Calcolo dei sequenti I. Introduzione.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Calcolo dei sequenti I. Introduzione."

Transcript

1 Calcolo dei sequenti I. Introduzione. 5 Maggio 2009

2 Introduzione Il calcolo dei sequenti è stato introdotto nel 1935 da Gerhard Gentzen in Untersuchungen über das logische Schliessen (Investigazioni sulla Deduzione Logica), articolo in cui viene presentata anche la deduzione naturale. Il calcolo dei sequenti si pone come un sistema di deduzione alternativo ai sistemi assiomatici di tipo hilbertiano e alla deduzione naturale. Gentzen ha introdotto questo tipo di calcolo al fine di ottenere, grazie al teorema di cut-elimination, una serie di importanti risultati nel campo della teoria della dimostrazione.

3 Introduzione In queste lezioni andremo a toccare i seguenti argomenti: Cosa è il calcolo dei sequenti. Presenteremo il calcolo dei sequenti sia per la logica intuizionista che per quella classica, dimostrandone l equivalenza con la deduzione naturale (e quindi anche con le assiomatizzazioni di tipo hilbertiano). Cosa è stato fatto. Andremo a vedere i risultati principali ottenuti col calcolo dei sequenti, cioè il teorema di Cut-elimination e le sue principali applicazioni. Cosa si sta facendo. Vedremo brevemente, senza scendere nel dettaglio, le logiche substrutturali, un campo di ricerca basato sul calcolo dei sequenti tutt ora in pieno sviluppo.

4 Introduzione In particolare, in questa lezione: Definiremo le nozioni di sequente e di calcolo sui sequenti. Partendo dalle regole della deduzione naturale per la logica intuizionista, andremo a costruire un corrispondente calcolo sui sequenti. Dimostreremo la corrispondenza fra i due.

5 Introduzione Lavoreremo con i linguaggi della logica proposizionale e della logica del primo ordine, come già definiti nella parte precedente del corso. In generale, le lettere greche minuscole (α, β, γ,...) rappresenteranno le nostre variabili proposizionali, mentre le lettere greche maiuscole (Γ,, Θ,...) staranno per insiemi (o sequenze, a seconda del contesto) di formule. Per la logica del primo ordine, utilizzeremo x, y,... per indicare le variabili individuali e t, u, v,... per rappresentare termini in genere.

6 Un po di definizioni... Prima di tutto, andiamo a definire l oggetto del nostro calcolo, cioè il sequente. Definizione (Sequente) Dato un linguaggio l, chiamiamo un sequente una coppia ordinata Γ : tale che Γ e sono sequenze finite (possibilmente vuote) di formule di l.

7 Un po di definizioni... Questa è la definizione dei sequenti veri e propri, come definiti da Gentzen: è importante notare che stiamo parlando di una coppia di sequenze di formule, cioè viene dato peso all ordine in cui le formule si presentano. Comunque, più in generale, si utilizza il termine sequente anche per riferirci a un coppia ordinata Γ : α, in cui Γ è un insieme di formule (l ordine non conta) e α una singola formula.

8 Un po di definizioni... Per distinguere le due nozioni, ci affideremo alla notazione. Per indicare un sequente nel senso di Gentzen utilizzeremo la freccia. Un sequente avrà la forma Γ dove Γ e sono sequenze finite (possibilmente vuote) di formule. La forma Γ α si riferisce invece ad un sequente in un senso più generico, in cui Γ è un insieme finito (possibilmente vuoto) di formule e a destra dell linea abbiamo esattamente una formula α.

9 Un po di definizioni... Dato un sequente Γ ( Γ α ), chiameremo la sequenza (insieme) di formule Γ a sinistra di ( ) l antecedente del sequente, e la sequenza (formula α) a destra il conseguente. Mentre la deduzione naturale è costruita su un insieme di regole che permettono la derivazione di formule a partire da altre formule, nel calcolo dei sequenti andiamo a definire un insieme di regole che permettono di derivare nuovi sequenti a partire da un insieme iniziale di sequenti.

10 Un po di definizioni... Sempre per distinguere, chiameremo calcolo sui sequenti un qualunque sistema di derivazione che lavora con i sequenti, mentre con calcolo dei sequenti ci riferiremo alla tipologia di sistemi sviluppati da Gentzen, che, come vedremo domani, hanno come oggetto i sequenti di tipo Γ e utilizzano solo regole di introduzione. Un calcolo sui sequenti consiste di assiomi (sequenti assunti come validi) e regole di derivazione con la seguente forma: S 1 S 2 or S 3 dove S 1, S 2, S 3 sono sequenti. S 1 S 2

11 Un po di definizioni... Ad esempio, due possibili regole per la derivazioni di sequenti sono Γ α Γ β Γ α β o Γ, α β Γ α β

12 Un po di definizioni... Definizione (Derivazione) Dato un calcolo sui sequenti S, chiameremo una derivazione in S un albero D di sequenti le cui foglie corrispondono ad assiomi di S ed ogni altro sequente viene ottenuto dai sequenti immediatamente superiori per mezzo di una regola di derivazione di S. Diciamo che un sequente Γ (Γ ) è derivabile in un calcolo sui sequenti S ( S Γ ) se e solo se è il sequente finale (la radice) di un albero di derivazione in S.

13 Un po di definizioni... Ad esempio, se abbiamo un calcolo sui sequenti S definito da un insieme di S-assiomi e S-regole di derivazione, una derivazione in S avrà una struttura di questo tipo: (S-regola) Γ S assioma Λ Σ Γ S assioma Γ S assioma (S-regola) Λ Ω. Φ Ψ Sequente finale. (S-regola)

14 Interpretazioni dei sequenti Ma come viene interpretato un sequente? Assumiamo di avere una logica L definita da un linguaggio l e un operatore di conseguenza (L = l, ), i sequenti di L avranno la forma α 1,..., α n β 1,..., β m tale che α 1,..., α n, β 1,..., β m sono formule di l. Come specificheremo meglio in seguito, un sequente α 1,..., α n β 1,..., β m di L viene generalmente interpretato come (α 1... α n ) (β 1... β m )

15 Interpretazioni dei sequenti Un sequente non è quindi una formula del linguaggio l, né afferma la verità o la falsità di insiemi di formule, ma ci dice qualcosa riguardo la relazione di conseguenza della logica L, ci parla delle connessioni premesse-conseguenze. Il calcolo dei sequenti si pone quindi come una sorta di meta-calcolo di una logica L: anzichè derivare nuove formule a partire da formule assunte, partiamo da un insieme noto di connessioni premesse-conseguenze e andiamo a derivarne di nuove. Per ora assumiamo questa connessione fra sequenti e relazioni di conseguenza come l intuizione che sta dietro l uso dei sequenti. Oggi ci occuperemo proprio di giustificare questa connessione.

