistono riscontri anomali nel liquido di dialisi consultare BSOP ASPETTO Descrivere l aspetto del liquido come limpido o torbido 4.3 MICROSCOPIA Standard Conteggio cellulare Eseguire il conteggio totale su campione non centrifugato utilizzando una camera di conta Il conteggio differenziale delle cellule non assume valore predittivo ne modifica il trattamento del paziente 7, Prove supplementari Colorazione di Gram Utilizzando una pipetta sterile deporre una goccia del sedimento del centrifugato (consultare la Sezione 4.4.1) su un vetrino da microscopio pulito Diffondere il materiale con un ansa sterile per preparare uno striscio sottile per la colorazione Gram Conteggi differenziali dei leucociti per eosinofili (per conteggi totali > 100 x 10 6 GB/L) Allestire un vetrino dal sedimento del centrifugato per la colorazione di Gram e lasciare asciugare all aria. Fissare con alcool e colorare utilizzando un colorante adatto alla differenziazione dei GB NOTA: La fissazione al calore distorce la morfologia cellulare Esame microscopico per specie Mycobacterium consultare BSOP 40 NOTA: I metodi per le procedure di colorazione sono riportati in SOP separate Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 9 di 16

10 4.4 COLTURA E RICERCHE Pre-trattamento Standard Metodo di lisi in acqua Centrifugare 25 ml di dialisato a 1500 x g per 5 minuti Scartare il sopranatante o trasferirlo in altro contenitore sterile per eventuali prove successive lasciando circa 0.5 ml di sedimento Risospendere il sedimento in 10 ml di acqua distillata sterile agitando in modo vigoroso per 30 secondi 11,18 Centrifugare a 1500 x g per 5 minuti Scartare il sopranatante, lasciando circa 0.5 ml Risospendere il sedimento nel liquido residuo Prove supplementari Specie Mycobacterium consultare BSOP Procedura sul campione Utilizzare una pipetta sterile ed inoculare ogni piastra di agar con il sedimento del centrifugato (BSOP 54) Diffondere l inoculo con un ansa sterile per ottenere colonie separate Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 10 di 16

11 4.4.3 Terreni di coltura, condizioni e microrganismi per tutti i campioni Per tutti i campioni: Aspetti clinici/ condizioni Terreni standard Incubazione Temp C Atmosfera Tempo Lettura colture Microrganismo(i) ricercati Tutte le condizioni Agar sangue % CO ore giornaliera Qualsiasi microrganismo Agar sangue aria ore giornaliera Pseudomonas psicrofile Agar per anaerobi esigenti anaerobica ore* 40 ore Anaerobi Per queste situazioni aggiungere: Aspetti clinici/ condizioni Terreni standard Incubazione Temp C Atmosfera Tempo Lettura colture Microrganismo(i) ricercati Peritonite (microscopia indicativa di infezione mista) Agar neomicina per anaerobi esigenti con disco di metronidazolo da 5 µg anaerobica 40 48* ore 40 ore Anaerobi Terreni opzionali Incubazione Temp C Atmosfera Tempo Lettura colture Microrganismo(i) ricercati Peritonite (microscopia indicativa di infezione mista) Agar selettivo Stafil/strepto Agar CLED aria aria ore ore giornaliera 16 ore S. aureus Streptococchi Enterobacteriaceae Agar Sabouraud aria ore* 40 ore Funghi Conteggio GB > 100 x10 6 ed assenza di crescita sulla coltura primaria Prove di sensibilità su agar seminato con Bacillus subtilis (NCTC 10400) aria ore 16 ore Sostanze antimicrobiche 11 Qualsiasi infezione Sia Brodo infuso cuore cervello arricchito aria ore giornaliera Qualsiasi microrganismo o Flaconi da emocoltura arricchiti sottocolture su: aria monitoraggio continuo (minimo ore) Agar sangue % CO giornaliera Agar per anaerobi esigenti anaerobica ore Altri microrganismi da considerare Specie Mycobacterium (BSOP 40) * l incubazione può essere protratta a 5 giorni su indicazione clinica: in questi casi le piastre devono essere lette a 40 ore e poi lasciate nell incubatore/termostato fino al 5 giorno. Alcuni patogeni opportunisti possono richiedere una incubazione prolungata Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 11 di 16