16 Interpretazioni dei sequenti Vi è quindi una notevole differenza fra una regola in deduzione naturale e una regola nel calcolo dei sequenti. α β α β Γ α Γ β Γ α β Nonostante abbiano una forma simile, vi è una differenza di livello : la linea di derivazione che separa le premesse dalla conclusione nella deduzione naturale è sullo stesso piano della freccia all interno del sequente, definendo una relazione fra formule, mentre la linea di derivazione nelle regole di un calcolo sui sequenti definisce una relazione premesse-conseguenze fra elementi di una relazione di conseguenza.

17 Schema della presentazione Adesso andiamo a costruire un calcolo sui sequenti per la logica intuizionista. Partiremo dall approccio intuizionista perchè in questo caso i sequenti alla Gentzen hanno al più una formula a destra della freccia, cioè hanno la forma α 1,..., α n β che risulta più immediatamente intuitiva. Partiremo lavorando con sequenti di forma α 1,..., α n β in cui l antecedente viene trattato come un insieme di formule e per conseguente abbiamo esattamente una formula.

18 Schema della presentazione Partiremo riprendendo il sistema di deduzione naturale intuizionista (che d ora in poi chiameremo ND i ). A partire da ND i andremo a costruire il sistema che chiameremo SND i (Intuitionistic Sequential Natural Deduction), una diretta traduzione di ND i a livello dei sequenti. Dimostreremo che vi è una corrispondenza fra ND i e SND i, cioè che per ogni insieme di formule Γ e ogni formula α abbiamo Γ NDi α se e solo se SNDi Γ α SND i ci sarà poi necessario per andare a costruire il calcolo dei sequenti per la logica intuizionista (SC i ).

19 Da ND i a SND i Come sappiamo, nella deduzione naturale non vi sono formule assunte come valide (assiomi), ma solo regole di inferenza. È però possibile introdurre un numero finito di formule come assunzioni, dando la possibilità di scaricarle in seguito, o facendo dipendere la conclusione da esse. Risulta quindi essenziale registrare le assunzioni non scaricate per determinare da quali premesse dipende la conclusione. Negli alberi di dimostrazione, quindi, segnaliamo quali di queste assunzioni non vengono scaricate.

20 Da ND i a SND i Un sistema alternativo per registrate le assunzioni consiste nel sostituire ogni formula α di una dimostrazione con un un sequente Γ α: il conseguente α riporta la formula derivata, mentre l antecedente Γ esplicita in maniera completa l insieme della premesse da cui tale formula dipende.

21 Da ND i a SND i Ad esempio, prendiamo il seguente passaggio di un albero di deduzione naturale: Γ.. α β α β Se lo traduciamo in sequenti otteniamo Γ α β Γ, α β

22 Da ND i a SND i Con questo procedimento possiamo trasformare ogni albero di derivazione della deduzione naturale in un equivalente albero di sequenti, in cui ad ogni foglia, dove era presente un assunzione α, apparirà un sequente α α (che sta ad indicare che viene introdotta una formula α in dipendenza da se stessa) e alla radice il sequente che riporta la conclusione della nostra dimostrazione, in dipendenza dalle assunzioni non scaricate.

23 Da ND i a SND i Esempio. Questo albero di deduzione naturale, che dimostra ( x)(g(x) F (x)) ( x)g(x) ( x)f (x),... ( x)(g(x) F (x)) (1) G(a) F (a) F (a) (E ) ( x)f (x) (I ) ( x)g(x) ( x)f (x)) [( x)g(x) (2) ] (E ) G(a) (E ) (I )[2]

24 Da ND i a SND i... viene trasformato in questo albero di sequenti. ( x)(g(x) F (x)) ( x)(g(x) F (x)) (E ) ( x)(g(x) F (x)) G(a) F (a) ( x)(g(x) F (x)), ( x)g(x) F (a) ( x)(g(x) F (x)), ( x)g(x) ( x)f (x) ( x)(g(x) F (x)) ( x)g(x) ( x)f (x)) ( x)g(x) ( x)g(x) ( x)g(x) G(a) (I ) (I ) (E ) (E )

25 Il calcolo SND i Possiamo quindi pensare di tradurre le regole della deduzione naturale in un insieme di regole in forma di sequenti. Prima di tutto dobbiamo prendere in considerazione il ruolo delle assunzioni: nel calcolo dei sequenti non abbiamo assunzioni, ma, come abbiamo visto, ogni assunzione α si traduce in un sequente α α. Introduciamo quindi nel nostro calcolo sui sequenti uno schema di assiomi che indichi che possiamo introdurre nell albero di derivazione qualunque formula facendola dipendere da se stessa. (Tavola I: Assioma di riflessività) Assioma : α α Riflessività

26 Il calcolo SND i Passiamo quindi a ridefinire le regole di derivazione della deduzione naturale per la logica intuizionista, seguendo il metodo definito sopra per la trasformazione degli alberi di derivazione. Prendiamo le regole per la logica intuizionista proposizionale (ND i prop ) e traduciamole in un sistema di regole a livello dei sequenti (SND i prop ).

27 Il calcolo SND i (Tavola II: Regole di ND i prop ) [I ] [I ] α β α β α α β [E ] β α β α β α [E ] α β β [α] [β].. α β γ γ γ [I ] [α]. β α β [E ] α β β α [I ] [α]. [α]. β β α [E ] α α β

28 Il calcolo SND i (Tavola III: Regole di SND i prop ) [I ] Γ α β Γ, α β [E ] Γ α β Γ α Γ α β Γ β [I ] Γ α Γ α β Γ β Γ α β [E ] Γ α β, α γ Λ, β γ Γ,, Λ γ [I ] Γ, α β Γ α β [E ] Γ α β Γ, β α [I ] Γ, α β, α β Γ, α [E ] Γ α α Γ, β

29 Il calcolo SND i Per ottenere un calcolo dei predicati SND i è sufficiente tradurre in forma di sequente le regole per i quantificatori di ND i e aggiungerle alle regole di SND i prop. (Tavola IV: Regole sui quantificatori di ND i ) [I ] a α(t) ( x)α(x) [E ] ( x)α(x) α(t) [I ] α(t) ( x)α(x) [E ] b ( x)α(x) β [α(t)]. β a Il termine t non deve occorrere nè nella formula ( x)α(x), nè in alcuna delle assunzioni da cui tale formula dipende b Il termine t non deve occorrere nè in ( x)α(x), nè in β, nè in alcuna delle assunzioni da cui β dipende.