12 4.5 IDENTIFICAZIONE Livello minimo in laboratorio Anaerobi Streptococchi ß-emolitici Enterococchi Stafilococchi coagulasi negativi Tutti gli altri microrganismi Livello anaerobi Livello gruppo di Lancefield Livello genere Livello coagulasi negativo Livello specie NOTA: qualsiasi microrganismo considerato come contaminante può non richiedere l identificazione a livello di specie Specie Mycobacterium consultare BSOP Inviare al Laboratorio al di Riferimento Specie Mycobacterium - consultare BSOP 40 Funghi richiedenti identificazione e/o prove di sensibilità Isolati associati ad epidemie o su indicazione epidemiologica Microrganismi con insolite ed inattese resistenze, ove sussista un problema di laboratorio o clinico o anomalie che richiedano approfondimenti 4.6 PROVE DI SENSIBILITA AGLI ANTIBIOTICI Fare riferimento alla SOP sulle prove di sensibilità (BSOP 45) 5.0 PROCEDURE DI REFERTAZIONE 5.1 VOLUME Refertare se è stata inviata una quantità di campione inferiore a quella ottimale 5.2 MICROSCOPIA Conteggio cellulare Refertare il numero di GB x 10 6 per litro Colorazione Gram (se eseguita) Refertare i microrganismi osservati Conteggio differenziale dei leucociti (se eseguito) Refertare il numero di eosinofili x 10 6 per litro Microscopia per specie Mycobacterium - consultare BSOP 40 Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 12 di 16

13 5.2.1 Tempo di risposta dell esame microscopico I risultati microscopici urgenti devono essere comunicati per telefono od inviati per via elettronica Referto scritto, ore 5.3 COLTURE Refertare i microrganismi isolati o Refertare assenza di crescita Refertare anche i risultati delle prove supplementari Tempo di refertazione delle colture I risultati clinicamente urgenti delle colture devono essere comunicati per telefono od inviati per via elettronica. Referto scritto, ore, indicando, se necessario, che verrà inviato un altro referto Ricerche supplementari: specie Mycobacterium consultare BSOP PROVE DI SENSIBILITA AGLI ANTIMICROBICI Refertare le sensibilità come clinicamente suggerito 6.0 SEGNALAZIONI ALLA HPA 48 (LOCALE ED AI SERVIZI NAZIONALI ED AL CENTRO CDSC PER LE INFEZIONI) Fare riferimento a: Singola SOP per l identificazione del microrganismo Pubblicazioni della Health Protection Agency: Reporting to the CDR: A guide for laboratories Hospital infection control: Guidance on the control of infection in hospital Fare riferimento alle attuali linee guida del CDSC e documenti del COSURV Linee guida locali Segnalare tutti gli isolati seguenti: specie Mycobacterium Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 13 di 16

14 BIBLIOGRAFIA 1. Department of Health NHS Executive.The Caldicott Committee. Report on the review of patientidentifiable information London. 2. von Graevenitz A, Amsterdam D. Microbiological aspects of peritonitis associated with continuous ambulatory peritoneal dialysis. Clin Microbiol Rev 1992;5: Gokal R. Peritoneal dialysis. Prevention and control of infection. Drugs Aging 2000;17: Peterson PK, Matzke G, Keane WF. Current concepts in the management of peritonitis in patients undergoing continuous ambulatory peritoneal dialysis. Rev Infect Dis 1987;9: Spencer RC. Infections in continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Med Microbiol 1988;27: Treatment of adult patients with renal failure: recommended standards and audit measures. 2nd ed. London: Royal College of Physicians; Tranaeus A, Heimburger O, Lindholm B. Peritonitis in continuous ambulatory peritoneal dialysis (CAPD): diagnostic findings, therapeutic outcome and complications. Perit Dial Int 1989;9: Korzets Z, Korzets A, Golan E, Zevin D, Bernheim J. CAPD peritonitis--initial presentation as an acute abdomen with a clear peritoneal effluent. Clin Nephrol 1992;37: Taylor PC. Routine laboratory diagnosis of continuous ambulatory peritoneal dialysis peritonitis using centrifugation/lysis and saponin-containing media. Eur J Clin Microbiol Infect Dis 1994;13: Ludlam HA. Infectious consequences of continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Hosp Infect 1991;18 Suppl A: Fenton P. Laboratory diagnosis of peritonitis in patients undergoing continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Clin Pathol 1982;35: Ludlam HA, Price TN, Berry AJ, Phillips I. Laboratory diagnosis of peritonitis in patients on continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Clin Microbiol 1988;26: Gould IM, Casewell MW. The laboratory diagnosis of peritonitis during continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Hosp Infect 1986;7: Spencer RC, Ahmad WK. Laboratory diagnosis of peritonitis in continuous ambulatory peritoneal dialysis by lysis and centrifugation. J Clin Pathol 1986;39: Law D, Freeman R, Tapson J. Diagnosis of peritonitis. J Clin Pathol 1987;40: Gould IM, Reeves I, Chauhan N. Novel plate culture method to improve the microbiological diagnosis of peritonitis in patients on continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Clin Microbiol 1988;26: Ludlam H, Dickens A, Simpson A, Phillips I. A comparison of four culture methods for diagnosing infection in continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Hosp Infect 1990;16: Marshall RJ. A simple lysis method for the culture of dialysis fluid from patients on continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Hosp Infect 1992;20: Blondeau JM, Pylypchuk GB, Kappel JE, Pilkey B, Lawler C. Comparison of bedside- and laboratory Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 14 di 16

15 inoculated Bactec high- and low-volume resin bottles for the recovery of microorganisms causing peritonitis in CAPD patients. Diagn Microbiol Infect Dis 1998;31: Blondeau JM, Pylypchuk GB, Kappel JE, Baltzan RB, Yaschuk Y, Adolph AJ. Evaluation of aerobic Bactec 6A non-resin- and 16A resin-containing media for the recovery of microorganisms causing peritonitis. Diagn Microbiol Infect Dis 1995;22: Khare S, Yurack J, Toye B. Culture of dialysate in suspected CAPD associated peritonitis using the BacT/Alert system. Diagn Microbiol Infect Dis 1996;25: Howe PA, Fraise AP. Continuous ambulatory peritoneal dialysis: factors influencing recovery of organisms from effluents. Med Lab Sci 1991;48: Alfa MJ, Degagne P, Olson N, Harding GK. Improved detection of bacterial growth in continuous ambulatory peritoneal dialysis effluent by use of BacT/Alert FAN bottles. J Clin Microbiol 1997;35: Bourbeau P, Riley J, Heiter BJ, Master R, Young C, Pierson C. Use of the BacT/Alert blood culture system for culture of sterile body fluids other than blood. J Clin Microbiol 1998;36: Vas SI, Law L. Microbiological diagnosis of peritonitis in patients on continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Clin Microbiol 1985;21: al Wali W, Baillod R, Hamilton-Miller JM, Brumfitt W. Detective work in continuous ambulatory peritoneal dialysis. J Infect 1990;20: Wust J, Lanzendorfer H, von Graevenitz A, Gloor HJ, Schmid B. Peritonitis caused by Actinomadura madurae in a patient on CAPD. Eur J Clin Microbiol Infect Dis 1990;9: Bosch MA, Bordes A, Lafarga B, Vega N. Neisseria meningitidis serogroup B in a continuous ambulatory peritoneal dialysis patient. Clin Microbiol Newslett 1992;14: London RD, Bottone EJ. Pasteurella multocida: zoonotic cause of peritonitis in a patient undergoing peritoneal dialysis. Am J Med 1991;91: Wood CJ, Fleming V, Turnidge J, Thomson N, Atkins RC. Campylobacter peritonitis in continuous ambulatory peritoneal dialysis: report of eight cases and a review of the literature. Am J Kidney Dis 1992;19: Lye WC. Rapid diagnosis of Mycobacterium tuberculous peritonitis in two continuous ambulatory peritoneal dialysis patients, using DNA amplification by polymerase chain reaction. Adv Perit Dial 2002;18: Kwan JT, Hart PD, Raftery MJ, Cunningham J, Marsh FP. Mycobacterial infection is an important infective complication in British Asian dialysis patients. J Hosp Infect 1991;19: Bendall RP, Drobniewski FA, Jayasena SD, Nye PM, Uttley AH, Scott GM. Restriction fragment length polymorphism analysis rules out cross- infection among renal patients with tuberculosis. J Hosp Infect 1995;30: Hakim A, Hisam N, Reuman PD. Environmental mycobacterial peritonitis complicating peritoneal dialysis: three cases and review. Clin Infect Dis 1993;16: Perlino CA. Mycobacterium avium complex: an unusual cause of peritonitis in patients undergoing continuous ambulatory peritoneal dialysis. Clin Infect Dis 1993;17: Kolmos HJ, Brahm M, Bruun B. Peritonitis with Mycobacterium fortuitum in a patient on continuous ambulatory peritoneal dialysis. Scand J Infect Dis 1992;24: Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 15 di 16