30 Il calcolo SND i (Tavola V: Regole sui quantificatori di SND i ) [I ] a Γ α(t) Γ ( x)α(x) [E ] Γ ( x)α(x) Γ α(t) [I ] Γ α(t) Γ ( x)α(x) [E ] b Γ ( x)α(x), α(t) β Γ, β a Il termine t non deve occorrere in nessuna delle formule contenute nel sequente inferiore. b Il termine t non deve occorrere in nessuna delle formule contenute nel sequente inferiore, né in ( x)α(x). Il calcolo SND i (Intuitionistic Sequential Natural Deduction) viene quindi definito dall assioma di riflessività (Tavola I), le regole sui connettivi proposizionali (Tavola III), e le regole sui quantificatori (Tavola V).

31 Monotonìa Un importante regola che possiamo derivare dalle regole di SND i è la regola di Left Weakening (LW), corrispondente alla monotonìa: Γ α Γ,β α Γ α β β (I ) Γ, β α β (E ) Γ, β α

32 Corrispondenza fra ND i e SND i Possiamo dimostrare che sistemi di derivazione ND i e SND i corrispondono. Per dimostrare questo dobbiamo dare alcune definizioni. Dato un albero di derivazione D (sia di ND i che di SND i ), un ramo r è una sequenza di formule (sequenti) tale che la prima è una foglia dell albero, l ultima è la formula (sequente) finale, e ogni elemento della sequenza è la formula (sequente) che nell albero si trova immediatamente sotto il suo predecessore.

33 Corrispondenza fra ND i e SND i Esempio di ramo: ( x)(g(x) F(x)) (1) (E ) G(a) F(a) F(a) (I ) ( x)f(x) ( x)g(x) ( x)f(x)) [( x)g(x) (2) ] (E ) G(a) (E ) (I )[2]

34 Corrispondenza fra ND i e SND i La profondità di un ramo r corrisponde al numero di formule (sequenti) che compongono il ramo (l(r) = r ). La profondità di un albero di derivazione D corrisponde a quella del suo ramo più profondo: l(d) = max{l(r) r è un ramo di D}

35 Corrispondenza fra ND i e SND i Adesso possiamo enunciare e dimostrare (sommariamente) il teorema che ci dà la corrispondenza fra i due calcoli. Teorema (Corrispondenza fra ND i e SND i ) Prendiamo un linguaggio l per la logica dei predicati. Per ogni sott insieme finito Γ di l e ogni α l, Γ NDi α se e solo se SNDi Γ α

36 Corrispondenza fra ND i e SND i Dimostrazione (schema). (I) Se Γ NDi α, allora SNDi Γ α. Dobbiamo dimostrare che per qualunque derivazione D in ND i esiste una corrispondente derivazione D in SND i tale che, se D dimostra Γ NDi α, allora SNDi Γ α. Dimostriamo questo per induzione completa sulla profondità di D. Passo 1: l(d) = 1. Se l(d) = 1, D è composto da una singola assunzione α che dipende da se stessa. Quindi D dimostra α NDi α. L albero corrispondente D in SND i è quello composto dal singolo assioma α α.

37 Corrispondenza fra ND i e SND i Passo 2: l(d) = m + 1. Per ipotesi di induzione assumiamo che per ogni derivazione C in ND i tale che l(c) m, esiste una derivazione C in SND i corrispondente, cioè tale che se C dimostra Γ NDi α, allora C dimostra SNDi Γ α. Una derivazione D tale che l(d) = m + 1 viene ottenuta applicando una regola di ND i alle conclusioni di un un insieme di alberi di deduzione {C 1,..., C n } (con 1 n 3). Ci è quindi sufficiente dimostrare che applicando una qualunque regola di ND i possiamo ottenere una corrispondente derivazione D in SND i.

38 Corrispondenza fra ND i e SND i Facciamo un esempio, prendendo la regola (E ). Poniamo di avere un albero D di profondità m + 1 così costruito: Γ, [α] Λ, [β] C 1 α β γ C 2 γ C 3 γ (E ) D dimostra che Γ,, Λ NDi γ.

39 Corrispondenza fra ND i e SND i Per ipotesi di induzione sappiamo che esistono tre derivazioni C 1, C 2, C 3 in SND i che dimostrano rispettivamente Γ α β,, α γ e Λ, β γ. Adesso basta applicare a questi tre sequenti la regola (E ) di SND i per ottenere l albero D. C 1 Γ α β C 2, α γ Γ,, Λ γ C 3 Λ, β γ (E ) D dimostra che SNDi Γ,, Λ γ.

40 Corrispondenza fra ND i e SND i Ripetendo lo stesso procedimento per tutte le regole otteniamo la nostra dimostrazione. Nota: le regole (E ), (I ), (I ) e (E ) di ND i permettono lo scaricamento di alcune assunzioni, ma non lo obbligano. Al contrario, le corrispondenti regole di SND i scaricano automaticamente le premesse. Nel caso che applicassimo una di queste regole senza scaricare una o più assunzioni, otteremmo una derivazione corrispondente in SND i reintroducendo la premessa scaricata tramite l applicazione della regola di Left Weakening, che è stata precedentemente dimostrata valida in SND i.

41 Corrispondenza fra ND i e SND i Esempio. Se utilizziamo la regola (E ) senza scaricare la premessa β (ottenendo quindi Γ,, Λ, β NDi γ)... Γ, [α] Λ, β C 1 α β γ C 2 γ C 1 γ (E )

42 Corrispondenza fra ND i e SND i... otterremo l albero corrispondente in SND i reitroducendo l assunzione β per mezzo del LW : C 1 Γ α β C 2, α γ Γ,, Λ γ Γ,, Λ, β γ C 3 Λ, β γ (E ) (LW )

43 Corrispondenza fra ND i e SND i (II) Se SNDi Γ α, allora Γ NDi α. Adesso dobbiamo dimostrare la direzione inversa, cioè che per qualunque derivazione D in SND i esiste una corrispondente derivazione D in ND i tale che, se D dimostra SNDi Γ α, allora Γ NDi α. Seguiamo esattamente lo stesso procedimento della prima parte, utilizzando l induzione completa sulla profondità di D; semplicemente ci muoveremo da SND i verso ND i. Abbiamo quindi dimostrato la corrispondenza fra ND i e SND i, e giustificato la lettura di un calcolo a livello dei sequenti come un calcolo sugli elementi di una relazione di conseguenza logica.