16 37. Quindos G, Cabrera F, Arilla MC, Burgos A, Ortiz-Vigon R, Canon JL, et al. Fatal Candida famata peritonitis in a patient undergoing continuous ambulatory peritoneal dialysis who was treated with fluconazole. Clin Infect Dis 1994;18: Yuen KY, Seto WH, Ching TY, Cheung WC, Kwok Y, Chu YB. An outbreak of Candida tropicalis peritonitis in patients on intermittent peritoneal dialysis. J Hosp Infect 1992;22: Yinnon AM, Solages A, Treanor JJ. Cryptococcal peritonitis: report of a case developing during continuous ambulatory peritoneal dialysis and review of the literature. Clin Infect Dis 1993;17: Advisory Committee on Dangerous Pathogens 2004 Approved List of Biological Agents. hse gov uk/pubns/misc208 pdf, Public Health Laboratory Service Standing Advisory Committee on Laboratory Safety. Safety Precautions: Notes for Guidance. 4th ed. London: Public Health Laboratory Service (PHLS); Control of Substances Hazardous to Health Regulations General COSHH Approved Code of Practice and Guidance, L5. Suffolk: HSE Books; Health and Safety Executive. 5 steps to risk assessment: a step by step guide to a safer and healthier workplace, IND (G) 163 (REVL). Suffolk: HSE Books; Health and Safety Executive. A guide to risk assessment requirements: common provisions in health and safety law, IND (G) 218 (L). Suffolk: HSE Books; Health Services Advisory Committee. Safety in Health Service laboratories. Safe working and the prevention of infection in clinical laboratories and similar facilities. 2nd ed. Suffolk: HSE Books; NHS Estates. Health Building Note 15. Accommodation for pathology services. 1st ed. London: Her Majesty's Stationary Office (HMSO); (Out of print - 2nd edition in press). 47. Isenberg HD, Washington JA II, Doern GV, Amsterdam D. Specimen collection and handling. In: Balows A, Hausler WJ J, Herrmann KL, Isenberg HD, Shadomy HJ, editors. Manual of Clinical Microbiology. Washington D.C.: American Society for Microbiology; p PHLS, CDSC. Reporting to the PHLS Communicable Disease Surveillance Centre: a reference for laboratories. May Emissione no: 4.1 Data di emissione Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 16 di 16

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