44 Conclusioni Cosa abbiamo visto oggi: Abbiamo introdotto la nozione di sequente, e spiegato come un calcolo sui sequenti si differenzi dalla deduzione naturale. Partendo dalle regole per la deduzione naturale nella logica intuizionista, abbiamo costruito un sistema di derivazione corrispondente SND i che lavora al livello dei sequenti.

45 Conclusioni Cosa vedremo domani: Partendo da SND i andremo a definire il calcolo dei sequenti nello stile di Gentzen per la logica intuizionista (SC i ).

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica del Primo Ordine: Motivazioni, Sintassi e Interpretazioni Logica per la Programmazione Lezione 8 Modelli, Formule Valide, Conseguenza Logica Proof Systems Regole di inferenza per Calcolo Proposizionale

Dettagli

LOGICA DEL PRIMO ORDINE: PROOF SYSTEM. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini

LOGICA DEL PRIMO ORDINE: PROOF SYSTEM. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini LOGICA DEL PRIMO ORDINE: PROOF SYSTEM Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini LOGICA DEL PRIMO ORDINE: RIASSUNTO Sintassi: grammatica libera da contesto (BNF), parametrica rispetto

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica del Primo Ordine: Motivazioni, Sintassi e Interpretazioni Logica per la Programmazione Lezione 7 Formule Valide, Conseguenza Logica Proof System per la Logica del Primo Ordine Leggi per i Quantificatori

Dettagli

November 13, sta ad indicare che la formula B dipende dalle assunzioni occorrenti nell insieme X.

November 13, sta ad indicare che la formula B dipende dalle assunzioni occorrenti nell insieme X. DEDUZIONE NTURLE November 3, 2006 Le regole di inferenza consistono di regole di introduzione (I) e regole di eliminazione (E) per ogni costante logica e per il simbolo del falso, se occorre nel linguaggio.

Dettagli

Logica proposizionale

Logica proposizionale Definire un linguaggio formale Logica proposizionale Sandro Zucchi 2013-14 Definiamo un linguaggio formale LP (che appartiene a una classe di linguaggi detti linguaggi della logica proposizionale) Per

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 3 Sommario. Introduciamo il Calcolo dei Predicati del I ordine e ne dimostriamo le proprietà fondamentali. Discutiamo il trattamento dell identità

Dettagli

Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1

Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1 Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1 Esercizio 1.12 Per dimostrare che per ogni funzione esiste una formula in cui compaiono le variabili tale che la corrispondente

Dettagli

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita Appunti per il corso di Analisi Matematica 4 G. Mauceri Indice 1 Il teorema della funzione inversa 1 Il teorema della funzione implicita 3 1

Dettagli

Fondamenti di Informatica 2

Fondamenti di Informatica 2 Fondamenti di Informatica 2 Linguaggi e Complessità : Lezione 1 Corso Fondamenti di Informatica 2 Marco Schaerf, 2009-2010 Linguaggi e Complessità : Lezione 1 1 Logica proposizionale Linguaggio matematico

Dettagli

RISOLUZIONE IN LOGICA PROPOSIZIONALE. Giovanna D Agostino Dipartimento di Matemaica e Informatica, Università di Udine

RISOLUZIONE IN LOGICA PROPOSIZIONALE. Giovanna D Agostino Dipartimento di Matemaica e Informatica, Università di Udine RISOLUZIONE IN LOGICA PROPOSIZIONALE Giovanna D Agostino Dipartimento di Matemaica e Informatica, Università di Udine 1. Risoluzione Definitione 1.1. Un letterale l è una variabile proposizionale (letterale

Dettagli

Calcoli dei sequenti classici e lineare

Calcoli dei sequenti classici e lineare Calcoli dei sequenti classici e lineare Gianluigi Bellin November 5, 2009 Scheda per il compito 2, scadenza rinviata al marteedì 10 novembre 2009 1 Calcolo dei sequenti classico 1.1 Linguaggio ed interpretazione

Dettagli

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g LEZIONE 3 3.. Matrici fortemente ridotte per righe. Nella precedente lezione abbiamo introdotto la nozione di soluzione di un sistema di equazioni lineari. In questa lezione ci poniamo il problema di descrivere

Dettagli

CALCOLO PROPOSIZIONALE

CALCOLO PROPOSIZIONALE CALCOLO PROPOSIZIONALE UN PROBLEMA DI DEDUZIONE LOGICA (da un test d ingresso) Tre amici, Antonio, Bruno e Corrado, sono incerti se andare al cinema. Si sa che: Se Corrado va al cinema, allora ci va anche

Dettagli

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva;

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva; 1 Spazi vettoriali 11 Definizioni ed assiomi Definizione 11 Un campo è un insieme K dotato di una operazione somma K K K, (x, y) x + y e di una operazione prodotto K K K, (x, y) xy tali che i) la somma

Dettagli

Esercizi di logica. Ivan Valbusa 5 dicembre 2012

Esercizi di logica. Ivan Valbusa 5 dicembre 2012 Esercizi di logica Ivan Valbusa 5 dicembre 2012 Gli esercizi proposti di seguito coprono solo una piccola parte del programma del corso. Sono mediamente più difficili di quelli presenti sul manuale di

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 4 Sommario. Dimostriamo il Teorema di Completezza per il Calcolo dei Predicati del I ordine. 1. Teorema di Completezza Dimostriamo il Teorema

Dettagli

Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale

Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale Laura Porro 16 maggio 2008 1 Il calcolo proposizionale Prendiamo come primitivi i simboli del Calcolo Proposizionale (PC) tradizionale a due valori 1 : un

Dettagli

Alberi: definizioni e dimostrazioni induttive.

Alberi: definizioni e dimostrazioni induttive. Alberi: definizioni e dimostrazioni induttive. Gennaio 2005 Iniziamo con l introdurre la nozione di albero. Con N indichiamo l insieme dei numeri naturali (zero escluso) e con N l insieme delle liste finite

Dettagli

Ragionamento Automatico Calcolo dei Sequenti. Lezione 5 Ragionamento Automatico Carlucci Aiello, 2004/05 Lezione 5 0. Il calcolo dei sequenti

Ragionamento Automatico Calcolo dei Sequenti. Lezione 5 Ragionamento Automatico Carlucci Aiello, 2004/05 Lezione 5 0. Il calcolo dei sequenti Il calcolo dei sequenti Ragionamento Automatico Calcolo dei Sequenti Materiale cartaceo distribuito in aula Il calcolo dei sequenti nella logica proposizionale Il calcolo dei sequenti nella logica predicativa

Dettagli

C1: L C1 C2: L C2 C: C1 C2

C1: L C1 C2: L C2 C: C1 C2 Abbiamo visto Gli agenti logici applicano inferenze a una base di conoscenza per derivare nuove informazioni. Concetti base della logica: sintassi: struttura formale delle sentenze semantica: verita` di

Dettagli

Lezione 4. Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti. Gianluca Rossi

Lezione 4. Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti. Gianluca Rossi Lezione 4 Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti Gianluca Rossi Trattabile o intrattabile? Consideriamo ora il problema, ben noto a tutti gli studenti a partire dalla scuola media, di calcolare

Dettagli

Logica proposizionale classica. Studia il comportamento dei connettivi proposizionali quali ( And ) e ( Or )

Logica proposizionale classica. Studia il comportamento dei connettivi proposizionali quali ( And ) e ( Or ) Logica proposizionale classica Studia il comportamento dei connettivi proposizionali quali ( And ) e ( Or ) Parte da una famiglia di enunciati atomici di cui non analizziamo la struttura interna, che rappresentiamo

Dettagli

8. Completamento di uno spazio di misura.

8. Completamento di uno spazio di misura. 8. Completamento di uno spazio di misura. 8.1. Spazi di misura. Spazi di misura completi. Definizione 8.1.1. (Spazio misurabile). Si chiama spazio misurabile ogni coppia ordinata (Ω, A), dove Ω è un insieme

Dettagli

1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine

1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine 1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine In questo tipo di giochi l arena è costituita da due grafi orientati G = (V, E), G = (V, E ). Lo scopo del I giocatore è di mostrare, in un numero

Dettagli

La matematica intuizionista

La matematica intuizionista La matematica intuizionista Francesco Paoli Filosofia della scienza, 2016-17 Francesco Paoli (Filosofia della scienza, 2016-17) La matematica intuizionista 1 / 14 Henri Poincaré (1854-1912) Francesco Paoli

Dettagli

Logica proposizionale

Logica proposizionale Logica proposizionale Proposizione: frase compiuta che è sempre o vera o falsa. Connettivi Posti in ordine di precedenza: not, and, or, implica, doppia implicazione Sintassi Le proposizioni sono costituite

Dettagli

Logica: materiale didattico

Logica: materiale didattico Logica: materiale didattico M. Cialdea Mayer. Logica (dispense): http://cialdea.dia.uniroma3.it/teaching/logica/materiale/dispense-logica.pdf Logica dei Predicati (Logica per l Informatica) 01: Logica

Dettagli

METODI MATEMATICI PER L INFORMATICA

METODI MATEMATICI PER L INFORMATICA METODI MATEMATICI PER L INFORMATICA Tutorato Lezione 2 17/03/2016 Corso per matricole congrue a 1 Docente: Margherita Napoli Tutor: Amedeo Leo Applicazioni della logica proposizionale La logica ha una

Dettagli

Un po di logica. Christian Ferrari. Laboratorio di matematica

Un po di logica. Christian Ferrari. Laboratorio di matematica Un po di logica Christian Ferrari Laboratorio di matematica 1 Introduzione La logica è la disciplina che studia le condizioni di correttezza del ragionamento. Il suo scopo è quindi quello di elaborare

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE TAVOLE DI VERITÀ, COLETEZZA VERO-FUNZIONALE Esercizio 1. Calcola le tavole

Dettagli

APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI. L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I

APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI. L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI MAURIZIO CORNALBA L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I un insieme di insiemi. Il prodotto i I A i è l insieme di tutte le applicazioni α : I i I A i

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica per la Programmazione Lezione 2 Dimostrazione di tautologie Proof System pag. 1 Un Problema di Deduzione Logica [da un test di ingresso] Tre amici, Antonio, Bruno e Corrado, sono incerti se andare

Dettagli

Dimostrazioni del capitolo 8

Dimostrazioni del capitolo 8 Dimostrazioni del capitolo 8 Dimostrazione del Teorema 8. (derivabilità e retta tanente), paina 74 Sia I un intervallo, f : I R e x 0 I. Dobbiamo verificare ce f è derivabile in x 0 se e solo se esiste

Dettagli

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati.

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati. LEZIONE 2 2 Sistemi di equazioni lineari Definizione 2 Un equazione lineare nelle n incognite x, x 2,, x n a coefficienti reali, è un equazione della forma (2 a x + a 2 x 2 + + a n x n = b, ove a j, b

Dettagli

Equazioni differenziali lineari del secondo ordine a coefficienti costanti

Equazioni differenziali lineari del secondo ordine a coefficienti costanti Equazioni differenziali lineari del secondo ordine a coefficienti costanti 0.1 Introduzione Una equazione differenziale del secondo ordine è una relazione del tipo F (t, y(t), y (t), y (t)) = 0 (1) Definizione

Dettagli

04 - Logica delle dimostrazioni

04 - Logica delle dimostrazioni Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 04 - Logica delle dimostrazioni Anno Accademico 013/014 D. Provenzano,

Dettagli

CLASSE LIMITE DI UNA SUCCESSIONE DI NUMERI REALI C. MADERNA, G. MOLTENI, M. VIGNATI

CLASSE LIMITE DI UNA SUCCESSIONE DI NUMERI REALI C. MADERNA, G. MOLTENI, M. VIGNATI CLASSE LIMITE DI UNA SUCCESSIONE DI NUMERI REALI C. MADERNA, G. MOLTENI, M. VIGNATI Consideriamo l insieme R = R {, + } ottenuto aggiungendo all insieme dei numeri reali i simboli e +. Introduciamo in

Dettagli

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale . I numeri reali e le funzioni di variabile reale Introduzione Il metodo comunemente usato in Matematica consiste nel precisare senza ambiguità i presupposti, da non cambiare durante l elaborazione dei

Dettagli

Esercitazioni per il corso di Logica Matematica

Esercitazioni per il corso di Logica Matematica Esercitazioni per il corso di Logica Matematica Luca Motto Ros 02 marzo 2005 Nota importante. Queste pagine contengono appunti personali dell esercitatore e sono messe a disposizione nel caso possano risultare

Dettagli

LOGICA MATEMATICA. Sonia L Innocente. Corso di Laurea. Informatica e Tecnologie/Informatica Industriale

LOGICA MATEMATICA. Sonia L Innocente. Corso di Laurea. Informatica e Tecnologie/Informatica Industriale LOGICA MATEMATICA Corso di Laurea Informatica e Tecnologie/Informatica Industriale Argomento 1. Logica dei Predicati del Primo Ordine a.a. 2013-2014 (Camerino) 1 / 57 Outline Introduzione 1 Introduzione

Dettagli

Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia. CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale. Appunti del corso di Matematica

Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia. CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale. Appunti del corso di Matematica Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 02 - I Numeri Reali Anno Accademico 2013/2014 D. Provenzano, M.

Dettagli

Logica. 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale. Claudio Sacerdoti Coen. Universitá di Bologna

Logica. 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale. Claudio Sacerdoti Coen. Universitá di Bologna Logica 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale Universitá di Bologna 30/11/2016 Outline Conseguenza logica per la logica proposizionale Wikipedia:

Dettagli

DIMOSTRAZIONI DI TAUTOLOGIE. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2010/11 Andrea Corradini, Paolo Mancarella

DIMOSTRAZIONI DI TAUTOLOGIE. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2010/11 Andrea Corradini, Paolo Mancarella DIMOSTRAZIONI DI TAUTOLOGIE Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2010/11 Andrea Corradini, Paolo Mancarella DIMOSTRAZIONE DI TAUTOLOGIE Abbiamo detto che: Per dimostrare che p è una tautologia possiamo:

Dettagli

Esercitazioni per il corso di Logica Matematica

Esercitazioni per il corso di Logica Matematica Esercitazioni per il corso di Logica Matematica Luca Motto Ros 25 marzo 2005 Nota importante. Queste pagine contengono appunti personali dell esercitatore e sono messe a disposizione nel caso possano risultare

Dettagli

Funzioni derivabili (V. Casarino)

Funzioni derivabili (V. Casarino) Funzioni derivabili (V. Casarino) Esercizi svolti 1) Applicando la definizione di derivata, calcolare la derivata in = 0 delle funzioni: a) 5 b) 3 4 c) + 1 d) sin. ) Scrivere l equazione della retta tangente

Dettagli

Metodi e Modelli per l Ottimizzazione Combinatoria Cover inequalities

Metodi e Modelli per l Ottimizzazione Combinatoria Cover inequalities Metodi e Modelli per l Ottimizzazione Combinatoria Cover inequalities L. De Giovanni M. Di Summa In questa lezione introdurremo una classe di disuguaglianze, dette cover inequalities, che permettono di

Dettagli

Equazioni di primo grado

Equazioni di primo grado Equazioni di primo grado 15 15.1 Identità ed equazioni Analizziamo le seguenti proposizioni: a ) cinque è uguale alla differenza tra sette e due ; b ) la somma di quattro e due è uguale a otto ; c ) il

Dettagli

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali per Scienze Ambientali Insiemi e Combinatoria - Appunti 1 1 Dipartimento di Matematica Sapienza, Università di Roma Roma, 23 - Ottobre 2012 Il concetto di insieme Non tratterò la teoria assiomatica degli

Dettagli

LIMITI E DERIVATE DI UNA FUNZIONE

LIMITI E DERIVATE DI UNA FUNZIONE LIMITI E DERIVATE DI UNA FUNZIONE INTRODUZIONE In generale, abbiamo un idea chiara del significato di pendenza quando viene utilizzata in contesti concernenti l esperienza quotidiana, ad esempio quando

Dettagli

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari 1. Sottospazi Definizione. Sia V uno spazio vettoriale sul corpo C. Un sottoinsieme non vuoto W di V è un sottospazio vettoriale di V se è chiuso rispetto alla

Dettagli

DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI

DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI 1. L insieme dei numeri naturali Nel sistema assiomatico ZF, l Assioma dell infinito stabilisce che: Esiste un insieme A, i cui elementi sono insiemi e tale che

Dettagli

Algoritmi e Strutture Dati

Algoritmi e Strutture Dati Algoritmi Ricorsivi e Maria Rita Di Berardini, Emanuela Merelli 1 1 Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Camerino A.A. 2006/07 I conigli di Fibonacci Ricerca Binaria L isola dei conigli

Dettagli

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE ROBERTO GIAMBÒ 1. DEFINIZIONI E PRIME PROPRIETÀ In queste note saranno presentate alcune proprietà principali delle funzioni convesse di una variabile

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

Il teorema di Schwarz

Il teorema di Schwarz Il teorema di Schwarz 1. Quante sono le derivate parziali seconde, terze,...? Il procedimento di derivazione parziali applicato ad una funzione f(x, y) di due variabili raddoppia il numero di derivate

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA A.A. 12/13, DISPENSA N. 6 Sommario. Il Teorema di Compattezza e alcune sue applicazioni: assiomatizzabilità e non-assiomatizzabilità di proprietà di strutture, e modelli

Dettagli

DERIVATA DI UNA FUNZIONE REALE. In quanto segue denoteremo con I un intervallo di IR e con f una funzione di I in IR.

DERIVATA DI UNA FUNZIONE REALE. In quanto segue denoteremo con I un intervallo di IR e con f una funzione di I in IR. DERIVATA DI UNA FUNZIONE REALE 1. Definizioni. In quanto segue denoteremo con I un intervallo di IR e con f una funzione di I in IR. DEFINIZIONE 1. Sia x 0 un elemento di I. Per ogni x (I \ {x 0 }) consideriamo

Dettagli

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3 LEZIONE 4 4.. Operazioni elementari di riga. Abbiamo visto, nella precedente lezione, quanto sia semplice risolvere sistemi di equazioni lineari aventi matrice incompleta fortemente ridotta per righe.

Dettagli

ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1

ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1 ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1 Logica e connettivi logici Esercizio 0.1. Si costruiscano le tabelle di verità delle seguenti espressioni booleane; cioè, al variare dei valori di verit delle

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica per la Programmazione Lezione 10 Logica del Primo Ordine con Insiemi ed Intervalli Formalizzazione di Enunciati: Array e Sequenze A. Corradini e F.Levi Dip.to Informatica Logica per la Programmazione

Dettagli

Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia. Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche. Appunti del corso di Matematica

Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia. Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche. Appunti del corso di Matematica Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche Appunti del corso di Matematica 03 - I Numeri Reali Anno Accademico 2015/2016 M. Tumminello,

Dettagli

CAPITOLO SECONDO APPLICAZIONI TRA INSIEMI E RELAZIONI DI EQUIVALENZA

CAPITOLO SECONDO APPLICAZIONI TRA INSIEMI E RELAZIONI DI EQUIVALENZA CAPITOLO SECONDO APPLICAZIONI TRA INSIEMI E RELAZIONI DI EQUIVALENZA 1 Applicazioni tra insiemi Siano A, insiemi. Una corrispondenza tra A e è un qualsiasi sottoinsieme del prodotto cartesiano A ; Se D

Dettagli

Cenni di programmazione ricorsiva. Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B)

Cenni di programmazione ricorsiva. Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B) Cenni di programmazione ricorsiva Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B) Corso di Laurea in Informatica Università di Pisa A.A. 2009/10 R. Barbuti, P. Mancarella Indice

Dettagli

Elementi di logica. SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni.

Elementi di logica. SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni. Elementi di logica SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni. Quantificatori: elementi fondamentali del linguaggio matematico. quantificatore

Dettagli

FUNZIONI TRA INSIEMI. Indice

FUNZIONI TRA INSIEMI. Indice FUNZIONI TRA INSIEMI LORENZO BRASCO Indice. Definizioni e risultati.. Introduzione.. Iniettività e suriettività.3. Composizione di funzioni 4.4. Funzioni inverse 5. Esercizi 5.. Esercizi svolti 5.. Altri

Dettagli

delta δ mu (mi) µ M iupsilon υ Y eta η H omicron o O psi ψ Ψ 1. Scrivere il proprio nome e cognome in lettere greche.

delta δ mu (mi) µ M iupsilon υ Y eta η H omicron o O psi ψ Ψ 1. Scrivere il proprio nome e cognome in lettere greche. Capitolo 1 Numeri 1.1 Alfabeto greco Un ingrediente indispensabile per lo studente che affronta un corso di analisi matematica è la conoscenza dell alfabeto greco, di cui verranno usate a vario titolo

Dettagli

Calcolo dei Sequenti Proposizionale: Note ed Esercizi

Calcolo dei Sequenti Proposizionale: Note ed Esercizi Calcolo dei Sequenti Proposizionale: Note ed Esercizi mace@dsiuniveit 11 ottobre 2007 1 Costruire una derivazione Definizione 1 (Derivazione) Una derivazione in LJ (rispettivamente LK) è un albero finito

Dettagli

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 5 a.a Soluzioni

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 5 a.a Soluzioni Corso di Laurea in Matematica Geometria 2 Foglio di esercizi n. 5 a.a. 2015-16 Soluzioni Gli esercizi sono presi dal libro di Manetti. Per svolgere questi esercizi, studiare con cura i paragrafi 10.1,

Dettagli

1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO

1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO 1 IL LINGUAGGIO MATEMATICO Il linguaggio matematico moderno è basato su due concetti fondamentali: la teoria degli insiemi e la logica delle proposizioni. La teoria degli insiemi ci assicura che gli oggetti

Dettagli

Appunti sui Codici di Reed Muller. Giovanni Barbarino

Appunti sui Codici di Reed Muller. Giovanni Barbarino Appunti sui Codici di Reed Muller Giovanni Barbarino Capitolo 1 Codici di Reed-Muller I codici di Reed-Muller sono codici lineari su F q legati alle valutazioni dei polinomi sullo spazio affine. Per semplicità

Dettagli

Logica Computazionale

Logica Computazionale Logica Computazionale 2009-2010 Gianluigi Bellin 24 febbraio 2010 1 Domanda 1 Si consideri il sequente S (i) Si applichi la procedura semantic tableaux per verificare se S sia valido o falsificabile nella

Dettagli

Linguaggi di programmazione - Principi e paradigmi 2/ed Maurizio Gabbrielli, Simone Martini Copyright The McGraw-Hill Companies srl

Linguaggi di programmazione - Principi e paradigmi 2/ed Maurizio Gabbrielli, Simone Martini Copyright The McGraw-Hill Companies srl Approfondimento 2.1 Non è questo il testo dove trattare esaurientemente queste tecniche semantiche. Ci accontenteremo di dare un semplice esempio delle tecniche basate sui sistemi di transizione per dare

Dettagli

401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI

401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI 401 PREDICATI RICORSIVI PRIMITIVI Corso di Informatica Teorica - modulo 2 Prof. Settimo Termini 1 Breve richiamo Un predicato su un insieme S è una funzione totale P su S tale che a S si ha: P(a) = VERO

Dettagli

Il codice di Sarngadeva

Il codice di Sarngadeva Matematica - Musica Il codice di Sarngadeva È oggi riconosciuto da molti (vedi, ad esempio, Knuth [3]) come diverse nozioni combinatorie di base (quali il sistema binario, il triangolo di Tartaglia-Pascal,

Dettagli

Appunti del corso Fondamenti di Analisi e Didattica

Appunti del corso Fondamenti di Analisi e Didattica Appunti del corso Fondamenti di Analisi e Didattica (PAS 2013-2014, Classe A049, docente prof. L. Chierchia) redatti da: A. Damiani, V. Pantanetti, R. Caruso, M. L. Conciatore, C. De Maggi, E. Becce e

Dettagli

Precorsi di matematica

Precorsi di matematica Precorsi di matematica Francesco Dinuzzo 12 settembre 2005 1 Insiemi Il concetto di base nella matematica moderna è l insieme. Un insieme è una collezione di elementi. Gli elementi di un insieme vengono

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

Grafi e gruppo fondamentale di un grafo

Grafi e gruppo fondamentale di un grafo Grafi e gruppo fondamentale di un grafo Note per il corso di Geometria IV (relative alla parte dei 6 crediti) Milano, 2010-2011, M.Dedò Come trovare un grafo omotopicamente equivalente all'oggetto 3d raffigurato

Dettagli

Proprietà dei linguaggi non contestuali

Proprietà dei linguaggi non contestuali Proprietà dei linguaggi non contestuali Argomenti della lezione Pumping lemma per i linguaggi non contestuali Proprietà di chiusura Argomenti della lezione Grammatiche non contestuali in forma ridotta

Dettagli

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti

1 Trasformazione di vettori e 1-forme per cambiamenti PRIMA ESERCITAZIONE Trasformazione di vettori e -forme per cambiamenti di coordinate Consideriamo lo spazio di Minkowski in coordinate cartesiane {x } (x,x,x 2,x 3 ). La sua metrica è ds 2 (dx ) 2 +(dx

Dettagli

Logica proposizionale

Logica proposizionale Fondamenti di Informatica per la Sicurezza a.a. 2008/09 Logica proposizionale Stefano Ferrari UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO DIPARTIMENTO DI TECNOLOGIE DELL INFORMAZIONE Stefano Ferrari Università degli

Dettagli

Verifica di programmi

Verifica di programmi Verifica di programmi Informalmente, un programma è corretto se l output prodotto è quello atteso rispetto all input. La correttezza dei programmi può essere espressa mediante formule per la correttezza

Dettagli

Espressioni regolari

Espressioni regolari spressioni Regolari Un FA (NFA o DFA) e una macchina a stati finiti che riconosce linguaggi regolari. Una espressione regolare e un modo dichiarativo (o algebrico) per descrivere un linguaggio regolare.

Dettagli

Il Teorema di Mountain-Pass

Il Teorema di Mountain-Pass Capitolo 4 Il Teorema di Mountain-Pass Descriviamo ora un altro metodo per trovare soluzioni non nulle di alcuni tipi di problemi, per esempio { u = u p 1 u in u = 0 su (4.1) con p > 1, utilizzando dei

Dettagli

LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI. che, insieme alle loro derivate, soddisfano un equazione differenziale.

LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI. che, insieme alle loro derivate, soddisfano un equazione differenziale. LE EQUAZIONI DIFFERENZIALI I problemi incontrati fin ora nel corso di studi di matematica erano tutti di tipo numerico, cioè la loro risoluzione ha sempre portato alla determinazione di uno o più numeri

Dettagli

Intelligenza Artificiale I

Intelligenza Artificiale I Intelligenza Artificiale I Logica formale Calcolo simbolico Marco Piastra Logica formale - Calcolo simbolico - 1 Calcolo simbolico? Una fbf è conseguenza logica di un insieme di fbf sse qualsiasi modello

Dettagli

1 Funzioni reali di una variabile reale

1 Funzioni reali di una variabile reale 1 Funzioni reali di una variabile reale Qualche definizione e qualche esempio che risulteranno utili più avanti Durante tutto questo corso studieremo funzioni reali di una variabile reale, cioè Si ha f

Dettagli

Sia k un campo e sia un elemento non appartenente a k chamato, al solito, infinito. Consideriamo k := k { }. Poniamo per definizione:

Sia k un campo e sia un elemento non appartenente a k chamato, al solito, infinito. Consideriamo k := k { }. Poniamo per definizione: Capitolo 6 Posti Sia k un campo e sia un elemento non appartenente a k chamato, al solito, infinito. Consideriamo k := k { }. Poniamo per definizione: a ± := := ± a, a k; a := := a, a k \ {0} ; := ; 1

Dettagli

Quello che avreste dovuto sapere su ordinali e cardinali, ma non avete mai osato studiare.

Quello che avreste dovuto sapere su ordinali e cardinali, ma non avete mai osato studiare. Relazione per il seminario di logica, Milano, 11 Aprile 2008. Quello che avreste dovuto sapere su ordinali e cardinali, ma non avete mai osato studiare. Giorgio Venturi Si può giustamente affermare che

Dettagli

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI

TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI TEORIA DEI SISTEMI Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale Indirizzo Gestione Industriale TEORIA DEI SISTEMI SISTEMI LINEARI Ing. Cristian Secchi Tel.

Dettagli

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n =

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n = LEZIONE 12 12.1. Combinazioni lineari. Definizione 12.1.1. Sia V uno spazio vettoriale su k = R, C e v 1,..., v n V vettori fissati. Un vettore v V si dice combinazione lineare di v 1,..., v n se esistono

Dettagli

Maiuscole e minuscole

Maiuscole e minuscole Maiuscole e minuscole Abilità interessate Distinguere tra processi induttivi e processi deduttivi. Comprendere il ruolo e le caratteristiche di un sistema assiomatico. Riconoscere aspetti sintattici e

Dettagli

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME a cura di Michele Scaglia FUNZIONI DERIVABILI Sia f : domf R una funzione e sia 0 domf di accumulazione per domf Chiamiamo derivata prima di

Dettagli

Annamaria Mazzia. Corso di Metodi Numerici per l Ingegneria dispense e altro materiale su

Annamaria Mazzia. Corso di Metodi Numerici per l Ingegneria dispense e altro materiale su Soluzione di un sistema non lineare con la Regula Falsi generalizzata per la determinazione degli angoli conico di taglio ed elicoidale di taglio di una cremagliera Annamaria Mazzia Dipartimento di Metodi

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica del Primo Ordine: Motivazioni, Sintassi e Interpretazioni Logica per la Programmazione Lezione 1 Calcolo Proposizionale: sintassi e semantica Tautologie Esempi di Formalizzazione di Enunciati pag.

Dettagli

Elementi di Algebra e Logica Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali:

Elementi di Algebra e Logica Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali: Elementi di Algebra e Logica 2008. 8. Logica. 1. Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali: (a) p ( q r); (b) p (q r); (c) (p q) ( p r); (d) (p q) ( p r); (e) (p

Dettagli

CALCOLO PROPOSIZIONALE. Corso di Logica per la Programmazione Andrea Corradini

CALCOLO PROPOSIZIONALE. Corso di Logica per la Programmazione Andrea Corradini CALCOLO PROPOSIZIONALE Corso di Logica per la Programmazione Andrea Corradini andrea@di.unipi.it UN PROBLEMA DI DEDUZIONE LOGICA (da un test d ingresso) Tre amici, Antonio, Bruno e Corrado, sono incerti

Dettagli